Saggi musicali italiani

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Author: Aaron, Pietro
Title: Lucidario in music
Source: Pietro Aaron, Lucidario in musica (Venice: Girolamo Scotto, 1545; reprint, Broude Brothers, 1978)
Graphics: AARLUC 01GF-AARLUC 09GF

[-f.air-] LVCIDARIO IN MVSICA DI ALCUNE OPPENIONI ANTICHE, ET MOderne con le loro Oppositioni, et Resolutioni, Con molti altri secreti appresso, et questioni da altrui anchora non dichiarati, Composto dall' eccellente, et consumato Musico Pietro Aron del Ordine de Crosachieri, et della citta di Firenze.

[-f.aiv-] TAVOLA DI TVTTE LE COSE, CHE SI contengono nell' opera.

LIBRO PRIMO.

Intorno le chiaui di natura, et di b, quadro, Oppenione. 1

Dell' ottaua corda, chiamata, G, oppenione 2

Circa il procedere delle mutationi, oppenione 3

Come il tropo si conosce per altra maniera, che per arsin, e tesin, oppenione. 4

Delle terminationi regolate, et non regolate, oppenione. 5

Di alcuni Tuoni da Marchetto non bene intesi, oppenione. 6

Della medesima intelligenza, oppenione. 7

Come le note sopra della sillaba la, si possano chiamare, oppenione. 8

Di ut, re, et, re, mi, ascendenti oppenione. 9

Sopra di alcuni processi ecclesiastici, oppenione. 10

LIBRO SECONDO.

Nel proemio del secondo libro, cui ueramente si conuenga questo nome di Musico.

Delle due Pause di tre tempi segnate, oppenione. 1

Intorno la figura Diesi, oppenione. 2

Della conformita del Diesi, et del b, molle, oppenione. 3

Circa la sillaba sopra delle uoce la, oppenione. 4

Del Punto, et quantita di esso, oppenione. 5

Del circolo, et semicircolo col punto, oppenione. 6

Del mi, contro il fa nella perfetta Simphonia, oppenione. 7

Delle due consonanze perfette nel contrapunto l' una dopo l' altra poste, oppenione. 8

Come l' una di due note continouate in spatio, o in riga da alcuni e sospesa. oppenione. 9

Di alcuni progressi da molti falsamente chiamati fuga, oppenione. 10

Come i tre generi debbano incominciare dal tuono, et non dal semituono, oppenione. 11

Del semicicolo incontrario posto, oppenione. 12

Se il semicircolo tagliato, et non tagliato possono producere la doppia proportione, Oppenione. 13

Del tritono, ouero tetracordo maggiore ne concenti usato, oppenione. 14

Che il comporre della Musica, non e altro che Pratica, oppenione. 15

[-f.aijr-] LIBRO TERZO.

Del tempo Musico detto naturale, et accidentale. Capitolo 1

Risposta allo eccellente don Franchino intorno alcune sue oppenioni. Capitolo 2

Oppositione fatta dallo eccellente messer Giouanni spadaro. Capitolo 3

Dichiaratione di alcuni segreti nel contrapunto. Capitolo 4

Come il punto non puo fare imperfetta una nota simile. Capitolo 5

Come il cantore dee osseruare la misura ne concenti, et segni. capitolo 6

Delle parti, et imperfettione delle note. capitolo 7

Altre considerationi intorno la imperfettione. capitolo 8

Qual sia stato il primo e 'l secondo segno da gli antichi dimostrato. capitolo 9

De quattro modi da gli antichi, et moderni musici ordinati. capitolo 10

Del tacito ualore della Massima. capitolo 11

Oppenione di alcuni intorno la breue perfetta, et imperfetta. capitolo 12

Perche la massima non ha pausa. capitolo 13

Come il Musico non ha riguardo di fare imperfetta piu l' una che l' altra di molte note in un corpo unite. capitolo 14

Oppenione, et Resolutione, circa i Mandriali a Note nere. capitolo 15

Oppenione, et resolutione, intorno le compositioni. capitolo 16

LIBRO QVARTO.

Della Musica dorica, Lidia, et frigia. capitolo 1

Perche cagione sia stato trouata l' alteratione. capitolo 2

Dubitationi necessarie intorno l' alteratione. capitolo 3

Come si puo formare ciascuna specie semplice, et composta nelle due congionte. capitolo 4

Delle sei sillabe considerate da, a, a, f, et da, b, a, d, et da, d, a, b, et da, e, a, c, et da, f, a, d. capitolo 5

Del modo di procedere colle sei sillabe accidentali nello stormento detto Organo. capitolo 6

Domanda del, b, molle in, c, et in, f, considerato ouero immaginato. capitolo 7

Del, b, in, f, collocato. capitolo 8

Del segno del Diesi in, b, et in, e, immaginato. capitolo 9

Del Diesi in, e, considerato. capitolo 10

Della congionta del, b, molle, et del, b, duro. capitolo 11

Come in ciascun luogo della mano si possono trouare. 30. mutationi. capitolo 12

[-f.aijv-] ALL' ILLVSTRE SIGNOR CONTE FORTVNATO MARTINENGO PIETRO ARON MVSICO FIORENTINO.

MOlti giorni Illustre Signor mio sono andato pensando a cui questa nouella opera mia di Musica douessi indrizzare, conciosia cosa che hauendo la natura tante diuersità d' ingegni al mondo prodotto, Io temeua di non inuiarla ad alcuno, l' animo del quale dal soggetto di quella alieno si trouasse; Onde poi fusse non solamente non laudata, ma etiandio disprezzata, Ma tosto, che Vostra Signoria a gliocchi della mente mi occorse, io presi ardire di douerla sicuramente sotto il felice nome suo dare in luce; Percioche facendo continuo in lei un soauissimo concento tutte le uertu, non posso se non sperare, che questo parto mio non sia da essa con lieta fronte riceuuto; senza che mi pare, che gran torto haurei fatto a me stesso a non dedicarla alla uertu, et bonta uostra; Peroche essendo io tutto suo, è conueneuole anchora; che ogni cosa, che da me nasce, sia sua, Et togliendola allei, et donandola altrui, uenerei non solo affare errore, ma anchora a cometter furti, Essa dunque accetti uolentieri il picciolo dono, che da me suo deuotissimo le si porge, ma che dico le si porge? anzi come suo, le si rende, conciosia che tutto quel poco di sapere, che in me si troua da lei proceda, come da quella, che col chiaro raggio del ualor suo illustra le oscur tenebre del ingegno mio.

[-f.aiijr-] PIETRO ARON A LETTORI.

POTRESTI facilmente di noi dolerti dottissimo et eccellente lettore, et forse far giudicio, che fossimo degni di qualche biasimo, imperoche hauendo noi gia dato fuori il Toscanello in lingua uolgare, hor questa presente ultima nostra Opera, o Trattato harmonico nella istessa pure habbiamo mandato in luce, la doue che, et per uariare, et perche essendo questo soggetto piu graue di quello, era conueneuole, che fosse ancho trattato colla latina, come piu nobile. Et degna della uolgare, et come che io habbia ferma oppenione, che essendo la latina piu honarata, et in maggiore prezzo li sarebbe stato piu agrado, che piu tosto in questa la ti hauessimo recata, che nella uolgare. Tuttauia soccorrendomi, che tutto che appresso de Romani fossero due lingue l' una propia, et natia, la quale era la Latina, l' altra Straniera, et non naturale, si come era la Greca, nondimeno essi piu uolentieri scriueano nella loro, come piu domestica, et famigliare, che nell' altrui dalloro meno conosciuta, ho giudicato affine di giouare parimente adotti, et a gli idiotti, che fosse bene nella lingua, la quale dalle nutrici appariamo, iscriuerla. Et se alcuno dicesse, che non si conuenisse lasciare la piu degna per scriuere nella meno, si risponde, che non manco sarebbe disdiceuole a colui, che uolesse scriuere nella piu degna, et honorata per lasciare la sua propia, et naturale, che sarebbe a colui, che uolendo fare una casa piu tosto in una citta strana, che nella sua propia per essere piu bella della sua, et piu riguardeuole, la ne fabricasse. A laqual cosa fuggire m' insegnano i tre maggior lumi della mia patria. Il Boccaccio, Dante, et il Petrarca, et molti altri de quali ciascheduno anzi ha uoluto la sua lingua anchora pouera arrichire, che all' altrui ampia poco giouamento apportare. Et appresso de latini Cicerone, il quale anchora che sapesse la lingua Greca, pure uolle piu tosto nella sua scriuere, che nell' altrui. Appresso confortando i suoi Romani a Romanamente scriuere. Considerate le sopradette ragioni, et appresso, che latinamente dannoi essendo composta, hauerebbe per auentura portato seco maggior difficulta, conciosia cosa chell' Oppenioni, le Oppositioni, et le Resolutioni, che in quella si contengono, non sarebbono cosi da tutti state intese, se noi le hauessimo latinamente scritte, ci è paruto per manco fatica di coloro, ch' ella aspettano, di scriuerla nel Idioma nostro natiuo, Per la qual cosa ti piacera gentile, et candido lettore con lieto, et benigno animo accettandola di essa contento rimanere, quando non per altro mi sono mosso a questa fatica, che per solo desiderio di giouare altrui, cosi Iddio felicemente ti conserui.

[-f.aiijv-] PIETRO ARON ALLI SPIRITI ARMONICI, ET GENTILI.

FRa tutte le arti, et scienze, delle quali Iddio ottimo massimo fece dono a mortali, poche al mio parere ue ne ha, et forse niuna, che siano non solamente di maggiore, ma di uguale diletto alla Musica, Conciosia cosa che abbisognando la miseria, et imbecillità humana di qualche sostentamento per conforto, et alloggiamento di que tanti trauagli, et calamita, de quali ella si uede piena, Questa diuina rapitrice degli animi nostri uie piu di niuna altra cio si uede prestare, Et per tanto hauendo io a cio riguardo, et uolendo, come colui, che da tutta humanita non è lontano, in quanto per me si puo souenire a tale imperfettione humana, ho preso noua fatica, (come che cio commodamente non si sia potuto fare senza oppormi,) di raccogliere alcune oppenioni, et sentenze non solamente appartenenti al canto fermo, o immisurabile, ma al misurato etiandio, et uariabile. la qual intelligenza puo essere intesa in due modi l' uno rispetto al Canto fermo, ilquale per se non considera piu suoni, o tempi in una sola figura, o nota compresi, o pronontiati, ma solo la qualita di duoi di essi l' uno dopo l' altro con debito spatio con la uoce espressi, ouero considerati, Et anchora tal Canto fermo non ha riguardo alla misura, o al tempo preso nel principio del cantare in parti ternarie, ne binarie diuiso, ma sempre è permanente nella sua misura, et ualore senza creare nella sua integrita altro numero, ne parti alcune, l' altro secondo il Canto figurato; delquale le proportioni occorrenti fra le distanze regolate sono nella Musica con arte essercitate, come è l' interuallo del Tuono, et lo spatio del Diatessaron, et altri simili interualli, lequali considerationi non hanno luogo nel Canto fermo, del quale piacendo a colui, che ogni cosa gouerna, et regge, spirto gentile ti daremo principio.

[-f.aiiijr-] VIRGA ARON REFLORVIT.

[Aaron, Lucidario, f.aiiijr] [AARLUC 01GF]

NICOLAI COMITIS ARCITENENTIS

EXASTICHON IN PETRVM ARON LAVDES.

Viuat Aron, saeclo sua uirga refloreat omni,

Per quem oscura olim Musica, nunc rutilat.

Ergo pulchra ferat tantorum dona laborum.

Praemia quis tanto digna neget capiti?

Vos uiuum uates statua. Et decorate corona,

Post obitum sydus Dii facite esse nouum.

[-f.aiiijv-] 1545. Die. 30. Augusti in Rogatis.

La Gratia, et Priuilegio della Illustrissima Signoria di Vinegia.

Che per auttorita di questo Consiglio sia concesso a Don Pietro Aron, che per anni, X. prossimi alcuno senza permissione sua, non possa stampare, ne far stampare, ne uendere in questa nostra Citta, ne in alcun luogo del Dominio nostro, ne altroue stampata, in quelli uendere, l' Opera per lui composta, titolata Lucidario in Musica, sotto pena, alli contrafacenti, di perder l' opere, et di ducati. 200. da esser diuisi per terzo fra il Magistrato, ouer Rettore che fara l' essecutione, Laccusatore, et lui Supplicante, ilqual pero sia obligato di osseruar tanto quello, che per le nostre leggi, è disposto nella materia di Stampe.

[-f.bir-] PRECETTI DEL CANTO PIANO DA MOLTI NON BENE INTESI.

LIBRO PRIMO.

OPPENIONE. I.

MOLTI hoggi si ritrouano, i quali fanno professione d' insegnare Musica, de quali alcuni dal diritto camino ueramente si ueggono trauiare, conciosiacosa che da loro inconsideratamente sia preso quello, che di sua natura sta altramente, et incominciando, dicono. Che nella Musica immisurabile solamente si trouano due chiaui, la prima di f, fa ut, come qui [ClefF] et la seconda seguente [ClefC] di C, sol, fa, ut, per lo qual ordine preteriscono il uero modo, la qual cosa dannoi non solamente non è conceduta, ma da ogni mediocre Musico è riprouata.

OPPOSITIONE.

A magggior intelligenza, et cognitione di cio, che intendiamo di dimostrare, si domanda, che è quello, che insegna al mercatante, o a chiunque ua in uiaggio il luogo, doue egli si ha da ristorare della fatica della passata uia, certamente tu dirai, che egli è un certo segno apparente, il quale generalmente s' usa di porre dinanzi a tal alloggiamento, come sarebbe una Testa, un Sole, una Luna, una Spada, uno Angiolo, et simili, mediante i quali segni egli giudica quello douer essere il disiato albergo, ouero osteria Similmente pel mezzo di tali segni, o chiaui si hara notitia del proprio luogo di F, et di C, come conferma il Reuerendo Don Franchino al capitolo quarto di quel suo Trattato uolgare chiamato Angelico, et Diuino, oue egli dice, che per cognitione, et dimostratione della settima esiensione, cioè di f, fa ut, si segna nel principio del canto sopra: na linea una figura dimostrantesi con tre note, come dinanzi habbiamo dimostrato, Et la undecima positione cioè C, sol, fa, ut, similmente con una figura apparente con due note, come di sopra si dimostra, Le quai chiaui, o segni daranno notitia della proprieta di natura, et di b, quadro, Et benche nel detto capitolo da Franchino siano chiamate chiaui delle corde, non è pero da intendere che esse siano chiaui delle propie corde, ma segni, che dimostrano le positioni di F, et di C.

[-f.biv-] RESOLVTIONE.

Veduta chiaramente la uerita di quello, che di sopra è stato detto, dico, che dato che tali segni, o chiaui siano permanenti in F, et in C, non seguitera pero, che essi siano appropiati al luogo di F graue, ne di C, acuto, perche la positione di F, et la positione di C, hanno le loro naturali, et propie chiaui, come ogni Musico afferma che ogni lettera in Musica è detta chiaue, per la qual cosa diremo, che in F, et in C, saranno due chiaui, et non una sola, La prima la lettera, la quale è f, et la seconda la chiaue delle tre note dimostranti la proprieta di natura graue, la quale è la sillaba ut, posta nel C graue, perche rimosso tal segno, o chiaue, sarebbe occolto doue fosse creata, Similmente il luogo di C acuto hara due chiaui, la lettera C, et quella delle due note, A confermatione delle quai cose Giouan Tintori in un suo Trattato dice che F, fa ut, si è un luogo, la propia chiaue del quale è la lettera, Et similmente C sol fa ut è un luogo, la chiaue del quale propiamente è la lettera, le quali lettere sono un reserramento di tutte le corde, ouer positioni della mano, per tanto sara di souerchio, et uano dare al luogo quello, che non si conuiene.

OPPENIONE. II.

Molti acutissimi, et eccellentissimi Musici hanno hauuto oppenione, chella positione di G, sol, re ut ottaua, sia graue, secondo l' ordine della nostra mano, nella quale nasce la propieta quarta di b quadro acuto, la qual cosa chiaramente in contrario essere si uede, perche oue la positione fosse detta graue, per conseguente anchora seguirebbe, chella propieta fosse detta graue, et non acuta, Il che non puo star a modo alcuno, per che due contrari in un istesso tempo non possono hauer luogo nel medesimo subietto, Alla qual cosa rispondono, che tutto che la positione di G sia graue, che pero la proprieta è acuta, posto che essa sia nel luogo del detto G, per che essa propietà non è altro, che un ricoglimento di sei sillabe, cioè di ut, re, mi, fa, sol, la, della qual aggregatione, o raccoglimento la prima sillaba ut, è capo, et fondamento di tutte le seguenti allei, et per tanto per essere piu note nelle parti acute, che nelle graui, dicono essa essere acuta, et non graue.

OPPOSITIONE.

Se haueremo consideratione a quegli, che tengono la sopradetta oppenione, certo uederemo le positioni della nostra mano dalloro esser diuise in .8. graui, ouero secondo l' ordine del Greco in .7. le quali han principio in Proslambanomenos dannoi chiamato Are. Et seguitando in .7. acute, et .6. sopracute, per lo qual ordine si uederanno nascere non pochi dubbi, percioche le parti graui possederanno quattro proprieta dissimili. La prima nella prima corda chiamata Gammaut. La seconda in [-f.bijr-] C, la terza in F, la quarta in G, chiamata da loro acuta, per la qual partecipatione le parti graui souerchieranno le acute, et le sopracute, Per tanto non si conuiene torre al graue per dare all' acuto, ma corrispondere all' una parte, et all' altra, cioè due proprieta di b quadro, al graue, et una alle parti acute, la onde si uede non poter essere quello, che dalloro è dimostrato, non ostante che maggior quantita di note siano nelle parti acute, per lo qual fondamento essa non sara detta acuta, ma graue, perche ogni deriuatiuo tiene della natura del suo primitiuo, o positiuo.

RESOLVTIONE.

Veduto tal fondamento di costoro, non è dubbio, che se dalloro sara domandato la proprieta del b quadro acuta, et non graue, per le ragioni disopra dimostrate, ne risultera grande confusione, per lo qual modo sara di necessita rimouere la proprieta del b molle, di graue in acuto, conciosia cosa che la detta propieta tenga maggior parte di sillabe, o note cantabili, nelle parti acute, che nelle graui, nella qual cosa si uede chiaro, chella oppenione di sopra allegata non ha conuienza alcuna, ne fondamento ragioneuole, perche due propieta del b molle resterebbono acute, et sopracute, doue primieramente era la prima graue, la quale quiui ha il suo nascimento, Adunque per rimouere i dichiarati inconuenienti, auertirai te esser costretto diuidere la tua mano in 8. graui, et 7. acute, et 5. sopracute, col principio in Gamma prima corda, et la fine in ottaua detta G, Et per tal modo G, sara graue, con la propieta graue, per essere collocata nelle positioni, o luoghi graui, Et cosi essendo il b quadro acuto sarebbe detto in G, nascere la propieta del b quadro acuto et in F primo la propieta di b molle acuto, et non graue, et per tener retto ordine sara detto cosi,

La propieta di b quadro rispetto al luogo, graue,

La proprieta di natura, graue,

La propieta di b molle acuto, graue,

La proprieta di b quadro acuto, graue,

La propieta di natura acuta,

La proprieta di b molle sopracuto, acuta,

La propieta di b quadro sopracuto, acuta,

OPPENIONE. III.

Eglie certo, et manifesto, che molti si ritrouano, iquali con poca diligenza danno principio intorno le mutationi, preuaricando l' ordine che ha concesso ogni Eccellentissimo Musico, perche non considerano la facilita, la quale si richiede a un nuouo discepolo, come sarebbe trouando tal processo da A re, graue insino ad, A, acuto, da loro sara detto re, Et seguitando mi, fa, re, mi, fa, sol, la, Et discendendo [-f.bijv-] la, sol, fa, la, sol, fa, mi, re, Et il medesimo modo osserueranno da [sqb] mi positione .2. ad, A, positione, 9, dicendo mi, fa, re, mi, fa, sol, la, Et discendendo la, sol, fa, la, sol, fa, mi, Il quale ordine, o modo da noi non è concedutto come quello che non e commodo al canto piano, o uuoi dir fermo.

OPPOSITIONE.

Se colui, al quale tu darai principio ad insegnare, non sara alquanto instrutto di tali mutationi, senza alcun dubbio gli partoriranno non poca confusione, perche da Are detto graue procedendo compostamente, o continouatamente insino ad, A, acuto, non fara di necessita mutar la nota in, D, grave, ne meno discendendo in E, pur graue, similmente da b mi ad A, acuto, non si conuiene mutare in, D, la sillaba sol, nella sillaba re, ne discendendo in E mutare il mi, nella sillaba la, perche tal modo non si osserua nella Musica piana, ma è contro le institutioni di ogni scientiato Musico.

RESOLVTIONE.

Chi ben considera, trouera, chella Musica senza misura circa le mutationi di necessita conuiene essere non poco differente da quella detta misurata, percioche il Cantore sempre cerca di procedere col commodo suo. Il che non auiene a colui, che al canto fermo uorra dar opera, per la qual cosa le mutationi del canto fermo saranno dissimili da quelle del figurato. Per tanto uolendo procedere da Are graue, ad A acuto, non sara necessario mutarla nota, o sillaba del D graue, la qual se dice sol nella sillaba re, ma indugiare insino attanto, che arriui alla corda di E, la, mi, et del, la, cangiarla nel mi, dicendo la, mi, in un medesimo tempo, et discendendo da essa A, acuta, ad Are graue, dirai la sol, fa, mi, re, et la sillaba ut muterai in fa, dicendo ut, fa, in un istesso tempo, et seguitando mi, re, cosi procedendo da b, mi, graue ad A acuto, muterai la sillaba la, la quale è in E la, mi, nella sillaba mi, pure a un tempo medesimo, et discendendo come di sopra hai compreso, Et questo modo, et ordine è necessario, et non come a te piace, perche le mutationi mai non si debbono fare, se prima la necessita non te costrigne, come afferma Guidone Aretino dicendo. Mai non si dee fare la mutatione, se non astretto dalla necessita, la onde non sara necessario mutare il sol nel re, del D graue, ma la sillaba la, di E la, mi, nel mi, come da Marchetto (che che gli altri si habbiano creduto) Rettamente è stato dimostrato, dicendo, La mutatione si è un uariare del nome della uoce in un altra nel medesimo suono, Et similmente Franchino al capitolo 4. della sua pratica dice, chella, uoce non si cangia in un' altra uoce per l' ascendere, ne per lo discendere, ma la sillaba si bene in altra sillaba, et la propieta, ouero qualita in altra qualita, la quale intelligenza solo appartiene al canto figurato, et non al fermo, perche le mutationi [-f.biijr-] del canto figurato sono governate dalla commodita, et quelle dal canto fermo dalla necessita, come la figura dimostra.

Essempio per cagione delle cose di sopra racontate.

[Aaron, Lucidario, f.biijr; text: la, mi, fa, sol, ut, re] [AARLUC 01GF]

OPPENIONE. IIII.

Trouo in un trattato di Musica immisurabile dell' eccellente Marchetto Padouano al capitolo 4. oue tratta de modi, che egli dice, che il tuono non si conosce solamente per lo ascenso, et per lo discenso, ma anchora per altre ragioni allegando tale regola, che un canto haura il suo discenso, et manchera dell' autentica ascensione. Et nondimeno tal tuono, o canto non plagale ma autentico sara giudicato, come è il risponsorio Sint lumbi uestri precincti, et altri simili. Et appresso egli dice, che si puo trouare un canto, il quale sara del terzo tuono, sotto il fine del quale si puo aggiongere una uoce, la quale sara la fine del primo tuono, per lo qual rispetto egli non uuole, che sia primo ma terzo, percioche se primo fusse detto, parebbe, chella detta uoce aggionta sotto il fine hauesse piu potere che i principi, et le distintioni, et le specij di essi, la qual cosa egli dice essere falsa.

OPPOSITIONE.

Le ragioni di sopra allegate di Marchetto conchiudono che i Tropi, ouer tuoni non solamente siano giudicati per lo ascenso et per lo discenso, ma anchora per lo transito delle spetij, et a corroboratione di cio dice, che nell' allegato risponsorio Sint lumbi uestri precincti, et in altri simili sono certi pentacordi congionti, o quinte, che chiamar gli uogliamo, i quali hanno forza di rimouere esso risponsorio de plagale, in autentico per lo potere di esse spetij, come anchora dannoi fu dimostrato al capitolo 31, de Institutione harmonica, per la quale autorita dice, che un canto, il quale haura forma, ouero compositione atta al terzo tuono, che esso canto, dato che habbia il fine nella regolar sua positione, sara chiamato terzo, et non primo, Tutto che allui sia [-f.biijv-] aggionto nel graue il tuono sesquiottauo, il quale è constituito in D graue. Et dice, che se sara giudicato primo, che 'l Musico sara detto cieco, et essere in errore, al fondamento del quale sara dannoi in contrario opposto.

RESOLVTIONE.

Il sopra nominato Marchetto male considerò le predette cose considerando chella forza delle spetij possa generare due effetti, primieramente mutare il tuono di plagale in autentico, et econuerso. Et secondariamente mutar la positione in un' altra, alla quale oppenione io non assento a guisa alcuna, perche le specij de Diapenti congiunti apparenti nel processo del risponso, Sint lumbi uestri et cetera fanno un solo effetto cioè mutano il canto di plagale in autentico senza mutare la sede, ouer positione regolare, et in contrario, Del che tal tuono, o canto per cagione delle specij, et del fine sara del primo tuono, et del secondo per causa del discendere. Ma se uogliamo procedere per lo tuono, et dargli il fine in D graue, dico, che tal canto da niun dotto non sara mai chiamato terzo, ma primo commisto, perche ogni regola uuole, che il primo, et il secondo Tuono finiscano, et terminino regolarmente in D, la qual cosa essendo cosi, male dallui è suto considerato esser terzo, percioche se questo fusse uero, si derogherebbe d ogni altro modo appartenente a Tuoni commisti, come egli conferma al capitolo 3. in ultimo doue dice, quello è detto Tuono commisto, il quale essendo autentico, haura altre spetij che del suo plagale, et al contrario essendo plagale haura altre spetij che del suo autentico, per la sentenza del quale conchiudo che il terzo Tuono non haura mai luogo regolarmente per cagione delle spetij in altra positione che in E graue, ma in D, non mai.

OPPENIONE. V.

Tutti coloro, i quali di Musica hanno trattato intorno le terminationi de Tuoni regolari, et irregolari appartenenti al canto fermo, conchiudono quelle essere otto D, E, F, G, graui, Et A, b, mi, C, D, acute nelle quali ciascun di loro potra terminare come per noi al capitolo 32. del primo libro, de Institutione harmonica con alcuni precetti non s' e tacciuto, Et perche molti hanno uarie oppenioni di tale irregolarita dicono tali terminationi non essere ragioneuolmente considerate per non trovarsi in esse quella sorte di compositione, che a quelle si conuiene, onde dice Marchetto Padoano in quel suo trattatello della immisurabil Musica al capitolo 5. le seguenti parole, le quali, come ne gli altri luoghi ci è accaduto, habbiamo fatte uolgari, Ma potrebbe dire alcuno, perche la prima spetie del Diapente non è constituita in Are graue, la quale è composta del tuono, et del semituono, et di duoi tuoni, Et appresso per che non finisce nel medesimo luogo il primo tuono, e 'l secondo, et seguentemente le altre spetij, dallequali alcuni altri tuoni sono ordinati, Rispondiamo con piu ragioni, [-f.biiijr-] Et la prima si è, che possiamo ascendendo da Are graue incominciare la prima spetie del Diapente, sopra la quale nondimeno la prima spetie del Diatessaron a niuna guisa si ritroua, La seconda, chel suo plagale non haurebbe il suo discenso, La terza, che procedendo all' ascendere non potremmo hauere la seconda spetie del Diapente, percioche da B mi graue ad F, graue niuna spetie si ritroua, oltre di ciò se tal primo tuono finira nella sua confinalità sopra la detta prima spetie del Diapente, non si harà la prima del Diatessaron, ma la seconda.

OPPOSITIONE.

Per le parole di sopradette. Il nostro eccellentissimo Marchetto Padouano conchiude, che tali terminationi per non hauer le loro spetij, ouero compositioni, saranno indarno alla intelligenza, et cognitione de tuoni, conciosia cosa che la regola dica, che ogni canto puo terminare in ogni luogo della mano, doue le specij si possono ritrouare, ma che tali tuoni per qualche accidenti sono trasportati alla regolarita, ouer confinalita, nella quale certo si uede non potersi trouare regolarmente le spetij condecenti loro, come al capitolo 32. del primo libro de Institutione harmonica dannoi è stato conchiuso, che terminando un canto in A acuto sopra il Diapente ne nascera il tetracordo secondo, et non primo. Et in b, mi, acuto nascera maggior discordia, perche dal detto b, ad F, acuto non sara spetie di Diapente retto, ma scemato, et falso, et sopra il detto F, nascera un tetracordo superfluo, ouero duro Tritono. Et in C acuto un pentacordo non atto al Quinto ne al Sesto Tuono, ma al settimo, et a l' ottauo in D, appaiono le spetij del primo, et del secondo Tuono, delle quali dimostrationi pare, che ne nasca confusione grandissima. Et anchor che Marchetto dica chelle positioni non regolari, le quali da molti sono state concedute, siano uane et di souerchio, nondimeno habbi mente, che non e cosi, ma sono atte alle spetij, et compositioni loro, secondo la irregolar natura, come seguitando intenderai.

RESOLVTIONE.

In questa dichiaratione saranno dimostrati alcuni accidenti, che nascono per essere le positioni nelle parti irregolari, della qual cosa niuno non si dara ammiratione, percioche dice il sopranominato Marchetto al capitolo 5. del suo trattato, se qualche Tuono nascera nella sua confinalita, Tal procedere sara sempre accidente, et possiam dire, che tal tuono, è acquisito, percioche egli ua acquistando le sue spetij per la uarieta de segni del b rotondo, et del b quadro, et in ogni altro luogo, doue propiamente esse spetij termineranno dico, che se 'l primo, et il secondo Tuono termineranno in A acuto, et il terzo, e 'l quarto in b, et il quinto, e 'l sesto in C, et il settimo, è l' ottauo in D, tali terminationi non saranno nominate uane, ne di souerchio, ma fieno luoghi atti a conseruare ciascun Tuono quello, che allui si conuenera, [-f.biiijv-] Per tanto si risolue, che se alcun canto terminera nella corda, o positione di A, acuto, sara primo, o secondo tuono, et essendo la corda irregolare conseguentemente le spetij loro saranno accidentali, come da A la, mi, re, acuto ed E la, mi, et dal E la mi acuto, ad A sopra acuto colla seguente figura # in F acuto. Se anchora terminerano in b mi acuto, diremo essere del Terzo, et del Quarto tuono, per che formando il presente segno # in F acuto da esso F acuto a b acuto, et da F acuto sopra acuto non sara altro che 'l secondo Diapente et il secondo Diatessaron. Et terminando in C acuto sara del Quinto, et del Sesto tuono, pur che paia la figura # nel detto F acuto, per cagion della quale ne nascera il terzo Diapente, et il terzo Diatessaron, Et se finira in D, acuto, del settimo, et del ottauo sara giudicato, perche ponendo la figura come qui # in F acuto, la doue prima era natural Diapente, cioè re, la, esso diuenta Quarto, et sopra, il primo diatessaron, col qual modo, et ordine sara composto ciaschedun tuono irregolare, o uuoi accidentale, come nella presente figura intenderai.

[Aaron, Lucidario, f.biiijv; text: Primo Tuono, Secondo Tuono, Terzo Tuono, Quarto Tuono, Quinto Tuono, Sesto Tuono, Settimo Tuono, Ottauo Tuono.] [AARLUC 02GF]

OPPENIONE. VI.

Quegli, che trattano della intelligenza appartenente, a tutti i tuoni del Canto immisurabile. ueramente sono concordi in una sola, et uera uolonta. Et perche alcuni di essi hanno diuerse oppenioni, fa mestieri alcune cose dichiarare massimamente intorno al tuono ordinato perfetto, et anchor al misto. Essi dicono, che [-f.cir-] se un canto terminerà nella positione di D graue, et ascendendo al suo Diapason, et non piu oltra nel graue, che 'l detto canto sara protho imperfetto, perche non si dimostra sotto al fine colla proportione sesquiottaua, il qual descenso di necessita bisogna che in lui si ritroui, come ha creduto il nostro eccelente Marchetto Padouano nel principio del suo Trattato di sopra da noi allegato. La quale oppenione certo non ual nulla, ne da niun dotto è dimostrata.

OPPOSITIONE.

La oppenione di tutti gli auttori è che ogni canto, ouer tuono di natura autentica possa scendere sotto la sua fine un tuon sesquiottauo eccetuando il Trito, il quale secondo l' ordine, è terzo autentico, perche scende allo spatio del minor semituono. Il che se cosi fosse, seguiterebbe, che 'l detto Quinto tuono per non poter hauere il tuon sesquiottauo, come allui piace, restasse da meno del primo tuono, del terzo, et del settimo, Et per conseguente non fosse mai perfetto, ma tale perfettione fosse attribuita al sesto soggiogale, et minor di lui, la qual cosa non si conuiene.

RESOLVTIONE.

E parere di ogni Musico, che ciascun tuono autentico possa discendere sotto il suo fine un tuono sesquiottauo, et somigliantemente ogni plagale un tuono sopra la confinalita, ouero semituono. Onde auertirai, che altro è potere, et altro conuenirsi. Il dire puo discendere, non è di necessita, ma in liberta, et di licenza della Chiesa, La onde si conchiude, che se un canto ascendera sopra del fine il suo Diapason, et non discenda il tuon sesquiottauo, non sara chiamato altro che perfetto, perche tal perfettione sol si estende al numero di otto uoci, cosi ogni plagale, se non hara sopra il fine uno Essacordo maggiore, o minore, pur che ascenda al Diapente, et sotto il Diatessaron, sara detto perfetto, et non imperfetto come l' Eccelente Franchino al capitolo 11. di quel suo Trattato uolgare chiamato Angelico, et diuino dice, che ogni tuono, o cantico composto precisamente della sua intera Diapason è giudicato perfetto. Et nota, che alcuni uogliono, che i tuoni plagali per licenza, et autorità della Chiesa possano hauere sopra l' ascenso del loro Diapente una sol nota eleuata nel acuto per interuallo di un minore semituono, ouero di tuono, ma questo è ascritto a tuoni soprabondanti et non a perfetti, i quali sono considerati solamente nella pienezza del Diapasonico sistemma, come per gli tuoni, et modi antichi, è dimostrato. Et a maggior confermatione il medesimo al capitolo 8. della sua Pratica in lingua latina replica tai parole. Ma noi Diatonicamente procedendo, stimiamo, che non si debba sozopra riuolgere la naturale dispositione delle uoci della mano, conciosia cosa che esse otto uoci della consonanza del Diapason stano distinte dalla misura della doppia proportione, la quale consiste di cinque sesquiottaui tuoni con duoi minori [-f.civ-] semituoni, per la qual cosa non reputo necessario, chella detta uoce discenda sotto il suo fine, come non conueneuole alla Diapasonica harmonia, per l' autorita della Chiesa, nondimeno da douer essere approuata. Per tanto sara conchiuso, che ogni tuono autentico, il quale hara un Diapason sopra il fine, dato che non scenda altro sara detto perfetto. Et se il plagale discendera sotto il suo fine per un Tetracordo, et di sopra di esso fine non piu oltre che per un Pentacordo sara perfetto etiandio chiamato.

OPPENIONE. VII.

Dice similmente il sopranominato Marchetto, che quando un canto hara maggiore ascenso, che discenso, senza alcun dubbio esso sara chiamato autentico, et se parte maggiore sara nel graue, si dira plagale. La quale oppenione da ogni auttore è confermata. Et per mostrare, che cio sia uero, dice, che ogni canto terminato in D graue, che ascenda insino a C acuto, auegna che se non una uolta tocchi il B graue, sempre sara del primo giudicato. Et se due uolte, il detto C, tanto maggiormente del primo sara detto, ma se tre uolte ritocchera il [sqb] mi non primiero, ma secondo sara detto, come dimostra la figura seguente.

[Aaron, Lucidario, f.civ; text: Canto del primo tuono. Del secondo tuono.] [AARLUC 02GF]

Conchiude Marchetto intorno li essempi di sopra dallui dimostrati in questo modo. Il primo essempio dimostra il canto autentico, percioche egli ascende un tuono piu oltre di quello, che sa il plagale, et non discende se non un semituono piu basso di quello, che puo discendere l' autentico. Nel secondo essempio appare il medesimo canto autentico, imperoche tutto che egli discenda due uolte al semituono, il che non è lecito all' autentico, tuttauia i detti duo semituoni non aggiongono alla pienezza, et perfettione del tuono, allaquale non puo arriuare il plagale, percioche essi sono minori di quelli del genere Enarmonico, et cantasi il detto canto per b quadro. Appresso diciamo, che tutto cio che ascende sopra il primo b acuto, è della sostanza del primo tuono, et non del secondo, percioche si come è detto, il secondo per lo b rotondo necessariamente si dee cantare. Nel terzo essempio è contenuto il canto plagale, percioche i tre semituoni, da quali discende il tuono quello souerchiano [-f.cijr-] di un Diesi, imperoche tre semituoni contengono sei Diesi, et un tuono se non cinque di essi contiene, Alle quai regole è da douer essere hauuto riguardo in tutti i canti.

OPPOSITIONE.

Dannoi e considerato, et fatto giuditio, che ciascuno, che hara tale oppenione, sara contrario a ogni dottrinale modo. Imperoche hauendo i dotti Autori constituito, et ordinato la natura, et le differenze de tuoni, oue quello che Marchetto intende, fosse osseruato, ne auerebbono molti inconuenienti, percioche sarebbono estinti, et annullati i tuoni misti imperfetti, sopra i quali domina la corda. Ma conciosia cosa che sia nota la sua oppenione, cioè che ogni tuono autentico di necessita debba discendere sotto il suo fine per lo spacio d' un tuono, et il plagale d' un semituono, et d' un tuono sopra la corda confinale, ne nascera confusione, come seguitando ageuolmente intenderai.

RESOLVTIONE.

Se considereremo sanamente la natura, la qual si appartiene al mescolato tuono troueremo Marchetto in tutto quello, che dallui per gli essempi di sopra è dimostrato hauer non poco trapassato l' ordine, conciosia che egli uoglia, che tali canti siano giudicati per lo continouo moto de semituoni nascenti fra 'l C, et il B mi graue, et dice, che 'l primo, el secondo essempio sono autentici, La qual cosa adiuiene per cagione del tuono, il qual si dimostra fra 'l b, e 'l c acuti, et appresso per essere maggior del semituono nascente fra 'l C, el B, mi graui, et per esser maggior parte nel acuto, che nel graue gli appella autentici, la quale oppenione se fosse al proposito, sarebbe ragioneuole, perche tutto che sia maggior, o minor interuallo dal tuono al semituono, non si concede pero tal oppenione a un processo simile, il qual si comprende potersi per lo ascenso, et per lo discenso giudicare. Se ascende adunque alla settima uoce dal suo finale, et dal medesimo finale nel graue al semidittono, non si uuole procaciare la quantita del tuono, ne del semituono, ma giudicargli per la loro corda per essere uguali di imperfettione come dichiara Franchino al capitolo 8. del primo libro della sua Pratica, doue dice. Se un canto è autentico, et che nel graue tocchi tutto 'l Tetracordo del suo plagale, ouero almanco due uoci, tal canto sara detto misto, Per tanto diremo il detto canto essere del secondo tuono misto, et non del primo per cagione del suo continouare, il qual si conosce nelle parti graui signoreggiando la corda, la qual sentenza è confermata da Guido Aretino in quel suo trattato chiamato Compendio di Musica, doue dice, Ma quelli autentici, che discendendo si abbassano per un tuono o per un semituono, o per un dittono, percio che con loro plagali si mischiano, sono chiamati misti.

[-f.cijv-] OPPENIONE VIII.

Certo in me partorisce non poca marauiglia, quando considero la trascuraggi ne di molti, et molti, i quali uolendo dar precetti nella frequentata Musica, auolgono in mille errori gli ingegni di coloro che nulla sanno, percioche inconsideratamente danno per ferma regola, che quella nota, ouero sillaba, che sara sopra la nota chiamata la, sempre sara pronontiata fa, per la qual uana oppenione inducono il nuouo discepolo a una falsa intelligenza, come intender potrai, per la qual cosa sarebbe conueneuole, che con ragione, et modo scientifico dimostrassono a chi uuole imparare, quando, et in che guisa tal regola si ha da usare, et se sempre, o non mai.

OPPOSITIONE.

La natura di alcuni principij, et processi per hauer similitudine colla regola sopradetta da molti non è ben intesa, imperoche da loro non è hauuto consideratione alle Neume o Discorsi ascendenti, o discendenti, ne manco alle Continouationi del canto fermo, ma solo badano alla ascendente nota sopra quella nominata la, per lo qual loro ordine, è commesso errore, perche dato che una nota sia sopra la sillaba la, è necessario inanzi che tu pronontij il fa, faccia giuditio come, et in che modo egli proceda, Il qual procedere ha ad essere quello, che dara nome del fa, et anchora del mi, alla seguente nota superiore a la, Desiderando io adonque rimouere quello, che operar non si dee, non risparmiero fatica a dimostrarlo. Et seguitando dico.

RESOLVTIONE.

Il modo, et ordine osseruato da questi eccelenti Musici, quanto al procedere di sopra mostrato, solamente consiste dal piu soaue, et dal piu duro, come è addire, il fa del b molle, et il mi del b duro. Per tanto egli no considerano esser meglio il dire fa, sopra la voce la, che non è mi, perche da a, acuto a b, si fa tal processo per lo semituono minore, il qual di natura e molle, Il perche non sara di necessita in tal discorsi considerare il piu soaue, ne il piu duro, eccetto se non ui nascesse la spetie Tritonale, nel qual caso saresti costretto pronontiare la uoce fa, sopra la sillaba la, Onde non procedendo il canto in tal durezza ti sarebbe attribuito ad errore, perche nel canto piano non se canta per b molle altrimenti, se non per addolcire il Tritono, come conferma Guido Monaco. Si conchiude adunque, che se un canto procedera da D, sol, re, ad A la, mi, re, et a b, fa, b, mi, per un salto o ueramente continouate note, non una uolta, ma cento sempre sara cantato per la propieta del b quadro, come appare nel essempio dimostrato dallo eccelente Marchetto Padouano addotto in un suo Trattato di canto fermo chiamato della Compositione de tuoni per le loro spetij al capitolo 5. doue dice, ouero alcuna uolta al C acuto, et alhora doppiamente, [-f.ciijr-] perche ouero ascende al predetto b acuto piu uolte, et al C acuto, ouero ascende dauanti, che descenda al F graue, et sempre si canta per b quadro, come qua.

[Aaron, Lucidario, f.ciijr] [AARLUC 03GF]

Dalle sopradette cose harai notitia, come, et in che modo ragioneuolmente potrai procedere.

OPPENIONE. VIIII.

Eglie ferma oppenione di ciascun Musico, che ogni mutatione terminata in ut, in re, et in mi, sia ascendente, come fa ut, re ut, sol ut, sol re, la re, ut re, mi re, et re mi, la onde quanto alla dichiaratione di G, dicono che la sesta mutatione ut re, è ascendente del b quadro nel b rotondo. Et similmente re mi, di A acuto col medesimo processo ascende.

OPPOSITIONE.

Se dannoi sara considerato l' ordine dal Musico dato con semplice modo circa tali mutationi cioè, ut re, et re mi, ascendenti dal b quadro nel b rotondo. Certamente non ne potra nascere se non qualche confusione, imperoche si uede essere molto in contrario, dicendo che ut re, et re mi, ascendano dal b quadro nel b rotondo, conciosia cosa che la propieta del b quadro sia superiore al b rotondo. Essendo adunque essa propieta del b quadro nel G, et quella del b rotondo nel F, seguitera quanto alla propieta, che siano domandate discendenti del b quadro nel b rotondo, et non ascendenti, come dimostra l' eccelente Don Franchino al capitolo 4. del primo libro della sua Pratica. Et perche egli ha solamente considerato la occorrenza, et necessita del Tritono, et il procedere con manco mutationi, ha biasimato l' arte per accommodarsi ad uno altro effetto, il qual cagionera nel G, et nel A, tre mutationi ascendenti, et tre discendenti, la quale oppenione non solamente annoi non piace, ma etiandio è riprouata dallo eccellentissimo, et dottissimo Musico messer Giouan Spadaro al capitolo 10. della prima parte del suo trattato sopra i dubbij del nominato Don Franchino. Et similmente da noi al capitolo 14. del primo libro de Institutione harmonica, nel quale con ragioni, et efficaci argomenti habbiamo a questo contradetto, et mostrato potersi conuertire lo ascenso nel discenso, secondo che saranno i processi.

RESOLVTIONE.

Veramente da ogni Musico è conceduto, chelle mutationi terminate in ut, in re, et in mi, siano ascendenti, Et perche si dice ascendere del b quadro nel b rotondo [-f.ciijv-] par cosa di uero molto contraria, perche la propieta del b quadro è piu intensa, ouero alta della proprieta del b rotondo. Et per tal rispetto dicono chella detta mutatione non ascende, ma discende. Et nota che questo dire ascende del b quadro nel b rotondo non ha da essere da te considerato secondo la positione piu alta, o piu bassa, ma secondo le propieta, et note, ouero sillabe poste nella detta positione dal Musico considerate. Onde bisognando necessariamente mutare la sillaba ut, nella sillaba re, conciosia cosa che l' ut sia del b quadro, et il re del b rotondo, mostra, che non sia conueniente, che ella ascenda quanto alle proprieta, ma come habbiamo detto, non si attende alle proprieta piu alte, o piu basse, ma al procedere delle note sopra la sillaba ut, Lasciando adonque la sillaba ut, et cangiandola nella sillaba re, sara rettamente detto, che ascenda del b duro nel b molle. Perche si lascia la nota del b duro, et si trasferisce in quelle del b molle, Per tanto egli è di necessita, chella sillaba ut, si cangi nel re, per ischifare il Tritono interuallo, come la seguente figura ti mostra la qual sillaba altramente ascenderebbe a qualche altra nota intensa.

[Aaron, Lucidario, f.ciijv,1] [AARLUC 03GF]

OPPENIONE. X.

Nascono alcuni oppenion circa il terzo, et l' ultimo Kyrie cantato et frequentato nelle feste semiduplicibus minoribus, come che da molti nelle ottaue de Santi sia costumato, il quale per essere in alcuni Libri ecclesiastici per lo b molle segnato senza altra consideratione dicono, che tale Kyrie non altrimenti che con esso b molle dee essere cantato, come dimostra la seguente figura.

[Aaron, Luciario, f.ciijv,2; text: Kyrie eleyson] [AARLUC 03GF]

OPPOSITIONE.

Dannoi non è considerato, ne manco creduto, che huomo dotto, ne mezzano tenga oppenione di tal processo di sopra mostrato, perche egli è manifesto, che rimouendo le spetij, ne nascerebbe al cominciamento un processo non harmonico, ma aspro, et duro alla conuenevole pronontiatione, Et per quanto si estende il nostro discorso, è giudicato, che coloro, i quali procederanno nel modo di sopra detto, saranno degni di emendatione, perche mentre badano solamente a schiuare le mutationi, tal loro credere danna l' arte, et contradice a naturali processi, le quali dubitationi nacquero fra gli eccellenti Musici della Capella del Domo della magnanima, et honorata citta di Brescia.

[-f.ciiijr-] RESOLVTIONE.

Conosciute le ragioni, e 'l fondamento debole di costoro, dico, che mai da autore alcuno antico, o moderno non fu ordinato, ne conceduto nella Musica immisurabile cantare per b molle, eccetto che nell' interuallo del Tritono, il quale opponendosi spesse uolte nel trapasso del Quinto, et del Sesto tuono, i Compositori hanno preso di segnar tali tuoni col segno del b molle, per lo qual modo mutano il Diapente del quinto et del sesto tuono in quello del settimo, et del ottauo, onde la regola dice che per niun modo si canta nel Canto fermo per b molle saluo che per addolcire il Tritono, Stando adunque questi fondamenti non sara necessario, che tal concento debba essere cantato per b molle, per la qual cosa quello, che da noi è stato chiaramente dimostrato al capitolo 4. del Trattato nostro della natura, et cognitione di tutti i tuoni di canto figurato si potra a tal proposito adducere, che essendo tal primo Kyrie, et il seguente Christe del ottauo tuono, non è cosa conueneuole mescolar seco il secondo tuono, Per tanto si domanda, se un concento a quattro uoci hauesse una sola parte col b molle segnata, come in alcuni canti si troua, se sarebbe inconueniente, o no. Egli è cosa certa, che da ciascuno sara riputato errore, perche non è concesso cantare parte per b molle, et parte per natura, et parte per b quadro, pur nondimeno se dannoi questa tal oppenione ti sara conceduta, risguarda quello, che ne seguitera, Prima se tu darai il nome del mi, alla quarta nota legata nel principio del concento procedendo alle due in b fa, b mi, formate, per essere due uolte continouato il fa, fara un ualico del dissonante tritono, perche il mi, seguente non è uicino a quello di E la mi intenso procedendo con una sola nota nel detto b fa acuto, tal dissonanza meglio sera tollerata, percioche appare il Diapente secondo composto, o continouato, Appresso un' altro inconueniente ne nascera, se tu dirai fa, alla sopradetta quarta nota, uenendo alla nona, la quale è mi, sara processo certo non troppo grato, et questo è per gli estremi del Diapente diminuto, per la qual cosa se bene auertirai cantando per lo b quadro graue ne risultera processo naturale harmonioso, et grato, et qui si conchiude non ritrouarsi mai nel Canto fermo concento alcuno, ilqual si cantasse per lo b rotondo essendo del primo, o del secondo, terzo, quarto, settimo, et del ottauo tuono, Et perche piu fiate habbiamo considerato una noua oppenione di alcuni altri sopra il primo et il terzo Agnus dei essercitati, et dedicati alla solennita di Iesu Christo omnipotente, et anchora nelle solennita de dodeci Apostoli per essere al fine del nostro canto fermo inanzi che di quello ci espediamo, daremo risoluta decisione, Molti adunque senza pensamento alcuno dicono, che tali Agnus dei nel loro principio debbono essere cantati per lo b molle per cagione del tritono com qui,

[Aaron, Lucidario, f.ciiijr; text: Agnus dei] [AARLUC 03GF]

la quale oppenione è contraria loro, percioche procedendo da esso b acuto ad F graue, conciosia cosa chella settima, ottaua, et nona nota siano in cadenza, l' orecchio non patira, chella nota ottaua posta [-f.ciiijv-] in F detto graue sia altrimenti che sospesa, Et perche si dice che la esperienza, è maestra di tutte le cose, per essa uerrai in luce della uerita, percioche essendo sostentata, ouero sospesa, non ci sara interuallo di alcuno Diatessaron da esso F graue a b acuto, ma interuallo di Dittono minore, pur nondimeno oue essi presumessero di non sospendere detta nota, egli è manifesto, che ne nascerebbe un cotal errore, che li sara da essa nota ottaua, alla duodecima un Tritono, per lo qual modo tu sarai costretto procedere per b molle dal cominciamento al fine, Onde per le ragioni di sopra allegate giudicheremo da loro essere suto mal considerato, come fu anchora da quel padre, ilquale uolle racconciare il Graduale a penna di santa Maria delle gratie di Bergamo, nel quale egli segnò gli Agnus dei sopra la positione di F del segno del b quadro, come è qui

[Aaron, Lucidario, f.ciiijv,1] [AARLUC 04GF]

Il qual segno certamente non è conueneuole ne inteso dallui, conciosia cosa che sua paternita solamente considerasse, che si douesse procedere nel principio con le seguenti sillabe, cioè fa, sol, sol, la, la, sol, fa, mi, fa, et non auerti, che il b quadro graue non è conueniente in tal positione, come seguitando harai uera notitia, et questo è noto per la autorita di tutti i Musici, i quali dicono, che ogni Tritono annullato si conuertisce nel Tetracordo terzo, ordinariamente, Si conchiude adunque, che l' uno, et l' altro modo è di souerchio, et non concesso, perche tal segno per se è naturale, et essendo naturale non puo creare alcuno accidentale, ne lo accidentale alcuno naturale, come in b fa b mi si uede, Pertanto tal segno non hara altro luogo, che nel b mi graue et nel acuto, et nel sopracuto, Onde sara necessario a tanti inconuenienti chel detto Agnus dei resti formato come la figura, che segue dimostra.

[Aaron, Lucidario, f.ciiijv,2; text: Agnus dei, Qui tollis peccata mundi, miserere nobis.] [AARLUC 04GF]

Fine del Canto fermo.

[-f.AAir-] DICHIARATIONE DEL CANTO FIGVRATO.

LIBRO SECONDO.

MOLTE Volte si trouano alcuni, quali si prendono piacere, et dilettatione quando odono il mischiamento di suoni, ouero di uoci ottimamente pronontiate di qualche soaue, et sonoro concento, la onde per esser questi tali di natura uari piu tosto secondo il loro propio senso mouendosi, che secondo la ragione, la uertu, et peritia di tale harmonizzati concenti attribuiscono non al loro artefice, et compositore, ma à coloro, i quali all' orecchio altrui con l' organo della natura, o con stormenti per arte fatti porgono tali dolci, et ben modulati canti, di maniera che il semplice cantore, et citharedo, o altri simili, da quali l' opere de compositori, o musici sono manifestate, et fatte note al sentimento dell' udire altrui, chiamano musici, si come noi nell' opera nostra de institutione harmonica al secondo capitolo del secondo libro alcune cose ne habbiamo dichiarato, la qual cosa ueramente non è ammessa da gli huomini in questa facolta dottrinati, perche come dal nostro Boetio al capitolo 34. del primo libro della sua musica è stato detto, i cantori, et citharedi, et altri simili non debbono esser chiamati musici, percioche dice, che il musico è quegli, il quale con ragione, et intelligenza ha facoltà di comporre la harmonia, Et il cantore, et semplice citharedo è quegli, che publica, et fa manifesta l' opera harmonica composta, et in luce prodotta dal musico, et compositore con ragione di dottrina, di maniera che esso cantore, et semplice citharedo sara in comperatione del musico come è il banditore rispetto al podesta, dal quale i comandamenti, et uolontà di esso sono fatte note, et manifeste, et in publico addotte, Et però da molti ingegnosi, et ottimi cantori alcuna uolta habbiamo inteso, che loro pareua, che quelli cantori fossero da douer essere poco stimati, i quali non intendeuano quello, che da loro era cantato, et che non immeritamente si poteano rassomigliare a coloro, i quali leggendo qualche cosa, quella solamente intendono alla corteccia, et alla semplice struttura delle parole, senza alla midolla, et al uerace sentimento di quelle sotto esse nascosto penetrare, imperoche il semplice cantore per una certa sua pratica esprime, et semplicemente conosce le note ouero figure quantitatiue ne misurati moduli essercitate, lequali con ragione alcuna dallui non sono comprese, ne l' ordine di quelle, ne la forza del loro ualore conosciuto, Il che non aduiene del musico, dal quale non solamente è prodotto il tempo musico nella sua integrita essercitato, ma etiandio è considerato esso tempo accozzato, ouero molte [-f.AAiv-] uolte in una altra figura, ouero nota preso, dal quale accozzamento nasce il modo minore, et il maggiore, Appresso il detto musico tratta di esso tempo conueneuolmente in parte separato, et come di tal suo separamento nascono due uarieta di prolationi, cioè minore, et maggiore con molte altre sottilissime, et acutissime considerationi, et occorrenze da dotti musici usate intorno l' ordine, et positione della regolare numerosita constituita, et ordinata nel numero binario, et ternario, i quali numeri da musici ciascuno per se sono intesi, et chiamati perfetti et imperfetti, la quale intelligenza, et dimostrationi paiono a rozzi oscure, et quasi impossibili a comprendere, et che per ragione alcuna non si possino dimostrare, ne essere intese.

OPPENIONE I.

In alcuni trattati la oppenione di molti, che hanno scritto, trouiamo, che essi per ferma conchiusione tengono, et uogliono, che due pause di lunga messe insieme, et composte di tre tempi habbiano a significare quello, che da molti è chiamato Modo maggior perfetto, per lo quale sara la Massima formata di tre lunghe, et la lunga di tre breui posto che esse pause siano binarie, et a confermatione di cio dicono, che due pause di semibreue insieme poste come qui [SP,SP on staff1] appresso di ogni musico significano tempo perfetto, per la qual similitudine le pause di sopra nominate haranno forza del Modo maggior perfetto, la quale oppenione se fosse uera, sarebbe al proposito.

OPPOSITIONE.

Certamente è da considerare, che fra le due pause di lunga di pari poste, et fra le due di semibreue insieme dimostrate, non potra essere alcuna diritta, ne uera somiglianza, perche hauendo le pause delle semibreui origine, et cominciamento dalla pausa di breue, la quale è inuariabile ferma, et durante, come in molti capi l' eccellente Messer Gioanni Spadaro ha dimostrato, ne seguitera, che le due pause di lunga non saranno a quella similitudine, ne manco potranno hauere tal ordine, ne positione per rispetto delle pause di sopra assegnate, però, che la massima non ha pausa propia, ma si domanda doppia lunga, Et benche da noi sia stato detto al capitolo 31. del secondo libro de Institutione harmonica, che ella sia pausa di Massima, non è pero da noi inteso cosi, ma la pigliamo per lo tacito ualore di essa Massima, et a piu facile intelligenza l' habbiamo cosi nominata, Seguita adunque, che non hauendo detta Massima pausa, esse non saranno simili alle due panse di semibreui, le quali deriuano dalla pausa di breue, et per conseguente la detta pausa senza mutar forma piglia ualore di numero binario nel ternario, Et la [-f.AAijr-] figura Massima acquista la sua ualuta per la pausa di lunga piu uolte presa, la quale, dato che ella si trouasse, conuerrebbe esser uariabile, et per tal modo essendo il tempo, ouer la breue perfetta, et imperfetta, la sua propia pausa non occupa piu ne manco di uno spatio, ouer di due righe. Per le quali considerationi uolendo fare retta similitudine bisognera considerare la pausa della Massima essere mutabile, posto che anchor la pausa di breue non fosse stabile, ne per altro ordine considerata, per lo quale ne sortirebbe confusione non poca.

RESOLVTIONE.

E gli è manifesto, considerate le ragioni di sopra anotate, chelle due pause di lunga formate di tre tempi insieme poste non possono significare il Modo maggior perfetto, ne hauere somiglianza colle pause di semibreui mostrate, Impercioche come conferma l' eccellente Messer Gioan Spadaro in un suo trattato al capitolo 14. della prima parte sopra i dubbi del honorato Don Franchino, le due pause della lunga perfetta accoppiate, et le due pause di semibreui in una sola linea poste non hanno alcuna similitudine fra loro, pero che le predette due pause di semibreue possono essere intese, et considerate due terze parti della pausa di breue, la quale è ritrouata immutabile, la doue che le due pause di lunga non potranno essere accettate per due terze parti della pausa Massima, la quale non è trouata, et oue pur anche fosse trouata, sarebbe mutabile, et senza stabilita, Et impercio sara dibisogno che 'l musico, ouero componitore immaginandosi il Modo maggior perfetto stabilisca a tal ualore tre pause di lunga insieme poste, et non due, lequali per esser tre dimostrano perfettione, et per conseguente daranno alla figura Massima la quantita perfetta, cioè delle tre lunghe, si come la pausa di lunga di tre tempi mostra la lunga essere perfetta, alle quali sentenze ciaschedun dotto non si oppone.

OPPENIONE II.

Ogni Compositore moderno, et antico è usato di segnare la figura Diesi ne canti, massimamente quando intendono di sospendere alcuna spetie atta allo harmonico discorso, per lo quale ne nasce gratissima harmonia, Et pero fermamente è necessario nelle cantilene a luoghi loro debiti dimostrarlo, come dannoi al capitolo 20. del secondo libro del nostro Toscanello fu dichiarato, il qual segno dicono, che opera, et sostenta l' interuallo ouero spatio d' uno Appotome cosi alla nota ascendente, come alla discendente, il quale sostentamento appare, quando al musico piace essendo figura bisogneuole, et in poter di lui secondo l' intento suo, perche sopra una corda, o positione puo essere, et no.

[-f.AAijv-] OPPOSITIONE.

Certo si uede, che tal figura Diesi nella Diatonica musica opera quello, che di sopra è stato detto, anchor che molti dubbitando dicano, che 'l Diesi sostenta un spatio, che esso non ha di natura, per la qual ragione non sono conformi alla oppenione de sopra detti, conciosia cosa che essa Diesi come piace a Boetio al capitolo 27. del libro secondo della Musica sua, non sia altro, chella metà del semituon minore, Et come dannoi anchora nel secondo libro del Toscanello nostro al capitolo 20. fu dichiarato, perche uolendo il musico usare la sostentatione dello Appotome, il quale non opera quello, che dallui è inteso gli sara necessario trouare una figura, o segno atto, et commodo allo intento suo circa tal Semituono.

RESOLVTIONE.

Intorno la dichiaratione di sopra dimostrata della figura Diesi, bisognera considerare sanamente la uaria natura, laquale in lei nasce, perche toglie, et leua alla spetie, et anchora aumenta uno equale ualore cosi in ascendere, come in discendere, Et appresso che non sia di souerchio, ma necessaria, et con ragione ordinata, et constituita, conciosia cosa che la detta figura, tutto che ella si dimostri un mezzo spatio del minor semituono, impertanto opera nella nota la sostentatione dello Appotome, secondo la uolonta del musico, Et per esser differente l' essere, et l' operar di quello, tal mezzo spatio del semituono minore sara solamente necessario alla diuisione del tuono, percioche diuidendosi esso tuono in quattro Diesi, et un comma, esso sara piu della quarta parte del tuono reputato, benche alcuni lo diuidano in cinque Diesi, per la qual cosa considerato il tutto uederemo alla operatione seguire un nuouo effetto, per lo quale uolendo esso musico solleuare, o inalzare la nota dallui considerata, et immaginata gli sara forza preualersi di tal figura Diesi, alla quale sono ordinate tre positioni naturali, cioè nel C, nel F, et nel G, secondo il diatonico ordine, Et questo affine di trammutar la specie minore nella maggiore, come da A, a C, et da D, a F, et simiglieuolmente da E, a G, allequali spetij opponendosi la detta figura sotto di esso C, et del F, et del G, solleuera la nota per lo spatio dello Appotome considerato, la qual nota anchor che si dimostri per un fa, pure pigliera occoltamente la forza della sillaba mi, onde essendo spetie di semidittono diuentera per cagione del Diesi Dittono, perche quello, che era semituon minore si trasforma nel tuono, et per conseguente procede per un tuono, et per dui semituoni continouati, cioè pel minore, et pel maggiore, gli quali dui semituoni continouati non hanno luogo nel Diatonico genere, Apparendo adunque il detto Diesi fra 'l D, e 'l G, il tuono, che cade [-f.AAiijr-] fra 'l F, e 'l G, sara diuiso per lo semituono maggiore nel graue, et il minore nel acuto, Per loqual ordine chiaramente si comprende la figura detta Diesi essere acconcia alla sostentagione del detto spatio Appotome chiamato.

OPPENIONE III.

La oppenione di alcuni altri è, che la figura Diesi, et il segno del b molle siano conformi, et di niuna contrarieta tra loro, conciosia cosa che essi credano, che tal Diesi operi quello, che dal segno del b molle è operato, percioche dal musico sempre è inteso, che la figura Diesi nel discenso diminuisce, et nell' ascenso accresca lo spatio dell' Appotome, come da A, a G, et da D, a C, et appresso da D, a F, et da E, a G, similmente dicono, che il b molle opera, perche accresce, et toglie alla spetie lo spatio del detto Appotome, come da C, acuto, a b quadro acuto, et da C acuto ad Elami acuto, come la figura, che segue dimostra.

[Aaron, Lucidario, f.AAiijr; text: Primiera dimostratione, Seconda dimostratione.] [AARLUC 04GF]

Tutto che la figura habbia dimostrato, come il Diesi, et il b molle sono conformi nella operatione dello spatio maggiore detto Appotome, non per tanto sono dissimili quanto all' effetto, conciosia che l' uno et l' altro toglia, et accresca alla spetie il semituon maggiore, non ostante che essi adoperino in contrario, ma perche essi sono differenti di forma, uarieranno lo effetto dello spatio essercitato, et per conseguente non haranno propia similitudine, come seguitando intenderai.

OPPOSITIONE.

Chi ben uorra considerare, trouera certo, chella figura Diesi, et il b molle non haranno fra loro conuenenza, ne retta similitudine, perche altro è l' effetto et altro e la operatione, Quanto all' operatione non ha dubbio, che luno, et laltro non toglia allo spatio Sesquiottauo lo Appotome, et di minor semituono [-f.AAiijv-] non lo conuertiscano in tuono, i quali effetti si conosceranno tra loro essere contrarij, et questo accadera quando il musico per cagione di necessita, et per far migliore consonanza sostentera, et inalzera la nota dallui intesa, cosi nell' ascendere, come nel discendere, per laquale sostentagione, o inalzamento si uolgera la spetie naturale nella accidentale, come appare nel principio della sopra posta figura, nella quale si procede per dui tuoni continouati, sotto i quali appare in che maniera il musico intende, che tali tuoni siano conuertiti in dua semitoni minori, et similmente, come il seguente tuono colle due spetij semidittonali nella spetie, et forma del dittono sono da douer essere considerate, i quali semidittoni, et tuoni essendo pronontiati conserueranno il nome, ma in uertu muteranno la spetie, onde quanto alla operatione hanno parte di similitudine, tuttauia si uede chiaro, che all' effetto operano in contrario, et quinci nasce, che la figura Diesi sempre nel discendere toglie, et nel ascendere accresce, alqual effetto, et operatione il b molle è contrario, percioche nel innalzare menoma, et aumenta nell' abbassare, come da F, a b mi quadro acuto, laquale è spetie tritonale, per laqual cosa conchiuderemo, che il Diesi, et il b molle quanto alla operatione sono conformi, ma quanto alla forma, et naturale effetto non hanno propia, ne uera similitudine, come anchora è manifesto alla mitigatione, et al dolcimento del tritono, il quale sempre dal b molle è mitigato, et addolcito nell' estremita di sopra, come da F, a b quadro acuto, la qual mitigatione è contraria a quella, che dal Diesi è operata, per che esso Diesi mitiga, et ammollisce la durezza del Tritono nella parte di sotto, come da E acuto a b quadro acuto, et da b quadro acuto a F graue, come la figura mostra.

[Aaron, Lucidario; f.AAiijv] [AARLUC 05GF]

RESOLVTIONE.

E gli è certo, che molti compositori nelle loro compositioni sono conformi à segnar la figura Diesi sotto la positione del b quadro acuto per sostentare la nota, la quale in essa si ritroua senza hauer riguardo alcuno al b segnato in tal canto, spetialmente trouandosi il Tenore nella terza, nella decima, et nell' altre simili col Basso, ilquale in tal positione non hara retto, ne douuto luogo, conciosia cosa che tal segno da Gioanni Othobi sia nominato b giacente, il qual non richiede in tal positione per esser figura accidentale, del che ne seguita dui segni accidentali trouarsi in un istesso luogo, cioè il b, et il Diesi nomato, la qual figura b secondo Guidone è nomata Menon, che altro non uien a dire, che accidentale, [-f.AAiiijr-] Restano adunque detti segni tra loro simili, per la qual similitudine, et natura non potranno dimorare in una positione medesima, percioche non si concede un segno accidentale sopra un' altro segno accidentale, Onde sara dibisogno al musico, et compositore uolendo sostentare, et solleuare quella nota la, segnarui il b quadro detto, il quale di quel luogo è naturale, per lo qual ordine la sostentatione uerra ad essere naturale, et per conseguente il Diesi solamente haura luogo nel C, nel F, et nel G, senza punto pregiudicare al b quadro, il quale quiui ha la sua propia, et naturale stanza.

OPPENIONE IIII.

Per maggior chiarezza di quello, che dicemmo al capitolo ottauo del canto fermo, egliè da sapere, che la nota sopra la uoce la non sempre dee essere appellata, et pronontiata fa, come appare nel principio dello essempio di sopra mostrato, nel qual processo molti, et molti diranno sol, la, fa, sol, fa, per lo qual ordine disconueneuole disordinatione ne nascerà, mentre essi crederanno fuggire, et annullare la spetie di quel tritono, la quale si comprende fra la quinta, et l' ultima breue, per la quale sostentagione opereranno una spetie da loro non intesa, ne conosciuta.

OPPOSITIONE.

Certamente sara dibisogno a coloro, i quali tengono tale oppenione, et modo sopradetto considerare primieramente, come, et in che guisa procedano i canti, perche alcuni hanno la sillaba fa, naturalmente sopra la sillaba la, come da E, a F, et come da A, a B, accidentali, oue per cagione del tritono si dira fa in Elami acuto, discendendo al fa, di b fa, b mi, quadro acuto, ma non essendo dalla necessita costretto procederai per ordine naturale secondo la forma, et la dispositione del canto, et non come a te piace, il qual ordine, et modo osserua l' eccellente Marchetto Padouano in un suo trattatello di canto immisurabile da noi allegato alla oppenione 8. del canto fermo.

RESOLVTIONE.

Non habbiamo dubbio alcuno, che da te non sia creduto procedere dirittamente quel principio della figura di sopra nominata dicendo sol, la, fa, la, fa, sol, fa, et questa oppenione sara in te cagionata per lo tritono apparente fra la quinta, et l' ultima breue, il qual tritono ui nasce accidentalmente per la forza, et positione della figura b in b fa b mi quadro posta, il qual processo non è da [-f.AAiiijv-] te inteso, ne considerato, perche tu pensi euitare quel Tritono, et non auertisci, che tutto è in contrario, percioche dicendo fa nel detto Elami, et essendo il fa sospeso di b fa b mi detto non sara spetie terza del Tetracordo, ma spetie del Dittono menomato di un Comma, perche procede per semituono, per tuono, et per semituono. Per tanto dannoi (uolendo seruare ordine, et retto modo) sara conchiuso, che uolendo ischifare tal Tritono, sara mestiere, essendo sospesa la sillaba fa, dir mi nel detto Elami, dato che gli estremi habbiano nome del Tritono, ma in quantita, et forma del Diatessaron secondo, per laqual cosa diuentando il mi di Elami la, et il fa sospeso conuertendosi in mi, sara distrutto il Tritono per lo segno del Diesi nello estremo inferiore, come piu compitamente nel principio della giunta del nostro Toscanello habbiamo detto, et con molte ragioni disputato.

OPPENIONE V.

Quanto si aspetta intorno la intelligenza del punto, egli è da sapere, che egli non è altro, che una figura minima in quantita, ma in potenza grande, come dannoi è stato dichiarato al capitolo 32. del primo libro del nostro Toscanello, et simile al capitolo 28. del libro secondo de Institutione harmonica, Il qual punto secondo che piace ad alcuni è di sei ragioni nella essercitata musica, cioè punto di perfettione, di imperfe.tione, di diuisione, di alteratione, di trasportatione, et di aumentatione, ciascuno de quali affermano per se solo senza mescolamento alcuno nella musica potere il suo effetto operare, come la presente figura dimostra.

[O,Bv,pt,Sv,Bv,Bv; Bv,Sv,pt,Sv,Sv,Bv; Bv,Sv,pt,Sv,Bv; Bv,Sv,pt,Sv,Bv,Bv; Bv,Sv,Sv,Sv,pt,Sv,Bv,Bv,Bv on staff5]

Et intorno il primo essempio di essi dicono, che il punto dopo la prima breue si domanda punto di perfettione, percioche rimosso tal punto sarebbe necessario reintegrarla, et accompagnarla colla seguente semibreue, Intorno al secondo essi uogliono, che il punto dopo la prima semibreue sia di imperfettione, ma che non essendoui il punto, la breue rimanga perfetta per cagione d' una euidente, et chiara quantita d' un tempo solamente ternario, la qual perfettione non e sempre ferma, ma in facolta del musico, et dallui cosi intesa, Et appresso quanto al terzo, il punto posto fra le due semibreui racchiuse da due breui chiamano punto di [-f.BBir-] diuisione, perche conchiude, et ristringe la prima breue, et la seconda alla seconda breue, Circa il quarto, e 'l quinto essempio, punto di trasportatione intendono essere quello dopo ilquale seguono due, ò piu breui, per lo qual modo, et ordine non auerrà quello, che da loro è creduto, Del punto di aumentatione per essere noto, à ogn' uno, non ci è paruto dirne altro.

OPPOSITIONE.

Se la sentenza di Aristotile è uera, sarà di souerchio, et uano considerare per lo piu quello, che per lo manco si puo bene intendere, per la qual cosa coloro, i quali uogliono, che ci siano sei punti musicali, non poco hanno preterito il uero modo, conciosia cosa che niuno de sopradetti punti non possa per se solo operare effetto alcuno senza il soccorso del punto di diuisione, o di perfettione, non ostante che 'l nostro uenerando Don Franchino al capitolo 12. del secondo libro della sua pratica habbia creduto, che il punto di reducimento senza mescolanza alcuna per se possa operare, come nel principio del seguente Tenore ha dimostrato, come l' essempio ti mostra,

[ClefC3,O,Sv,pt,Mv,Sv,pt,Sv,Lig2va]

il qual punto in apparenza par bene, che sia semplice per se solo punto di riducimento, perche non fa effetto di niuno altro punto, nientedimeno se tal punto non apparera, la prima semibreue puntata, et la minima, et la semibreue seguenti saranno annouerate per un sol tempo, ouer breue perfetta, la doue che senza tal punto la seguente semibreue per non poter far imperfetta la prima breue per la uniuersal regola della similitudine sara necessario sincoparla, ouero trasportarla doue potra hauer il suo luogo, Et perche tal misuramento nascera da l' arte, et anchora dalla natura, la qual per se, et senza altro fauore opera, et dimostra il suo effetto, et ordine, seguitera, che il punto messo da Franchino per punto di trasportamento otiosamente ui sara posto, ne potra stare, senza l' altrui aiuto, et fauore, perche senza tal punto si considera quello, che da Franchino per esso punto è stato inteso, Et impero non sara di <necessita> assegnare sei punti, ma solamente tre, come seguitando intenderai.

RESOLVTIONE.

Chiaramente si uede, che il punto di perfettione, di alteratione, et di trasportatione non possono per se soli operare effetto alcuno senza la commistione del punto di diuisione, o di perfettione, perche il punto di diuisione è quello, che genera la imperfettione, la alteratione, et la trasportatione, et che cio sia uero guarda al secondo essempio di sopra notato, doue uederai, che quel punto infra la prima, et la seconda semibreue fa dui effetti, percio che prima diuide, appresso altera, onde rimosso tal punto, ne seguira un' altro modo d' annouerare, cioè che la prima, [-f.BBiv-] et la seconda breue resteranno perfette, et la terza semibreue piu dallui non sara alterata, o raddoppiata, Et altresi, se porrai mente al terzo essempio, oue il punto fralle due semibreui si dimostra, trouerai, che egli diuide, et fa imperfette le due breui, ma non ui si trouando, le breui saranno perfette, et la seconda semibreve si altererà, cosi nel quarto il punto di diuisione opera tre effetti, cioè diuide, fa imperfetto, et trasporta, per lequali dimostrationi ueggiamo, che il punto di diuisione è quello, che causa gli altri accidenti, Et il punto, che nel primo essempio si dimostra, si dira punto di perfettione, et di trasportatione, Si potra dunque credere, che coloro, i quali hanno considerato essere tre punti, cioè di perfettione, di diuisione, et di aumentatione hanno hauuto non poco lume di intelligenza, imperoche hanno tacitamente lasciato adietro il punto di alteratione, et di riduttione da l' ordine de punti come superflui, et inutili, perche la alteratione prodotta dopo alcun punto, con punto o senza quello è cagionata, quando il numero ternario hauera diffetto di una nota, come qui,

[O,Bv,Sv,Sv,Sv,Bv,Sv,pt,Sv,Sv,Bv on staff5]

la qual alteratione non nascera dal punto posto fra la quarta, et la quinta semibreue, ma dal mancamento, fanno che le semibreui dopo il punto posto, per tanto il detto punto non sara di alteratione, ma di diuisione, perche fa, che le figure annouerate a tre sono per altro modo diuise, et considerate, che non erano senza esso, Et se alcuni dicessero, che tal punto sara rettamente chiamato di alteratione, perche essa non puo accadere senza l' apparenza di lui, Si risponde, che il propio della alteratione è, che il numero ternario sia scemato di una nota simile alle due innanzi annouerate seguitando dopo una maggiore propinqua allei; Adunque diremo, che il punto sopra detto non sara causa di tale alteratione, ma solo il scemamento ne sara cagione, perche esso punto solo diuide, et rimoue le figure dal primo loro essere, et l' alteratione attende a reintegrare il detto numero, che secondo il regolar precetto, et ordine detto è dimostrato habile ad essere alterato.

OPPENIONE VI.

Non penso anchora di tacere intorno la oppenione di molti antichi, et moderni scrittori, de quali per non essere di mia consuetudine, ne di natura inuidioso, tacerò il nome, ma ben uo dire la sentenza del Vangelo chi ha orecchi di udire, oda, per tanto dicono, et dichiarano, che il circolo, et il semicircolo col punto sono chiamati maggior perfetto, et imperfetto, et senza 'l punto minor perfetto, et imperfetto, come ne loro trattati manifestissimamente si uede, le sentenze de quali con euidenti ragioni saranno dannoi riprouate.

OPPOSITIONE.

Questa preminenza di maggioranza perfetta, et imperfetta da loro data alla figura [-f.BBijr-] circolare, et semicircolare se ondo ogni dotto non le si conuiene, ma è tolta in prestanza dal modo maggior perfetto, et imperfetto, Et perche la detta figura circolare, et semicircolare piu l' una, che l' altra conuengono in se alcune perfettioni, loro danno titolo di maggioranza, et di minoranza perfetta, et imperfetta, per la qual cosa se da te il circolo puntato è inteso maggior perfetto, et il semicircolo maggior imperfetto, auiene, percioche nel circolo sono due perfettioni, cioè la breue, et la semibreue, la doue che nel semicircolo non ue n' ha se non una, la quale è la semibreue. Ma nota, che quando nella musica si dice modo maggior perfetto, gli si da quella dignita, et maggioranza, che dar gli si puo maggiore, Intorno la qual cosa si domanda, se il circolo puntato è maggior perfetto, come si chiamera questo seguente segno [Orh33], Egliè certo, che tu nol domanderai altro che modo maggior perfetto, minor perfetto, tempo perfetto, et prolation perfetta nome ueramente idoneo, et conueneuole et da ogni perito musico confermato; Adunque il circolo semplice puntato per te <hara> equiualenza di nome à quello, che si dimostra con due cifre ternarie, la qual cosa non puo star a modo alcuno, perche il circolo semplice puntato, et il semicircolo non possono acquistar nome di maggioranza perfetta, et imperfetta, auegna che egli hauesse tal nome per rispetto di quelle due note perfette, percioche oue cosi fosse saremmo costretti nominar questo [Orh33]. piu che maggior perfetto, perche la massima, la lunga, la breue, et la semibreue sono perfette, la qual oppenione sarebbe erronea, et falsa, et similmente ne nascerebbono altri disordinamenti, et manifeste confusioni, se da loro fosse detto questo segno, [O], minor perfetto, et il seguente minor imperfetto, come qui, [C], Imperoche se da te e chiamato questo segno [Cd] maggiore imperfetto, perche non chiami questo, [O], maggiore perfetto per rispetto della sua forma circolare, et per la ugualezza, che è fra loro di perfettione, conciosia cosa che in questo, [Cd], sia una sola perfettione, et nel seguente, [O], un' altra, onde considerato il fondamento, chiaro si uede essere ogni ordine confuso.

RESOLVTIONE.

Chi uuol ben considerare, trouera, che il segno circolare, et il semicircolare semplici puntatine musici suoni non potranno essere rettamente chiamati maggior perfetto, ne maggior imperfetto, conciosia che nella musica misurata noi habbiamo cinque spetij principali, cioè Tempo, Modo minore, Modo maggiore, Prolation maggiore, et Prolation minore, Le quali maggioranze, et minoranze sono appropiate alla Massima, et alla Lunga, le quali son figure, che rappresentano il modo maggior perfetto, il maggiore imperfetto, il minore perfetto, et il minore imperfetto, La qual perfettione, et imperfettione maggiore, et minore non si concede alla circolare, ne alla semicircolare figura semplici puntati, et non puntati oue esse non siano accompagnate con due cifre numerali ternarie, ouero binarie, o etiandio con una, le quali sono da dotti musici antichi, et moderni dimostrate; la onde per le sopredette [-f.BBijv-] ragioni diremo, che la semplice circolar figura col punto non opera tanti effetti, perche in lei solamente due perfettioni, l' una della breue, et l' altra della semibreue si trouano, ma que segni, che si troueranno con due cifre ternarie appresso il circolo col punto, haueranno quattro perfettioni, cioè la massima, la lunga, la breue, et la semibreue, per le quai dimostrationi la circolar figura, et la semicircolare colle due cifre appresso acquisteranno il nome del modo Maggior perfetto, Et dell' Imperfetto, et del Minor perfetto, et dell' Imperfetto, Et la detta figura circolare semplice puntata hara quattro uarieta di segni, la prima il circolo col punto, la seconda il semicircolo col punto, la terza il circolo senza punto, la quarta il semicircolo senza punto, La onde è da dire, che il circolo, et il semicircolo quando hanno il punto si debbano chiamare Tempo, et Prolatione, percioche essi sono applicati al Tempo, ouero alla Breue, come è il punto alla Semibreue, et quando non l' haranno tempo perfetto, et tempo imperfetto saranno detti.

OPPENIONE VII.

La comune oppenione di ciascun musico intorno gli interualli musici è, che non si debba nel contrapunto comporre mi contro al fa nelle consonanze perfette, perche esse sono spetij, le quali offendono, et di natura discordano, come da b mi grave ad F grave, et da Elami a b fa acuto, lequali positioni sono di Diapenti di minuti, non atti, ne conuenevoli nella musica, come Franchino al 3. capitolo del 3. libro della sua Pratica in lingua latina dice, che niuno non dubbita, chella quinta scemata di un semituono per esser tal scemamento molto noto, non sia aspra, et nel canto poco conueneuole, et che per tal rispetto in musica non si patisce, chell' ordine delle spetij Diapentiche da A graue siano deriuate, et per esser tal auttorità ordinaria, et comune, non si diranno altre sentenze sol per breuita.

OPPOSITIONE.

Sarebbe disconueneuole, se intorno la dichiaratione del sopradetto capitolo io fussi di contraria openione di quello, che dannoi è stato dichiarato al 14. capitolo del secondo libro del nostro Toscanello doue dice, Quelli, gli quali poneranno in uso due quinte l' una dopo l' altra, dato che l' una sia perfetta, et l' altra imperfetta, secondo il parer nostro incorrono in errore, perche nella diuisione Diatonica non si patisce tal spetie diminuta et cetera nel qual luogo auertirai, che l' intendimento nostro non fu, che tal spetie quando <che> sia non potesse, oue fosse in piacere del musico, essere tolerata, perche potra per se sola stare, et dal b molle essendo reintegrata sara perfetta, pertanto due cose sono da douere essere sanamente considerate; l' una, se il compositore intendera far perfetta qualche figura o nota, che nello acuto, o nel graue sia distante da un' altra per uno Diapente diminuto; l' altra, se dallui sara immaginato trascorrere in altre spetij che de Pentacordi, le quali considerationi saranno [-f.BBiijr-] rettamente dall' arte ammesse, et concedute, come appresso intenderai.

DICHIARATIONE.

Se la oppenione di coloro, i quali dicono, che la sillaba mi contro il fa nella consonanza perfetta non è tolerata nella diuisione Diatonica fosse uera, bisognerebbe dire, che il monacordo in uano fusse suto ritrouato, perche il Diatonico genere non sarebbe Diatonico, se dallui non nascesse il Diapente imperfetto nel detto monacordo diatonicamente e diuiso, et considerato, Il qual genere Diatonico è detto naturale, et perche la natura non opera mai in darno, seguitera, che tutti gli interualli Diatonici cosi consonanti, come dissonanti si potranno accommodare alla harmonia, come la presente figura dimostra.[Aaron, Lucidario, f.BBiijr; text: Canto, Tenore. Basso.] [AARLUC 05GF]

Egli mi si fa à credere, che tu non negherai, che quella seconda nota del Tenore legata ouero concatenata, et la seconda semibreue del Soprano non siano ragioneuolmente poste non ostante che tra loro sia la spetie del Diapente scemato, imperoche se altrimenti fosse collocata, sarebbe contraria a ogni terminata regola, la quale comanda, che uolendo procedere a una altra consonanza, che selle dia inanzi la piu uicina, per tanto il detto mi contro il fa sara dal senso dell' udire comportato, Appresso procedendo alla terza dopo la quinta, et uolendo in essa far perfetta la quinta precedente, la detta quinta per essere una sesta minore non si conuerebbe colla ottaua del Basso, Oltre le predette cose nel secondo essempio appare il Diapente imperfetto, et in molti altri luoghi di buoni, et dotti compositori, perche essendo pronontiata nella seconda metà del Tempo, non potra producere asprezza alcuna, la quale offenda, perche da l' arte non è posta in tal luogo come consonanza, ma è intesa caderui come discorso d' un tempo intero in due parti separato, la seconda parte del qual Tempo e dissonante, come anchora accade della seconda, della quarta, et della settima, et delle loro deriuate, le quali sono distanze da se stesse nel genere Diatonico non consonanti, et nulla dimeno per una certa intelligenza, et arte, sono nelle compositioni essercitate, come è suto dimostrato da Bartholomeo Rami al capitolo 8. del trattato secondo della sua Pratica intorno alla fine doue parla del Semidiapente, Et questo quanto alla prima consideratione, Intorno alla seconda, se il buon compositore, et musico si immaginera procedere per la spetie sminuita, o imperfetta, le quali naturalmente procedono senza essere contrarie a gli essempi disopra mostrati, bisognera tenere altro modo, perche hara immaginato altro effetto, per lo quale opponera il segno rotondo accidentale ala [-f.BBiijv-] reintegratione della spetie sminuita, o imperfetta come qui.

[Aaron, Lucidario, f.BBiijv,1; text: Canto. Tenor. Alto. Basso.] [AARLUC 05GF]

OPPENIONE VIII.

Da tutti i dotti musici, et parimente da mezzani è stato detto, et fermamente statuito, che nel contrapunto non si possano comporre due consonanze perfette di un medesimo genere, et natura insieme ascendenti, et descendenti senza assegnare di ciò ragione alcuna; Et perche stimiamo tale intelligenza, et cognitione douer recare ad un hora profitto, et dilettatione, di alcune cose a ciò appertenenti dannoi sarai breuemente ragguagliato.

OPPOSITIONE.

Se il Diapason, et il Diapente perfetti ciascuno per se puo producere grata harmonia, et piu soaue risonanza che alcuna altra delle imperfette distanze, Si domanda, perche adunque essi sono nelle compositioni, ouero nel contrapunto con piu rispetto usati, che non sono le imperfette spetij, le quali sono poste secondo 'l uolere del compositore nell' ascendere, et nel discendere con molte Terze, et Seste, Certamente essendo il Diapason, il quale è formato di uoci Vnisone, simiglieuole al suono unisono, et similmente la quinta per la sua nota, et stabile distanza, et corrispondenza, segue, che piu spetij perfette simili frequentate nelle compositioni dourebbono producere, et rendere piu amena, et soaue harmonia, che non fa la terza, ne la sesta, secondo il qual modo dice Bartolomeo Rami, che Tristano de Silua diceua, che egli si puo dar una quinta dopo un' altra quinta, cioè l' una perfetta, et l' altra imperfetta, come si uede in quello antico canto chiamato Soys emprantis, Et in uno di Verdelot, Infirmitatem uostram et cetera pero che tal Quinta imperfetta non si concede nelle note intere, ma nelle parti minute del tempo, come <qui>, cioè di Minima, et di Semiminima.

[Aaron, Lucidario, f.BBiijv,2; text: Canto, Tenor. Basso] [AARLUC 05GF]

Il qual modo piacendoti resta nel tuo arbitrio di seguirlo, et massimamente in una necessità strema, non è dannoi uituperato.

[-f.BBiiijr-] RESSOLVTIONE.

Eglie antica, et approuata sentenza, chella similitudine suole cagionare uera concordia, et amicitia, abenche puo auenire, che tale amicitia, et concordia, la quale nasce da tale similitudine, sara odiosa a qualche terzo, et quinci adiuiene, che se due uoci unisone quinte, ouero ottaue per essere simili in specie, saranno fra se concordi in amicitia, et similitudine, tale loro amicitia per tal modo essercitata, non fara diletteuole al senso dell' udire, il quale tra quelle sara terzo, et uero giudice del processo harmonico, imperoche noi ueggiamo, che naturalmente il dolce semplice piace al gusto humano, nondimeno per lo continuarlo il gusto tosto il ne ha in abominatione, et par che cerchi, et desideri altro mescolato, et uario cibo, il che è suto dimostrato da Boetio nel undecimo capitolo del primo libro della sua musica, oue trattando del genere Cromatico dice, Spedite adunque queste cose, egliè da dire de generi de canti, iquali sono tre, Il Diatonico, il Cromatico, et l' Enarmonico, fra quali il Diatonico è alquanto duro, et naturale, ma il Cromatico tiene quasi della natura del Diatonico, et piu soauemente procede, per le quai parole, il genere Cromatico dallui è detto molle, perche discorre per Semituoni, onde per tal mollezza, conciosia cosa che dallo audito fosse abominato, è suto rimosso dalla essercitatione, la qual cosa è stata dimostrata da Guido monaco al capitolo quarto di quel suo trattato de Tuoni, doue dice, che i medesimi Semituoni non hanno luogo mai l' uno dopo l' altro, i quali sono stati ritrouati per moderare, et raddolcire il canto, et che quando con men consideratione, et rispetto, che non si conuerebbe, sono posti, rendono durezza, et amarore in quella guisa, chi fanno le cose condite di souerchio sale, per la qual dimostratione si uede, che assai piu piace a gli ascoltanti il genere Diatonico usato, il quale come dice Boetio è alquanto duro, et naturale, perche nel suo ordine procede per un Semituono, et per dui spatij di Tuoni continouati nel suo Tetracordo, gli quali spatij, o interualli di Tuoni sono spatij duri piu che non sono quegli del genere Cromatico, il qual procede per dui continouati Semituoni, et per un Triemitonio in uno interuallo, gli quali sono spatij molli, Et se alcuni argomentassero cosi, Se due spetij perfette simili ascendendo, et discendendo non sono grate, segue che due spetij perfette dissimili, come la quinta dopo la ottaua ascendendo, et discendendo, non debbano producere grata ne soaue armonia; A tal loro ragione si risponde, che dato che la ottaua, et la quinta siano di natura perfette, esse pero non sono di una medesima spetie, Et si come naturalmente suole interuenire, che maggior diletto, et piacere sente il gusto inessendogli anzi due cose diuerse, che una sola porte, Cosi accade, che la quinta dopo la ottaua, et la ottaua dopo la quinta, perche non sono simili in spetie, potranno stare insieme, cioè l' una dopo l' altra ascendendo, et discendendo senza impedire l' ascoltare; Intorno adunque al parere di coloro, che non uogliono [-f.BBiiijv-], che due consonanze perfette di un medesimo genere insieme ascendenti, et discendenti nel contrapunto siano concesse, conchiuderemo secondo Bartolomeo Rami al precetto secondo del suo contrapunto, che due quinte, o due ottaue, come è stato detto, insieme non si conuengono, perche quella continouanza parrebbe una cosa medesima per non esser in esse natura uariabile, et appresso s' incorrerebbe qualche uolta nel Diapente diminuito, et perche tali suoni sono tra loro equisonanti per tal similitudine, et equalita, sono tralasciati dall' armonia, la quale non è altro, che mescolanza, et diuersita di uoci concordi, le quali procedono per Arsim, et Thesim cioe ascendendo, et discendendo; Seguitera adunque, che la ottaua posta dopo un' altra ottaua, et similmente la quinta dopo un' altra quinta non produceranno ottima harmonia, et appresso che per tale processi di suoni concordi non nascera quel mescolamento di diuerse spetij concordi, il quale dalla diffinitione di sopra assegnata è dimostrato.

OPPENIONE IX.

Habbiamo piu uolte considerato una non buona oppenione di alcuni compositori, i quali ne lor concenti figurano in una riga, o Spatio due Breui, o Semibreui, delle quali l' una sara sospesa, ouero sostentata, et l' altra naturalmente procedera, Et questo intenderai in tutte le corde, o positioni, doue il segno del b giacente haura signoria, come nel, C, nel F, et nel G, et come la figura chiaramente dimostra.

[Aaron, Lucidario, f.BBiiijv; text: Canto, Tenore. Basso.] [AARLUC 06GF]

OPPOSITIONE.

Se le oppenioni di coloro, che tale ordine tengono, fossero con uero modo, et arte considerate, et immaginate, non sarebbono arditi di mostrare quello, che in contrario essere si uede, intorno la qual cosa dice Bartolomeo Rami, che se tal modo fosse tenuto circa ciò, ne seguiterebbe l' uno di dui errori, cioè, o che egli si procederebbe della sesta minore nella ottaua, ouero bisognerebbe che quelle due uoci che sono poste nel G acuto fosseno proferte con uguale suono, perche non essendo cosi pronontiate tra la prima, et la seconda nota caderebbe la distanza di un Semituon non buono, et nel genere Diatonico per se non usato, ma incommodo, et non conceduto, le quali considerationi malamente possono essere intese da coloro, i quali non hanno uera cognitione delle congionte, la intelligenza, et notitia delle <quali> [-f.CCir-] porge insegnamento, et dottrina di conuertire una spetie maggiore nella minore, et una minore nella maggiore, et similmente dimostra il modo di recare una spetie imperfetta alla propia sua perfettione, et una perfetta alla imperfetta.

RESOLVTIONE.

Se saranno dannoi osseruati iregolari precetti del contrapunto, non sara conueneuole formare due note nella riga, o spatio di diuersa natura, come dimostrano le due Breui del sopra posto essempio, si come alcuni per seruare la regola del detto contrapunto hanno fatto, i quali hanno sospeso la seconda breue, la quale era sesta minore nella maggiore per rispetto dell' ottaua del seguente Tenore, per lo quale ordine per coprir un male, ne commettono un maggiore, il qual si uede nella prima breue, la quale quinta, et naturale si mostra col Tenore, conciosia cosa che per essere incommodo, et faticoso tal spatio di Semituon maggiore continente al genere Cromatico, et non al Diatonico, sara dibisogno rimouere la prima detta breue di Quinta in Sesta anche essa maggiore, Onde similmente nel secondo essempio ne nascera un' altro manifesto errore, non ostante chella nota incoronata sospesa innanzi il ripigliamento della seguente posi alquanto nel tacere, per le medesime ragioni di sopra mostrate sara processo odioso, et non concesso, perche il Basso conuiene colla detta breue seguente nella ottaua, il quale inconueniente, et errore nasce per tua cagione, perche di ciò non hai la uera intelligenza, la quale ti mostra quella ottaua creare in decima, Et ti fa accorto di altri processi simili.

OPPENIONE X.

Gia dannoi molte uolte fu hauuto consideratione alla poca auertenza, et uana oppenione di alcuni, i quali si credono creare nelle loro compositioni quello, che dal musico è chiamato Fuga, la imaginatione de quali non sara in tutto quella, ch' alla fuga si conuiene, imperoche essi considerano tal effetto solamente conuenirsi alla fuga, conciosia che esso sia appartenente etiandio al canon, Il quale appresso de Greci ual quanto regola, come seguitando intenderai.

[Aaron, Lucidario, f.CCir; text: Canto. Tenore.] [AARLUC 06GF]

Se da te sara considerato, come procedano le note, o sillabe del sopra posto essempio, uederai, che di necessita bisognera, che il Tenore pausi i dui primi tempi del Canto, et procedendo tal principio non sara l' effetto somigliante al Canto, perche [-f.CCiv-] esso procede da re, mi, fa, sol, il qual processo e la prima Diatessaron, et il Tenore da ut, re, mi, fa, il quale è processo della terza Diatessaron, la onde per essere da molti tal uia ignorata, diranno, che sia fuga per Diapason, percioche il principio del Tenore rende ottaua al canto, Et cosi in tutte le altre imitationi danno il titolo alla fuga non conueneuole al cominciamento di colui, che lo segue, onde ne nascono inconuenienti manifestissimi.

RESOLVTIONE.

Gli antichi, et dotti musici, et anchora i moderni in questa parte di musica chiamata Contrapunto, hanno considerato molte uarieta, et modi d' interualli prodotti dalla uaria positione delle contabili figure, ouero note, De quai processi uno hanno chiamato Fuga, laqual fuga, ouer consequenza non potra stare per se pronontiata, cioè con un solo suono, perche essa non puo esser prodotta con manco di due uoci, delle quali l' una segua dopo l' altra, Et tal fuggire si fa in quattro modi, cioè per Vnisono, per Diatessaron, per Diapente, et per Diapason, et per le loro composte, o replicate, per tanto come di sopra è manifesto, diremo che fuga non sia altro, che una somiglianza di interualli musici, gli quali è mestiere che siano simili di forma, et di nome, Stando adunque questi termini, dico, che il processo di sopra mostrato, non sara uera fuga, perche non ha similitudine di nome, imperoche dicendo il Soprano re, mi, fa, sol, Et il Tenore ut, re, mi, fa, sara Canon, et non fuga, per lo qual fondamento hauerai riguardo quando farai un uarco, che da te sia inteso fuga, oue al nome di quella non risponda; dirai Canon per Diatessaron, ò per Diapente, ò come ti piacera, et non fuga, la quale come con ragione si habbia affare, nella seguente figura uederai.

[Aaron, Lucidario, f.CCiv; text: Fuga per Diapason] [AARLUC 06GF]

OPPENIONE II.

Hanno domandato alcuni, et forse hanno ferma oppenione, che i tre generi, cioè il Diatonico, il Cromatico, et l' Henarmonico debbano hauer principio [-f.CCijr-] dalla proportione Sesquiottaua, et non de Semituoni, et dal Diesi, perche esso spatio del Tuono è perfetto, et di maggior dignita, che non è il Semituono, et il Diesi; per laqual cosa stando i detti generi, o Tetracordi co gl' interualli minori nella parte graue, essi sanno una domanda, Qual sia la cagione, che essendo il Comma, come piace a Boetio, minimo, et insensibile all' udire, Pitagora, et gli altri philosophi non habbiano trouato una diuisione di Tetracordi, i quali habbiano nel grauissimo loro interuallo la proportione, ouero spatio di esso, La qual questione nel 1516 fu da don Franchino proposta mentre l' eccellente messer Gioan Spadaro, et io con lui, et con Nicolo Vulso erauamo a musico litigio, nella quale il detto don Franchino teneua, che i tre generi hauessono principio per Tuono, et non per Semituono, ne per Diesi, allegando Boetio, Ilquale parlando de detti generi, dice, che egli mai non adiuiene, che essi possano essere cangiati di graui in acuti; Pertanto dal sopradetto messer Gioanni, et da noi fu data resoluta risposta, come di sotto appare.

OPPOSITIONE.

In questo luogo Franchino allega il 4. libro della musica di Boetio, et noi trouiamo che il detto Boetio nel libro primo al capitolo 21. dice in contrario, percioche la doue dallui della forma Diatonica è trattato, egli incomincia nel graue, et procede nel acuto, dicendo, che secondo la diatonica Cantilena in un Tetracordo si procede per un Semituono, per un Tuono, et per un' altro Tuono, Dapoi trattando della forma Cromatica dice, che 'l Cromatico genere, ilquale è detto quasi colore, come quello, che uaria dalla natura del Diatonico è cantato per duoi continouati Semituoni, et per un Semidittono; Et similmente dello Henarmonico dice, chell' Henarmonico per essere piu ristretto, si canta in tutti i Tetracordi per duoi Diesi l' un dopo l' altro, et per un Dittono; per laqual cosa annoi pare, che chiaramente Boetio dica per altro modo, perche dimostra, che tali generi procedono dal graue nel acuto, et non dal acuto nel graue, ne manco a Pitagora piacque trouare Tetracordi, ne quali si trouasse nel grauissimo luogo la proportione del Comma.

RESOLVTIONE.

Di sopra si uede, come Boetio assegna gli interualli a detti generi dicendo la uoce procede, et anchora si canta, la onde si comprende, che se la uoce non potesse prononciare gli interualli de detti generi, che tali interualli sarebbono uani, et di souerchio posti, et trouati, Per tanto si dice, che lo spatio del Comma non è suto considerato, ne posto per interuallo di alcuno genere, perche dato che egli sia compreso dall' udire, dallo stormento naturale non puo essere pronontiato, Et come sarebbe fuor di proposito a colui, che douendo essere in alcun luogo, facesse in giro il camino oue con men fatica, et piu acconciamente a dirittura ui potesse peruenire, [-f.CCijv-] cosi se lo spatio del Diesi basta, piu parti minute non si uogliono ricercare, Et ben che lo stormento artificiale (conciosia cosa chell' arte sempre si sforzi di imitare la natura con tutto il suo potere) potesse per uentura pronontiarlo, non essendo il naturale bastante, ne ualeuole a ciò fare, nientedimeno in tal diuisione egli non si uede essere d' importanza alcuna; Similmente da Franchino fu domandato, perche il Cromatico Tetracordo dal Diatonico è deriuato piu tosto procedendo dall' acuto nel graue, che dal graue nel acuto? Si risponde, che niuna legge, ne ragione puo sforzare il musico nella diuisione di Tetracordi a dar principio piu nel graue, che nel acuto, perche quelli interualli, i quali si possono hauere dallo acuto nel graue, si potranno anchora hauere dal graue nello acuto; Per tanto dico cio essere a beneplacito di colui, che fa tal diuisione di graue uel acuto, Ilche è stato osseruato da Iacob Fabro nel diuidere de generi spessi, Et somigliantemente da Guido nella partione del suo Monocordo secondo il genere Diatonico diuiso, cosi anchora da Bartolomeo Rami nel Diatonico partimento, et anchora in quello, doue egli dimostra, che ogni Tuono resta partito in dui Semituoni, Et da Franchino al capitolo 15. del primo libro dell' Armonia delli stormenti (conchiuderemo adunque, che tal diuisione cominciata per lo graue, o per lo acuto è in requisitione del musico, perche il buon partitore fara poca stima nel mediare dui estremi Sesquitertij, comunque si cominci, o nell' acuto, o nel graue.

DEL SEMITVONO NEL GRAVE.

Vltimamente fu domandato, perche habbiano i Tetracordi origine dal Semituono nel graue, et non da altra spetie, o figura appartenente al Diatessaron, conciosia cosa che ciascheduna spetie habbia il sesquitertio interuallo. Questo quesito, il quale similmente da don Franchino fu fatto, nel uero e, di poca, et quasi nulla estimatione all' Academia de musici, perche questo porre del Semituono sta nel uolere del musico, pure per sodisfacimento di molti alcune ragioni sopra di cio si diranno, pero dico, che essendo il Semituono quello interuallo per lo quale mediante la sna uaria sede le spetij del Diatessaron sono uariate, che egli non fu senza cagione posto nel luogo piu graue de Tetracordi, come luogo piu degno dello acuto, imperoche egli è molto piu degno nella musica la Intensione per la sua facilita, che non è la Remissione, et questo noi uediamo nello introducere il discepolo ne musici interualli, perche prima si amaestra intorno l' ascendere con queste sillabe ut, re, mi, fa, sol, la, et poi nel discendere; Oltre di cio noi habbiamo duoi modi, ouer Tropi, che ouegli, i quali sopra il loro fine ascendono, sono primi nel ordine assegnati, et quegli, che sotto la loro finale lettera discendono, sono secondi nel ordine considerati. Appresso non è dubbio alcuno, che il principio graue non sia piu degno dell' acuto, perche il graue, e come tutto, et lo acuto, è parte di esso graue, come habbiamo da Aristotele ne Problemi; Medesimamente diremo, che tale Semituono sia stato [-f.CCiijr-] posto nella parte graue per poter dopo la diuisione del genere Diatonico nel Tetracordo assegnata con piu ageuolezza procedere alla uera diuisione de gli altri generi, i qual per le ragioni su dette debbono anchora hauere i numeri de loro interualli nella parte graue nella diuisione de Tetracordi.

OPPENIONE XII.

Nel medesimo tempo? et millesimo soprascritto il nostro don Franchino hebbe contraria oppenione, come appare da alcune sue a me scritte intorno il capitolo .55. del Terzo della nostra Musica della Institutione harmonica, oue dannoi e detto, che il Quinto modo è quando il Semicercolo si ritroua uolto al contrario sotto il segno del tempo imperfetto, La qual figura significa doppia proportione, sopra qual luogo egli disse In questo pigliate errore, percioche il Semicircolo comunque sia uolto, sempre è segno di tempo imperfetto, come qua [C,CL], [CB], [CT], Il qual Semicercolo per non esser altro che un cerchio imperfetto, non pieno, o non intiero, o sia posto sopra, o sotto le figure, che di esso sono coronate, non è di ualor ueruno, et seguitando dice, che non trouò mai dotto autore, che assegnasse ragione alcuna, che tal segno [CL]. ne meno l' altra sua uguale parte come qui .[C].[CL]. fusse proportione doppia, et che allui parea, chell' Hemispero, ouero Semicircolo fosse una figura di Geometria, et la metà d' un circolo, appresso che il Musico giudicaua, et assegnaua il circolo e 'l semicircolo al tempo ternario, et al binario, et che non erano posti per caratteri di numeri da gli Arithmetici, et conchiudendo, dice, che quello che dinota numero, è gouernato dalla discreta quantita, et che tali numeri Musici debbono essere dimostrati per le zifre numerali, et non per, [O], ne per .[C]. le quali sono figure che s' appartengono alla continoua quantita; Trallequali quantita, cioe tralla continoua, è la discreta non è poca contrarieta.

OPPOSITIONE.

Al gran discorso, et obiettione della Eccellenza del nostro don Franchino, la quale egli ci fa in poche parole dicendo, che egli non ha mai trouato dotto alcuno, che tra questo segno .[C]. et quest' altro .[CL]. faccia proportione doppia, Dannoi è risposto, che se egli non ha ueduto di cio special regola, o trattato, che noi l' habbiamo trouato nelle compositioni de dotti musici nostri predecessori, et perche egli dice parlando Geometricamente, cioe secondo la quantita apparente, che il Semicircolo ne l' altra sua parte uguale non potranno fare doppia proportione, conciosia che l' Hemispero, o Semicircolo sia una figura Geometrica, et la metà d' un circolo, Questo dannoi è conceduto parlando quanto alla Geometria, la qual consideratione intorno la materia nostra è di souerchio, perche essendo tal nostra consideratione della musica, I Musici non giudicano il circolo, ne il semicircolo secondo la forma, [-f.CCiijv-], et la quantita apparente, Ma pigliono esso circolo, e 'l semicircolo, come egli afferma per tempo ternario, et binario, appresso egli uuole, che il Musico non possa porre questo segno del ternario .[O]. contro a quest' altro del binario .[C]. per crear la sesqualtera proportione, Ma ha oppenione che il Musico, quando uorra dimostrare qualche proportione ne suoi canti debba adoperare le zifre, o figure numerali da gli Arithmetici usate, Intorno al qual parere, dico, che l' usare i numeri è in potesta, et arbitrio del musico, ne percio si fa pregiuditio alla Arithmetica, che benche sia lecito al Musico sapere Arithmetica, egli non è pero sforzato di usarla, se non quanto allui piace, et bisogna, Perche se il Musico ne suoi canti puo dimostrare per lo suo circolo, et per lo semicircolo la proportione cadente tra le sue figure cantabili, non gli è dibisogno andar togliendo le zifre d' altrui.

RESSOLVTIONE.

Se il Musico fosse in errore de suoi circoli, et semicircoli, secondo che l' eccellente, et consumato Musico messer Gioan Spadaro alsu detto Franchino rispose seguirebbe, che gli Arithmetici circa le figure loro fossero parimente nel medesimo errore, per le quali essi dimostrano la unita, et la aggregatione di essa unità, come qui. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 et cetera. Intorno la qual cosa chiaramente si uede, che esse figure numerali non sono altro, che una linea ne diuersi modi dimostrati posta, per la qual cosa il Musico a similitudine dello Arithmetico senza riprensione alcuna puo usare altre figure differenti da quelle dell' Arithmetica, come .[O]. et .[C]. per dimostrare il suo numero ternario, et il binario, Ma egli ha creduto, che la uertu dell' annouerare consista solamente nelle figure dello Arithmetico, la qual cosa è falsa, percioche noi ueggiamo che tutto che l' arte dell' Arithmetica sia una sola, et l' istessa, nondimeno appresso di molti con diuersi carratteri, et segni ella, è significata, et dimostrata, percioche ueggiamo i Greci hauere le lor figure differenti da quelle de Latini, et similmente gli Hebrei, et altre nationi, le quali tutto che con uari caratteri, la ne dimostrino, et dichiarino, nondimeno tutte ugualmente la ne credono, et tengono la medesima, Similmente se il Musico dimostra il suo ternario per lo circolo, et il binario per lo semicircolo, dallui non è pero stimato, che tali numeri siano diuersi in uertu, et quantita da numeri dalli Arithmetici usati, et considerati, Il medesimo ueggiamo dalla forma delle lettere del nostro Alphabeto, et di quelle de Greci, et di altre lingue, le quali quantunque di figura, et di apparenza siano tra se differenti, et dissimili, esse pero in uertu, et ualore sono le istesse, et fanno il medesimo effetto, et operatione, si come si uede in queste lettere, [Delta], [Gamma], le quali come che con queste, d, g, non habbiano somiglianza de forma, nondimeno le prime l' istesso si ueggono operare appresso di Greci, che le seconde si facciano appresso de Latini, et de nostri. Oltre di cio si come la unita cosi segnata id est senza mutar la forma di essa altramente alcuna uolta è intesa per principio del numero, et alcuna [-f.CCiiijr-] uolta dimostra numero, Similmente il circolo, et il semicircolo del Musico è alcuna uolta inteso per tempo perfetto, et imperfetto, et alcuna per termine proportionato. Appresso dice il detto eccellente m Gioan Spadaro, che il Musico pone in due maniere la pausa occupante la metà dello spatio, cioè discendendo, et ascendendo, come è la pausa della semibreue, et la pausa della minima, et sottogiogne, che egli è manifesto che quanto alla continoua quantita tra le predette due pause non ha differenza alcuna apparente, ma quanto alla ualuta, che dal musico è inteso che la pausa de la detta semibreue comprenda in se tre uolte quella della minima, et qualche uolta due, finalmente conchiude, che essendo la pausa della minima, la quale è la metà di quella della semibreue, seguitera, che la detta metà, che è la medesima figura, sara differente da se stessa, Inteso dannoi il fondamento, et le ragioni del sopradetto si puo conoscere, che questi duoi semicircoli .[C,CL]. dato che secondo la loro forma siano uguali, essi pero per la loro diuersa apparenza, ouero positione sono dal Musico considerati producere diuersi effetti intorno le figure loro cantabili. Dalle quai cose si raccoglie, che il semicircolo secondo che egli si troua posto, è preso qualche uolta da i Musici per assegnare il ualore alle note cantabili, et qualche altra per leuare il detto ualore loro, percioche questi segni .[C,CL]. danno il numero alle figure, si come al contrario questi [CBd][[CTd] sub lin.] le ne priuano, imperoche recano la nota in un certo essere, et stato secondo il uolere del cantore, Et per tanto egliè da dire, che questo semicircolo riuolto .[CL]. dalli antichi sia stato inteso per lo doppio di questo .[C]. Pero se tal ordine da loro rettamente è stato compreso, non ha dubbio, che quello che dannoi a loro somiglianza, è suto trattato, conueneuolmente non sia stato detto.

OPPENIONE XIII.

Gia dannoi fu intesa una noua oppenione, che haueano alcuni intorno al [C], tagliato, et non tagliato. La quale era, che essi non potessono producere insieme paragonati la doppia proportione, ne altra spetie, conciosia che essi non possano far l' effetto di caratteri numerali in dimostrare alcuna proportione, et diceano che il semicircolo uergolato, o tagliato, partorisce una diminutione simile alla proportione doppia nelle sue figure, et che comparando il detto semicircolo tagliato al semicircolo non tagliato le note, ouero sillabe di esso restano considerate nella diminutione della metà del suo ualore, Appresso da loro era detto, che i seguenti segni non erano considerati nella proportione Sesqualtera come qui .[O].[C]. perche il Semicircolo è segno di tempo imperfetto, et solamente diuide la breue in due semibreui, et tutto il rimanente del canto, Et similmente, che la figura circolare è segno di tempo perfetto, et separa la breue in tre semibreui, Et in altre, che tali segni bene dimostrano la quantita loro, et il processo ternario, et il binario nelle semibreui, ma che non possono far diminutione, ne accrescimento alcuno appartenente [-f.CCiiijv-] alla proportione, le sentenze, et fondamento de quali dimostreremo non essere di momento niuno, percioche essi si fondano solamente nell' essercitatione.

OPPOSITIONE.

Diciamo adunque, che da loro solamente è considerato la uertu del segno, et non l' effetto del segnato, perche dicono, che il segno semicircolare tagliato produce una diminutione simile alla doppia proportione, Si risponde, che per tal somiglianza, et conuenenza, che ha il segno semicircolare con quella egli non sara punto dissimile dalla detta proportione, La natura della quale in questo luogo adopera, chella figura perde la metà del suo ualore, o uertu, per la qual cosa dico che il semicircolo adogato, o reciso accompagnato di questo .[C]. dimostra la proportione doppia, perche come disopra habbiamo detto, essendo comparato al semicircolo non tagliato, le sue cautabili figure restano considerate la metà manco del loro ualore, Appresso la detta proportione si puo dimostrare per gli numeri come qui 24/12, Per che ogni figura sotto tali termini numerali segnata in comparatione delle poste inanzi à se uicine resta con la metà del suo ualore considerata.

RESOLVTIONE.

Vedute et considerate dannoi le ragioni sopra dette diciamo, et conchiudiamo, che il semicircolo tagliato paragonato al semicircolo non tagliato sempre rende la proportione doppia, et che al Musico piu si conuiene segnare la detta doppia proportio ne per gli suoi propi segni attrauersati, che per gli altrui caratteri numerali, perche ogni scienza dee procedere per gli suoi termini per sino che di quelli si puo ualere, et doue co suoi non possa sodisfare, in tal caso all' altre scienze le è lecito di ricorrere, la qual cosa è osseruata da dotti antichi Musici, Medesimamente dalloro sono stati usati i caratteri numerali in esprimere quello, che per lo circolo, et per lo semicircolo non potea essere dimostrato, Et perche essi non sanno anchora, che il circolo posto in opposito del semicircolo generi la proportione Sesquialtera, di qui nasce, che solo attendono alla prattica, percioche eglino non considerano, chella Musica, la quale consiste nella sonora quantita, dee hauere un principio inuariabile della sua ualuta, Et si come il Geometra diuide la istessa forma, o figura in piu modi, rimanendo essa inuariabile, cosi il Musico, come colui come s' è detto, che tratta della sonora quantità, deè hauere uno inuariabile principio, ilquale dalli inuentori di quest' arte fu chiamato Tempo, il quale molte uolte insieme raccolto produce quello che dal Musico è chiamato Modo, come in piu luoghi l' eccellente, et dotto Musico messer Gioan Spadaro nel suo trattato della perfettione dalla Sesqualtera prodotta conferma, Et perche da loro è detto, che il circolo, et il semicircolo dimostrano solamente le loro quantita del numero ternario, et del binario nelle semibreui, et non [-f.DDir-] diminuimento, ne accrescimento proportioneuole, diciamo, che questo è falso, percioche se il Musico puo diuidere il suo tempo in parte minute, et con esso producere le parte terze, et le mezze, le quali siano uguali tra loro senza togliere da altrui quello, onde possa esprimere la sua intentione, non ueggiamo, perche di ciò ne debba nascere contrarieta alcuna, Queste considerationi erano osseruate da gli antichi, per le quali da loro fu constituito tanta uarieta di segni per diuidere il tempo imperoche ciascun segno assegna non solamente al tempo uaria diuisione, ma etiandio uaria pronontiatione, et per conseguente aumentatione, diminutione, et proportione tra loro comparati, Alla qual cosa essi erano contrarii, perche diceuano, che nel canto figurato le semibreui di questo segno .[O]. sono cantate ugualmente colle semibreui di questo segno [C]. A che rispondiamo, che gliè la uerita, pero il buon Musico non dee dannare l' arte, per compiacere alla semplice essercitatione, percioche egli puo bene scriuendo in Musica seruare alla Theorica la propieta, et tutto quello che è suo sanza derogare in cosa ueruna alla prattica, et per tal modo il detto potra sodisfare all' una, et all' altra, et quello, che a ciascuna di esse si conuiene loro conseruare, onde per le ragioni addotte, gli antichi et dotti Musici sesquialterauano le note di questo segno .[O]. comparate al seguente .[C]. perche per un tempo di questo .[C]. pronontiauano due semibreui, et sotto questo .[O]. ne passauano tre, la qual cosa è impossibile, uolendo procedere per uie ragioneuoli, che altrimenti sia considerata, non ostante che dannoi sia stato in contrario osseruato al capitolo 38. del primo libro del nostro Toscanello, non ad altro fine, che per osseruare quello, che molti innanti noi hanno usato.

OPPENIONE XIIII.

Ciascun dotto, et mezzano Musico, cosi antico, come moderno ha constituito, et per ferma regola dato, che il Tritono, ouero Tetracordo maggiore ne concenti musici debba essere distrutto, et mollificato non meno quando egli ascende, et descende che quando egliè composto, et non composto, Il qual mollificamento non per altro dal musico è stato usato, se non per una dura, et aspra distanza ischiuare, la quale nasce dal primo stremo all' altro, la qual distanza, o interuallo è dalla Harmonica consideratione tralasciata.

OPPOSITIONE.

Conciosia cosa che l' oppenione d' ogni Musico intenda a fuggire la intolerabile durezza del sopradetto Tritono affine che tu sappia, che alcuna uolta esso si può tolerare dico, che egliè dibisogno considerare molti modi, et uarieta, le quali possono essere dimostrate dalla natura di esso, Imperoche dal musico, ouero compositore essendo inteso, et figurato composto, et incomposto, o ueramente dall' uno stremo [-f.DDiv-] all' altro, ne seguitera, che alcuna uolta sara tolerato, et alcuna no, la quale intelligenza, et secreto forse non sara ageuole a douere essere intesa, perche procederà gradatamente, ouero per gli mezzi, per lo qual discorso, et processo si comprendera chell' udire dal detto Tritono non potra essere offeso da l' uno stremo a l' altro, da quali stremi prouiene tale disonanza, la quale per un certo ordine di figure, et note ristrette trall' uno stremo et l' altro, non sara ammollita ma accettata per natural suo discorso, come la figura sottoposta ti fara manifesto.

[Aaron, Lucidario, f.DDiv,1] [AARLUC 07GF]

RESSOLVTIONE.

Se egli sara fatto giudicio intorno i sopra posti essempi, non potra se non esser detto chella quinta semibreue colla settima renda spatio di un Tritono, et similmente la prima breue del secondo essempio colla seconda semibreue legata ne rende un' altro, li quali dui tritoni certamente potranno essere tollerati non ostante che ogni regola uoglia, che quando un canto ha principio nel F graue, et da esso F graue ascende al b mi acuto, et per opposito, sempre si debba cantare per la figura del b molle, nulla dimeno ogni regola puo patire eccettione, conciosia cosa che egli si uogliano uarij effetti considerare, per tanto diremo, che tali tritoni potranno rettamente dal cantore essere pronontiati et tollerati, perche sono composti, et dimezzati da alcune note, le quali mettono tempo per modo che la durezza, et dissonanza loro, la qual nasce da gli stremi non è sentita, et poco offende gli uditori, per laqual cosa se dall' uno stremo all' altro sara dimezzamento, ouero compositione di alcune note per essere lontana la sillaba mi dal fa potrai senza commettere errore procedere all' uno, et all' altro modo, come sara in tuo piacimento, Ma se saranno composti, o dimezzati per una sola sillaba, o nota, ouero per uno solo interuallo senza dubbio essi non saranno tollerati, imperoche gli stremi sono troppo prossimani, et uicini nella qual cosa la regola non patira eccettione, come la figura seguente dimostra.

[Aaron, Lucidario, f.DDiv,2] [AARLUC 07GF]

Certamente egliè cosa molto conueneuole far mentione, et dar notitia delle predette cose, perche tutto che esse paiano essere contro a precetti, et alle semplici regole date a gli incomincianti, pero da gli intendenti, et dotti compositori non sono tenute in uil pregio, come dimostrano le loro compositioni, et canti a tre, a quattro, [-f.DDijr-] et a piu uoci, Imperoche in tali canti per una certa arte meglio si puo occultare al senso dello udire uno processo, il quale gli sarebbe aspro, et spiaceuole, che nelle compositioni a due, o a tre uoci, Et questo adiuiene, perche quando il buono compositore conosce, che una parte del concento ha diffetto, et manca nell' ordine incontanente mediante l' arte, et la ragione le porge aiuto in qualche altra parte, et progresso del canto medesimo in guisa, chell' udire non sentendo durezza, ne impedimento alcuno, a tal sonorità, et harmonia si acqueta, Et perche tra gli interualli, et distanze della quarta, cioè di due tuoni, et de un semituono, che cadono nel diatonico monacordo, ue ne hanno luogo alcuni del tritono, auegnadio che esso Tritono paia difforme dall' ordine de Tetracordi; Nondimeno da quelli, che hanno la uera intelligenza della Musica essendo con industria, et arte accommodato nelle harmoniche comparationi a tre et a piu uoci, ageuolmente si potra tollerare massimamente quando haura la terza, ouero la decima nella parte graue, come seguitando si uede.

[Aaron, Lucidario, f.DDijr; text: Canto. Tenore. Basso.] [AARLUC 07GF]

Egliè gran questione tra alcuni ueracemente poco intendenti, che il comporre in Musica non sia altro, che una pratica, i quali a corroboramento di questa loro oppenione dicono, che molti sono stati, et a tempi nostri si trouano, i quali sono eccellenti, et ottimi compositori senza hauere molto fondamento di musica, Et percioche questi tali considerano questa diuina arte solamente alla scorza, et superficie, essi dicono essa essere cosa ageuolissima, pero accio tu conosca quanto ferisca lontano dal uero segno questa loro oppenione, mi è paruto da sporti quello, che contro questi tali dal nostro messer Gioan Spadaro è detto.

OPPOSITIONE.

Chi uorra intorno tal materia in alto leuare il suo ingegno, chiaramente conoscera, che tutta la eta d' un huomo non solamente non sara bastante a douer peruenire al sommo di essa, ma ne anche i primi gradi pure a salire, Dico adunque, chell' arte del comporre l' harmonia non consiste solamente nella pratica, Perche oue cosi fosse, egli seguiterebbe, che colui, il quale piu praticasse, et piu si essercitasse in comporre, hauesse piu gratia, et cognitione di tal arte, Ilche tutto si uede essere in contrario, percioche egli si è ueduto per esperienza, che alcuni haranno essercitato [-f.DDijv-] buona parte della loro uita l' arte del comporre, et poi da altri, che quella per picciolo tempo haranno pratticato, saranno state superate, Adunque egli non è da dire, chell' arte del comporre consista solamente nella pratica, Imperoche hauendo la Musica molti membri, et particolari considerationi, Alcuni di essi solamente considerano la ragione delle distanze sonore per termini proportionati, come accade nel canto fermo, altri la misura del tempo in diuersi modi essercitata, la quale al canto misurato si appartiene, Tali hanno rispetto di ottimamente cantare, et con leggiadria le uoci, et suoni proferire, In modo che l' harmonia uenga grata a coloro, che l' ascoltano, Ecci un' altro membro, il quale è detto arte di comporre l' harmonia, et questo tale attende a ordinare le sonore distanze per certa scienza et moderata arte, et ordine, accio che esse peruengono a gli orecchi di coloro, che l' odono soaui, et grate, I quai membri, et parti potranno ciascuno per se soli stare, cioè che 'l huomo potrà hauere buona intelligenza di un solo de detti membri, o particole senza hauer cognitione di niun altro di quelle, Et anche potra hauere la uera notitia delle proportionate distanze de suoni, et non sapere canto figurato, ne cantare, ne comporre, Et il somigliante accadera dell' altre particole, et membri predetti, I quali sono tanti, che egliè impossibile, che alcuno possa hauere la perfetta intelligenza di tutti, crederrò bene, che si siano stati di quelli, et anchora siano, i quali uno, o parte di essi habbiano intesi, laqual cosa adiuiene si perche un solo di essi è tale, che richiede molto piu di spatio, che non è la breue uita di un huomo, et si anchora, perche i cieli non concedono la intiera cognitione di una scienza in un solo, ma essi la ne compartono in piu, accioche l' huomo per tal perfettione non presumesse troppo alte cose di se, conciosia cosa che per un antico, et sperimentato prouerbio si dica, chella scienza suole far insoperbire.

RESOLVTIONE.

Risoluiamo, che il ben comporre l' harmonia non consiste solamente nella pratica, ma anchora nell' hauere buona Theorica et cognitione della uerita, la qual nostra oppenione fu confermata dallo eccellente, et consumato musico messer Gioan Spadaro, il qual dice che uno puo essere buono, et ottimo compositore, anchora che dallui sia ignorato ogni altro membro, et particola di musica, perche harà chiaro lume, et cognitione della uerita di tal particola di musica, et posto che dallui non siano considerate molto profondamente le musiche distanze, ma solamente la loro semplice sonorita, nondimeno per uia di una certa arte, et pratica sà per tal modo ordinare le sonore distanze, che al sentimento dell' udire producono amena, et soaue harmonica commistione, La qual materia non si troua, che per alcuno de gli antichi philosophi, i quali hebbero cognitione di tanti secreti della natura sta stata saputa trattare nelle opere, et scritture loro, Imperoche da loro solamente è stato addotto in luce la materia atta alla forma harmonica, cioè il Diapason, [-f.DDiijr-] il Diapente, et il Diatessaron, et altre distanze, per la qual cosa i trattati et compositioni loro non sono di tanta eccellenza quanto i concenti di molti eccellenti compositori, i quali senza altramente considerare la propieta, et la natura come quelli fecero di tal materia colla loro arte, et ingegno hanno saputo condurla alla forma harmonica di maniera che il senso dell' udire resta contento di tale soaue commistione, perche procedono con tale ordini, et modi sottilissimi di modulationi, che essi sono piu tosto sopra naturali, che naturali, la onde si puo credere che i buoni compositori nascono, et non si fanno per studio, ne per molto praticare, ma si bene per celeste influsso, et inclinatione, Gratie ueramente, che a pochi il ciel largo destina, nondimeno concediamo, che altro non sia il comporre in musica che una pratica, la quale annoi pare, che non consista in altro che in esprimere, et manifestare quello che dal Theorico, come da colui che prima ciò per istudio, et per acume d' intelletto ha conosciuto ci è dimostrato, per laqual cosa appare, che uolendo bene, et soauemente comporre l' harmonia, altro ci uuole, che la semplice intelligenza et cognitione de consoni interualli, percioche ci concorre anchora la intelligenza, et il sapere di tali suoni concordi appartenenti alla detta harmonia, Et si come ueggiamo, che per diuersi scultori nel marmo, o in altra materia essendo introdotta la istessa figura, o forma, esse tra loro tuttauia haranno tanto piu di perfettione l' una dell' altra, quanto gli artefici di esse saranno piu eccellenti l' uno, chell' altro, Il simile dico auenire di questa nostra harmonica facolta, nella quale ueggiamo ritrouarsi molti compositori, da ciascuno de quali la materia, ouero distanze musiche essendo conosciute acconcie alla forma harmonica essa le è data in piu eccellenza dall' uno, che dall' altro, et con maggior soauità, et dolcezza prodotta secondo che l' uno ha piu cognitione, et gratia in tal facolta dell' altro, Et per tali argomenti, et dimostrationi si conchiude che l' arte del comporre l' harmonia consiste in altro che nella sola pratica.

[-f.DDiijv-] LIBRO TERZO.

DICHIARATIONE DEL TEMPO MVSICO DETTO NATVRALE, ET ACCIDENTALE. CAPITOLO I.

NOI Veggiamo per isperienza, che si come la scienza, et cognitione delle cose non solamente si arreca ornamento, ma etiandio di grandissimo proffitto ci suole essere cagione, per laqualcosa meritamente que saggi antichi philosophi, lasciata ogni altra cosa con ogni cura, et solecitudine si diedero alla inuestigatione di quella, Cosi al contrario la ignoranza, come madre di errori, a coloro, che nella sua oscura calligine sono inuolti, biasimo, et danno solamente per lo piu suole partorire, Ma fra tutte le sorti di ignoranza quella è graue, et noiosa, et che prepondera di gran lunga a ciascuna delle sue parti, quando alcuno stima di saper le cose, che egli non sa, Pero da questo <fonte> certamente, et non altronde prouengono tutte le oppenioni dalle quali cosi ueramente siamo ingannati, Et pero non ostante, che dannoi al capitolo 8. et al 27. et al seguente del nostro Toscanello i segni antichi, et moderni siano stati sposti nondimeno non ne pare fuor di proposito alcune altre parti reiterare non manco necessarie che le prime state si siano, conciosia cosa che alcuni si ritrouino, i quali hauendo poco lume della uerita, cercano l' arte di oscurare, conciosia cosa che essi credano, che quando un canto non ha nel principio la figura circolare, ouero la semicircolare non sta di ragione conceduto, nella qual cosa essi dimostrino essere priuati di tutto principio, et di ogni quantunque picciola intelligenza, conciosia che egli si consideri il tempo Musico in dui modi, cioè apparente, et immaginato, Et perche per tal rispetto potrebbouo essere stimati duoi tempi, pero è da sapere che esso, o sia immaginato, ouero scritto, et apparente nella sua nota, o figura sara sempre il medesimo tempo, onde meritamente la sua consideratione anchora si potra dire essere una sola, la qual predetta diuisione del tempo in due parti uguali, da musici è chiamata naturale, Et questo auiene per pendere, et nascere dal numero binario, il quale essendo primo tra gli altri numeri è detto naturale, la qual cosa è molto accetta al commertio Musico, appresso il quale la detta diuisione del tempo in due parti uguali, o per altra spetie diuiso è nota, et cognita per la semplice apparenza di ciascuno concento del canto misurato, cioè senza esserui posto ne segnato altro segno, per lo quale tal binaria diuisione sara fatta al Musico, ò Cantore, ma quando il tempo, o altra spetie è rimossa da tal naturale diuisione, Tal mutatione conuiene allhora apparere per certo, et noto segno, per lo quale il cantore sia fatto accorto della accidentale diuisione delle spetij del canto misurato, com accade, quando il tempo, o altre spetij per segni dimostratiui, et apparenti non possono essere intesi cadere sotto la binaria diuisione, conchiuderemo che ogni concento, o canto immaginato dal Musico, o compositore sotto la binaria [-f.DDiiijr-] diuisione sta permanente, et retto senza altro segno nel principio, dato che nel detto principio appaiono pause del modo maggior perfetto, et del imperfetto, et del minor perfetto, dellaqual oppenione fu similmente il giudicioso, et dotto messer Gioan Spadaro.

Risposta allo eccellente don Franchino intorno alcune sue oppenioni. Capitolo II.

Nel sopradetto millesimo cioè nel 1516. dal uenerabile don Franchino ci fu opposto, che dannoi era detto, che otto a, 9. et 16 ad 18. comparati non faceuano proportione sesquiottaua, ma sotto sesquiottaua, la qual differenza apo noi non e riputata di molta <importanza>, perche quando i termini comparati sono pronontiati, egli non importa, che il minore sia posto prima del maggiore, o il maggiore del minore, ma solo si attende all' interuallo, il quale cade tra il suono graue, et l' acuto, Il contrario adiuiene nelle figure comparate del misurato canto, percioche le proportioni della maggior inequalità scemano, et le minori cresceno, doue che nella uoce non accade crescimento, ne discrescimento, Similmente sua eccellenza diceua, che il Diesi non era la metà del minore semituono, il che benche non paia uero, pur nondimeno egli il conferma al .3. capitolo del primo libro del suo trattato dell' harmonia delli stormenti, doue allegando Bacheo dice, che il Diesi e la mezza misura del minor semituono, la qual sentenza dallui è confermata anchora nella sua Theorica al .3. capitolo del secondo libro, et similmente al .2. capitolo del Quinto libro della detta Theorica, et da Boetio al capitolo 21. del primo della sua Musica, Appresso sua eccellenza dice, che dannoi sono state messe alcune note di color pieno per sesqualtera proportione, laqual cosa egli dice esser falsa, imperoche le note nere per se non possono dimostrare sesqualtera proportione, alla qual oppositione dannoi è risposto essere la uerità, cioè chelle dette figure piene per se non significheranno sesquialtera proportione, ne anchor le tre semibreui bianche in questo segno 32. per se sole la potranno fare, ma paragonate ad altre precedenti bene potranno creare la detta proportione, Intorno la quale per meglio dimostrare la sua oppenione dice, Chelle note di tal sorte piene sono dette sesqualterate per essere tra loro di ugual misura, et con tutto che tal diminutione serua alla hemiolia, ouero sesquialtera proportione, che propiamente però essa non puo fare tale effetto, per la qual cosa essendo dannoi domandato à sua eccellenza, qual era il propio del sesquialterare, per lui, et per noi fu risposto non essere altro, che leuare una terza parte alla nota diuisa per la uertu del segno in due parte uguale, oltre cio se la semibreue piena come egli conferma leua alla sua semibreue non piena la sua terza parte, et questi termini, 32 tra loro comparati similmente togliono alla detta semibreue bianca e ad altre simili la sua terza parte, à noi pare, che quello che è proprio all' uno sia conueniente all' altro, et tra loro non sia differenza alcuna, [-f.DDiiijv-] Per tanto l' una, et l' altra sara detta sesqualtera, et diminuta, de quai duoi nomi, qual sia piu conueniente fu conchiuso esser meglio il dire sesqualterate, che diminute, perche dicendo diminute solamente, egli non sarebbe inteso sotto quale diminutione fussero locate, perche si come le spetij di maggior inequalità non hanno fine, cosi le diminutioni sarebbono infinite, Per tanto sara dibisogno dire, diminute sesqualterate, Et a questo modo secondo sua eccellenza ci sarebbono due sorti di <sesqualtera>, cioè una propia, et l' altra per certa diminutione di una terza parte, Per la qual cosa secondo lui la propria stara per se, et sara chiaramente intesa per questi termini comparati, 32, et altri simili, L' altra nascera dal pieno alle figure assegnate disopra dette, Et la prima dallui è chiamata propia per non essere altro sesqualtera ne primi numeri, che quando tre figure si fanno equali a due come i termini di sopra dimostrano, Et la seconda delle tre semibreui piene, sara dallui detta impropria, Et questo adiuiene, per che ella non si dimostra in cifre numerali, ma dal pieno delle figure cantabili, il quale leua alle dette tre note piene tanto di uirtu, o ualore che restano solamente in quantita di due uacue, Et dato che le dette due sesqualtere siano dimostrate per segni diuersi, non saranno pero tra loro diuerse proprieta, perche per questi termini, 32, comparati si conosce, che le tre note bianche, hanno solamente la uertu di due di quelle, che loro innanzi sono poste: et per tal ragione i predetti termini comparati, et il nero alle figure assegnato non producono diuersi effetti, Et pero sarebbe errore a credere, chella forza consista nel segno, et non nella cosa segnata, perche si come il segno del merciaio, o d' altri non e cagione, chella merce sia uenduta, ma quiui stà per dar a conoscere qual sia di essa il signore cosi questi termini 32 stanno per segno della sesqualtera, et non sono pero essi sesqualtere, ma le figure nelloro sesqualtero ualore pronontiate faranno essa sesqualtera, et come il uendere della merce puo essere per uari segni dimostrato, cosi anchora la sesqualtera per uarij segni puo essere notata, Et questi segni appresso i Musici si fanno in dui modi, cioe con cifre, et con note piene, benche da gli antichi essa sesqualtera era qualche uolta dimostrata per lo circolò, et lo semicircolo tra loro comparati dalle sopradette ragioni conuinto, sua Reuerenza non pote negare chella sesqualtera non si segnasse con le figure piene, imperoche al capitolo 5. del Quarto libro della sua pratica conchiudendo, dice cosi, Quello fra questo mezzo generalmente è da douer essere auertito, chella sesqualtera di note nere non dee co suoi numeri essere notata, accioche per sorte non incorressino, in questo inconueniente di segnare due sesquialtere, Alle quai parole dannoi fu auertito, che se le figure piene non si debbono chiamare sesqualterate, ma diminute, oue egli disopra ha detto sesquialtera di note nere, egli douea dire sesquialtera di note diminute, Ma questo egli non disse, perche conuiene pur in fine, chella uerita stia disopra, La qual sentenza anchora è stata confermata da Gioan Tintori in quel suo trattato di proportione, la doue trattando della sesqualtera dice, Chella sesqualtera ha altri segni che li sopradetti, la qual cosa puo ragioneuolmente stare; Conchiuderemo adunque, che si [-f.EEir-] come le figure piene per se non sono sesqualterate, similmente le figure uacue in tal segno 3/2 non potranno essere per se sesqualterate, oue gia ad altre figure non fossero comparate, Et quello, che e proprio alle uacue, sara anchora proprio alle piene, et incontrario, Alcuni studiosi sono stati a contentione, quale di dui segni predetti habbia piu efficacia, et hanno conchiuso il pieno essere piu efficace delle zifre cosi poste, 3/2, et questo dicono auenire, perche il pieno è congionto col suo effetto per essere nelle figure sesqualterate posto, Et le cifre, le quali sono disgiunte dalle figure da loro dimostrate, potranno anche per se stare altroue senza quiui causare alcuno effetto, ma il pieno non mai. Medesimamente da sua Reuerenza fui ripreso, quando da noi fu detto, che ogni musico interuallo per se stesso nella corda sonora puo essere misurato dicendo, che pensaua che fusse la uerita parlando Geometricamente, ma che Arithmeticamente, cioe secondo la proportione del numero intero, et manifesto, che egli non credea, che si potesse trouare nella corda sonora la misura del Semituono minore ne del magiore, ne del Diesi ne del Coma, ne del Dittono, ne del Semidittono cosi a puntino, ma che bene le si potra andar appresso al segno, allaqual oppenione da noi fu risposto, che sua reuerenza s' inganaua molto credendo, che gli interualli predetti solamente si potessono hauere ciascuno per se nella sonora corda Geometricamente, et non Arithmeticamente, conciosia cosa che egli faceua del ragioneuole irragioneuole, et del lecito non lecito, perche egli uoleua, che essi interualli si potessono dimostrare per ragioni Geometriche, le quali non hanno nome ne misura, et non per ragione Arithmetica, la quale ha nome, et misura, Intorno la qual cosa certamente sua riuerenza era fuori di ogni ragione, considerando che egli non uoleua che i sopradetti interualli, e quali ne numeri hanno certa et denominata proportione si potessono per se numerare nella corda sonora se non, per ragioni Geometriche, le quali appaiono, et non sono, perche la musica non le riceue, Et che sia il uero, egli si troua per regola stabilissima, et ferma, che quando nella corda sonora uogliamo hauere l' interuallo di qualche euidente proportione, che tutta la lunghezza della corda si parte per lo numero maggiore, et da poi si fa comparatione da esso al minore, se nella corda uogliamo introducere la sesquialtera, la quale produce il Diapente, pero eglie di mestieri, chella corda sia diuisa in tre parti uguali, et che dapoi il suono .3. sia refferito al suono delle due parti, et per tal modo si potra hauere lo spatio del minor semituono per se, il qual cade tra questi termini comparati .256. ad .243. Et se tutta la corda sara diuisa, ouero partita in .256. parti eguali, et dapoi il suono generato da quella sara refferto al suono .243. haremo tal semituono minore per se formato, Et cosi anchora accadera de gli altri interualli, i quali disopra sono nominati.

Oppositione fatta dal eccellentissimo Messer Gioanni Spadaro, et da noi confermata. Capitolo III.

[-f.EEiv-] A nostra confermatione ci è paruto di aggiongere l' autorita del eccellente, et dottissimo musico messer Gioanni Spadaro Bolognese, il quale cosi dice Egli non fu mai piu udito, che una distanza, la quale habbia chiara, et denominata proportione non si potesse per se trouare Geometrica, et Arithmeticamente nella sonora corda, perche quello, che per numeri è apparente si puo anchora trouare nella continoua quantita, la doue tutto quello, che se puo dimostrare nella continoua quantita non puo gia per numeri essere dimostrato, conciosia cosa che gli numeri siano infiniti, et l' altra manca di misura, et sia finita, come dimostra Iacopo fabro dal detto Franchino allegato, Et perche sua reuerenza allegaua Guido monaco dicendo, che 'l semituono e 'l semidittono, et il dittono non si poteuano per se formare nel Monacordo, ma che si poteua bene loro andare appresso al segno, per la qual cosa concedeua, che per se tali distanze potessero hauere diuisione nel Monacordo, perche niuno Stormento essercitato colla mano non puo arriuare insino alla integrita della perfettione di tali consonanze, ma che bene si potea tanto accostare alla perfettione di quelle, che lo audito, come quello, che non puo comprendere tal imperfettione, resterebbe contento, A tal suo parere da noi si risponde in questo modo, che egli è la uerita, che Guido Monaco al capitolo 6. nel Microcologo dice cosi, Tutto che il semituono e 'l dittono, et il semidittono siano cantati, nondimeno non riceuono niuna diuisione, per le quali parole Guido non dice, che tale distanze non possano esser condotte per se nel Monacordo con nota, et certa misura, ma si iscusa, che per la diuisione fatta nel quinto precedente capitolo tali distanze tacitamente sono formate, et prodotte con piu facilita, che non sarebbe auenuto, se fossero state per se essercitate, percioche nel predetto capitolo egli partendo la corda solamente in due in tre in quattro, et in noue parti ha assegnato in essa corda tutti gli interualli nel Monacordo necessari, et con tal facile modo procedendo, leua la faticosa diuisione, la quale nascerebbe nel formare per se nel Monacordo i predetti interualli, Perche uolendo hauere nel Monacordo lo spatio intiero di duoi Toni sesquiottaui bisognerebbe diuidere la corda in .81. parti uguali, et dapoi refferire il suono .81. al suono .64. et all' opposito, per tal modo sarebbe necessario essercitarsi circa gli altri interualli cioè del minore et del maggiore semituono, del diesi, del coma, et del semidittono, le quali diuisioni dato che siano laboriose, pur nondimeno si possono trouare, et per se formare, perche la loro proportione è chiara, et nota, et commensurabile, et ne numeri constituita onde Guido dice, che non possono per se riceuere diuisione, perche essa resta apparente dopo la facile diuisione del Diapason, del Diapente del Diatessaron, et del Tuono le sopradette sentenze dello eccellente messer Gioanni non sono publicate, ma dallui ci furno scritte, et da noi considerate, et confermate.

Dichiaratione del Contrapunto. Capitolo IIII.

[-f.EEijr-] Molti scrittori in questa nostra harmonica facolta hanno diffinito, che cosa sia Contrapunto, fra i quali si troua, che Gioan tintori nel suo Diffinitorio dice, che il Contrapunto non è altro, che un canto, che consiste nel porre di una uoce contro d' unaltra uoce, ilqual Contrapunto dallui è diuiso in due parti, cioè in semplice, et diminuto, Et Franchino al capitolo primo del quarto Trattato del suo libro dell' Harmonia de gli stormenti dallui chiamato Angelico, et diuino, dice, che il concento, ouero modulatione è uno corpo, il quale ha in se diuerse parti accommodate alla cantilena disposta tra uoci distanti per interualli commensurabili, et che questo è detto Contrapunto, perche sempre si considera un punto contro a un' altro, oueramente una uoce contro un' altra, Per la qual cosa egli è da considerare che da Gioan tintori secondo la sua diffinitione è stato inteso, che 'l Contrapunto occorra, ouero sia, quando due uoci, o note, o piu siano poste in modo che una simile nel cantare uada, o risponda a un' altra sua simile in nome, ouero in uertu, et ualore, come breue contro a breue, ouero altra nota, la quale per qualche accidente habbia il ualore di essa breue, Et cosi delle altre note, nella qual sentenza concorre Franchino, doue dice, che il Contrapunto è per tal modo nominato, perche sempre si considera un punto contro a unaltro, nel qual luogo bisogna bene auertire intorno quello, che da Franchino è stato detto, cioè che 'l concento è quello, che è detto Contrapunto, Per laqual cosa pare, che egli contradica in questa seconda autorita à quello che ha detto di sopra, Imperoche bisognaua, che egli facesse differenza tra il concento, il quale procede per la nota simile contro la sua simile, et il concento, il quale cade tra molte note tra se simili, ouero dissimili, come accade nel diminuire delle note, il qual modo di comporre si usa ne concenti, et secondo la diffinitione di Franchino in tali concenti non cadera il Contrapunto dallui diffinito, perche la sua diffinitione solo sara intesa conuenire a quegli concenti, i quali solamente a nota contra nota simile procedono, doue piu note simili o non simili sono pronontiate per una nota loro dissimile, et è contra, A corroboratione di cio dice l' eccellente messer Gioan spadaro, che egli è da notare doue Franchino ha detto che il Contrapunto ouero Concento, o Modulatione consiste di uoci intra se distanti per interualli commensurabili, che egli apertamente si contradice a se stesso in molte sentenze scritte dallui ne suoi trattati, perche primieramente la doue tratta del Contrapunto la sesta minore et la maggiore, cioè il Semidittono, et il Dittono, et la sesta minore et la maggiore, cioè il Diapente col Semituono, et il Diapente col Tuono dallui sono essercitate, come buone consonanze, Et poi ne trattati suoi dice, che tali distanze sono incommensurabili, perche cadono in una incerta proportione cioè lontana è alla multiplicita, et alla sopra particolarità, Et sottogionge, che il predetto Franchino nel preallegato luogo seguitando a ciascuna uerita delle terze, et seste predette assegna chiara, et nota proportione apparente per termini, et numeri comparati, la sentenza del quale dice essere falsissima perche fra le date zifre numerali, ouero nella discreta quantita comunque ella si sia, o aliena, o non dalla moltiplicita, et sopra particolarità non si da [-f.EEijv-] proportione incommensurabile, ouero irrationale, per la qual cosa appare, che da sua Reuerenza sia state male intesa quella sentenza di Guido monaco dallui registrata in quel suo capitolo perche da Guido non fu scritto in tal modo, che dallui fosse tenuto, che il Semidittono, et il Dittono non habbia certa, et nota proportione, et che non si possano condurre et formare per se nel Monacordo musico, come dallui nel suo Trattato chiamato Postille è stato prouato, Ma dal predetto Guido fu scrritto per tal modo, che diuidendo la corda sonora del Monacordo in due in tre, i quuattro, et in noue parti uguali da tal diuisione nasce la Diapason, la Diapente, la Diatessaron, et anchora il Tuono delle quali distanze facilmente egli si forma, et riduce a perfettione uno Monacordo secondo il genere Diatonico compito, et diuiso, nel qual Monacordo in tal modo partito appare prodotto il Semituono il Semidittono, et il Dittono, et lo spatio di ciascuna delle seste predette cioè la minore, et la maggiore senza essere essercitata la loro propia numerosità, et partitione, Per tanto si dee intendere, chelle parole di Guido predette suonino come qui, per questa nostra diuisione egli è da intendere che il Dittono, et Semidittono anchora che essi siano ammessi nel cantare, nondimeno nel Cordotono non riceuono diuisione, Et questo adiuiene, perche tali distanze sono tacitamente prodotte dalle predette partitioni, Et Bartholomeo Rami in un certo suo compendio composto in lingua materna dice, Che gli antichi diceuano, che il contrapunto ouero organizatione non era altro, che considerare la consonanza, che fanno duoi suoni, ouero due uoci, o piu una piu acuta, o piu graue dell' altra giuntamente profferite. A confermatione del la qual cosa l' eccellente, et consumato musico Messer Gioan spadaro dice, che 'l medesimo Bartholomeo Rami suo maestro nel capitolo primo della seconda parte della sua pratica dice, che tutto il corpo musico consiste nella distanza dello Diapason, la quale consiste di otto uoci ouer suoni, Et che al Contrapunto assai basta dichiarare, come le predette uoci conuengono intra loro, et che dapoi procedendo pone, et colloca le uoci tra se equali, oueramente unisone tra il numero delle consonanze, non perche intra le uoci equali, et unisone cada interuallo, ouero distanza, ma solamente, perche sono una medesima cosa, et pari in suono che tutto che egli dica, che l' unisono non è differente da se stesso, non pero egli dice, che l' unisono sia consonanza, perche come piace a Boetio la consonanza non si fa di uoci simili, le quali siano insieme unite in concordia in modo che la loro sonorita peruenga soaue, et grata al senso dell' udire, Dapoi che egli dice, che l' unisono stà in quella guisa nella musica che sta la unita nella Arithmetica, percioche si come essa unità non è numero, ma stà come principio di numero per tal modo l' unisono non stà nella musica come consonanza, ma stà come origine, et fonte delle consonanze, Intorno la qual cosa annoi pare, che ciò dal suo precettore sia stato meglio inteso, che da Franchino nel secondo capitolo del terzo libro della sua Pratica, doue egli dice, che l' unisono rispetto alle musiche distanze stà come il punto Geometrico rispetto alla linea in Geometria, ouero in continoua quantita considerata, Nella qual cosa Franchino, è in grande errore, [-f.EEiijr-] perche se l' unisono considerato dal musico ha natura del punto Geometrico, egli non potra hauere natura, ne similitudine uera con la unità in Arithmetica considerata, Et questo auerra, perche tra il punto Geometrico, et la unità Arithmetica cade non poca contrarieta, et questo nasce, perche la unita in producere il numero, ouero la discreta quantita sara molte uolte presa, la qual cosa del punto Geometrico in creare la continua quantita non si uede auenire, Laonde se il numero si uede non esser altro, che una moltitudine di unità, la linea certamente, o altra continua quantita non potra constare di moltitudine di punti, ma solamente di dui, fra quali è tirata, Similmente la unita in arithmetica considerata non potra in minute parti essere diuisa, il qual effetto dal punto Geometrico per modo ueruno non potra nascere, perche esso punto non è quantita, ma è immaginato si come è suto affermato da Euclide la doue diffinendo esso punto dice, che 'l punto è quello del quale non ci è parte, Per le predette Mathematiche dimostrationi appare, che l' unisono dal Musico considerato solamente si potra assomigliare alla unità, la quale è principio della discreta quantita, la quale unità come disopra è stato detto, potra esser molte uolte presa, et fare di se numero, et anchora potra essere in parti minute separata, et questo auerrà, perche il suono, il qual consiste in tempo, et in quantita sonora potra similmente essere aggregato, et in parti diuiso, come è manifesto comparando il suono graue al suono acuto, et il suono acuto, al gräue, Imperoche, come il suono graue contiene in se il suono acuto, cosi l' acuto sara parte del suono graue, come da Aristotile e stato confermato ne suoi Problemi, Si potrebbe però conueneuolmente assomigliare l' unisono alla linea Geometrica, la quale è una lunghezza senza latitudine, perche tal lunghezza potra essere molte uolte presa, et creare un numero, et moltitudine di linee, et anchora in parti minute potra essere diuisa, a similitudine della data, et considerata unita in Arithmetica intesa, Ma non puo gia essere, che l' unisono sia paragonato al punto considerato dal Geometrico per principio della continoua quantita, percioche essendo immaginato, non puo essere quantita et per consequente sara indiuisibile, Et dato che fosse molte uolte preso non fara pero di se linea, perche come è stato detto la linea è considerata dal punto dal quale hauendo origine è tirata, et non da quello molte uolte preso, percioche oue cosi fosse egli seguiteria, che la linea, et ciascuna altra continoua quantita si potesse risoluere nel punto, in quel modo, che il numero si puo risoluere nella semplice unità, Et appresso, che tra la continoua, et la discreta quantita non cadessero quelle contrarieta, le quali per loro natura loro sono assegnate da dotti, et intendenti Mathematici.

Come il punto non puo far imperfetta una nota simile inanzi a un' altra sua simile. Capitolo V.

Per ischifare, et dilucidare alcune oppenioni, et dubbi, le quali da alcuni Compositori sopra l' arte de dolci, et soaui moduli, et concenti sono hauute, sara [-f.EEiijv-] dannoi ragioneuolmente dichiarato il modo, et la uia, che a ciò fare si dee tenere, conciosia cosa che in molti concenti, et massimamente ne gli oltramontani si tenga per ottima, et ferma regola, che una breue simile alla sua seguente per uigore del punto sia fatta imperfetta, la qual consideratione certamente è uana, et di souerchio ne concessa da Musico alcuno, perche al punto non si concede poter rendere imperfetta una nota simile a un' altra simile sotto la ternaria, et ordinata diuisione, Imperoche il punto solamente opera a leuare la perfettione alla nota, ouero figura, che per se sola si puo dimostrare perfetta come qui

[Aaron, Lucidario, f.EEiijv,1] [AARLUC 07GF]

Nel qual essempio chiaro si conosce, chella breue per cagione delle tre semibreui seguenti, lequali creano un tempo perfetto resta permanente intera, e perfetta, ma che traponendosi il punto fra la prima, et la seconda semibreue esso fara imperfetta la nominata prima breue come qui. [O,Bv,Sv,pt,Sv,Bv,Bv on staff3] Et questo accadera per non hauer essa breue altra nota appresso a se simile, Per tanto tal punto non hara forza come loro piacer di dar imperfettione mai a una nota a se simile, come seguitando uedi.

[Aaron, Lucidario, f.EEiijv,2] [AARLUC 07GF]

[O,Bv,Sv,Sv,pt,Sv,Bv on staff3]

La quale oppenione essendo approuata dall' eccellente don Franchino al capitolo decimo del libro secondo della sua Prattica dice, Egliè fra questo mezzo da douer esser inteso, che una nota posta dauanti ad un' altra sua simile non puo essere fatta imperfetta, et da noi al capitolo uentesimo nono del primo libro del nostro Toscanello il medesimo fu dichiarato, per la qual cosa uergognensi adunque tutti coloro, i quali tengono, et credono, che tale oppenione possa essere uera. Ci sono anchora molti, i quali non solamente consentono, et credono che tal similitudine, et perfettione sia manifesta, et ragioneuole, ma etiandio maggiormente uogliono, chella detta breue posta dinanzi la figura maggiore di se sia perfetta, La oppenione de quali chiaramente si uede essere falsa, percioche egli fara ben di mestieri, che uno fosse rozzo, et senza giuditio a douer credere, che una lunga fosse simile a una breue, et meno poi la detta breue a una massima. Pertanto questo loro argomentare, se una simile posta dauanti a un' altra simile non puo essere fatta imperfetta, maggiormente essendo posta dinanzi a una maggiore di se non potra riceuere imperfettione, Non uale, ne hanno bene apparato Loica, percioche non trouerranno Musico ne moderno, ne antico, che approui questa loro conseguenza, et oppenione, percioche questo non ha luogo se non in quelle note, che sono simili di forma, et di corpo, come habbiamo detto disopra, Ma pur uolendo il Compositore far perfetta la nota posta innanzi la maggiore, essa non haura sempre tal perfettione, ma sara in facolta del Musico, et secondo piacera allui, come essaminando molte compositioni in quelle cosi in note, come in pause trouerrai, et come la figura seguente ti mostra.

[-f.EEiiijr-] [ClefC4,O,Bv,Sv,Sv,Bv,Bv,Lv,Lig2vcssna,Sv,Bv,Bv,2LP,Bv,Sv,Lig2vcssna,Sv,Bv,Bv,MXv,Bv,Sv,Bv,Bv,2LP,2LP on staff5]

Habbiamo ueduto nel passato capitolo che alcuni hanno alterato quella regola della similitudine delle breui col uoler l' una di esse per uia del punto far imperfeta. Appresso, come essi uogliono, che se una simile dauanti alla sua simile non puo essere fatta imperfetta, che tanto piu posta innanzi a un' altra maggiore di se, che non potra essere fatta imperfetta, Hor alcuni altri ci si fanno incontro opponendo, et contrastando contro la terza, et ultima oppenione, et regola da tutti i dotti auttori ordinata, la quale è, chella breue dauanti alla sua pausa sia sempre perfetta, conciosia cosa che essi <dicano>, che il terzo modo, et precetto non è ragioneuole uolendo chella detta breue innanzi la sua pausa sia sempre perfetta, percioche ciò alcuna uolta stà nella dispositione, et uolonta del compositore, perche dato che essa breue si manifesti innanzi la sua pausa, come qui, [O,Bv,BP on staff2] non pero sara simile la apparente pausa, ma sara simile al suo proprio ualore, perche la forma della pausa non ha similitudine colla figura breue, la qual perfettione dicono essere piu ferma alle due, tre, o quatro breui continouate, che alla breue, et alla sua pausa, le quali sentenze, et oppenioni non saranno da noi per modo alcuno concedute, ne approuate, benche ne trattati nostri sia in contrario dichiarato non affine di dare quello, che quiui scrissi, per regola, ma piutosto per modo di disputare, percioche la pausa della breue resta permanente, ferma, et stabile, come quella che sempre si dimostra perfetta, et imperfetta senza cangiar forma come fa quella della lunga, la quale per se si muta, et uaria.

Come il cantore dee osseruare la misura ne segni de modulati concenti dal Musico, et Compositore ordinati. Capitolo VI.

Si trouano molti, i quali con poca consideratione cantando danno la misura sotto il segno d' un concento cosi segnato [Cdim] a loro beneplacito, la qual misura non sara quella, che al segno si conuiene, ne che dal Musico è considerata, come in molti canti si ritroua, i quali haranno nel principio il segno diminuto di sopra mostrato, per lo qual segno essi danno la misura sopra la semibreue, et questo inconueniente commettono per poter con piu loro facilita cantare, Et per tal modo incorrono in errore, et in non poca confusione, perche la misura che essi tengono nella semibreue uerrà a dannare quello, che dal Compositore è inteso, et immaginato, conciosia cosa che dopo molte note nascera una sesqualtera habitudine, Per laqual cosa io uorrei un poco, che mi dicessero questi tali, che danno la misura sopra una semibreue per battuta, poscia che saranno giunti alla detta sesqualtera, che proportione sara quella? Certo non si puo dire, che essa habbia da essere sequaltera, [-f.EEiiijv-] ma tripla si bene, Et questo auerra perche essi passeranno tre semibreui sopra la battuta della detta semibreue, Laqual cosa è falsissima, la onde ti sara necessario auertire, et dare la misura ouer battuta nel segno sopradetto nella figura breue, et non nella semibreue, et cosi passeranno nella sesqualtera tre semibreui per una battuta contra le due semibreui, o contro una breue del segno diminuto, o tagliato, Et quanti ce ne sono anchora, che cantando tal segno per una semibreue per battuta giunti alla sesqualtera muteranno misura per accomodarsi a quella della sesqualtera, per gli quali inconuenienti ci è paruto cosa conueneuole chiarire tal modo, et misura, pero le diciamo essa non essere altro, che una lunghezza finita per equali interualli, la qual misura, ouero modo di misurare in questa facolta di Musica è considerata in dui modi, cioè annouerando le note cantabili, et non cantabili dal principio del canto insino al fine secondo il ualore della nota a se maggiore propinqua, cioè cogliendo insieme tre minime per una semibreue perfetta, et due per una imperfetta, Et similmente tre semibreui per una breue perfetta, et due per una imperfetta, Il simile facendo delle breui rispetto alla lunga, et delle lunghe rispetto alla massima, la quale non sara misurata, perche dopo essa non si da nota maggiore, della quale essa massima sia molte uolte contenuta, et tale ordine i Musici propiamente chiamano misurare, perche tale ordine, et modo dimostra se il canto ha tutto il suo numero, cioè del Modo, del Tempo, et della Prolatione, secondo la dimostratione del segno innanzi del canto posto; La seconda consideratione, et modo di misurare nasce da quella misura la qual considera il Musico, ouero Cantore, quando esso leua, et abbassa la mano, o anchora il piede, il quale inalzamento, et abbassamento i phisici chiamano Sistole, et Diastole, pertanto a colui, il quale desidera rettamente misurare, et cantare sara di necessità, che cantando, in atto ouero nella mente consideri un certo mouimento, et battuta inuariabile, oue tutte le note proportioneuolmente si riduchino, al qual moto, ouer misura è stato ordinato da dotti, chelle figure, o note di ciascuno segno debbano misuratamente concorrere, per la qual cosa il presente segno .[O3]. chiamato Modo con Tempo per la auttorità de dotti antichi, et moderni insegna dare la misura nel cantare sopra quella nota chiamata da loro Tempo, il quale altrimenti è detto breue, Et con tal modo ne segni, ne quali la breue sara dimostrata perfetta, per una battuta passera una breue perfetta, ouero il suo ualore, Et in quegli, che haranno il modo minor perfetto et imperfetto col Tempo dimostrato imperfetto, come i seguenti .[O2].[C2]. sempre la uera misura cadera sopra la breue imperfetta, o due semibreui, Di quello che si dee operare ne dui seguenti segni, come qui, [Orh], [Cd] assai chiaro al capitolo 38. del primo libro del nostro Toscanello habbiamo scritto; Ma nel circolo, et nel semicircolo senza il punto, la battuta, ouero misura cadera nella semibreue, et impero se un Tenore, o altra parte sara segnato con uno de presenti segni [O].[Cd]. et che le altre parti di tal canto siano segnate con ciascuno di questi .[O3].[C3].[O2].[C2]. alhora una minima di quegli dui segni col punto in mezzo harà tanta uertu, et ualore, [-f.FFir-] quanto una intera breue di ciascuno de quattro segni disopra mostrati, Et anchora per una minima de dui segni puntati, passera una semibreue per battuta di questi dui non puntati .[O].[C]. Hauendo ueduto, et chiaramente compreso la natura, et forma de sopradetti segni non diminuti, potrai ageuolmente intendere quello. che nel diminuto si contiene, conciosia cosa che egli sia da considerare, che essi segni diminuti siano nella loro semplice integrità, come disopra si dimostrano, pertanto essendo passato una breue per battuta se essi saranno diminuti ouer tagliati, come qui .[Odim3].[Cdim3].[Odim2].[Cdim2]. per una battuta, o tempo passera nel termine di quella prima breue la quantita di una lunga, et la battuta, la quale cadeua sopra la semibreue ne presenti, [O].[C]. nel diminuto cadera sopra la breue, Et quella, la quale in questi .[Orh].[Cd]. cadeua sopra la minima essendo diminuti, cadera sopra la semibreue, Et questo s' intende sempre ponendo, et passando due figure simili in nome, et quantita del segno diminuto à comperatione del segno non diminuto.

Delle parti, et imperfettioni delle note. Capitolo VII.

Essendo danoi stato trattato della imperfettione delle note al Capitolo 20. del primo libro del nostro Toscanello, per non essere quiui a sufficienza stato dichiarato tutto quello, che facea di mestieri dichiarare, saranno da noi dilucidate alcune sentenze, et essempi necessari, et à molti grate, et utilissime, le quali sentenze sono dallo eccellente Musico messer Gioanni spadaro addotte, et da noi confermate, Et questo faremo per cagione di alcuni, i quali di ciò forse non hanno la uera cognitione, Et perche in tal nostro capitolo sopradetto non fusse preso errore, auertirai, che la doue da noi è dichiarato, chella massima puo esser fatta imperfetta da una lunga, da una breue, da una semibreue, et da una minima, non è da noi considerato, ne inteso, che la detta massima possa esser fatta imperfetta da una breue, o semibreue, o da una minima. Ma solamente dalla lunga, o dal suo ualore, perche la breue, la semibreue, o la minima non sono terze parti di quella, pertanto intenderai, che si come la breue potra fare imperfetta una di quelle lunghe contenuta, ouero intesa in essa massima, cosi la semibreue, o la minima saranno atte affare imperfetta una di quelle breui, et semibreui contenute, et annouerate nella detta massima, come seguitando harai cognitione, Si dira adunque, che di quelle note, le quali possono esser perfette secondo la uolonta del Compositore, et imperfette per lo leuamento della loro terza parte, Alcuna hara solamente la parte propinqua, come la semibreue, Et alcuna hara la parte propinqua, et la remota, come la breue, Similmente alcuna di esse hara la parte propinqua, et la remota, et anchora, la parte piu remota, come sara la lunga, Et alcuna hara la parte propinqua, et la remota, et la piu remota, et la remotissima, come sara la massima, Et habbiamo da considerare, che ciascuna nota, nella quale puo consistere perfettione, si sara annouerata perfetta, eccetuando le pause, Tal nota potra essere fatta imperfetta dalla [-f.FFiv-] nota a se minore propinqua, oueramente dal ualore di essa sua minore propinqua, Et cosi seguiterà, chella semibreue nella prolatione perfetta, come qui. [Orh,Cd]. potra essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, o dal suo ualore in questo modo [Sv,Mv; Sv,Mvvxrt,Mvvxrt; S,M,M] Possono alcuna uolta tali semiminime piene stare in tali segni puntati, massimamente ne canti, che con tali segni sono dimostrati, doue non cadano minime piene, le quali alle uolte sono usate affine di ischifare alteratione, o per qualche altra lecita cagione, Alcuni altri dicono, che quando una sola nota sara considerata perfetta in qualche canto, oue accada far la imperfetta, Tal nota considerata perfetta dalla sua terza parte, ouero dal suo ualore, che alhora tale terza parte, o suo ualore dee esser tutto posto dalla parte dinanzi oueramente dopo, et non una parte innanzi, et una parte dopo la nota fatta imperfetta, come qui [O,Bv,Sv,Bv,Mv,Mv; Mv,Mv,Bv] E non in questo modo. [O,Mv,Bv,Mv; M,M,Bv,M,M] o in altri simili, i quali possono accadere, Et questo dicono auenire, perche diuidendo la semibreue nelle sue parte minute, come sono le minime, le semiminime, et l' altre, et ponendo una parte della detta semibreue alla parte dinauzi, et una parte dopo la breue egli pare, che una delle tre semibreui contenuta in essa breue sia fatta imperfetta dalla minima posta dalla parte dinanzi, et dalla minima posta dopo tal breue, Pertanto dicono, che se un canto sara segnato col segno della prolation perfetta, che in quel caso tale positione sara lecita, et con ragione posta, et ben considerata, come qui

[Aaron, Lucidario, f.FFiv] [AARLUC 08GF]

Tuttauia certamente si conosce, che tale positione in questo modo considerata, non debba essere in parte alcuna dubbiosa al detto intendente, percioche dallui è compreso, che per la priuatione del punto del circolo, la prolatione, ouero la semibreue resta imperfetta, Pertanto non si potra considerare, chella minima, la quale è posta dinanzi la breue, ne anchora la minima posta dopo essa breue siano terze parti di alcuna delle semibreui tolte dalla breue, però bisogna considerare, che in tali occorrenze siano prese insieme la minima posta dinanzi alla breue, et quella dopo, le quali saranno la quantita, o ualore di una semibreue, il qual ualore sara quello, dal quale la breue in mezzo delle due minime posta sara fatta imperfetta, Intorno lequai cose bisogna auertire, che tale o simile positione di figure è in potesta, et uolere del Compositore, per che il Musico, o Compositore per sodisfare al poco sapere di alcuni; non è tenuto a non esprimere, et conducere il concento al suo debito fine secondo la sua intentione, Et questo che di sopra è stato detto della breue posta fra le minime del segno, doue solamente il Tempo sara perfetto, si intendera anchora della [-f.FFijr-] lunga posta fra due semibreui, doue solamente il modo minore sara perfetto, et della Massima posta fra le breui, doue solamente il Modo maggiore sara perfetto.

Altre considerationi intorno la imperfettione delle note. Capitolo VIII.

La nota, ouero figura chiamata breue alcuna uolta si dimostra imperfetta insieme con la sua minor propinqua, come qui [O2].[C2].[C]. Et alcuna uolta essa breue è dimostrata imperfetta con la sua minore propinqua perfetta, come dichiara il presente segno. [Cd] Et alcuna tal breue sara perfetta, et la sua seguente minore sara imperfetta come dimostrano questi segni [O3].[C3].[O]. La breue adunque gouernata sopra i dimostrati segni, senza altri accidentali segni considerata non diuentera imperfetta, cioè non sara diminuta di alcuna sua particola, Ma sempre stara in quel ualore, et uertu, il quale le sara attribuito dal segno, ma la breue perfetta per questi segni dimostrata [O3].[C3].[O]. per non essere in loro altra nota perfetta, potra solamente essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, et non in altro modo, Et quando la breue sara imperfetta, et che ualera due semibreui perfette come dimostra la semicircolar figura, [Cd], alhora tal breue non potra essere fatta imperfetta senon dalla sua terza parte, perche non resta diuisa in tre parti equali, ma potra ben diuentare imperfetta inquanto alle parti propinque, cioè rispetto alle semibreui, perche tali sue semibreui sono dimostrate perfette dal punto apparente nella semicircolar figura, Et tale imperfettione potra occorrere in dui modi, cioè che delle due semibreui perfette considerate in essa breue una sola potra essere imperfetta, et l' altra perfetta come qui, [Cd,Bv,Mv; Mv,Bv] et secondo ogni precetto, et ordine dato da dotti, et consumati Musici, cosi moderni, come antichi, tali breui rettamente si potranno ritrouare ragioneuolmente tutte imperfette, come qui [Cd,Bv,Mv,Mv; Mv,Mv,Bv] et cosi. [Cd,Mv,Bv,Mv] Et in molti altri modi simili, iquali per breuita si lasceranno, ma la breue, laquale sara formata di tre semibreui perfette, come in questo segno si contiene, [Orh], potra essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, cioè da una semibreue perfetta come qui [Od,Bv,Sv] ouero da oltretanto suo ualore, come di tre minime, et l' altre due potranno far imperfette quelle due semibreui, lequali dopo la imperfettione della predetta breue restano in tal breue atte a poterla far imperfetta, come si dimostra per li seguenti essempij [Od,Bv,Mv,Mv; Od,Bv,Mv] Anchora nella breue per tal modo segnata potranno essere solamente due semibreui perfette, et una imperfetta, Imperoche come è stato detto la breue in tal segno uale tre semibreui perfette, delle quali semibreui una sola rimarrà imperfetta dalla seguente minima, et per tal modo tal breue hara il ualore di otto minime, Appresso nella detta breue le due minime potranno far imperfette le due semibreui, rimanendo l' altra perfetta, come [-f.FFijv-] qui [Od,Bv,Mv,Mv] Doue la breue ritenerà il ualore di sette minime, Et habbiamo da considerare, che accadendo, che tal breue sia fatta imperfetta da tre minime come qui [Od,Bv,Mv,Mv,Mv] Si dee intendere, chella breue sia fatta imperfetta dalla sua terza parte, cioè dal ualore di una semibreue perfetta, et che le tre semibreui perfette, le quali uagliano quanto una breue perfetta, non saranno fatte imperfette da quelle tre minime poste dopo tal breue, perche oue cosi fosse, egli seguiterebbe, chella breue perfetta disopra assegnata non si potesse fare imperfetta dalla semibreue perfetta, come uuole la natura del far imperfetto, cioe che ogni nota perfetta, laquale sia composta di tre note perfette non potra essere fatta imperfetta se non le sara tolto uia una nota perfetta, la quale sia la terza parte della nota fatta imperfetta, pertanto se uogliamo, chelle tre minime poste dopo la breue siano in quella guisa messe per far imperfette quelle tre semibreui, lequali sono comprese perfette nella breue, ilche non auiene di essa breue, Dico, che non potra stare, perche tolta la perfettione a ciascheduna delle tre semibreui considerate perfette nella predetta breue egli seguiterebbe, che tale breue restasse perfetta di tre semibreui imperfette, per tal modo tal breue dopo la imperfettione delle predette tre semibreui sarebbe fatta imperfetta di una semibreue imperfetta, la qual cosa sarebbe molto repugnante, et contraria al segno, perche esso dimostra, che il tempo, ouero la breue è composta di tre semibreui perfette, uolendo adunque, che la breue sia fatta imperfetta, egli sara dibisogno, chella nota, che ha forza di far imperfetto, sia perfetta, et non imperfetta, ma se pur tal nota, che puo leuare la perfettione sara imperfetta, bisognerà, che essa insieme con una delle sue parte concorra affare imperfetta essa breue, come qui [Cd,Bv,Sv,Mv] Il simile auerra, sella detta semibreue sara diuisa in tre minime, et etiandio in note piu minute, perche la natura, et l' arte ci amaestra, che quando egli si troua una nota, laquale habbia uertu, et ualore di tre minore perfette a se propinque, noi debbiamo prima hauer riguardo, se tal nota sara perfetta, cioè se nel concento resterà conseruata dalla imperfettione, percioche oue non ui restasse, sarebbe necessario chella nota che arreca imperfettione fosse apparente in forma, in pausa, o in ualore, Pertanto quando dopo tal nota, o innanzi si trouera tanto di ualore, che aggionga alla terza parte di quella nota perfetta, laquale contiene tre note perfette, alhora tal ualore si dee applicare alla imperfettione di quella nota, la quale comprende il ternario numero delle minori perfette a se propinque, Et se dopo tal terza parte altro numero di figure minute auanzano atte affare imperfette le figure perfette comprese da essa nota, tali note si debbono accomodare affar imperfette tal note perfette minori contenute piu uolte in essa maggiore, Et però quando dopo la breue in tal segno segnata, [Orh], seguita il ualore di piu di una semibreue, Se tal parte, laquale auanzera oltra la semibreue intiera sara minore di essa semibreue, come sua terza parte, et che essa si reintegrata, alhora essa terza parte sara computata affar imperfetta una [-f.FFiijr-] di quelle semibreui, le quali rimangono nella breue dopo la imperfettione di essa breue, ma se esse saranno due parti dopo la imperfettione della predetta breue, saranno computate affar imperfette quelle due semibreui, le quali dopo la imperfettione della breue resteranno in essa breue, come si potra comprendere per li essempi seguenti.

[ClefC3,Orh,Bv,Mv,Mv,Mv,Mv; Bv,Sv,Mv,pt,Mv,pt; Bv,Mv,Mv,Mv,Mv,Mv on staff4]

Nel primo, et nel secondo essempio la breue per le predette ragioni ualera cinque minime, ouero una semibreue perfetta et una imperfetta, ma nel terzo, ouero ultimo essa ualera quattro minime, ouero due semibreui imperfette, Et perche in tale consideratione potrebbono nascere molti dubbi, et accidenti contrarij alla uolonta del Compositore, pertanto per maggior chiarezza è lecito tal uolta porre simili punti tra le note, che fanno la imperfettione, come si uede nel secondo, et nel terzo essempio, de quali punti, gli ultimi apparenti nella seconda, et nella terza figura saranno rettamente chiamati punti di ridutione, per liquali tali note sono dimostrate essere ridotte, ouero trasportate alle note innanzi alloro poste, et tali note solamente sono ridotte affar imperfette altre note di lor maggiore, et non per accompagnarsi con altre loro simili in forma, ne in ualore, Ma le note nel primo modo trasportate possono far imperfette le loro maggiori propinque, et anchora si possono accompagnare colle loro simili in forma, et in ualore, et essi punti di ridutione dopo la nota ridotta posti faranno sempre con participatione, et non per se, come alla quinta oppenione habbiamo dimostrato, oltra le predette cose, Egliè da sapere, chelle figure, le quali sono causa della imperfettione possono stare in molti altri modi diuersi da quelli habbiamo narrati, rispetto alla nota fatta imperfetta, come sara la semibreue innanzi la breue, come qui, [Od,Sv,Bv,Od,Mv,Bv,Mv,Mv] Et in ciascuno altro segno di tempo perfetto, Nelquale precedente essempio sola la breue sara imperfetta, come anchora dimostra il primo essempio, ma in questo seguente [Od,Mv,Mv,Bv,Mv,Mv] La breue sara imperfetta, et anchora una di quelle due semibreui, le quali dopo la imperfettione della breue sono restate in essa breue, et nel seguente essempio si dimostra. [Od,Mv,Mv,Bv,Mv,Mv,Mv] La breue sara imperfetta con quelle due semibreui contenute in tale breue, Et in molti altri innumerabili modi potranno accadere tali imperfettioni, lequali per breuità si taceranno, perche haueremmo troppo facenda et sarebbe processo molto lungo, et quasi senza fine, Adunque per quello, che di sopra è stato detto, chiaramente si uede, chella nota, nella quale consiste la perfettione, non si dice essere imperfetta, se non le sara leuato la sua terza parte, laquale sia nota intera, o il ualore della minore uicina, per la qual cosa errano quegli, i quali in questo essempio

[Aaron, Lucidario, f.FFiijr] [AARLUC 08GF]

Et altri simili dicono, che la prima breue sia fatta imperfetta [-f.FFiijv-] dalla seguente minima, Et similmente dicono, chella seconda breue resta imperfetta dalle due seguenti minime, Imperoche una sola minima, et anchora due non sono la terza parte della breue segnata con questo segno [Orh], La onde quella minima sola fara rimanere imperfetta una di quelle tre semibreui in se raccolte dalla prima breue del predetto segno, la quale è perfetta, Cosi la seconda breue non sara fatta imperfetta dalle due seguenti minime, ma le due semibreui si bene in essa breue considerate resteranno imperfette, la quale intelligenza et uerita si potra chiaramente dimostrare in questi modi [Od,Bv,Mv,Mv,Mv,Mv,Mv; Od,Mv,Mv,Bv,Sv] Et in altri simili, E certo quanto al primo essempio, doue appaiono cinque minime dopo la breue, egli non si puo negare, chelle tre non facciano la predetta breue imperfetta, perche sono il ualore, et la quantità di una terza parte di quella, cioè di una semibreue perfetta, Cosi anchora quelle due minime, le quali auanzano dopo le tre, saranno computate nella detta breue affare imperfette le due semibreui, lequali oltra quelle, che fanno imperfetta la breue restarono perfette in essa breue, Il medesimo anchora accadera nella seconda dimostratione, perche la semibreue posta dopo la breue fara imperfetta essa breue, et le due minime poste dinanzi a tal breue saranno imperfette quelle due semibreui, le quali dopo la imperfettione della breue rimasono in detta breue, Se adunque in ciascheduno de gli essempi predetti sara mossa ouero leuata uia la imperfettione delle due semibreui sopradette, cioè quelle due minime, le quali alle tre minime sopra auanzano, et similmente quelle due minime, le quali sono poste dinanzi la breue del secondo essempio, seguiterà, che sola la breue restera imperfetta, et cosi in contrario, Se dal primo, et dal secondo essempio sara tolta uia la imperfettione delle predette due semibreui, cioè le due minime, solo il tempo, ouero la breue restera imperfetta, et le due semibreui in esso tempo rinchiuse saranno perfette, Et questo tale ordine è tenuto per fermo, et uero da ogni Musico, et dotto Compositore.

Qual sia stato il primo, e 'l secondo segno da gli antichi, et dotti Musici dimostrato. Capitolo IX.

Per essere cosa necessaria, et molto al proposito intendere i segni appartenenti al canto figurato diremo non solamente de semplici, ma anchora de composti et de diminuti tra quali dimostreremo principalmente esseruene duoi, per liquali si conosce il numero perfetto, et l' imperfetto, et anchora il diminuto, Pertanto il primo segno da molti Musici dottissimi è suto chiamato segno di Modo con Tempo, Et il secondo segno di Tempo con prolatione, Il primo diessi adonque è stato da loro figurato, et dimostrato in quattro diuersi modi, Il primo con un circolo, et con una ternaria cifra, come qui .[O3]. Il secondo con un semicircolo et una cifra ternaria .[C3]. Il terzo con un circolo, et una cifra binaria, come qui .[O2]. Il quarto [-f.FFiiijr-] col semicircolo, Et una binaria cifra, come qui .[C2], i quali quattro segni dimostrati, come al capitolo 23. del primo libro del Toscanello habbiamo detto sono applicati al Modo minore perfetto, et al modo imperfetto, oueramente alla lunga, Per laqual cosa se un concento sara segnato con questa figura, cioè col primo .[O3]. la lunga ualera tre breui, et la breue tre semibreui, perche sempre quella nota si dice esser perfetta, alla quale il circolo è attribuito, il qual modo essendo, cosi segnato la breue, ouero tempo sara perfetta, perche essa è in tre parti delle sue minori propinque diuisa, alla qual breue tal cifra ternaria è attribuita, ma se un' altro canto sara segnato col secondo, come qui .[C3]. alhora la lunga non ualera altro, che due breui, et questo adiuiene, perche il semicircolo, ilquale è appropiato al Modo minore, oueramente alla lunga dinota imperfettione, ouero binaria aggregatione di tempi, et in tal segno la breue sara perfetta, perche la cifra ternaria posta dopo il semicircolo dimostra al Tempo ternaria diuisione. Gli altri duoi seguenti segni hauendo chiaramente inteso la natura, et la proprieta de sopra detti, facilmente saranno intesi de quali l' uno sara, questo .[O2]. per lo quale sara compreso la lunga essere di tre breui, et la breue di due semibreui rispetto alla cifra laqual dimostra binario numero, Et nell' altro, che è questo [C2] ultimo da noi segnato non cadera alcuna perfettione, perche non si dimostra per figura circolare, ne con cifra ternaria pertanto il modo, ouer la lunga, et la breue saranno imperfette. Il secondo segno da musici dimostrato, ilquale è chiamato Tempo con prolatione è come qui [Orh] similmente ha quattro uarietà di segni, cioè, Il circolo col punto, come di sopra si uede, Et il semicircolo col punto, come qui [Cd] Il terzo, e 'l quarto un circolo, et un semicirlo senza punto, la perfettione de quali consiste nella breue, et nella semibreue, come chiaramente si uede al capitolo 8. del primo libro del nostro Toscanello, Quanto a segni diminuti dicono alcuni, che il segno diminuto ne canti usato, non e altro, che quando una figura acquista il ualore della nota minore a se propinqua del segno non diminuto cioè, quando la massima è intesa per una lunga, la lunga per la breue, et la breue per una semibreue, et cosi dell' altre segueuti, Alla qual oppenione in contrario dannoi è detto, percioche ne segni de diminutione imperfetti potra bene ciascheduna nota conuertirsi nella minore à se propinqua, pero tutto che tal diminuimento accada nelle note comprese sotto il segno che significa perfettione, non hauera luogo nella breue come si dimostra nel presente essempio [ClefC2,O,Lig2va,Bv,Bv,Bv on staff3] Nelquale chiaro si uede, che ciascuna di quelle quattro breui dopo il segno circolare poste saranno perfette, et ualeranno tre semibreui, ma se tal segno sara diminuto, oueramente tagliato, come qui [Odim] alhora quella uergola, laquale attrauersa o taglia il circolo o altro segno, sempre dimostra diminutione, la onde sara forza che ciascuna di quelle quattro breui del segmo tagliato sia per se considerata per la metà rispetto alla quantità del segno circolare non tagliato seguitera adunque, che ciascheduna breue perfetta del circolar segno tagliato non potra ualere una semibreue del segno non tagliato, oueramente diminuto, [-f.FFiiijv-] perche la breue del tempo perfetto passa per tre battute, per laqual cosa sara di bisogno chella breue del tempo perfetto diminuto comparato, passi per tre minime, al segno non tagliato per loqual rispetto non si potra conuertire una nota nella sua minor seguente, ma trouandosi tal figuratione, [CT,Bv,Sv,pt,Sv,Bv,Bv] ciascuna breue, et semibreue sotto la data diminutione hara ualore della parte minore a se propinqua, et questo si intende procedendo nel canto, perche le note del segno tagliato si cantano piu uelocemente per lo doppio, per laqual cosa sara meglio diffinire, che la diminutione non sia altro, che quando una nota ha uertu della metà del suo ualore intero, la qual diffinitione sara consentanea, et amica all' uno, et all' altro numero, cioè al perfetto, et allo imperfetto, ma quella, che di sopra habbiamo detto essere di altri, solamente sodisfara al numero, et alle note imperfette, la qual diminutione, come habbiamo detto, si conosce quando i segni sopradetti saranno tagliati, ò attrauersati, onde tali segni saranno chiamati segni di modo, con tempo, diminuti, Et quando haranno il punto in mezzo essendo pure tagliati, saranno detti segni di tempo con prolatione, come alla oppenione .6. del canto figurato à sufficienza habbiamo conchiuso, ma bene auertirai, che se ben tali segni saranno diminuti, le loro note in tali segni messe sempre resteranno in quella quantita et numero perfetto, et imperfetto, nel quale erano inanzi alla loro diminutione di maniera, che tra loro non haura differenza alcuna eccetto che nelle note, perche la doue nel segno non tagliato per una battuta passa una semibreue, nel tagliato ne passano due, et una minima per due minime, Et il medesimo accadera delle altre figure, Et perche alcuni hanno detto, che nella diminutione la misura sola è quella, che uaria, et non le note, Qua habbiamo da considerare, che altro non è misura, che una lunghezza di interualli equali finita, pertanto tali figure del seguente essempio [ClefC2,Cdim,Bv,Bv,Sv,Sv,Bv,Bv] saranno intese douer essere annouerate nel cantare in dui modi, cioè semplicemente, et non, sotto la misura considerata dal mouimento dello abbassare, et dello inalzare, Et intorno il primo modo di misurare, o annouerare in questo segno [Cdim] diminuto, si cerchera la quantita del tempo, ouero della breue, pigliando due semibreui, o 'l loro ualore, dato che anchora fussero sotto il segno semicircolare non diminuto, come qui, [ClefC2,C,Bv,Bv,Sv,Sv,Bv,Bv] Onde secondo questo modo di misurare il canto, la misura, la quale accadera nell' annouerare le note del segno di sopra diminuto, non sara uaria dal misurar le note del segno non tagliato, perche in ciascun segno la breue si diuide in due semibreui, Quanto al secondo, considerando il canto sottoposto al semicircolo diminuto, et dato dal Musico, o Cantore, alla misura si fara altra consideratione, Imperoche alhora le note sotto al segno diminuto poste procederanno per lo doppio rispetto alle note del segno non tagliato nelqual segno diminuto tanto ualore hara una breue, quanto una semibreue del segno non diminuto, et per tal modo le semibreui del segno diminuto cosi nelle pause, come nelle note cantabili [-f.GGir-] haranno ualore, et uertu di minime rispetto al secondo segno diminuto, Conchiuderemo adunque, chella oppenione di questi tali sia falsissima percioche, come chiaramente appare, la misura presa nel principio del canto mai non uaria, ma le note sono quelle, lequali fanno la uariatione, perche come disopra è stato detto per una semibreue del segno non diminuto, sotto quel medesimo mouimento, et misura passano due semibreui, oueramente una breue del segno tagliato, Et per essere al presente al proposito nostro è cosa necessaria auertire che molti, et molti si ritrouano, liquali secondo la loro fantasia, et senza consideratione alcuna commettono euidentissimi errori circa le proportioni, et massimamente della sesqualtera habitudine da Musici et Compositori communemente essercitata, laquale con poca auertenza da quegli che cantano è prononciata, l' errore de quali di qui nasce, che dopo la misura data al principio del canto, secondo il segno apparente dopo alcune note parandosi loro inannzi la sesqualtera porportione le daranno una noua misura contraria a quello, che sara stato il uero intelletto del Musico et Compositore di quella, dal quale inconueniente ne risultera una proportione non considerata dal Musico, perche mutando la misura alla apparente sesqualtera come quella, che per se non potendo stare è relata et comparata al segno, ouero alle note dinanzi a se poste per tal mutatione essa contro la oppenione del Compositore, non sara sesqualtera, ma quasi sempre tripla, come dimostra il seguente essempio

[Aaron, Lucidario, f.GGir] [AARLUC 08GF]

Per lo qual processo molti cantori poco pratici daranno la misura à tal principio sopra la semibreue, et questo faranno per piu loro facilità, Ilqual modo sara contrario alle note seguenti dopo la sesqualtera, perche facendo passare nel principio una semibreue per battuta, peruenuti alla sesqualtera; ne passeranno tre sotto quella, per lequali ne nascera la tripla, et non la sesqualtera, Et per questo ne seguirebbe quello, che disopra habbiamo detto, cioè che la misura sarebbe uaria, et non le note, pertanto ti sara necessario sempre in tali processi dar la misura sopra la breue, o sopra la sua quantita, et senza mutar altra misura cantar tre note simili contra le due dette dinanzi, lequali cagioneranno la sesqualtera intesa, et immaginata dal Compositore, dalqual modo ueramente si uede, et conosce, chelle note sono quelle, che uariano, et non la misura, laquale sempre si dee osseruare dal principio al fine secondo la natura del segno; quantunque ne seguitassero cento proportioni, Similmente ne occorre un' altro inconueniente manifestissimo intorno la sesqualtera proportione, nellaquale molti senza consideratione alcuna creano una proportione per un' altra, come dimostra il seguente essempio.

[-f.GGiv-] [Aaron, Lucidario, f.GGiv] [AARLUC 08GF]

Intorno ilquale hacci di quelli, iquali pensando cantare le note sesqualterate per uera proportoine sesqualtera, inconsideratamente ui producono una sotto sesquiterza, perche fanno passare tre di quelle minime sottoposte al termine sesqualtero contro una breue, o 'l suo ualore del primo segno diminuto, la qual comparatione o modo di cantare non è sesqualtera proportione, ma sotto sesquiterza, perche passano tre minime contro a quattro, La onde per rimouere tali inconuenienti, et manifesti errori auertirai, a cantare sei di quelle minime sesqualterate o 'l loro ualore in un solo tempo del segno diminuto inanzi posto, Et in ogni altro modo simile sempre in questa guisa procederai.

De quattro modi da gli antichi, et moderni musici ordinati. Capitolo X.

Se alcun dotto, o mediocre musico facesse discorso essere fuor di proposito trattar di quello, che piu in uso non si uede, cioè intorno alla intelligenza, et cognitione de Modi da gli antichi intesi, et essercitati opponendoci tal nostra fatica essere di souerchio, et di piu forse, che io uoglia rinouare la consuetudine antica, et riprouata si risponde, che noi non uogliamo altramente rimouere cosa alcuna dalla consuetudine moderna per introducere alcune di quelle della antica, ma bene intendiamo dimostrare, come alcuni segni del canto figurato hanno hauuto principio, et nascimento da quegli de gli antichi Musici, et come essi hauendo constituito, et ordinato le cinque figure, ouer note essentiali per commodo del canto figurato, cioè la Massima, la Lunga, la Breue, la Semibreue, et la Minima, et in esse considerato, che alcune si hauessero a cantare et alcune, che in pause si contenessero, le quali tutte non altronde nascono, che dalla figura breue chiamata da molti Tempo, loro hanno ordinato dui numeri, l' uno chiamato perfetto, et l' altro imperfetto, da quali ciascuna delle dette note saranno misurate, per laqual cosa essendoci solamente quattro note, ouer figure, alle quali è dato il numero ternario et il binario è stato di necessità appropiare loro dui segni differenti, per gli quali fosse conosciuto quali fossero del ualore ternario et quali del binario, l' uno et l' altro de quai ualori è dato alla lunga, alla breue, et alla semibreue, ma alla massima furono dati proprij segni per la cognitione del suo numero ternario et binario, da quali fosse intesa perfetta et imperfetta, Appresso apo loro quando un canto era segnato nel principio col semicircolo semplice mostraua la imperfettione al tempo, ouero alla breue, ma essendoui il circolo era intesa la breue esser perfetta, Et se al circolo, et al semicircolo era dato una sola numerale figura come qui [C2].[C3].[O2].[O3]. era rimosso il nome del tempo, et permutato nel modo detto minore, Et le cifre [-f.GGijr-] erano assegnate al tempo perfetto, et imperfetto, ma se erano col circolo, et col semicircolo due cifre, di modo minore il circolo, e 'l semicircolo diuentaua maggiore, et la prima cifra era detta Modo minore, et la seconda Tempo, oltre di ciò se nel principio era il circolo, esso era chiamato modo maggior perfetto, la doue seuiera il semicircolo si domandaua modo maggior imperfetto, di maniera che la cifra seguente essendo ternaria era detta modo minor perfetto, et se era binaria imperfetto, Et l' ultima seguente cifra se era ternaria tempo perfetto, et se binaria imperfetto era detta, come da noi al capitolo 27. del primo libro del nostro Toscanello alcune cose anchora ne sono state dette. Alla minima non si da segno alcuno, conciosia cosa che essendo dallei diuiso il tempo, essa è l' ultima figura di esso secondo l' ordine delle cinque figure essentiali. considerate, delle quali daremo notitia, et cognitione piu breue, et facile, che per noi sia possibile. Diciamo adunque, che se un canto sara segnato, come qui [Orh33]. la massima hara il ualore di tre lunghe perfette, et la lunga di tre breui perfette, et la breue di tre semibreui, et la semibreue di tre minime. Et desiderando intendere qual nota sia alterata, dico, che le lunghe saranno alterate le breui, le semibreui, et le minime rispetto alla massima alla lunga, alla breue, et alle semibreui, le quali sono perfette, Et essendo segnato cosi [Orh23]. la massima, la breue, et la semibreue saranno perfette, et per conseguente alterera la semibreue, et la minima, Ma se hauera questo segno [Orh22]. la massima, et la semibreue saranno perfette, Et la semibreue, et la minima saranno alterate, Ma trouandosi in questo modo .[Orh32]. la massima, la lunga, et la semibreue saranno perfette alterando le breui, et le minime, Et mutando la figura in questo modo .[Cd33]. la massima perdera la sua perfettione, per essere il semicircolo inanzi posto, et la lunga, la breue, et la semibreue resteranno perfette, et le breui, le semibreui, et le minime altereranno, Ma stando cosi .[Cd32]. la lunga, et la semibreue saranno perfette, alterando le breui, et le minime, Et se stara a questo modo .[Cd23]. le breui, et le semibreui saranno perfette, Et solamente le brevi, et le minime altereranno, Et se cosi [Cd22]. le semibreui resteranno perfette, et solamente la minima sara alterata, Anchora il trouerai in questo modo .[O33]. nelquale la massima, la lunga, et la breue saranno perfette, alterando le lunghe, le breui, et le semibreui, E trouandolo cosi [O32]. la massima, et la lunga, saranno perfette, Et solo le lunghe, et le breui altereranno, Ma se sara cosi .[O23]. la massima, et la breue saranno perfette, et le lunghe, et le semibreui saranno alterate, Et se cosi .[O22]. la massima sara perfetta, et le lunghe haranno alteratione, Nella seguente figura .[C33]. la lunga, et la breue saranno perfette, Et per conseguente altereranno le breui, et le semibreui, Et in questo, [C32]. la lunga sara perfetta, et sola altereranno le sue breui, Et oue il ritrouassi in questa guisa .[C23]. le breui saranno perfette, et solamente le semibreui altereranno, Resta la seguente, et ultima figura .[C22]. nella quale non hauera luogo il far imperfetto, ne l' alterare, rispetto al semicircolo, et alle cifre binarie, Et quantunque tali segni al presente non si usino, nondimeno non ti dee essere molesto l' hauere [-f.GGijv-] apparato in che modo essi siano da douer esser intese.

Del tacito ualore della Massima. Capitolo XI.

Hauendo dannoi hauuto notitia del ualore della Massima, ci è paruto conueneuole appresso dimostrarti, come al Musico è stato necessario ordinarle il tacito ualore, il quale i saggi, et dotti Musici hanno significato colla pausa di lunga tante uolte raccolta quanto sara il ualore di essa massima inteso, Adunque eglie dibisogno chella positione, et apparenza di tal pause, le quali dimostrano il ualore delle note che non si cantano in se habbiano ordine, cioè binario, et ternario, il quale non sara cosi necessario alla lunga, che si canta, perche le figure cantabili hanno lecita cagione di uariare il loro ascendere, et discendere, nel quale consiste la uera harmonia, Et quinci nasce, che il tacere non puo producere harmonico concento, pertanto le sopradette pause molte uolte prese alla quantita della massima serueranno l' ordine del numero ternario, et del binario, come qui, [3LP,3LP,3LP,2LP,2LP,2LP on staff4] Il qual modo da moderni Musici, è stato ordinato e tralasciati i sopradetti segni dagli antichi usati, i quali nel seguente ordine di pause ternario, et binario dimostrano il medesimo effetto, che faceano gli antichi ne sopradetti segni Valor di massime et lunghe. [3LP,3LP,3LP,2LP,2LP,2LP,3LP,3LP,2LP,2LP,3LP,2LP on staff5] Et certamente ciascun segno disopra dimostrato produce ogni suo effetto, et ordine differente da ciascun altro, di maniera che mediante la cognitione di tali segni, la figura della massima et della lunga ci sono rappresentate in quella guisa che è ogni causa dal suo effetto, ouero ogni subietto dal suo accidente, per laqualcosa uolendo il Musico moderno lasciare il presente segno .[O33]. da gli antichi usato per dimostrare il suo Modo maggiore, e 'l modo minore, e 'l Tempo perfetti si uale del seguente [O,3LP,3LP,3LP on staff4] Ilquale dimostra chella mente del Compositore fu che in qualunque canto, doue esso si ritrouasse desse notitia, chella massima douesse hauere il ualore delle tre lunghe, et la lunga delle breui, Et per quest' altro .[O32]. da essi antichi era dimostrata la massima perfetta, et la lunga, si come da moderni dimostrano, le tre pause di tre tempi, Et quando essi antichi et dotti musici uoleuano rappresentare la massima perfetta, insieme posta col tempo perfetto, da loro era usato il presente segno .[O23]. et i moderni, il circolo, con tre pause di lunga di tre tempi luna. Et se uoleuano figurare la massima perfetta, la lunga, et la breue imperfette non con altro, che col presente segno .[O22]. le dimostrauano, si come hor dal Musico moderno con questo [2LP,2LP,2LP on staff4] sono rappresentate, Et quando il Musico antico uoleua intendere, che la massima fosse imperfetta, et la lunga, et la breue perfette, era il suo segno, come qui si uede .[C33]. La onde i moderni a sua similitudine fecero quest' altro [O,3LP,3LP on staff4] Appresso uolendo gli antichi che sol la lunga restasse perfetta, ciò non con altro, che col presente segno [-f.GGiijr-] dimostrauano .[C32]. la doue dal moderno ciò con questo [3LP,3LP on staff4] fu significato, Et quando essi uoleuano dar a conoscere il tempo perfetto, da loro era usato il presente segno .[C23]. come da moderni il segno seguente [O,2LP,2LP on staff4] Et tutto che il presente segno .[C22]. non sia d' importanza alcuna si come quello, delquale i detti antichi Musici non si ualeuano ad altro uso, che a dimostrare ogni figura binaria, pero ci è paruto di metterlo per non mancare dell' ordine incominciato.

Oppenione di alcuni intorno la breue perfetta et imperfetta. Capitolo XII.

Da alcuni è creduto, che ogni breue, la quale, sia posta innanzi a due pause come qui [SP,SP on staff1] essa debba sempre essere perfetta in quella guisa, che è ogni simile posta innanzi alla sua simile, conciosia cosa che le dette pause di semibreui siano del ualimento di una breue imperfetta, Alla qual oppenione dannoi è risposto, che se tal ordine potesse essere tenuto, si uederebbe da precetti Musici nascere gran confusione, per tanto non è da dire che le due pause con la forma, ò corpo della detta breue siano simili, conciosia cosa che la breue si uegga hauere diuersa figura dalle pause, ma ben si potra dire esse pause essere del medesimo ualore della breue imperfetta, Et se alcuni ci si opponessero dicendo chella regola data della breue perfetta dinanzi la sua propia pausa, non fosse sempre perfetta, percioche essa pausa non ha somiglianza con la detta breue, tutto che ella sia del medesimo ualore, dannoi si risponde, chella pausa di breue è degna, et merita chella figura breue inanzi allei posta sempre sia conseruata perfetta, conciosia che essa pausa sia stabile, et permanente, et dal Musico ordinata perfetta, et imperfetta, perfetta nel segno circolare, et imperfetta nel semicircolare, senza mai cangiare la sua forma, la onde le due pausette della semibreue insieme messe non haranno tal potere, che sempre aumentino la breue al ualor del numero ternario, percioche ciò stà nel uolere del Musico, et Compositore, dal quale ueggiamo molte uolte essa breue essere fatta perfetta, et imperfetta, Imperfetta dalla parte dauanti da una minore di lei, o da oltre tanto ualore, dalla parte dopo da un punto posto fra le due pausette, Et piu, a maggior loro biasimo, et confusione uogliono chella breue dinanzi la seguente legatura, ouero nota maggior di se ouero dinanzi a un tempo di semibreui insieme unito sia perfetta lequali oppenioni sono false, et senza ragione alcuna da loro intese, et credute, Raffermeremo adunque, et conchiuderemo, chella breue inanzi alla lunga, o alla massima et alle pausette di semibreui, Et similmente dinanzi alla quantita del numero ternario, et alla legatura è in arbitrio del Compositore come la figura seguente dimostra [O,Bv,SP,SP,Sv,Lv; Sv,Bv,SP,SP,Sv,Bv; Bv,Bv,SP,pt,SP,Sv,Sv,Lv; Bv,Lig2vcssna,Sv,Bv,Bv; Sv,Bv,Lig2vcssna,Sv,Bv,Bv; O,Bv,Sv,Bv,Sv,Bv,Lv; Bv,Sv,Bv,pt,Sv,Bv,Lv; Bv,Sv,Sv,Sv,Bv; Sv,Bv,Sv,Sv,Sv,Bv on staff4]

[-f.GGiijv-] Perche la Massima non ha pausa. Capitolo XIII.

Benche alla oppenione prima sia stato detto, chella massima non ha propia pausa non hauendo di ciò assegnato ragione alcuna è dibisogno trattarne alcune cose sopra lequali bisognera considerare, che trouandosi la pausa della breue, et della semibreue si ritroui anchora quella della massima, percioche non bene assomigliando l' una all' altra la nostra oppenione non sarebbe approuata, Appresso sara di mestieri hauer consideratione, che se la pausa della massima come quella, che deriua dalla pausa della lunga piu uolte intesa per essere uariabile, cioe binaria, et ternaria, producera processo uariabile, similmente conuerra chella breue sia formata di piu pause di semibreui uariabili, pertanto la pausa della massima sara dimostrata con tante pause della lunga, quanto sara il ualore di quella dal Musico inteso, et considerato, perche esso le potra dare le tre pause di tre tempi et di dui Et la oue egli le ne desse tre di lunghe perfette essa dimostrerebbe la quantita di noue tempi, Et se la lunga sara imperfetta seguitera che la pausa della massima ne occupera se non sei, come quella che hauera solamente ualor di sei tempi et cosi in molti altri modi, Nondimeno diremo, che posto che si ritrouasse pausa di Massima fra essa, et quella della breue caderebbe un' altra contraria positione, et natura, percioche come habbiamo detto, la pausa della breue è inuariabile, Et quella della massima sarebbe uariabile, perche la doue la pausa della breue sempre si contenta da una riga all' altra occupando uno solo spatio, dimostrante la diuisione ternaria, et binaria per lo suo segno apparente, Quella della massima si dimostra con moltitudine di pause insieme accolte, per laqualcosa douendo essere tra loro somiglianza uera, bisognerebbe, che essendo la pausa della massima mutabile, et uaria, similmente quella della breue non hauesse in si stabilita ne fermeza alcuna, Et sella breue ha pausa immutabile, che anchora essa massima hauesse pausa inuariabile, et ferma, laqualcosa non puo essere a guisa alcuna, percioche oue fosse dato al Tempo la pausa uariabile, sarebbe di necessità, che tal pausa in due diuersi modi, il che di sua natura non concede fosse considerata, l' uno, che bisognarebbe dar alla breue, ouer tempo imperfetta una pausa, laquale contenesse in se due uolte la pausa della semibreue Come qui [BP on staff2] la qual pausa sarebbe chiamata dal Tempo imperfetto, L' altro, che tal pausa piglierebbe la forma di tre semibreui come qui

[Aaron, Lucidario, f.GGiijv,1] [AARLUC 08GF]

la qual occuparebbe un spatio intiero, et la metà di esso, Et per tal modo la pausa del Tempo perfetto con quella del modo maggiore sarebbono fra se simili, non ostante, che in tal consideratione tra loro cadessi non poca dissomiglianza, perche la immaginata et non data pausa dimostrerebbe moltitudine di tempi, et quella breue dinoterebbe il Tempo in tre terze parti diuiso. Si potrebbe intorno la similitudine delle dimostrate domandare ad alcuni, se egli fosse in uso di segnare il Tempo perfetto con la pausa di breue occuparte uno intero spatio et la metà di esso, come qui

[Aaron, Lucidario, f.GGiijv,2] [AARLUC 08GF]

et [-f.GGiiijr-] l' imperfetto di uno intero spacio, Et appresso non ritrouandosi il <circolo>, il quale dimostrasse la perfettione del Tempo, ma sol le pause delle due semibreui, come qui [SP,SP on staff1] se si direbbe che tal binaria positione di pause desse cognitione della breue perfetta diciamo di no, perche trouandosi la propia pausa del Tempo perfetto, et imperfetto come qui [BP,BP on staff2] tal pause delle due semibreui nel canto, sarebbono di souerchio, et in uano addotte circa la perfettione del Tempo, perche non oppererebbono l' effetto accidentale del circolo ne di altro segno, Et se alcuno fosse di contraria oppenione dicendo, che tali pause di semibreui insieme poste potrebbono essere in questa consideratione necessarie come qui [O,Sv,Sv,SP,SP,Sv,Sv on staff3] Si risponde, che alhora le dette pause non hauerebbono forza di dimostrare perfettione alcuna per essere loro innanzi posto il segno circolare, ma sarebbono intese a douer diuidere la pausa del Tempo imperfetto in due parti equali, perche, come dimostra la seguente figura, sarebbe dibisogno che la seconda semibreue alterasse come qui [O,Sv,Sv,BP,Sv,Sv] si come comanda la regola dell' alteratione, Onde il Musico per rimouere tal alteratione diuidera la pausa del tempo imperfetto in due pause di semibreui per lequali ragioni, a noi pare, che esse piu regolarmente doueranno esser poste se saranno separate dall' una riga a l' altra, come qui

[Aaron, Lucidario, f.GGiiijr] [AARLUC 08GF]

perche le pause, lequali secondo il misurare del canto cadono diuise non debbono per tal cagione essere insieme poste, nondimeno in questa consideratione, o siano separate, o no, non è di molta, o di niuna importanza. Hauendo con tali fondamenti dimostrato, come la pausa della breue si possa ritrouare uariabile cioè di Tempo perfetto, et imperfetto, manifestamente appare, che essendo nella guisa che habbiamo detto segnata dal musico, le pause delle semibreui come qui [SP,SP on staff1] non potranno dimostrare il Tempo essere perfetto, Perche se la pausa della breue perfetta fosse prodotta diuersa dalla pausa del Tempo imperfetto le pause delle semibreui disopra mostrate intorno la perfettione del Tempo, sarebbono indarno poste, perche ciascuna di esse breui harebbe la sua propia pausa, Et a questo modo bisognerebbe fare la medesima differenza nella massima, perche uolendo assegnare a ciascun temporal ualore et quantita di quella ogni sua propia pausa sarebbe necessario constituire una uirgola, o pausa, la qual contenesse quando fosse perfetta noue tempi, et quando imperfetta sei, et alcuna uolta quattro, per loquale ordine, et modo chiaro si uede che in tutti i canti nascerebbe non poca confusione, perche alle consuete righe ordinate per li nomi delle note sarebbe forza aggiongerne dell' altre alla grandezza della pausa de sei tempi, et molto maggiormente poscia a quella de noue. Dalle sopradette ragioni adunque si puo conoscere, chella massima restera priua della propria pausa, et quando essa hara bisogno del suo tacito ualore, con oltre tante pause di lunga sara reintegrata, le quali quantita, et ualori nascono tutte da esso tempo Musico, ilquale piu uolte preso genera il modo minore, et il maggiore, et diuiso in parti minute crea et genera [-f.GGiiijv-] la prelation minore, et la maggiore, la onde essendo esso primo, et capo per eccellenzza merita pausa propia, et inuariabile, Alcuni si mouono dicendo, che non essendo ordinato dal Musico propia pausa alla massima, per conseguente non si dee ne anche dare pausa alla breue, Et dicono esser necessario dare alla breue il tacito suo ualore con la pausa della minore a se propinqua tante uolte presa quanto sara il ualore di essa breue, cioè se il tempo sara perfetto, tal sua perfettione, ouero ternaria diuisione sia dimostrata con tre pause di semibreui in una riga, come qui [SP,SP,SP on staff1], Et similmente il ualore del Tempo imperfetto, oueramente breue imperfetta con due altre pausette come qui [SP,SP on staff1] le quali tre pause disopra dimostrate senza altro segno daranno notitia della breue perfetta, come le binarie dimostreranno la breue imperfetta, pur che nel canto non appaiano le tre disopra mostrate, per li quali segni le note saranno annouerate a tre, et a due, Si risponde, et conchiude, che tutto che al ualore binario, et ternario della massima siano date oltre tante pause di lunga, non si conuiene pero dare alla pausa della breue oltre tante pausette di semibreui, quanto si conuenga alla quantita sua ternaria, et binaria, perche da essa depende ogni altra pausa, et figura, per tanto la massima, quando le sara di bisogno tacere, dependera dalla pausa di breue tante uolte moltiplicata, quanto sara il suo ualore, ma non gia allo 'ncontro la pausa della breue non potra deriuare da quella della massima molte uolte presa, perche esse pause della massima diriuando da quelle della breue conuiene che esse le restino soggette. Altri dubitando si mouono dicendo, che se il modo maggiore perfetto si conosce per la apparenza delle tre pause della lunga di pari poste, Et quelle dello imperfetto maggiore per le due pause dette, seguitera, che nell' istesso canto cadera contrarieta, quando l' una, et l' altra positione delle dette pause ui si troueranno, come appare in questo essempio

[Aaron, Lucidario, f.GGiiijv] [AARLUC 08GF]

Onde tal contrarieta dicono auenire, perche in un solo concento, o subietto caderanno duoi contrari di perfettione, et d' imperfettione, Al qual dubbio si risponde, chelle due pause di lunga possono ragioneuolmente stare ne canti del modo maggiore perfetto senza producere alcuna contrarietà, come quelle che hanno in se perfettione, et imperfettione, come anchora accade delle breui perfette, et imperfette, lequali hanno luogo nel Tempo perfetto, pur che essa massima, ouer pause siano reintegrate dalla terza loro parte, o per pausa, o per nota cantabile, Come disopra la figura dimostra, Ma quelle a tre insieme poste non si conueranno porre nel modo maggiore imperfetto, percioche in tale consideratione esse sono annouerate per misura binaria, et non ternaria come anchora non è licito segnare le pause, che significano perfettione sotto il segno della imperfettione, come si uede qua [C,Bv,Bv,SP,Sv,Lig2vcssna,Sv,SP,SP,Sv,Lv on staff3] Ma accadendo al Musico a segnare le tre pause di lunga, esso sara costretto segnarle in tal guisa, et modo come la seguente figura ti dimostra.

[-f.HHir-] [Aaron, Lucidario, f.HHir,1] [AARLUC 08GF]

Similmente senza commettere errore, gli sara conceduto porre nel modo maggior perfetto due pause di lunga inegualmente poste come il seguente.

[Aaron, Lucidario, f.HHir,2] [AARLUC 08GF]

et in altri modi, i quali da noi per breuita sono lasciati, da quali altri tutti modi ti guarderai tu Compositore di non incorrerui saluo che in quelli, che da me sono stati posti, i quali appresso ogni dotto senza alcun dubbio sono et saranno confermati.

Come il Musico non ha riguardo di far imperfetta piu l' una che l' altra di di molte note in un corpo unite. Capitolo XIIII.

Facilmente potrebbono credere alcuni, che le note minori poste dauanti, o dopo qualche maggiore hauessero auttorita, et forza di leuare la perfettione piu alla prima, che alla seconda, o alla terza di molte note in un corpo rinchiuse et intese, per laqual cosa ueggendo noi molti incorrere in tal errore, come amatori di coloro, che in quest' arte si affaticano a loro giouamento, et sodisfatione alcune cose dannoi saranno dimostrate; Prima habbiamo da considerare che ogni nota, nella quale possa essere perfettione, eccetuando le pause tal nota potra essere fatta imperfetta dalla minor di lei a se propinqua, et anchora da oltre tanto suo ualore come seguitando si uede [Od,Sv,Mv; Od,Sv,M,M] et dato che il primo, et il secondo essempio per la positione delle semiminime sia tra se differente però in cio non cade errore alcuno, perche alcuna uolta le dette minime piene possono in tali segni puntati dal Musico essere intese per euitare l' alteratione, che senza esse si uedrebbe sortire pur che ne canti doue esse fanno tal effetto non si ritrouino dell' altre note simili sopra la quale imperfettione da molti sono addotte alcune ragioni da dotti non concedute, ne approuate, delle quali alcune dannoi saranno dimostrate nel seguente segno, [Od,Bv,Mv,Mv] Essi dicono che le due minime del presente segno poste dopo la breue facendo delle tre semibreui, che in essa sono immaginate due imperfette, et l' altra rimanendo perfetta per tal modo la breue uerra a restare di ualore di sette minime, Et se tal breue tre minime continue haura dopo se, come qui [Od,Bv,Mv,Mv,Mv] credono, che tali tre minime facciano imperfette quelle tre semibreui contenute nella detta breue, la quale oppenione è falsa, et male intesa, perche le tre semibreui, lequali sono il ualore dl essa breue perfetta non possono essere fatte imperfette dalle tre dette minime, perche oue cosi fosse egli seguiterebbe che la breue perfetta non si potesse fare imperfetta della sua terza parte, laquale è la semibreue, laqual cosa sarebbe contro la regola, laquale comanda che ogni nota perfetta si possa fare imperfetta quando [-f.HHiv-] le se toglie la terza sua parte, laquale è la semibreue o 'l suo ualore pertanto uolendo questi tali, che quelle tre minime habbiano forza di far imperfette le tre semibreui continue nel corpo della detta breue, si conchiude tal loro parere essere fuori di ogni ragione, perche tolta la perfettione a ciascheduna delle tre semibreui considerate perfette nella detta breue, essa resterebbe perfetta di tre semibreui imperfette, Et per tal modo, la breue dopo la imperfettione delle tre semibreui sarebbe fatta imperfetta da una semibreue perfetta, la qual immaginatione sarebbe contraria al sopradetto segno, perche esso dimostra che 'l tempo, ouer la breue è formata di tre semibreui, Et perche alcune cose dette disopra fanno, in questo luogo al proposito nostro non ci è paruto inconueniente reiterar per poter meglio conchiudere quello, che da ogni huomo forse non è inteso è da alcuni creduto, che quando il Musico, ò Compositore ne suoi canti dimostra la presente figuratione. [O,Sv,Lv] che la semibreue posta dinanzi alla lunga possa far imperfetta la prima breue contenuta nel corpo della lunga, Et che quella posta dopo la lunga del seguente essempio, [O,Lv,Sv] habbia forza di far imperfetta la seconda breue di quella, Le oppenioni, et inconsiderate considerationi de quali procedono per termini non ragioneuoli, perche si estendono in quello, che non puo stare ne essere inteso, percioche il contenere che fa la lunga delle due breui non è si come essi credono secondo la quantita discreta, ma secondo la uertu, che essa ha di natura, perche dato che in tal lunga siano due breui, non pero tal breui saranno in tal lunga secondo il lor ualore formale, Mancando adunque della forma loro propia di breue, per conseguente loro manchera etiandio l' esser dette, prima, seconda, et terza breue, quando esse nella lunga saranno fatte imperfette, onde se a tal lunga per cagion delle breui fosse fatto distintione di prima, seconda, o terza, ne nascerebbe alcuna uolta la similitudine che è tra loro, onde la semibreue in tal modo intesa, [O,Sv,Lv] non potrebbe far imperfetta la prima breue di essa lunga, et questo accaderebbe, rispetto alla prima breue della lunga, laqual sarebbe innanzi alla sua simile, come il presente processo dimostra [O,Sv,Bv,Bv] Per tanto non è da considerare che in tal lunga, et altre simili figure maggiori, o minori si possa ritrouare tal distentione di prima ne seconda, ne terza, ma è da credere, che la lunga habbia la uertu, et ualore di due breui, et non la forma di breue, Et che ciascuna di esse breui possa restare imperfetta da una di quelle semibreui, Et tal lunga sia permanente albergo et madre di tali note fatte imperfette, la onde humanissimo et candido lettore considerando le sopradette cose in altro modo, ageuolmente rimarresti ingannato, et quanto piu note perfette si trouassero in una figura maggiore, tanto piu manifesti errori da te sarebbono commessi.

Oppenione, et Resolutione, circa i Mandriali a Note nere. Capitolo XV.

[-f.HHijr-] Sappi candidissimo, et humanissimo mio Lettore, se nell' opera nostra saranno Oppositioni, senza alcuna inuidia, et maliuoglienza, dannoi sono state condotte, Ma per amore et utilita di quegli che imparar desiderano. Per laqual cosa, uedendo noi nuoui uiluppi, et corruttele manifeste, tacerle non si possono, Diremo adunque, essere poco tempo, che da molti Compositori, è usato un certo modo di comporre, dalloro chiamato, A note nere, sopra de quali scriuono, et dicono, Cantasi a breue. Et per tal cieco modo et corruttela l' uno dapo l' altro, nella fossa si gettano, Questo adiuiene, che mancano della intelligenza del semircolo dalloro segnato, Conciosia cosa che, da ogni Musico antico, et moderno, uon è, ne fu mai detto, che tal segno semicircolare non tagliato, si douesse cantare alla battuta o misura della breue, Et che questo sia la uerita, considera, et bene esamina la natura de seguenti segni, [C,Cdim], doue conoscerai il manifestissimo tuo errore, et corruttela, perche non fai differenza l' uno dall' altro, dicendo in questo segno, [C], Cantasi a breue, Per laqual cosa, si domanda, che misura si dara a questo, [Cdim], Non ho dubbio alcuno, che tu non dica, che la misura sara sopra la breue, o di tanto suo ualore, Se cosi è, ne seguitera, che questi dui segni, [C,Cdim], saranno eguali, Doue se cosi fusse, Sarebbe di souerchio, uno di esso, et contro a ogni precetto si procederebbe, perche questo, [Cdim], fa doppia proportione al seguente, [C], et al contrario, Sotto doppia proportione, Per le quali dimostrationi, et comparationi, non sara uero quello che da te è creduto, Et se bene da te sara considerato, tu conoscerai, che tali Mandriali a note nere, non saranno cantati a breui, ma a semibreui, perche in un tempo, ouer battuta, non passa altro, che una semibreue, o tanto suo ualore, la qual semibreue, o quantita sua, in detto segno, [C], indugia tanto, quanto la breue di questo segno [Cdim], passa, Et per tal modo da te è compreso, et creduto, che tali Mandriali si cantino a breue, et non secondo il propio, et natura del segno, Conchiudendo che tal misura, o tempo non è a breue, ma a semibreue, Perche come habbiamo detto, non altro passa, che una semibreue per tempo, Et questo per la uelocita delle note apparenti, et dimostranti.

Oppenione, et Resolutione, Intorno le Compositioni. Capitolo XVI.

Habbiamo anchora considerato, alcuni processi, da molti Compositori usati, non ragioneuoli, no conceduti, et con poco rispetto in luce mandati, iquali essi dimostrano uolendo procedere da, [C], acuto sospeso, a [C], sopracuto non alzato, per un solo salto, o senza mezzi, ilquale da niun dotto, non sara confermato, Perche tale interuallo, è Diapason diminuto, guasto, et non ageuole a pronontiarlo, Per ilche altri, in contrario dicono, Che il buono, et intelligente Compositore, quando se immaginera di procedere con tale ordine, segnera nel, [C], sopracuto, il sotto posto Diesi, accio che tal Diapason resti perfetto, Si risponde, chell' uno et l' altro modo, sara difficile, dispiaceuole, et poco accetto, Pertanto potendo esso [-f.HHijv-] Compositore, procedere per altre uie, et modi, Non è honesto, ne lecito cercare, quello che al Cantore dispiacera, Imperoche si dee sempre producere con commodita di colui che cantar doura, Ilquale inconueniente anchora a te accadera, se uorrai procedere per Diapenti, o Diatessaron incomposti, da uno stremo all' altro, con questo segno [signum], Conchiudendo che tali modi ouero passaggi, non sono da douer essere usati, ma rilasciati. Restaci da considerare, alcune sorti di Consonanze, Conciosia cosa che, esse non siano tutte atte, ne condecenti, al nostro genere Diatonico, Nondimeno saranno dannoi dichiarate, lequali sono, il Diatessaron maggiore, et il minore, il Dittono maggiore, et il minore, il Tuono maggiore, et il minore, il Semituono magglore, et il minore. Il Diatessaron maggiore, si chiamera quella distanza, delle quattro uoci, lequali nascono da, F, graue, a mi, acuto, et il minore procede, da, D, ad, G, graui. Il Dittono maggiore, sara quello, che cade, da G, graue, a mi, acuto, et il minore, da, G, dettn graue segnato con questo segno [signum], a C, acuto, Il Tuono maggiore, si dimostra da C, a, D, acuti, Et il minore, ha principio da, C, acuto, con questa figura, [signum], ad Ela, mi, acuta, con il seguente segno, b, del Semituono maggiore, et del minore, alcuni ne hanno fatto dichiaratione, nasce tal Semituono maggiore, dalla sillaba, fa, alla sillaba, mi, della Positione chiamata, b fa, [sqb], mi, ilqual Semituono per se non si prononza, benche alcuni habbiano, tal falso parere.

LIBRO QVARTO.

DELLA MVSICA DORIA. CAPITOLO I.

SI COME secondo la diuersità de luoghi, et delle prouincie ueggiamo ritrouarsi uarie, et diuerse nationi, cosi egliè manifesto esse tra loro essere dissimili non solamente di costumi, ma etiandio di lingue, Quinci auenne, che da queste diriuarono anchora uarij, et diuersi modi di cantare, iquali tutto che al presente piu non si trouino, però non resteremo di alcuni di essi di far mentione, si per essere stati non poco degni, si anchora per essere stati da alcuni de Greci essercitati, Et questi tai modi di cantare, et musiche hanno acquistato il nome da popoli appresso de quali essi erano in uso, come da Dori, iquali erano nelle parti di Achaia hoggi detta Morea uicina ad Athene, cosi detti da Doro figliuolo di Nettuno, la Dorica, o Doria, che piu ci piaccia di chiamarla, è appellata; Questo era fra mezzo la Lidia, et la Frigia, et la sua natura partecipaua del molle, et del duro, si come si uede essere la nostra, laquale col segno del b, rotondo et del [sqb], quadro è composta, per laqual cosa appresso di noi il primo tuono a loro somiglianza è detto Protho, ouero Autentico, habile, mobile, et lieto, come nel trattato nostro de tuoni habbiamo dichiarato.

[-f.HHiijr-] Della Lidia.

La Lidia fu cosi detta da Lido figliuolo di Atho, et è posta nell' Asia maggiore, i popoli della quale erano di natura rozzi, et austeri, la onde la Musica, laquale da loro fu essercitata similmente, era dura, et aspra, si come appresso di noi si uede essere quella, che col segno del, [sqb], duro e segnata, Il perche il Quinto Tuono Lidio è chiamato ouer trito, cioè terzo autentico, diletteuole, temperato, et allegro.

Della Frigia.

La Frigia è posta nell' Asia minore, cosi detta dal fiume Frigio, dal quale dalla Caria essa è separata, i popoli dellaquale erano di natura molli, et mansueti, Et per questo la musica, che da loro proueniua era molle, et diletteuole, si come è quella appresso di noi, che dal segno del, b, molle è retta, et gouernata, dal qual segno nasce soaue, et dolce armonia; laqual cosa adiuiene per rispetto de Pentacordi, et de Tetracordi dal loro naturale rimossi, et mutati, per laqualcosa per ritrouarsi come habbiamo detto uarie lingue, et popoli, conseguentemente da quelli deriuano, diuerse musiche, et pronontie, si come della nostra, di quella de Franciosi, o delli Hispagnuoli, o delli Inglesi, o de Tedeschi, et di altre nationi si uede auenire, la onde da alcuni loro uarij titoli, et appellationi sono state appropiati, si come à Franciosi il cantare, alli Inglesi il giubilare, alli Hispagnuoli il piagnere, a Tedeschi l' urlare, Et all' Italiani il caprezzare, laqualcosa non mi si puo far a credere, che da altro proceda, che da inuidia, et malignita essendo da questi tali stato non solamente dato il luogo da sezzo alla Italia, ma anche quella di uituperoso, et biasimeuole nome chiamata, Non è da douer esser fatto certamente tal giuditio, percioche posto che la natura di particolare, et spetial gratia non habbia conceduto alla Italia, che in essa tutto siano eccellenti in questa facolta di Musica, non è pero, che cosi fra noi non ui habbia di buoni, et eccellenti Musici, come in Francia, et in qualunque altra prouincia, si come in quelle medesimamente di ogni maniera se ne ritrouano, Anzi uuo, che a loro consolatione, et conforto sappiano questi nostri maliuoli, et detrattori, che se Franciosi, Tedeschi, ò niun altro barbaro hanno qualche parte, che traluca in loro, che tutto hanno (sia detto con loro pace) apparato in Italia come quella, che è cimento, et paragone di tutti i belli et buoni ingegni, et doue loro conuiene che uengano a pigliare il giuditio e 'l condimento di ogni lor sapere, A torto adunque questi tali tal nome di imperfettione danno a gli Italiani, conciosia cosa che gia molti cosi huomini, come donne degni et eccellenti cantori siano stati, et hora siano in Italia, de quali alcuni che lungo fora a raccontargli tutti parte per non de fraudarli di quello, che loro meritamente si conuiene, et parte per dar a diuedere a questi tali quanto sia falsa la loro oppenione, et il giuditio, che [-f.HHiijv-] fanno de gli Italiani, dannoi saranno ricordati, et celebrati, Et primieramente non è niuno, che non sappia di quanta eccellenza sia stato, et siano.

CANTORI A LIBRO.

Il Signor Conte Nicolo d' Arco.

Il Signor Lodouico Strozzi da Mantoua.

Messer Bidone.

Messer Costanzo Festa.

Messer Don Timoteo.

Messer Marc' Antonio del Doge da Vinegia.

Messer pre Francesco Bifetto da Bergomo,

Messer pre Gioan Maria da Chiari.

Messer Gioanni Ferraro da Chiari.

Messer fra Pietro da Hostia.

Messer Girolamo Donismondo da Mantoua.

Maestro Girolamo Lorino da Chiari, maestro di Capella in Brescia.

Messer Lucio da Bergomo.

Messer Biasino da Pesaro.

Messer Bernardino, ouero il Rizzo della Rocca contrada.

CANTORI AL LIVTO.

Il Signor Conte Lodouico Martinengo.

Messer Ognibene da Vinegia.

Messer Bartholomeo Tromboncino,

Messer Marchetto Mantoano.

Messer Ipolito Tromboncino.

Messer Bartholomeo Gazza.

Il Reuerendo Messer Marc' Antonio Fontana, Archidiacono di Como.

Messer Francesco da Faenza.

Messer Angioletto da Vinegia.

Messer Iacopo da San Secondo.

Il Magnifico Messer Camillo Michele Vinitiano.

Messer Paolo Melanese.

DONNE A LIVTO ET A LIBRO.

La Signora Antonia Aragona da Napoli.

La Signora Costanza da Nuuolara.

[-f.HHiiijr-] La Signora Lucretia da Coreggio.

La Signora Franceschina Bellaman.

La Signora Gineura Palauigina.

La Signora Barbara Palauigina.

La Signora Susana Ferra Ferrarese.

La Signora Girolama di Sant' Andrea.

La Signora Marieta Bellamana.

La Signora Helena Vinitiana.

La Signora Isabella Bolognese.

Per laqual cosa coloro, che o da malignita di animo, o da sdrucciolo, o lubricita di lingua si hanno lasciato trasportare addire, che gli Italiani caprizzano homai conuinti delle sopradette ragioni, anzi dalla istessa uerità apparino addire, che ueramente gli Francesi et Italiani sono quelli che cantano, che a questo modo essendo cosa diuina il rammendarsi, di ogni loro errore commesso saranno assolti, et liberati.

Capitolo II.

NOn è dubbio alcuno, che quanto la ingratitudine frall' altre uertu è degna di somma commendatione, et honore, tanto allo 'ncontro non meriti biasimo et uergogna il suo contrario, per laqual cosa per non parere ingrato appresso Iddio, il quale si dee per fermo credere che in me habbia infuso il lume, et cognitione di questa nobilissima scienza, non perche esso meco si estinguesse, come in molti ueggiamo auenire, ma perche di quello altroue facendo reflessione con altrui comunicassi quello, che da sua sola benignita mosso si è degnato di concedermi, ho meco stesso proposto di non tacere inquanto per me si potra quello, che facilmente da ciascheduno non è inteso, pero hauendo noi piu uolte sentito molti contrastare determini della alteratione, et sopra quella hauere uarie, et diuerse oppenioni, dimostreremo quanto esse siano lontane dal uero, Et primieramente intorno quello, che il nostro Venerando Don Franchino al capitolo 13. del secondo libro della sua Pratica dice, Che l' alteratione è stata ordinata, et trouata, accioche due note sole non restino senza ternario numero, Rispondiamo non essere questa la causa propia di tale alteratione, Imperoche accade di raro, chelle note non si possano riducere al ternario numero, Et tale oppenione solamente s' intendera hauer luogo in qualche Canto doue non fosse alteratione ordinaria, et usata, ma secondo il uolere del Musico, come la presente figura dichiara [Od,Mv,Mv,Sv,Sv,Bv; O,Sv,Sv,Bv,Bv on staff3] Nel primo essempio della quale, se sara considerata, si uedera una alteratione non secondo che uuole la regola ma secondo la uolonta, come habbiamo detto del Compositore, perche uolendo misurare il canto sara forza pigliare la prima minima con la seconda alterata, accio si ritroui il numero ternario delle minime, Et il simile fare della prima semibreue colla seconda del secondo [-f.HHiiijv-] essempio, Ma in altro modo che in quello, che habbiamo mostrato la loro oppenione loro non sara concedutta, perche se nel tempo perfetto et altri simili si potra hauere tre note fra due loro maggiori, come qui, [O,Bv,Sv,Sv,Sv,Bv] Imperoche si debbe considerare et bene auertire di preualersi della facilita, et non oscurita, Per tanto non è dibisogno andar cercando modi oscuri, ne faticosi come qui, [O,Bv,Sv,Sv,Bv] per hauere il numero ternario con le loro minori. Altri piu sottilmente intorno cio considerando dicono che tal alteratione dagli antichi, (come quelli, che a segni doue accadeua la perfettione, dauano sempre la misura sopra del tempo) è stata ritrouata, et ordinata per manco confusione, et ornamento del Contrapunto, Et che per tal causa il Compositore non è tenuto a continouare ne osseruare un sol modo intorno le positioni delle note, ma puo uariare secondo che allui piace, Et però quando il Compositore uuole chel tempo olla misura resti diuisa nel cantare lo dimostra in questo modo [O,Sv,Bv,Sv,Bv,Lv on staff3] et altri simili cioè chella prima terza parte del tempo sia separata, et da se posta, Et appresso l' ultime due terze parti di essa breue, o tempo siano unite in una sola nota, per laqual cosa dannoi è detto, che tale alteratione è stata ritrouata da gli antichi non perche due note non restino sole, et senza ternario numero come essi dicono, Ma perche tali due note possano hauere la loro terza parte per sincopa dalla parte dinanzi, oueramente per punti di diuisione, possano essere trasportate dopo, Et se alcuni uolessero contradire dicendo, che 'l Compositore potra condure un concento secondo il suo uolere senza considerare alteratione alcuna, come qui [O,Bv,Sv,Bv,Bv,Sv,Bv,Lv on staff3] et non colle due semibreui bianche messe, oueramente considerate in mezzo de due breui, del sopraposto circolo, Si risponde chel primo essempio disopra non ha luogo per tutte le note, o segni, iquali mostrino perfettione, massimamente in quelli, iquali contengono in se piu note perfette, come dimostrano nelle compositioni, nelle quali le breui, et le semibreui sono apparenti, et ordinate nel segno ouer figura del segno chiamato circolo puntato, oueramente tempo con prolatione. Perche tutto che quella breue piena habbia uertu, et tanto ualore quanto harebbe la semibreue alterata, ouero raddoppiata, nondimeno la detta semibreue piena mediante essa pienezza restera imperfetta, et cosi seguitera, chella breue piena, et la semibreue non si potranno unire insieme al ricompimento d' un tempo perfetto contenente in se tre semibreui perfette, come chiaramente per rispetto dell' alteratione si comprende in questo presente essempio. [Od,Bv,Bv,Sv,Sv,Bv,Lv on staff3] Dicono alcuni altri contrari a tale alteratione, che per cagione del punto di perfettione si potra saluare tal semibreue nella sua quantita perfetta come qui [Od,Bv,Bv,pt,Sv,Bv,Bv,Lv on staff3] et trasportandola trouarli altro numero ternario oue ella si riduca affare imperfetta quella ultima breue, oueramente pigliando tal Semibreue, laquale è fra la seconda, e terza breue, Si risponde che [-f.IIir-] non pigliando la detta semibreue con la seguente breue piena per un tempo finito, ilqual uuole, che non possano essere poste note nere senon è compito il tempo, tutto che alcuni questo non habbiano osseruato, Ma quelli iquali hanno intorno l' alteratione tante dubbitationi douerebbono pensare che egli sarebbe loro assai piu ageuole a considerare la detta alteratione in quella guisa, che dagli antichi ella fu ordinata, che con tante ragioni uoler introducere un modo, pe'l quale essa fosse annullata, Et uolendo pur questi tali seguire questa loro oppenione è dibisogno chella breue piena habbia anche essa al supplimento del tempo la semibreue piena, Molti altri inconuenienti nascerebbono, et errori, oue tale alteratione non fosse apparente ne essercitata, Et per conseguente non sarebbe in podesta del Musico, ouer Compositore di fare quanto piace allui, percioche conuerebbe, che egli seguitasse et seruisse alle note, et non le note allui. Similmente sarebbe errore uolendo, chella minima alterasse innanzi alla breue, et la semibreue innanzi alla lunga, Et la breue inanzi la massima, Egliè ben uero, che esse altereranno inanzi alle loro maggiori a se propinque, cioè la minima inanzi alla semibreue, la semibreue inanzi la breue, la breue inanzi la lunga, et la lunga inanzi la massima cosi in nota, come in pausa Appresso la nota non dee mai alterare inanzi alla sua simile, si in nota come in pausa, come la minima inanzi la minima, la semibreue inanzi la semibreue, et simili, Iquali ordini, et regole sono da essere osseruate, et non da essere reputate in potere del Musico eccetuando la lunga, laquale non puo alterare inanzi la pausa della massima, perche come è stato detto la massima non ha propria pausa, La onde è stato dal Musico ordinato, chella lunga nel modo maggior perfetto possa alterare inanzi a due pause di lunga insieme poste come il presente essempio dimostra.

[ClefC3,3LP,3LP,3LP,Lv,Lv,3LP,3LP,Lv; 2LP,2LP,2LP,Lv,Lv,2LP,2LP,Lv,Lv,Lv,Lv,MXv on staff5]

Et se da alcuni fosse per auentura dannato tal processo da noi considerato, Diciamo, che tal figuratione di note, et di pause non è disdiceuole ne dissona dalla ragione, perche le note atte alla alteratione, cosi altereranno inanzi alla loro maggior propinqua imperfetta, come inanzi alla perfetta, Et perche alcuna uolta nel Modo maggior perfetto accade pausare una quantita, o ualore d' una massima imperfetta inuece del ualore di tal massima, conciosia cosa che non si ritroui la propia pausa di essa, si pongono due pause di lunga insieme poste a dimostrare, che tali pause non sono da nota alcuna diuise ne partite nel misurar le lunghe a tre, a tre, come si richiede al Modo maggior perfetto, ma che sono insieme annouerate colla lunga seguente dimostrante il proprio ualore di essa massima cantabile, Et di quanto disopra habbiamo scritto, et con ragioni euidenti chiarito, piu et piu uolte con l' eccellente Messer Gioan Spadaro habbiamo fatto discorso, et fra noi il tutto confermato, alcune oppenioni del quale a maggior confermatione delle cose habbiamo [-f.IIiv-] dette, sono state nella presente nostra opera addotte, accioche meglio si conosca quanto retto, et buono sia il parere di coloro, che credono, et tengono il contrario.

Dubitationi necessarie intorno l' alteratione. Capitolo III.

E conceduto, et per ferma regola dato, che la figura, ouer nota atta all' alteratione debba alterare (come e stato detto) sempre inanzi alla maggior di se, cosi in nota, come in pausa, Alle quali sentenze alcuni opponendosi dicono, che egli non è conueniente la detta regola, cioè che la lunga alteri nel Modo maggior perfetto inanzi a due, o tre pause di lunga insieme poste, et che le note, ouer figure, cioè la minima, la semibreue, la breue, et la lunga non debbono alterare se non inanzi alle lor maggiori propinque, cioè alla semibreue, alla breue, alla lunga, et alla massima, et non inanzi alle loro pause, et ualore separato, et diuiso in piu parti minute; Et dicono che tal lunga alterata inanzi alle sopradette pause potrebbe essere considerata con altro modo non confuso, come questo

[Aaron, Lucidario, f.IIiv] [AARLUC 09GF]

perche trouandosi dopo tal massima le pause delle lunghe non di pari poste, ma l' una piu alta dell' altra, la massima non potra essere reintegrata perfetta, ma dalla nota dinanzi a se sara fatta imperfetta, o da oltretanto suo ualore, Diciamo che il Musico poco si cura comunque esse siano poste, perche tal modo di pause uariate non offende l' harmonia, la quale consiste nel pronuntiare delle uoci, Et a quello similmente, che essi dicono, che loro non piace, che la lunga sia alterata inanzi alle sopradette pause, ma che douendo pure essere alterata, che ella deè essere in forma, come disopra appare, Rispondiamo, che tal alteratione di lunga è stata usata da molti altri, iquali essendo dotti si deè credere, che con ragione habbiano proceduto, come quelli, che hanno considerato, che non hauendo la massima propia pausa, il ualore delle pause della lunga piu uolte prese debba bastare al compimento di essa, Altri anchora si muouono dicendo, che tal lunga inanzi alle dette pause con ragione alcuna non potra essere ridotta nella forma della massima, perche oue questo auenisse, ne risulterebbono alcuni inconuenienti contrarij alle regole date, come si uede in questo essempio [O,Sv,Sv,Bv on staff3] perche uolendo trouare il numero conueniente al segno circolare, sarebbe dibisogno seruare un modo non usato di alterare quella seconda semibreue dinanzi alla breue segnata, laquale semibreue se fosse ridotta alla figura di una breue, ne nascerebbe la forma della simile inanzi alla simile, Et a questo modo non si potrebbe saluare, ne anullare quella nota alterata, Similmente in quest' altro [Lv,MXv,3LP,3LP,3LP on staff4] dicono, ehella massima di necessità non puo essere fatta perfetta, ma si bene imperfetta da quella lunga dinanzi a se posta, Et conchiudono, che tal massima colle tre pause non haura somiglianza, ma che essa sara inanzi al ualore di lei, Et perche alcuni potrebbono di leggieri incorrere in quello, che niuna legge, o regola della Theorica non comanda, ne [-f.IIijr-] uuole, dannoi si haura riguardo a ricordare alcuni altri precetti necessarij intorno la sopradetta alteratione, Conciosia cosa che essa si possa intendere in dui modi, secondo l' uno de quali essa è detta Alteratione regolare, Et secondo l' altro Alteratione sottointesa, La regolare alteratione sara quella, che dal Musico è ordinata, cioè quando egli uuole che essendo due semibreui fra due breui, la seconda sia alterata, Et prima che mostriamo quale sia alteratione sottointesa, accioche da te non sia preso errore, Saprai, che sempre tal figura, o nota seconda dee alterare, ma se tu trouerai punto fra le due semibreui, alhora per forza di quel punto di diuisione tal semibreue non sara piu alterata, come si uede in molte compositioni, Et similmente quando dal Compositore sara intesa piena, Appresso trouandosi cinque semibreui, ouero otto fra due breui, la quinta, et la ottaua saranno alterate, dico alterate raddoppiate secondo la loro forma, et non come molti credono, fatte perfette, da cio ingannati, che credono, che alterare significhi far perfetto, Pertanto si uuol ben considerare, che la nota, laqnale è sottoposta alla alteratione sia dopo 'l segno, nelqual si ritroui la seguente maggiore di lei, et non dopo altro differente segno, come questo, [O,Sv; Odim,Sv,Bv] Percioche dato che tal modo dimostri qualche poco di uerità, nondimeno la ragione nol consente; ne dopo quest' altro suo contrario, cosi perche la nota alterata del segno tagliato non hauerebbe forza [Odim,Bv,Sv,O,Sv,Bv] di due in potere, et uertu, ma sarebbe scemata della sua metà per la forza del segno antecedente diminuto, Et quella dopo il circolo non tagliato accrescerebbe, et raddoppierebbe il suo ualore, Si conchiude adunque, che tali modi non sono conceduti, perche la nota alterata dopo il segno tagliato non crescerebbe in doppio, come uuole la ragione dell' alteratione, ma sarebbe deffettiua della sua retta, et ordinata quantità. Et per tal modo nascerebbe uno inconueniente manifestissimo, che presa la semibreue dinanzi al segno diminuto con l' ultima dopo il segno non diminuto, tali due semibreui non farebbono numero ternario, ma producerebbono un certo numero di note inequali, Il simile accaderebbe se la semibreue fosse dopo il segno circolare, La sottointesa ouero irregolare alteratione, secondo che al Musico piace, appare in diuersi modi, come la presente figura ti dimostra.

[ClefC4,O,Bv,Sv,Sv,pt,Sv,Bv; Sv,Sv,Bv,Bv,Bv,Sv,Sv; SP,Sv,Bv,Bv; Mv,Mv,Sv,Bv; Bv,Sv,Sv,Sv,pt,Sv,Sv,Bv on staff5]

Come si puo formare ciascuna spetie, semplice, et composta nelle due congiunte. Capitolo IIII.

Accio che meglio sia inteso ogni interuallo o spatio delle congionte dellequali siamo per trattare al fine dell' opera daremo di cio essempio colla spetie del Tuono [-f.IIijv-] del Semituono, del Dittono, del Semidittono, del Diatessaron, del Essacordo et del Diapason, Et prima saranno dannoi considerati gli spatij sesquiottaui differenti l' uno dall' altro continouati, ouero composti senza rimouere gli estremi dimostrati in figura, iquali saranno noti per la positione di E graue, laquale sara immobile, ferma, et permanente ad ogni spetie di tuono ascendente, et discendente, Et incominciando diremo, che dalla sillaba, Vt, da, C, graue a, D, considerata nascera lo spatio sesquiottauo, cosi nello ascendere, come nel discendere, ma uolendo ritrouare il seguente interuallo chiamato re, mi, bisognera immaginarsi et fingere il, b, rotondo nella positione di Elami graue, et per tal congionta si trouera lo spatio secondo sesquiottauo chiamato re, mi, et la doue che il terzo fa, sol, senza altra congionta naturalmente si dimostra il quarto, et ultimo sesquiottauo spatio, ilquale è sol, la, sara accidentale per la <congionta>, ouer segno del, b, molle in, [sqb], mi graue considerato, Et con tale ordine discorrendo di ogni altro spatio di tuono facilmente harai notitia, Ma uolendo nella detta positione, o corda hauere il minor semituono, ti sara di necessita nella corda del detto, C, graue fingere, et presuporre il b, giacente ouero Diesi, et si come prima ci era, ut, et, fa, rimossi tali nomi cioe, re, mi, fa, sol, et sol, la, sara detto mi, fa, et, fa, mi, spatio del nominato semituon minore, seguitando alla seguente consonanza chiamata Dittono per essere natural spetie sola esso, restera propio senza altro accidentale, Et perche forse alcuni non sono chiari, donde uenga la differenza delle due spetij semidittonali, auertirai, che essa non prouiene da altro, che dal semituono, che uaria, come in questa spetie, cioè, re, fa, et mi, sol, ilqual, re, fa, nel secondo interuallo ha il semituono, et mi, sol, nel primo Per tanto uolendo nella detta positione trouare le due spetij non altrimenti che col, b, molle in Elami et col Diesi in, C, fa ut le trouerai, da quali segni saranno comprese le due spetij sopradette, Et per meglio chiarirti qual sia la causa, chel Dittono non ha piu d' una spetie, questo auieue, perche la detta spetie non è formata di semituono alcuno, benche alcuni uogliano esserci due spetij di Dittono, cioè, Vt, mi, et fa, la, come quelli, iquali senza consideratione credono, che, Vt, mi, et fa, la, siano differenti, laqual oppenione e falsa, conciosiacosa che esse naturalmente secondo l' ordine delle note in tali processi siano, le piu uolte simili, perche dicendo, Vt mi, ci sara anchora fa, la, dico secondo l' ordine naturale, perche uolendo procedere da, [sqb], mi acuto a D, la, sol, re, per lo segno del, b, molle, senza dubbio harai solamente fa, sol, la, et non ut, re, mi, ma rimouendo la rotonda figura, ritornera mi, sol, processo naturale, Et per tal modo sara una sola spetie, laquale non puo uariare senza la spetie semidittonale, come al terzo Capitolo del libro secondo del nostro Toscanello non si è taciuto, Similmente se uorremo trouar le tre spetij del Tetracordo non rimouendo, come e stato detto la positione di, C, graue, bisognera segnare la figura, b, nella positione di Elami, con laquale harai il primo Tetracordo, ouero spetie da esso, C, a, F, graue, ma la seconda spetie da, C, ad, F graue sara euidente per lo segno del, b, molle posto in D, graue, et la terza [-f.IIiijr-] naturalmente si dimostra. Appresso habbiamo da uedere le quattro spetij del Diapente, o uuoi dire pentacordo, la prima spetie del quale sara compresa dal segno del, b, molle in Elami graue posto insino a, D, acuto, et, C, graue, estremi, Il secondo Pentacordo, o spetie ci sara nota ponendo tal figura, b, in, D, in, E, graui, et in, A, acuto, la terza incominciando da, C, positione graue, insino a, D, acuto ponendo la figura Diesi in, F, graue, la quarta senza segni è naturale, Et perche la sesta maggiore non uolendo mutare la corda di, C, graue alla sua formatione, produra poco diuerse tra se le sue spetij, senza empire il foglio in ragionar di lei dannoi sara lasciata a dietro, non ostante che ella ne habbia due accidentali, quando, loro è posta la figura, b, nella positione di Elami graue. Procedendo alla sesta minore, et alla prima spetie di lei ella non si puo dimostrare altramente, che con duoi segni del b, molle, iquali si dimostrino in E graue, et A, acuto, ilqual processo fara re, mi, fa, re, mi, fa, la terminatione della seconda spetie non si potra creare, se prima non appare col, b, rotondo ilquale conuiene, che sia nella positione di, D, et E, graui, ilqual processo sonera mi, fa, re, mi, fa, sol, la terza spetie procedera in questo modo, cioè mi, fa, sol, re, mi, fa, il qual modo, et ordine nascera dalla positione, ouer figura del, b, molle posta in D, in, E, graui, et in, A, acuto, Et per essere la quarta et la quinta spetie simili alla prima, et alla seconda dannoi saranno tralasciate. La consideratione della prima spetie Diapasonica, cioè re, mi fa, re, mi, fa, sol, la, si conoscera da, C, graue et da, C, acuto, pero uolendo procedere per li mezzi di essi estremi dando nome a tutte le seguenti note, è necessario segnare la figura, b in, E, graue, et in, A, acuto, per loqual modo harai la prima spetie, et similmente hauera la seconda, se da te saranno considerati i mezzi delli stremi, iquali nomi, o sillabe non ritrouerai, oue da te la figura Diesi non sia segnata in C, acuto et la figura, b, in, D, et, E, graui, la terza spetie per essere naturale, dannoi non sara detta; la quarta procedera co seguenti nomi, cioè re, mi, fa, sol, re, mi, fa, sol, iquali saranno dimostrati colla figura, b, segnata in, E, graue, et in, [sqb] mi acuto. I nomi, et mezzi della quinta spetie faranno tal processo mi, fa, sol, re, mi, sol, fa, la, doue bisognera segnare il seguente b, rotondo nella positione di, D, graue, et A, acuto; la sesta hara il suo processo co presenti nomi fa, sol, re, mi, fa, re, mi, fa, iquali non con altro saranno compresi, che col segno della figura Diesi, laquale si manifesta sopra la corda detta, F, graue, per loqual ordine harai la sesta Diapason; La settima, et ultima Diapason consiste in tali nomi, et note, cioè Vt, re, mi, fa, re, mi, fa, sol, iquali saranno conosciuti se in [sqb] mi acuto nascera il, b, rotondo, Molte altre cose si potrebbono dire in tal proposito, pero per mezzo di questa poca instruttione, che ti habbiamo data, potrai ageuolmente intendere il fine di ogni altra sonanza.

Delle sei sillabe considerate da, A, a, F, et da, [sqb], a, D, Et da, D, a, [sqb] et da, E, a, C, et da F, a, D. Capitolo V.

[-f.IIiijv-] Habbiamo alcuna uolta considerato le oppenioni di alcuni iquali con poco, et debile fondamento mouendosi dicono, che nel processo del Organo discorrendo dal principio di esso insino al fine si possono ritrouare continouamente, ouer composte le sei sillabe musicali, Però danoi essendo stato essaminato tale stormento, non è conueneuole, che la uerita sia taciuta, ma con euidenti ragioni dimostrata Diciamo adunque, che tale stromento, ilquale dalla uoce greca è detto Organo, non ha in se quella minuta diuisione, laquale certamente le si conuerrebbe, come considerandolo, et diuidendolo, potrai uedere, percioche hauendo esso Organo le sue uoci stabili, et ferme, et non essendo in lui spatio minore del semituono non potra reintegrare la propia, et naturale sua forma delle sei sillabe, perche altro non puo rendere, che quello, che la corda per se rende, et suona, il che non auiene del Liutto, et d' altri simili stormenti, ilqual Liutto puo essere aiutato col dito di colui, ch' el suona alla intensione, et remissione di qualche spatio minuto per la reintegratione della sua consonanza, perche puo mouere la mano, ouero il dito in giu, et in su secondo che gli piace, laqual comodita, come disopra habbiamo detto, non si puo hauere dal Organo, come quello, che da solamente quello, chella uoce rende, Domando adunque a te se ben le sai, ilquale forse hai tale oppenione, come si potranno hauere le sei sillabe continouate dando principio alla corda di [sqb] mi graue, conciosia cosa che il detto b mi seben considererai, manchi d' un Coma alla sua terza maggiore, onde uolendo a una a una formare le sei sillabe, harai, Vt nel detto, [sqb], mi, graue et il, re, al tasto negro sopra di, C, graue detto semituon maggiore, ilquale produce dal [sqb] lo spatio d' un tuono, Et da, C, a, D, harai lo spatio del semituono maggiore nel graue, Et il minore nel acuto, et quello di, D, et E, in contrario, perche il semituon maggiore sara nello intenso et il minore nel remesso, la onde per esserci duoi semituoni minori continouati l' uno fra, C, et, D, et l' altro fra, D, et, E, graui lo spatio del seguente tuono detto mi sara diminuto del Coma, alla reintegratione del quale è dibisogno, come da noi nel Toscanello fu dimostrato, che sopra la corda del detto tasto negro esso sia aumentato di tanto interuallo, che il ne faccia perfetto, Per loqual fondamento tu potrai conoscere la tua oppenione essere falsa, Et se tu non sai donde nasca tale inconueniente, perche [sqb] mi non ha terza maggiore, auertirai che da altro non procede se non dalla congionta del, b, molle nata, et posta in Elami graue, ilqual, b, molle appare sotto del detto Elami per lo spatio d' un Appotome, Il medesimo inconueniente in frra 'l [sqb], et il, D acuti trouerai, et perche tu uegga l' ordine delle sei sillabe, diremo il loro principio essere in Gamaut ilquale conciosiacosa che il loro processo in esso sia naturale sara tacciuto, pigliando Are graue, sopra del quale diremo, Vt, In, [sqb], mi, re, In C, fa, ut, mi, col segno del Diesi, In, D, sol, re, fa, In, Elami, sol, Et in, F, la, segnato col Diesi. Vt in, [sqb], mi; re in, C, fa, ut colla figura Diesi, mi in, D, sol, re col segno detto; fa in E, la, mi, col, b, molle segnato; sol, in, F, Et, la, in, G, Vt in, D, sol, re; re, in E, la mi; mi in F, graue con la figura Diesi; fa, in, G, sol [-f.IIiiijr-] in A, acuto; Et, la, in b, quadro, acuto; Vt in E, la, mi, re in, F, graue col segno del Diesi; mi, in G, col segno detto Diesi; fa, in A, acuto, sol, in b, quadro acuto la, in C, acuto inteso col Diesi. Vt in, F, Et per essere la detta positione nota, et facile non le daremo altra dichiaratione ne similmente al seguente luogo G, sol, re, ut, graue, Vt in E, la, mi, re; re in b, mi quadro detto; mi, in C, acuto col segno del Diesi; fa, in D, acuto; sol, in E, et, la, in F, acuto col Diesi apparente. Vt, in b, quadro acuto; re in C, acuto col segno detto; mi in D, acuto col segno Diesi; fa in E, acuto; sol, in F, col Diesi; Et la in G, colla detta figura Diesi. Vt in C, acuto, del quale non faremo mentione essendo il suo processo chiaro, et naturale, Vt in D, acuto; re, in E; mi, in F, dimostrante il Diesi; fa, in G; Sol in A; La, in b quadro, Vt, in E, acuto; re, in F, segnato del Diesi; mi, in G, col medesimo segno; fa, in A; sol in b quadro sopracuto; et la, in C. Vt, in F, seguente corda sara simile al primo cioè F, Et per essere il rimanente delle positioni simile a quello, che di esse habbiamo detto faremo fine, Et perche nel seguente capitolo si trattera della congionta del b quadro, et del b, rotondo, nelle quali si dimostrera, come, et in che modo procederanno le sei sillabe, cioè ut, re, mi, fa, sol, la, in ciascun luogo della mano, pero non è stato fuor di proposito hauer trattato, come tal sillabe possano procedere da luogo a luogo continouate, ouero incomposte. Et a maggior uergogna, et biasimo del tuo errore, poi che di senno ti credi pareggiare Solomone si domanda, se tali nomi, ouer sillabe si potranno trouare per la congionta del b, rotondo in questo nostro stormento chiamato Organo, Certamente no, percioche uolendo in E graue segnare il segno del detto b, rotondo, et in tal corda dire, ut, Certo si uede, che tal processo delle sei note non si potra con spatij debiti continouare l' una dopo l' altra, perche essendo diuiso lo spatio Sesquiottauo fra G graue et A, acuto, col Semituon maggiore nel Graue, et il Minore nel Acuto, seguita, che a tal procedere loro manchera lo spatio del Semituon minore, ilquale nasce fra il secondo, e 'l terzo interuallo tolto, et occupato dalla congionta del b quadro nascente fra G, graue, et A, acuto, Et un' altro inconueniente ne nascera, percioche uolendo il terzo spatio Sesquiottauo, fa, sol detto, a buona hotta uorrò, che mi sappia dire, doue il trouerai, perche dopo il dimostrato Semituono maggiore fra esso et A, acuto, non si troua altro, che il minore, et dal detto A, a b, quadro acuto un' altro minore, iquali insieme presi non creano il Sesquiottauo spatio, Pertanto tali semituoni minori, non si conuengono al genere Diatonico, essendo l' uno dopo l' altro, Questo medesimo harai in E acuto, et in altri simili, Essendo stato per le dimostrate ragioni riprouato quello, che con poca esperienza hai creduto, per l' innanzi ti starai cheto.

Del modo di procedere con le sei sillabe accidentali nello stormento detto Organo. Capitolo VI.

[-f.IIiiijv-] [Aaron, Lucidario, f.IIiiijv; text: Vt, re, mi, fa, sol, la.] [AARLUC 09GF]

Ci resta anchora di dar ricordo a quegli, i quali hanno cura, et carico della Musica, cioè a coloro, che sono detti Maestri di Capella, che quando alcuna uolta auiene, che ne loro Cori ritrouano qualche concento composto regolarmente sopra 'l sesto, ouero sopra l' ottauo tuono, ilquale loro parra, che loro sia discomodo il suo ascendere, essi non deono per accomodare se, discomodare il loro Sonatore dell' Organo con fargli a sapere, che per loro commodità uoglia rimouere dal sesto tuono la corda di, F, et conllocarla un tuon piu basso, ilqual tuono nascera in, E ma col segno del, b, molle, Et perche come disopra habbiamo detto, questi tali Musici solo attendono alla loro commodita senza considerare quello, chell' Organista puo operare, Accaderà, che uolendo il detto Sonatore sodisfare a tali loro comodi, che esso non potrà rettamente procedere secondo il Canto fermo, et quello andare imitando, cioè, che dando principio al sesto tuono nella corda, o positione di, E, col segno detto del b, molle, et uolendo procedere secondo il discorso di tal tuono gli mancherà il Semituon minore, ilqual per la congionta del b quadro riman maggiore, Dicono alcuni che questo non è di molta importanza bisognando al suo discorso tal Semituon minore, et trouandone un maggiore, percioche essendo il Coma particola insensibile, et che non puo essere pronontiata dalla uoce humana, Il semituon maggiore puo sodisfare in uece del minore; Si risponde, essere la uerita, ch' el Coma per essere particola minuta non potrebbe essere prononciato dalla uoce humana, quando esso hauesse proprio spatio, pero conchiudo tale oppenione non essere conceduta, perche dato che esso Coma per se non sia senbile, nondimeno composto resta sensibile, come appare, quando l' Organista si uuol preualere, et accomodarsi di qualche Terza, o Decima maggiore, Appresso, che egli sia sensibile, chiaramente si consce nelle diuisioni de tuoni dell' Organo le quali essendo da te bene essaminate, trouerai dal, C, graue al seguente tasto negro essere maggiore parte che non è da [-f.KKir-] esso tasto negro al seguente bianco, Et similmente procedendo da, F, a, G, graui, da, F, al tasto negro sara maggiore spatio, che non sara dal detto tasto negro al seguente bianco, Et non per altro nasce tal quantità maggiore, che per lo spatio di esso Coma, ilqual per se non si dimostra, Conchiudo adunque, che egliè di mestieri, che il maestro di Capella habbia cognitione di sapersi accomodare all' Oorgano, altrimenti ne risultera confussione, come molte uolte da noi è stato auertito, se gia tali Organi non fossero stati ridotti alla loro perfettione.

Domanda del b, molle in C, et in F, considerato, ouero immaginato. Capitolo VII.

Potrebbono alcuni di acutissimi ingegni uolere intendere un certo ordine di Musica non naturale, ma subintelletto, cioè si è possibile ritrouare i detti essacordi col segno del, b, molle, et del Diesi immaginati, considerati in C, in F, [sqb] et in E, naturali. Quanto sia honesta, et ragioneuole tal loro dimanda si dimostrerà nel presente capitolo, ma per sodisfatione di quegli, che fanno tal Quesito, Eglie dibisogno, che tu sappia, che egliè impossibile, che tal dimanda sia chiarita per uia del genere Diatonico; Volendo tu adunque immaginarti il segno di, b, in C, graue, et con tal uoce fa, hauere ogni altra nota, lequali rettamente procedano, a te potrebbe interuenire forse quello, che altrui è interuenuto, iquali hanno creduto, che quando il Musico, ouer Compositore ne suoi processi musicali adduce la figura del, b, molle, o del Diesi, che quella nota dal proprio suo luogo non si rimoua, ma stia permanente et che tali segni siano quasi di souerchio Pero per isganarti di questo errore saperai, che tal sillaba, o nota, fa, posta in C, col detto segno, b, è indi rimossa, et piu non è la doue prima si ritrouaua, ma sotto di, b, mi graue, per un spatio del Coma, ilquale non sta naturalmente in tal positione, per tanto non hauendo il, b, positione commoda, per conseguente il mi, quiui non si potra ritrouare, per essere il tuon sesquiottauo da, A, et B, mi graui diuiso per lo Semituon maggiore nel acuto, et il minore nel graue, et procedendo al mi, non lo potrai ritrouare, conciosia cosa che il Semituon geminato nasca fra, B, mi, et A, et fra, A, et G, iquali semituoni sono sottoposti al genere Cromatico, Discorrendo la uoce Vt, tal sillaba sara per un semituon maggiore sotto a Gamma ut, Onde quando per piu facilita uorrai intendere tal Tetracordo da, C, a Gamma accidentale col detto, b, dimostrato, quanto sara il fa, da, C, abbassato, tanto disotto a Gamma sara la uoce ut, Et seguitando alla nota sol per essere sopra del, C, il semituon maggiore, saranno dal suo, fa, al sol, duoi semituoni maggiori iquali souerchiano il tuono dello spatio del Coma, similmente uolendo la uoce, sol, per la continouatione di duoi semituon minori manchera il tuono dello spatio del detto Coma.

Del, b, molle in A, collocate. Capitolo VIII.

[-f.KKiv-] Col medesimo discorso facilmente ti sara noto non si potere Diatonicamente trouare le sei sillabe, ouer note mettendo la figura, b, nella positione di, F, graue, percioche il detto fa, sara inteso, et immaginato sotto la positione di, E, graue per un Coma, ilquale cambia il semituon maggiore in minore nascente fra, E et D, per laqual cosa quel fa, accidentale hara nel discendere il semituon minore, ilqual nasce al tasto negro posto fra esso, D, et E, et dal mi, a, re, per essere dal detto tasto negro al D, duoi semituon minori l' un dopo l' altro, iquali si comprendono dal tasto bianco del D, graue al negro seguente, non si potra hauer lo spatio del tuono, Onde sara dibisogno aumentarlo d' un Coma sotto al detto tasto negro posto fra, C, et D, graui; Appresso non harai la uoce, Vt, per essere in tali positioni duoi semituoni minori continouati la onde sara di necessità sotto b, mi graue immaginarsi un' altro Coma, Et questo ordine, et modo accidentale intorno le dette positioni, et segni nel seguente capitolo intenderai, et seguitando diremo tutto quello è necessario intorno la cognitione della figura, o segno Diesi, in b, et in E, immaginato.

Del segno del Diesi in b, et in E, graui considerato. Capitolo X.

Per diletto, et utile di ciascuno desideroso di tale intelligenza dichiareremo anchora quello, che si appartiene alla figura Diesi nelle corde di, b, graue, et E, procedendo secondo le sillabe, constituita, et ordinata, Diremo adunque, che essendo immaginata la detta figura Diesi in b, quadro primo, et uolendo il seguente tuono ritrouare, ilqual, è, mi, re, Et per essere diuiso, et compassato tal spatio sesquiottauo per semituon maggiore in acuto, et appresso continouando duoi semituoni maggiori alla reintegratione di quel tuono superato dal Coma, et a dibisogno che 'l detto interuallo hauesse il semituon minore nell' intenso, et il maggiore nel remesso, per le sopradette cose appare, che egli è di souerchio tal segno in b, graue considerato, nondimeno seguitando al graue: trouerai la uoce, Vt, perche lo spatio del Coma supera il tasto nero ordinato fra, b, mi, graue et Are, la onde dal detto Coma al tasto bianco dimostrate la corda di Are sara l' interuallo d' un Appotome, et dal detto A, al tasto nero seguente appare il semituon minore, ilquale giunto insieme col maggiore fanno, lo spatio sesquiottauo perfetto, dato che il Coma sopra di, b, mi graue non habbia luogo propio, Et cosi sopra della uoce detta mi, seguiteranno il fa, il sol, e 'l, la, Et bisognando procedera al semituon minore, tal semituono sara immaginato dal Coma sopra la corda di, C, graue al tasto nero fra C, et D, graue, et indi al sol, quinta nostra uoce si uede esso non poter hauere luogo naturale, et proprio per essere diminuto d' un Coma, et questo adiuiene per rispetto de duoi semituon minori considerati, et apparenti dal tasto nero al bianco detto, D, et dal detto bianco al seguente nero fra D, et E, ilqual Coma sara inteso sopra del tasto, che cade fra D, et E, et la sillaba ultima nascera sopra di F, graue, per un Coma.

[-f.KKijr-] Del Diesi in E, immaginato. Capitolo X.

Volendo pur anchora cosi procedere, si potra conoscere come, et in che modo mettendo il Diesi in E, naturale corda le sei note cantabili si possono ritrouare, Dico, che andando di sillaba per sillaba alle parti graui haremo il Semituon minore al tasto negro fra F, et G, ilquale diuide lo spatio del detto F, et G, per lo Semituon maggiore nel graue, et per lo minore nel acuto. Onde per essere dal detto tasto negro fra F, et G, al seguente fra G, et A, il minor Semituono col detto maggiore insieme, ne seguitera lo spatio sesquiottauo perfetto, Ma uolendo la uoce ultima chiamata la, per esserci duoi semituon minori continouati diremo, che tal Tuono si potra hauere dal tasto nero fra G, et A, al tasto seguente nero aggiongendoui un Coma, o uuoi dire un semituon maggiore sopra di A, acuto, Et se uorai trouare il re, et l' ut, dico, che tal sillaba, re, sara sotto di D, al tasto nero seguente, col qual modo sarai certo, che tal figura Diesi non potra dominare in b, quadro, ne in E, ne il b, molle, nel C, nel F, come seguitando per le congionte intenderai.

Della congionta del b, molle, et del b, quadro. Capitolo XI.

Et benche da noi nouamente siano dimostrate le congionte del b molle, et della figura b duro, Non deono pero da te essere istimate di souerchio, ne uane, ma necessarie, et al proposito a coloro, iquali desiderano tali considerationi, Conciosia che poche, o quasi niuna al presente se ne ritroui, Laqual cosa adiuiene, perche poca quantità ne furono impresse, Pertanto a sodisfattione di quelli, che non ne hanno potuto hauere, diremo, chelle congionte, come piace al musicale consortio, sono due, delle quali l' una è detta di b, molle, oueramente b, rotondo, la quale si puo segnare con questo segno, b, in ciascuna corda, o positione della semplice mano di Guido, eccetto che in C, et in F, et la seconda è nominata dalla figura di b duro, ouero di b quadro, Laquale puo essere segnata con questo segno # in ciascuna delle positioni naturali, ouero semplici della detta mano, saluo che in B, et in E, ma perche questo B, non si segni in C, ne in F, naturali, ne questo # in B, ne in E, seguitando sara detto, Adunque questo segno b, si potra segnare in cinqne luoghi, o positioni differenti della mano, cioè in A, in B, in D, in F, et in G, Et questo # similmente si potra segnare in altre cinque positioni della mano semplice predetta, cioè in A, in C, in D, in F, et in G, et la sillaba, ouero nome officiale assegnata, o sottoposta a questo segno b, sara la sillaba fa, et a questo # sara assegnata la sillaba mi, et de qui nasce, che quando questo segno b, è posto nell' uno delle positioni della sopradetta mano, alhora quel Tuono naturale, il qual cade fra tale positione segnata, et la inferiore natural propinqua resta diuiso per lo maggior semituono nell' acuto, et per lo minore nel graue, come dimostra il Tuono, il quale cade tra A, et B, quadro [-f.KKijv-] acuti, quando questo segno b, è segnato in [sqb] mi graue, Ma quando questo segno #, è nell' una delle positioni predette naturali, alhora quel tuono naturale, il quale è posto fra tal positione segnata, et la superiore propinqua, restera diuiso col maggiore Semituono nel graue, et col minore nell' acuto, Per laqual cosa accadera, che essendo segnata ciascuna delle predette positioni della semplice mano co detti dui segni b, et [sqb], che ciascuno spacio de tuoni naturali della mano, ouero semplice Monacordo restera (come ho detto) diuiso per lo maggiore semituono nel graue, et per lo minore nell' acuto, et anchora per lo minor semituono nel graue, et per lo maggior nell' acuto, in modo, che tra ciascuno spatio di Tuono naturale appareranno doi minori semituoni, cioè l' uno nel graue, et l' altro nel l' acuto, iquali Semituoni saranno dimezzati, et fra loro distanti per lo spatio di un Coma, come accade ne Monacordi, et Organi moderni in quello spatio del Tuono cadente tra G, et A, naturali, tra le quali estremità cadono doi tasti neri, de quali quello, che è piu appresso al G, sara semituono minore con la predetta lettera G, et coll' A, sara maggiore, Il qual tasto nasce da questo segno b, posto nell' A, predetta, et l' altro tasto nero sara anchora Semituon minore colla lettera A, et maggiore col G, et quella distanza sonora, la quale cade tra i predetti duoi tasti negri Theoricamente parlando sara spatio di un Coma, Compreso adunque quello, che è stato detto, si hara chiara cognitione di quello, che detto habbiamo di sopra, cioè che in B, et in E, naturali non si segnera questo segno #, et che in C, et anchora in F, naturali non si segnera questo b, Laqual cosa aduera, perche la lettera B, et E, naturali non hanno sopra di se lo spatio propinquo di Tuono, ilquale mediante tal segno possa restare diuiso per lo Semituono maggiore nel graue, et per lo minore nell' acuto. Ma tal segno oue fosse posto in B, et in E, naturali producerebbe un suono, il quale ascenderebbe sopra C, et F, per uno spatio di un Coma molto inutile nell' harmonico stormento, similmente se questo segno b, fosse dato in C, ouero in F, naturale, il suo suono discenderebbe sotto B, et E, naturali per lo spatio di un Coma molto incommodo, et di souerchio, Et per tal cagione i detti segni non sono collocati nelle positioni di sopra dette, Quando adunque questi segni b, [sqb] da molti chiamati accidentali saranno segnati nelle predette naturali positioni della mano di Guido, alhora seguitera che in ciascuno luogo, et positioue di essa si potra ritrouare ciascheduna delle sei sillabe, cioè ut, re, mi, fa, sol, la, con le loro debite distanze, delle quali sillabe alcune nasceranno dall' ordine primo chiamato semplice, o naturale, et alcune da segni predetti, come qui b, [sqb] L' origine, et nascimento delle quali tre prime sillabe, cioè, ut, re, mi, uolendo ritrouare, ti conuerrà essendo prodotte da tali segni accidentali, ascendere, perche hanno il loro semituono cadente tra mi, et fa, sopra di loro, Ma uolendo ritrouare le predette sei sillabe uguali in suono con Gama ut naturale, sara dannoi detto, chella prima sillaba, cioè ut, è naturale in tal luogo, Dapoi chella sillaba seconda cioè, re, nascera da questo segno b, segnato in b mi graue naturale, la terza sillaba mi, nascera anchora da [-f.KKiijr-] questo b, segnato in Are, Ma la quarta sillaba fa, hauera principio da questo segno # segnato in F, acquisito, il quale naturalmente è distante da esso Gamma ut, per un tuono, et è in ottaua con F, graue, Et la quinta sillaba, cioè sol, cadera in tal luogo naturalmente, perche sara prodotta dal C, acquisito, il quale si troua in ottaua nel graue con C, graue, Ma l' ultima sillaba, cioe la, deriuera da questo segno b, posto in E, acquisito distante per una ottaua da E, graue, Et per tal modo, come a molti piace, accadera, che tutti i nomi officiali, che accidentalmente sono equali in suono con Gamma ut, saranno retti, et gouernati da questo segno b, eccetto il fa, ilquale è gouernato da questo segno #, et anchora ut, et sol, i quali si gouernano per l' ordine semplice, ouero naturale. Poscia che habbiamo dimostrato la dependenza, de sei nomi officiali considerati equali in suono con Gamma ut, prima positioue dell' ordine semplice della mano, hora seguitando intorno della dependenza, et nascimento delle predette sei sillabe considerate ugualmente in suono cou Are, si tratterà, Diciamo adunque, chella prima sillaba ut, considerata equale in suono con Are predetto procede da questo segno # segnato in C, graue, Et la seconda, cioè re, sta naturalmente in tal luogo, Et la terza, cioè mi, nasce da questo segno b, posto in B mi quadro graue, Et la quarta, cioe fa, ha origine da questo segno # collocato in Gamma ut, la quinta, cioè sol, nasce da questo segno, # messo in F, acquisito, il qual F, naturalmente si troua sotto Gamma ut, un Tuono piu basso, Ma la sesta sillaba, cioè, la, naturalmente sta in essa positione, et è generata dal C, acquisito posto una ottaua sotto C, fa, ut, graue, Et per tal modo appare, che tutti i nomi delle sillabe cadenti equali in suono con A, naturale nascono da questo segno #, eccetto mi, ilquale deriua da questo b, et anchora la sillaba la, et re, che nascono dall' ordine semplice ouero naturale. Visto, et essaminato come le sei sillabe, o nomi officiali nella prima, et nella seconda positione sono considerate, Al presente si dara chiara notitia, come i predetti sei nomi debbono essere considerati in b, quadro terza positione. Egliè adunque da sapere, chella prima sillaba ut, ha origine da questo segno # segnato in D, sol, re, secondo l' ordine semplice, e la seconda, cioè, re, ha il suo nascimento dal predetto segno posto in C, graue. Ma la terza sillaba, cioè, mi, sta in tal luogo naturalmente, La quarta sillaba fa, nasce da questo segno # collocato in Are. Et la quinta, cioè sol, procede dal predetto segno messo in Gamma ut, Et l' ultima detta, la, nasce da questo segno # dimostrato in F, acquisito, ilquale nel graue è sotto di Gamma ut, per lo spatio di un tuono, Onde per le predette dimostrationi appare, che tutti i nomi, officiali iquali sono considerati equalmente in suono con b quadro naturale, et dependono da questo segno # eccetto mi, ilquale è dell' ordine primo detto naturale.

Et seguitando diremo, chelle sei sillabe equalmente nascono considerate in C, fa, ut, La prima cioe, ut, sta in tal luogo naturalmente, et La seconda, cioè, re, nasce da questo segno, b, segnato in Elami graue, et La terza cioè, mi, ha principio dal predetto segno posto in D sol re, La quarta cioe fa, sta naturalmente in tal luogo, Ma [-f.KKiijv-] la quinta detta, sol, nasce anchora da questo segno, b, collocato in b, quadro graue, et la sesta chiamata, la, depende dal sopra detto segno segnato in Are. Per tanto, appare, che tutti i nomi officiali liquali sono considerati essere equali in suono nella lettera. C. naturale deriuano dal detto segno, eccetto, ut, et fa, iquali si appartengono al primo ordine, et con tale modo seguitando alla quinta positione detta, D, sol, re. Diremo che la prima sillaba nascera da questo segno # posto in F, graue, La seconda cioè, re, sta in tal luogo naturalmente, La terza detta mi, procede da questo b, segnato in Elami, La quarta detta fa, nasce da questo segno # messo in C, graue, La quinta detta sol, sta in tal luogo naturalmente, L' ultima cioè, la, depende da questo segno b, posto in b quadro graue, Et per tal modo accadera, che tutti i nomi officiali considerati equali in suono in D, graue naturale dependono da questo segno b, ecceto fa, et ut, liquali hanno origine da questo segno #, et re, et sol, iquali naturalmente si comprendono, Appresso seguitando diremo, che delle sei predette sillabe considerate equalmente in suono nella sesta positione naturale chiamata Elami, La prima sillaba ut, ha il suo nascimento da questo segno # segnato in G acuto, ouero graue, Et la seconda cioe, re, nasce dal predetto segno posto in F, graue, Ma la terza sillaba cioe, mi, sta in tal luogo naturalmente, Et la quarta cioe fa, ha origine da questo segno # collocato in D, graue, la quinta cioe sol, uiene da questo segno # messo nel C, graue. La sesta cioe la, sta naturalmente in tal luogo, in modo che tutti i nomi officiali considerati equali in suono in Elami hanno dependenza da questo segno #, eccetto mi, et la, che sono considerati dal primo ordine detto naturale. Puossi similmente dimostrare, come nella settima positione nascono sei nomi officiali con equale sonorita. Pertanto adiuiene, che il primo cioe ut, ha origine da questo segno, b, segnato in b quadro naturale acuto, Et il secondo, re, nasce da questo segno, b, posto in a acuto, Et il terzo detto mi, deriua dal sopradetto segno dimostrato in G acuto, o graue, Ma il quarto cioè fa, sta naturalmente nel suo luogo, Et il quinto cioe sol, nasce dal predetto segno, come qua, b, messo in Elami graue, Ma l' ultimo cioe la, nasce dal b rotondo posto in D sol, re, Et per tal modo appare, che i nomi officiali equalmente considerati nel detto F, fa, ut, naturale dependono da questo segno, b, eccetto, fa, ilquale nasce dal ordine primo.

Dopo le predette considerationi uerremo all' ottaua positione detta G, sol, re, ut, delquale a douer ragionare ci par quasi di souerchio, percioche considerando la similitudine, la quale cade tra i luoghi ottaui, assai basterebbe chi dimostrasse, come si trouano le sei sillabe in Gamma ut, similmente si possono ritrouare in G, sol, re, ut, acuto, et sopracuto, pur nondimeno, conciosia cosa che in questo istesso capitolo habbiamo dimostrato come i predetti sei nomi conuengano in ciascuna delle uenti positioni naturali della mano, per non deuiare da tale ordine, non mancheremo di procedere secondo 'l modo, et ordine incominciato. Et primamente diciamo, che la prima sillaba, cioè ut, in tale ottaua positione sta naturalmente, Et la seconda, cioè re, nasce da questo segno b, segnato in b, mi acuto naturale, Et la terza, cioè mi ha origine [-f.KKiiijr-] dal predetto segno posto in a, acuto, Et la quarta cioè fa, deriua dal detto segno Diesi collocato in F, graue, Ma la quinta cioè sol, sta naturale nel suo luogo, Et la sesta, cioè la, procede da questo segno b, posto in Elami naturale, et graue. La nona corda puo similmente, et equalmente hauera le predette sei sillabe, ouer nomi officiali intorno iquali il primo chiamato ut, nasce da questo segno # segnato in C, acuto. Et il secondo, cioè, re, sta naturalmente in tal luogo, Il terzo, cioè mi deriua da questo segno b, posto in b quadro acuto, Il quarto detto fa, nasce da questo segno # collocato in G acuto, Il quinto, cioè sol, depende dal segno sopradetto posto in F, graue, La sesta sillaba la, naturalmènte sta nel detto luogo.

La decima positione chiamata b, quadro acuto ha conuenenza con b, quadro graue, ouero naturale. Pertanto la prima sillaba ut, nasce da questo segno # posto in D, acuto, La seconda, cioè, re, nasce dal detto segno posto in C, acuto, La terza detta mi, sta naturalmente in tal luogo, La quarta detta fa, ha origine dal detto segno Diesi segnato in a acuto, La quinta detta sol, nasce dal detto segno dimostrato in G acuto, Ma la sesta, cioè la, nasce dal detto segno collocato in F graue.

Nella undecima positione detta C, acuto similmente si potranno ritrouare i predetti sei nomi. Il primo chiamato ut, sta naturalmente, il re, nasce da questo segno b, posto in E, acuto, Il terzo detto mi, ha origine della figura b dimostrato in D acuto, Il quarto nomato fa, di sua natura dimora nel suo lugo, Il quinto detto sol, deriua da la detta figura Diesi messo in b quadro acuto, Il sesto et ultimo descende da questo segno b, posto in a, acuto.

Il duodecimo luogo detto D, acuto equalmente puo contenere i predetti sei nomi officiali, Il primo cioè ut, nasce dal detto segno Diesi segnato in F acuto, Il secondo detto re, naturalmente depende dal suo luogo, Il terzo detto mi, ha origine da questo segno b, posto in Elami acuto, Il quarto detto fa, procede dal detto segno Diesi dimostrato in C, acuto, Il quinto, cioè sol, deriua dall' ordine naturale, Ma l' ultimo detto la, ha principio da questo segno b, messo in b quadro acuto, et naturale.

La terzadecima posittone nomata Elami acuta ha la prima sillaba detta ut, laqual nasce dal detto segno segnato in G sopracuto la seconda, cioè re, prouiene dal detto segno posto in F, acuto, La terza detta mi, naturalmente appare, La quarta chiamata fa, nasce dal detto segno Diesi dimostrato in D, acuto, La quinta ha cominciamento dal detto segno Diesi messo in C, acuto, La sesta cioè la, resta naturalmente in tale positione.

La quartadecima corda chiamata F, Faut acuta, ha la prima sillaba ut, laquale nasce da questo segno b, segnato in b quadro sopra acuto, La seconda detta re, deriua dal predetto segno posto in A, sopra acuto, La terza appellata mi, è prodotta anchora da questa figura o segno b, messo in G, sopracuto, La quarta cioè fa, naturalmente si dimostra, La quinta nominata sol, depende da questo segno b, posto in E, acuto, La sesta, cioè la, procede da quello segno b, segnato in D, acuto.

Il quintodecimo luogo, ilqual si considera in G sopracuto similmente potra ottenere [-f.KKiiijv-] i predetti sei nomi officiali equali in suono, de quali il primo chiamato ut, stanel suo luogo naturalmente, et il secondo detto re, nasce da questo segno b, posto in bquadro sopracuto, Et il terzo nomato mi, depende dal segno inanzi detto segnato in a,sopracuto. Il quinto detto fa, procede dal detto segno Diesi dimostrato in F, acuto, Ma ilquinto detto sol, sta naturalmente nel suo luogo, Et l' ultimo detto la, ha origine da quesiosegno b, locato in Elami acuto.

La decimasesta positione chiamata A sopracuta anchora essa puo hauere le sei sillabe in suono equale. Diciamo adunque, chella prima sillaba ut, nasce dal segno sopradetto del Diesi segnato in C, sopra acuto. La seconda cioè re, uiene dal ordine semplice, et naturale, La terza cioe mi, nasce da questo segno b, posto in b, mi graue sopra acuto, La quarta detta fa, depende dal detto segno posto in G, sopra acuto, La quinta detta sol, ha principio dal detto segno collocato in F acuto, La sesta detta la, naturalmente si comprende, La decima settima corda detta b, mi graue sopracuto puo hauere la sillaba ut, in suono equale, et ha dependenza dal detto segno segnato in D, sopra acuto, et anchora puo hauere la sillaba re, laqual nasce dal predetto segno collocato in C, sopra acuto, La terza detta mi, sta naturalmente, La quarta detta fa, procede dal detto segno Diesi posto in A sopra acuto, La quinta detta sol ha origine dal segno sopra detto dimostrato in G, sopra acuto, La sesta detta la, deriua dal su detto segno messo in F acuto.

Il decimo ottauo luogo cioe C, sopra acuto ha la sua prima sillaba cioe ut, in F naturalmente a similitudine di C, graue, et di E, acuto, Ma il suo re, nasce da questo segno b, segnato in E sopra acuto Et il suo mi, ha origine da questo segno b, posto in D, sopra acuto, La quarta sillaba detta fa, sta naturalmente in tal luogo, Et la quinta detta sol, nasce da questo segno b, posto in B, mi, sopra acuto, La sesta detta la, procede da questo segno b, dimostrato in A, sopra acuto,

La positione decima nona cioè D, sopra acuto puo hauere la prima sillaba detta ut, laqual depende dal detto segno Diesi segnato in F, acquisito, ilquale è distante per un Semituono nello acuto da E, sopra acuto, et ha la sillaba re, laquale nasce dall' ordine naturale a somiglianza di D, graue, et di D, acuto, Ma il mi, procede da questo segno B, posto in E, sopra acuto, Et il fa, nasce dal detto segno Diesi dimostrato in C, sopra acuto, a se propinquo, Et il sol, naturalmente sta nel suo proprio luogo, Et la ultima sillaba nasce da questo segno G, messo in B mi sopra acuto.

Il uentesimo et ultimo luogo anch' esso ha i detti sei nomi offitiali. Onde il primo, cioè ut, ha origine dal detto segno Diesi segnato in G acquisito distante nell' acuto da G, sopra acuto per uno Diapasou. Il secondo detto re, nasce dal segno predetto locato in F acquisito per una ottaua nell' acuto, posto sopra F acuto, La terza cioè mi, naturalmente sta in tal luogo, a similitudine di Elami graue, et acuto, la quarta cioè fa, nasce dal detto segno posto in D, sopra acuto, La quinta detta sol, nasce dal sopradetto, segno come qui # dimostrato in C, sopra acuto, Ma la sesta detta la, naturalmente resta nel suo luogo.

[-f.LLir-] Come in ciascun luogo della mano si possono trouare 30, mutationi. Capitolo XII.

Lettore prudentissimo, se ben considererai all' ordine dannoi di sopra tenuto nel trouare in suono uguale i sei nomi officiali in ciascuna positione della mano, tu potrai anchora conoscere che in qualunque se l' una di esse potranno nascere trenta mutationi, lequali non si possono negare, perche sono introdotte con ragioni dimostratiue et chiare, Imperoche non essendo altro la mutatione, che una uariatione di dui nomi officiali tra loro equali in suono, iquali dependono da diuersi luoghi naturali, et accidentali, con simili, o diuersi segni segnati, seguitera, come habbiamo detto, che in ciascuna delle dette positioni saranno 30, mutationi. Per tanto diremo, che giungendo la sillaba ut, alle cinque a se seguenti, si faranno dieci mutationi, procedendo a questo modo cioè, Primieramente mutando ut, in re, tal mutatione stara per ascendere dalla congionta di [sqb] quadro segnata in G acuto con questo segno # nella congionta di [sqb] quadro posto in F graue con questo segno #, Appresso mutando re, in ut, anchora si ascendera, tenendo contrario ordine, et cosi haremo due mutationi. Ma se da poi faremo mutatione di ut, in mi, essa ascendera, dalla predetta congionta, segnata con il segno del Diesi in G acuto, nella proprieta di natura graue, secondo l' ordine semplice, Ma mutando mi, in ut, ascendendo si fara il contrario, et per tal modo haremo 4, mutationi. Dapoi mutando ut, in fa, tal processo stara per discendere della sopradetta congionta di b duro messo in G acuto, nella congionta similmente di b duro dimostrata con il detto segno Diesi in D, graue, et mutando fa, in ut, saranno 6, mutationi, Ma oue auenga, che sia mutato ut, in sol, tal mutatione stara per discendere dal detto segno del Diesi posto in G acuto nella congionta di b, duro segnata in C, fa, ut, col detto segno, et mutando sol, in ut, per contrario, haremo 10, mutationi. Oltra di cio cangiando re, nel mi, tal mutatione stara per ascendere dalla congionta del Diesi accidentale segnato come qui # in F, graue, nella naturale proprieta detta natura graue. Et essendo mutato mi, nel re, etiandio in contrario si ascendera, et in questa guisa saranno, 12, muiationi. Ma mutando il re, nel fa, tal mutatione sara per discendere dal sopra detto segno posto in F, graue, nella congionta del b quadro segnata con questa figura # in D, sol, re. Et facendo mutatione di fa in re, auerra il contrario, et per tal maniera saranno, 14. Ma se conuertiremo, la sillaba re, nella sillaba sol, tal mutatione stara per discendere dal su detto segno come qui # posto in F graue, nella congionta di [sqb] duro segnata col medesimo segno in C, fa, ut. Et per il contrario cangiando sol, re, saranno. 16. mutationi, Quindi mutando re, in la, tale mutatione sara per discendere dal predetto segno del Diesi posto in F, graue, nella natural propieta di [sqb] quadro graue, Et cangiando la, nel re, seguitera il contrario Et per tal uia saranno 18. mutationi. Appresso conuertendo mi, in fa, tal mutatione sara per discendere [-f.LLiv-] dalla propieta di natura graue nella congionta, come qui # segnata in D, sol, re, naturale. Et facendo mutatione di fa, in mi, nascera il contrario, per laqual cosa saranno 20. mutationi. Ma mutando mi, nel sol, tale ordine sara per discendere della predetta proprieta naturale nella congionta, del b quadro, come disopra in C, graue. Et cangiando sol, in mi, seguitera il contrario, et alhora haremo 22. mutationi. Dapoi trasmutando mi, in la, et la, in mi. Tale ordine stara per discendere, et per ascendere di natura nel [sqb] duro, et da b duro in natura secondo l' ordine naturale, e cosi saranno 24, mutationi. Oltra di cio mutando il fa, nel sol, tal mutatione sara per discendere dalla congionta del b quadro segnata con questo segno # in D sol, re, nella congionta similmente di b quadro col detto segno posto in C, fa, ut, Ma cangiando sol, in fa, stara per discendere, ma intorno l' origine nascera il contrario, et alhora haremo 26. mutationi, uolgendo fa, in la, si fara narieta di questo segno # segnato nel predetto D, discendendo nella natural proprieta di b quadro graue, Et facendo mutatione di la, in fa, discendendo nascera il contrario, Et per tal ragione haremo 28. mutationi. Ma se ultimamente il sol, sara mutato nel la, tal uarieta nascera per discendere di questo segno # segnato in C, graue nella natural proprieta di b quadro graue. Et cangiando la, in sol, etiandio discendendo si hara il contrario, et alhora saranno 30. mutationi chiare, et con ragioni dimostrate, alle quali per piu chiarezza, et commodo di tutti habbiamo dato principio in E, la, mi, et non in altra positione piu graue, accioche non fosse stato dibisogno ricorrere alle positioni finte ouero acquisite, et poste sotto Gamma ut.

Et se i precetti miei, non saranno messi, con quella alleganza, et maniera che se gli conuerrebbono, la gentilezza di uoi, mi sara mezzano, al mancamento mio.

IL FINE.

Aron faciebat ne inglorius uiueret.

In Vinegia appresso Girolamo Scotto. Nel M. D. XLV.