Saggi musicali italiani

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Fn and Ft: VERLET_MBBU326
Author: Verdicelli, Fiderico
Title: Lettera di Fiderico Verdicelli à benigni, e sinceri lettori in difesa del Signor Cavalier Hercole Bottrigaro.
Source: Bologna, Biblioteca Universitaria, MS 326, Busta I,4

[-<1>-] LETTERA

di Fiderico Verdicelli

À Benigni, e Sinceri Lettori

in difesa

Del Signor Caualiere Hercole

Bottrigaro

Contra quanto in pregiudicio

della Rifutazione di Lui

Ha Scritto un certo Artusi in due sue Lettere una per dedicatoria all' Illustrissimo Senato di Bologna L' altra à i Cortesi Lettori sotto la data di Milano à 12 di Luglio 1601

E stampate in Milano appresso gli Stampatori Archiepiscopali

IN BOLOGNA 1602.

A' Benigni, Sinceri Lettori

Marauiglia grande ha ragioneuolmente [ragionelolmente ante corr.] da prendersi ognuno, quando che qualcuno senza sua pertinentia si piglia carico di difendere altri; a cui sia stata fatta non che graue, ma leggiera offesa: Maggiore assai allora che non essendo altri ne ingiuriato [congiuriato ante corr.], ne offeso qualcuno uoglia per ostentazione di ualoroso Campione auanzarsi per la difesa di Lui. Grandissima allora; che non essendo altri pur minacciato di Lui qualcuno si mostri impertinentissimamente ardito difensore: Trasecolare affatto poi; qualora che di altri ne ingiuriato, ne offeso, ne minacciato: ma nominato appena in qualche proposito qualcuno per impertinente, audace malignitade ardisce d' ingannare temerariamente con chi si sia. Apparecchiateui dunque adunque ora uoi; che ui dilettate di leggere con occhi benigni, e con mente sincera gli scritti altrui, non a grandemente marauigliarui, non à stupire: Ma à trasecolare affatto leggendo uoi come à legger u' inuito, e prego, quanto io ui dò qui seguentemente à Leggere. Fù ne' primi [[anni]] Mesi dell' Anno 1594. publicato per le stampe dello Amadino in Venezia il Dialogo di Concerti di Varj Stromenti Musicali, titolato, il Desiderio sotto l' Anagrammato, ò diciamo, per trasporto di Lettere Mascherato nome, et cognome di Alemanno Benelli lo anno poi 1599. del Mese d' Ottobre fù per le stampe del Bellagamba in Bologna publicato il Medesimo Dialogo: Ma sotto il uero nome, e cognome del molto Illustre Caualiere Hercole Bottrigaro proprio, e uero Autore di quello: Et dal Reuerendo Don Gratia Lodi Garisendi publicato, e dedicato allo Illustrissimo e Reuerendissimo caualiere Aldobrandino, et appresso una Lettera à Benigni, e Cortesi Lettori narrandosi loro con una intiera, benche breue Istoria la uera cagione di quella Operazione; uenti Mesi doppo questa Ripublicazione, cioè dello Anno 1601. essendo uicinissimo il sole nascente allora con la Canicola ad entrare nel Leone, un certo Artusi senza alcuna sua appartinentia [-<2>-] ma per una sua tale apparentia di protettore di chi non auer a bisogno alcuno di protezione per non essere stato ne ingiuriato ne offeso, ne minacciato: ma nominato appena, si prese carico che si facesse come fù per le stampe in Milano fatta la terza publicazione di esso Dialogo: ma sotto il nome stesso anagrammatico sciolto, però lo Anagramma, e ritornata ciascuna lettera di quello al suo luogo, e Ricomposto Annibale Melone, come è detto, e chiaramente esplicato in essa Lettera à Lettori nella prima Publicazione importare, e significare quel Mascherato Nome, e cognome Alemanno Benelli; che tanto Almeone, e meglio anco Menelao Bannelli, se fusse occorso nel tempo di quell' anagramma, e forse altro tale per uerisimile nome, e cognome dice il Caualier Bottrigaro si sarebbe di esse lettere tutto potuto ricompuonere hauerebbe importato, e significato ne di ciò contento costui con souerchia, e temeraria audacia rimouendo la dedicatoria del Lodi Garisendi ad esso Caualiere il cui nome è di uenerazione tale che i maggiori Potentati della Christianità ne fanno stima grandissima ha riposto impertinentissimamente in quel luogo una sua al Senato di Bologna nella quale egli osa di cominciare a formare inuettiua per la non necessaria protezione del non ingiuriato, del non offeso, del non minacciato Annibale Melone, e come che costui non auesse letta essa Lettera a Lettori, in essa prima Publicazione; che pur troppo d' auerla egli letta, e riletta [risetta ante corr.] ui si farà poi chiaro, e manifesto ma fusse peruenuto alle orecchie di lui il modo di essa Ripublicazione forma una sua fintione senza alcun rispetto d' ingiuriar Persona [persona ante corr.]; alla quale ogni altro che costui aurebbe auuto ardire di fare ingiuria scriuendo publicamente ad un Senato; nel quale ella hà come nobile auuto sempre, ed ha Cognati, Nepoti, Cugini con altri stretti parenti, e Veri Amici, prorompendo ei sfacciatamente [-<3>-] in quella con queste proprie parole. E perche mi pare di sentire alcuni abbino à se stessi troppo arditamente attribuito la fatica fatta da [questo add. supra lin.] Seruitore delle Signorie Vostre Illustrissime mi è parso bene far conoscere al mondo la impertinentia di questi tali. O' sfacciataggine, o malignità troppo scoperta. O souerchia ò prosuntuosa temeraria arrogantia. Chi uide mai la maggiore? Vditela ora uoi. Vditela graziosi, e benignissimi Lettori, uedetela grandissima; poiche à costui non basta poi ne anco lo animo di effettuarla compiutamente auendo ei solamente posto, et anco per un' interposto scimonito, scodato Volpastro sulla mostra di un Libbraro tre, ò quattro di quelle Copie, ristampate senza auerne fatto prima (come è solito, e debito ufficio di ciascun tale Dedicatorie farsi) e fù dal Lodo Garisendi effettuato auendo ei con le sue proprie mani presentato esso Dialogo al Cardinale istesso in publica udienza, e da esso accettato con gratissima benignitade, e amoreuole, et cetera La presentazione ad esso Senato; dubitando ei (mi credo io al sicuro) non di diuenir rosso, che in soggetto qual deue esser costui non può hauer luogo questo nobil segno di animo mio noscente le sue colpe; ma d' impallidire di non incenerire temendo di riportarne [riportando ante corr.] il condegno, e meritato affronto di parole per non dire di altro; bastando à lui d' [da ante corr.] auer così da buon Trasone buttato il sasso, e à guisa de' pazzi, à quai spesse uolte perciò auuiene d' andarsene col capo rotto: Ma uoi non darete mi uado imaginando io di ciò credenza alcuna al mio così semplice detto. Eccoui che io lo ui replico [leplico ante corr.] affirmandoui, esseruene fede di esso Senato in amplissima, et autentichissima forma la fedel copia della quale, prima Latinamente scritta poi uolgarizata, io ui darò per fine di tutta questa mia scrittura à leggere. Ne per ciò ui crediate, che costui, spirito peruerso si sia contentato di questa tanto infame, scellerata, e falsissima imputazione (spogliare i morti oh!) data: benche[-<4>-] innominatamente (come auete inteso) in quella dedicatoria à Persona qualificata; La qual ben tosto ui si farà nominatamente palese per quella sua Lettera à Lettori; della qual Lettera siccome anco di quell' altra dedicatoria, sebbene io non posso immaginarmi, che da alcuno la una, e l' altra sia per douer essere senza Nausea letta: Non per tanto affine di disputare con esso lui non essendo da far contrasto di parole co' Cianciatori: Ma si bene per rintuzare la impertinentissima orgogliosa, sfrenata sua Malignità, ui andarò dal principio à parte a parte facendo riporto fino al suo fine. Comincia adunque costui con mentito principio quella sua dedicatoria dicendo, che la bona memoria di Messer Annibale Melone per l' occasione, che egli ebbe di seruire à quello Illustrissimo Senato per molti anni, et al fine di esser capo del loro nobilissimo Concerto, fù causa che egli applicasse l' anima à scriuere la Natura, e proprietà de' Concerti di diuersi Strumenti Musicali. Et in queste poche parole costui scientemente dice due gran Bugie. La prima che 'l Melone seruisse à quel Senato, e che finalmente egli auesse titolo di capo del nobilissimo Concerto di quello, così tacendo ei qual concerto quegli si sia; Imperoche il Melone non seruì giammai particolarmente à quel Senato, e che finalmente egli auesse titolo di capo del nobilissimo Concerto de' [di quello ante corr.] Musici ordinarj, nè de' sopranumerarj degli Illustrissimi Pereccelsi Signori Anziani Consoli, e Gonfaloniere di Giustitia; che è quel Concerto nobile che uuol costui intendere: Ma ben nominato Decano di essi Musici Ordinarj. Il qual decanato non fù dal Melone aquistato e a lui conceduto, come da niuno altro di que' Musici s' aquista e ne uien conceduto da quei Signori, nella Libera Podestà della maggior parte de' quali, e lo eleggerli il sospenderli, il licenziarli, lo stipendiarli, lo accrescerli salario, il punirli con leuarli a loro beneplacito la solita prouigione del uitto giornaliere, et insieme come Padroni il liberamente comandarli, siccome con la stessa loro libera autorità possono medesimamente comandare à tutti e ciascheduno degli otto Trombetti ordinari col Guaccharino compagni di essi Musici: ma allo Alpista et al Lautista ordinarj. e finalmente à tutto il resto della numerosa loro famiglia: Preti, Scalchi, Mazzieri, Donzelli, Spenditore, Credentiere, Dispensiere, Bottigliere [-<5>-] cuoco, ed altri. Gli ordinarj sono al numero di otto, in tutto. Imperocche conceduto che il Melone auesse auuto quell' animo, Ei non ebbe la forza per effettuarlo, come nella esamina dell' altra lettera di costui à Lettori ui si farà chiaramente manifesto, oltre quanto aurete potuto congetturarne per la lettera à lettori nella prima Ripublicazione. À queste due così gran menzogne soggiunge poi costui, che alcuni (come auete letto) abbiano a se stessi troppo arditamente attribuito la fatica del Melone. Il che ui si mostrerà medesimamente per essa Esamina quanto sia falsa la imputazione, se non che in quella parte che il Melone si faticasse in copiando: Ricopiando, due, e forse anco tre uolte esso Dialogo, come per uerità è stato anche detto nella stessa Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione. Dice poi costui seguentemente che gli è parso bene far conoscere al mondo la impertinentia di quei tali. Impertinentia, dico io primieramente essere quella di costui nel far questo ufficio. E chi è costui in mascara? E che ha da far di ciò costui quando ben fusse uero, che non è, che altri auesse commesso cotal fallo? E chi è finalmente costui, al quale si appartenga il far raccomandato à quel Senato il Melone per la difesa contro quei; che uogliono dice ei leuargli l' onore? Non ui trasecolate ora uoi benignissimi Lettori dell' albagia fantastica e del farnetico lunatico di costui. Ma di questo uoi sarete anco à pieno informati nella stessa esamina: Restandomi per fine di quella sua dedicatoria dirui, che haurei sommamente grato sapere, come à lui s' appartenga, che autorità egli abbia se non per audace, e presontuosa sua arrogantia, posto, che esso Dialogo, anco fusse siccome ueramente non è composizione del Melone di primieramente alterare il secondo titolo di quello; il quale è questo [Dialogo in marg.] Ouero de' Concerti Musicali di Varj Strumenti. auendo ei rimosso indebitamente quell' aggiuntiuo, Musicali, dal suo nome, instrumenti, et aggiuntolo ignorantemente alla Voce Concerti: Non conoscendo questo insensato imperioso la importante differentia che è tra il formare quel secondo titolo nel uero, e ben considerato modo primiero di definitiua descrizione. Et il formarlo in quest' altro[-<6>-] scioccamente alterato. Non potendosi in quello auere, e questionare come in questo, nel quale si potrebbe dire che essi instrumenti così indistinti fossero Zappe, Vanghe, Badili, ouero, Martelli, Tanaglie Scarpelli ed altri molti instrumenti mecanici. Oltra di questo nell' aggiunto ad esso titolo auer mutilatamente posto. Nel qual si ragiona della participazione di essi strumenti, e di molte cose pertinenti alla Musica, in uece di dire (come si legge in essa uera aggiunta) Nel quale anco si ragiona della partecipazione di essi strumenti, e di molte altre cose pertinenti alla Musica Così auendo costui leuato uia con poco giudizio non solamente lo auuerbio, anco; perlo quale si dimostra che il parlar della participazione in quello è come Epissodio pertinente, ed importante e non materia principale come si uiene ignorantemente à mostrare che ei sia, dicendosi. Nel qual si ragiona della participazione di essi instrumenti; Ma rimossane anco trà le due parole altre cose, la parola, altre, dicendo solamente molte cose quasi che principalmente fauellandosi nel Dialogo dell' arte del giuocare agli scacchi ò dello schermo per digressione si parli di molte cose pertinenti alla Musica, onde si debba come in essa uera aggiunta dire, e di molte altre cose pertinenti alla Musica; così farò chiaramente auuertito l' autore del Titolo, che sebbene nel Dialogo si ragiona di molte cose diuerse tutte però pertinenti alla Musica Poi come ei possa se non se per la medesima presuntuosa, audace sua arrogantia far dono di esso Dialogo, quando bene medesimamente anco esso Dialogo fusse opera, et Composizione, siccome ella non è del Melone a quel Senato. Ma ueniamo alla esamina di quella sua Lettera à Lettori da lui nominati Cortesi; La quale se auuenuto è che Lettore Cortese abbia letta io mi rendo sicurissimo che molto gl' incresca d' auerla letta; poiche in lei non si contiene altro che detrazioni, Maldicentie, Calunnie, Malignitadi, Fittioni, et Contradizioni al Vero, et a lui medesimo con affirmar quello; che ei non sà, e negar quello; di che facilmente egli è sapeuolissima Conferma [-<7>-] costui nel principio della sua Lettera à Lettori quel tutto che dal Melone uien narrato nel principio medesimamente della Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione dicendo. "È uerissimo (benigni Lettori) che Messer Annibale Melone, sempre fù per natura sua inclinato alla uirtù et alla ciuil conuersazione di quelli uomini; che a' suoj tempi erano in ogni professione intelligenti: di che ce ne fà chiaro testimonio l' ossequio da lui per molto tempo fatto non solamente al Costeo, al gentilissimo Baldi filosofo singolare, à Carlo Caracciolo matematico: Ma allo Illustrissimo Signor Caualier Hercole Bottrigaro ancora. Et accioche uoi benigni miei lettori, siate di ciò certissimi, eccoui le istesse parole del principio di essa Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione Tanto, e tale desiderio si accese dentro allo Animo di Messer Annibale Melone nella sua Matura età d' intendere, e d' imparare Le Cose Teoricali della Musica, che poco ad un certo modo prezzando quelle della prattica; Delle quali egli ancora, e cantando, e sonando uarj, e diuersi stromenti musicali, e componendo Madrigali, e Mottetti, ed altri anco in publica scuola insegnando fatta onorata e publica professione, così che nella sua giouentù, e nella uirilità si era andato non solamente riparando da disagi: ma fatto aueua de beni della fortuna cumulo tale, che ne gli anni della sua uecchiezza non ha auuto tema alcuna della sua pouertà: cercaua diligentemente, et ad ogni suo potere di conoscere di parlare, e di trattare con tutti, e ciascuno di coloro; che di Teorica tale si dilettasse, e di essere ancor egli conosciuto da quelli, e da ogn' uno per Musico Teorico. D' onde auuenne, che auendo egli inteso il ritorno fatto 1587 dal Signore Caualiere Hercole Bottrigaro da Ferrara oue esso aueua abitato per molti anni, alla Patria: et sapiendo quanto tra gli altri studi della Mattematica si fusse il Signor Caualiere di questo in particolare della Musica, e praticamente ne primi anni suoi Giouenili componendo anco egli assai graziose Cantilene, e speculatiuamente poi uolgendo," e leggendo i libbri de Musici Teorici così antichi come moderni tanto Greci quanto Latini, et anco Italiani preso diletto, si diede con ogni affetto, diligentia, e sollecitudine à far uirtuoso ossequio, e seruitù, a questo Gentil' uomo; che auendo già per [-<8>-] Lungo spatio di tempo auanti auuto cognizione di esso Melone, e della sua molta bontà cortesemente lo accolse, e con si dimestica familiarità gli diuenne amico, che delle 24 ore di ciascun dì naturale per lo meno tre del giorno d' estate, e tre della Notte il uerno staua il Melone in casa del Signor Caualiere à ragionar continuamente con lui delle cose pertinenti alla Musica, e sua Teorica. Che il Melone oltre al detto frequente ossequio fatto al Caualier Bottrigaro auesse, e [[conseuasse]] conseruasse gran familiarità col Costeo Medico, credo che molti sapessero che ciò tendesse ad altro fine, che d' imparare la Teorica di Musica: Ma fusse che pigliandosi lo eccellentissimo Costeo molto diletto del suo semplice cantare con sentirne grandissimo solleuamento di animo, il Melone, siccome alcuni altri pochi cantori per ciò si riduceua ciascheduna festa à casa di lui con sperando ei in occorrentia di sua propria infirmitade, e di qualcuno della sua famiglia di essere amoreuolmente curato, e medicato da lui Medico fisico sopraeminente. Col Filosofo Baldi hebbe ancora il Melone per tal causa di cantare simil dimestichezza con Carlo Caracciolo Matematico, se però costui intenda Carlo Carazzi, sopranominato il Cremona: che esercitò sempre, mentre uisse l' arte della Sartaria; e per ciò fù sarto ancora del Caualier Bottrigaro e matematico in quanto che auendo egli desiderio grandissimo d' intendere i Libri degli Elementi geometrici di Euclide leggeua con molto frequente diligentia et attento studio i tradutti in parlare Italiano per non intendere egli il latino, e dimostrati dal Tartaglia come anco quei del Commandino uolgarizati et altri libbri di Mattematica tali scritti e tradutti in lingua italiana, contrasse Amistà: et da lui sapiendo il Melone maneggiar le quattro operazioni numeriche dette algorithmi qualche poco, et formare le proporzioni pertinenti alla Musica: Ma con gran difficoltade [difficoltà ante corr.], e lunga fatica così del precettore Cremona, per non auer quegli ne molto buona espressione ne intelligentia alcuna della prattica della Musica, come del Discepolo Mellone, esser questi di molto dura apprensione, et poi, contra in tal caso alla credenza comune di poca ritentione. Aggiungo hora io, che il Melone fù grande amico di Messer Gandolfo Sigonio [-<9>-] per la giornale conuersazione del quale il Melone sentì qualche maggiore aquisto per lo suo desiderio, essendo il Sigonio non solamente buon Musico contrapuntista: Ond' ei uenisse; Ond' ei uenisse come per ischerzeuole disprezzo da suo Fratello Carlo Humanista nelle prime Catedre de' principali studi d' Italia Lettore di chiarissima fama detto con questa uoce delle Cantatrici [Cantanti ante corr.] Modanese solfamino: ma uersato molto nella Lezzione delle Instituzioni, e Dimostrazioni armoniche del Zarlino, e qualche poco ancora ne' libbri di altri Scrittori di Musica così latini come uolgari della nostra etade. Oltra questi il Melone fù (come si legge nella detta Lettera di essa prima Ripublicazione à Lettori) conosciuto dal Zarlino, e dal, et dal Montoya, col mezzo di alcune sue lettere scritte loro. Ma per questo si può, come pare che uoglia anzi pur uuole per senso contrario questo sfaccendato Artusi fermamente conchiudere che il presente Dialogo titolato il Desiderio sia opera del Melone? Vi si rammenti lettori sincerissimi il buon giudizio fatto da quel Sacchi Medico, che il malato da lui nel uisitarlo trouato oppresso da graue ed improuisa alterazione auesse mangiato lo Asino suo, per auer ei come bene accorto ed occhiuto nello entrare nella camera stralocchiato il Basto esser sotto il letto. Considerate poi con qual color rettorico et oratorio si sforza costui d' imbellettare questa sua Mascara.

"Dirò, e crederò bene (dice ei primieramente) che il Bottrigaro à foglio à foglio l' abbia letto, et ancora emendato; et non solamente à foglio a foglio, ed a riga a riga dico, ed affermo io, ma a parola a parola, a lettera a lettera essendo egli stato scritto dalla punta della penna uscita tinta d' inchiostro del suo Calamajo, e guidata dalla mano destra di lui conforme à quanto li uenia dettando la mente: nella cittade in tempo di suo grandissimo dispiacere, e tribulazione, e non come, et quando, e doue finge costui dubitatiuamente così scriuendo." E forsi quando il Meloni alla uilla sua li mandaua qualche foglio l' abbi copiato per non guastar così il foglio del Meloni nell' ammenda. Onde il Caualier Bottrigaro [-<10>-] in Villa; doue per lo meno due anni auanti, e per altrettanti, e forse più dapoi non era stato fusse così diuenuto copista delle cose del Melone; Doue il Melone uiuente era amoreuole copista delle composizioni Musicali del Caualier Bottrigari. Come per mera uerità si legge in essa Lettera nella detta prima Ripublicazione. E le parole contenute in quella sono appunto queste. "Copiò Messer Anniballe il Dialogo dall' originale di Mano del Signor Caualiere come era usato di copiare tutte le altre cose di questo gentiluomo"; e particolarmente quelle che il Melone come hò detto instaua, instaua chi si [[copiassero]] publicassero. Le quali copie ben conseruate si possono anco uedere Considerate ora uoi [come add. supra lin.] questa fauola abbia del uerisimile soggiunge costui: "Di che se ne contentaua molto bene il Melone, come quello che li daua tanto di credenza, che cosa alcuna senza il suo Consiglio non sapeua fare." Essendo Lui piuttosto timido, che ardito, et bene intelligente. Molte composizioni adunque dourebbe auer fatto il Melone; e se ei le ha fatte che s' indugia à mostrarle, che si tarda à publicarle? Monstrinsi, publichinsi che così con apportar lode al Caualier Bottrigaro, e beneficio al Mondo si farà chiara proua del Sapere, e del Valore di lui, e si scuoprirà manifestamente come ei ben fusse intelligente: ne sarà necessario come ora l' allegata testimonianza di quell' una Lettera del Bottrigaro, che (scriue ei) uiue scritta dalla sua Villa. Nella qual lettera uuol costui ancora che si contenga auere il Caualier Bottrigaro riceuuto la deposizione di un problema di Aristotele fatta dal Melone; et le ne dica il suo parere. E col seminar nuoui triboli a questa soggiunge quest' altre pur dubitatiue sue parole. La quale sposizione è forse quella che raccontano altri essere opera fatta dal Bottrigaro. Nelle parole sono contenute due cose da esser considerate; la prima che il Melone abbia esposto un Problema di Aristotele. La seconda che essa sposizione sia forse quella che raccontano altri esser opera fatta dal Bottrigari [[Nelle quai parole sono contenute due cose da essere considerate. La prima [-<11>-] che il Melone abbia esposto un problema]]. Quanto alla prima si potrebbe dire che non essendo così dichiarato di costui quale sia questo uno Problema di Aristotile uano sia il pensarui. Imperoche i Problemi distinti sotto 38 capi, e diuerse materie attribuiti ad Aristotile sono poco men che 900. Ma posto che ragionandosi di persona che faceua professione di Musico, e Teorico, uoglia costui che s' abbia da intendere un problema di Musica: Sappiate che nella quarta lettera delle cose scritte dal Melone al Caualier Bottrigaro mentre negli anni 1595, e 1596. 1597 ne Mesi di Agosto, e di Settembre, di Ottobbre, e gran parte anco di Nouembre ei si godea la sua Villa nel Comune di Sant' Alberto; che siccome sono state da me tutte ad una ad una uedute, e lette; possono medesimamente anco esser uedute, e lette da ciascun' altro; che le uoglia uedere, e leggere auendole a questo fine detto Signor Caualier Bottrigaro fatte legare la una conseguentemente all' altra per ordine in forma di libro: si uede, e legge che il Melone s' affatica di fare non la sposizione come costui dice, che mai non dice, come dourebbe dire. Ma la dimostrazione (e così la nomina esso Melone nella seconda quarta sesta et altre delle dette sue Lettere) di un Problema di Aristotele che fù prima il 23. poi il 12. Ma le deboli forse non corrisposero all' animo gagliardo; ancora che ui fusse proceduto assai prima la traduzione fattane à sua Contemplazione dal Caualier Bottrigaro in parlare Italiano, et insieme l' interpetrazione di questo latinamente sopra quello che ha scritto Pietro di Abano et auutone oltraciò la traduzione latina dello Eccellentissimo Filosofo Pendasio, dal Dottor Zoppio, e finalmente dal Dottor Perseo. E tutto ad istigazione fattali da un gentiluomo; il cui nome chiaramente si legge nella seconda di esse Lettere del Melone; E questa uiene ad essere quella spozione tenuta in tanta riputazione da costui, che non uuole à patto, o partito alcuno, che altri si pensi, ò s' imagini dire, non che dica che ella sia del Caualier Bottrigaro, il quale (ed io ui dò la mia ferma parola à nome suo) quando bene altri non che lo dicesse, ma lo affirmasse [-<12>-] per sua, e che ueramente ella fusse sua, come ella non è, non l' accetta non la riconosce, non la uuole, la riproba, e la rifiuta. Quanto alla seconda, che altri dica, che essa sposizione sia forse quella che altri raccontano essere opera del Caualier Bottrigaro io dicoui, che io non credo che ui sia alcuno, che lo racconti: Ben si legge in essa lettera à Lettori nella prima Publicazione, che oltre lo essere stato tradotto dal Caualier Bottrigaro in parlare Italiano, et à contemplazione di esso Melone gli Armonici di Aristosseno, e di Tolomeo, e quelli espurgati dalle migliaia degli errori, che si leggono in una traduzione latina del Gogauino, e con alcune breui annotazioni dilucidati molte oscurità: et la Isagoge, con la Regola Armonica [di Euclide add. supra lin.] e con facili, e breui dimostrazioni dichiarata, è stata ancora dal medesimo Bottrigaro tradotta la XIX Diuisione de' Problemi di Aristotele: il Sinopsis di Psello, e gli altri seguenti per lo che dicendosi la XIX Diuisione de' Problemi d' Aristotele non si parla di esposizione di alcuno particolar Problema, che sia stata fatta dal Caualier Bottrigaro ma si dice della traduzione di tutta essa XIX Diuisione, nella quale si contengono i [si ante corr.] Problemi Musicali esposti dal Proprio Autore non auendo in questo il Caualier Bottrigaro altro di suo che lo auer fatto e con poca sua sodisfazione l' ufficio del puro interpetre, e Traduttore di una lingua in un' altra; onde sia ben detto da costui ancorache con la solita sua grande immodestia e contro la sua ritenzione che sia falso che altri raccontino essa sposizione essere opera fatta dal Bottrigaro: Ma che sia falso come afferma questo Ciarlone che il Melone copiasse due uolte dall' originale del Bottrigaro come si legge nella stessa Lettera à Lettori nella Ripublicazione prima, questo Dialogo per mandarlo à Venezia; accioche fusse stampato, è così falso, come auete inteso esser falso; che altri racconti quella sposizione esser del Caualier Bottrigaro e che si trouino in Casa [del ante corr.] degli [[Melone]] Heredi del Melone (queste sono proprio parole di questo fraudolento Zizaniatore) due di quelle prime abbozature, che si fanno [-<13>-] nel principio quando si incomincia à far tessitura di qualche Opera, e sono di man propria del Melone scritte. Argomento chiarissimo che questo Dialogo è opera del Melone, e non del Bottrigaro. Anzi ueramente fatica e composizione del Caualier Bottrigaro dico io per lo medesimo Argomento; essendo il uero original di questo Dialogo tra gli altri molti scritti di propria mano del Caualier Bottrigaro. E per ciò publicamente mostrati à molta gente, siccome anco (sono io certissimo) sarà mostrato à ciascuno che lo uoglia uedere. Doue che le due abozature finte da costui scritte dal Melone non si sono uedute, ne si potranno giammai mostrare come originali per non ui essere: e se pur ui fussero, se non come copie imperfette del Melone cauate dal proprio Originale del Caualier Bottrigaro. Intendasi ora un' altro fortissimo argomento di costui. "Se il Bottrigaro (dice egli) auesse fatto questo Dialogo (il che non è uero) anzi è la stessa uerità; dalla quale con imodestia così dicendo si parte, perche non lo fece stampare egli stesso la prima uolta," ma sotto il nome di Alemanno Benelli lo fece uscire al Mondo? A' questo così gagliardo argomento, si può dire che prima ch' ei fusse da costui formato, fusse stata data risposta con le parole che si leggono in detta Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione le quali io qui ui uoglio. "E ei (cioè il Melone) pregò più uolte il Signor Caualiere e lo esortò à uolersi contentare, che si publicasse per le stampe questo Dialogo, siccome anco lo auea pregato, ed esortato à concedere che si stampasse lo uno, e lo altro Melone. Ma nulla curando il Signor Bottrigaro questa publicazione, e per ciò trattenendolo con promissioni e buone parole finalmente egli impetrò che fusse publicato questo Dialogo senza nome d' autore per così potere il Signor Caualiere star dietro la Tauola, ed udir quello che il mondo ne dicesse. Et alquanto più oltre. E perchè in questi nostri tempi non si concede a far publicazione, ne stampar libri senza nome d' Autore fù conchiuso di publicarlo sotto il nome anagrammatico, uerisimile [-<14>-] e di persona così tolta in prestito, e mascherata." Non curando adunque il Caualier Bottrigaro la publicazione di esso Dialogo come poco quella d' ogni altra sua composizione non lo fece egli stampare: ma per compiacere all' amico acconsentì che ei lo potesse mandare alle stampe; sotto il nome però anagrammatico per così poter stare ad udire il giudizio, che ne uenisse facendo giornalmente il Mondo, non auendoci quell' ei medesimo sodisfazione per esser la materia di che si discorre in esso Dialogo operatiua anzi che nò; la quale ei nondimeno s' ingegnò anzi [[che nò]] di uestire, et adornare per darle qualche buona apparentia. E come uorrebbe poi costui maligno adulatore, e calunniatore comporre, che bene insieme si stesse che il Melone essendo autore di questo Dialogo auesse pregato, esortato, e con tante replicate preghiere sollicitato il Caualier Bottrigaro à contentarsi che quello si publicasse per le stampe? E che: per che essendo il Melone, come ha detto costui più tosto timido, che ardito non sapeua far cosa alcuna senza consigliarsene col Caualier Bottrigaro al quale daua molta credenza. E che che è uero Patrone; et intendente come afferma costui, che era il Melone ma uoglioso molto come lui piglia consiglio sì Ma dispone delle sue cose à senno suo, modo, e uolere. E se per non auere il Caualier Bottrigaro fatto stampare esso Dialogo costui uoglia conchiudere che non si possa dire che ei sia suo: quasi come, che per la costui molto arrogante imperiosità gli autori siano obbligati far essi la publicazione delle composizioni loro per le stampe altrimenti non le facendo essi stampare perdano non solamente la educazione ed il parto: ma la concettione loro; come potrà farsi da lui buona conchiusione che il Dialogo sia del Melone. Benche ei lo auesse fatto stampare (officio il quale tutto dì fanno, et anno fatto à diuersi fini e stampatori e libbrari et altri i quai [-<15>-] publicano le composizioni altrui, conciosiacosache in esso Dialogo si ha per principale e finale oggetto laudare, e commendar cose ne mai uedute ne mai udite dal Melone? E fattane minutissima Descrizione di luochi e di tempi nel quale il Melone non fù giammai introdotto, ne mai fù presente; ancorache si finga che ei le narri di auer non solamente una, ma più uolte uedute et udite, et essere stato presente, et introdutto? Ben tutte più uolte auendo udito, più uolte ueduto, et essendo stato presente, et introdutto, e fatto anco introdurre altri il Caualier Bottrigaro, e siccome presentialmente ueduto; et udito, da lui et introdotto, mentreche in quei poco men che undici anni che egli ebbe per seconda Patria amoreuole Ferrara, et il Serenissimo Don Alfonso II per suo Signore et Protettore benignissimo Doue il Melone per alcun tempo non fù forse mai, ò non si fermò due giorni, intieri le ha descritte, e ragionatone. Queste sono le camare, che erano de Musici di quell' Altezza. Quelli i Musici, i Sonatori, e Cantori stipendiati da Lei. Quello il Suo gran Concerto di Strumenti Musicali. Quelle le composizioni in Musica; che in esso gran Concerto erano che occasioni, ed occorrentie col Canto, e col suono di uarj strumenti esercitate. Quei gli Strumenti Musicali usati, e non usati; tra quai non usati era quell' organo con le canne di Legno di Busso rotonde, di assai gran lunghezza e grossezza tutte di un pezzo à guisa di Flauti composto e fabbricato in Forma di chiozzola, ò uoluta; per la descrizione, e dimostrazione della qual forma à fine di farla comprendere al Melone fù bisogno al Caualier Bottrigaro mentre egli scriueua esso Dialogo, usar grand' arte con farne prima (et in uano) alcuni disegni della pianta, e dello alzato dell' ordine delle Canne, e non bastando quelli far poi modelli fabricati con Candeline di cera diritte in piedi rappresentanti le Canne di esso Organo. Poscia lo Archicembalo dello Arcimusico Nicola Vicentino, che ora [-<16>-] si legge essere in mano del Signor Goretto in Ferrara mostrando ad esso Melone il disegno di quella numerosa doppia tastatura continente in lei tasti bianchi e negri, intieri, e spezzati con Linee diritte corrispondenti le corde, e galletti loro. quelle tre nobilissime Dame della Musica Secreta di quell' altezza serenissima, e della Signora Duchessa sua Consorte. Quelle le Reuerende Monache di San Vito. Quello il diuinissimo loro Concerto Musicale. Quello il gentilissimo e modestissimo apparecchio del loro congregarsi per fare esso Concerto. E perche il Caualier Bottrigaro non aueua, ne mai ueduto, ne uditi i Concerti de Signori Accademici Filarmonici di Verona, come fà che il Benelli dica bastandoli il meritamente lodarli, et onorarli non uolle per relazione d' altri parlare siccome anco non uolle ragionare di quelli di Venezia per non ne auer egli in 7 uolte che sino ad ora è stato in quel picciolo Mondo ne ueduto, ne udito alcun de Camerali, ma solamente de' Publici, e nelle chiese come furono quei nel tempo della sontuosissima allegrezza fattaui per la memoranda Vittoria Nauale Christiana. Ma sin quì si può dire giudiciosi Lettori, che questo Artusi abbia quasi scherzato col Caualier Bottrigaro rispetto à quanto intenderete contenersi nelle ultime Righe della Lettera di costui à Lettori, onde sia per farsi ora daddouero procedendosi alla scoperta con termini da Scherzi, e bestiali: Ma si spenderà la Moneta per quello; che ella uale, scherzandosi ora con lui mentre ei fà da douero rispetto allo essersi fatto da douero quando egli hà scherzato. Segue adunque costui scriuendo così: "E se lo concesse allo Amico per gratificarlo; perche, subito morto l' Amico; dal quale ha auuto tanto ossequio, e tanta seruitù per leuarle l' onore lo ha lasciato publicare sotto il suo nome." Quando il Caualier Bottrigaro acconsentì per gratificar l' Amico Melone, che si stampasse il Dialogo il consenso non fù dato libero ma sotto la condizione che teste da me ui è stata addutta leggersi in essa Lettera à Lettori nella prima [-<17>-] Ripublicazione, et è che la Publicazione fusse fatta senza nome e cognome di Autore, e non essendo ciò permesso da superiori fusse il Dialogo publicato sotto il nome anagrammato uerisimile, e di persona così tolta all' impresto, e mascharata: Ma non essendo poi stata osseruata la Conditione del Consenso il Consenso non s' intende prestato: Ne uale potersi dire che la condizione fusse intieramente adempiuta per uedersi il Dialogo stampato sotto il nome di Alemanno Benelli, nome e cognome anagrammato; Imperoche esso nome, e cognome anagrammato non fù posto per acconsentire che altri se ne facesse autore, ma per che non si sapesse allora, che ueramente fusse et è l' Autore: Ma scopertosi ed inteso lo Anagramma da tutti, e così quasi con fraude uiolata l' intentione del condizionato consenso, uenendo altri, à farsi supposititio autore del Dialogo non fù sopportato dal Caualier Bottrigaro subito che egli intese lo Scoprimento dello Anagramma, siccome si legge in essa Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione, e le parole sono queste. "Hauendo poi sapiuto il Signor Caualier Bottrigaro dopo la publicazione di questo Dialogo per alcuni mesi, che lo Anagramma, era stato per qualsifosse modo inteso da molti, ne sentì qualche disgusto, e n' ebbe ragionamento col Melone, che poi ad una certa occasione tentò con sue Lettere; che ancora uiuono il Signor Caualier assente che li permettesse lo scoprimento dello anagramma. Il che da lui in risposta per sue lettere fù per diuersi rispetti concernenti l' onore di quello consigliato a non lo fare, e tacersene." Che lo Anagramma fusse scoperto, ed in qual modo e da chi, et a chi (il che fù per conueneuole modestia in essa Lettera à Lettori della detta prima Ripublicazione taciuto, ma allora solamente per qualsifosse modo) ora à uoi Lettori miei gratiosissimi ui si farà chiaramente manifesto. Hauendo il Melone come auete inteso tentato più uolte il Caualier Bottrigaro con lettere, che gli permettesse lo scuoprimento dello Anagramma, ne gli essendo [-<18>-] stato acconsentito da lui anzi amicheuolmente consigliato a tacersene. Ne potendo ei frenare l' ardente suo desiderio, che altri sapesse quello importare il suo nome, e cognome si lasciò traboccatamente trasportare a scuoprirlo a Messer Leonardo Maria Piccinino Lautista Eccellente amico suo di molti, e molt' anni, e che auea seruito per Lautista al Serenissimo Alfonso Duca di Ferrara, et con quello tuttauia perseuerauano in tale seruizio Alessandro ......... suoj figlioli; e fattone lo scuoprimento il Melone lo Significò per un Capitolo della 15 sua Lettera del di 21 d' Agosto 1596 al Caualiere in Villa con queste proprie parole. "Ho scoperto a Messer Leonardo il nome del Dialogo il qual quasi si è doluto di me, che Lui lo aurebbe fatto capitare in ogni Luogo tra Vomini, e Donne: e che non si sarebbe saputo in che modo sin tanto che egli auesse conosciuto esser grato alle persone. Si che Vossignoria m' auuisi, che ancora si trouerà occasione di Cauarli la Mascara. E nella 17 del dì 26 dello Stesso Mese, et anno si leggono queste proprie parole. E sebbene è scoperto lo Anagramma tra qualche persona se ne aurà pure qualche onore; e se i maligni l' auran per male suo danno. ogni modo questi tali se potessero fariano tutto il male che potessero." Hauendo molto prima scoperto similmente anche il Melone, e fatto intendere esso Anagramma al Signor Claudio Achillino con occasione di andare à casa sua ad insegnarli à cantare, e poi subitò ridettolo al Caualier Bottrigaro ei ne restò grandemente sgustato, e maggiormente allora che essendo entrato il Melone in grandissimo pensiero, et ardentissima uolontà di ottenere il luogo del Maestro di Cappella nella chiesa collegiata di San Petronio uacante per la morte d' Andrea Rota (che è quella una certa occasione accennata in essa Lettera à Lettori nella Ripublicazione prima, nella quale occasione il Caualier Bottrigaro gli diede tutti quegli ajuti; che à Lui furono possibili) ad ognuno faceua mostra del Dialogo, e gli scuopriua lo Anagramma, non per così egli farsene autore: ma per leuarsi da quella comune uniuersale opinione di chi lo conosceua che ei sapesse poco, [-<19>-] sicome egli stesso in questo proposito confessa nella 25 Lettera del dì di San Giouanni 1597 cioè della Decollazione che è a 29 di Agosto scritta al Caualier Bottrigaro in Villa; e le proprie parole sono queste "Messer Alfonso (questo è il Ganassa quale successe al Melone, et anche è Decano ora de Musici della Illustrissima Signoria di Bologna) mi ha detto, che trouandosi in piazza in compagnia di Gentiluomini che fanno professione di Lettere, uenendosi à parlare del Magistrato dissero che non era in Bologna gente; che sapessero per quell' uffizio E gli rispose il tale, et il tale è buono e nominò anchora me, e fù risposto. Quell' uomo sà qualche cosa lui, ei non ha messa cosa alcuna in stampa. Ho speranza di trouarmi, e mostrarli ancora qualche cosa." Ma non bastando al Melone questa sua azione contraria in tutto alla condizione del consenso prestatoli dal Caualier Bottrigaro per accrescere in lui tuttauia (come è scritto in detta Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione) lo ardore e uoglia immensa, che fusse palese ad ognuno quello [[quello]] essere il suo nome, e cognome, e per ciò facendo ei sollicitamente replicate istanzie al Signor Caualier di poterlo scuoprire, fecesi finalmente deliberazione, che si scuoprisse lo Anagramma ne' primi giorni solamente inteso dal Signor Caualiere che lo aueua composto, da esso Melone, e dal Signor Fuluio Codibò col Ritornare per mezzo delle stampe le lettere trasportate al uero loro luogo. E nel titolo del [[luogo]] Dialogo (hauessene fatto il Mondo qualsifosse giudizio et cetera) fusse riposto il nome, e cognome del Signor Caualiere suo proprio, e uero Autore. E così fù fatto: non come scriue mentitamente questo Artusi, subito auuenuta la Morte come repentina dell' amico Melone: ma ben per più di 18 Mesi dopo quell cioè, dal Mezzo d' Aprile à più di due terzi del Mese d' ottobre 1599, et solamente per conseruare al Caualier Bottrigaro quello, che ueramente è suo, come si sarebbe anco effettuato assai prima, se fusse uiuente il Melone, e non per Leuare honore allo Amico, al lungo, e continuato ossequio del quale ei sempre cercò di corrispondere [-<20>-] a tutto suo potere, ponendolo in considerazione onorata di ciascuno; onde non sia gran cosa, come pare a costui, che si troui in una sua lettera scritta ad esso Melone, che ei lo reputa intendente; Non si auendo però da interpetrare intendente per dotto; la qual lettera, se ben forse ella uiue, come uiuer dice costui non per tanto publicamente appare, come appaione queste parole. "Io per me non posso imaginarmi Messer Anniballe honoreuole che uoi che auete grandissima cognizione, ed esperienza della Moderna prattica Musicale, e siete anco uersato nella Teorica potiate esser giammai di tale opinione; Per lo che conseguentemente io mi persuado ancora di potere con non molta difficoltà soddisfare al desiderio uostro, et alla domanda fattami da uoi." Le quai parole si leggono stampate nel principio del Melone discorso armonico del Caualier Bottrigaro scritto in risposta ad esso Melone; al quale anco indirizza seguentemente alcune sue Considerazioni Musicali da esso Melone addimandateli e per ciò titolato il Melone Secondo; che con lo altro Melone congiuntamente si uedono stampate in Ferrara appresso il Baldino [Bandino ante corr.] Oltra di questo per cagione pur d' onorarlo il Caualier Bottrigaro introduce nel suo Trimerone Armonico esso Melone, come persona principale e con modo di parlare uerisimile, à scopertamente sostenere (siccome in esso Dialogo copertamente un giorno solo) il familiare arringo di tre giornate: Se questi sono i modi di sprezzare gli ossequj; se queste le maniere di leuar l' onore all' Amico senza ofendere altri; ò se di prezar quelli, e di onorarli ditelo ora uoi giudiciosi Lettori; o se pur sono quei tenuti da questo Artusi; Il quale (s' egli è però quello Artusi medesimo) come si può per lo maligno suo procedere nelle maledicenze congetturare ch' ei ueramente sia) nel primo de' due ragionamenti delle sue imperfezioni musicali (che del secondo intenderete un' altra uolta, e cose molto empie) titolato L' Artusi, essendosi dopo la morte del Melone per 33 Mesi ansiosamente con la sua Magniloquace ignoranza faticato per calpestare, e mal menare questo medesimo Dialogo da Lui[-<21>-] sempre in esso primo ragionamento nominato il Benelli; che nel già detto Anagramma serue per cognome del nome Alemanno, et hora come Crocodilo Lacrimante fingendo di trasonare a difesa del Melone per così studiosamente, e a bel diletto irritare, anzi sforzare altri nel difender lo interesse del proprio onore da lui scaltezato à manifestare in gran parte quanto si fosse poco quel sapere del Melone; che sempre con tanto affetto aueua cercato il Caualier Bottrigaro far apparir molto: Li uorrebbe addossare questo Dialogo: che da lui così prezzato, e manumesso ha poi raccomandato ad un Senato Illustrissimo di protezione, e pregatolo insieme di difesa, non si auuedendo ei poco accorto, che tai sue raccomandazioni e preghiere uengono dirittamente ad esser contra di Lui. Questi sono prudentissimi Lettori, i modi e le maniere tenute, et le Arti usate da costui, non per conseruare impertinentissimamente l' onore al suo Carissimo Amico Melone: Ma più tosto (mi uado non irragioneuolmente imaginando io) con pensiero, che poiche il Melone è morto; il qual se morto così come egli è, sa delle azioni de suoj Amici uiui: E ciò s' intende sempre poter esser da me detto conforme à quanto è scritto nelli [nelle ante corr.] Sacri Pontificali Canoni, nel fine del Capitolo Qui diuina sanctis de Mortuis, aut et cetera et nel Capitolo Seguente Fatendum est, sotto il Titolo Causa e Questione 13. io mi persuado che à Lui per la sua molta bontà naturale meresca, et doglia grandemente intendere questa tanto imprudente ed iniqua operazione di costui. E che egli amerebbe molto meglio, che esso Dialogo, quando bene ei fosse sua Composizione fusse attribuita al Caualier Bottrigaro non solamente per li molti obblighi, che egli gli aueua, ma per così udire che fusse un suo parto quasi figliolo non rubbatoli; ma stimato, e riputato meriteuole di essere, accettato in adorazione da persona uirtuosa, et honorata; Che che altri impertinentemente et indebitamente osi di uolere attribuire à lui esso Dialogo, il quale ei uiuendo sapea certissimamente essere composizione del Caualier Bottrigaro[-<22>-] con pensiero dico, che poiche il Melone è morto altri non sia per pigliare contra le calunniose opposizioni di lui la douuta [[opposizione]] protezione, e la ragioneuolissima difesa di esso Dialogo, la quale nondimeno è già stata pertinentissimamente presa e seuerissimamente effettuata dal Caualier Bottrigaro non come campione del Melone, ma come proprio e uero, al marzo dispetto di costui Autore, procreatore, genitore, et educatore di esso Dialogo. Dello star poi del Caualier Bottrigaro dopo la tauola, che costui soggiunge torcendo sinistramente secondo la sua solita naturale malignità quel fine, per lo qual fù detto in essa Lettera à Lettori nella prima Ripublicazione, et hora à uoi anco è da me replicato, dice mentendo, che non è per altro, se non perche sà, che questa è fatica, e facitura del Melone, e non sua. Doue sono ora gli steccati? Doue la spada? Doue gli spiedi? Doue le Ronche, e le Alabarde? Per darle di piglio, e uenire al Duello, al combattere, al menar delle Mani? Ma ciò santamente essendo proibito, e uietato ne tempi presenti, pur costui senza alcun timore, e pericolo straparlare allegramente sotto coperta di uoler conseruar l' onore a chi non è stato leuato, e ingiuriare come fà chi che sia: et come buono organista andar tasteggiando i Registri degli altrui stromenti per li suoi semituoni à suo piacere facendo ricercari per musica finta. Pigliatene gratiosi Lettori nuoua testimonianza che non parendogli ne anco a sufficientia quanto egli ha sin quì mentitamente affermato contro la riputazione del Caualier Bottrigaro hora per fine di quella sua Lettera à Lettori non solamente uuol puonere in dubio il certo e uero: ma di nuouo mostrarsi contra di lui la grand' Alfana del Gigante Mambrino con queste parole di sua sparsaglia. Chi poi abbi fatto quelle tante traduzioni che altri raccontano nel parer mio intorno alli Tetracordi Armonici in difesa del Patritio lo farò sapere al Mondo; et io faccio ora sapere certamente à uoi[-<23>-] che costui è un' immondo, un detrattore, un Vampolone, uno; che ueramente è quale sarebbe il maligno animo suo che fusse riputato il Caualier Bottrigaro auendoli ei senza alcuna uergogna, e coscientia rubbato dal suo Trimerone Armonico tutto quel di buono; che si troua nel secondo ragionamento delle dette sue imperfezioni Musicali intitolate lo Artusi, siccome io ui ho detto che ui si farà manifesto un' altra uolta à pieno. Le traduzioni fatte dal Caualier Bottrigaro in Italiano che questa Lingua Viperina tenta col ueleno della sua gran malignità metterui in sospetto, oltre quelle, di che io ui hò già raccontato esser fatta mentione in essa Lettera à Lettori in detta prima Ripublicazione sono queste medesimamente nella stessa lettera così descritte. "La Musica di Plutarco, quella di Gaudentio, e quella d' Alippio, autori tutti che scrissero in Lingua greca: e di quèi che ne anno scritto Latinamente, sono li scritti di Martiano Capella, di Censorino, di Cassiodoro, di Beda: La Musica del Fogliano, e quella di Boethio." Le quai traduzioni ne questo, ne altro maligno spirito potrà mai se non mentitamente negare, che esse non siano come ueramente sono del Caualier Bottrigaro. Finalmente questo scioperato, questo Caccia Grilli e Piglia Mosconi d' oro si uanta di uoler publicare un suo parere in difesa di uno (e questi fù Francesco Patricio da Gsaro detto il Platonico) il qual mentre uisse fù nobile Scrittore del più uiuo, e subito risentimento contro chi ardiua d' opporsi a' suoj scritti, come non solamente uiene mostrato dal Caualier Leonardo Saluiato in una sua Lettera del dì 20 di Maggio 1587. in Bologna al Mazzone a Cesena Registrata à Caualier Bottrigaro della difesa di esso Patricio dalle 100 accuse dateli dal Mazzone: e le parole dopo il principio di quella; che è "Illustre Signor Patricio come è rimasto molto obbligato à Vossignoria dell' accusata mentione et cetera" sono questi. "E come persona che per natura ha forte del sensitiuo ha subitamente formata una scrittura in sostentamento del detto suo, et in ribattimento di ciò; che ha disputato Vossignoria in quel luogo contra di lui." Ma come anco appunto si legge nel Proemio del Parere Armonico del Caualier Bottrigaro (titolato il Patricio) il quale [-<24>-] habbia auuto, dirò per dir poco, la nostra età, senza perdonarla ad alcuno) lo sanno per proua oltra esso Mazzone, il Burchiellato, il Tasso Figlio, et di tal Natura lo conobbe per molti anni il Caualier Bottrigaro in Ferrara) quando li parea di auere picco di qualche ragioneuole sua difesa: Nondimeno, bench' ei soprauiuesse degli anni ben più di quattro dopo la fatta publicazione di quel parere del Caualier Bottrigaro per le stampe, et una delle prime copie stampate di quello fedelmente ricapitata in sua mano presso il fine dello stesso anno della publicazione 1593 da un gentiluomo comune amico a lui data nel partir suo da Bologna per Roma dal Caualier Bottrigaro à questo effetto) così, tacendo per non altercare irragioneuolmente con sua molta Riputazione cesse. Hor che un discreto Vantatore ignorante come costui ardisca impertinentissimamente dire di uoler far quello; che uomo litteratissimo, e uiuacissimo non ha per lo suo proprio interesse fatto, ne uoluto fare, parmi, che ragioneuolmente si possi conchiudere che gran presuntione, ed arrogantia sia la costui: Onde spero, anzi hò ferma credenza che uoi così cortesissimi Lettori certi della costui molta insolentia lo giudicarete, et lo aurete com' ei merita in quella opinione, e in quella stima, nella quale con la sua immensa maledicentia ei si è sforzato di persuaderui, che teniate altri. Viuete lungamente prosperosi, e felici. Ne aspettate in alcun tempo dalle uanagloriose proferte fatteui da costui per ferma e sigillo di quella sua inuettiua se non ricopiamenti, rapinamenti storpiati degli scritti altrui: e se pur suoi, maledicentie, fittioni, dottrina falsa, e cose altre tali dispiaceuoli, inutili, et indegne di esser lette. Eccoui la promessa copia della

Fede dell' Illustrissimo Senato di Bologna:

Reformatores Status Libertatis Ciuitatis Bononiae

Cum Dominus Eques Hercules Buttrigarius nobilis Bononiae certiores nos fecerit librum quemdam Mensibus elapsis editum; Cuius est Titulus Il Desiderio, ouero de' Concerti Musicali di Varj Stromenti [-<25>-], Dialogo d' Annibale Melone nel quale si ragiona della participazione di essi stromenti, e di molte cose pertinenti alla Musica. In Milano appresso li stampatori Archiepiscopali 1601 con licenza de superiori: Nobis fuisse a quodam Artusi dicatum, prout demonstrat eius epistola cuidam Inuectiuae in dicti Domini Equitis existimationem annexa; a quo, ut asserit ipse Chartis haec Musica scripta mandata fuere: declarari petijt an supradictis ab Artusi editus Liber nobis fuerit presentatus. Nos ueritatis amatores, et qui toto animo, de ciuium nostrorum commodis et ornamentis semper cogitamus: Domino uero Equiti Herculi uiro rectissimis studijs, atque optimis Artibus praedito gratificari exoptantes publicè asseueranterque affirmamus nunquam supradictum Librum Nobis a quopiam fuisse presentatum. In quorum et cetera has nostras fieri, et a Secretario nostro subscribi, et sigillo publico communiri iussimus. Datum Bononiae in Palatio nostrae solitae congregationis et residentiae, die XXIX Mense Ianuario 1602.

Cyrus Spontonus à Secretis et cetera

[Locus Sigilli in marg.]

Volgarizamento della Sopradetta fede dell' Illustrissimo Senato di Bologna

I Riformatori dello Stato della Libertà della Citta di Bologna

Hauendoci il Signor Caualier Hercole Bottrigaro Nobile Bolognese fatto certi, che un tal certo libro publicato a Mesi passati; il cui titolo è il Desiderio, ouero, de Concerti Musicali di Varj Strumenti, Dialogo di Annibale Melone, nel quale si ragiona della participazione di essi Strumenti, e di molte cose pertinenti alla Musica. In Milano appresso gli Stampatori Arciuescouili 1601. Con licenza de Superiori: era stato à noi dedicato da un certo Artusi siccome dimostra la sua Lettera, annessa ad una certa inuettiua contra la Riputazione del detto Signor Caualiere dal quale, siccome esso afferma sono state queste cose di Musica di sua inuenzione poste in iscritto: Ci ha fatto dimanda, che sia dichiarato, se il sopradetto libro publicato dallo Arctusi ci sia stato presentato. Noi amatori[-<26>-] della uerità, e che con tutto lo animo andiamo sempre pensando à Commodi,et a gli Ornamenti de nostri Cittadini, e desiderosissimi di far cosa grata al Signor Caualier Hercole huomo dedito agli studj rettissimi, et ornato delle Ottime Arti publicamente, e costantemente affirmiamo, che a noi non è mai stato da alcuno presentato il sopradetto Libro. In fede delle quai cose et cetera Noi abbiamo comandato, che queste nostre siano fatte, e sottoscritto dal nostro Segretario, e Sigillate col Sigillo publico. Date in Bologna nel Palazzo della nostra solita Congregazione e residentia à 29 del Mese di Gennaro 1602.

Ciro Spontone Segretario

Luogo del Sigillo

Finita di copiare subito Sonate le 7 hore della notte seguente Martedì et ultimo dello anno 1602.

In Bologna et cetera.