Saggi musicali italiani

Data entry: Massimo Redaelli
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Fn and Ft: BOTTRIG2_MBCMB44
Author: Bottrigari, Ercole
Title: Il trimerone de' fondamenti armonici, ouero lo essercitio musicale, giornata seconda
Source: Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale, MS B44, 23-84
Graphics: BOTTRIG2 01GF-BOTTRIG2 05GF

[-<i>-] TAVOLA DELLE COSE NOTABILI CONTENVTE NEL DIALOGO della seconda Giornata

A--APOLLO con le Muse habitar non al piano: ma sùlla cima di uno alto Monte foglio 24

B--Suggetto del secondo Dialogo foglio 24

B--I Tuoni antichi Ecclesiasticj esser quattro: et i loro nomj foglio 24

C [D ante corr.]--I quattro Tuoni antichi Ecclesiastici essere stati diuisi per mezzo: et cosi di quattro essere stati fatti diuentare otto, e in che maniera foglio 25

D [E ante corr.]--I quattro primj Tuonj Ecclesiasticj hauer conuenientia co' [[quattro]] primj [quattro add. supra lin.] antichj foglio 26

D [F ante corr.]--La primitiua Chiesa Christiana cominciò nel tempo di Costantino magno sotto 'l Pontificato di Siluestro primo à farsi numerosa, Ed esser quasi sicura dalle fiere persecutionj de' Gentili, e de' Paganj foglio 26

E [G ante corr.]--Gli Ecclesiastici non hauer nominati i loro quattro Tuonj come gli Antichi forse per non paganizare foglio 27

F [H ante corr.]--Gli Ecclesiasticj nel nominare i giornj della Settimana hauer più tosto uoluto imitar gli Hebrej, che i Romanj foglio 27

G [I ante corr.]--Differentia trà il primo Tuono autento, e l' Ottauo plagio, anchorache procedano amendue per la medesima Specie di Diapason: e la lor Distintione foglio 29

H [L ante corr.]--Corde finali de' Tuonj autenti, e plagij foglio 29

I [L ante corr.]--Tauola de' Tuonj Ecclesiasticj autenti, e plagij con la corrispondentia de' Tuonj antichi descritta con Caratterj, ò Note musicali moderne foglio 31

[[M]] Tauola de' Tuoni Ecclesiastici autenti, e plagij corrispondenti à' Tuonj antichi con le uocj [uoce ante corr. greche foglio 32

[-<ii>-] K [N ante corr.]--Parole di Guido Aretino in proposito della Diuisione de' Tuonj contra Cantorj foglio 33

L [[O]]--La [Gamma]ut, non essere stata Voce, ò corda aggiunta da Guido Aretino: Ma da' Musicj suoj Antecessorj foglio 33

M [P ante corr.]--Guido Aretino non inominciare il numero ordinatiuo della sua Tauola delle Vocj musicali dalla [Gamma]ut; Anchora ch' Ei la ponga nel principio di quella: Ma dall' Are foglio 34

N [Q ante corr.]--I Musicj modernj tutti acconsentendo alla Autorità di Boethio pongono il Tuono protho Autento primo rappresentante il Dorio senza considerar più oltre nella D sol, re foglio 35

O [R ante corr.]--I Musicj Ecclesiasticj antichi, e modernj essers' ingannati collocando il Tuono protho, ò primo nella D sol, re foglio 37

P [S ante corr.]--La Tauola, ò Scala de' Tuonj posta da Boethio nel 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica esser tutta falsa fuor chel ordine primo et l' ottauo foglio 41

Q [T ante corr.]--Il contradire, ed opporsi alla Verità manifesta è una souerchia sfacciatagine foglio 41

R [V ante corr.]--I Tuonj descritti da Boethio nella Tauola del 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica esser tutti di una maniera per ascender lo uno per gli istessi gradi dell' altro foglio 43

S [X ante corr.]--Boethio hauer conosciuto tacendo il disordine, e diffetto della Tauola de' Tuonj da luj posta nel 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica: ma non gli hauer proueduto foglio 45

T [Y ante corr.]--Tauola de' Tuonj posta da Boethio nel 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica foglio 47

V [Z ante corr.]--Doue Boethio si auuide dello Errore della Tauola de' Tuonj da luj descritta nel Capitolo 16. del iiij. libro della sua Musica foglio 48

X [[Aa]]--Non esser molto facile il far la Descritione de' Tuonj co' Caratteri, ò Note musicali moderne in conformità della Tauola descritta da Boethio nel 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica foglio 50

X [[Bb]]--Tauola de' Tuonj conforme alla descritta da Boethio nel 16. Capitolo del iiij. libro della sua Musica co' Caratteri e segni musicali modernj foglio 51

[-<iii>-] Y--Scuse per gli Scrittorj nobilj; c' hanno commessj fallj foglio 52

Z--Niuno rimedio esser più gagliardo, e migliore per prouedere al disordine della Tauola de' Tuonj descritta da Boethio nel 16. Capitolo del iiij. libro che serbar gli ammaestramenti di Tolomeo ponendo il Tuono Dorio in Cfaut foglio 53

Aa--Palinodia, ò ritrattatione del Zarlino foglio 53

Bb--Le fallantie delle Regole del proceder de' Tuonj esser più che le stesse Regole foglio 54

Cc--Trà il progresso del primo Tuono, e del sesto ma più trà quello del secondo terzo et ottauo non esser differentia; che lo udito humano possa discernere fuorche lo acuto, e 'l graue foglio 55

Dd--Gli antichi Scrittorj più della facile breuità, che della politezza del dire sopratutto nelle cose scolastiche, e precetti pertinenti alle Scientie, et Arti essere stati ansiosi Amatorj foglio 56

Ee--Burleuole caso auuenuto [[quello Aggone]] sopra il significato della Voce Euouae foglio 58

Ff--Significato della Voce Euouae foglio 58

Gg--Le uere uocj esser composte di lettere consonanti, e di Vocalj foglio 59

Hh--La uoce Aeuia esser Simile alla Euouae, et il Suo Significato foglio 59

Ii-Similitudine delle uocj Euouae, et Aeuia alle lettere di alcune Medaglie de' Re' de' Gotti in Ispagna foglio 59

Kk--Non esser Canto fermo, ò piano, che non possa essere ammesso trà Tuonj foglio 60

Ll--Regola de' Mezi de' Tuonj nelle Salmodìe foglio 60

[Mm--Altra Regola d' essi Mezi de' Tuoni ne' Salmi foglio 60 add. supra lin.]

Nn--Mezi de' Tuonj quinto et sesto alterati, e guasti si possono facilmente ritornare alla loro prima et uera forma foglio 60

Oo--Modo di ridurre il quinto et sesto Tuono alterati nel mezo loro alla prima et uera forma di quellj foglio 61

Pp--Fù già lecito à ciascuna Chiesa principale di Città nobile hauer le [[loro]] [sue add. supra lin.] [[P]]salmodie, et Antifonarij particolarj foglio 62

Qq--Gli Ascoltatorj esser molto più intenti alla nouità de' Canti, che alla importante intelligentia delle parole; per le quali si dourebbono esser mossi ad ascoltarle foglio 62

[-<iv>-] Rr--Gli antichi Greci faceuano far la publicatione delle lor Leggi con suonj, e canti; ch' essi chiamarono Nômj foglio 62

Ss--Parole di Santo Agostino, di San Girolamo, e di San Gregorio del come si habbia d' andare ad ascoltare i Canti Ecclesiastici nelle Chiese foglio 63

Tt--Conuenientia bellissima trà il mezo del primo Tuono, et il mezo del quarto foglio 63

Vu--Barzellette, et frottole antiche à 3. à 4. et à 5. Voci bozzature delle Napoletane, e Canzonette de' nostri tempi foglio 65 [63 ante corr.]

Xx--I Madrigali essere stati imitationj de' Mottettj, e presi indebitamente per guida, et Essemplare da' Musicj modernj nelle Compositionj delle lor Messe foglio 65 [63 ante corr.]

Yy--Lettera di Cirillo à messer Vgolino Gualteruzzo nel 4. libro delle lettere di diuersi Autorj, del giudicio; che fanno gli huominj accortj, e prudenti delle imitationj de' Madrigali, e Canzonj fatte da' Musicj modernj nelle Compositionj delle Messe loro in canto foglio 65 [63 ante corr.]

Zz--Glareano, ò Zarlino trouatorj dello Accrescimento de gli otto Tuonj sin' à' xij. foglio 65 [63 ante corr.]

aa--Da Carlo iiij. Imperatore essere [i Tuonj add. supra lin.] stati fatti dodicj foglio 66 [65 ante corr.]

bb--La maniera del Zarlino, e del Glareano [[esser diuersissima]] nello accrescere il numero de' Tuonj [esser diuersissima add. supra lin.] foglio 67 [65 ante corr.]

cc--Interrompimento delle specie, et ordine delle Diapason per la Sede de' Tuonj ponendosi il primo nella D sol re foglio 68

dd--Ordine continouato delle Specie della Diapason per la sede de' Tuonj ponendosi il primo in C fa ut foglio 69

ee--Regola per saper quaj siano i Tuonj; che sono formati di una medesima Diapason, ò sua specie diuisa armonicamente ò aritmeticamente foglio 69

ee--L' acutezza naturale de' Tuonj acuti cantarsi hora con la naturale grauità de' Tuonj grauj, si come la mezanità naturale de' Tuonj mezanj foglio 70

[-<v>-] ff--Trasportamenti de' Tuonj e dallo acuto nel graue, e dal graue nello acuto farsi inutilmente et come si facciano foglio 71

hh--b. molle, ò rotondo nel graue esser uoce, ò Corda aggiunta da' Musici modernj pratici per ottaua del b. molle acuto foglio 71

gg--Configuratione de' Tuonj autenti nel Trasportamento loro foglio 71

ii--Configuratione de' Tuonj plagij nel Trasportamento loro foglio 71

kk--Accommodateuj, uoce usata da Cantorj nel uoler pigliar la Voce per cantare foglio 71

ll--b fa, in Elamj aggiunta da modernj Musicj praticj per far quinta col bfa, sinemmenon, uoce, ò corda ridicolosa foglio 71

mm--b fa, in E lamj accordarsi co'l bfa, sinemmenon per quinta participatamente: ma non perfettamente foglio 72

nn--Nel Dialogo de' Concerti de' diuersi Instromenti musicali, titolato il [[Desiderio]] [DESIDERIO corr. supra lin.] sotto la persona di Alamanno Benellj parlarsi del bfa, in Elamj, e della Musica finta foglio 72

oo--Non men corrottament' esser posto in opra ne' Mottettj, ne' Madrigali, e negli altrj Canti figurati i dodicj Tuonj modernj, che si siano stati da gli antichi Musicj adoperati gli otto Ecclesiasticj ne' Canti pianj, ò fermj foglio 72

pp--Mala intelligentia di una Voce essere stata Causa della Corrutella sopradetta foglio 72

qq--Qual sia la uoce sopradetta male intesa da' Musicj modernj foglio 72

rr--I Musicj modernj uogliono, che 'l Tenore sia quello; che regga e guidi il Tuono nelle Cantilene à più uocj, et che da luj deriuj la Distintione de' Tuonj foglio 72

SS--Tenore, esser uoce di più significati appresso i Greci, e i Latinj foglio 73

ss--Tenore appresso gli Scrittorj italianj hauere il Significato medesimo de' Greci, et de' Latinj foglio 74

tt--Bordone esser legno principale à sostenere [[un]] [il corr. supra lin.] Coperto di uno Edificio foglio 74

uu--Bordone esser nominato il bastone ferrato usato da' Pellegrinj foglio 74

[-<vi>-] uu--Bordone, seconda corda graue della Viuola, et del Lauto cosi detta, come la Canna lunga della Sampogna, ò Piua da Bolgia stromento pastorale foglio 74

xx--Falso Bordone specie di Contrapunto foglio 74

yy--Tenore si ha da intendere per la Parte più graue nella Cantilena, e non per la uicina à quella, come male s' intende foglio 74

zz--Organo, uoce intesa per quella Parte; che uà contrapuntizando [contrapuntiggiando ante corr.] sopra il Canto fermo, ò piano foglio 74

AA--Organo [uoce add. supra lin.] non bene intesa dal Zarlino ne' suoj Supplementi musicali foglio 74

BB--Non si poter far Cantilena del secondo, quarto, e sesto Tuono, e massimamente del secondo et quarto ogni uolta che 'l Tenore si faccia regitore, e regolatore del Tuono: e perche foglio 77

CC--Regendo il Tenore il Tuono si sentirebbono, come si sentono nelle Cantilene due diuersi Tuonj foglio 78

DD--Tauola delle Diapason de' Tuonj, e de' mouimenti loro per quelle giudicata necessaria à Musicj prattici, componitori delle Cantilene à più uoci foglio 79

EE--Al Contralto [[esser]] come Parte di mezo esser lecito di andar uagando alquanto fuor della Diapason del Tuono foglio 79

EE--Tenore, e Basso contendere insieme, ogniuolta, che 'l Tenore regga il Tuono proposto: Et al fine il Tenore essere sforzato à cedere al Basso foglio 78

FF--Il Basso reggendo il Tuono proposto ne' Plagij non occorrere contrasto di quello co'l Tenore foglio 79

GG--Temperamento; per lo quale non occorra contrasto de' Tuonj trà 'l Basso, et il Tenore foglio 81

Altro Temperamento

Rimedio allo Incoueniente sopradetto

HH--Il gratioso, e polito mouimento del Sourano non essendo bene[-<vii>-] accompagnato da leggiadro portamento, detto bel Cantare del Basso non rendere allo udito alcuna diletteuole Armonìa foglio 82

II--Terminj delle Parti; che formano la Cantilena cosi uerso lo acuto, come uerso 'l graue foglio 82

KK--Cadentia fatta à più di due Vocj da qual si uoglia Parte acuta Senza la presentia della Parte più graue non poter' esser fatta, ch' essa Parte più graue non ui sia in potentia: E uolendosi ui si potrà fare anco esser in atto, e in presentiale Essentia foglio 83

LL--I luoghi delle Cadentie nelle Salmodie, et altre Cantilene Ecclesiastiche esser quattro foglio 83

MM--Ne' Mottetti non Ecclesiasticj, ne' Madrigali, et altre Compositionj italiane le Cadentie inaspettate fuor del Tuono proposto far commouimento grandissimo negli animj de gli Ascoltatorj foglio 84

Il Fine della Tauola

delle cose notabili contenute nel Dialogo

di questa [seguente add. supra lin.] seconda Giornata.

[-23-] DEL TRIMERONE

DE' FONDAMENTI ARMONICI,

OVERO,

DELLO ESSECITIO MVSICALE

DIALOGHI

DEL CAVALIER HERCOLE BOTTRIGARO:

GIORNATA SECONDA.

INTERLOCVTORI,

ANNIBALLE Melone. ALONSO Cupino.

Anniballe. MENTRE che io sono uenuto salendo i gradi di queste Scale; che se à me; il qual per lo meno due uolte il giorno le saglio (ha già tanti annj) et altre tante le Scendo, paiono sempre cosi lunghe, e cosi erte: ben posso credere, che à gli altri; che se non di rado le sagliono, e le scendono siano ueramente tali; E per ciò scommode, e fastidiose molto; Emmj souenuto dell' ordine posto hierj trà noj di douer' essere hoggi dopo desinare subito insieme per seguir lo incominciato ragionamento nostro de' Modi, Tropi, ouer Tuonj armonici; Onde io sono uenuto anco meco stesso dolendomj grandemente di hauer tanto indugiato à ritornare à questo mio solito Ridutto: E maggiormente dubitando io, che per tale inconsiderata mia tardanza, essendo uoi solicitamente uenuto, come siete uenuto: E che non mi ci hauendo trouato, come non mi ci haueuate trouato increscendouj, e ragioneuolmente lo aspettarmj, uoi ui foste partito sconsolato, e mal sodisfatto di me. Perdonate adunque ui prego Alonso à questa poca memoria mia, et entriamo, sediamo, e ragioniamo.

Alonso. [A. in marg.] Finsero gli Antichi Apollo con le Muse habitare non al piano: Ma sùlla Cima di uno alto Monte. Oltra di questo è cosa manifesta, che à gli Amanti non è molto noioso lo aspettare, quando essi però siano [-24-] certi di douer conseguire il desiderio, ed intento loro, come so io. Voj potrete compensar questo uostro indugio al uenir costi con la maggior tardanza al partirne, se fia bisogno: e con affrettaruj prima [B. in marg.] allo incominciare à ragionarmj de' Modi, ò Tuonj antichi Ecclesiasticj, si come restamo hierj, et de' nostri modernj insieme co'l numero, nomi, et ordine loro

Anniballe. [B. in marg.] Quattro dicouj adunque essere stati i primierj Modi, ò Tuonj appresso gli Antichi Musici Greci Ecclesiastici, si come affermano concordemente il Venerabile Beda

[-24-] DEL TRIMERONE

DE' FONDAMENTI ARMONICI,

ouero

DELLO ESSERCITIO MVSICALE

DIALOGHI

DEL CAVALIER HERCOLE BOTTRIGARO

GIORNATA SECONDA.

Interlocutorj

ANNIBALLE Melone. ALONSO Cupino.

Anniballe. MENTRE che io sono uenuto salendo i gradi di queste Scale; che se à me; che per lo meno due uolte il giorno le saglio (ha già tanti anni) et altretante le scendo, paiono sempre cosi lunghe, et cosi erte: ben posso creder; che à gli altri; i quaj se non di rado le sagliono, e le scendono siano ueramente e molto lunghe, e molto erte; E per ciò scommode, e fastidiose molto; Emmj souuenuto dell' ordine posto hierj trà noj di douer' essere hoggi dopo desinare subito insieme per seguir lo incominciato nostro Ragionamento de' Modi ò Tuonj armonici; Onde io sono uenuto anco meco stesso dolendomj grandemente di hauer tanto indugiato à ritornare à questo mio solito Ridutto. E maggiormente dubitando io, che per tale [[mia]] inconsiderata mia Tardanza, essendo uoj solicitamente uenuto, come siete uenuto: E che non mi ci hauendo trouato, come non mi ci haueuate trouato increscendouj [increscendendouj ante corr.], e ragioneuolmente, lo aspettarmj, uoj ui foste partito sconsolato, e mal sodisfatto di me. Perdonate adunque, ui prego, à questa poca memoria mia: Et entriamo, sediamo, e ragioniamo.

Alonso. [A. in marg.] Finsero gli Antichi Apollo con le Muse habitare non al piano: ma sùlla cima di uno alto Monte. Oltra di questo è cosa manifesta, che à gli Amatori non è molto noioso lo aspettare: quando essi però siano certi di douer conseguire il desiderio loro. Voj potrete compensare questo uostro indugio al uenir costi con maggior uostra tardanza al partire, se fia bisogno, et con affrettaruj prima [B. in marg.] ad incominciare il ragionarmj de' Tuonj antichi Ecclesiasticj.

Anniballe. [B. in marg.] Quattro dicouj adunque essere stati i primierj Tuonj appresso gli antichi Musici greci Ecclesiastici si come affermano concordemente il uenerabile Beda [-25-] nel suo libro de Ratione Calculj frammentato: Oddo nel suo Enchiridion musicale. Guido Aretino nella prima Parte del suo Dialogo di Musica titolato Micrologo, et insieme, et in somma tutti gli altrj Autorj; che ne' loro scrittj ne hanno hauuto à far mentione: nominatamente ordinandoli con queste uoci greche ordinatiue Prothos, Deutheros, Tritos, Tetrardos; che italianamente proferendole si dicono primo, secondo, terzo, quarto: Ma percioche ognuno di quelli sempre si mouano ascendendo, e discendendo per tutte le uocj del Sistema de' trè Tetracordi hora disgiunti; le quai sono Vndici [da Proslambanomenos à Nete Diezeugmenon: add. supra lin.]. hora per li congiunti; che sono Vndicj da Proslambanomenos à Nete Sinemmenon; Onde i Cantorj sentendone uniuersalmente fatica, e scommodo grandissimo in cantandoli, Papa Gregorio per esser non solamente di Vita Santissima e negli studij humanj molto uersato: ma di grandissimo giudicio nelle cose della Musica; che di ciò si auuide, uolle (com' è Fama) prouederli: Et di [C. in marg.] quattro ch' erano (come ho detto) essi Tuonj, Tropi, ò Modi Ecclesiastici primierj, duplicandoli gli accrebbe sin' al numero di otto con diuidere ciascuno di quelli in duj, leuando à [[ciascuno de']] primierj quattro le trè prime uocj della Diatessaron grauj, e dando loro nome di Autenti: Et di Plagi à gli altri quattro aggiunti con leuar del Sistema Endecacordo le tre ultime Vocj della Diatessaron acuta. E cosi lasciando loro commune sempre la Diapente di mezo ristrinse lo scendere, et il salire de gli unj, e de gli altrj dentro al Sistema della specie della Diapason; che à luj piacque di assegnarli; che al primo de gli Autenti fù la composta della prima specie della Diapente nel graue, e della prima specie della Diatessaron nello acuto, et al secondo suo Plagio la Diapasson pur composta della medesima prima specie di Diapente, ma nella parte acuta, e della prima specie della Diatessaron nel graue. al terzo che è il secondo autento la Diapason formata della seconda specie di Diapente, nel graue, et dalla seconda specie di Diatessaron nella parte acuta. Al quarto che è il secondo Plagio la Diapason composta della istessa seconda specie di Diapente nello acuto, et dalla seconda specie di Diatessaron nel graue. Al quinto che è il terzo autento la Diapason formata della terza specie di Diapente nella parte graue, et dalla terza specie di Diatessaron per ottaua nello acuto. Al sesto che è il terzo de' Plagi la composta della terza specie medesima di Diapente nello acuto, et della terza specie di Diatessaron nel graue. Al settimo il qual' è il quarto de gli Autenti la Diapason contenuta dalla quarta specie di Diapente posta nella parte graue, et dalla specie di Diatessaron [-26-] simile per ottaua alla prima posta nello acuto. Et all' Ottauo; che è il quarto Plagio costituj' la Diapason composta della medesima quarta Specie di Diapente situata nella parte acuta: et dalla specie della Diatessaron simile alla prima posta nel graue.

Alonso. Di gratia prima, che procediate più oltre piacciauj di ascoltarmj con far proua di me, se io bene apprendo il Ragionamento uostro; Percioche non uorrej talhora presupponendomj di saperne ottimamente il tutto ritrouarmene [ritrouarmj ante corr.] poscia se non un grande Ignorante, almeno un poco Intelligente.

Anniballe. Dite pur; che io sono [[quj']] altretanto quj' per ascoltaruj, quanto per ragionaruj. Et essendo bisogno per replicaruj anco più uolte ogni mio discorso fattouj sin quj', et che sopraciò sono per faruj.

Alonso. Parmj di hauer primieramente raccolto dal dir uostro, che i Tuonj usati dalla primitiua Chiesa non erano se non quattro, et quellj nominati dal numero ordinatiuo con uocj greche: Ma però non mi rammento, ne credo, che uoj mi habbiate detto, se essi haueuano conuenientia alcuna co' primj quattro Tuonj de gli antichi Musicj [Dorio, Frigio, Lidio, Missolidio, add. supra lin.] che uoj con tanta facilità mi dichiaraste hierj; Onde mi sarebbe sommamente grato saperlo.

[D. in marg.] Anniballe. Grandissima è ueramente la Conuenientia; che hanno questi quattro Tuonj Ecclesiasticj con gli antichissimi quattro principali: E tale, che si può quasi affirmatiuamente anche dire, che 'l Prothos, ò diciam primo fusse dato in corrispondentia al Dorio, il Deuteros, ouer secondo al Frigio: il Trithos, ò Terzo al Lidio; et il Tetrardos, ciò è, il quarto al Missolidio

Alonso. E come si può far questo?

Anniballe. Si può per le molte, e diuerse cagionj, e ragionj; che efficacemente lo persuadono, e dimostrano: e principalissimamente perche i tempi non furono diuersi; Onde fusse à quej uenerandi Padri, com' è bisogno hora à noj lo andare inuestigando, chimerizando, e presuponendo [pressuponendo ante corr.] co'l mezo de gli Scritti de' Musicj Teoricj antichj tanto lacerati, e di uarie imperfettionj, e manchezze abbondanti, il modo, e la maniera; con che da gli antichi Musici e principalmente greci fusse praticamente essercitata la Musica, e le Cantilene loro composte; Imperoche la primitiua Chiesa [D. in marg.] christiana cominciò nel tempo di Costantino magno Imperatore che fù negli annj di Christo 320. sotto 'l Papato di Siluestro à farsi numerosa, et quasi come sicura dalle continoue, e terribili persecutionj fattele da' Gentilj à congregarsi pubblicamente [-27-] insieme à laudare l' onnipotente Idio, e Giesucristo [suo unigenito figliuolo add. supra lin.] nostro Redentore, e signore.

Alonso. Se questo è; Perche non chiamarono essi Tuonj co' medesimi nomj datili dal gli Antichi Musicj, ciò è, Dorio, Frigio, Lidio, Missolidio?

[E. in marg.] Anniballe. Ciò fecero, dirò, per non paganizare in questo, come non uollero anco paganizare nel distinguere i giornj della Settimana distribuendo quellj similmente con numero ordinatiuo: et al giorno; che i Paganj, et Gentili romanj chiamauano del Sole, diedero essi nome del uero Sole, ciò è, del Signore, ò dominico accompagnandeole sempre seco la Voce Feria: e dicendo Feria dominica [[signum] supra lin.], ò prima con santificarla, e festarla. Il seguente giorno; che alla signoria della Luna [[signum] supra lin.] quegli haueuano attribuito, questi nominarono feria seconda Lo altro dj'; che quelli sotto 'l dominio di Marte [signum supra lin.] haueuano posto, questi appellarono feria terza. Sicome Feria quarta, il giorno da quellj [[posto sotto 'l Dominio]] [dedicato à Mercurio. [[signum] supra lin.] add. supra lin.] Al giorno poscia il qual dal gouerno; che quellj credeuano, che ne hauesse Gioue [[signum] supra lin.] nominarono Giouedi, ò corrottamente Giobia; questi lo chiamarono Feria quinta. Et il giorno da coloro nominato Venerdi dalla podestà; che in esso credeuano, che Venere [[signum] supra lin.] hauesse, fù da costoro dato nome di Feria sesta. Al settimo, et ultimo giorno della Settimana da' Romani gentili chiamato di Saturno [[signum] supra lin.] lasciarono i Christianj della primitiua Chiesa il nome impostoli da gli Hebrej, ciò è, Sabbato; che di riposo, e di quiete ha significato; Percioche in quello essi Hebrej, come ben sapete, si astengono dalle operationj loro manualj; e si riposano facendolo solenne, E si come in questo del Sabbato uollero i Christianj per dichiaratione dallo esser originato da loro, conseruare il nome à quel Giorno di Santificatione de' [F. in marg.] Giudej: cosi negli altrj deliberarono di uoler più tosto, che seguir lo stile sopra de' Gentilj, imitar l' ordine de gli Hebrej; il qual' è denominat' [denominar' ante corr.] essi giornj della Settimana dal numero loro ordinatiuo; che è primo secondo terzo quarto quinto sesto dopo 'l Sabbato, ò del Sabbato: Ma torniamo al nostro proposito; percioche io sento, che facilmente io mi lasciarej tirare à dir molte cose sopra questo.

Alonso. E questo mi è stato anco molto grato d' intendere. Hor ditemj nella Diuisione di questi quattro Modi, ò Tuonj, intenti fatta poi dal Santissimo Gregorio credete uoj, che fusse hauuto riguardo alcuno [in dare add. supra lin.] à questi altri quattro Plagi [[à dar]] dependentia alcuna à gli altri quattro de gli antichi, come uoj ne diceste hierj per hauere fatto gli antichi [-28-] Musicj prenominandolj per ciò Hypo?

Anniballe. Cosi credo io fermamente. E non ne dubitino punto per quello; che ne scriue [nel secondo Capitolo del terzo Trattato della prima Parte della sua Musica pratica add. supra lin.] Bartolomeo Ramo spagnolo publico Lettore di questa scientia nello Studio di Bologna ha più di cento [diece [dieci ante corr.] add. supra lin.] annj, come si può ueder nel fine di essa sua Musica Pratica stampata lo anno 1482. Franchino Gaffurio nel Capitolo 7. del primo libro della sua Musica Vtriusque Cantus, et nel sesto et settimo Capitolo del quarto Libro de Harmonia Instrumentorum Stefano Vaneo nel suo Recaneto al Capitolo 47. del primo Libro Pietro Aron nel 26. Capitolo del primo Libro de' suoj Dialoghi de Institutione Harmonica Frate Angelo nel Capitolo 30. del secondo libro del suo Fiore Angelico. E di questa opinione medesima sono insomma tutti gli altri molti Scrittorj di Musica modernj. Solo ui ha questa differentia, che doue i Modi, ò Tuoni antichi principali hanno i loro Plagi, ò sudditi lontanj per una Diatessaron: da Modernj à ciascuno Autento è posto sempre appresso, et à lato il suo Plagio. Come se diciamo il primo Autento Dorio, noj diciamo il secondo suo Plagio Hypodorio. E cosi nominando noj il terzo Autento Frigio, nominiamo anco il quarto suo Plagio Hypofrigio. Se il quinto et Autento Lidio, appelliamo il sesto suo Plagio Hypolidio. Se il settimo Autento Missolidio, noj diciamo l' ottauo suo Plagio, secondo Bartolomeo Ramo nel sopradetto luogo Hypermissolidio: Ma Hypomissolidio secondo il Gaffurio nel Capitolo settimo nel primo Libro della sua Musica Vtriusque Cantus sopallegatouj; Alla opinione di niuno de' quali à me pare, che non sia da essere data in ciò data autorità, ne credenza alcuna.

Alonso. E perche?

Anniballe. Perche se noj co'l Ramo uogliam chiamare Hypermissolidio quest' ottauo Tuonio Plagio, ueniamo à darli tal nome impropriamente. Essendoche per la prepositione Hyper; che significa (sicome ui douete ricordare) sopra, Ei cosi uien detto sopra il Missolidio: e pur egli è sotto, e più graue del Missolidio per hauer la sua propria Diatessaron sotto la Diapente [commune add. supra lin.] con esso Missolidio: Ma se insieme co'l Gaffurio lo nominiamo alquanto più propriamente Hypomissolidio è grandemente d' auuertire, che quello non sia per rispetto della sua Diapason lo stesso che 'l Dorio; che cosi essendo un medesimo Tuono, ò Modo haurebbe duj nomj e di Dorio, e d' Hypomissolidio. Oltra che si uerrebbe in questa maniera à ricader quasi nello stesso inconueniente de gli Antichj, ciò è della superfluità per non dire inutilità di esso ottauo Tuono plagio, poi che cosi pigliandolo [-29-] come Hypermissolidio Ei diuerebbe per Diapason lo Hypodorio.

Alonso. Egli è uero, che l' ottauo Modo, ò Tuono plagio cosi procede per la medesima specie di Diapason; per la qual procede il primo et Autento: Ma parmj poi; che trà loro uenga ad esser questa differentia, che 'l primo si uaglia della Diapente nel graue, et l' Ottauo della Diatessaron.

Anniballe. Picciolissima, e quasi di niuna importantia sarebbe questa loro differentia: Ma quella; che ueramente e sensibilmente li distingue è la corda, ò uoce loro finale; [G. in marg.] Imperoche il primo et Autento ha propriamente da finire nella Licanos hypaton; Doue ha da incominciare la sua Diapason: Et l' ottauo e plagio deue propriamente terminar nella Licanos meson. E questa Regola della Corda finale si osserua per differentia ordinaria trà tutti gli altri sej Modi, ò Tuonj restanti: Intendete però trà Autenti, et Autenti: e trà Plagi, et Plagi; Imperoche Regola certa anchora è, che la Corda, ò Voce finale dello Autento sia parimente sempre finale del [H. in marg.]. suo Plagio; Onde il uenerabile Beda presso il fine frammentato, come ho detto del suo Libro de ratione calculi dice in questa maniera italianamente le finali (ciò è, Corde, ò Voci) sono adunque la Licanos hypaton, la Hypate meson, la Parhypate meson, la Licanos meson. Ciascuno Modo adunque et il soggiugale di quello, ciò è, la Melodia tutta del Primo et del Secondo si gouerna, e finisce con la autorità della Licanos hypaton: Quella del secondo [[si gouerna, e finisce con la autori-]] [(intendete del Deuthero) et del add. supra lin.] soggiugale, ouer plagio di quello, ciò è, del terzo e del quarto si regge, e termina con la Hypate meson. Quella del terzo (intendete dico del Trito) e del Soggiugale di quello, ouer Plagio, ciò è, del quinto e del sesto Si gouerna, et ha fine nella Parhypate meson. Quella del quarto (ò diciam Tetrardo) insieme co'l suo Plagio, e soggiugale ciò è, del settimo et ottauo si modera, e termina con l' autorità della Licanos meson; Alche tutto pare, che sia molto conforme quanto ha di ciò lasciato scritto, e dimostrato lo Abbate Oddo nel suo Enchiridion armonico, dicendo primieramente nel Proemio della prima Parte, et nel principio del Dialogo di esso Enchiridion, che 'l suono primo et grauissimo è nominato da' Greci Prothos, ouero Archos, il secondo Deutheros, et è distante dal Prothos per un Tuono: il Terzo è detto Tritos, et è lontano dal Deutheros per un Semituono. Il Quarto Tetrardos, et è per uno altro Tuono discosto dal Tritos. E con questo ordine continuato [continuuato ante corr.] (soggiungerò pur questo anchora, [-30-] segu' ei, nello uno, et nello altro luogo) e moltiplicato si uà tessendo la infinita Quantità de' Suonj. E Tetracordo à Tetracordo della medesima maniera si fa tanto succedere, che ascendendo, e discendendo la moltitudine; [si accresca: add. supra lin.] e cosi la Voce ò in sù, ò in giù uenghi à mancare; Alle quaj parole Oddo poscia in esso suo Dialogo poco lontano dal principio di quello applicando la diuersità de' primj quattro Modi, ouer Tuonj Ecclesiastici antichi dice in conformità di quanto si legge nel Capitolo 17. del 4. libro della Musica di Boethio che la Cantilena del Tuono Protho, (ciò è primo) [[dimostrato]] dimostrato da luj diuentarà del Modo, ò Tuono Deutero, ò diciam Secondo se noj quella tutta cosi composta inacutiremo per una Voce; ch' egli appella spatio. E se per due si trasformarà nel Trito, ouer Terzo. E se per tre, nel Tetrardo, ò quarto; Onde si raccoglie, che si come dalla prima Voce, ò suo Protho è lontano il secondo per un Tuono uerso lo acuto, cosi del Modo, Tropo, ò Tuono Protho, ò primo applicato ad esso primo Suono, ò Voce è distante tutto 'l Deutero, ouer secondo Modo attribuito ad essa uoce, ò Suono secondo uerso lo acuto parimente per un Tuono. Similmente cosi come il Suono Trito, ouer terzo è più acuto del Deuthero per un Semituono, più acuto parimente per un Semituono e tutto 'l Modo, ò Tuono Tritho; ouer terzo Costituito in esso terzo suono, ò Voce dal Deutero ouer secondo. Cosi essendo fatto il Suo Tetrardo, ò diciam quarto più acuto del Trito, ouer terzo per un Tuono, tutto 'l Sistema del Modo, Tropo, ò Tuono Tetrardo collocato in esso quarto Suono, ò uoce è parimente per un Tuono più acuto del Tritho. E per maggiore intelligentia, e chiarezza di tal sua dimostratione trà Carattere, e Carattere significanti i Suonj, ò Corde egli aggiunge ò questa lettera T. ò quest' altra S. Et à quella di Tuono, et à questa di Semituono come Capi di taj Vocj diamo uerissima interpretatione.

Alonso. Ditemj, i Caratterj usati per ciò da questo antico Scrittore di Musica sono forse gli stessi di Guido Aretino?

Anniballe. Lasciate un pò, che finiamo questa incominciata materia de' luoghi, e dirò Sedi de' Tropi, Modi, ò Tuonj, poscia [[ragionaremmo]] di quest' altra ueramente curiosa de' Caratteri ò Ziffre, òuer Note, e Segnj: et insieme delle Sillabe, delle Disillabe e delle Trisillabe usati, et usate da' Musicj antichi non solamente Ecclesiasticj: ma Poscia ragionaròuene con assai migliore, et più propria occasione.

[-31-] Alonso. Seguite adunqe di assignarmj, anzi di confirmarmj i luoghi di essi Tuonj Ecclesiasticj Autenti, e Plagij; De' quali per quanto dal uostro dir parmj di esser uenuto comprendendo, crederej, che la Demostratione secondo i modernj nostri Caratteri ò Note debba ueramente esser tale in corrispondentia anchora de' Modi, ò Tuonj antichissimj. <[I. in marg.]>

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 31; text: DORIO. HYPODORIO. FRIGIO. HYPOFRIGIO. LIDIO. HYPOLIDIO. MISSOLIDIO. HYPOMISSOLIDIO. Primo Autento, Protho. Secondo Plagio. Terzo Autento, Deuthero, Quarto Plagio. Quinto Autento, Tritho. Sesto Plagio. Settimo Autento, Tetrardo. Ottauo Plagio.] [BOTTRIG2 01GF]

Anniballe. Voj non hauete hauer dubio alcuno, che 'l Modo, ò Tuono Protho, et autento non debb' hauer la sua Sede, ò luogo ò nella nostra Are, ò nella Dsolre. Ma del certo propriamente in essa Dsolre, per lasciare al suo plagio; che ha da esser più graue di luj per una Diatessaron, la Sede, ò luogo suo nell' Are; E per consequente il Deuthero sarà collocato nella Elamj, lasciando al suo Plagio; che è parimente più graue per una Diatessaron la Sede, ò luogo nella [sqb]mj. Douendo poi essere il Trito, et Autento [[per]] [più corr. supra lin.] acuto per un Semituono di esso Deuthero certa cosa è, che non nella Cfaut per la medesima cagione del suo Plagio: e per la consequentia, ch' ei deè hauere al Deuthero, haurà da esser collocato nella Ffaut, si come nel Gsolreut conuerrà, che 'l Tetrardo autento habbia la sua propria Sede, e non nella Dsolre, e per rispetto del Suo Plagio (com' è detto) e della sua debita consequentia al Tritho: Stante non solamente essa Dottrina del Venerabile Beda, e dello Abbate Oddo raccontateuj; per le quali il Modo, ouer Tuono Protho autento ha da esser discosto per un Tuono dal Deuthero, et da questo per un Semituono il Tritho, e da esso Tritho per uno altro Tuono il Tetrardo: Come per questa Tauola; che secondo gli antichissimj Musicj Greci, et gli Ecclesiastici alla qual' è benissimo conforme questa da uoj descritta, [<intendasi> la Tauola in marg.], io uengo designandouj, potrete chiaramente uedere: Ma per quello; che ne ha medesimamente conforme à questo scritto, e chiaramente essemplificato Guido Aretino nel Dialogo Parte seconda del Micrologo armonico in dando tutte le Formole (com' Ei dice), di essi Modi, ò Tuonj Autenti, e Plagi con le uere, e proprie podestà loro

[-32-] [Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 32; text: PROTHO, DEVTHERO, TRITO, TETRARDO, Primo Authento. Secondo Plagio, Terzo Autento. Quarto Plagio. Quinto Autento. Sesto Plagio. Settimo Autento. Ottauo Plagio. DORIO. HYPODORIO. FRIGIO. HYPOFRIGIO. LIDIO. HYPOLIDIO. MISSOLIDIO. HYPOMISSOLIDIO. Nethe, Paranete, Trite, MESE, Licanos, Parhypate, Hypate, Proslambanomenos] [BOTTRIG2 01GF]

nello ascendere uerso lo acuto, e nel discendere uerso il graue; che à luj parue bene, ò fusse per auuentura al suo tempo in uso: Con isplicar quaj siano le quattro uoci, ò Corde finali; una delle quaj Ei racconta esser la quarta D; nella qual termina il Modo, ò Tuono nominato Protho autento. La Quinta E, un' altra; nella qual' finisce il Modo ò Tuono nominato Deutero autento. Vn' altra la sesta F; nella quale il Modo, ò Tuono nominato Tritho autento ha il Suo fine. La settima un' altra; Nella quale il Tetrardo autento uien terminato: Ma molto meglio e più difusamente alquanto più oltre, con dicendo, che 'l primo Modo, ò Tuono finisce nella quarta uoce, e procede sin nella undecima la quale è la medesima lettera [[D.]] d. Il secondo similmente termina nella D. Et insieme co'l primo ascende sin' alla nona e prima b [[aut]] [ciò corr. supra lin.] è rotonda, e molle, e ha sotto 'l suo fine uerso il graue un Tuono, un Semituono, et un Tuono, hauendo Ei per ciò la [Gamma] Gammaut, la prima A, et la seconda [sqb], più del primo; il qual uiene ad hauer la decima c. et la undecima d, più del secondo. Il terzo Modo, ouer Tuono finisce nella quinta uoce nella lettera E, e procede per una Diapason sin' alla medesima e, primieramente per un Semituono poi per tre Tuonj et un Semituono con due Tuonj; Ciò è per lo Sistema de' Tetracordi disgiunti. Il Quarto [-33-] non ha presso il suo fine tre Tuonj: ma pigliando la nona et b, prima (ciò è rotonda, ò molle) et procedendo per lo Sistema de' Tetracordi congiunti) ascende sin' alla decima c, e discende sin alla seconda B [F ante corr.]. Il Quinto finisce nella sesta F, et la sua acutissima è figurata per la tredicesima lettera medesima f. Il Sesto ascende insieme con quello, ciò è con esso quinto) sin' alla undecima et dal commune lor Fine descende sin alla terza C. Il Settimo finisce nella settima uoce G; l' acutissima del qual' è la quattordicesima g. con pigliar la nona [sqb] seconda (ciò è quadra, ò dura procedendo per lo Sistema de' Tetracordi disgiunti) l' Ottauo procede co'l settimo sin' alla duodecima e: ma di rado: et talhora scende sotto 'l suo fine sin alla terza C: ma non cosi facilmente. Ne uoglio, [[se]] ben [che io add. supra lin.] trapassj [trapasso ante corr.] molte altre cose importanti lasciar di referiruj quanto poco di sotto à questa sua descrittione de' Modi, ò Tuonj Ecclesiastici soggiunge il buono, e ben pratico [K. in marg.] Guido Aretino in proposito de' Cantorj. Ha da esser, dic' Ei, burlata la dapocagine, et la Buffonaria de' Cantorj; Percioche non <sanno> cosa alcuna della Diuisione ò separatione de' Modi: Ma si segue solamente quello; che pare, che compiaccia gli orecchij: Si come coloro; i quaj seruono alla Castrimargia [Gastronomia add. m.rec. supra lin.], che per una falsa dolcezza falliscono la Regula uera della temperantia. Boethio oltra di questo

Alonso. Prima che passiate à Boethio, e più oltre, dichiaratemj ui prego, come uoglia Guido, che s' intenda quel suo dir quarta uoce D. nona, et prima b. Percioche se bene di questa nona et prima b, uoj mi hauete dato un poco di intelligentia, si come anco della nona et seconda [sqb], non per tanto resto io chiaro di tale ordine; per lo qual' Ei similmente chiama decima la c. undecima la d. et F. la sesta. Essendoche Ej cosi uerrebbe per mio parere à principiare il suo Sistema non in [Gamma], Gammaut: ma in Are, si come anco parmj che nella descrittione del secondo Tuono habbiate detto, nominando dopo esso Gamma ut, A prima et B seconda Parendomj anchora poi (ne credo ingannarmj) che da uoj mi fusse hierj mostrato, che la Scala di Esso Guido incomincia non da essa Are: ma da [Gamma]ut.

Anniballe. La uostra dubitatione è di quelle; che non sono inconueneuoli; Onde per risolutione di quella diròuj, che è uero, si come hora ui confermo esseruj stato da me hierj [M. in marg.] detto, che la [Gamma]ut, è posta dal Monaco Guido per principio del suo Sistema, dicendo Ei nel principio del suo Micrologo armonico in descriuendo il Monacordo. Sia primieramente posta la [Gamma] greca aggiunta da Modernj: Seguino poi le 7. lettere dello Alfabeto [Abcdario add. supra lin.], per le uocj grauj: Et per ciò notate con lettere maggiorj in questo modo, ciò è, A B C D E F G. [L. in marg.] Dicendo egli adunque sia primieramente posta la [Gamma] greca, segno è, che da quella Egli incomincia, e la prepone alle uij, prime lettere dello Abcdario latino. Ma non però co'l [-34-] numero ordinatiuo, ciò è, [Gamma] prima A, seconda e le altre restanti: Anzi semplicemente [[cosi]] le pone cosi [Gamma] A B C D E F G; Onde nella Diuisione del Monacordo; ch' Ei poi fà nel Dialogo Parte [M. in marg.] seconda d' esso suo Micrologo armonico mostrando l' ordine; che douranno hauere essi Caratterj in detto Monacordo, descriue, et inscriue una Tauola in questa maniera.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 34; text: [Gamma]. A. [sqb]. C. D. E. F. G. a. b. c. d. e. f. g. Gamma. prima seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottaua, nona, decima, undecima, duodecima, tredicesima, quattordicesima, quindicesima] [BOTTRIG2 02GF]

con hauer però prima dato auuertenza, che molti, ciò è, Monacordi, la lettera [Gamma], ciò è, la G. greca, dic' Ei; che ha da esser posta nel primo Capo del Monacordo; Percioch' ella è rare uolte usata. Voj douete adunque, essere hora chiaro, che non solamente la [Gamma], è, come segno aggiunto, principio del Sistema: Ma che 'l numero naturale ordinatiuo delle uij. lettere incominci dalla lettera A; Onde la lettera D. sia ueramente quarta Nona prima la b, rotonda, et la [sqb], nona seconda per la sua diuersa [[sua]] duplicatione: decima la c, undecima la [[D.]] d.. E cosi per ordine tutte le altre.

Alonso. Tutto ho benissimo [[[hora add. supra lin.]]] inteso. [[hora]]. Passate [hora add. supra lin.] à Boethio, seguendo quanto era uostra intentione dirmj, per sua autorità.

Anniballe. Boethio, in conformità della cuj Dottrina de' Modi, ò Tuonj antichi greci lo Abbate Oddo prima, poscia il Monaco Guido scrissero (come ui ho narrato) del fine, e del Mouimento di essi Tuonj Ecclesiastici dimostra nella Descrittione; ch' è nella uniuersale Tauola de gli otto Modi, ò Tuonj Ei pone nel Capitolo sedicesimo del quarto libro della sua Musica particolarmente del Tuono Hypermissolidio pigliato da luj per essempio de gli altri Sette, ch' esso Tuono Hypermissolidio procede dal suo fine per Tuono, Semituono e Tuono cosi uerso il graue, come uerso lo acuto nel suo particolare Sistema; Doue si leggono parole di questo Significato, e senso. Egli è necessario, che trà la Proslambanomenos, e la Hypate hypaton (lasciando noj per hora da parte quej caratteri grecj; ch' ei ui pone, come in questo à noj poco importanti) sia la distantia di un Tuono: Et che trà essa Hypate hypaton, e la Parhypate hypaton si contenga la differentia di un Semituono. E questo ha da esser Regolatamente considerato in tutti gli altrj. Et habbiam noj da intender ciò nel Genere diatonico, si com' Ei prima nel 14. Capitolo del medesimo libro ci ha fatto auisati. Hauendoci molto prima nel Capitolo 10. del libro medesimo rappresentata una Tauola con numeri proportionati in tuttetre i Generi armonici. E principalmente nel genere Diatonico nel quale egli appunto costituj' trà la Proslambanomenos segnata 9216. E la Parhypate hypaton segnata 8192. un Tuono nella proportione sesquiottaua. Poscia trà essa Hypate hypaton e la Parhypate hypaton segnata 7776. un Semituono solo la proportione 256/243. Trà essa Parhypate hypaton, [-35-] e la Licanos hypaton segnata 6912. un' altro Tuono sesquiottauo, sicome anco trà essa Licanos hypaton, et la Hypate meson segnata 6144. Trà la quale, e la Parthypate meson segnata 5832. pose un Semituono nella già detta proportione 256/243. Poscia trà essa Parhypate meson, e la Licanos meson segnata 5184. un Tuono sesquiottauo: come parimente trà essa Licanos meson, e la Mese presso la quale pose 4608. che è la metà del numero della Proslambanomenos. Quindi resumendo, e replicando Ei seguentemente per Diapason l' ordine tutto da luj posto trà la Proslambanomenos, e la Hypate hypaton, come per li numeri dimezati rispettiuamente delle uocj grauj, et applicati rispettiuamente altresi alle uocj acute si uede: descrisse intieramente il Sistema perfetto delle 15. uocj Diatoniche in compagnia de gli altri duj Cromatico, et Enarmonico. Diciamo adunque per conchiusione; che hauendo Boethio cosi posto l' ordine del Sistema più graue; ch' era lo Hypodorio nel nostro Are, et in sua conformità lo Hypermissolidio, si come 'l Dorio nel Dsolre; per ciò segua, che 'l Modo ò Tuono [N. in marg.] Archo, ò Protho, ouer primo autento Ecclesiastico assignato al Dorio uenga ad esser posto nel Dsolre, si come l' ottauo, e plagio Ecclesiastico attribuito allo Hypermissolidio. E gli altri insomma, come uoj ne hauete appunto fatto questa uostra descrittione, ueramente conforme alla già detta sin quj riceuuta Vniuersale opinione di tutti gli Scrittorj di questa Musica piana, ò Canto [N. in marg.] fermo Ecclesiastico. Alla quale sonosi essi accostati, et hanno concordemente acconsentito senza andar considerando, et [[inuestigando]] [cercando corr. supra lin.] la cosa piú oltre, et ben à dentro, come ragioneuolmente si doueua fare.

Alonso. Vi ha forse qualche difficoltà?

Anniballe. Senza dubio: Ma che dìa impedimento, che la uostra Demostratione non sia buona, e ueramente conforme allo uso de gli Ecclesiastici Antichi, e de nostrj modernj Musicj, si come ui ho narrato, et affirmato.

Alonso. Sarebbono per auuentura le difficoltà, che nel uolere io far tal mia Descrittione m' ingombrarono un po' la mente; Onde io pronontiaj; che per mio credere, ò crederej essa mia Descrittione douess' esser tale?

Anniballe. Notai ueramente quel dir uostro crederej, ò per mio credere: Ma lo applicai solamente alla semplice descrittione de' Caratteri ò Note; nelle quali uoj non hauete [-36-] sicurezza di animo di rappresentar' essi Modi, ò Tuonj conforme al dir mio. Esplicatemj adunque esse uostre dubitationj; che io ui dirò, s' elleno sono quelle; che intendo io, che i Musicj dourebbono hauere hauuto in consideratione.

Alonso. Promosse in me dubio di essa Descrittione il ricordarmj due cose; che hierj mi diceste; Delle quali una è, che la [Gamma]ut, corrisponde sempre alla Proslambanomenos de gli antichi: e cosi tutte le altre Vocj conseguenti nostre à tutte le altre conseguenti loro; Delle quali io non ho bene à memoria i nomj. L' altra, che per ciò il Modo, ouer Tuono Dorio ha per sua Diapason quella; che incomincia à Cfaut E per conseguente il Tuono Hypodorio uiene ad hauer per sua la Diapason; la quale principia in [Gamma]ut.

Anniballe. La una, e l' altra di queste due cose ui fù da me ueramente detta hierj: Et ciascuna di loro uiene anco da me parimente hora affirmatauj: Ma due altre cose; la una delle quali medesimamente io ui dissj hierj, et è, che anco la Proslambanomenos è sempre la più graue uoce, ò Suono del perfetto Sistema proposto. l' altra, e molto importante, ui ho testè quasi detto, et è, che tale specie di Diapason furono da quegli antichi Musicj Ecclesiastici nominate secondo l' ordine che loro piacque darle: possono facilmente à quelle da uoj contraposte subito risoluere, e la una, e la altra; Onde anchora cessi in tutto la dubitatione uostra: e ueniate à conoscere chiaramente questa uostra Descrittione esser buona, e uera.

Alonso. Raccordomj bene e la una, e l' altra cosa: Ma se uoj non mi porgeste qualche aiuto: à mè non darebbe lo animo di far da me solo questa propostauj contrapositione. E sarej sforzato à creder, ch' essa mia Demostratione fusse buona e uera solamente perche uoj mi haueste affirmato ella esser tale.

Anniballe. Tale ui ho affirmato, che è questa uostra Descrittione, secondo però la opinione di quej Musici Ecclesiastici antichi, et de' nostri Modernj credendosi essi di seguir la mente di Boethio: Ma come habbiate da far questa contrapositione uoj cosi uerrete conoscendo, come altresì uerrò narrandouj io quanto questi Musicj posteriorj non dico tanto gli Ecclesiastici quanto gli altri Laicj e nel Canto fermo, ò piano, e nel Figurato doueuano considerare, essaminando, se lo Abbate Oddo prima, poscia il Monaco Guido, e forse gli Antecessori di quelli; De' quali non ho <però> ueduto scritto alcuno fuorche di Beda: haueuano bene collocato le Sedi di essi Modi [-37-] ò Tuonj; Percioche si sarebbono facilmente auueduti, che lo uno, et lo altro di quelli si era [O. in marg.] ingannato in collocando il Tuono Protho autento in Dsolre, et il suo Plagio in Are: E conseguentemente tuttetre gli altri cosi autenti, come plagi suoj: Ma [quello; che add. supra lin.] forse bene fù cagione, che Oddo, e poscia Guido in ciò pigliasse errore, è stato parimente cagione, che tutti gli altri loro posteriorj non habbiano come abbagliati dallo Splendore dell' autorità di quellj conosciuto tal mancamento loro. S' ingannarono adunque Oddo, et Guido, per mio credere nella intelligentia delle parole di Boethio poste nel Capitolo 14. del quarto Libro della sua Musica. Imperoche se ben' Egli in questo luogo et in tutti gli altrj tali antecedenti dica che la Hypate hypaton sia la Voce più graue del primo Tetracordo grauissimo, la Parhypate hypaton la seconda et alquanto più acuta: La licanos hypaton la terza et più acuta: Poscia la Hypate meson molto più acuta: La Parhypate meson grandemente più acuta: La Licanos meson anco più grandemente più acuta: Finalmente la Mese acutissima. Et che anco prima Egli hauesse detto nel Capitolo 21. del primo libro che ciascun Tetracordo. Il qual però sia del Genere Diatonico habbia trà le sua prima, et seconda Voce, ò Corda graue il Semituono e trà la seconda et la terza un Tuono, e trà la terza et la quarta uno altro Tuono; Et che oltraciò dica nel uentesimo et nel uentiduesimo del medesimo primo libro che sotto essa prima Corda,uoce, ò Suono Hypate hypaton fusse poscia aggiunta la Proslambanomenos [[detta]] da luj detta anchora Prosmelodos; accioche la Mese conforme al uero nome suo; che di Mezana ha significato, fusse posta nel mezo del Sistema perfetto, et in Diapason con essa Mese, e cosi lontana, ò più graue della Hypate hypaton per un Tuono, si com' essa Mese è distante, e più graue della Paramese: La onde si possa raccogliere, che douendo ueramente esser sempre nel genere diatonico gli Interuallj trà la Proslambanomenos, e la Hypate hypaton di un Tuono: e trà essa Hypate hypaton, e la Parhypate hypaton di un Semituono: Poscia trà la detta Parhypate hypaton, et la Licanos hypaton di un Tuono. Et che anche poj nel soprallegato 14. Capitolo del quarto Libro di Boethio per conchiusione si legga, che 'l Tuono Hypodorio sia locato nella Proslambanomenos: Lo Hypofrigio nella Hypate hypaton: Lo Hypolidio nella Parhypate hypaton, Et il Dorio nella Licanos hypaton: e cosi gli altri tutti ordinatamente seguenti nelle ordinatamente seguenti Corde, ò Vocj più acute; Onde similmente si potesse raccogliere, che sempre debbano esser ueramente gl' Interuallj trà il Tuono Hypodorio, et lo Hypofrigio un Tuono, e trà quello, et lo Hypolidio un Semituono: e trà esso Hypolidio et [-38-] il Dorio un Tuono: Et essendo che Interualli tali conformemente si trouino insomma trà Are, la [sqb]mj, la Cfaut, la Dsolre, et la Elamj con gli altri susseguenti Ffaut, et Gsolreut, et non in altro luogo se non nella Diapason da essa Gsolreut; E perciò paresse, che conueneuolmente si potesse conchiudere, ch 'l Tuono Protho Autento; che ci rappresenta il Modo, ò Tuono Dorio, debba esser posto in Dsolre, et il suo plagio, come quello; che ha sembianza del Tuono Dorio, debba hauer la sua Sede nella Are: e cosi tutti gli altri susseguenti nelle altre susseguenti: Non è <però> che sia ragioneuolmente cosi.

Alonso. E che lo uieta al fin fine?

Anniballe. Non dico, che sia che lo prohibisca: ma se gli oppone ben grandemente quello che io ui ho replicato, et replico di haueruj detto hierj di mente di Euclide, di Tolomeo et di quegli altri Musicj antichi: E che anco lo stesso Boethio soggiunge nel detto Capitolo 14. Et nel 16. del quarto Libro della sua Musica et è, che la Proslambanomenos è sempre la Corda, ò suono più graue del proposto Sistema perfetto in qual si uoglia e si sia Modo, ò Tuono; E per ciò diss' Ei nel secondo luogo in conformità del primo Che se la Proslambanomenos sarà più graue della Proslambanomenos, ò qualunque altra uoce sia notata più graue della Voce del luogo medesimo e costituita nello stesso Genere, egli è necessario, che tutto 'l Sistema, et ordine sia più graue: Hauendo egli in esso primo luogo, ciò è, nel 14. Capitolo detto, che inacutendosi la Proslambanomenos con tutto 'l Sistema del Modo Hypodorio per un Tuono si produceua il Tuono Hypofrigio. E se si faceua essa Proslambanomenos più acuta per uno altro Tuono, si creaua il Modo Hypolidio: Et se per un Semituono si fusse inacutita essa Proslambanomenos del Modo Hypolidio ne ueniua à nascere il Modo, ò Tuono Dorio. Gagliardamente se gli oppone anchora quanto Ei soggiunge nel medesimo Capitolo sedicesimo con queste parole. Il più acuto di tutt' i Modi sarà quello; che ha la Ascrittione d' Hypermissolidio: et quello; che d' Hypodorio, sarà il più graue di tuttj: Ma noj principiando dallo Hypodorio disegnaremo gli altri restanti con quella differentia; ch' è trà loro.

Alonso. Buono, buono.

Anniballe. Per la qual cosa nel Modo Hypodorio la Mese sarà distante per un Tuono da quella del Modo Hypofrigio. Et lo proua mostrando, che paragonati insieme questi [-39-] due Modj, ò Tuonj, la Mese dello Hypodorio è la Licanos meson dello Hypofrigio. Poi segue. Similmente la Mese dello Hypolidio ha la sua distantia per un Tuono dalla Mese dello Hypofrigio. Et in farne la proua mostra, che la Mese dello Hypofrigio è la Licanos meson dello Hypolidio. Soggiunge egli poi. Similmente la Mese dello Hypolidio è distante per un Semituono dalla Mese del Dorio: e prouatolo mostrando, che la Mese dello Hypodorio è la Hypate meson del Dorio; E per ciò la Mese del Dorio esser discosta; si com' ella e sempre in tutt' i Generi, e Modi, lontana per una Diatessaron dalla Mese dello Hypodorio soggiunge. Simigliantemente la Mese del Dorio è lontana dalla Mese del Frigio per un Tuono; Percioche la Mese del Dorio è la Licanos meson del Frigio: Medesimamente anco la Mese del Frigio è lontana per primo Tuono dalla Mese del Lidio; Imperoche la Mese del Frigio è la Licanos meson del Lidio. Anchora (segu' Ei) la Mese del Lidio si scosta dalla Mese del Missolidio per un Semituono: E questa del Missolidio da quella dello Hypermissolidio per un Tuono; Imperoche essa Mese del Missolidio è la Licanos meson dello Hypermissolidio: E facendone Ei la proua mostra, che per ciò la Mese del Dorio è la Hypate meson del Missolidio et insieme, che essa Mese del Missolidio uiene ad esser lontana per una Diatessaron dalla Mese del Dorio: E da questa; percioch' Ella è la Licanos Hypaton dello Hypermissolidio la detta Mese dello Hypermissolidio uiene ad esser distante per una Diapente, si com' è sempre distante in qual si uoglia Tuono nel Genere Diatonico essa Licanos hypaton dalla Mese. Dalle quaj parole chiaramente si raccoglie, che nella Disegnatione de' Modi, ouer Tuoni da luj fatta in esso Capitolo sedicesimo la Mese dello Hypodorio che è il più graue di tutti gli altri Tuonj, è più graue per un Tuono della Mese dello Hypofrigio. E la Mese dello Hypofrigio più graue di quella dello Hypolidio per uno altro Tuono: E questa più graue della Mese del Dorio per un Semituono et essa Mese del Dorio più graue per un Tuono della Mese del Frigio: E questa più graue della Mese del Lidio per uno altro Tuono: E la Mese del Lidio più graue della Mese del Missolidio per un Semituono. E questa finalmente più graue per un Tuono della Mese dello Hypermissolidio; La onde essendo, com' è stato detto, et ueramente è, che questi Sistemj, ò Costitutionj bisdiapason siano ordinatamente tutti più grauj lo uno dello altro nel Genere Diatonico per Tuono, Tuono, e Semituono; percioche le Mese loro appariscono cosi più graui: Boethio in questa parte uiene a riconfirmare quanto Egli ha detto prima nel Capitolo quattordicesimo della differentia; che è trà lo un Modo, e lo altro, ciò è, di Tuono, Tuono, [-40-] Semituono nel Genere Diatonico. E per ciò fatta da luj questa riconfirmatione conseguentemente è, che la Diapason del Modo, ò Tuono Hypodorio cominci in [Gamma]ut, et non in Are; quella dello Hypofrigio in Are, e non in [sqb]mj; Quella [[del Hypolidio in Ffaut, e non in Elamj]] dello Hypolidio in [sqb]mi, e non in Cfaut: Et che la Diapason del Dorio ha il Suo principio non in Dsolre: Ma in Cfaut: Quella del Frigio non Elamj: Ma in Dsolre, Quella del Lidio non in Ffaut: ma in Elamj: Quella del Missolidio in Ffaut, e non in Gsolreut quella dello Hypermissolidio in Gsolreut, e non in Alamire. E se si uolesse rispondere, che bene stà questa riconfirmatione rispetto all' acutezza, ò grauità di un Modo, ò Tropo allo altro: Ma non già rispetto allo inacutir di ciascuno Interuallo nel suo proprio Sistema; per lo qual si ha da serbare la chiarezza di esse parole; che dimostrano, che il Modo Hypodorio ha da principiare in Are: lo Hypofrigio in [sqb]mj, inacutendosi per un Tuono; lo Hypolidio in Cfaut, inacutendosi per un Semituono. E cosi seguentemente com' è stato detto tutti gli altri: Dicamisi di gratia; Oltre che in un tempo medesimo una Corda istessa sarebbe nominata con due nomj diuersi, ciò è, [Gamma]ut: et Are; che sarebbe notabile assurdo: non ne nascerebbe et uno Inconueniente, et una contrarietà del Supposto troppo grande?

Alonso. Che contrarietà di supposto, ò che Assurdo, et Inconueniente sarebbe questo? Non mi diceste uoj hierj: et non mi hauete replicato anche hoggi, che la Proslambanomenos, ò [Gamma]ut, dello Hypofrigio è la Are dello Hypodorio. E quella dell' Hypolidio è la [sqb]mj di esso Hypodorio. Et che la Proslambanomenos del Dorio è la Cfaut, dello Hypodorio. Et quella del Frigio è la Dsolre dello Hypodorio: Finalmente che la [Gamma]ut, Proslambanomenos dello Hypermissolidio uiene ad esser la Gsolreut, di esso Hypodorio?

Anniballe. Ve lo dissi hierj: Houelo replicato hoggi: et hora uelo raffermo: E ui soggiungo di più, che Ordine, e Regola tale si ha da rispettiuamente serbare dallo un Modo allo altro nello inacutirsi; Ciò è, che la [Gamma]ut, del superiore è la Are dello inferiore suo prossimo contiguo.

Alonso. Se questo è uero, non è uero anchora, che una medesima Corda uiene ad hauere in uno stesso tempo due nomj?

Anniballe. Non solamente duj in questa uostra maniera: ma tre, quattro, e cinque, e sej, e sette, ed otto. Come potete chiaramente uedere nella Scala de' Sistemj che io ui designaj hierj. Oltra di questo tutte le Corde della Diapason graue del Modo Hypodorio uerrebbono particolarmente ad hauere un medesimo nome solo, ciò è, Proslambanomenos, ò diciam [Gamma]ut; E tutte le altre della Diapason acuta haurebbono il solo nome di Mese, ouero [-41-] alamire: Ma questi due nomj diuersi; che dico io, che in un tempo istesso haurebbe la più graue corda di esso Hypodorio non sarebbero come quej; che dite uoj; rispetto ad altri Sistemj de' Modi, ò Tropi: ma rispetto allo ascendere suo proprio, et inacutirsj: et nel suo esser fondamento de gli altri Modi, ò Tuonj più acutj di luj: Ma ciò comprenderete uoj per mio giudicio assaj meglio, se io ui mostro insieme lo Inconueniente, e la Contrarietà del Supposto; de' quali è paruto, che uoj siate fatto molto Schifo.

Alonso. Veramente, io sono molto lontano dalla credenza di queste due cose; che mj proponete: Onde mi sarà gratissimo intender' e la una, e l' altra per capire affatto affatto lo Assurdo de' due nomj in un tempo stesso ad una Corda medesima hauendo io per ciò fatto ricorso, come hauete ueduto, alle Scale de' Sistemj designate hierj e da uoj, e da me; Onde ho compreso in grandissima parte quanto mi hauete detto.

Anniballe. Per mostraruj ben chiaramente la Contrarietà del Supposto in questa Materia della disegnatione de' Tuonj mi fà bisogno mostraruj prima lo Incoueniente, e per faruj chiaro di questo Inconueniente sono astretto diruj, che la Disegnatione de' Tuonj; la qual si uede in esso sedicesimo Capitolo del quarto Libro della Musica [P. in marg.] di Boethio sia tutta falsa dall' ordine primo et ottauo ciò è, dello Hypodorio, et dello Hypermissolidio in fuore.

Alonso. Questo è gran fatto: Ma di gratia auuertite di non uoler far, come [ho inteso add. supra lin.] [[alcunj]] esser costume di alcunj; che per non uolere acconsentire alla uerità, negano i luoghi; Dou' ella chiaramente si troua.

Anniballe. Il negare assolutamente ò per dir meglio lo assolutamente affirmare essere apochrifi i luoghi delle Scritture [[hauute]] [stimate, et accettate corr. supra lin.] uniuersalmente per autentiche ad effetto [Q. in marg.] di contradire, et opporsi alla Verità manifesta, egli è certo per non dire altro, souerchia sfacciataggine: Ma quando si mostra con ragionj efficacj se non la falsità, l' alteratione, ò la scorrettione almeno di quellj, ciò deu' esser caro ad ognuno, lasciando sempre in arbitrio de gli huominj il farne il loro giudicio con approbatione, ò rifiuto: come intendo io di fare hora: e come sò, che è mente del Signor Caualier Hercole Bottrigaro dal quale ho riceuuto questa auuertenza da niuno altro, che si sappia, [-42-] hauuta sin quj' nella maniera; che seguirò di raccontaruj.

Alonso. Seguite di gratia; Che ciò non è stato da me detto, se non per ridermj dello ardire di quej tali.

Anniballe. Sappiate adunque, ch' essa Tauola, ò Scala non fu bene ordinata da Boethio; per lo qual disordinato ordine è succeduta l' auuertitauj Contrarietà del Supposto, fatto da' Musicj antichi, et insieme dello stesso Boethio nel principio di detto Capitolo 14. dicendo Ei. Dalle specie adunque della Consonantia Diapason sono composti i Modi nominati Tropi, et anchora Tuonj. E le Costitutionj de' Tropi sono differenti in tutti gli ordinj delle uocj ò per grauitade, ò per acutezza. E poscia alquanto più basso, soggiungendo Ei. Se alcuno adunque inacutirà, ò grauarà queste Costitutionj tutte secondo le sopradette specie della Consonantia Diapason, formarà i Sette Modi; i nomi de' quali sono questi. Hypodorio, Hypofrigio, Hypolidio, Dorio, Frigio, Lidio, Missolidio: Oltra di ciò nel 15. Capitolo seguente per replica del medesimo scriue cosi. Ma perche habbiamo detto, che questi Modi si trouano nelle specie della Consonantia Diapason: Horsù descriuiamoli nel genere Diatonico solamente; Accioche non si tardi il conoscer con gli occhi anchora qual sia l' ordine loro. Suppone adunque Boethio fermamente che i Sistemj, ò Costitutionj de' Modi, ouer Tuonj siano distribuiti, come io ui mostrai hierj: e uoj ne faceste anco la Descrittione conforme alle specie ordinatamente della Diapason; Ond' esse Costitutionj, ò Sistemj de' Tuonj siano, come io ui ho detto, ch' Ei soggiunge appunto in esso 14. Capitolo uengano ad esser differenti in tutti gli Ordini delle uocj ò per grauitade, ò per accutezza; La onde essendo tutte le Costitutionj; che sono descritte in detto Capitolo 16. del quarto [R. in marg.] di esso Boethio tutte ordinate, e procedenti per li medesimj Interuallj uniformemente [[tali ]], ciò è, per Tuono, Semituono, e Tuono: Et essendo in somma l' ordine del Sistema Hypofrigio tale, qual' è quello dello Hypodorio: E quello dello Hypolidio qual' è quello dello Hypofrigio: E quello dello Hypodorio: qual' è quello dello Hypolidio: E cosi per conchiusione trouandosi esser tutt' i Sistemj fatti ad una maniera medesima, Ciò è, lo uno, come lo altro senza differentia alcuna Segue, [-43-] ch' esse Costitutionj, ò Sistemj non siano differenti trà loro in conformità delle uarie specie della Diapason negli ordini de' Suonj, ò uocj per grauitade, ò per acutezza; Onde per conseguente insieme anco sia, che non sette, non che otto Sistemj, ò Costitutionj de' Modi, Tropi, ò Tuonj diuersj uenghino ad essere i descrittj nella Tauola di Boetio. Ma una sola Costitutione, ò Sistema del Modo Hypomissolidio, ò del Dorio. E non in altra maniera, e non altrimente diuersa da se medesima che si fusse l' Antifona Regina Caeli, ò Salue Regina cantandola noj un Tuono, ò un Semituono ò una Diatessaron ò qual si uoglia altro Interuallo incomposto ò più graue, ò più acuta di quello; che noj replicatamente hauessimo già cantato; che per ciò non restarebbe di non esser sempre la istessa inuariatamente: Si come con molta chiarezza auuiene nel giorno solenne del Sabbato Santo nel Cantare lo Aleluia; il quale iuj in Canto piano, ò fermo posto una sol uolta commanda il Canone che [[sia cantato]] dal Sacerdote celebrante la Messa sia cantato tre uolte inacutendo nelle repliche la uoce gradatim, ciò è, per gradi conseguenti, e non per salti di Ditonj, ò di Diatessaron, ò di altri tali; Onde uenga sempre à rimaner la istessa, come noj diciamo, aere del Canto. Il che prouiamo anchora nel Sentir cantar le Cantilene nostre aerose; che per che siano esse cantate hora con più graue, hora con più acuta uoce, secondo la commodità del Cantante, non per tanto uiene diuersificata la sua Aere, tal che non sia subito conosciuta per quella: com' ella non sarebbe ueramente se fusse inalzata, ò grauata collocando in lej diuersamente i Semituonj, e cosi uariando la specie della Diapason, e per conseguente il Modo, ò Tuono. Siauj per essempio la Vulgatissima Canzone; Gentil madonna del mio cor patrona; l' Aere della qual procede nello inacutirsi ascendendo per Semituono Tuono, e Semituono; che è da ffaut acuto solleuato à gsolreut, acuto, et da quello ad alamire acuto, et d' indi à bfa, acuto: Et parimente grauandosi discende per gli istessi gradi di Semituono tuono, e Semituono: et per le medesime Corde; Per lo che essendo ella Cantata con questi [suoi add. supra lin.] Interualli sia pur ella cantata ò con uoce più graue, ò con più acuta, ella Sarà sempre conosciuta per Gentil madonna. Ma s' ella sarà [[cantata]] [uariata corr. supra lin.] ponendo un Tuono, et un Semituono et poscia un Tuono; che Sarebbe inacutendo l' ordine suo per un Semituono ciò è, da gsolreut, acuto à csolfa, [-44-] sarà conosciuta sì per le parole: Ma non già da ciascuno per la uera, e solita aere sua primiera.

Alonso. Di ciò non ha dubio alcuno: Ma perche siete uoj di opinione che tal difetto nella Tauola [della add. supra lin.] Definitione de' Modi, ò Tuonj proceda dallo Autore stesso? Perche non lo attribuir più tosto à gli Stampatorj, se ciò si uede ne' Stampati: e se negli Scritti à penna à' Copisti come à persone poco diligenti, et assai uolte poco intelligenti, come pur troppo si conosce per la giornale isperientia, et osseruatione fatta da chi ha cognitione delle Scientie? Soggiungerò anco: Perche non ascriuere tal disordine all' ardita mano di qualcuno; il quale habbia uoluto mostrare la sottigliezza del suo bello ingegno: mosso forse anco da qualche occasione da non essere sprezzata in tutto da potere allegarsi per la saluezza sua?

Anniballe. Questa non è di quelle scorretionj: ò di quelle alterationj; che si possa presumere, che deriui da' Copisti, ò da gli Stampatorj, come alcune altre assai; che si uedono non solamente ne' Caratteri di essa Tauola: ma per tutto 'l libro. E meno si possa imputare ad alcuno; che per la cagione detta da uoj habbia uoluto ponere, et habbia posto mano in quella, innanimato da' quelle parole; che si leggono in esso Capitolo sedicesimo del quarto dopo la Descrittione dell' ordine del Modo Hypermissolidio (come, e bene io sò di haueruj già riferito) io però non uuò restar di replicaruj: E sono queste. Et questo ha da esser regolarmente considerato negli altrj. Quasi come quj' Boethio habbia uoluto inferire, che tutt' i Sistemj ò Costitutionj, et ordini de' Modi debbano pigliar lo Essempio, e la Regola de gli Interualli del Sistema, ò Costitutione di esso Tuono Hypermissolidio.

Alonso. Se ad un bello, et ardito ingegno tale potriano suffragar queste parole di Boethio; Perche non possono suffragare à Boethio stesso?

Anniballe. Io non ho detto, che tai poche parole fussero per hauer possanza di suffragare al bello, et ardito ingegno da uoj proposto à questa Impresa: Ma ho ben detto, ch' esse potrebbono innanimaruelo; anchorach' esse habbiano ueramente altro senso; Per lo quale Ei poi restarebbe conuinto di essa Contrarietà del Supposto narrata, replicata, et affirmata, come hauete inteso.

Alonso. Restarà dunque incolpato di ciò Boethio? Sopra un tanto huomo adunque si riuersarà [-45-] questa manchezza?

Anniballe. Tutta questa colpa uiene ad esser ueramente di Boethio. Ed Egli stesso non si auuedendo ne di essa Contrarietà del supposto, ne di esso Inconueniente mostra [S. in marg.] (tacendolo però) di conoscere il gran disordine; che ne segue.

Alonso. Ben dunque si può dire in questo proposito, che à lungo andare un gran Suono fà diuenir sordo.

Anniballe. Sordo affatto non già: Ma bene stordito, e (Come si dice) di grosse Campane.

Alonso. Voj hauete ragione: Ma come si scuopre che Boethio conoscesse tal disordine?

Anniballe. Si scuopre allhora, ch' Ei proua per le Mese de' Modi, ò Tuonj le differentie, e distantie loro esser tali, quali io ui ho già breuemente riferto, ch' Ei narra, e descriue in esso Capitolo sedicesimo del quarto Libro le quali; accioche meglio intendiate il tutto, breuemente hora ui replicarò. Dic' egli adunque cosi. Nel Modo Hypodorio sarà la Mese [[sarà distante la]] [distante dalla corr. supra lin.] Mese del Modo Hypofrigio per un Tuono. Ilche facilmente si uedrà paragonati insieme questi duj Modi; Imperoche la Mese dello Hypodorio sarà la licanos meson dello Hypofrigio. Similmente la Mese dello Hypofrigio sarà distante per un Tuono dalla Mese dello Hypolidio; Imperoche la Mese dello Hypofrigio sarà la Licanos meson dello Hypolidio. Similmente la Mese dello Hypolidio è lontana dalla Mese del Dorio per un Semituono. Imperoche la Mese dello Hypolidio è la Hypate meson del Dorio: E cosi differente per la consonantia Diatesssaron dalla Mese, si com' ella è in qual si uoglia Genere, ò Modo.

Alonso. Alla chiarezza della proua della Distantia della Mese del Modo [[Hypofrigio]] [Hypodorio corr. supra lin.] dalla Mese dello Hypofrigio [Hypolidio ante corr.] E di quella dello Hypolidio [Hypofrigio ante corr.] à quella dello Hypolidio [Hypofri ante corr.]; la qual distantia uuole Boethio; che sia di un Tuono, cosi da quella à questa, come da questa à quest' altra; Ilche parmj esser conforme à quanto conchiudeste hierj essere mente di Tolomeo. Parmj

Anniballe. Teneteuelo bene à memoria: e seguite.

Alonso. Parmj dico, che uolendo Boethio prouare, che ueramente sia trà la Mese dello Hypolidio e quella del Dorio la distantia di un Semituono, soggiunga una grande oscurezza di parlare: e da me non molto bene intesa, forse bene per la diuersità del procedere da quella à questa proua.

Anniballe. Voj dite bene: e uelo credo: E con simil chiarezza oscurità forse maggiore sentirete [-46-] esser nella proua; ch' Ei segue di far delle Mese de gli altri Tuonj superiorj, soggiungendo. Simigliantemente la Mese del Dorio è lontana dalla Mese del Frigio per un Tuono; Imperoche la Mese del Dorio è la Licanos meson del Frigio.

Alonso. Questa è chiara.

Anniballe. La Mese anchora del Frigio è lontana dalla Mese del Lidio per un Tuono; Imperoche essa Mese del Frigio è la Licanos meson del Lidio.

Alonso. E questa anchora è chiara.

Anniballe. Anchora, segu' Ei, la Mese del Lidio si scosta dalla Mese del Missolidio per un Semituono. E la Mese del Missolidio dalla Mese dello Hypermissolidio per un Tuono; Imperoche essa Mese del Missolidio è la Licanos meson dello Hypermissolidio.

Alonso. E questa parimente è chiara. Ma doue lasciate uoj, ò lascia Boethio la proua della distantia della Mese del Missolidio dalla Mese del Lidio?

Anniballe. Boethio non la lascia: ne io la lascio. Ma uoj non hauete lasciato me, che io segua di riferiruela; Onde anco non hauete sentito la difficoltà; che forse sentirete di essa proua.

Alonso. Seguite, che per superarla, ò facilitarla io starò molto attento ad ascoltaruj.

Anniballe. Et essendo per ciò la Mese del Dorio la Hypate meson del Missolidio et essendo insieme la Mese del Missolidio lontana dalla Mese del Dorio per la Consonantia Diatessaron: E medesimamente essendo la Mese del Dorio distante dalla Mese dello Hypermissolidio per la consonantia Diapente; Percioch' essa Mese del Dorio è la Licanos hypaton dello Hypermissolidio. Si come nel Genere Diatonico sempr' è lontana in qualsi uoglia Modo, ò Tuono essa Licanos hypaton dalla Mese per una Diapente.

Alonso. Questo è ueramente uno intricato Laberinto da non potersene cosi facilmente uscire: e maggiormente non potendo io per la grande altezza delle Siepi, ò Mura che circondandolo lo distinguono, discernere i Sentierj; che mi potrebbono forse facilmente condurre alla uscita.

Anniballe. Io u' intendo. Eccouj lo Essempio di essa Descrittione: Ma però senza i Caratterj; de' quali io non ui ho ne anco fatto parola in questa mia breue relatione [-47-] di quanto dice Boethio per tale sua Descrittione. E questo ho fatto io per non essere hora ciò punto necessario al proposito nostro, riserbandomj poi il farlo, quando noi ragionaremo de' Caratterj musicali; Inuece de' quali ueramente inuentati, come narra Esso Boethio nel Capitolo iij. del quarto libro da gli antichi Musicj; [T. in marg.]

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 47; text: HYPERMISSOLIDIO, Netehyperboleon, MISSOLIDIO. LIDIO. Paranetehyperboleon, FRIGIO. Tritehyperboleon, Nete diezeugmenon, HYPOLIDIO. DORIO. Paranete diezeugmenon, HYPOFRIGIO. Trite diezeugmenon, HIPODORIO. Paramese, MESE, Licanos meson, Parhypate meson, Hypate meson, Licanos hypaton, Parhypate hypaton, Hypate hypaton, Proslambanomenos] [BOTTRIG2 02GF]

accioche non fusse necessario poner sempre i nomj interj delle corde: Et insomma per utile breuità della descrittione io ui ho riposto essi nomj intierj; Onde à uoj più chiaramente apparisca quello; che per taj nomj descriue Boethio della differentia ò distantia de' Modi, ouer Tuonj per le Mese loro. Tale adunque è giustamente la Tauola descritta da esso Boethio; per la qual uoj chiaramente potete uedere esser [-48-] uero quanto egli ha detto.

Alonso. Io uedo, che la Mese dello Hypodorio è la licanos meson dello Hypofrigio. Et che la Mese dello Hypofrigio è similmente la Licanos meson dello Hypolidio: Ma io non uedo hora, che la Mese dello Hypolidio si confronte con la Licanos meson del Dorio anzi ella esser posta tramezo ad essa Licanos meson, et alla Mese del Dorio.

Anniballe. E questo è quello; Di che fattosi accorto Boethio entrò a dire, che la Mese dello Hypodorio è la Hypate meson del Dorio. Come quj'.

Alonso. Cosi stà.

Anniballe. E che essendo per ciò la Mese dello Hypodorio distante per una Diatessaron consonantia dalla Mese del Dorio, la Mese dello Hypolidio uiene ad esser lontana dalla Mese del Dorio per un Semituono.

Alonso. Che proposito è questo?

[V. in marg.] Anniballe. Il proposito è tale: Che auuedutosi Boethio, che stante la da luj fatta descrittione la Mese dello Hypolidio non batteua à corda con alcuna Corda del Modo ò Tuono Dorio: E uolendo ei pur ad ogni modo prouar, ch' essa Mese dello Hypolidio era discosta dalla Mese del Dorio, si come haueua proposto, per un Semituono: si riuolse à questa uia di prouarlo per la Diatessaron co'l fermo supposto, che dalla Hypate meson alla Mese sia sempre com' è ueramente una Diatessaron; Ond' Essendo (cosi tacitamente argomentando Ei) la Mese dello Hypodorio la corda istessa della Hypate meson del Dorio, segue anco, che da essa Mese dello Hypodorio uenga ad essere una Diatessaron: Et essendo già stata fatta proua co'l mezo della una, e dell' altro Licanos meson, che la Mese dello Hypodorio è distante per un Tuono dalla Mese dello Hypofrigio: e parimente la Mese dello Hypofrigio dalla Mese dello Hypolidio per uno altro Tuono, non mancando altro à compir la Distantia Diatessaron per esser formata di un Semituono et di due Tuonj, ch 'l Semituono, quello per conseguente ueniua ad esser trà la detta Mese dello Hypolidio e la Mese del Dorio.

Alonso. Ho benissimo hora inteso tutto questo Villuppo. Seguite il resto.

Anniballe. Hauendo uoj dunque bene inteso questa parte, intenderete anco meglio e più facilmente quest' altra. Vedete hora quj', che la Mese del Dorio in conformità del detto di esso Boethio è la Licanos meson del Frigio, e cosi la una discosta [-49-] dall' altra per un Tuono in esso Genere diatonico. E questa Mese del Frigio è similmente la Licanos meson del Lidio; e per ciò distante questa da quella secondo ch' ei dice, per uno altro Tuono.

Alonso. Tutto questo anch' Ei corrisponde benissimo.

Anniballe. Hora accortosi Boethio parimente; che stante questa sua disordinata Descrittione li mancaua come prima il modo di poter prouare, che la Mese del Lidio era lontana dalla Mese del Missolidio per un Semituono si com' egli hauea proposto, ricorse come prima anchora al soccorso della Distantia Diatessaron, dicendo, che la Mese del Dorio è, come uoj chiaramente quj' uedete, la Hypate meson del Missolidio; La quale in ciascun Modo, ò Tuono è sempre lontana dalla Mese una Diatessaron con soggiungere à corroboratione maggiore della sua proua, ch' essendo similmente la Mese del Missolidio discosta per un Tuono dalla Mese dello Hypermissolidio: Imperoch' essa Mese è, si come apparentemente uoj quj' uedete la Licanos meson dello Hypermissolidio et essa Mese del Dorio essendo la Licanos Hypaton dello Hypermissolidio segue, ch' essa Mese del Dorio sia per conseguente distante dalla Mese dello Hypermissolidio per la consonantia Diapente, si com' è sempre (e uoj quj' la uedete) la Licanos hypaton nel Genere diatonico lontana dalla Mese per una Diapente; la quale in se contiene un Tuono più della Diatessaron: trà se tacitamente argomentando Ej nella stessa maniera; che io ui ho supposto, ch' Ei prima argomentasse per la distantia di un Semituono trà la Mese dello Hypolidio e la Mese del Dorio.

Alonso. Non ui affaticate in altro per dichiararmj essa proua; Percioche ho benissimo inteso il tutto: e capisco intieramente come uogliate, che per ciò si possa conoscere, che Boethio si scoprisse di essersi auueduto del Disordine; che uoj dite esser stato da luj commesso in essa Descrittione de' Tuonj, perch' Ei si accorse, che la una, e l' altra Corda delle due Mese, ciò è, del Lidio, e del Missolidio non batteuano à corda con alcuna altra Corda questa del Dorio, e quest' altra del Missolidio. Ma questo Disordine non seguirebb' Ei medesimamente, quando anchora si uariassero ordinatamente le specie della Diapason secondo l' ordine de' Modi à quelle applicati de gli Autenti. Sicome hauete ragionando mostrato riferire [anco add. supra lin.] esso Boethio?

[-50-] Anniballe. Anzi che ogni Disordine si leuarebbe. E uedreste, che ciascuna Corda di ciascun Sistema, ò Costitutione ordinatamente batte sempre, come deue sempre battere à corda con qualchuna de gli altri Sistemj, siano essi gli antecedenti, ò conseguenti: Si come io ui feci uedere hierj per li Sistemi, ò Costitutionj descritteci da Tolomeo e secondo i Caratteri di Guido; alla Disegnatione de' quali parmj, che uoj quasi teste per altra occorrentia faceste per mio simile ricordo anco; quasi [come add. supra lin.] di appiatto ricorso, e come anco appare per le Tauole di Alipio: Ma che andate hora uoj trà uoj stesso co'l pensiero discorrendo?

Alonso. Che hauendo io con non molta fatica, et hierj, et hoggi rappresentato tutte le altre e tante e si diuerse Tauole de' Tuonj da uoj riferitemj co' Caratteri musicalj, che noj usiamo: à me non pare di potere hora trouar modo di far Descrittione continoua, et ordinata per tutti gli otto Tuonj; che sia per corrispondere à questa di Boethio.

[X. in marg.] Anniballe. Non è ueramente molto facile il farla; Donde uoj potete uenir pigliando chiarissimo argomento, che l' Ordine suo non sia punto naturale, com' è quello da tutte le altre Tauole da uoj sin ad hora con assai facilitade apprese, e descritte. Hor pensateci bene, e risolueteuene, che intanto io ui apparecchio e la penna con lo inchiostro, et insieme questa Carta sùlla qual potiate poi subito rappresentarla. Che ui si oppone? Che ui ritiene, ò tarda?

Alonso. Molte, e molte difficoltadi alle debili forze mie insuperabili, quando si uoglia osseruare l' ordine de' gradi della prima Scala del Modo Hypodorio inuariabilmente in tutti gli altri ordini delle Scale de' conseguenti Modi, ò Tuonj.

Anniballe. Soggiungete: E l' ordine immutabile de' gradi nel sopraporre lo un Modo allo altro.

Alonso. Questo mi era uscito di Mente; Onde molto più difficile, che dir non uoglio impossibile, parmj hora questa Descrittione.

Anniballe. Non uene disperate cosi affatto: Pigliate un poco la penna in mano, e cominciate à dipingere.

Alonso. Io la piglio uolontierj per tirar le linee; e descriueruj le Note, ò Caratteri nostri musicali secondo il Modo, ò Tuono Hypodorio dimostrato da Boethio. Fatto questo, starommj aspettando, che uoj ui compiacciate di descriueruj, si come io ue ne prego, gli altri sej conseguenti; Che quanto allo Hypermissolidio io conosco, ch' egli è lo stesso giustamente che lo Hypodorio per sua Ottaua.

Anniballe. Et il Dorio (come uedrete) procede anch' Ei naturalmente. Ma però per li Tetracordi [-51-] Sinemmenon, ò diciam congiunti rispetto alle Corde dello Hypodorio; Alla descrittione del quale hora fatta da uoj soggiungerò per gratificaruj ordinatamente quelle di tutti gli altri conseguenti: Ella adunque uiene ad esser ueramente tale. [X. in marg.]

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 51; text: Hypodorio, Hypofrigio, Hypolidio, DORIO, FRIGIO, LIDIO, Missolidio, Hypermissolidio] [BOTTRIG2 03GF]

Alonso. Ben dissi io, che mi si offeriuano molte, e molte difficoltà nello imaginarmj queste Scale. E ueggio, che conueneuolmente, perche in questo Tuono Hypolidio, et in questo altro Lidio ui accadono tanti aiuti di Diesi, di b mollj, et di [sqb], et massimamente in questo Hypolidio. Nel quale è ueramente il primo grado di Tuono molto straordinario.

Anniballe. Hor uoj per questa fatta da me Descrittione hauete maggiormente da notare la molta sconueneuolezza sua, et la chiara contrarietà del Supposto già da noj cominciati a considerare. E conoscere insomma chiaramente che Boethio in ciò fù nel suo operare diuersissimo dal suo dottissimo parlare. E cosi conchiudere, ch' Ei fusse Musico più tosto delle Speculationj ottimo Ordinatore, che delle prattiche Operationj buono formatore.

Alonso. Non si può certamente negare; che tal Descrittione de' Modi, Eccetto, che dello Hypodorio, del Dorio, e dello Hypermissolidio non sia molto diuersa dal supposto, e strauagante per l' ordine uniforme suo nel salire uerso lo acuto, serbando unuariabilmente i gradi di Tuono, Semituono, e Tuono, come 'l Modo Hypofrigio.

Anniballe. Voj potete hora sicuramente aggiungere alla prima quest' altra Auuertentia intorno à Generi armonicj; Conciosiacosa che si uenga cosi à passar non solamente nella Musica finta, come nel genere Cromatico per esser già stato fatto da Boethio [fermo <sottoposto> add. supra lin.] di far la Descrittione de' Modi secondo il Genere diatonico dicendo Ei, come io ui ho già riferito, in esso Capitolo quattordicesimo del [[quinto]] quarto Libro. Sia l' ordine delle uocj disposto dalla Proslambanomenos alla Nete hyperboleon nel Genere Diatonico. E questo sia il Modo Hypodorio. Poscia nel seguente Capitolo quindicesimo soggiungendo similmente Ma percioche noj habbiamo detto, che questi Modi si truouano nelle Specie della Consonantia Diapason. Horsù descriuiamoli nel genere diatonico solamente. E nel susseguente Capitolo sedicesimo replicando per proua delle Distantie di essi Modi in essa Descrittione. La Mese del DORIO, è la Licanos hypaton dello Hypermissolidio [-52-] E la Licanos hypaton paragonata alla Mese è sempre distante da quella per una Diapente consonantia in qualsiuoglia maniera nel Genere diatonico.

Alonso. Gran cosa fù ueramente, che Boethio filosofo riputato di tanta dottrina nelle Matematiche fusse in questo tanto abbagliato, che si lasciasse, come si dice, Volger la Lancia per lo pugno.

Anniballe. Risolueteuj à creder, che chi non fà, non falla; E che per ciò si debba facilmente e sopratutto [Y. in marg.] à gli Huominj Valenti rimettere ogni trascorso. Verum opere in longo fas est obrepere somnum dice Horatio con pensando, ch' essj occupati in altro habbiano Scritto con animo di Giouare al Mondo: ne habbiano poscia hauuto ò commo, ò tempo, ò tranquillità di animo da riueder gli Scritti loro, e riconoscere, et ammendare gli Errori, ò diffetti in quellj commessj; le quaj cose tutte concorsero forse bene in questo honoratissimo suggetto. Ne luj crediate solo in questa fortuna; perche se non fusse tanto fuor del nostro proposito io ui farej mentione di molti Eccellentissimi Autorj; che sono caduti in tale inciampo ponendo in capo di lista il nominato, e meritamente principe de' Filosofi: Torniamo adunque à' nostri Tuonj.

Alonso. Nel darmj uoj questa ultima auuertentia per contrarietà del Supposto in essa Descrittione de' Tuonj hauete detto, che Boethio cosi uiene à passar dal Genere Diatonico non solamente nella Musica finta: ma nel Genere cromatico. E questo mi uado io imaginando, che habbiate detto per li Diesis, e b mollj, e [sqb] quadri; che cosi uengono à trouarsi nella scala dello Hypofrigio, in questa dello Hypolidio, et in quest' altra del Frigio, et similmente del Lidio, e del Missolidio: Volendo uoj quasi inferire, che segni tali non siano del Genere diatonico il qual' è solo proposto da Boethio.

Anniballe. Non ha dubio [dubbio ante corr.] alcuno, che tutti questi segnj di Diesis non sono del puro Genere diatonico: ma del Cromatico alcunj, et alcunj altrj, si come anco una parte di questi b, mollj; ciò è, questi; che sono fuor della Tritesinemmenon, ò diciam del b fa, acuto; sono della Musica finta; Della una, e dell' altra delle quaj cose, uoglio, che lasciamo [[hora]] lo hauerne hora à ragionare, diferendolo in altro commodo tempo nostro il farlo più particolarmente; Percioche homaj è l' hora; che sodisfacendo io all' obligo mio m' impieghi nel seruitio publico de' Patronj.

Alonso. Hoggi è Venere; che ue ne fà libero.

Anniballe. Voj dite il uero. Io non me ne ricordaua. Voj douete adunque hauer conosciuto [-53-] la falsità di essa Descrittione de' Tuonj fatta da Boethio: et per essa falsità diuenuto chiaro dello Inconueniente del nome diuerso in uno stesso tempo ad un Corda medesima essere anco certissimo della Contrarietà del Supposto: Et insiem' esser sicuro, che [Z. in marg.] à questo tal Disordine di Boethio niuno rimedio ui ha più gagliardo, e migliore che seruare gli Ammaestramenti di Tolomeo, ponendo il Tuono dorio à noj rappresentante [rappresentatocj ante corr.] il Tuono, ò Modo proto autento nostro Ecclesiastico non nel Dsolre, ma nel Cfaut: E conseguentemente il Modo, ò Tuono secondo suo Plagio, che è più graue per una Diatessaron rappresentatocj dal Tuono Hypodorio nella [Gamma]ut; Il che fù dal dottissimo Zarlino ottimamente conosciuto poscia ch' egli hebbe publicato per le stampe la sua Istitutione armonica. Nel 10. et undecimo Capitolo del quarto libro della quale Ei seguendo (come ho detto) la opinione di tutti gli altri Scrittorj di questa Musica piana, ò Canto fermo Ecclesiastico suoj Antecessori disse, e dimostrò con Essempj la sede di essi Modi cosi autenti, come plagij hauer principio nel Dsolre; Onde nella seconda Impressione di essa sua Istitutione Armonica ritrattando Ej la prima opinione costituj' nella Cfaut esso Modo, ò Tropo Protho, et autento: e pose il suo Plagio nella [Gamma]ut, E conseguentemente ordinò poi tutti gli altri Modi una uoce più graue del primiero ordine loro; La qual Palinodia, ò Ritrattatione hauendone [Aa. in marg.] Ei tacciuta questa per mio giudicio uerissima e principalissima cagione, ha dato ad alcunj Musici molto da trauagliare non solamente in uoce: ma in iscritto.

Alonso. A' uoj pur dunque pare; che nella Cfaut, e non nella Dsolre hauessero da hauere le [Diapason ouero add. supra lin.] Ottaue de' Modi, ò Tuoni Ecclesiastici il loro principio conforme alla Opinione recitata da Tolomeo?

Anniballe. Di questo risoluto parere non solamente sono io: Ma n' è prima assai di me, Come io ui ho detto, il Signor Caualier Hercole Bottrigaro al qual nelle Matematiche tutte si ha da prestare ragioneuolmente grandissima fede.

Alonso. Parmj, ui replico, che sia ueramente stata gran cosa, che i Musicj Ecclesiastici antichi, e poscia i meno antichi, e finalmente i modernj, e contemporanej nostrj non habbiano conosciuto la chiara, e facil [facilmente ante corr.] uerità della buona Dottrina di Boethio per la Descrittione de' Tuonj: e sianosi appigliati alla oscura, e difficile falsità di essa Descrittione, ò delineatione de' Sistemj.

[-54-] Anniballe. E' loro auuenuto appunto in questo; quello, che fù detto essere auuenuto ad [[Ennio]] [un corr. supra lin.] Poeta ne' Poemj di Omero; che in quelli colse lo sterco, e non conobbe l' oro. E uoglio confessaruj la pura uerità, che anche io sono stato uno di quej; che senza cercar altro mi sono lasciato guidar dall' autorità di tanti ualenthuominj per gran pezza: et in somma sin che dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro non ne sono stato auuertito, e ben fatto capace. Anziche per confessaruj intieramente et liberare [liberarmi ante corr.] il mio peccato non pareua; che in quello inuecchiato io mi sapessi risoluere di acquetarmj alle uiue, et ferme ragionj adduttemj da luj: Et di aprir gli occhi della mia cecità per conoscer tanta luce di uerità. E dopo anco hauerla io chiaramente conosciuta sono più uolte caduto, e ricaduto nel dubitarne: Ma ridirizzatomj alfine, et confirmatomj saldissimamente nella buona, e uera dottrina; che io ui ho dichiarato di nuouo hora à uoj la replico, e raffermo per tale. Resta per conchiusione di quanto si appartiene alla intelligentia del proceder de gli otto Modi, ò Tuonj Ecclesiasticj, che io ui dica, che gli Osseruatorj, ò Regolatorj di quej uogliono, che per la intiera loro cognitione si debba hauer due Considerationj, et auuertentie; Le qualj appresso di me sono di pochissima stima; Percioche la Vna, e l' altra, e massimamente la seconda è più tosto di confusione, che di Distintione di quella produttrice: non dimeno con breuissima breuità ui raccontarò ciascuna di loro. Vogliono adunque essj Regolatorj, che si auuertisca primieramente il luogo; dal quale hauendo esso Canto piano, preso principio uada procedendo (e questa parte ne' Salmj chiamano essi Intonatione) uerso 'l suo Mezzo, e d' Indi segua di procedere al suo fine. Talch' è loro opinione, che non solamente il fine, com' è stato fermamente conchiuso, basti à questa determinatione: Ma ui bisogna anchora la Scientia, e cognitione del principio, e del [[fine]] [Mezo corr. supra lin.] loro; Il che sarebbe ueramente necessario, ogniuolta però, che di esso principio fussero i Luoghi, e le Sedi certe, e ferme: et i progressi del Mezo loro, sicome [Bb. in marg.] sono i luoghi; e gli andamenti de' loro Finj: Ma che le fallancie delle Regole loro sono assai più che le stesse Regole principali. Che gioua, che sia posto per Regola ferma (e sia detto di questo per Essempio de gli altri) che 'l primo Modo, ò Tuono Ecclesiastico incomincj nel Ffaut, e caminando per lo Gsolreut, arriuj allo Alamire, e' egli anco ha liberta di principiare non solamente nello Elamj: ma nel Dsolre, et anco nel [-55-] Cfaut? Ne empia giamaj, ò ben di rado, cosi questo, come tutti gli altrj tutta la propria Diapason: Ma quasi sempre et appena basti, che gli Autenti aggiungano ne' Salmj alla Diapente graue loro, et i Plagij alla Diatessaron dal [Cc. in marg.] fine loro uerso lo acuto. Trà il progresso del primo Tuono, e del Sesto, uno autento, e l' altro Plagio: Ma più trà quellj del terzo Autento, e del secondo e dell' ottauo plagij, qual differentia potrà discernere lo Vdito humano? Ho detto lo Vdito humano percioche tuttetre caminano ad una maniera rispettiuamente alla positura de' Semituonj loro: ne discrepantia alcun' altra ui ha trà loro se non la acutezza, e la grauità della uoce, della quale anco affatto affatto non è hauuto cura alcuna, anzi è cosi sprezzata; che non si attende hora ad altro ne' Chorj, che alla commodità de' Cantorj; Onde nella stessa uoce si canti, ed intuonj l' ottauo Modo, ò Tuono, che si canta, ed intona il terzo ò secondo et similmente ciascuno altro.

Alonso. Gran confusione adunque uiene ad esser ueramente questa.

Anniballe. Grandissima.

Alonso. Ne hanno gli Osseruatorj, ò Regolatorj, e Scrittorj di quellj sapiuto maj trouaruj buona, e ferma Regola?

Anniballe. S' essi hauessero trouato buona, e costante Regola La qual ui sarebbe (se io non m' inganno) molto facile anchora; la qual da me ui sarà detta à suo luogo, e tempo: noj non saressimo nella confusione [in add. supra lin.] che ci trouiamo: Anzi che dalle Regole loro nasce questa confusione. Regola loro uniuersale è, che 'l primo Tuono, et il Sesto proceda per queste Note Fa, Sol, La. Come si uede: Ma non distinguono, come dourebbon fare per qual Fa, sol, la; Imperoche quello del primo Tuono comincia in Ffaut, cosi come quello del Sesto. E pur fa, sol, la, principia anchora in Cfaut; Questo nondimeno, come io ui ho detto, importa poco per far gli Ascoltatorj chiari della distintione loro. [[Dicono essi anchora]] [Dicono essi anchora. corr. supra lin.] senza distintione; [[anchora add. supra lin.]] la qual [non di meno add. supra lin.] si haurebbe con facile, e breue Regola (come anco ui ho detto) con facendo, che i Puttj, ò i Giouanetti intonassero i Tropi, ò Tuonj autenti, e che da gli huominj fussero intonati i Plagij.

Alonso. Facile, e breue sarebbe ueramente questa Regola.

[-56-] Anniballe. Dicono essi che il secondo Modo, ò Tuono procede dal suo principio, sicome 'l terzo et l' ottauo per le Note, Vt, Re, fa: E pur il terzo principiando nel Gsolre graue; sicome lo ottauo forma il suo Vt, re, fa, per lo tetracordo Diezeugmenon, ò diciam disgiunto, ouer per [sqb] quadro: Ma il secondo forma il suo Vt, re, fa cominciando in Cfaut; Al Quarto hanno assignato per suo mouimento le Note La, sol, la uolendo essi, che per discretione s' intenda, ch' egli habbia da incominciare à formarlo nello alamire. Vogliono anco poi confusamente che 'l Quinto si muoua per le Note Fa, re, fa: et il settimo per le Fa, mi, fa, sol: non dicendo chiaramente doue habbiano da principiare: Ma quasi, che si habbia da indouinare; che 'l quinto habbia da hauere il suo principio nello Ffaut, graue procedendo per lo Tetracordo Diezeugmenon; ò uogliam dire per [sqb] quadro nello alami, re et nel c, sol, fa, ut, con dire Fa, re, fa: ò per lo Tetracordo Sinemmenon, ouero per b, molle solfizando ut, mi, sol: Et il settimo non solamente in csolfaut, per [sqb] quadro: Ma nel Gsolreut; Doue io non sò discernere, ch' Ei possa naturalmente formare il fa, mi, fa, sol, assignatoli, se non per l' aggiunta di esso Gsolreut. E questa Regola trouarete esser data da tutti gli Scrittorj di essi Tuonj Ecclesiastici in un Tetrasto latino tal quale comportauano quej tempi più della facile breuità, [Dd. in marg.] che della politezza del dire ansiosi amatorj: e sopratutto in queste cose, scolastiche appartinenti à' precetti delle Arti e delle Scientie. Ne uoglio, che hora aspettiate, che da me ui siano recitati essi quattro Versi della Osseruatione del principio di essi Modi, ò Tuonj, ne meno i tre del mouimento di esso principio per isalto: ne anco gli altri quattro per gli ascendimenti loro similmente per isalto rimettendouj à molti librj; che quelli contengono.

Alonso. Piacciauj almen di nominarmi gli Scrittorj di quej librj se non son molti.

Anniballe. Anzi perche son molti, e per ciò facilmente uoj sareste per iscordaruene qualcuno, uolontierj non solamente io ue li nominarò. Ma ue ne darò ricordo in iscritto insieme con Titoli delle Opere loro.

Alonso. Non uuò, che uoj pigliate questa fatica di Scriuerli. Lasciatela pur à me. Incominciate.

Anniballe. Lascio i due principali già nominatiuj, Oddo, e Guido, insieme con Beda, [-57-] che benche siano Scrittorj di Musica; essi non hanno però ne' librj loro cotaj uersi, come quej; che per mio credere siano stati formati da gli Scrittorj di Musica più prossimanj à nostrj tempi. Scriuete.

Alonso. Franchinj [Franchino ante corr.] Gaffurij [Gaffurio ante corr.] Musica utriusque Cantus. Frà Bonauenturae Breuiloquium. Nicolaj [[Burtij]] Volicj Enchiridion Musices de Gregoriana, et figuratiua pertractans. Nicolaj Listenij Elementa Musices. Fiore angelico di Musica di Frà Angelo Picitono. Domini Petrj Aaron Dialogi de Institutione armonica. Frà Illuminato autore della illuminata di Canto piano, ò fermo. Frà Stefano Vaneo, Recanetum de Musica aurea. Don Vincentio Lusitano con la sua Introduttione facile alla Musica piana, [[con la sua Introduttione facile alla Musica piana, e figurata]] [e figurata. corr. supra lin.]

[Anniballe. add. in marg.] E dopo molti altrj potrej diruj, che notaste il Directorium Chorj del nostro Don Giouannj Guidetti: Ma per esser questo suo libro più tosto uno Antifonario, Graduale, ò Salmista, che libro continente precetti uniuersali di Musica Ecclesiastica non ui dico, che lo poniate con gli altri; che uoj hauete notati; sicome anco per ciò non ui dirò del familiaris Clericorum senza nome di Autore dello Antifonario, et Processionale ordinario Romano. Et di quello secondo l' ordine de' Dominicanj, et altrj librj tali. In quella adunque trouarete scritte le buone: ma poco bene (come io ui ho detto) osseruate Regole del procedere, e de' mouimenti delle altre parti di essi Canti pianj, ò fermj, ciò è, de' Mezi, e de' Finj loro; ch' essi chiamano, ò nominano Euouae.

Alonso. Che significato di fine ha questa Voce cosi strana? E' Ella forse hebraica? Egittia, Africana, ò Arabica?

Anniballe. Ella è uoce cosi, cosi: Et una di quelle; che da qualche musico Moderno, come, non ha molto, [che add. supra lin.] io diceua con un Gentilhuomo Amico mio, si uà segliendo per render con la stranezza loro ammiratione à gl' Idiotj: ma sono però significanti: e questa per se stessa non significa alcuna cosa, se non ah, ah, ah [[se non]] questo; che

Alonso. Ditemj di gratia, che ui ha mosso à riso? Forse la mia Sciocchezza?

Anniballe. Ah, ah, ah, Ve lo dirò; Percioche potiate [[co'l]] restar sicuro, che le mie risa non [-58-] riguardino la persona uostra: e ridere anco uoj non à sapere, come si dice di taj [Ee. in marg.] mie risa, ah, ah, ah, ma del fatto stesso. Ritrouandomj io la Settimana passata in un luogo di questo Mondo con uno Antifonario [camurale add. supra lin.] in mano assaj bene scritto, e notato à penna; et ragionar' e discorrere intorno à questi Disordinj del Canto piano, ò fermo; de' quaj discorriamo anco hora: e mostrando io come, e quanto sia malageuole, e non molto ragioneuole il uolere per lo salto del fine dell' Antifona all' Euouae giudicar di qual Tuono sia, ò debba essere il Salmo seguente, anchora che ui siano le Regole: Vno; al quale per la Riuerentia dello habito; ch' ei ueste, non uoglio à modo alcuno dar nome, ne descriuere; per che mi si hebbe fatto conoscere per poco intelligente della dottrina de' Tuonj, mi si uolle anco scoprire ignorante di ciò; che importa questa uoce Euouae, con dicendomj; che de' quattro, ò cinque suoj significati egli allhora non se ne rammentaua alcuno; Onde io uolendolo trarre di sì gran fondo li dissj. Vi dourà bastar di ricordaruene un solo; percioche Ei di più non ne ha. Allhora egli infocatosi replicommj alteramente, ch' esso era certissimo, che tal Voce haueua quattro, ò cinque interpretationj, e significati. Io replicai à luj, che da niun buono intendente hauea potuto riceuer tanti significati: Et che io quel solo, e uero; ch' esso ha, contentandosene Ei, li ritornarej breuemente à memoria. Egli ostinatamente sprezzò la mia proferta dicendo, come io sono à casa mi assicuro, che ritrouarò tutte queste interpretationj; Onde io li tornaj à dire: Vna sola [Ff. in marg.] significatione, e non più ha, ne più può riceuere l' Euouae; che è Seculorum amen, leuate uia tutte le lettere consonanti; che compongono esse due parole. Ne si troua Scrittore; che mostri altrimente. E quando si trouasse Scrittore, il qual hauesse dato altro senso, od interpretatione, e mi uoleste farne gratia d' insegnarmelo, ò quello nominarmj senz' anco annotarmj particolarmente il luogo; dou' ei lo dica: che [[ben]] secondo il mio solito non [anco add. sub lin.] restarò [[di riuolger]] per ciò trouar [di riuolgere anco più di una uolta add. supra lin.] tutto quel libro per ben grande che sia et al paro di tutta la Bibia, io ue ne restarej con molto obligo. Cosi da luj mi sbrigaj ridendo, come hora à uoj ridendo anco, ah, ah, ah, l' ho narrato.

[-59-] Alonso. Non importa dunque lo Euouae altro che 'l Seculorum amen, fine di ciascuna Gloria Patri dettratene [dettratine ante corr.] tutte le lettere consonanti, ciò è, S c l r m m n?

Anniballe. Ella non importa ueramente altro: Come riferisce il Fiore angelico nel Capitolo 59. del primo libro. Il Vuollicio nel Capitolo 4. del terzo libro del suo Enchiridion, Il Vaneo nel Capitolo 55. del primo libro del suo Recaneto. Franchino nell' 8. Capitolo del primo libro Musica Vtriusque Cantus. Don Pietro Aron nel Capitolo 35. del suo primo Dialogo. Giouanni Spataro nostro presso il fine della prima Corretione nella seconda parte della Difesa del Ramo contra il Burtio. Et esso Burtio nel 25. Capitolo del suo Florum libelli: Il Zarlino nel 15. Capitolo della quarta Parte dello stesso Trattato e ciascuno de gli altri Autorj sopranominatiuj; Perciò ui [[dissi]] [ho detto corr. supra lin.] ch' ella era una uoce cosi cosi.

Alonso. Me ne ricordo: Ma non sò già perche.

[Gg. in marg.] Anniballe. Percioche le uere uocj; che però non siano monosillabe, cosi come non possono esser, ne sono formate da sole lettere consonanti, cosi da sole uocali non possono esser, ne sono composte: Ma da queste, e da quille mescolate insieme. E questa Euouae, è composta solamente di uocali; Delle quaj, se i due V, non fussero fatti prender forza di Consonante, non si potrebbe, come parola ne rileuare, ne pronontiare: Ma si rilieua, et isprime nella guisa; che si rilieua, e si pronontia la Parola Vuoua, parto della Gallina: Voj: uia: Vua: Oue: Viuo; Che se non fusse la forza consonante dello V, si come in aia: uaio, et nelle altre uoci tali, dello i, tutte queste uocali restarebbono, si come queste altre tutte slegate senza [[rilieuo]] rilieuo, e senza composta pronontia; Il che si uede anco in [Hh. in marg.] un' altra uoce simile à questa; che è aeuia; alla quale aggiunti i tre suoj l, dettrati da lej rilieua. alleluia: Come dimostra Oddo nel Capitolo ex his postea del suo Enchiridion armonico. Et accioche uediate chiaramente; che modo, ò Regola tale è con qualche Essempio notabile, non dirò d' imitatione: ma di similitudine, sapiate, che nelle Medaglie, benche rare de' Re' Gotti in Ispagna si trouano, e segnatamente di Vuamba 33. Rè: di Eruigio 34. Rè: di Eziga suo Figliuolo [Ii. in marg.] 35. Rè: Et di Vuitiza 36. Rè queste lettere I D N M N; le quali importano In Dej nomine, trattene tutte le seconde lettere indifferentemente, come più chiaramente appare in una Medaglia di esso Eruigio; nella quale sono queste lettere: I D I N M N ERVIGIVS Rè. Ma se io non uado raccogliendole Vele io mi auuedo, che 'l diletto di andar uagando [[ci]] potrebbe facilmente farci alloggiar fuor di Porto, ò quello prender molto di notte. Amainiamo adunque, e riduciamoci al Porto. Per lo che dicouj, che gli Euouae hanno per la maggior parte [-60-] diuersi terminj: Anchorache regolarmente in ciascun Modo, ò Tuono non ne dourebbono hauer se non un solo, come ui ho detto esser commune Regola. Siauj lo Euouae del primo Tuono per Essempio della maggior parte de gli altri; Il qual non solamente finisce in Dsolre: Ma in Ffaut, et anco in Gsolreut, et in alamire. E per salua di tale irregolarità dicono questi Scrittorj, e Regolatorj le più uane cose del Mondo: E trà le altre questa come principalissima, e supremissima, che de' canti piani, ò fermj altri sono perfetti, altri imperfetti, altri più che perfetti, altri misti, altri commisti rispettiuamente al proprio lor Tuono, ò Modo. E che i perfetti hanno i lor fini, si come i mezi loro, et i lor principi regolati. E che gl' imperfetti, si come i più che perfetti non hanno i lor principi, [Kk. in marg.] ne i lor mezi, ne i lor fini regolati. Talche non uiene, come uoj potete facilmente comprendere, ad esser Canto fermo, ò piano; il qual non possa essere ammesso: E facciane poi giudicio à suo piacer chi si sia. Regola nondimeno [Ll. in marg.] dirò, che (e bellissima, ne da altri osseruata; che io habbia letto) sia ne' mezi di essi Modi, ò Tuonj; la qual' è, che in quelli sia posta una uoce, ò Nota; la qual non sia ne' principij loro. Come per essempio: Nel mezo del primo Tuono la uoce del b fa; la qual non si troua in parte alcuna del suo principio, Sia, nel mezo del secondo Modo anchora la Voce gSolreut; la qual non si canta nel suo principio. E cosi de gli altri tutti.

Alonso. Certo, che questa Regola ha da esser tenuta cara.

Anniballe. Ve ne sarebbe un' altra di non minor portata: Ma ella è stata per mio credere guasta, e corrotta; Percioch' ella apparisce chiaramente ne' quattro primi Modi, ò Tuonj, e ne' due ultimj, essendo stati alterati il quinto et il sesto Auuengache di esso sesto ne resti etiandio la propria, e buona forma: Et il quinto si potrebbe facilmente accomodare, e ridurre alla da me creduta sua primiera forma.

Alonso. Insegnatemj di gratia quest' altra Regola anchora.

Anniballe. Volontierj. Regola sarebbe; che i [[Modi,]] [mezi, corr. supra lin.] de' [ò ante corr.] Tuonj autenti, ò principali terminassero ascendendo uerso lo acuto: Et i mezi de' Plagi, ò Seguaci hauessero i terminj loro descendendo uerso il graue: si come io ui ho detto, che fanno il primo et il terzo i quali ascendono: et il secondo et il quarto che discendono. E doue si troua hora il quinto finire descendendo, et il sesto ascendendo, bisognarebbe, che questi ascendesse, e questi [Nn. in marg.] discendesse; Ilche ui replico, che sarebbe molto facile: E maggiormente trouandosi il sesto hauer proceder tale; E cosi leuarebbesi in gran parte uia quella confusione; che deriua dalla troppo gran conformità loro nel uolersi discerner lo uno dall' altro.

Alonso. Oh quanto mi sarebbe grato, che non ui grauasse farmene con la Essemplificatione descrittione più capace.

[-61-] Anniballe. Se noi uogliamo entrare à far de gli Scarabotti con la penna sulla Carta, e cosi copiare le cose già copiate, e ricopiate le centinaia delle uolte, oltra ch' ella sarebbe fatica poco profitteuole, sarà perdita di molto tempo. Ne crediate, che ciò ui dica per isparmio; che da me sia cercato fare di muouer la penna: Ma perche [Y. in marg.] ueramente ella sarebbe una Opera da noj gettata uia, poiche tutto ciò si troua ne' librj de' già da uoj notati Scrittorj di questa Musica piana detta anchora da qualcuno angelica. Nondimeno facciasi quanto sia di uostra sodisfattione, e contento, poi che noi siamo quj' per questo effetto solo.

Alonso. Io ne haurej certamente contento grandissimo. Ma perche potiamo più tosto passare alle altre cose; di che ui resta ragionarmj, bastarammj, che uoj mi mostriate la Mutatione de' Mezi di essi Modi quinto et sesto la qual bisognarebbe farsi per ritornarli sotto questa bella Regola.

Anniballe. Il Quinto Modo, ò Tuono termina hora nel suo Mezo in questa guisa

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 61,1] [BOTTRIG2 03GF]

[yy. Oo. in marg.] E per che fusse sottoposto alla Regola bisognarebbe, ch' ei terminasse cosi

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 61,2] [BOTTRIG2 03GF]

Il Sesto è communemente hora terminato cosi nel suo mezo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 61,3] [BOTTRIG2 03GF]

et per regolarlo bene ei dourebbe esser tornato alla sua prima e uera forma, e terminatione; la qual' è questa

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 61,4] [BOTTRIG2 03GF]

Alonso. Cosa ueramente facile è questa. E marauigliomj assaj, che non si lieuj tale abuso.

Anniballe. Non ue ne douete marauigliare altrimente percioche non ci ha che ui pensi. E di ciò douete più tosto prenderuj marauiglia, che de gli Abusi non corretti; Percioche à quaj sempre la Natura per diuerse cause uolontierj inchina.

[Aa. in marg.] Alonso. Non mi hauete uoj detto, che di questi Canti fermj, ò pianj altri sono chiamati perfetti, altri imperfetti, altri più che perfetti, altri composti, ò misti, altri commisti rispetto à Modi, ò Tuoni?

Anniballe. Houelo detto con soggiungeruj anco il perche uengano cosi da' Regolatorj chiamati; che è uno de' maggiorj Assurdi, non che Abusi, che in questo Trattamento si trouj: E che habbia maggior bisogno di Ammenda.

Alonso. Desidero grandemente, che ui piaccia di farmene uedere Essempio.

Anniballe. Ne' librj de gli Scrittori sopranominatiuj, e da uoj pigliati in ricordo e segnatamente del Gaffurio uoj trouarete gran parte del desiderio uostro. Io solamente ui dirò, ch' essendo che conosciuto uno de' Contrarij si conosce lo altro, à me bastarà per breuità di accennaruj uno Essempio ò due per ciascuno de gli otto Modi; ò Tuonj, Di quej; che si posson ueramente chiamar perfetti. Del primo Tuono adunque notate la [-62-] Antifona Ecce Nomen dominj. Aue maris Stella. Del secondo Innocentes pro Christo, Salue sancte pater, et anco Mundi totius. Del terzo cosi come del quarto io non credo, che de' perfetti ne potiate hauere alcuno, et pochi de gli altrj. Del quinto haurete, uestri Capilii: Ex secreto: Coeli, et Terra. Del sesto Gaudent in caelis. Del settimo Vrbs fortitudinis. Dell' Ottauo: Ne timeas Maria. E per uederli uoj potrete ricorrere allo Antifonario, ouer Manuale Romano. Et à quello particolarmente ui rimetto; Accioche non cadeste per isciagura in qualche altro libro continente Antifone, ò Hinnj tali; che fussero stati uariati di Aere nuoua con hauerli posto sopra altre Note, ò Segnj musicalj: Come chiaramente conoscerete facendo conpito de gli Hinnj posti dal Gaffurio per essempio di essi Tuonj nel libro della sua Pratica Vtriusque Cantus. Ne' quali essempij egli ha uoluto mostrar di suo Componimento la perfettione di quellj in ciascun Tropo, ò Modo, ouer Tuono senz' alcuno altro riguardo. Auuertendouj anco, che fù già lecito à ciascuna [Pp. in marg.] Chiesa principale di Città nobile hauer le lor Psalmodie, et Antifonarij particolari; Da che, io mi uado persuadendo, che in grandissima parte sia proceduto questa Irregolaritade, Abusi tali, e Dottrina non ben (s' io non m' inganno, Et in [ogni add. supra lin.] caso sia da me detto con la debita, e conueneuole riuerentia sempre) intesa [inteso ante corr.], e considerata [considerato ante corr.]: hauendosi cosi facilmente uoluto ognuno prender licentia di comporre in musica Hinnj, Antifone, Salmj, et quanto occorre à douersi cantare nelle Chiese, bastando loro (come hoggi dì si usa pur troppo anco nella [Qq. in marg.] Musica figurata, ò [e ante corr.] misurata) fare udir cose nuoue; Onde gli Ascoltatorj siano molto più intenti alla nouità del Canto, che alla importante intelligentia delle parole; per le quali [[si]] dourebbono essersi mossi ad ascoltarle. Et si come ad imitatione de gli antichi greci; i quaj faceuano far la publicatione delle lor [Rr. in marg.] Leggi con suoni, e Canti; ch' essi chiamauano Nômi; De' quali trà gli altri parla Aristotele nella 15. proposta della xix. diuisione [[noi]] udendo il suono della Tromba precedente à' nostri publici [[Bandi]] proclamj Volgarmente detti Bandi non si muouono le Genti per ascoltar solamente quel Suono: Ma per intendere le parole espresse ad alta Voce da quel Bannitore, ò Trombetta, cosi non [[si]] dourebbono muouersj [mouere ante corr.] ad udire i Canti, [-63-] E la Musica solamente che sono semplici Vestj, et puri allettamenti à gl' Hinnj, alle Antifone, et à' Salmj: ma per ascoltare, ed intendere bene le parole, et i Sensi, che sono i Corpi, e l' anime di quelli, et di quelle; E perciò disse Augustino [Ss. in marg.] Dottor Santo nel libro delle Confessioni. Cum me magis mouet Cantus quam res; quae canitur: tunc me audiuisse [audiuisser ante corr.] Cantantem, et paenaliter peccasse confiteor. [Qualhora più mi commoue il Canto, che la cosa; che si canta: Io confesso, che allhora ho udito il Cantante, et hauer commesso peccato degno di castigo. add. supra lin.] E San Girolamo nella Diuisione 92. capitolo 1. dice, Deo non Voce tantum: sed corde esse cantandum. Nec in Tragedorum modum guttur, et Fauces medicamine liniendae sunt, ut in Ecclesia Theatrales Moduli, et cantica audiantur. [A' Idio si deue cantar son solamente con la Voce: ma co'l cuore. Ne si deue à guisa de gli Istrioni tragicj con medicamenti ammollire la Gola, ne le fauci; Allora nella Chiesa si odano le Cantilene, et compositionj musicali de' Teatri. add. supra lin.] Et il Santissimo Gregorio nella [[Distintione]] 92. Distintione In Sancta, dice anchora Ei. Plerunque in Sacro ministerio dum blanda uox quesitur, congrua uita negligitur. Et Cantor Deum moribus simulat cum populum uocibus delectat. [Assai souente mentre che nel ministerio sacro si cerca una uoce piaceuole, si spreza una conueneuole uita. Et il Cantore immascara Idio co' costumi, quando ei porge diletto al populo con la uoce. A' ciò potete Soggiungere quello; che è Scritto da San Basilio sopra il primo Salmo: Et da San Chrisostomo sopra il 118. et nella 38. Homelia sopra San Matteo add. supra lin.]

Alonso. Tutto stà benissimo: Ma non è per mio parere tempo hora, ne luogo da trattar di questo.

Anniballe. Voj dite il uero; Però torniamo à dire; che trà le altre Regole de' Modi, ò Tuonj bellissima anco sarebbe quella; che si uede trà il mezo del [Tt. in marg.] primo et [[quello]] [il mezo corr. supra lin.] del quarto [secondo ante corr]. Essendo il progresso dello Vno il regresso dell' altro; Imperoche il progresso del mezo del primo è questo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 63,1] [BOTTRIG2 03GF]

Et quello del [mezzo del add. supra lin.] quarto. È questo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 63,2] [BOTTRIG2 03GF]

Doue chiaramente uedete, che lo andare auanti del primo è il tornare à dietro del quarto. Et per contrario il procedere del quarto è il retrocedere del primo. Bellissima assai più sarebbe anco poi questa Regola s' ella fusse osseruata con ordine da gli Autenti, et da' Plagi, ciò è che i Plagi corrispondessero in questa maniera à' suoj [loro. add.supra lin.] proprij Autenti, facendo, come hora si dice, una Fuga riuescia. Molto meglio, et con maggior chiarezza, et facilità [facilitade ante corr.] spero io di douer' essere intieramente inteso da uoj, se à questi due; che io ui ho descritto; Et per ciò mi trouo hauere anco la penna in mano, aggiungo la Descrittione; che far senza molta alteratione si potrebbe de gli altri sej. Supposto adunque che 'l Modo, ò Tuono quarto co'l suo mouimento contrario, come uedete al primo diuenga secondo et Plagio ad esso primo et Autento: Suppongasi etiandio, che lo autento progresso del [[primo]] terzo. [[che è tale

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 63,3] [BOTTRIG2 03GF]

il suo regresso]]; che è [-64-] tale

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,1] [BOTTRIG2 03GF]

il suo regresso; che è questo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,2] [BOTTRIG2 03GF]

à luj si faccia plagio, et in ordine il quarto. E che similmente à questo procedere del secondo et plagio cosi diuentato hora per nostra suppositione quinto et autento con

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,3] [BOTTRIG2 03GF]

questo suo quasi inconoscibile retrocedere fuorche nella acutezza; della quale, come io ui ho detto, niuna stima hora si fà.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,4] [BOTTRIG2 03GF]

diuenga plagio, et sesto in ordine. E medesimamente che al settimo et autento; il cuj mouimento è questo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,5] [BOTTRIG2 03GF]

corrisponda il suo moto contrario tale

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 64,6] [BOTTRIG2 03GF]

E cosi diuenuto plagio sia riposto nell' ottauo, et ultimo luogo di essi Tropi, Modi, ò Tuoni; De' quaj non souuenendomj altro; che io ue ne debba [[d]] ragionare, uoglio (quando à uoj non restando che addimandarmene, cosi ui piaccia) che homaj uolgiamo il Ragionamento nostro à' Tuonj; che sono usati da' Musici nostri [[modernj]] antichi, e modernj ne' Canti da loro dettj figurati.

Alonso. Potete far come ui piace; Che quanto à me non resta, che dimandaruene.

Anniballe. Diròuj adunque primieramente, che questi Modi, ò Tuonj moderni erano già si come gli antichi Ecclesiastici di che habbiam ragionato, al numero di otto. E conforme al progresso dell' ordine, ò Sistema di quelli, erano anchora composte le parti, ò Voci, ò Suonj graui, mezane, et acute de' Contrapunti trà loro; De' quali fanno testimoniantia le Messe, i Salmj, et i Motetti [Hinni, e Laudi add. supra lin.] primieramente di Gian Mottone di Okenghem [Okghem ante corr.] suo discepolo e precettore di Giosquino, di Giosquino [di Vaqueras, di Sthokem, di Tanghem [[<..>]], di Brumel, di Biaumont, add. supra lin.] e de gli altri [molti add. sub lin.] Musicj praticj di quej tempi [trà qualj io non uorò lasciar dinominatamente ricordare il nostro Giouanni Spataro add. supra lin.] e [con ante corr.] seguendosi oltre sin' al fiorir di Adriano discepolo di Giosquino nella Età del qual fù dato principio e da luj, da Verdelotto da _ _ _ _ et da [[gli]] [tanti, e tanti corr. supra lin.] musici suoi coetanej à comporre in Musica Poesie uolgari; Di che alcune poi, (ne sò [ueramente add. supra lin.] come) furono, e sono dette Madrigali.

Alonso. Parmj pur di hauere inteso, che prima che Adriano, Verdelotto, e quegli altri ponessero in musica Compositioni italiane ui fussero certe Cantilene uolgari titolate Frottole e Barzellette, [e Strambotti add. supra lin.] et Canzonj francesi anchora.

Anniballe. Vi erano di certo. Et oltre i librj; che [[io me]] [se corr. supra lin.] ne troua hauere scritti à [-65-] penna il Signor Caualiere Hercole Bottrigaro sonuene diecj Volumetti; che parimente sono appresso di luj stampati, ho poco men di 100. annj? Trà le quaj Barzellette, e Frottole ne sono alcune burlesche, et ridicolose, et alcune altre; che io tengo per Mascarate, come quella de' Caldi arosti, de' Secatorj Villanj, et de' Venditorj de' [Migliacci add. supra lin.] [Vu. in marg.] e tali, et tutte insomma à tre, ò à quattro uocj, Bozzature, come ueramente si conoscono essere, delle Napoletane, e Canzonette; che poi seguirono quelle: Si come i Madrigali sono poi stati imitationj de' Motettj: [Xx. in marg.] E sonosi essi tantoltre auanzati, che al paro di essi Motetti sono stati presi per guida, et Essemplare; anchorache impropriamente da' nostri Musici pratici, quell' imitando nelle Compositioni delle lor Messe.

Alonso. Questo è uerissimo.

[Yy. in marg.] Anniballe. Ma uoglio in questo proposito daruj un giorno à leggere una lettera di Cirillo à messer Vgolino Gualteruzzo stampata nel quarto libro delle lettere di diuersi Autori [[Dalla]] [Per la corr. supra lin.] qual potrete chiaramente conoscere il giudicio; che di simili imitationj uien fatto da gli huominj accorti, [buoni add. supra lin.] e prudenti.

Alonso. Leggeròla uolontierj.

Anniballe. Fù poi trouato (fussene il Trouatore ò 'l Zarlino, ò 'l Glareano, [Zz. in marg.] ò 'l Glareano, ò 'l Zarlino che di ciò lasciaremmo loro la Contesa) che à questi otto Tuonj si poteuano aggiungere altri quattro: e farli, com' essi fecero, ad imitatione de gli Antichi di otto diuenir dodicj: Si come Oddo musico antico Ecclesiastico riferisce.

Alonso. E però si dice, che 'l nostro è un ricordarci, e non un Sapere: Ma che riferisce questo Musico?

Anniballe. Nel Capitolo che incomincia, Propitia Diuinitatis gratia, del suo Enchiridion armonico. Che tal' è il [quel ante corr.] titolo di quel libro di Oddo da pochi Musici modernj ueduto per non essere stato maj stampato, ne Copie se non rare, [[com' è quella [[del]] [che ha il add. supra lin.] Signor Caualiere Hercole Bottrigaro]] se ne trouano: Et da Sigiberto monaco nel suo Catalogo de gli Illustri Scrittorj Ecclesiastici non hauendo ei forse alcuna cognitione [intelligentia add. supra lin.] della lingua greca; nella qual essa Voce Enchiridion suona [-66-] latinamente Manuale, et nella nostra lingua italiana s' interpreta manesco, ò che si ha per le mani: creduto nome proprio dallo Autore con facendolo diuentare Enchiriades; Del qual nome per auuentura mancano quella Copia da luj ueduta si come, et non solamente [di esso Titolo, et add. supra lin.] del nome d' esso Autore, [[e del Titolo]]: ma di molte figurate Demostrationj è mancante quell' antica scritt' à penna in Carta pecorina [molto bella, e ben conseruata; add. supra lin.] che è presso il Signor Caualiere Hercole Bottrigaro. D' onde altri anchora habbia preso occasione di hauer la medesima credenza, come dimostra il Burtio nel suo Florum Libello scriuendo contra alcune cose dello Isagoge Musices di Bartolomeo Ramo, pone, dico, esso Oddo parole; che in italiano sono di [hanno add. supra lin.] questo senso. Furono non pochi Cantori; i quai dissero; che erano certe Antifone; le quaj non si poteuano acommodare à niuna di quelle Regole. Per la qual Cosa il pio Augusto, e padre [aa. in marg.] della Patria nostra lo Imperatore Carlo quarto commandò, che ne fussero aggiunti quattro; De' quaj sono quj' contenuti i Vocabuli: Et iuj pone egli alcune [alcunj ante corr.] Sillabe composte di Caratteri da luj chiamati greci; De' quaj poscia à suo luogo, e tempo ragionaròuj. Et perche (segu' egli) i Greci si gloriauano di hauer con lo ingegno loro riscossi gli otto Tuonj: Voll' egli impire il numero de' Dodicj; Accioche [Onde add. supra lin.] potessero esser di nuouo à' Greci, si come à noj communj, ed hauere alloggiamento con la Filosofia de' Latinj. Et accioche non fussero per auuentura trouati di grado inferiore, et _ _ _ _ _ , ne aggiunsero quattro; La Literatura de' quali ho pensato di scriuere quj' dinanzj. Et iuj medesimamente ei pone alcunj Caratteri simili à' primj con soggiungere. I quaj Tuoni nondimeno trouati ne' tempi modernj; anchorache la Literatura de' Latinj, et de' Greci sia diuersa, non di meno [tutta uia add. supra lin.] la Cantilena [loro add. supra lin.] torna [ritorna ante corr.] sempre à gli otto primj. Onde ben potete raccogliere, che facilmente questa sia stata una Foggia dismessa, et hora ripigliata; Per la quale il Glareano si stese molto in quel suo libro titolato Dodecacordon: Se però tali erano le Diuisionj, ò Sistemj di quej Quattro Tuonj aggiunti in quei tempi da coloro (Il che lungo, e difficile molto sarebbe riconoscere) quali sono i Sistemj di questi quattro aggiunti in questo tempo da Costoro per farli xij.

[-67-] Alonso. Perciò dunque ben si dice, Nient' esser detto, che non sia stato prima detto: Ma con questo numero Duodenario non possono essi già agguagliarsi ad alcun numero de' Tuonj antichi; Essendo che quej di Aristosseno furono xiij. Et quej secondo Alipio xv.

Anniballe. Si come questi non si accordarono con gli antichi Musici nella maniera di costituirli; [[non]] [cosi corr. supra lin.] non si conformarono con quej nel numero loro.

Alonso. Non segue adunque il Zarlino ò 'l Glareano la Regola de gli Antichi nello accrescere essi quattro Tuonj?

[bb. in marg.] Anniballe. Sono diuersissimj. Imperoche quelli accrebbero i loro (come hierj ui dechiaraj) con diuider giustamente per mezo i Tuonj alla Aristossenica, ciò è, procedendo per Semituonj: et il Glareano, et il Zarlino seguendo l' ordine antico de gli otto Modi, ò Tuonj Ecclesiastici, ciò è, per Diapente, et per Diatessaron hora superiorj, et hora inferiorj dentro la Diapason quella diuidendo hora armonicamente hora aritmeticamente hanno accresciuto quellj sin à questo numero di xij. Oltre il qual numero loro il Zarlino dimostra nel fine del x. Capitolo della quarta Parte delle sue Istitutioni armoniche. Et il Glareano nella prima parte del suo Duodecachordon, e nel Capitolo 7. et 28. del secondo Libro non esser possible passar senza cader nella replica ò de' Tuonj grauj uerso il sopracuto: ò de gli Acuti uerso il sottograue: Vitio (come anc' hoggi ui ho fatto conoscere) da Tolomeo grandemente biasimato.

Alonso. Ditemj di gratia: Essendo, come sono, sette le Specie della Diapason, et essendo ciascuna di quelle cosi diuisa et armonicamente et aritmeticamente, i Modi ò Tropi formati sopra quelle non dourebbono esser xiiij? numero; che sarebbe mezano trà gli Aristossenici,e gli Alipici?

Anniballe. Cosi ueramente sarebbe, ogniuolta che esse Diapason tuttesette si potesser diuidere et aritmeticamente et armonicamente: Ma oltreche come uoj già sapete, altra è la Diapason del primo Tuono, ò Modo, et altra quella del secondo. Anchorache sia loro commune una medesima Diapente: quella inacutendosi per la Diatessaron; che se le sopragiunge uerso lo acuto: et cosi uenga diuisa armonicamente: questa aggrauandosi per la Diatessaron soggiuntauj uerso il graue, et cosi uenga diuisa aritmeticamente; Onde procedendosi con questo ordine uerso lo acuto sopra gli otto Modi, ò Tuonj Ecclesiastici uengasi à creare gli altri quattro Modj, ò Tuonj: Douete ricordaruj, [-68-] che tra la Hypate hypaton, ò diciam [sqb] graue, et la Parhypate meson, ò sia Ffaut graue non è una Diapente giusta, e uera: E trà essa Parhypate meson, e la paramese, ò uogliam dire trà esso Ffaut graue, e [sqb] acuto non è una uera Diatessaron; Il che rendendo inhabile questa Diapason inferiore per conseguentia anchora rende inhabile l' altra superiore come facendone uoj la Descrittione ui si rappresentarà chiaramente à gli occhij. E per quella uerrete anco in chiarissima cognitione, che sia molto meglio à collocare il primo Tuono autento Ecclesiastico conforme al Dorio nella Parhypate hypaton, ò diciam Cfaut, che nella Licanos hypaton, ò uogliate dir Dsolre: seconda ragione forse; che persuase, et indusse il prudentissimo Zarlino à rimouere (come già ui ho detto) la sede di esso primo Tuono autento dal Luogo datoli nella prima Impressione delle sue Istitutioni armoniche et ponerlo; doue lo pose nella seconda et altre Impressioni di quelle.

Alonso. Aggiungerò dunque à questa Descrittione già da me fatta de gli otto Modj, ò Tuonj Ecclesiastici gli altri quattro ponendo la uoce più graue del Nono in Alamire: e quella del Decimo in Elamj: Cosi.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 68; text: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. D. E. F. G. a. [sqb]. c.] [BOTTRIG2 04GF]

Anniballe. Cosi stà bene.

Alonso. E per lo undecimo in [sqb] acuto con la sua Ottaua: E per lo duodecimo.

Anniballe. Piano. Non cosi in fretta. Che Diapente è questa; che uoj date ad esso [sqb] acuto?

Alonso. Oh, io non me n' era auueduto. Io mi era lasciato portare dalla troppa uelocità della mano guidata dalla sfrenata curiosità [cupidigia add. supra lin.]. Ella è una Diapente imperfetta. Come si ha dunque da fare?

[[bb. in marg.]] [cc. in marg.] Anniballe. Lasciar primieramente cosi quella per lo undecimo come per lo duodecimo questa Diapason più graue una Diatessaron; Imperoche la una, e l' altra, si come io ui predissj, uiene ad hauere, ò la commune Diapente Scarsa, et imperfetta ouero ad essere alterata [imperfettamente anchora add. supra lin.] co' Diesi il termine mezano di Ffaut acuto: et per conseguente anchora lo altro termine ultimo graue della Diapason [[che ha principio in Ffaut csolfaut]] [in Ffaut graue Poi procedere add. supra lin.] [-69-] alla conseguente Diapason; che ha principio in csolfaut per lo undecimo Modo, ò Tuono: e pigliar l' altra; che termina in Gsolreut per lo duodecimo.

Alonso. Cosi dunque?

Anniballe. Cosi ueramente. Ponete hora la sede del primo Tropo, ò Tuono in Cfaut, E uedrete tolto uia, e sparir questo Sconcerto: Et essi Modi, ò Tuonj proceder conseguentemente senz' alcuno intoppo, ò intertenimento al numero de' xij.

et iiij. esser terminati da queste Diapason; che hanno per lor mezanità tale imperfetta commune Diapente.

[[cc. in marg.]] [dd. in marg.] Alonso. Questa Positura del primo Modo, ò Tuono in Cfaut, fa ueramente che tutto l' ordine di essi xij. Tuonj appare nel suo progresso distinto, chiaro, non interrotto, ne intricato.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 69; text: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. C. D. E. F. G. a. [sqb][sqb] inhabili.] [BOTTRIG2 04GF]

Anniballe. Cosi chiaramente appare anchora la Regola del saper quai sono i Tuonj; che sono formati di una medesima Diapason, ò sua Specie diuisa armonicamente et aritmeticamente.

Alonso. Di questo ui è dunque Regola anchora?

[[dd in marg.]] [ee. in marg.] Anniballe. Euuj per certo: et è questa; Che 'l primo Modo, ò Tropo ha commune con l' Ottauo la Diapason di Cfaut; diuisa per lo primo et autento armonicamente. Et per lo Ottauo plagio aritmeticamente. Il terzo et il decimo hanno commune la Diapason di Dsolre, diuisa per lo terzo autento armonicamente. Et per lo decimo plagio aritmeticamente Il quinto ha co'l duodecimo commune la Diapason di [[Ffaut,]] [Elamj, corr. supra lin.] diuisa armonicamente per lo quinto autento, et aritmeticamente per lo duodecimo plagio. Il secondo poi ha commune co'l nono la Diapason di Gammaut diuisa aritmeticamente per se medesimo plagio, et la specie di essa Diapason, ciò è la [sua add. supra lin.] Ottaua più acuta di Gsolreut, diuisa armonicamente per lo nono autento. Il quarto con lo undecimo ha commune la Diapason di Are diuisa aritmeticamente per lo quarto plagio: Et la specie di essa Diapason più acuta per una Ottaua, ciò è, di alamire, diuisa armonicamente per lo undecimo autento. Restanuj il sesto Modo plagio [-70-] et il settimo autento; à' quaj dourebbono [[corrispondere per la Regola del 7. che è trà lo uno [Tropo add. supra lin.] et lo altro sempre]] corrisponder similmente il tredicesimo che sarebbe autento, et il quattordicesimo che sarebbe plagio: Ma ritrouandosi, [[come qui uedete,]] le specie delle Diapason loro più acute inhabili à questo per hauer la commune loro diapente, come si e' detto, et hora qui uedete scarsa, et imperfetta non possono dar loro la conueneuole corrispondenza: E cosi uiensi à terminare in tutto il numero di essi Tuonj nel duodecimo. Il quale insieme con gli altri tre suoj Compagni aggiunti uogliono alcunj begl' Ingegnj; che siano inutilj: Come che non si possa facilmente discerner con lo Vdito la differentia; che cosi uiene ad esser ueramente picciolissima trà loro; Onde si uerifichi quanto hauete udito essere stato detto da Oddo del ritorno di questi quattro Tuonj aggiunti à gli uiij. primi.

Alonso. Per quello; che dal Ragionamento uostro io sono uenuto raccogliendo di questa Regola la somma è, che i Modi, ò Tuonj si corrispondono per la Aggiunta, ò per la Diminutione di 7. al numero di quel Tuono, ò Modo; che uien proposto ò per la medesima Diapason, ò per la Ottaua di quella.

Anniballe. Voi l' hauete appresa benissimo. Et per intiero potete anco aggiungerle, che se 'l Modo, ò Tuono proposto sarà Autento, il suo Corrispondente sarà plagio. Et per contrario se 'l proposto Modo, ò Tuono sarà plagio il Corrispondente à quello sarà autento.

Alonso. Tutto ritorna bene ponendosi la Sede del primo Tropo, ò Tuono nel Cfaut, à questo nuouo Modo: Ma ponendosi nel Dsolre, conforme al modo Ecclesiastico?

Anniballe. Tornarà giustamente nel primo et ottauo nel secondo et nono nel terzo et decimo. Et restando il quarto et il quinto uaganti di corrispondentia tale per cagione di quella commune Diapente imperfetta nel sesto e nel tredicesimo ciò è, undecimo per lo interrompimento: Et nel settimo et nel quattordicesimo ciò è, duodecimo seguirà benissimo.

Alonso. Ditemj, si possono usare questj Modi, ò Tuonj trasportandoli, come ho inteso farsi, per commodità?

Anniballe. Per uanità più tosto, ò per capricio si usa di trasportarli. E che comodità si riceue, da questi loro trasportamenti? poiche la naturale acutezza [ee. in marg.] del modo [vij, et del add. supra lin.] nono et dello undecimo: si canta, e si suona con la [naturale add. supra lin.] grauità del secondo et del [-71-] quarto et del sesto? E se questa grauità medesimamente serue anchora alla Mezanità del primo del terzo del quinto dell' ottauo del decimo et del duodecimo? Trasportansi nondimeno, come hauete detto, con mutar loro le chiaui, et riducendoli [ff. in marg.] di [sqb] duro, in b rotondo molle: cosi per Diatessaron uerso lo acuto come per Diapente uerso il graue; Doue di tutti gli Autenti, ciò è, del [gg. in marg.] primo; terzo quinto settimo nono et undecimo le Note nella parte graue, ò diciam, nel Basso hanno [insieme add. supra lin.] tanta conformità, che basta solamente mutare, ò finger di mutar la Chiaue di csolfaut, per lo Tetracordo diezeugmenon, ò uogliate dir, per [sqb], nella chiaue di Ffaut, co'l Tetracordo in ottaua graue sinemmenon, ò diciam, per b molle: corda, come douete sapere [[gg in marg.]] [hh. in marg.] aggiunta da' Modernj per questa lor bella commodità [ne gli Organi et add. supra lin.]; ne' Clauacembali, ò Arpicordi, e stromenti altri tali: E nel Flauto trouata, dirò, quasi per natura di esso Stromento. De' Modi plagij poi, ciò è, [ii. in marg.] secondo quarto sesto ottauo decimo et duodecimo uedrete ritornaruj la medesima Configuratione di Diapason; che è quella del nono undecimo et per ottaua quella del primo del terzo e del quinto.

Alonso. Parmi anchora di hauere inteso, che tai Trasportamenti si possono fare per la Musica detta finta.

Anniballe. E' uero. e non solamente per la musica finta: ma per la stroppiata parte co' b. et parte alcuna uolta co' Diesi; Il che non consigliarej giamaj, che in questo, od in quello, od in quello altro modo si facesse: poi che 'l tutto insomma consiste nel pigliar la più graue, o la più acuta uoce della Cantilena composta ò in questo, od il quel Modo, ò Tuono: E communemente in [kk. in marg.] pigliandosi la uoce per dar principio à cantare dicesi, e massimamente ò dalla una ò dall' altra delle parti estreme à quelle di mezo: Accommodateuj. Non è cosa ueramente ridicolosa quella corda aggiunta del [ll. in marg.] b fa, in Elamj, per far quinta co'l bfa, del Sinemmenon?

Alonso. E perche ridicolosa quella corda aggiunta?

Anniballe. Voj dite perche ridicolosa? ella è ueramente ridicolosa; Imperoch' ella cosi non fà uera quinta con esso bfa, mancando di un comma nostro sesquiottantesimo.

[-72-] Alonso. Nondimeno ella accorda benissimo nel Clauacembalo, ne gli Organj, et ne gli altri Stromenti tali.

[mm. in marg.] Anniballe. Vi si accorda participatamente sì: Ma perfettamente non. Et per hauere io già di ciò ragionato a lungo, si come uolle il Signor Caualier Hercole Bottrigaro nel Dialogo de' Concerti [nn. in marg.] di diuersi Stromenti musicali titolato il Desiderio, sotto la persona di Alamanno Benellj; Che per [[A]] Anagramma, ciò è per trasportatione di lettere ual tanto appunto quanto il nome, et cognome mio [Et iuj anchora detto di essa Musica finta, et fattone Demostratione add. supra lin.] à quello rimettendouj per hora non ue ne uoglio dire altro: Ma seguirò dicendouj, che [oo. in marg.] non men corrottamente sono posti in opera questi nostri otto, ouer dodici Tuonj da' Modernj Musici praticj et ne' Motetti, e ne' Madrigali, et altre loro compositionj musicali, che siano stati da' nostri antichj adoperati gli otto ne' Canti piani, ò fermj; Imperoche mossi non da altro, [pp. in marg.] à creder mio, che da mala intelligentia di una Voce essi uogliono, che la parte detta Tenore sia quella; che regga, e guidi l' Aere del Tuono; del qual si persuadono far la Compositione loro musicale.

Alonso. E cosi sempre ho inteso, che si deue fare.

Anniballe. E pur sono essi per mio parere in grandissimo errore. E di ciò principalissima [principalmente ante corr.] cagione è, come ho detto, quella Voce.

Alonso. Quale Voce?

[qq. in marg.] Anniballe. Tenore; Imperoche credendosi essi; che tal Voce importi, ò significhi propriamente quella Parte; che è la più graue delle altre in una Cantilena, Eccettuatane quella; che hora è nominata il Basso, uogliono, ch' essa habbia [rr. in marg.] tale autorità suprema: Et che da lej deriuj la distintione di questo, ò di quel Tuono tale.

Alonso. Merlino Macaronico pur ce lo ha lasciato scritto descriuendo il particolare effetto di ciascuna parte della Cantilena. Vditelo in sua lingua Macaronica.

Plus ascoltantum Supranus captat orecchias:

Sed Tenor est uocum rector, uel Guida canentum:

Altus apollineum carmen, depingit, et ornat:

Bassus alit uoces, ingrossat, fundat, et auget.

Anniballe. Buono. Voi mi hauete allegato uno Autore; Al quale altrj [altro ante corr.], che Tortello [-73-] bene informaggiato non haurebbe da dar risposta: Ma [[poi ch' ei non può risponder]] [questa Voce Tenor non corr. supra lin.] potè hauer luogo nel suo fantastico Dittionario; onde ej non [[può]] [potendo corr. supra lin.] rispondere, risponda la Castagna, anzi il Marone, il Nasone, ò lo Statio, e 'l Vallo: e lasciando gli scherzi, Lucano, Quintiliano, [[e]] Cicerone, e Liuio dimostrandouj il uero significato di tal parola; Che [ss. in marg.] primieramente conforme à' Greci; da' quaj secondo Quintiliano egli ha la sua Etimologia, [[il]] Tor [[<.>]], è Accento; ch' essi Greci chiamano anchora [Prosodias]. poscia per forma, continouatione, et ordine; [ò stile add. supra lin.] è pigliato da' Latinj; Onde Virgilio nel secondo libro della Georgica disse (e per minor mia fatica recitaròuj le sue, et di tutti questi altri autori le proprie parole latine)

Non alios prima Crescentis origine Mundi

Illuxisse dies: Alium uè habuisse Tenorem

Crediderim.

Et nel decimo libro dell' Eneide

[[T]] traiecto missa lacerto

Protinus hasta fugit, seruatque cruenta Tenorem.

Ouidio nel iij. delle Trasformationi

Caetera paulatim, placidoque educta Tenore

[[Lucano]] Statio anchora ei nel iij. libro delle Selue presso il fine delle lacrime dell' Etrusco. [Toscano. add. supra lin.]

Dextra bis octonis fluxerunt secula lustris,

Atque Aeuj sine nube Tenor, et caetera.

Lucano presso il fine del 5. libro

Sed nox seua modum uenti, uelique Tenorem

Eripuit Nautis, et caetera.

Valerio Massimo poi nel primo disse. Quominus religionibus suus Tenor. suaque obseruatio redderetur. Liuio nel iij. della guerra greca. Hi mores, eaque Charitas Patriae per omnes ordine uelut Tenore uno pertinebat. Et nell' uiij. ab urbe. Fremitus aequalis, Tenorque idem pugnae in defaticationem ultimam, aut noctem spectabat. Vengo hora à Cicerone; Il qual nel suo perfetto oratore disse. Isque uno Tenore, ut aiunt, in dicendo fuit. Ma che uolete uoj meglio? [[Vdite hora Voj in nostra lingua il Petrarca; che nella nostra lingua celo dimostra chiaramente]] [Non ci dimostra ciò chiaramente in nostra lingua il Petrarca corr. supra lin.] nella quarta stanza della Canzone Standomj un giorno? Vditelo anche uoj hora.

[-74-] Al bel Seggio riposto, ombroso, e fosco

Ne Pastori appressauan [(e forse, è meglio, Ne Pastor si appressauan, ò appressaua) add. supra lin.] ne Bifolci:

Ma Ninfe, e Muse a quel Tenor Cantando.

Ne egli è solo; Imperoche Dante anchora Ei metaforicamente disse nel principio del 28. Capitolo del Purgatorio

Ma con piena letitia le hore prime

Cantando riceuieno (ciò è gli Augelletti) in frà le foglie che teneuan Bordone à le sue Rime.

Intendendo per mio credere metaforicamente sicome anco spongono i Commentatorj Landino, Vellutello, [tt. in marg.] Daniello et altri, Bordone per Tenore; Percioche si come à' Viandanti pelegrinj quell' hasta fermata da un Capo da quej portata in mano uolgarmente chiamata Bordone è loro nel uiaggio sostegno: e similmente quel legno [vv. in marg.] grosso maggior nel Coperto di una Casa; che la sostiene detto Bordonale. Cosi in un Concento, et Accordo musicale questa Parte detta Tenore è lo Sostenimento di tutte le altre: E credo, che tal uoce Bordone à uoj non debba esser nuoua, ne scabbrosa nella Musica.

[uu. in marg.] Alonso. Non certo; Percioche ben mi rammento, che trà le Corde del Lauto, o della Viuola la [[seconda]] [seconda corr. supra lin.] è cosi nominata: E che della Zampogna, ò Sordina, ouer Piua da Bolgia, trattenimento de' Pecoraj, è cosi detta anchora la Canna; che è più lunga: E quella enfiata ritiene un continouato suono medesimo e più graue. Oltradi ciò souiemj esseruj quella Specie di Cantilena da' Contrapuntisti; e da' Cantorj similmente Falso Bordone chiamata [appellata add. supra lin.].

Anniballe. Si ha dunque percio' da intender questa Voce Tenore non per quella Parte del Contrapunto ò della Cantilena; che in quella è uicina alla Parte più graue: [yy. in marg.] Ma per quella; che ueramente è più graue, communemente chiamata Basso, quasi che Base, e fondamento ella sia di esso Contrapunto, ò Cantilena. Et di hauerlo in [inteso ante corr.] questa maniera inteso Bartolomeo Ramo, Ei lo mostra chiaramente più uolte nel primo Capitolo della seconda Parte del suo Isagoge armonico dicendo primieramente con parole latine; che trasportate in Italiano hanno questo significato. Ciò è, far due uolte consonantia perfettamente co'l Tenore ascendente per simile specie perfetta. Et alquanto più [[basso]] [di sotto corr. supra lin.]. Come se 'l Tenore d e c d: E l' Organo l [sqb] k b. E cosi ne gli altrj. Quiuj pigliando [[egli]] [Ej questa parola corr.supra lin.] Organo; [(che non bene intesa dal Zarlino nel capitolo terzo de' suoi Supplementi musicali fù da lui interpretata per lo Stromento da sonare, cosi per Eccellentia nominato) come pigliauano add. supra lin.] [[come pigliauano]] [zz. in marg.] medesimamente tutti gli altri Contrapuntisti per quella [altra ante corr.] parte [anchora add. supra lin.] che andaua contrapuntizando [AA. in marg.] [[sopra il Tenore, et come]] [ò come corr. supra lin.] dicono [[hora]] [i moderni corr. supra lin.] scherzando [scherzandouj ante corr.] [[sopra]] [[[il Tenore add. supra lin.]]] con mouimento hora tardo, hora ueloce sopra il Tenore uerso lo acuto. Segue poi il Ramo. La terza [-75-] Regola si ha da intendere à questo modo. Se 'l Tenore ascende c d e, l' organo potrà nel modo istesso ascendere e f g. Poco dapoi soggiunge. Se 'l Tenore starà fermo nel medesimo suono per due, ò per più Note potersi fare con l' Organo due, ouer più [Note add. supra lin.] nel luogo istesso imperfette. Alquanto più oltre anchora. La quinta [(ciò è add. supra lin.] Regola; percioch' ej parla delle Regole del Contrapunto) si dichiara in questa maniera. Se 'l Tenore descende d c, noi ascendiamo [sqb] k; Percioche se descende da e, in d, ouero in altro simil luogo, l' Organo non dee far k l; Percioch' è sesta minore. Et non molto lungi dal fine di esso Capitolo dice. Come se 'l Tenore canta l n m l n m o: l' organo può quello seguitare in quarta di sotto dopo la prima Nota, e dire b k [sqb] b k [sqb] l. Cosi anchora in quinta di sopra seruata la stessa Pausa l' Organo dirà p r q p r q s. Il medesimo anchora è de' loro Composti; dello Vnisuono, ouer' Ottaua. Se 'l Tenore d e f g d c f e d: l' Organo potrà dopo due Note replicare in ottaua il medesimo; Imperoche l m n o l k n m l, è il medesimo nello Vnisuono, et nelle sue Ottaue cosi di sopra, come di sotto. [Ma add. supra lin.] et caetera. Per conchiusione finalmente dice. E se 'l Tenore descenderà, il Contrapunto ascenderà: E questo è quello; che è da esser più spesso nel Contrapunto osseruato. Ne uoglio hauer quasi per ismenticanza taciutouj lo hauer' Ei detto più di sopra, et come al mezo di esso Capitolo. Percioche la una, e l' altra Voce si potrebbe, e bene, dire et Organo, et Tenore. Nicolo Burtio anchora egli intendendo questo medesimo di essa parola, dice in tal proposito, e con molto maggior chiarezza nel terzo Capitolo del secondo Trattato del suo Florum Libelli. Come sarebbe à dire, se 'l Tenore sonasse nelle parti grauj cosi d f g a e d. ciò e re fa sol la fa mi re. Allhora sarebbe da cominciare à cantare in compagnia ò in [a, add. supra lin.] acuto; che è La, et quinta: ouero in d acuto; che è sol, ed ottaua perfettissima: ouero dalle altre Consonantie perfette dando nelle susseguenti a' ciascuna la sua contraria uerso lo acuto, ciò è, d c [sqb] a d c d; che risuona sol fa mi re sol fa sol. Cosi et caetera. Poscia nel secondo ammaestramento dice similmente. Come se 'l Tenore nelle Vocj grauj dicesse f g a c; e uolesti organizare, ò cantare in compagnia à questo modo nelle sopracute f g; che successiuamente [-76-] sono due Ottaue: poscia f g, nel fine. Et il fine stà bene: Ma il principio imperfettissimamente per rispetto delle due Ottaue. Medesimamente nel quinto Ammaestramento. Benissimo si organiza, ouer si canta in compagnia, allhora che l' Organo, ouero il soprano, usando io il commune parlare (et Eccouj confirmata la dechiaratione; ch' io ui dissi, della parola Organo) imita il Tenore nello ascendere, ouer nel discendere non in un tempo medesimo. Ma et caetera. Oltra di questo nel principio del sesto Capitolo di esso Trattato secondo dice per essempio, Sia, che 'l Tenore comincj in f e d e d, grauj; le quaj uoci secondo Guido significano fa mi re mi re: Allhora bisogna che l' Organizante (ciò è, il Contrapuntista sia ei cantore, ò Sonatore) pigli lo stesso f: ma però nella sua Ottaua. et caetera. Poscia non molto lontano al fine dello stesso Capitolo. Soggiunge pur Essemplificando. Poni, che 'l Tenore sia in a [sqb] c d e, acute, ciò è re mi fa sol la, secondo le Sillabe di Guido: l' organizante allhora pigliarà la prima lettera, ouer uoce in unisuono quanto all' occhio; che quanto al suono sarà in Ottaua, dicendo a g g f e, ciò è, la sol sol fa mi; Imperoche g, sotto la seconda lettera del Tenore sarà terza all' occhio: ma sesta quanto al suono. Ne uoglio, c' habbiate giamaj da imputarmj ad alcuna imperfettione lo haueruj tacciuto quello; ch' esso Burtio dice nel fine dello antecedente Capitolo 5. dando ammaestramenti del come si debba proceder nel contrapuntizare à più uocj. Dic' egli adunque cosi da me uolgarizato. Egli è necessario, che 'l Canto piano sia primieramente composto: Secondariamente poi, che 'l Sourano hauendosi riguardo al Tenore; che è il Canto piano, si faccia, ò si componga con gran diligentia; et auuertentia. E questo non contrariarebbe punto alla opinione mia: anzi la fauorirebbe: Ma conchiud' ei. Vengasi poscia al Contrabasso, e con la mente, e con gli occhij, e con la ragione estirpando tutto quello; che fusse per esser contrario alla dolcezza dell' Armonia, si dìa fine. Et questo ui basti quanto al componer nuouj Canti. E cosi scopresi finalmente esser della Erronea opinione del uostro allegatomj macaronico Merlino Cocao. Pare medesimamente che 'l Zarlino nel 58. Capitolo della terza Parte delle sue Istitutioni armoniche fauorisca anchora ei questa opinione dicendo. Il Tenore segue [-77-] immediatamente il Basso uerso lo acuto; il qual' è quella Parte; che regge e gouerna la Cantilena: Et è quella; che mantiene il Modo; sopra il qual' è fondata: E si debbe comporre con eleganti mouimenti, e con tale ordine, che osseruj la natura del Modo; nel qual' è composto sia primo secondo terzo, ouero altro qual si uoglia; E per ciò poco di sotto [[recita]] [adduce add. supra lin.] anch' eglj i uersi medesimi da uoj recitatj del uostro Merlino: Ma io ui ho detto, che pare ch' Ei fauorisca tale opinione commune; [[hauendo posto]] Imperoche nel Capitolo 63. di essa terza. Parte si uede essere stato anco usato da luj il contrario, ciò è, conforme alla opinione mia hauendo posto nello Essempio della prima maniera del contrapuntizare à 3. uocj [in Canon add. supra lin.] sù 'l canto fermo dell' Antifona Veni Creator: Et in quello della quarta et della sesta sopra la stessa Antifona il Canto fermo, ò piano di quella parte loro più graue: E prima cosi:

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 77,1; text: Veni Creator Spiritus] [BOTTRIG2 04GF]

secondariamente in questo modo.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 77,2; text: Veni Creator Spiritus] [BOTTRIG2 04GF]

poscia in questa maniera.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 77,3; text: Veni Creator Spiritus] [BOTTRIG2 04GF]

Laonde io conchiudentemente ui dico, che non essendo addutta ragione alcuna da Costoro à stabilimento, e confirmatione di questa Opinione populare; solamente fondata sùll' autorità Socratica lauderej per ottimamente fatto il fare, che la parte più graue della Cantilena detta Basso fusse quella; che ueramente sostenesse anco in ciò, reggesse, e gouernasse la Cantilena; Conciosiacosa che facendosi altrimente, ciò è, che la Parte più uicina ad esso Basso guidi, e gouernj l' Aere del Tuono, ò Modo, che 'l Musico Componitore si sarà proposto; oltrache giamaj non si potrebbe compiutamente formare Cantilena [BB. in marg.] alcuna de' tre primj Tuonj plagij, dico, del secondo quarto et sesto, et massimamente del secondo et quarto. Se ciò non si facesse per capriccioso Trasporto. Imperoche niuna uoce [-78-] sarebbe sotto la più graue del secondo per esser la [Gamma]ut: ò poche, si come del quarto per esser l' Are la più graue che non ue ne sarebbe altra, che la [Gamma]ut; E del sesto ch' essendo la sua più graue [sqb]mj non ue ne sarebbe se non due, ciò è [Gamma]ut et Are. Sentirianosi, come si sentono nelle Compositionj musicali in tal maniera formate due Modi ò Tuonj uicino; che contendono insieme [EE. in marg.]; e pur tocca al fine lo star di sotto al debile Tenore e cedere insomma alla Parte grauissima che per essere una delle due estreme, e fortissima e potentissima. Et accioche io mi lasci più chiaramente intendere, dico, che ogni uolta, che si faccia, che 'l Tenore proceda per le Corde della Diapason del Tuono proposto, come per Essempio del uero primo Ecclesiastico ò Dorio antico, la Parte grauissima sarà sforzata proceder per le corde del secondo Ecclesiastico ò Hypodorio antico, ciò è, se 'l Tenore cantarà per la Diapason di Cfaut: ut, [[fa sol]] [sol, fa: add. supra lin.] conuerrà, che 'l Basso canti per la Diapason di [Gamma]ut, ut, fa sol: Ed ei sarà; che farà la principale Cadentia di esso Tuono co'l fa, [ut, fa add. supra lin.] della sua Diatessaron graue, et non il Tenore co'l medesimo ut, sol, ut della sua Diapente graue. Talche non del primo Tropo, ò Tuono, come si sarà proposto il Musico Componitore: Ma del secondo Ecclesiastico ouero Hypodorio riuscirà quella tal sua Cantilena. Cosa poco giudiciosa, anzi ridicolosa molto, per non dir mostruosa; Donde uerrebbe a nascere, quando pur si uolesse fuggir questa sconueneuolezza del cantar per due Tuonj in un tempo medesimo un' altra essorbitanza; La qual sarebbe, che ne' Modi autenti il Basso non potendo stendersi giamaj per altre, che per le cinque Corde della Diapente commune ad essi due Tuonj, questa Parte uerrebbe ad essere ò souerchia, ò se non grandemente noiosa, almen poco diletteuole per la replica; la qual essa cosi farebbe sempre della parte graue di esso Tenore. Ed in qesto modo ueramente seguirebbe quello appunto, che di esso Basso macaronicamente canta il uostro Merlino. Bassus alit uoces, ingrossat, fundat, et auget.

Alonso. Voj dunque uorreste che 'l Canto fermo fusse cantato sempre dal Basso?

Anniballe. Questo non dico io: ne intendo dirlo: Ma più tosto, se io hauessi à dire il parer mio, direj, e consigliarej, che in conformità di quello; che già ui ho detto per distintione della Intonatione de' Salmj, del secondo Tuono dalla Intonatione [-79-] di quej del terzo et dell' ottauo fussero dalle Parti acute, Mezane, e Grauj cantati gli Hinnj, le Antifone, et i Salmj conforme all' acutezza, e grauità del lor Canto fermo, ò piano: Da questi anco pur distinguendo i Motetti, e molto più i Madrigali: E per ciò stimo molto ben fatto, che 'l Contrapuntista pratico per ricordo habbia innanzi à gli occhij una breue Tauola; nella qual sono descritte non solamente le Diapason di essi Tuoni simile almeno à questa da uoj fatte: ma con particolar chiarezza le chiauj di tuttequattro le Parti, ciò è, Basso, Tenore, Alto, Sourano; che in una Cantilena hauranno da concorrere. Insomma cosi:

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 79; text: primo et ottauo Tropo, ò Tuono, B. Tuono, A. Semituono, per lo secondo, quarto e sesto, per lo settimo nono undecimo, per lo terzo quinto decimo duodecimo] [BOTTRIG2 05GF]

Potrebbesi anco per compiuta [chiarezza add. supra lin.] di tutto aggiungeruj la particolar Diapason del Tuono; per entro la qual si haurà da far, che si muoua ciasuna Parte in cantando. Et cosi chiaramente apparirà, che 'l Sourano si ha da muouere per la simile Ottaua del Basso: E parte del Tenore per le Diapason composte ne' Tropj, ò modj autenti delle Diatessaron superiorj del Basso, e delle Diapente inferiorj del Sourano: Ma ne' Modi, ò Tuonj plagij per le Diapason composte al Contrario, ciò è, delle Diapente superiorj del Basso, e delle Diatessaron inferiorj del Sourano; La onde uengano le Diapason del Tenore diuise aritmeticamente se quelle del Basso hanno le Diuisionj loro armoniche: E se armoniche le hanno queste del Basso, aritmetiche [EE. in marg.] siano quelle del Tenore. Il Contralto poi per esser mezano trà il Tenore et il Sourano, à luj sarà lecito di andar alquanto uagando hor per la Parte dello uno, hor per la parte dello altro secondo il commodo del riempimento; ch' essa parte haurà da fare, onde in questo Essempio del primo et dell' ottauo Modo, ò Tuono; nel quale [-80-] aggiungerò le corrispondenti Ottaue del Tenore, e del Sourano, ponerò solamente la Diapente e la Diatessaron graue del Contralto per dimostrar la licentia; che haurà, e potrà usare à suo piacere, et commodo il Contrapuntista.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 80; text: primo, Basso, ottauo, Tenore, Alto. Sourano] [BOTTRIG2 05GF]

Alonso. Se per le Ottaue cosi diuise (come hauete [detto, add. supra lin.] et quì mostrato) hora armonicamente, et hora aritmeticamente al contrario però sempre di quelle del Basso: si haurà da muouere il Tenore, non uerrà egli à cantar per lo plagio dello Autento; che 'l Basso cantarà nel tempo medesimo? Et per lo Autento, mentre che 'l Basso cantarà per lo plagio di quello? Et à cosi formarsi due Modi, ò Tropi; che nel cantare udirannosi fare insieme il Contrasto; che uoj hauete chiamato poco giudicioso, sconueneuole, e ridicoloso?

Anniballe. Tosto sarej uenuto à mostrarme poco giudicioso: et à scoprire il dir mio ridicoloso, se del cosi proceder del Tenore (come ho detto ) nascesse il suo Cantar quale hauete uoj detto: Ma di altra maniera trouarete star la cosa; Imperoche se bene il Tenore canta per la Ottaua della Diapason del Tuono plagio di quello autento; che è cantato nel medesimo istante dal Basso, e per contrario: Non è però che Ei ueramente canti per esso plagio; ò per contrario per esso autento; Onde si oda la noiosa, ò poco diletteuole contesa di quelle due Parti da me chiamata mostruosa: Ma il Cantar suo per tale Ottaua è molto diuerso dal suo procedere nella propria Diapason di quel Tuono; Conciosiacosache cantando esso Tenore per la da me tale assegnatali Diapason in Quinta co'l Basso, s' Ei cantasse per la propria Diapason del Tuono compagno di quello; che cantasse il Basso, con luj cantarebbe in Questa; E cantando Ei per essa tale Diapason, e facendo co'l Basso un Ditono, ò diciam Terza maggiore acuta, con luj farebbe uno Essacordo, ouer Sesta minore graue. E se cantasse un Semiditono, ò diciam Terza minore acuta [cantarebbe add. supra lin.] uno Essacordo ò Sesta maggiore graue. Tutto quello [che add. supra lin.] potrebbe essere opposto al detto mio, sarebbe, che cantando il Basso per modo di parlar per la propria Diapason dell' ottauo Tuono plagio diuisa aritmeticamente il Tenore cantando per la sua particolare Diapason Cantarebbe in quello istesso tempo per la propria Diapason del settimo Modo, ò Tuono autento diuisa armonicamente. Et cosi per quella del nono ò dello undecimo et de gli altri autenti [-81-] tutti, Ogni uolta che 'l Basso cantasse per le proprie Diapason del decimo ò del duodecimo e de gli altri Tuonj [[autenti]] plagij tutti: Ma questo essendo natural diffetto di questa nostra moderna Arte di contrapuntizare, ò componer molte Parti insieme, che cosi cantino in un tempo medesimo aere diuerse, non ha per mio credere alcun rimedio uniuersale: ma il particolare solo da me dettoui; [FF. in marg.] che è far, che 'l Basso sia quello; che gouernj, e regga il Tuono; Imperoche pur si guadagnarà, che ne' Tuonj plagij non occorrerà, come hauete inteso, contrasto del Basso co'l Tenore cosi cantandosi per le Ottaue de' Tuonj autenti.

Alonso. Gran diffetto è ueramente questo: Ma grande anchora è questo rimedio, poiche prouede alla metà di esso diffetto: cosi si potesse rimediare all' altra metà.

Anniballe. Rimedio non ui sò conoscere: qualche temperamento per auuentura sì.

Alonso. Quale?

Anniballe. Che 'l Tenore non tocchi maj, ò se non rarissime uolte, et quelle di poco tempo la Corda di mezo della sua particolar Diapason, ciò è, la uoce acuta della commune Diapente co'l Basso, et la commune, e più graue della sua Diatessaron acuta: E quella insomma lasci [del tutto add. supra lin.] come sua [[del tutto]] al Basso: Ma percioche facilmente potrebbe ciò tornare in molto danno al riempimento delle Consonantie co'l Basso, ò per ciò fuggire [in add. supra lin.] molto scommodo alle altre parti, io non laudo punto il tralasciar del tutto essa Corda mezana: ma più tosto appigliarmj ad uno altro rimedio, et massimamente nelle Compositionj non solamente de' Madrigali et di altre piaceuoli parole italiane. Ma delle grauj, et de' Motetti latinj, non di quej però; che appartengono alla celebratione de gli Vfficij diuinj ecclesiasticj; Che in essi non intendo, che [da add. supra lin.] noj si habbia da poner mano, et innouar cosa alcuna: Ma si bene in quej; che sono in laude, et honore solamente delle cose mondane.

Alonso. E che rimedio è questo altro?

Anniballe. Appigliarsi all' ordine de' Sette Tuoni di Tolomeo distribuiti per le diuerse specie delle Diapason nominanado primo lo Hypodorio: Secondo lo Hypofrigio: terzo lo Hypolidio: Quarto il Dorio: et in questa maniera ordinatamente ciascuno de gli altri Restanti tre: E cosi non si partendo il Musico Compositore, [-82-] ò Contrapuntista con la Parte principale grauissima, ò diciam, Basso, de' terminj della Diapason di quel Tuono, ò Modo, ch' ei si elleggerà, come conueneuole alle propostesi parole andarà uagando per le Corde tutte di essa Diapason, e con giudicio, e gratiosamenete tornando hor questa, hora quest' altra: hor quella, hora quell' altra, e più di ogni altra le due estreme per [cosi add. supra lin.] far distintamente et con chiarezza ben conoscere qual Tuono componerà la sua Cantilena; Nella quale à questo modo non si udiranno le due Parti più grauj, ciò è, il Tenore, et il Basso far trà lor contesa alcuna di Sourasto, ò di diuersità di Tuono. E potrà cosi liberamente il Tenore seruire [[(]] com' è suo ufficio, insieme con l' altra Parte; ciò è, co'l Contralto, uno ò più, che habbia da essere, al Basso; il qual con grauità reggendo essa Cantilena ristrettamente nel Tuono acconsentirà però sempre al gratioso, e polito mouimento, et aere del Sourano; che benche ei per se stesso habbia leggiadro procedere [portamento add. supra lin.]: se dal bel (come dicono) cantar [HH. in marg.] del Basso non è accompagnato, non rende allo Vdito alcuna diletteuole armonia.

[[Alonso. Questa è tenuta ueramente]] [Et questa è da esser tenuta corr. supra lin.] una delle più difficili Importantie dell' Arte del contrapuntizare, ò far Compositioni musicali à più di due Vocj.[[Ma]]

[Alonso. in marg.] Ditemj [ditemj ante corr.], se ui piace, queste altre Parti superiorij, ò più acute hauranno esse terminj fermj; trà quali habbiano da spatiarsj? ò potranno pur liberamente andar uagando?

[II. in marg.] Anniballe. Il sourano dourebbe star ristretto anch' ei trà terminj della Ottaua acuta della Diapason propria del Tuono, se non fusse la Cantilena à più di quattro uoci: Ma quando Ella sia in numero maggiore, e siauj più di un Sourano, ciascuno di quelli potrebbe stendersi, et allargarsi qualche poco, come per un Ditono, ò Semiditono uerso lo acuto. Le altre Parti, ciò è, Tenore, [e Contralto, add. supra lin.] uno, ò più; che habbiano da essere, saranno in quella libertà; che tornarà bene, e commodo al giudicioso Contrapuntista.

Alonso. Parlando uoj della Contesa; che del Tuono, ò Modo hanno insieme il Tenore, e 'l Basso, hauete detto, che pur finalmente tocca al Tenore lo star di sotto, e cedere al Basso; Percioche da quello sono fatte le Cadentie, essemplificandone la principale Fa, ut, fa, del secondo Modo, ò Tropo Ecclesiastico. Hora [-83-] saprej uolontierj, come intendete questo far Cadentie; Imperoche ho sempre inteso dire, che le Parti acute sono quelle; che fanno le Cadentie, e non la più graue, come più graue.

Anniballe. Anzi che à più di due uoci non può esser fatta Cadentia sincopata da Parte alcuna [KK. in marg.] acuta senza la Parte più graue. E bench' essa Parte più graue non ui sia in Essentia; Ella però uiene ad esseruj in potentia: Et saràuj anco uolendosi in presentiale Essentia. Siauj per Essempio questa principale cadentia del primo Tropo, ò Tuono Ecclesiastico che a' più di due Voci fà il Tenore in sincopa co'l Contralto, e co'l Sourano essentialmente:

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 83,1; text: ò cosi, Contralto, Tenore, Sourano] [BOTTRIG2 05GF]

Quì presentialmente non apparisce Parte più graue di esso Tenore. E pur ui è per natura potentialmente il Basso.

E può presentialmente anco per ciò faruisi uedere in questa maniera.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 83,2; text: ò cosi] [BOTTRIG2 05GF]

Alonso. Voj dite bene: Ma quando il Tenore facesse questa Cadentia à quattro uocj Senza il Basso, ciò è, ò con un Contralto; che Cantasse in questo modo

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 83,3; ò cosi] [BOTTRIG2 05GF]

ouero in ottaua più acuta con uno altro sourano?

Anniballe. Il Basso non potrebbe esser nel primo modo ò per le due Quinte, che cosi farebbe co'l secondo Contralto, ò per le seconde Ottaue; che trà luj si sentirebbono, e lo altro Sourano: Nel secondo modo si: Ma questa presente nostra Consideratione de' Tuonj non ha punto che fare con le pertinentie delle Cadentie loro per esser cosi spettanti al puro Contrapuntista. La somma, e Conchiusione del mio dire delle Cadentie; che faccia il Basso nel Tuono, ò Modo è la preparatione, et apparecchio delle sue Voci atte à poter riceuere la Cadentia sincopata delle altre Parti acute ne' proprij luoghi di esso Tuono; I quaj luoghi direi insieme con l' honorandissimo Zarlino, che fussero nelle Cantilene musicali [LL. in marg.] Ecclesiastiche massimamente nelle Salmodie quattro, ciò è, i tre principali della propria Diapason diuisa tanto aritmeticamente quanto armonicamente con tramezar sempre la Diapente di quel Tuono co'l Ditono, e Semiditono, ò per contrario co'l semiditono, e co'l Ditono.

[-84-] Alonso. Come sarebbe à dir nel primo Tuono cosi E nel secondo cosi.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 84,1; text: Primo Tuono, Secondo Tuono] [BOTTRIG2 05GF]

[MM. in marg.] Anniballe. Così dico. Ne' Mottetti poi; i quaj non sono Ecclesiastici ne' Madrigali, e nelle altre Cantilene italiane crederej, che fusse bene rimettersene del tutto al giudicio del ben pratico, ed ardito Musico Contrapuntista; Imperoche una Cadentia inaspettata fuor di quel Tuono; nel qual' è tutta ordita, ed intessuta la Cantilena fà per mio parere effetto grandissimo di commouimento nello animo dello Ascoltante: Ma bisogna, che sia, come ho detto, fatta con molto giudicio, e non à caso: ne giamaj nel principio, e men nel fine di essa Cantilena; Doue si haurà per ogni modo da far sempre conchiusione (se pur si uorrà conchiuder con Cadentia; Ilche far sempre non laudo) con la principal Cadentia di esso Tuono, ò Modo; La qual' è una delle quattro; che finiscono co'l salto della Diapente uerso il graue ne gli Autenti: E con quello della Diatessaron uerso lo acuto ne' Plagij. Intendete rispetto le Cantilene Ecclesiastiche ma nelle profane conforme et à gl' Hypo, ò diciam sotto del Dorio, e de gli altri due Modi Frigio, e Lidio: et ad essi Dorio, Frigio, e Lidio, et anco Missolidio; In quej, dico, che 'l Salto della Diatessaron uerso lo acuto: In questi con quello della Diapente uerso il graue. Potrannosi poi ne' luoghi intramezi della Cantilena usar rispettiuamente sempre le altre due maniere del grado ò del Tuono, ò del Semituono [Semiditono ante corr.]. Che per essempio di ciò ripigliando il primo Tropo, ò Tuono, sarà tale.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 84,2] [BOTTRIG2 05GF]

ouer nel quinto cosi.

[Bottrigari, Il trimerone, Giornata seconda, 84,3] [BOTTRIG2 05GF]

Ma parmj, ch' essendo homaj fatto sera, e cosi ben compensata la mia tardanza del uenire con questa del partire: ne restandoci à dir de' Tuonj cosa; che importi; dobbiamo poner per hoggi fine al nostro Ragionamento.

Alonso. Tutto è rimesso al piacere, e commodo uostro.

Anniballe. Pigliate questa Carta: e da uoj letto, e considerato à Vostro agio il suo contenuto domani per quì tornato per intender da me; che non mi farò come hoggi aspettare, de' Caratteri musicali nel ragionar di quej di questo parlaremmo. Andiamo.

Hora; che è sonata dal mio Horiuologio la quarta della notte seguente il dì 24. Sabato di Ottobre 1598 ho dato fine a questo secondo Dialogo nella mia a me diletteuole Villa nel Commune di Santo Alberto.

Et à hore 22 1/2. segnate dal medesimo mio Horiologio del dì 15. Mercoledì di Settembre 1599. ho finito di copiarlo nella stessa mia Villa. Hercole Bottrigaro.