Saggi musicali italiani

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Author: Marcello, Benedetto
Title: Lettera famigliare d'un accademico filarmonico, et arcade discorsiua sopra un libro di duetti, terzetti, e madrigali a più uoci
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS H. 46
Graphics: MARLET 01GF-MARLET 26GF

[-<1>-] Lettera Famigliare

D' un Accademico

Filarmonico, et Arcade

Discorsiua

Sopra un Libro di Duetti, Terzetti, e Madrigali

a più Voci

Stampato in Venezia da Antonio Bortoli

L' Anno

1705[-3-] Carissimo Amico

Due sono i motiui (siccome io raccolgo dalla uostra cortesissima Lettera) per li quali ui siete persuaso di spedirmi il Libro di Duetti, Terzetti, e Madrigali à più Voci: L' uno, perche io mi diuertisca al Cembalo sopra il medesimo, L' altro, perche ui dica sinceramente intorno ad esso la mia opinione. Anzi osseruo, che desiderando Voi, che io parli con libertà, cancellato auete il nome dell' Autore dal libro sudetto.

Veramente auete scelta una stagione molto opportuna, perche io possa adempire le uostre brame: impercioche altro non ui uoleua per me, che l' ozio della Campagna per auer tempo di sodisfarui. Assicurateui dunque, che sopra quanto mi ricercate dirò ingenuamente ciò che sento, tanto più che à far questo mi obligate con dirmi, che siete disposto di uolerui rendere assai dotto nella buona Musica; e prima d' appogiarui all' Autore del libro (alla di cui Scuola come delle migliori in Venezia uenite persuaso) uolete il mio consiglio, e la mia approuazione. Riceuo pure la Messa da Capella del Sesto Tuono à quatro Voci del medesimo Auttore, la quale, Voi mi dite essere la migliore, e più studiosa fatica sua, facendomi un proprio riflesso, che io deua essaminare separatamente uno stile dall' altro: il che già aurei fatto senza ancora, che da Voi mi fosse stato suggerito.

Addunque mi prenderò per diuertimento autunnale il far le riflessioni proporzionate sopra l' una, e l' altr' [-4-] Opera, desiderando, non solo à Voi, ma, di giouare à chiunque amatore della buona Musica leggesse questa mia lettera. Anzi spero di parlare con tanto chiare raggioni, che l' Auttore istesso, e si compiaccia della mia approuazione, e dalla disapprouazione mia (quando occoresse) resti conuinto, se non persuaso del proprio errore. Dico conuinto se non persuaso; perche uoi sapete benissimo, che per conuincere si hà specialmente riguardo alla parte Intellettuale; ma per persuadere fà di mestieri, che concorra la Volontà di quello à cui si discorre: che però essendo la Volontà una Potenza distinta dal Intelletto, può ella da se ripugnare affatto alla confessione della uerità: ma non può con tale indocile ripugnanza operare, che l' Intelletto concepisca diuersamente dal Vero, che lò conuince.

Mà molte cose (parlando primieramente del Libro) che io potrei sorpassare, ò perche il tempo non me lo permettesse, ò perche del tutto non appartenessero alla Materia, che io deuo trattarui, saranno dà me nell' ozio presente considerate; è ben uero che ageuolmente comprenderete, che tutte meritano qualche riflesso, essendo come tante linee, che retta, ò indirettamente uanno à terminare in un solo punto, perche tutte corispondono al proposto fine. Anche il buon Fisico non esamina solamente il male prodotto per ben curarlo, mà le circostanze ancora più minute, che sono concorse à produrlo, e che tuttauia lo mantengono. Queste perlo più sono que' medesimi Vmori, ò uogliamo dirli (secondo i Filosofi) que' Quatro Elementi, che mantenendosi nella discordia concordi conseruano sano l' Vmano Indiuiduo da essi unitamente composto; mà confusi, et alterati che siano trà loro cagionano grauissime Infermità, e bene spesso (se à tempo non si prouede) la Morte. Per tanto [-5-] ancor io deuo discorrer a Voi sopra di quelle circostanze tutte, le quali se non sono ogn' una da se un male notabile, ò tutto quel male, che io deuo mostrarui per male, sono però di tale considerazione, che senza di esse il male, di cui parlaremmo, non ui sarebbe. E uoglia il uero le Consonanze, dissonanze, accidenti, espressioni di parole, modulazioni etcetera. Elementi, che formano disposti nel loro proprio luogo la perfetta Musica, se patiscono una souerchia, e sproporzionata alterazione producono pessimi effetti, e bene spesso diuenuti mezzi ripugnanti al loro principio, distruggono affatto il tanto desiderabile fine d' una buona, e uera Armonia.

Voi mi raccomandate sopra il tutto due cose: la prima di parlar chiaro, e senza frase, la seconda senza speculazioni Mathematiche, non desiderando Voi, che riuscire ottimo Prattico. Circa alla prima procurerò di compiacerui; già in simile Materia l' Eloquenza non fà al proposito: Circa poi alla seconda permettetemi il dirui, che desiderate conseguire un gran fine senza il mezzo opportuno: mentre la buona Prattica, e per quanto possiamo chiamarla infallibile non può darsi senza un principio ragioneuole, e certo chiamato Teorica, o diremo, intendere per render ragione di quanto si opera. E sicome ogni e qualunque Artefice potrà forse riuscir eccellente nell' arte sua, per quanto gli permetteranno le prattiche fatte, e non le intellettuali da esso trascurate osseruazioni, così dell' operazione sua non potendo dar certo conto, sarà sempre sottoposto à qualche considerabile errore.

E perche da principio conosciate quanto giouarebbe [-6-] a Voi l' intendere, et a me il dimostrare alcune uolte ciò che dirò con le misure, e numeri alla mano, ui riferirò almeno ciò, che in tal proposito auisa Platone parlando uniuersalmente intorno ad ogn' Arte, e Dottrina. [Plato in Philebo libro 10. in marg.] "Vt ecce si quis ab omnibus artibus segregaret [segregandi ante corr.] numerandi, ponderandi, dimetiendique peritiam (ecco la Teorica) uile quiddam, ut ita dicam esset, quod uniuscuiusque restaret. Vile profecto. Residuum quippe imaginazione quadam, ac sensuum experientia, coniecturisque consequi liceret (et ecco la pratica) quas plerisque artes uocant cura, et labore uim suam omnem adeptas." E questo d' ogni scienza, et arte in uniuersale. Ora sentite quanto alla Musica in particolare. "An non Musica ijs plena est? Primo, concentum contemperat non mensura, sed diligentiae potius coniectura [coniettura ante corr.]" (ecco la prattica sempre inferma) "tum uniuersa eius pulsandi facultas mensura chordae cuiusquam coniectura motae perquirit. Itaque ut obscuritatem plurimam mixtam habet, et stabilitatem nimiam (et ecco gl' effetti pessimi, che sono sempre più ò meno pericolosi à sucedere) [Idem De lege liber 34: dialogus 17:1 in marg.] "Non enim quia huic uideatur, aut quoniam hic gaudeat, idcirco aequale, ipsum aequale est, aut commensurabile, ipsum est commensurabile. Sed nullo alio, quam ueritate sola. Cum ergo quis sola uoluptate Musicam asserit iudicari, minimè audiendus est, minimèque huiusmodi Musica, si alicubi colitur, quaerenda est, sed illa, quae per imitazionem toni similitudinem possidet.... Qui ergo cantus speciem, et musam quaerunt optimam; non eam quae iucunda, sed quae recta est, quaerere debent." Vedete addunque come al pari d' ogn' arte, e scienza è necessario, che la Musica abbia una guida superiore (non un orecchio corrotto) che nell' ambiguità sue sempre molte, et al giorno [-7-] d' oggi quasi infinite, la renda sicura, e certa di caminar bene. Che però tutti d' accordo gl' Autori antichi, li quali professarono cognizione d' essa l' hanno chiamata subalternata all' Arithmetica, e mezzana trà la Mathematica, e Naturale con gran ragione: impercioche prendendo essa dall' Aritmetica li numeri, e dalla Geometria le quantità misurabili, cioè li corpi, o diremo linee sonore, spicca chiaramente essere alle due sopranominate scienze Mathematiche soggetta, e subalternata. Ad altri poi non solo mezzana trà la Mathematica, e Naturale, ma subalternata anzi alla Naturale è piacciuto chiamare la Musica: e la ragione si è non in quanto alla parte de Numeri Armonici di uarie specie quali prende dall' Arithmetica; ma bensì in quanto alla parte del suono, che è naturale, e per' mezzo del quale nasce ogni modulazione, et intorno a cui la Geometria, misurando li corpi sonori, mette in uso le sue molte considerazioni. Però nelle cose naturali, niuna perfetta essendo in potenza, ma solamente quando è ridotta all' atto: così la buona Musica non può farsi perfettamente udire ne col solo numero senza uoci, che uale dire in Potenza: ne con le Voci sole separate dal numero, cioè senza ragione di proporzione: il che sarebbe sempre un atto imperfetto, e per conseguenza nulla, ò poco plausibile.

Ma sopra di questi principj uniuersali leggete il sopracitato Platone nel Timeo, nel Libro de Anima etcetera Atanasio Kirchero nella sua Musurgia meno equiuoca di molt' altre sue opere, Mersennio, Gregorio Fabro, et il nostro Gioseffo Zarlino da Chioza (del quale specialmente seguirò la Dottrina nel presente discorso per esser egli tenuto in gran considerazione da notri Teorico-Pratici Professori) nella prima, e seconda parte delle sue Instituzioni Armoniche, oltre à tant' altri Eccellenti Vomini in [-8-] tale scienza.

Tutto questo hò uoluto dirui prima d' entrare nella Materia, perche disaprouando io qualche cosa con ragione speculatiua ne restiate pienamente persuaso; e non ui lasciate condurre dalla semplicità d' alcuni moderni prattici, li quali non osseruando ne ascoltando più in là di quanto tira il loro occhio et orrechio corporeo, credono ciecamente d' esser infallibili nel uso d' un arte [la quale senza la guida speculatiua, niente hà più di certo add. supra lin.] che il pericolo d' incorrere in molti falli. Per altro procurerò per quanto mi sarà possibile di farui un buon Pratico nè dir cosa (sepur dourò dirla) anco in ordine Teorico, che non sia da Voi, e da qualunque riceuuta, e compresa. Gia suppongo, che alcuni Principj di Musical proporzione, cioè à dire consonanze, dissonanze, interualli, accidenti, specie, relazioni etcetera non ui siano del tutto ignoti: perche quantunque detti principj considerati per loro stessi prima che si uegga à quel, che deuono giouare siano per parer forse cosa secca, e senza ueruno allettamento; niente di meno dobbiamo esser certi, che dall' auergli molto ò poco familiari sia per nascere in noi più, ò meno d' intelligenza di quello, che si ha da dire. Dippiù ui auiso, che se per renderui più sicuro di quanto dirò, mi udirete citarui graui, et approbati scrittori in tal genere, dourete rassegnarui all' autorità de medesimi almeno nella Parte citata per uostra, e mia consolazione.

Ora sappiate, giache io deuo parlarui con le Regole della Prattica, che questa, siccome hò inteso dà più insigni Teorico-Prattici Compositori si considera di due sorti. La prima è quella, che riduce all' atto le cose dall' Intelletto ben concepite; cioè fà sentire le consonanze formate speculatiuamente con ottima proporzione: e questo suole, o (per dir meglio) soleua accadere nella prima Musica piana, et Ecclesiastica antica, nella quale una consonanza con armonica proporzione nel graue, ò nell' acuto all' altra alcune uolte contraposta faceua risultare un perfettissimo [-9-] Canto, ò Suono etcetera. La seconda è quella, che seruendosi (però come la prima) delle buone consonanze, queste altera, e diminuisce con le Figure cantabili, contraponendo le minori à quelle di maggior ualore, secondo la Misura del Tempo, ò battuta proposta. Da tale Seconda Prattica uengono posti in opera gli accidenti maggiori, e minori, espresse le parole con significanti modulazioni, maneggiate le Fughe, le imitazioni etcetera il che suole accadere ne Canti chiamati nuoui, ò Figurati, et tal Prattica può dirsi ancora anzi si dice Stile ò buon gusto: onde diremo con qualche ragione che la prima sia come una Prattica Materiale, e seruile, perche solamente eseguisce l' operazione intelletuale, e la seconda in certo modo sia nobile, e speculatiua, perche uà indagando intorno al miglior effetto delle cose prodotte, cioè della propria espressiua, e naturale modulazione. Che perciò molte uolte succede quanto alla prima prattica, che una Cantilena camina bene, secondo le regole speculatiue (quali poi non danno alcuna norma per lo stile, ò buon gusto) mà poi non recca uerun piacere à chi ascolta per difetto della seconda Prattica, che uuol dire per mancanza d' Intendimento intorno alla proprietà dello stile addatabile a ciò che si tratta.

Ma questo stile, ò buon gusto più con la innata disposizione, che con lo studio si aquista. E ben uero, che assai gioua il distinguere, e seguitar i Buoni, come uediamo alcuni, che con La sola Prattica dello stile, e buon gusto si mettono à gareggiare, e superano bene [-10-] spesso nel compiacere altrui quelli, che solamente operano con le regole speculatiue: che perciò dell' una come dell' altra Prattica bisogna così in questa, come nell' altre scienze tutte farne gran conto.

Passando adunque à considerare il primo Duetto intitolato Incostanza Feminile à Canto, e Basso, io ui dirò, ch' egl' è assai naturale, e facile, mà di poca inuenzione, non ritrouandosi in esso, ciò, che importa di massiccio ò maestoso al uero Duetto: mentre se abbiamo riguardo alla prima Tripla questa camina molto triuialmente. Credo però, che ciò abbia fatto il Compositore per addatarsi ancora alla Triuialità delle Parole, le quali per dir il uero non sono di tal peso, che possano mettere in molt' applicazione chi scriue. Quanto al tempo ordinario che segue, potrebbe essere di motiuo un poco più nobile, e nuouo: E circa poi alla mutazione del pensiero, che appresso segue doue dice Se mostra coi Sospir etcetera io ritrouo una troppo uiziosa intonazione del pensiero replicato in ogni battuta, il che è maggior male per esser il pensiero tanto commune.

[Marcello, Lettera famigliare, 10; text: Se mostra coi sospir che il cor trauaglia, Motiuo commune uizioso per la repplica] [MARLET 01GF]

Di più deuo fare un riflesso, che l' Auttore nel proseguire non hà ben intesa la modulazione, e la conuenienza [-11-] di questo motiuo particolarmente nel Basso, mentre usandolo per portarsi al E b molle, e poi passare al C con terza minore, si è seruito dell' A bianco, il che repugna al uero ordine armonico prattico, e forma di più cattiua relazione al Tritono con quello segue

[Marcello, Lettera famigliare, 11,1; text: Qui al A andaua il B molle per le ragioni ut supra. Se mostra coi sospir il cor trauaglia] [MARLET 01GF]

Facilmente poi comprenderete che il sogetto dell' ultima Sestupla è falso (ò proposta o risposta) dall' Intonazione, che ui metto quì appresso; onde non sò cosa chiamare un tal contrapunto, mentre repugna ancora alla buona imitazione, la quale ricerca il semituono a suo luogo quanto la Fuga. Osseruate un poco se la Proposta è d' un Tuono, e la risposta d' un altro.

[Marcello, Lettera famigliare, 11,2; text: sol. fa. mi. Soni i sospiri suoi fumo di paglia, Falsa risposta] [MARLET 01GF]

[-12-] Questa risposta pare più tosto intonazine del primo Tuono stante l' E [sqb] quadro, che fà considerare li suoi estremi F. e D. e però il semituono è nel primo interuallo, quando nella proposta à riguardo del b. fa il semituono è nel secondo: però per ischiuare ogni disordine era conueniente regolarsi come qui sotto.

[Marcello, Lettera famigliare, 12,1; text: Sono i sospiri suoi fumo di paglia, Accomodato.] [MARLET 02GF]

Segue poi sino, che arriuando à contrapuntare all' ottaua urta malamente nel passaggio col Basso in un Tritono ò sia specie, il quale io trouo dannato da tutte le scuole particolarmente nel buon Duetto, e senza gran necessità di parola come quì si uede.

[Marcello, Lettera famigliare, 12,2; text: I, <sospiri> suoi fumo di <paglia>, Tritono, Meno cattiuo] [MARLET 02GF]

Il restante non mi dispiace seguendo il motiuo proposto: ma dico bene che ui è un grand abuso di Terze (benche permesse) quando nell' ultimo passaggio ne hà fatte trentasei di seguito, il che non è mai stato pratticato così a lungo da ueruno buon Intendente in tal genere, perche in primo luogo si proibisce nello stile de ueri duetti, il troppo lungo [-13-] passaggio: impercioche l' indiscreta quantità di [[Voci]] cose ancora permesse le rende inadmissibili, e noiose: e mi pare, che questo modo faria meno male con due Violini, che con due Voci.

[Marcello, Lettera famigliare, 13; text: <paglia>, Passaggio Vizioso per tante Terze.] [MARLET 02GF]

E di quì si uede che è scritto questo duetto col rifflesso solamente all' effetto, che può fare nota con nota, che uale a dire, con la prima Prattica esecutrice del operazione intelletuale, ma senza riguardo alla seconda, cioè alla proprietà dello stile per simili cose: impercioche se esaminaremo à nota per nota, facilmente potremo accommodarci al fatto: ma considerando tutta assieme la composizione ritrouaremo gl' accennati Incouenienti, quali seruono à renderla (senon à fatto disgustosa) almeno poco aggradeuole.

Prima di passare alla considerazione del secondo Duetto à due soprani hò uoluto ieri dar una scorsa à tutto il Libro per mio passatempo, et auendo così alla sfugita osseruate molte cose repugnanti alle buone regole, e molte al buon gusto, e proprietà dello stile hò pensato bene le molte repugnanti alle regole (come sarebbe a dire Fughe, imitazioni, dissonanze, modulazioni etcetera) mandarle nell' istesso tempo che io deuo discorerne alle principali scuole d' Italia, acciochè li dubij, li quali à me occorrono secondo la uerà scienza [-14-] mi uengano dal parere delle scuole medeme ò sciolti, o approbati: così che uoi oltre la mia debole e particolare opinione restiate persuaso pienamente dalla Vniuersale Auttorità de più accreditati Maestri del Mondo: e così pure hò fatto della Messa da Capella.

Ora parlando sopra il primo tempo del secondo Duetto, ne mi piace, ne mi dispiace, cioè non mi piace perche e assai ordinario, e non mi dispiace [[cioè non mi piace]] perche più tosto camina conforme alle Regole: se bene la modulazione potrebbe essere meno aspra in principio non hauendo io mai ueduto (ò rare uolte almeno) la quinta superflua in quel modo trà le parti saltando il Basso, ma bensì nel secondo molto rouesciate.

[Marcello, Lettera famigliare, 14,1; text: I, ch' io peno ch' io sospiro, ch' io sospiro, primo modo poco pratticato saltando il Basso senza quinta.] [MARLET 03GF]

E la ragione, per la quale il primo modo è poco pratticato si è perchè rispettiue al Basso le parti sono disordinate ritrouandosi di sotto la sesta, e di sopra la terza, che cosi non succede nel secondo modo, doue sotto la terza, e sopra la sesta come è douere di buona armonia si ritrouano.

[Marcello, Lettera famigliare, 14,2; text: occhi tiranni ch' io peno ch' io sospiro, secondo modo più pratticato col Basso di grado.] [MARLET 03GF]

Osseruo poi, che doue dice sospirar e penar la settima del primo canto sopra E diesis del Basso risolue assai male, mentre contro ogni regola ascende al E naturale, quando dourebbe calare al C. Tale disordine però può saluarsi col cambiamento delle parti ritrouandosi il C nel Secondo Canto: mà cosi licenziosi cambiamenti non deuono usarsi senza gran necessità. oltre la passata impropria del Basso modulando da una corda Enharmonica à una Diatonica cioè [-15-] dal terzo al primo genere senza toccarè il secondo Cromatico: mà di tal strauagante confussione di generi parlaremo altroue più diffusamente.

[Marcello, Lettera famigliare, 15,1; text: I, sospirare penar, Cattiua rissoluzione. Armonia illegittima.] [MARLET 04GF]

Subito appresso poi l' Armonia delle parti non è la legitima à tre considerando il Basso è peggio non lo considerando; ma sarebbe da usarsi più tosto à quattro uoci, quando la quarta parte sopra À diesis del Basso battesse la sesta Diesis, cosiche si trouassero insieme con la quinta falsa terza, e sesta maggiore come à dire.

[Marcello, Lettera famigliare, 15,2; text: ottimo a quattro.] [MARLET 04GF]

À quattro è ottimo l' À diesis nèl Basso, perche prepara [<precede> ante corr.] bene con le false la rissoluzione.

Mà à tre bisognaua far in altra manièra: che s' egli come stà non è errore, almèno non è il Migliore, che si possa fare, et io deuo pèr ben sèruirui farui uedèrè il buono dal mèglio condannando nel Professore anco il passabile, quando potèua far l' ottimo.

[Marcello, Lettera famigliare, 15,3; text: Buono a chi piace, Migliore perche il Mouimento è sensibile.] [MARLET 04GF]

L' istesso caso succede poco appresso, doue uedrete il disordine sopradetto di cattiua risoluzione, anzi peggiore del primo perche almeno nel primo si troua la sesta uicina alla Settima, che in tal caso il cambiamento delle parti è tollerabile; mà qui di sotto si ritroua la sesta doppo la Settima all' ottaua sopracuta [-16-] il che è inadmissibile, nè tale cambiamento disordinato di parti può mèritar scusa ueruna.

[Marcello, Lettera famigliare, 16,1; text: I, La risoluzione della settima del secondo Canto nella sesta sopracuta è pessima.] [MARLET 05GF]

La ragione per la quale io chiamo migliore il passo, che sarà accommodato più [[tosto]] [soto corr. supra lin.] à similitudine dell' altro, si è perche douendosi uscir di Tuono, come uedete bisogna, che l' accidente per mezzo, del' quale si fà quest' uscità sia in una delle Parti doue è più sensibile, che nel Basso, che non deue far altra Figura che di accessorio, ò uerò accompagnamento.

[Marcello, Lettera famigliare, 16,2; text: Buono come sopra à chi piace, Migliore per le ragioni ut supra] [MARLET 05GF]

Qualch' altra ossèruazionè la uado segnando sul libro, che meglio comprendèrètè in fatto, quando uelo rimanderò; mentre dettando io questa mia lettera à persona dilettante di Musica non uoglio abusarmi della sua Cortesia facendogli scriuere ogni minuzia. Pèr altro nèlla Tripla seguente doue attacca pèr imitazione non mi dispiace: e sè fosse stata più breue la Cantilèna, ò più uaria dal principio ch' io peno alla quale si uniforma troppo uèrso il fine, mi sarebbe anzi piaciuta.

[Marcello, Lettera famigliare, 16,3; text: Ch' io peno, ch' io sospiro e nol credete ch' io peno, Principio.] [MARLET 05GF]

[-17-] [Marcello, Lettera famigliare, 17,1; text: Non mi sento di uoler morir pèr uoi, Fine medesimo.] [MARLET 06GF]

Mi riporto poi, (come dissi) à qualche cosa, che intorno alla buona condotta di questo fine hò segnata sul libro. Auertendoui, che doue ritrouate accommodato il buono in migliore, se non intendete bene l' accomodamento, douete conferirlo con Pèrsona più esperimentata di Voi, e restarete persuaso.

Passando al Tèrzo intitolato Quèrela amorosa à Canto, et Alto, e per quanto uado osseruando il libro tutto è composto d' una medesima pasta, cioè di motiui tutti ordinarij. è molte uolte intèsi, ma non tanto replicati da Buoni imitabili in tal gènèrè di Composizione. Ma li Madrigali del Principe di Venosa, Monteuerdè, Raccolta del Vècchi, Stradella, Carissimi, Bernabei, Pier Simon Agostini, Ziani Vècchio Stefani et cèrtamente l' Autore di questo libro non hà mai ueduti: e guai ad esso: se gli hà ueduti non essendosene approffitato col fondo de primi, e con lo stile, e buon gusto degl' ultimi. Dico adunque, che sempre ritrouo cose triuiali assai, e particolarmente un certo passo, che quasi in ogni Duetto replicatamente si uede, et è quello di mouersi col Basso di quarta in sù, e quinta in giù con le Parti, che uanno legando la Settima cambiata, come ui dimostro qui appresso, il quale oltre l' esser stato molto usato, per la sua frequenza nel libro si rènde uizioso.

[Marcello, Lettera famigliare, 17,2; text: Come ladri del mio core] [MARLET 06GF]

[-18-] Però io ui consiglio à non seruiruene quasi mai, mentre oltre all' essere stato pratticato tanto per auanti, si ritroua cosi spesso in quest' opera, che non si può usarlo senza manifesto contrasegno d' una sterilissima Idea. Eccolo pòco di sotto sopra la medesima pagina.

[Marcello, Lettera famigliare, 18,1; text: 7, à lagrimar, Modo uizioso per la repplica.] [MARLET 07GF]

In somma in tal maniera facilmente si tira innanzi: ma (come dissi da principio) non basta pèr far bene, che nel Componimento non si pecchi sempre contro le Regole fondamentali, quando non si osseruano quelle dello Stile. e replico, chè nel Professore io disapprouo anche il buono à confrònto del migliore, come qui sotto uedete.

[Marcello, Lettera famigliare, 18,2; text: I, passabile, Migliore] [MARLET 07GF]

La seconda battuta di questo passo è poco buona, perche deuono considerarsi ne due ultimi quarti E. C. nèl Canto G. et E nèll' Alto: mà come segue accommodato è ottimo: non essendo conueniènte, che le parti anticipino l' uscita dal Tuono auanti [[muò]] mouèr il Basso. Vi prego poi dar un' occhiata al Libro, che ui rimando, sopra il quale hò [[su]] sègnate altre osseruazioni sul Tempo, che segue sino che si arriua alla Tripla, doue ben presto si troua il passo sopracennatoui.

E qui si pecca contro la seconda Prattica del buon gusto, aggiungendosi un disordine (che io chiamo errore) assai considerabile, e ch' ognuno di sano intendimento condannèrà, doue seguano tante ottaue, che uanno al Vnisono senza proposito essèndo un' imitazione la peggiore, che possa farsi, perche rende il Contrapunto molto mendico [-19-] d' Armonia, la quale principalmente deue nel Tempo di Tripla rissalzare nel battere passando per non curate le note di grado; onde guai al Contrapunto se non ui fosse il Basso, il quale in simili cose non deue essere mai in Figura di Principale.

[Marcello, Lettera famigliare, 19; text: I, 7, Ottaue Vnisoni. Vizioso ut supra.] [MARLET 07GF]

In questo caso io considero la Cantilena à uoce sola, e non più, mentre si può far benissimo di manco nella seconda parte non ricauandosi da Essa uerun uantaggio di maggiore armonia. Ora ui dico che l' imitabile in quèsto libro è assai poco, mentre il buono, che c' è lo trouarètè ancora in altri di grado inferiore, se osseruarete le cose loro. Per quanto uado uedendo ancora nel Funerale della Speranza, che è il quarto Duetto à Contralto e Tenore, si compiace il Contrapuntista di rispondere sempre per imitazione attacando fuori di Tono la risposta. Se deuo dirla, io non approuo l' imitazione particolarmente illegitima, che nel progresso nulla curandomi, che la spuria imitazione derriui tale per motiuo d' un secondo pensiero; intendendo con tutti i Buoni, che primieramente le risposte siano reali, alle quali deue seruire il [contrasogetto: e poi nel proseguimento donar qualche arbitrio al add. supra lin.] Contrapunto doppio, il quale considerandosi, come accessorio non deue mai distruggere il principale, cioè la buona risposta alla prima proposizione. Guardate un poco appresso il disordine, se l' accomodamento leua ogni confussione?

[-20-] [Marcello, Lettera famigliare, 20,1; text: Falsa per il secondo Contrapunto. Speranze mie quanto infelici siete, Basso improprio. Accomodato ogni disordine.] [MARLET 08GF]

Poco appresso eccoui il passo da me repplicatamente dimostratoui nell' antecedente Duetto benchè in misura di tempo diuersa.

[Marcello, Lettera famigliare, 20,2; text: 7, 6, Vizioso per la repplica.] [MARLET 08GF]

Segue poi Già nel barbaro sen, e sino al fine del Tempo ordinario mi piace et è il Migliore, che sin' ora hò ueduto; solamente in qualche sito il Basso potrebbe auer maggior forza, e stabilir il Tuono, mentre calando sempre con quinta, e sesta assieme primieramente l' orecchio non resta mai persuaso di Tuono alcuno, e poi è uizioso il discendere troppo à lungo con tutte le Parti.

[Marcello, Lettera famigliare, 20,3; text: Sue <na..>, Passabile, Migliore. 5, 6, 9, 8] [MARLET 08GF]

[-21-] Eccoui alla Tripla, doue osseruo la proposta dèl Tenore, molto malamente corrisposta dall' Alto, con tutto che possa intendersi imitazione, mà questa imitazione è assai peggiore della prima del presente Duetto, mentre quella almeno implicitamente hà il Semituono a suo luogho, e può chiamarsi imitazione arithmetica se non armonica secondo la proporzional diuisione dell' Diapason, mà in questo caso come uedrete non si ritroua altra imitazione, che delle Figure. Per altro è illegitima essendo fuori affatto di luogo il Semituono, che solo rende della propriètà d' ogni imitazione. Simili imitazioni per tanto non deuono considerarsi altrimenti, che se un Pittore uolèndo far un ritratto, che imiti, formasse una Testa con le sue parti, mà senza l' idea ò l' aria del uolto, che si propone di imitare, e pretendesse auerlo imitato, perche nella Testa sua si ritroua ogni cosa simile al Naturale, cioè Naso, occhi, Bocca etcetera. Voi uedete benissimo, che perche una copia rassomigli al Originale, conuiene oltre le parti di esso auer in se l' aria, ò Brio del medesimo: E cosi una buona imitazione non deue solamente consistere nèlla Figura delle note (crome, ò altre che siano) mà nella particolar intonazione della Proposta. Nè può il Contrasogetto, che succede saluar la falsa imitazione mentre, torno à dire, prima si deue risponder bene ò per Fuga, ò per imitazione, e poi trouar un secondo pensiero, che serua alla medema risposta in Tuono.

[Marcello, Lettera famigliare, 21,1; text: 3/8, do sol fa mi re. Imitazionè di figure non sèrue a nulla, Cambiate in contrasogetto. Imitazione, ò risposta giusta.] [MARLET 09GF]

Di più auertite sul Libro, che mai si troua l' intonazione [[seruito]] giusta, corrispondente al primo motiuo: Fà, mi, onde à che hà seruito proporre una cosa per non douerne mai più far conto? però ancora in principio era manco male formar il pensiero coll' interuallo d' un Tuono Sol fà, e poi seguitar sempre per imitazione, mà io uedo, che si scriue più à prattica di nota contro nota, che à lume di buona Dottrina.

[Marcello, Lettera famigliare, 21,2; text: I, Proposta, fa, mi, re, do, Risposta, sol, sol fa.] [MARLET 09GF]

[-22-] [Marcello, Lettera famigliare, 22,1; text: sol - fa. la - sol.] [MARLET 09GF]

Più à basso poi uedo confuso un Tono con l' altro, il che ui segno sopra la pagina del libro, e lo considerarete à bel agio. Vi dico bensi, che non hò mai più ueduta una disposizione delle parole così tediosa sopra il medesimo modo come questa, e poi piangete, imperciochè osseruo una repplica di esse otto uolte nell' Alto, et otto nel Tenore senza interruzioni il che è molto fuori della conuenienza, come si uedè ancora nel fine. Aggiungo poi, che nell' passo qui sotto in rigore di contrapunto ui sono due quinte, tanto più, che il C. del Tenore è immediatamente superiore, e prossimo al B. dell' Alto. e la Càmera non le salua. E ben uero, che io non ui baderei molto, se il restante della Composizionè fosse irreprensibile; mà in un corpo infermo com' è questo ogni accidentè è osseruabile.

[Marcello, Lettera famigliare, 22,2; text: 5, 3, Accomodato] [MARLET 09GF]

Appèna incommincio à considerare il Quinto Duetto a due Canti, che ossèruo una Imitazione nell' Basso distruttiua della buona regola di risoluere.

[Marcello, Lettera famigliare, 22,3; text: Amor, Impropria risoluzione particolarmente: à due. Accomodato e con l' imitazione.] [MARLET 09GF]

Vedo benissimo, che il Compositore si è uoluto prender l' arbitrio di muouèrsi in quella maniera; tuttauia non è arbitrio da prendersi, mentre l' imitazionè, la quale, come dissi, è un ordine accessorio non deue distruggere il merito principale, cioè il buon metodo delle rissoluzioni. La uostra non ancora ben fondata esperienza in simili cose potrà forse dirmi, che queste sono minuzie da non considerarsi, ed' io ui rispondo, che queste minuzie unite à molte, e molt' altre di simil' natura, che si ritrouano nel Libro seruono à renderlo di poco buona qualità, e peccando contro le Regole (se non sempre della scienza) [[dell' buon]] [dello corr. supra lin.] stile, e [buon add. supra lin.] gusto, rendono il componimento compatibile, non inuidiabile. Quì mi souuiene ciò, che io lessi nella uostra lettera uerso il fine. [Lotti discepolo del Legrenzi m. alt. in marg.] Voi dite, che l' Auttore dell' Opera presente uiene dalla Scuola di Giouanni Legrenzi. Io no sò, se ciò m' auuisate, perche con la buona Opinione, che [-23-] io tengo ragioneuolemente del Maestro, deua considerare il Discèpolo. [Antonio Biffi era allora Maestro di Cappella di San Marco e fu discepolo del Legrenzi come il Lotti m. alt. in marg.] M' aggiungete di più, che il nostro Maèstro di Capèlla, come condiscèpolo dell' Auttore alla sudetta Scuola, approua in tutte le sue parti quèsto Volumè, e l' assolue da ogni Cènsura, che potèssè essergli fulminata contro; à segno chè pare uogliate obbligarmi à dir benè, il che se fosse uero offendereste uoi medèmo, che mi auète sciòlto à farne giudizio; essendo tali riflessioni proprie da farsi à chi nulla, ò poco intende in questa Scienza.

[Non tutti i Maestri hanno la sorte di far buoni i loro discepoli m. alt. in marg.] Vi dirò per quello mi tocca, che non tutti li buoni Maestri hanno la sorte di far buoni tutti li loro Discèpoli: troppo si ricerca in questi per rendèr gloria à quelli con ottima riuscita. Però io considero l' assoluzione dell' uno agl' errori dell' altro, come una propria condanna. E per dir il uero sin' ora io non hò ritrouata nelle considerazioni da mè fattè cosa tale, che possa giudicarsi deriuarè specialmente dalla Scuola del Legrènzi, anzi nessuna di quelle da me disapprouate si uede nell' Opre cosi manuscritte, come stampate del sopradetto Maestro per quanta prattica io habbia delle medesime, onde mi conuiene dire con ragione, ò che il Maestro hà burlato il Discepolo, ò il Discepolo non hà ben inteso il Maestro. Per altro torno à dire, sè il Maestro di Capèlla approua, ò deue rinegare la buona Scuola, ò render ragione della sua approuazione, ò contentarsi d' esser considerato al par dell' Auttore, cosi che ad un solo Giudizio siano ambedue sottoposti. Bensi mi ricordo à questo proposito, che più uolte mi disse soggetto degno di Fede (ch' io ui nominarò in uoce) confidente, e buon imitatore del Legrenzi, che questi si protestaua d' auer due Discepoli, che aurebbero terminati li loro progressi, terminando Egli di uiuere; [detto del Legrenzi m. alt. in marg.] non sò poi se s' intèndèssè di questi due.

Orà tirando innanzi sopra il sopranominato Quinto Duètto à due Canti, io dico, che il Basso [[col]] nel Principio sino à un certo segno farebbe miglior sentire, se auèsse un altro Basso per fondamento, impercioche in alcune risoluzioni, e particolarmènte nel fine della seconda battuta si muoue molto aspramente, come uedrete sul Libro da me segnato, e poco aprèsso ueniamo nèll' solito passo già citatoui. prima molto usato, e triuiale aggiungesi poi un D Diesis, che batte nel primo canto sopra un A. del secondo, et quest' A. non risolue mai: mà passa ascendendo ad un C. più falso. [-24-] quale pure non hà la sua legitima risoluzione, che dourebbe discèndendo al B uicino fermaruisi al quanto per far comprendere la rissoluzione.

[Marcello, Lettera famigliare, 24,1; text: I, 7, 5, 6, aspra, Falsa: più falsa irresoluta. Vizioso pèr la repplica, Accomodato.] [MARLET 10GF]

Però u' assicuro, che da chi si sia Buono, (ne meno dal Legrenzi intitolato Maestro dell' Auttore) non ho ueduto un simil abuso di note false senza esser rissolute, come deuèsi. Seguono poi altre Legature buone trà le parti, mà che non hanno il loro Basso legitimo particolarmente in tale stile. come sarebbe à dire.

[Marcello, Lettera famigliare, 24,2; text: I, Basso illegitimo, E qui pure, Legitimo.] [MARLET 10GF]

Il Legrenzi non hà mai pratticato il primo Basso, bensi il secondo: mentre oltre il confondersi per quanto si può un Gènerè còl' altro cioè Diatonico, e Cromatico non si sà quale sia la falsa, che si risolue, mentre è falso trà le parti, ciò che è buono col Basso, e ciò, che è buono con il Basso essendo falso trà le parti, risolue nel catiuo col medesimo Basso, e cosi si passa di falsa in falsa senza ragione. Oltre di che ne' proposti Tuoni non hà che fare F diesis pure falso doppo B pure falso, e D Diesis falso [-25-] doppo [[D]] G Diesis pure falso, se non come accidentali doppo una Chorda media buona, che risolua l' antècedentè, cattiuo per la quinta minore, che hà sopra di se. Io ui parlo con questa sottigliezza, perchè non uorrèi ui attacaste à simili abusi dicendo io sèguo il Tale, pèrche farete uno Stile molto corrotto, e nessuno intèndente ui [ue ante corr.] renderà applauso. E perche mèglio conosciate la uerità della sopradetta impropria confusione di Genèri non sarà fuori di proposito, che io ui renda informato della loro diuersa qualità, ordine, e, proporzione. Vi dirò dunque, che tre furono, e sono li Generi per mezzo de quali ogni Cantilena, ò contrapunto hà la sua forma e la sua diuersa ragione. Diatonico, Chromatico, et Enharmonico. Il Diatonico Syntono secondo Tolomèo lasciando le sue distinzioni in molle Diatonico etcetera fù il primo ritrouato, et usato ancora anticamente da per se Solo, essèndo composto di tali Chorde, ò Intèrualli, che rèpplicati ne' suoi Tetrachordi rendeuano una certa determinata Armonia, della quale li Antichi si appagauano, come che la ricercauano semplicemente nèlla modulazione d' una sola parte, e non più. À differenza de Moderni prattici, che usando tante, e tante diuerse Consonanze, pare, chè ne meno siano contenti di quante si trouano ne' sopradetti tre Genèri aggiungendone à quelle di capricciose, e illègitime. Il Genèrè Diatonico addunque si troua composto per ogni suo Tetrachordo (che quatro sono li Naturali, ed uno accidentalè, come dalla Dimostrazione più sotto intenderete) di due Tuoni, l' uno minore, e l' altro maggiore, e d' un Semituono maggiore, qual Tetrachordo replicato, ò usato con ragioneuole arbitrio è atto à produrre, come si è detto, una Cantilena semplice, e naturale. Mà non cosi succede negl' altri due Genèri Chromatico, et Enharmonico, impercioche li Tetrachordi di essi (benche della medesima quantità d' interualli composti) rendono qualità diuersa di suono, essendo il Tetrachordo del Chromatico formato di due Semituoni maggiori, e d' un Trihemituono, ò terza minorè, et il Tetrachordo dell' Enharmonico di due Diesis, et un Ditono, ò terza maggiore. Dal che spicca chiaramente, [-26-] che da se soli non possono formare una compita harmonica Circolazione, mà più tosto accompagnandosi col Diatonico seruono à renderlo secondo la buona moderna Prattica più uago, e diuerso dalla sua propria qualità semplice, et incomposta. E uaglia il uero noi non potremo formar una ben regolata, e uaria Cantilena nel genere Chromatico e meno nel Enharmonico senza seruirsi qualche uolta del Tuono maggiore, e minore propri del Diatonico, che in caso deti Generi di chiamarebbero Misti. Orà ciò ben compreso restarete ancor persuaso, che il Genere Diatonico semplice deue per farsi giustamente distinguere mantenere la proprietà de' suoi Interualli, e particolarmente del Semituono Maggiore, il quale non può essere compreso per tale senza il Fà doppo il Mi, come più [[....]] [sotto corr. supra lin.] uedrete. Però nel passo segnato doue un B mi passa al F. diesis più tosto che à C chorda Diatonica uoi uedete come restano irragioneuolmente confusi insieme li due Generi Diatonico, e Chromatico. impercioche essendo B mi chorda Diatonica (e la Cantilena formata in tal genere) deue immediate ascendere al C per reintegrazione del proprio Genere, e non calare al F Diesis Chorda Chromatica e di [da ante corr.] genèrè affàtto diuerso. Peggiore poi è il secondo passo, doue G diesis nell' Basso passa à D. Diesis senza ueruna mediazione di Chorda regolare, non essendo dette chorde d' alcuno de generi predetti. Mà pure uolendole considerare secondo la proporzione d' alcuno d' essi, sarebbe conueniente, che G. diesis ascendesse immediatamente al A (essendo proprietà del Diesis ascendere) e non calare al D diesis. fuori d' ogni conuenienza armonica, e naturale. E tali irregolari mouimenti io li considero degni di biasimo specialmente nel Basso, essendo questi la Basse d' ogni genere, e d' ogni modulazione, la quale particolarmente consiste nèl buon uso del Semituono, [Gioseffo Zarlino parte 3. Capitolo 19. in marg.] senza di cui ogni Cantilena sarebbe aspra, ed insopportabile ad udire.

[Marcello, Lettera famigliare, 26; text: Tetrachordo hypaton, Tetrachordo Meson, Tetrachordo Diezeugmenon, Tetrachordo hypèrbolon, Tetrachordo Synemenon, Ordinè o genere Diatonico] [MARLET 11GF]

[-27-] [Marcello, Lettera famigliare, 27,1; text: Tetrachordo hypaton, Tetrachordo Meson, Tetrachordo diezeugmenon, Tetrachordo hyperbolon, Tetrachordo Synèmenon, Chromatico, Enarmonico, X] [MARLET 11GF]

Auuertite, che le segnature sotto le Chorde A. E. B. E. A: dell' ultimo genere s' intendono essèr à dette Chorde positiuamente, come osseruarete nella dimostrazione de' sopradetti tre Generi, che nè fà Gioseffo Zarlino parte 3. capitolo 72. Instituzioni harmoniche. E questo segno X è detto diesis Enharmonico: non perche in èffetto non sia dell' istesso ualore del Diesis chromatico nel crescere un Semituono minore: mà per la diffèrente Situazione, nella quale si troua. Impercioche il Chromatico si troua frà Tuoni, quelli diuidendo, e l' Enharmonico frà Semituoni, essendo sua proprietà il diuidere li Semituoni maggiori, come dalli sopramostrati esempi è facile da conoscere.

Finalmèntè da queste dimostrazioni meglio ui persuaderete, che nel genere Diatonico bisogna procedere dal mi al fà per non pregiudicare alla natura sua leuando il Semituono innalterabile in ogni suo Tetrachordo, che però passando dal B mi à Fà Diesis si uà troppo impropriamente nel Chromatico. Il secondo passo poi di G Diesis à D. Diesis non essendo tali chorde d' alcuno de' sopradetti tre Generi, diuenta peggiore, perche dette Chorde sono inuentate dal uso de' nostri Cembali, ò altri artificiali instromenti. Però tanto più era necessaria una Chorda media d' alcuno de' generi trà G. e D. pèr duidere una cosi impropria propinquità.

[Marcello, Lettera famigliare, 27,2; text: Diatonico confuso impropriamente col Cromatico, Corda fuori de' sopra detti trè Generi e confuse, Il primo ridotto al uero Genère diatonico, Il secondo accomodato con una Chorda del Diatonico ò Chromatico] [MARLET 11GF]

Non crediate, che il Sopra mostrato esempio confuso di Generi possa considerarsi, come acciaccatura, perche di questa ancora à suo tempo nè parleremo. Adunque per quanto osseruo certamente questi Duetti sono scritti con poca considerazione intorno allo Stile, ò buon gusto per simili cose, mentre li motiui, come il seguènte sono più tosto da...... e pure à due si può far tanto bene.

[-28-] [Marcello, Lettera famigliare, 28,1; text: Ripieno] [MARLET 12GF]

Segue poi tutto ad imitazione, mà per lo più falsa, come uedrete, e tali disordini si saluano per quanto osseruo con il Contrasoggetto; quasiche per far un contrasoggetto sia neccessario rispondere sempre con metodo disordinato. E pure il Contrasoggetto deue più tosto ricercarsi adeguato alla risposta, — che sia tale, che la uera risposta non sia da esso impedita.

[Marcello, Lettera famigliare, 28,2; text: Mi re sol, Contrasoggetto fa, la] [MARLET 12GF]

Guardate poi sino al fine del pensiero quante repplichè ui sono delle duè parole men gelosia, che da per loro nulla significano, e imparate à schiuarle se uolete, che la uostra Musica diletti ancora chi non intende di Contrapunto. Perche in questo Libro non si hà risguardo al buon ordine nè delle note, nè delle parole anzi (scusatemi, se ui dico tanto) mi pare, che cose tali siano piutosto da Scolaro, che da Maestro, e aùrei durato poca fatica à credere, che fossero uostre, se me l' aueste asserito, quando l' Autore, componendo in tal forma non auesse preteso di fare una caricatura alla buona Musica. La Sestupla poi, che segue piacemi tutta sino all' fine, perche è ben condotta la modulazione di Tono, in Tono, con proprietà, le legature fanno buonissimo effetto, et il motiuo è puro, onde uoglio credere, che ogn' uno nè resti pienamente sodisfatto. Non approuo già l' entrata del secondo canto nel tempo ordinario, che segue. impercioche oltre l' entrar in quarta, e prosèguir in quarta (che ora non uoglio disputare se sia consonanza, ò nò secondo li antichi.) con tutto che siano le Chorde neccessarie per ben rispondere, la cadenza, che fà nel medesimo [-29-] tempo il primo canto fuori di Tuono leua affatto il merito al secondo d' entrar in Tuono: essendo le dette parti molto separate di proprietà harmonica trà di loro.

[Marcello, Lettera famigliare, 29,1; text: I, Risposta alla proposta del primo Canto, Basso meno Cattiuo, perche almeno in battere ui è Terza e Sesta.] [MARLET 13GF]

Il restante poi camina assai uniforme cosiche intèsa la prima battuta si sà sino al fine, come hà da essere. E ben uero, che resta diuèrsificato il motiuo da quel solito passo, che potrebbe più seruire à un Versetto di .... che di Duetto. Onde se pur considero qualche uolta per buone ogn' una da se le consonanze, che si trouano nel presente libro, stante l' essere cosi malamente disposte, mi pare non poter considerar esso Libro, altrimenti, che una Fabbricha irregolare formata di bellissimi materiali etcetera.

[Marcello, Lettera famigliare, 29,2; text: 7, Vizioso per la Repplica, E più sotto. E più sotto ancora] [MARLET 13GF]

[-30-] In tal maniera molto presto uoi farete li uostri Contrapunti; mà considerate un poco se è cosa pròpria in un' opera, che si mette alla Stampa (per dar altrui norma di ben comporre) l' introdurui pensieri cosi communi, e talhor frequenti, e de quali ne aurete l' Esemplare nelle diuerse Opere d' Arcangelo Correlli [Cornelli ante corr.], il quale li hà usati propriamente per esser più da Violini che da uoci. Dico per tanto; altro non potersi imparare da questo libro, che à fuggire il male, che è molto, per l' abuso, che in esso si uede ancora del buono: e se io non uolessi mentirui direi, che mi burlate con l' asserirmi, che l' Auttore sia stato Discepolo del Legrenzi: poiche mi lusingo d' auermi approfittato io più dall' opere sue, che il Compositore dalla di lui uocal Disciplina. Se poi il Maestro di Capella ò altri approuano, mal per loro. Aggiungerò à tal proposito ciò, che in altro caso sentì dirsi Francesco Petrarca dall' Amico nel Capitolo terzo de' suoi Trionfi d' amore siamo tutti màchiati d' una pece.

Non hò auuertito d' auuisarui sin' ora, che tutti li Duetti sono ripieni di passaggi, il che mi souuiene osseruando il presente à due Alti, doue per quanto uedo si lauora assai in tal genere. Sentite, io non proibisco già i passaggi assolutamente; mà ui dico bene, che l' usarli di souuerchio, e cosi spezzati senza necessità di parole, particolarmente in tal sorte di Componimenti è cosa molto uiziosa, et è contrasegno euidente di scarsa idea. Qui sotto poi uedrete le risoluzioni anticipate da due note superfluè, il che non è proprio, non essendoui grand' impegno, e mi pare, che le Parti poteuano cantar meglio nel secondo modo.

[Marcello, Lettera famigliare, 30; text: I, Passabile, Migliore] [MARLET 14GF]

Mà l' Auttore scriue con troppa libertà, e per quanto io uada rifflettendo alle cose del Legrenzi, e di tant' altri ègualmente buoni non ui posso ritrouare un' tale abuso di risoluzioni. Osseruate un poco quel passaggio sopra le parole il Bronzo accende, e ditemi, che ue ne pare anche al' occhio, non che all' orrechio. è quasi indouinarei dal Pedale sopra di cui cammina (come pure dà altri pedali, quali osseruo [-31-] nel opera) chi è l' Auttore della medesima. Mà giacche ui piace, che mi sia occulto resto di buona uoglia nella mia incèrtèzza per poter proseguire sènza riguardo à altrui la mia opinione.

La Tripla solo il cor di Mirtilla mi piace perche in questa uèdo certè buone Legature usate ancora da Eccèlenti Vomini; e in somma concludo chè chi uuol farè assai bene bisogna contènersi conforme alle règole de buoni Primi, cioè legar bènè, rissoluèr meglio.

Segno sul libro qualche durezza appunto nelli duè [[Bassi]] passi s' indura che mi pare troppo aspra particolarmente col Basso, che passa da una all' altra chorda falsa senza far sentire primieramente la chorda lègitima pèr fermar il Tuono. E che ciò sia uèro comprèndetelo dal Secondo Basso.

[Marcello, Lettera famigliare, 31; text: I] [MARLET 14GF]

Primieramente il C Diesis èstremo nèlla seconda Battuta del primo Alto è superfluo, e cattiuo, mentre forma una durezza, e poi passa in un' altra durezza, la quale abbastanza spicca da se sola per la nona, e decima sopra F. il qualè resta per dir il uero pregiudicato assai dall' antecedente C Dièsis, che mal corrisponde alla proposta del secondo Alto. Di più con il secondo legitimo Basso annotato si schiuano molt' altre durezzè. Impercioche coll' Basso proprio si può con maggior facilità comprendere il mouimento dellè Parti, chè con l' improprio, il quale tanto disgusta l' orrècchio, che non lo lascia punto riffletère à ciò, che dourebbe per compiacersi. E certamente il Legrenzi non hà mai rissolute le sue legature con un' tal Basso, che pèr maggior sicurèzza di tal uerità osseruarètè il suo libro stampato di Duetti, e Tèrzètti intitolato Idee Armoniche etcetera.

Segue poicche fiera crudel, e mi piace assai doue lega non crede al lagrimar, perche tanto le False, quanto le buone sono à segno: se bene s' accosta alla cadenza di G. terza minore con qualche asprezza. [-32-] Di sotto poi doue si repplicano le Sudette legature non si troua la uera nota nell' Basso, comè uedrete: particolarmente discendendosi col Diesis in tuono di Terza minore: oltre di che non si deue anticipare con C Diesis in batterè l' A. con terza maggiorè, che solamente in leuar deuè auere il suo uigore, stante le parti superiori legate.

[Marcello, Lettera famigliare, 32,1; text: I, 6, 5, Accomodato.] [MARLET 14GF]

Et osseruate uerso il fine dèl Madrigale mio core, languisco à due canti di Giouanni Legrenzi, che trouarete un passo simile, ò poco uario quanto alle legature, et modulazione col sècondo Basso da mè accommodato

[Marcello, Lettera famigliare, 32,2; text: Simile del Legrenzi, proui aspre pene] [MARLET 14GF]

Sul libro poi hò sègnate le uèrè note dèl basso per dar più Forza alla modulazione, doue si troua il passaggio Fiamma etcetera mentre il calar a lungo con l' accompagnamento di quinta, e sèsta assieme non stabilisce mai Tuono positiuo, il chè non si deue lungamènte trascurarè senza gran necessità perche l' orrecchio non resti tanto sospeso: come già s' è annotato nel Funèrale della speranza à carte _ nel secondo passo.

Conuien ben ritrouarsi nell' Ozio della Villa per auer tempo di considerare queste leggerezze, quali sempre più osseruo essèrè le mèdesime, come nèl settimo Duetto à due canti. Ossèruatè subito appenna incomminciato il Duetto, se il passo è raro, e non più ueduto. Oltre di che la parola t' adoro non uà repplicata, mèntre nellè duè se non stà tutta la forza del sentimento.

[-33-] [Marcello, Lettera famigliare, 33,1; text: I, 7, poss' io morir se non t' adoro o Fili, Tritono] [MARLET 15GF]

Le tre battute poi, che seguono di sotto, doue dice la mia costanza mi piacciono, e le trouo nel Monteuèrde, Palestina, Beneuoli, Carissimi, Legrenzi, et altri buoni, et è ottimo modo d' espressione, e chi hà giudizio se ne serue senza riguardo.

[Marcello, Lettera famigliare, 33,2; text: La mia costanza eterna e, Buono e pratticato da Buoni.] [MARLET 15GF]

Vedo poi cèrte reppliche di parole molto fuori di proposito, e senza significato ueruno: mentre doue si dicè dimandalo alle tue care pupille si repplica tue care pupille, quando era più tosto conuènientè repplicar la parola dimandalo, che è la più considerabile del sentimento. La onde conchiudo da ciò, che nulla, ò poco è intesa la forza dèll' orazione, e che è molto difficile, anzi impossibile, che rièsca una composizione senza dissordini: che però questo è peccare (come dissi da principio) contro le regole della buona seconda prattica. Impèrciochè la Musica mai produrrà nell' animo nostro affetto uèruno di passione, come anticamente faceua, [assioma notabile quanto uero m. alt. in marg.] quando dal Compositore di Essa non saranno ben intese le proprietà de' sentimenti, ed' il significato delle espressioni. Mà questo non è il Luogo di imformarui quali furono li antici compositori, come usauano la musica per muoere diuèrsi affetti quanto intendeuano d' altre scienze etcetera. Può ben èssèrè, [-34-] che prima di terminare quèsta lettèra ne uenga il nicchio opportuno. Vedo poi una risoluzione affatto illègitima, e per il cambiamento delle Parti, è pèrchè la falsa legata, dura, almeno implicitamente più della Buona, che lega. Lo comprenderete facilmente ancora uoi dall' A semiminima del secondo Canto, che lega in batter un' A settima, la quale s' intende durare tutta la mezza battuta, pèrchè solo nèl leuar potrebbe nascere la risoluzione, come si uede nell' primo canto in acuto: et è da notarsi un' altro dissordine che oltre il durar la falsa più, che la Buona detta Falsa ascende contro ogni conuenienza; pretendendosi, che la rissoluzione di essa falsa (che sarebbe ragionèuolmènte la sesta cioè G. prossimo discendendo) sia G. sopracuto del primo Canto lontano perciò d' un' ottaua dalla legitima risoluzione.

[Marcello, Lettera famigliare, 34,1; text: I, 7, 6, Rissoluzione cambiata troppo tardi e troppo distante. Cattiua rissoluzionè pèr quantità, e qualità.] [MARLET 16GF]

Mà la Causa di quèsto disordine si è, perche non è ridotto propriamente à mèzzè battute il motiuo proposto in quarti [quanti ante corr.] etcetera. Di sotto poi si anticipa un Tuono con le parti essèndone fuori coll' Basso, il che non merita approuazione, douèndosi considèrarè li estremi, quando si passa in nuouo Tuono, come sarebbe à dire.

[Marcello, Lettera famigliare, 34,2; text: I, F. anticipato dalle parti, Accomodato le parti.] [MARLET 16GF]

[-35-] Vedete, come anticipa malamente F. con le parti durando nell' Basso E, che perciò nella seconda manièra rèsta il disordine accomòdato. La Tripla mà perche tu non uèdi mi piace; bensi uerso il fine della medema hò cassato ch' io per te mi consumi, perchè la durezza è troppo impratticabile, come uedrete. Più sotto poi repplica nell' Basso l' accompagnamènto allè parti, che legano, molto irragioneuole. Nesuno l' hà mai pratticato, e se l' inuenzione è dell' Auttore (comè credo) poteua far di meno, pèrchè è laudabile l' inuenzione, quando migliora il Buono, non già quando peggiora il cattiuo.

[Marcello, Lettera famigliare, 35; text: Cattiuo mai usato dal Legrenzi, Accomodato, et usato dal Legrenzi, et altri Buoni.] [MARLET 16GF]

Il Legrenzi non hà mai usato tal modo, è la ragione si è, perche tuttè trè le parti passano di falsa in falsa trà di loro, e quèsto non è il caso (come si è detto) di seruirsi del Basso per acciaccatura; non douendosi procedere da un accidente accidentale ad un altro, perche troppo resta confusa la proprietà della modulazione etcetera. Per tanto il Legrenzi si è seruito in tal caso del secondo modo soprannotato. Et il più strauagante chè io troui in un suo Madrigale manuscritto si è quèsto, il qualè è buono, come dirèmo di sotto: il Madrigalè commincia Mio Core languisco. Mà è ben uero, che nelle sue stampe Egli prepara meglio la falsa, come appresso si uède.

[-36-] [Marcello, Lettera famigliare, 36; text: proui aspre pene, Buono usato dal Legrenzi etcetera, dell' amor la crudeltà. Falsse prèparate dal Legrènzi Idee armoniche pagina 8 in fondo, E più innanzi, Deh perche crudelmente u' ascondete. Preparate ibidem pagina 10. Buono dèl Legrenzi. Cattiuo dell' Auttore.] [MARLET 17GF]

Perche mai non l' hà pratticato il Legrenzi? perche intèndeua bènè, chè non è conueniente risoluere in tal manièra una falsa nell' Altra, e particolarmèntè di salto: che perciò Egli si è preso l' arbitrio solamente di grado, come abbiamo ueduto di sopra nel suo Madrigale, doue risolue la settima d' una specie, nèlla settima di diuersa specie, restando la risoluzionè meno impropria, impercioche la seconda settima è diuersa di quantità armonica dalla prima, onde in cèrto modo diuenta buona, e quèsto è il caso dèll' acciaccatura, chè più tosto di grado è usabile, che di salto: Mà ecco il caso sudetto nè mèdèsimi termini, chè se bene l' andamento è diuerso. La modulazione però è l' istessa [-37-] e ciò basterà per sempre sènza repplicar in tal proposito d' auuantaggio aggiungendoui per maggior proua di quanto hò detto, chè meglio conoscerete il disordine, se riuoltarete le parti; impercioche mai sopra le due parti uenirà bene il Basso.

[Marcello, Lettera famigliare, 37,1; text: I, Del Legrenzi e buono, Idee armoniche, ibidem, Dell' Auttore e cattiuo.] [MARLET 18GF]

E tanto più il secondo modo è cattiuo, quanto che F. Diesis del Basso hà la quinta falsa, che discendendo deue propriamente auèr una Chorda buona per fondamento, che è il G.

Intorno all' Capriccio ottauo Duetto à Basso, et Alto non saprèi cosa dire, che non auessi già detto nègl' antecedenti, mèntre è della medesima maniera, e il modo di risoluere doue dice già si nascose mi piace poco con la seconda parte, oltre di che uedo repplicata fuori di proposito la parola ricourò in due, ò tre luoghi, che dimostra poca intelligenza del sentimento. Seguè poi la Tripla, che propone un pensiero, al quale per rispondere rèpplicatamente si uienè à preualere l' Auttore d' una Chorda mai più usata per caso simile, cioè da una settima A e G. passa ad una falsa peggiore, alla quale propriamente adesso non uoglio dare alcun nome, cioè F. diesis sopra B fà.

[Marcello, Lettera famigliare, 37,2; text: I, E pèr tormento mio] [MARLET 18GF]

[-38-] Io non sò, se ui sia bisogno per farui ben intendere, che io mi serua di dimostrazioni Giometriche diuidendoui armonica, et arithmeticamente l' ottaua ne' suoi giusti interualli, acciò meglio comprendiate l' errore, che sono per dimostrarui. Mà giacche ui hò promèsso di parlare, più tosto con le regole della prattica, che dèlla Speculatiua, se bene in qualche forma mi sarà necessario l' usar anche questa primieramente dirò.

Che constituita la diuisione armonica ò àrìthmetica della Diapason, ò uero ottaua non si ritroua, che la Diapente, ò quinta perfetta sia formata di più ò meno, che di tre Tuoni è un semituono minore, ò maggiore secondo da qual chorda s' incommincia la diuisione di detta ottaua ne' sette interualli sonori. Da questo addunque ne nasce, che alla quinta non si può leuar; nè aggiungere quantità alcuna senza leuargli la perfezione [percezione ante corr.], che ad essa solamente constitutiua del modo, ò Tuono e all' ottaua reintegrante detto modo conuiene. E tal perfezione preordinata dalla natura in potenza di sonore inalterabili quantità: (seruendomi de termini più intelligibili dal Prattico) fù ritrouata, e ridotta all' atto da Speculatiui con la ragione delle misure, e de numeri secondo Pittagora, Boezio etcetera. Tale perfezionè addunque di dette due Chorde sia nella diuisione d' ogni Diapason tratane la Chorda B. (che non può in modo armonico restar diuisa per causa della Chorda F. quintà in minor quantità, cioè diffettiua d' un' Semituono minore. E la Chorda F., che non lo può in Arithetico per causa del B. mi quarta crescente d' un Semituono pure minore, mà sopra di questo più sotto nè parleremo. Cinque adunque essendo le chorde diuisibili diuersamente secondo l' Armonica et Arithmetica proporzione A. C. D. G. E. e due diuisibili una arithmeticamente, cioè il B. l' Altra armonicamente cioè l' F. diremo da tali in tutte dodici diuisioni di uaria spezie formarsi li dodici modi, ò Tuoni subdiuisi poi in sei pari, e sei impari, cioè in sei autentici, e in sei placali. Impercioche prendendosi la prima specie della Diapente collocata trà D. e l' A. et unendoli nell' acuto la prima specie della Diatessàron, ò quarta contenuta trà A. e D. nè deriua da tale congiunzione quello, che noi chiamiamo primo modo, e questo si chiama diuisione armonica, perche trà B. e D. si ritroua per chorda media diuisiua l' A. quinta perfetta della prima specie della Diapente. Tali modi armonicamente diuisi, che sono sei con le proporzioni del primo si [-39-] chiamano pari, ò autentici, à differenza delli altri sei; che si chiamano impari è placali per la diuisione diuersa detta Arithmetica, che nasce sopra le sudette sei chorde, come sarebbe à dire prendendo la prima specie della Diapente trà D, et A. et aggiungendoli dalla prima graue la prima Specie della Diapason collocata trà A, et A. nè risulta una diuisione Arithmetica restando l' ottaua A, et A. diuisa dal D, il quale uiene ad essere la Chorda media quarta diuisiua della Sudetta Diapason. Mà la ragione di tali diuisioni più profondamente si comprende con la proporzione delle misure, e de' numeri, come nelle Dimostrazioni di Gioseffo Zarlino. Da questa tale arithmetica diuisione per tanto comune alle sopradette sei chordè nè deriuano li altri sei modi impari, ò placali, li quali tanto sono diuersi di proprietà dalli Autentici, ò pari, quanto diuersa è la diuisione, che li produce.

[Marcello, Lettera famigliare, 39,1; text: Diuisione armonica, Diapente, Diatessaron, Diapason, primo modo Authentico, ò pari. Diuisione Arithmetica, secondo modo impari ò placale.] [MARLET 18GF]

Mà la Seconda Specie della Diapason (come abbiamo detto di sopra) posta trà B. [A. ante corr.] e b. e la sesta posta trà F: et f. non possono essere diuise nelli due modi sudetti, mà bensì in uno solo diuersamente, cioè B. e b. arithmèticàmente e F: et f. armonicamente, mentre per la diuisione armonica della Diapason B. e b. non è sufficiente la Diapente minore F: e per la diuisione arithmetica F. et f. è di troppo quantità B. quarta maggiore.

[Marcello, Lettera famigliare, 39,2; text: Diuisione Armonica impropria, Diapente deficiens, Diateseron redundans Diapason. Diuisione Arithmetica impropria, Diuisione Arithmetica propria. Diuisione Harmonica [Armonica ante corr.] propria] [MARLET 18GF]

Dodeci adunque come abbiamo uèduto sono, ò erano li antichi modi, con tuttoche alcuni alla prima diuisione il terzo decimo, e alla seconda il Decimo quarto abbiano attribuito. Mà li modi ò tuoni secondo l' uso modèrno, e più pratticati sono otto solamente e d' ordine quasi affatto diuerso alli dodeci sopranominati à causa della commodità de' Prattici, che se nè seruono à proprio arbitrio con l' uso della Chorda B. molle obbligato in chiaue e tale accidente obbligato ò nò che sia, da per lo più la denominazione alli otto modi, ò Tuoni sudetti à causa del quale accidente si chiamano trasportati, mentre alcun Tuono per natura sua non può essere sottoposto à uerun Accidente. Come sarebbe à dire il quinto modo formato [-40-] armonicamente trà F. et F. quando lo ritrouiamo col B molle obbligato in chiaue all' uso de' moderni Prattici diuenta sesto, se bene in rigore di proprietà (à causa della Diatèssaron ridotta à giusta proporzione col B. molle) Egli è l' undecimo trasportato contenuto trà C. e C, qualè undecimo pure li moderni Prattici chiamano quinto. Similmente diuenta secondo il modo Settimo contenuto trà G. e G. è quando hà la terza minore passata in natura per uia del B. fà in chiauè ad esèmpio del primo modo, che per natura fà F. bianco terza minore, e pure il secondo modo impari, ò placale uiene formato dalla prima specie della Diapasson A. et A. e cosi succede dèl primo modo trà D. e D. quando si troua auèrè la sesta minore obbligata si chiama modernamente settima, se bene conforme alla disposizione de' sudetti dodici modi Egli dourebbe intitolarsi secondo formato dalla prima specie della Diapasson A et A. mà trasportato, e ciò perche il modo D. con sesta minorè uienè à corrispondere giusta li suoi interualli intieramente al modo A., che hà per natura la chorda F. sua sesta minore. Mà come hò dètto l' ordine, e l' uso de modi, e Tuoni al giorno d' oggi è confuso à tal segno, che à pena in principio, ò in fine della Cantilèna si comprende la proprietà de' medesimi. Disobbligandosi molti Prattici da tal studio col considerare solamente due sorti di Tuono, cioè maggiore, e minore, ò diremo con terza maggiore, e con tèrza minore, la quale considerazione ogn' uno di sano giudizio comprenderà quanto sia irragioneuole, e pregiudiziale alla ben regolata armonia.

Orà no sò qual proffitto aurete ricauato da questa mia diggressione. mi basta però (quanto al nostro proposito) che abbiate compreso la naturale perfezionè della quinta, e ottaua, le quali alterate che siano sono incapaci à produre alcuno de' modi, ò Tuoni determinati, che procedono come hò detto dall' essere collocata nel' graue, ò nell' acuto la quinta perfetta. Mà tornando al mio discorso primo l' Auttore nel suo contrapunto si serue di F. diesis sopra B Fa, cioè uiene à formare una quinta composta di quattro tuoni intieri, che uuol dire un' semituono più del bisogno, come intenderete comminciando à misurare dal B. fà sino al F. Diesis, e di più senza preparazione, anzi doppo una settima per sua natura falssa, che deue tornare alla buona, onde in tal caso hà peccato contra la prima, e contro la seconda prattica, come uedremo

[-41-] [Marcello, Lettera famigliare, 41; text: I, Quinta composta di quattro tuoni.] [MARLET 19GF]

Ecco per tanto, come questa quinta ripugna al suo essere naturale composto, come si è detto di tre Tuoni, e di un Semituono. Mà qui per saluare tale impropria alterazione si potrà oppormi, che non è della medesima perfezione la quinta, che è l' ottaua, è che perciò può patire alterazione. Distinguo, chè la quinta non sia egualmente perfetta, che l' ottaua lo concedo, mà che perciò sia alterabile particolarmente con l' aggiunta d' un sèmituono lo nego. E qui primieramente rendo conto della diuersa perfezione delle due consonanze sopradette: e dico, che l' ottaua è di maggior perfezione della Quinta, essendo che quella cosa, che è più uicina, et uniforme alla origine sua ritiene in modo migliore la natura di essa, et in quel genere è più perfetta, che non sono l' altre più remotè, e dissimili. E tale appunto è l' ottaua, la quale è più prossima, e corrispondente alla sua cagione, che è l' Vnisono. La quinta poi, come la più lontana dal suo principio è meno perfetta dell' ottaua, mà ègualmente però in qualità è perfetta, se non in quantità come due Circoli un maggiore, et un minore, che il minore sarà perfetto in minor quantità, mà in egual qualità col maggiore. E la raggione si è, perche il Circolo minore è formato con lè proporzioni (benche di quantità minore) del maggiore e cosi derriuando quello da questo uanta proporzionalmente la medesima [[proporzione]] perfezione. Tale dipendenza con l' ottaua hà la quinta in quanto alla sua numerica proporzione contenuta trà 3, e 2. termini più prossimi alla forma dell' ottaua, ò duplo contenuta trà 2. et i. Da tale considerazione addunque risulta, che la quinta non può patire ueruna alterazione senza graue offesa del suo Principio. Il Simile può dirsi della quarta meno perfetta della quinta, perche più discosta di proporzione, la quale quando la ritrouiamo anch' essa accresciuta d' un semituono maggiore forma il Tritono asprissima dissonanza, e perciò da Speculatiui Prattici furono distinte le consonanze in perfette, et imperfette nel modo qui sottoposto per leuar ogni dubbio intorno alle medesime, e nelle perfette collocorono l' Vnisono, la quarta, la quinta, l' ottaua, e le repplicate, chiamando imperfette le rimanenti, cioè terza, e sesta, e le repplicate, tralasciando la Seconda, e la Settima, che non si possono usare semplicemente, e sono disonanze, e [-42-] pèr conseguenza tanto più sottoposte ad ogni Alterazione maggiore, e minore. Mà in qual modo da Prattici possono alterarsi con accrescimento le dette quarta, e quinta [del semituono, e come si chiamino l' una Tritono, e l' altra Quinta add. supra lin.] superflua lo diremo più sotto doue auremo l' uso meno improprio di esse. Basta riccogliere da questo discorso, che la diuersa perfezione della Quinta all' Ottaua non la può rendere assolutamente alterabile, e cambiargli natura, come già nell' proposto caso dell' Auttore abbiamo ueduto.

[Marcello, Lettera famigliare, 42,1; text: Consonanza pèrfètta, 1, 4, 5, 8, 11, 12, 15, 18, 19, 22, Consonanza Impèrfetta, 3, 6, 10, 13, 17, 20, Dissonanza, 2, 7, 9, 14, 16, 21] [MARLET 19GF]

Che però auendo sufficientamente prouata con la Speculatiua tal uerità ueniremo adèsso alla Prattica per farsi meglio intendere, e diremo, che nelle prime Regole, che si danno da Prattici Contrapuntisti intorno l' uso degli Interualli una è questa, che non si pongono mai due terze maggiori l' una sopra l' altra, così nè due Quinte, ne due quarte, perche in tal maniera si guasta ogni buona armonica proporzione.

[Marcello, Lettera famigliare, 42,2; text: 3, 5, 4, 3, Tutte Cattiue.] [MARLET 19GF]

Orà nel sopradetto Caso del Libro, il B fà per ragione, è proprietà della Cantilena hà cèrtamente D. terza maggiore, il quale D hà sopra di se F: Diesis pure sua Terza maggiore. Ecco il primo Errore, e contro la prima prattica esecutrice della Speculatiua, che hà mal concepito. Passo all' altro, contro la seconda Prattica, cioè contro quella, che pone in uso ordinatamente le cose ben concepite dall' Intelletto, e nè fà rissultare Stile; ò buon gusto, e dico, che un' altra Regola pure commune danno li Prattici, cioè, che doppo la Falsa [Falsi ante corr.] si passi necessariamente alla Buona, e qui noto, come dissi l' errore, che dalla Settima antecedente cattiua si passa per rissoluzione ad' una peggiore, che è F. Diesis sopra B. fà.

[Marcello, Lettera famigliare, 42,3; text: I, Cattiua in peggiore.] [MARLET 19GF]

Adunque ecco l' altro disordine contro la seconda Prattica per l' abuso della Legitima risoluzione etcetera orà uengo alle molte cose, che potrebbe addurmi l' Auttore per saluar dalla mia, e dalla comune censura questo suo passo.

Prima, che F: diesis sopra B. Fà è in Figura di quinta Superflua. Seconda, che è stato altre uolte usato da buoni Maestri e dal Legrenzi medesimo. Terza, che siccome si da la Quinta mancante d' un Semituono, cosi può darsi crescente. [[Quarta]] [-43-] Quarta, che mettendosi in opera la Seconda, e Sesta superflua può esser posta in opra la Quinta della medesima specie. Quinta, che un tal passo può considerarsi anche per acciaccatura.

Rispondo.

Alla prima, che si da la Quinta superflua; mà in Figura appunto di Superflua, e non di neccessaria, come apparisce chiamaramente nell nostro Caso, doue [[la]] [detta corr. supra lin.] quinta superflua forma triplicatamente risposta al primo motiuo, e cosi ancora più Sotto, come meglio si uede sul libro, che però non è superflua, che in apparenza, mà in sostanza è resa neccessaria etcetera.

Alla Seconda, che quanti Buoni l' hanno usata (come pure il Legrenzi) primieramente ui sono passati da una buona consonanza, e poi se nè sono seruiti per ascendere, come è proprio d' ogni accidente maggiore, ò Diesis non per discendere, come si uede nel nostro Caso etcetera.

Alla terza, che la quinta minore di un Semituono si hà nella diuisione d' ogni ottaua, e perciò è usabile per esser Interuallo constitutiuo di detta Ottaua, mà la Quinta Superflua non si ritroua, nè si ritrouerà mai pèrche quanto ad Essa si aggiunge, si leua alla Sesta, che per essere consonanza imperfetta è capace d' alterazione maggiore, e minore etcetera aggiungendo, che non può trascurarsi l' uso della Quinta minore, perche prodotta dalla natura stessa, comè si uede, la quale niuna cosa in darno produce.

Alla quarta; la Seconda è Sesta si danno superflue, perche l' una essendo affatto disonante, e l' altra consonanza, sono perciò capaci d' alterazione, mà superflue che siano douranno sempre ascendere, [nè add. supra lin.] mai discendere.

Alla Quinta, quanto all' acciaccatura qui non siamo nel caso, impercioche l' acciaccatura è accidente di Suono, non Sostanza di Contrapunto, come sono le appogiature, li modi di buon Cantare etcetera che da moderni si scriuono, e tale acciaccatura suuole pratticarsi particolarmente ne' Recitatiui, Cadenze, progressioni di Tuono à Tuono etcetera come più diffussamente nell' Armonico Prattico al Cembalo di Francesco Gasparini mio Maestro al capitolo 9. [Francesco Gasparini maestro dell' anònimo autor di questa critica, cioè di Benedetto Marcello m. alt. in marg.] Et il Famoso, che fù Bernardo Pasquini Suonatore di Cembalo chiamaua tali acciaccature, che spesso usaua col nome ancora di Mordente: e che nulla di positiuo stabiliuano, mà seruiuano per tener al' quanto sospeso l' orrecchio, che restaua poi affatto contento da ciò, che ascendendo nè succedeua. [Bernardo Pàsquini famoso suonator di cembalo m. alt. in marg.] E non intendeua già che stassero à douere di Contrapunto, come chi hà buon giudizio distinguerà dalle molte Sonate sue, come pure del Frescobaldi.

[-44-] Addunque è innadmissione, che l' Acciaccatura da ogn' uno considerata per accidente deua usarsi per Sostanza di Contrapunto; e che si abbia da imparare da Moderni à comporre à Sogetto per acciaccatura.

Orà che habbiamo compreso in rigore di Scienza l' innadmissione della Quinta superflua uèdiamo un poco il modo, con cui molti buoni Auttori (et il Lègrenzi medesimo) è li Casi, nè quali se ne sono sèruiti. imperciochè accordo io ancora, che molte cose ripugnanti alla buona Regola usate però con discrezione (non con abuso) si rendano taluolta, se non irreprensibili, almeno tollerabili: e sappiate, che nel caso nostro io non condanno tanto la Quinta superflua considerandola da se sola quanto per quello anticipa, e ad Essa succede. E questi sono li Interualli prohibiti secondo Gregorio Fabro, et altri.

[Marcello, Lettera famigliare, 44; text: I, Ouuerture, Diapason redundans, deficiens. Diapente redundans, E la ragione perche la Quinta Minore sia usabile l' abbiamo à sufficienza mostrato. Ecco il modo di metter in opra la Quinta superflua.] [MARLET 20GF]

[-45-] Tutti li sopranotati passi di Quinta superflua, et altri molti sono nell' Opera intitolata: la Medea stampata da Monsignor Charpentier, e della Quinta superflua se nè sono seruiti molto Monsignor Pourcel Inglese. Monsignor Lambert e Lulij Francesi nelle loro Composizioni stampate, mà uedete, se il caso è diuerso, mentre nèlli sopramostrati Esempi si usa la Quinta superflua per portarsi alla Cadenza à più parti, e senza impegno di Fuga, ò d' Imitazione, et è modo più bizaro, che scientifico, come nell' Aria Quel prix de mon Amour etcetera del medesimo Charpentier in differenti Tuoni repplicato molte uolte si uede.

Osseruatè un poco, se la Quinta superflua mai discènde: e pure li Francesi in genere di Contrapunto sono li più licenziosi; [I francesi erano nel contrapunto i più licenziosi m. alt. in marg.] mà non però capaci di cambiar natura agl' accidenti minori, ò maggiori, che siano.

[Marcello, Lettera famigliare, 45; text: I, ascende, Cambiata, Di Giouanni Rosenmiller, ò del Todesco, nèl fine dell' ultima sua sonata à 5; stampata.] [MARLET 20GF]

Credo, che siate abbastanza persuaso con l' occhio del uso diuerso di detta Quinta superflua, che una sola uolta però si ritroua in tutta l' Opera di detto Rosenmiller bensì molte uolte rouesciata perche comè abbiamo detto nella considerazione del secondo Duetto in principio è più proprio, che sopra il Basso si troui prima la terza maggiore, e poi la sesta minore, che altrimenti; mà sempre il Diesis sia in qualsiuoglia maniera deue ascendere. impercioche la tèrza maggiore scoperta, e particolarmente con la sesta minorè sotto senza che questa discenda poi alla Quinta, offenda troppo l' udito; come in effètto abbiamo ueduto nel secondo sopracitato Duetto [[nell']] [al corr. supra lin.] primo passo, che io peno. Che perciò il Rosenmiller cambia di sopra all' A. con terza maggiore. La [-46-] Sesta minore dell' Alto nèlla Quinta dèl Secondo Violino, e di Sotto la sesta minorè dèl Secondo Violino nella Quinta dell' Alto, come si uede.

[Marcello, Lettera famigliare, 46,1; text: Del sudetto Rosenmiller Sonata prima stampata.] [MARLET 21GF]

Qui sopra la Quinta superflua è rouesciata; et è più comune, perche hà un buon fondamento etcetera. Mà eccola di sotto, usata realmente dall' Palestina ancora à Capella: cioè G. Diesis del Canto sopra C. naturale del Tenore, quale G. Diesis però ascende, come in tutti li altri casi per auanti abbiamo compreso.

[Marcello, Lettera famigliare, 46,2; text: I] [MARLET 21GF]

[Passo singolare del Palestrina m. alt. in marg.] Orà uengo all' Acciaccature, e dico, che sono di molte sorti, e particolarmente ne' Recitatiui, come sarebbe à dire.

[Passi di Carlambrogio Lonati e di Bernardo Pasquini m. alt. in marg.]

[Marcello, Lettera famigliare, 46,3; text: I, Di Pier-Simone Agostini nella Cantata Inuocatè Deità , Sempre adorarmi, acciaccatura, Di Carlo Ambrogio Lonati. Cantata Presso un Globo. Che non sanno influir. Di Bernardo Pasquini. Cantata Fili che sempre, e non trouarla morte, Del mèdemo Pasquini Cantata Vn di soletto Eliso, Piangi mio Cor deh piangi.] [MARLET 21GF]

Ma meglio ancora in una Toccata di Cembalo, che io conseruo, Regalatami dal medemo doue si troua come quì sotto. [acciaccature oggidì chiamate anticipazioni o prolungazioni m. alt. in marg.]

[Marcello, Lettera famigliare, 46,4; text: I, acciaccatura] [MARLET 21GF]

[-47-] Aggiungèrèi d' auuantaggio, mà siccome gl' altri modi di Acciaccature sono in circa simili à questi; penso, che basti così, restandomi da farui uedere, come il Legrènzi ancora ponga in uso la Quinta superflua, che è molto diuersamente dal nostro caso, come à uoi, et ad ogni altro sarà facile da conoscèrè, risserbandomi al mio ritorno in Venezia farui uedere infiniti casi di Eccelenti Auttori, mà come ho detto poco diuèrsi da primi. essendo da notare di più, chè sono manuscritti, che uuol dire non esposti da Essi grand' Vomini alla publica luce. Osseruate addunque, come il Legrenzi usa la quinta superflua. Primièramente nasce da una Buona: Secondariamente non è impegno di Fuga, ò imitazione. Terzo ascende, come è proprio delli Maggiori discendendo il Basso di grado à formar la cadenza. Quarto il Passo è à uoce sola, nèl quale altro non si considera, che il modo di cantare con espressiua.

[Marcello, Lettera famigliare, 47,1; text: 3, Se maggior tormento sia, Legrenzi Idee armoniche ibidem] [MARLET 22GF]

E questo è il caso, che le due Terze Maggiori l' una sopra l' altra sono tollerabili, perche a sopra F: è chorda neccèssaria per passar al D. e cosi d. sopra B. fa. per discendere al G.

Orà tornate à considerare il Contrapunto del Libro, repplicato in altro Tuono, e rifflettete, se hà per niente che fare con li Esempi mostrati, li quali sono pure li più licenziosi. Comprenderete benissimo la Quinta superflua degna di maggior biasimo, e per quello anticipa, è per quèllo in questo caso ad Essa succede.

[Marcello, Lettera famigliare, 47,2; text: I, Cattiua in peggiore, anco quì.] [MARLET 22GF]

Mà s' entraua con la risposta una battuta doppo, e con altro Basso era aggiustata ogni cosa, e così da principio. [Correzione del Marcello m. alt. in marg.]

[Marcello, Lettera famigliare, 47,3; text: Esser tormento mio] [MARLET 22GF]

[-48-] Ne gioua il Saluar l' errorè coll' dire, che le parole E per tormento mio hanno portato tale asprezza, mentre è stato nell' medesimo caso il Legrenzi nel suo sopramostrato passo à causa della parola, mà non hà usata la Quinta superflua fuori dal conueniente, come hà fatto l' Auttore. Che però di questa, et altre al pari di Essa strauaganti dissonanze. Gioseffo Zarlino al capitolo 24. della terza parte delle sue Instituzioni armoniche nè discorre in tal forma. Questi e tutti li altri interualli mostrati di sopra sono dissonantissimi e non si deuono porre ne' Contrapunti; perche generarebbono fastidio al udito: intendendo della Diapason, e Diapente diminute, ò superflue, come pure della Diatessaron composta di trè Tuoni, che forma il Tritono, quali sono tutte dissonanti per non ritrouarsi le loro chorde Estreme contenute sotto le proporzioni delli Armonici numèri. E non solamente Egli condanna tali dissonanze usate insieme trà due parti con due Figure, come nèl caso nostro si uede, mà ancora trà quattro Figure in dette due parti, cioè per la relazione, ò Specie di dette dissonanze come uedremo più Sotto.

[Marcello, Lettera famigliare, 48] [MARLET 22GF]

Mà un' altra ragione mi si fà innanzi; la quale però io non credo possa proporsi à [da ante corr.] me dall' Auttore per la sua inconcludenza. cioè che F: diesis sopra B. Fà può considerarsi come sesta Minore.

Dico addunque in primo Luogho, che basta rifflettere al passo come si forma detta Sesta minore d' onde derriua l' effetto, che nè produce per concepirne abborimento, e disaprouazione. Impercioche certamente il Tuono, nèl quale si raggira la Cantilena, che è, C. naturale à G. pure naturale non può admettere, ò produrre un G. B. molle, che sarebbe la suposta Sesta minore. mentre con tal G. B. molle si uerebbono à confondere impropriamente due Modulazioni di natura affatto diuersa, essendo che G. diminuto d' un' semituono minorè distrugge intieramente la proprietà di C. e G. naturali. Pure uolendo considerare F. diesis per G. b. molle, cioè sesta minore, come c' entra poi D. bianco, che nè succede? Ecco una quasi incomposcibilè unione della Sesta minore con la Terza maggiore, ò almèno fuori del caso pratticato da Buoni, come di sopra abbiamo ueduto. Mà la proua più incontrastabile [inconsrastabile ante corr.], che, non sesta minore, mà realmente sia un F. diesis la Chorda sopra B. fà [-49-] si è il salto di terza Sotto, cioè D. chorda uèramente correlatiua à F. diesis non mai à G. b. molle. Di più, se detto F. diesis douèssè considerarsi per sesta minore sarebbe conueniente, che calasse di grado alla Quinta, cioè à F. bianco, come è proprio de' minori, e non di salto à D. come si uede. E se mi fosse detto, che al F: bianco si discende nella battuta appresso, dico, che tale discessa non nasce in riguardo à G. b. molle supposto, mà diuenta più tosto ascesa doppo E bianco estremo della battuta antecedente. Oltre di che se la risposta del motiuo [[antecedente]] proposto in C. attacca in G. come questi può diminuirsi fuori di ragione, e di Tuono d' un Semituono minore? E come sarà un G. b. molle corrispondente A b. mì, che propone? Certamente cosi in astratto, e prendendo semplicemente li due Tasti neri sopra li nostri communi Cembali, cioè B. fà, e F: diesis potremo formarne con essi una Sesta minore. mà non così può accadere, quando la Cantilena sia di tal maniera composta, che affatto escluda tale produzione di harmonia secondo li Interualli, che trà l' una, e l' altra chorda si trouano. Impercioche per ben comprendere una Sesta minorè composta di tre Tuoni, e due Semituoni questi conuiene regolarmente procedendo, ritrouare, con tutto che diuersamente situati (secondo la Costituzione della Sesta minore) come sarebbe à dire.

[Marcello, Lettera famigliare, 49; text: Sesta minore. Semituono] [MARLET 22GF]

Mà non cosi succede nell' Passo dell' Auttore, doue detti due Semituoni per ragione di Tuono, è modulazione non si possono ritrouare trà B. fà. e F: diesis, come abbiamo ueduto nell' esempio della Quinta composta di quattro Tuoni à carte etcetera. E chi pretendesse d' usarli per suo capriccio guastarebbe affato la proprietà dell' Armonica proporzione. Di più non si può dire, che sia l' istessa Chorda F: diesis, e G b. molle, con tutto che sopra li Cembali comunemente, come si è detto si ritroui un' solo Tasto nero, che serua per esse due Chorde, del che in altro luogho più diffusamente discoreremo. Mà quanto al caso presente non può considerarsi F: diesis per G. b. molle nè in apparenza, nè in sostanza per l' effetto pessimo, che tanto all' occhio, quanto all' orècchio produce tale impropria considerazione. Orà ritornando al sopracitato Zarlino sentite, come soggiunge condannando non solamente tali Disonanze; mà le loro specie, ò Relazioni: però non solo sèmprè schiuar dourete il sopradetto F. Diesis sopra B. fà. mà più ancora, che ui sarà possibile, le Specie, ò relazioni delle dissonanze qui sottoposte.

[-50-] [Marcello, Lettera famigliare, 50; text: I, Specie ò Relazioni di Dissonanze. Diapason superiore, Semidiapason, Semidiapènte, Tritono] [MARLET 22GF]

"Onde accioche le nostre Composizioni siano purgate da ogni errore, et accioche siano corette cercaremo di fugire tal Relazione massimamente, quando componeremo à due uoci, percioche genera alle purgate orrechie al quanto di fastigio. conciosiache non si ritrouano simili Interualli esser collocati trà li Numeri Sonori, e non si cantano in alcun genèrè sia qualsiuoglia, ancorache alcuni abbiano auuta contraria opinione, mà sia che si uoglia sono molto difficili da cantarè, e fanno molto tristo effètto. Et molto mi marauiglio di costoro, che non si abbiano schiuato di far cantare in alcuna delle parti dèllè lor Cantilene alcuno di questi Interualli, nè mi sò immaginare per qual ragione l' abbiano fatto et ancora, che sia minor male il ritrouarlo per relazione trà due Parti e trà due Modulazioni, che udirlo nella modulazione d' alcuna Parte, tuttauia quel male istesso, che si ode in una parte si ritroua diuiso trà due, et è quella istessa offessa dell' udito. Perciòche nulla, ò poco rileua l' esser' offeso da un istesso colpo più da uno, che da molti, quando il male non è minore". Onde se tanto uengono biasimate le specie, ò relazioni di note False, considerate cosa deue dirsi nell' nostro Caso, doue non relazioni, ò specie, mà le disonanze medesime si ueggono assieme poste con tale inconsiderazione.

Vi dico bene, chè assai mi stupisco (e ogn' uno, che ben intenda si stupirà) [Il Maestro di Capella di San Marco in Venezia che approuò l' Opera di Lotti era in quel tempo Antonio Biffi e [[ora]] fù discepolo insiem con Lotti del Legrenzi m. alt. in marg.] come il nostro Maestro di Capella approui simili cose. Mà è ben uero, che detto Maestro di Capella si contiene diuersamente nelli suoi Duetti manuscritti, ò Madrigali, oue non si osserua per dir il uero alcuna cosa tanto biasimeuole, come si può uedere nel Duetto, che incommincia Ad un Cor, che uiue in Duolo, e da un Madrigale à più uoci, che incommincia Adria, che sei del Mar Sposa, e Regina, oltre tant' altri, che appresso di me conseruo, nelli quali io riconosco ueramente la buona Scuola di Giouanni Legrenzi, e mi pare impossibile, che detto Maestro di Capella, se auesse ueduto questo libro prima, che uscisse alla Stampa l' auesse lasciato passare. Per tanto io credo, che l' assoluzione d' esso à detto libro da uoi motiuatami sia piùtosto per riguardarlo [riguargarlo ante corr.] di buona amicizia di Condiscepolo, che di rigorosa Dottrina.

[-51-] Volete, che ui dica? poterui mandar questo libro à ogni Maestruccio di Contrapunto, che ui auurebbe sodisfatto al pari, e forsi meglio di me, perche certi disordini, che tuttauia [[seguono]] seguono, basta sapèrne poco per riconoscèrgli. Ecco comè per esprimere la parola Èi pena nel nono Duetto à due Canti moue il Basso, che sarebbe proprio per Tuono con Terza minore, e che ciò sia la uerità spicca chiaramente dalla repplica poco appresso in Tuono di Terza minore.

[Marcello, Lettera famigliare, 51,1; text: I, e pena ei pena, Improprio pèr Tuono con terza minore: Proprio pèr Tuono con terza minore] [MARLET 23GF]

Più sotto poi fa un Interogatiuo con la Musica à parole consultiue, e che concludono il Sentimento.

[Marcello, Lettera famigliare, 51,2; text: Vso legitimo del primo. di che lasci d' amar. Modo interrogatiuo, che le parole non portano.] [MARLET 23GF]

[Marcello, Lettera famigliare, 51,3; text: di chè lasci d' amar. Accomodato, Cadenza finale, e propria per le parolè.] [MARLET 23GF]

Onde nel Primo, e nel Secondo caso si hà peccato contro le Regole della buona seconda Prattica, mèntre nel primo non è stata ben' intessa la proprietà della Modulazione, nel Secondo la Forza delle parole. segue poi la Fuga mal proposta, ò chè la risposta è falsa, una delle due.

[Marcello, Lettera famigliare, 51,4; text: Falsa risposta, Troppo cara agl' amanti e la <Catena>] [MARLET 23GF]

O alla proposta si doueua quèsta risposta in rigore di Tuono, benchè trasportato (il che meglio comprenderete se trasportarete il [-52-] Motiuo alla Terza bassa in C. naturale).

[Marcello, Lettera famigliare, 52; text: Prima proposta, Legitima Risposta. ò pèr seruirsi della Risposta bisognaua proponere diuersamente Proposta diuersa propria per la risposta.] [MARLET 23GF]

E non serue il dire l' Auttore hà risposto per le Chorde d' A. alla proposta dell' C. perche il Duetto commincia in Tuono d' A. et A. et E sono misti insieme nella Composizione del Duetto; imperciochè non abbiamo da riflettere alla lontana dall' suo Principio, mà bensì alla prèsentanea proposta, che diuersificando il Tuono prefisso deue anche correre la risposta diuersa, e propria per se medesima. Mà s' egli aueua questa premura di conseruar il Tuono conueniua proporre anche in Tuono, come nel ultimo Esempio. Le legature poi, che seguono trà le parti del sopradetto pensiero nel modo, che si uede sono le meno pratticate, non perchè siano errori, mà perche non fanno tutto il buon effetto, che sogliono, e deuono produre ricercandosi una grand' intelligenza, e prattica per seruirsenè bene. Il Finale del Duetto, non mi spiace, perche si distinguono bene un dall' altro li due Contrapunti. e ben uero, che hanno per lo più neccessità dell' Basso, ò accompagnamento per potersi chiamarè doppi, et è la miglior cosa (non che si possa fare) mà che in questo libro ui habbia ueduto.

Sopra il decimo intitolato Lontananza insoportabile à Canto, et Alto io dirò, che ui trouo molte Legature più, e meno proprie, e cosi molti passi, li quali seruono ad esprimere la mèstizia del sentimento, mà alle uolte troppo aspre, senza che le parole lo ricercano, come hò segnato sul libro. Vedo poi, doue dice ò pur la pena [-53-] amara in modo, ò similè molte uolte posto in uso nellè parole de' primi Duetti, e poi piangete, ò diuenti pietosa etcetera e di piu abbasso una minore, che lega una maggiore (il che ripugna a' primi precetti, che si danno da Prattici) ciouè [cioè add. m. alt. supra lin.] nell' Alto un' A. semiminima, lega un A. minima senza neccessità di Contrapunto obligato; e così più auanti.

[Marcello, Lettera famigliare, 53,1; text: Minore non deue legar la maggiore. Accomodato] [MARLET 24GF]

E uero, che nel Palestina, et Altri da Capella si trouano Note di minor ualore, [Il Palestrina legò note di minor ualore con note di maggiore; ma la minore non ual meno di mezza battuta, o d' una battuta intera m. alt. in marg.] che legano note di maggiorè, mà la minorè non ualerà mai meno di una, ò mezza battuta, e in tal caso si prattica, perchè ogni Battuta, ò mezza, sono in buona proporzione di Tempo quanto all' esecuzione; mà cosi non succède Legando con' i quarti, perche questi sono affatto sproporzionati, e riesce improprio effetto. Però se l' Auttore pretende che non sia fallo, io non uoglio disputare, mà non può sostenere che sia plausibile.

Et io torno à dire, condanno nell' Professore ancorà [[molte]] le improprietà (e stampate) perche li Studiosi, che non affatto distinguono il bene dal male si lasciano condurre dalla Stampa, e si saluano ciecamente con' l' Auttorità della medesima. Segue la Tripla minore, doue io cambierei il Basso alle due Parti, perche il D b molle con l' A. bianco del Basso è una di quelle quarte diminutè troppo dissonanti, e collocata da Gioseffo Zarlino come abbiamo ueduto nelli Interualli asprissimi da non usar mai, oltre à quello, che s' è detto di sopra della Perfezione della Quarta meno perfetta dell' Ottaua, e quinta, mà pure da non alterarsi senza graue offèsa del suo Principio.

[Marcello, Lettera famigliare, 53,2; text: Equiuoco nèlli Accidenti. Accidenti à suo luogo.] [MARLET 24GF]

E basta nell' Basso cambiar l' accidente [-54-] cioè il b molle alla prima A. et il b quadro appropriare alla Seconda che così l' Armonia si aprè, e meglio si manifesta, et è più soffribile la seconda durezza d' F. Diesis. doppo ben consumata, e rissoluta la prima Falsa.

E l' istesso si può fare più sotto, doue si ritroua il medesimo Passo per altro detta Tripla non mi dispiace. Termina poi il Duetto coll' Aria del Principio: onde non mi resta che aggiungere, se non riportarmi à quanto auessi detto di sopra intorno alla mèdesima.

L' undecimo Duetto à due Canti commincia male in ordine, e proseguisce peggio: mentre le sue modulazioni sono molto scarse di buona Armonia, e troppo uiolenti da uno à un' altro Tuono, e particolarmente la prima Cadenza à due in D la sol re nascè molto impropriamente, e mal preparata.

[Marcello, Lettera famigliare, 54,1; text: La seruitù del Dio d' amore.] [MARLET 24GF]

Di più la Seconda parte sotto F. bianco potrebbe essere più conueniente, come qui appresso.

[Marcello, Lettera famigliare, 54,2; text: del Dio d' amore] [MARLET 24GF]

Oltre di che urtiamo nèl solito scoglio della repplica impropria mentre non uà repplicato d' Amore, come benissimo intenderete. Seguono poi le legature buone, pratticate altre uolte, e mi piacciono, perche proprie, mà non mi auurei seruito dell' Basso in quella maniera, mentre obbligandolo ad' un solo motiuo ogni tratto uiène ò aspro, ò di poca Forza, come lo uedrete sul libro, e da me secondo mi è parso assai migliorato.

[Marcello, Lettera famigliare, 54,3; text: Soffrir la seruitù dèl Dio d' amore.] [MARLET 24GF]

Doue poi dice col primo canto soffrir la Seruitù e con C. diesis ascende à D. il Secondo ascende con la risposta molto impropriamente al B, mentre era douèrè, che discendesse più tosto all' F. diesis, primieramente perche il G. con un C. diesis, che ascende sopra di se deue discendere, e poi per contribuire alla Formazione del Tuono D. al quale in tal [-55-] caso non può maì appartenere la Sesta, mà bensi la Terza, ò la quinta. Osseruate, come il mouimento della Seconda Parte è contrario alla conuenienza della Modulazione, perche è uerò, che B può stare sotto D. formando terza, mà questo non è il caso di formar detta Terza, tanto più, che doppo G. che sopra di se hà C. diesis [[Tuono]] Tritono, se non discende, si fà più sensibile detto Tritono durandone tutta uia la Specie, ò rèlazione tanto biasimata, come abbiamo ueduto da Gioseffo Zarlino. Oltre di chè considerandosi ne' mouimènti Le Chorde estreme l' E dell' Basso uiene ad esser consumato da una Quarta fuori di proposito, perche tutta uia si ascende, il che non sarebbe, se si discendesse, perche in tal caso solamente G. sarebbe considerato. Pèrò era bene per ogni modo règolarsi come qui.

[Marcello, Lettera famigliare, 55; text: Accomodato, e le parti cantano meglio. Soffrir la sèruitù del dio d' amore.] [MARLET 25GF]

E così nella susseguente [[Regola]] rèpplica, uniforme doue poì corre il solito diffetto di far sentirè due uolte d' Amore d' Amore senza proposito. Sopra l' asprezza che segue un interno dolore, non dico niente, perche sono sazio di rifflettere à tal' crudezze confuse l' una con l' altra restando da esse troppo sensibilmente offèso l' udito; e per me una sola mi sarebbe stata sufficiente, e non tre, comè nèl libro si uede. Seguè bene un certo altro passo cattiuo [Basso ante corr.], primieramente per il cambiamento improuiso d' un' Tuono in un altro, per la Difficoltà dell' Intonazione, e per il disordine col quale è scritto intendendosi (secondo li numeri segnati nell' Basso) che la Chorda strauagante del Canto sia quella segnata nell' Basso, che realmente non è, cioè À Diesis sopra l' à naturale sia una seconda minorè di dètto A. cioè un B fà, il che è falsso, come uedremo. Adunquè A naturale chorda Diatonica si ritroua aggrauata da un A: diesis Chorda Enharmonica, che non può se non partirne gran danno, e rendere un' asprissima dissonanza.

[-56-] [Marcello, Lettera famigliare, 56,1; text: I, Asprissimo 2b, 3#, 5] [MARLET 25GF]

[Non si dà in musica quest' interuallo di terza eccedente m. alt. in marg.]

Mà per farui conoscere la diuersità di dette Chorde A. diesis, e B. fà ui dirò, Che nel genere Diatonico Semplice si ritroua il Tuono di due sorti, cioè maggiore, e minore. Quello è maggiore, che segue immediatamente uerso l' acuto doppo il Semituono maggiore in ogni suo Tetrachordo, come pure quello, che si ritroua. collocato trà A. e B. a e b.

Il Tuono minore è quello, che segue sempre il maggiore uerso l' acuto. Ora la diuisione di detti Tuoni si forma con due Semituoni per ogn' uno, mà il primo di quèsti è minore, e l' altro è maggiorè, essèndoche non possono rèstar diuisi in due Parti eguali. Zarlino 3 parte capitolo 29. come la esperienza dimostra. Adunque li Prattici subdiuidendo il Semituono minore l' hanno ritrouato composto di quatro quantità, et il maggiore di cinque, cosi che in tutto uiene [conuiene ante corr.] detto Tuono maggiore, ò minore che sia, ad esser diuisibile in noue Parti chiamate Chome pèr quanto al' udito possono essere comprensibili. Sebbene Fabio Colonna nella sua Sambucca Lincea solamente in cinque interualli diuide l' intièro Tuono per renderlo ancora più sènsibile comunemente. Intèso per tanto l' ordine della sopradetta diuisione, che si forma trà A. e B (che appunto sono le Chorde del Passo improprio sudetto) Tuono maggiore diatonico, diremo, che ritrouandosi nèll' ascendere À diesis, tal Semituono sarà composto di quattro Chome, e cinque nè restaranno dal À Diesis al B. come qui sotto uedesi.

[Marcello, Lettera famigliare, 56,2] [MARLET 25GF]

L' istesso succede nel discendere impercioche discendendo dall' B. all' A. il primo Semituono minore, cioè b molle Sarà composto di quattro Chome, et il secondo maggiore da b molle all' À sarà formato di cinque.

[Marcello, Lettera famigliare, 56,3; text: Semituono minore, Semituono maggiore] [MARLET 25GF]

Che se fosse diuersamente la Chorda b molle sarebbe la medesima, che À diesis, quale À diesis abbiamo ueduta essere distante dal B. per cinque interualli, ò Chome, e per conseguenza di natura diuersa dal B. molle separato per quatro. L' ordine adunque è quèsto, che ascendendo dall' A à B. si deue primieramente ritrouare À diesis, e poi B fà. e discendendo dal B. ad A. deue neccessariamente incontrarsi prima B. fà, e poi A diesis. Mà la ragione più intrinseca di tal' conuenienza si è, perche quella cosa deue essere più prossima al suo Principio, che più ritiene la natura di esso, ed essendo che À diesis più ritiene la qualità d' À. [-57-] ondè deriua nèll' ascendere che B fà, e questo ritiene la natura di B. mi nèl discendere più che A diesis però è douere, che la diuisione sia formata con le proporzioni, come si è detto.

[Marcello, Lettera famigliare, 57,1; text: Semituono minore, Semituono maggiore] [MARLET 25GF]

Addunque da ciò, chè s' è dimostrato uoi auète compreso, che non è la medesima in sostanza la Chorda À Diesis, che la Chorda B. fà. con tutto che ne' nostri communi Cembali, Organi, ò altri artificiali Istromenti à più Chorde si ritroui un Tasto nero solo collocato trà A. e B., chè serue ad Entrambi li sopramostrati Accidenti. [Bulyuuski Michele. Tastatura quinque formis -- 1711. Questa critica fu adunque scritta da Marcello dopo il 1711. m. alt. in marg.] E sopra di questo particolare Legete il Foglio uolante di Michael Bulijuuskij Mathematico insigne intitolato Tastatura quinque formis stampato in Durlack l' anno 1711. come pure osseruate à cartella 23. di questo libro la dimostrazione delli tre genèri, che trouarete nel ultimo Tètrachordo del Genère enharmonico la diuèrsità dèlla Chorda À diesis dalla B con b molle, e ciò per mezzo delle segnature. x e b. Se io non mi sono seruito nelli sopramostrati Essèmpi d' À diesis di quèsto segno x. mà di questo # ciò hò fatto pèr usarè quello, che è più manifèsto, e più pratticato.

Orà da quanto si è detto, e dimostrato comprenderete, chè la Segnatura de numèri nell' Basso è molto impropria, mentre non è la medesima la Chorda segnata, e la Chorda cantabilè. e che ciò sia la uerità sopra il mio, e molti Cembali, formato con li spezzati (lasciando quelli di moltiplice Tastatura, nella quale il Tuono resta in più minute Parti diuiso, che in due Semituoni) cioè con ambi li Interualli minore, e maggiore si genera per detta segnatura una gran' confussione.

[Marcello, Lettera famigliare, 57,2; text: 2b, 3#, 5, 3b, 4#, 6] [MARLET 25GF]

Impercioche se io deuo hauer riguardo à chi canta mi conuiene toccarè À diesis, Semituono minore, e se deuo regolarmi con la Sègnatura dell' Basso, che dimostra B. fà deuo seruirmi di un' altro Tasto, cioè della seconda minore, semituono maggiore. e cosi toccando detti due Tasti assièmè uèngo à far sentire due Semituoni minore, e maggiore, che formano ueramente una dissonanza insoportabile. Adunque era meglio lasciare i Numeri rimettendosi al caso, perche almèno sopra li Cembali co' spezzati si schiuaua la Confussione. Aggiungo un' altro rifflesso sopra l' accompagnamento segnato alla seconda minore. Non intendo come questa non abbia seco la quarta sua propria consonanza, che Egli diuenta Terza; mà piùttosto un C. [-58-] diesis, che rende tanto più aspra la modulazionè.

Mentre se si uoleua, che B fà (secondo la Segnatura) diuentasse À diesis in battere, come osseruo da F. Diesis nell' Basso con la Segnatura della Terza maggiore, [[ciò]] non èra bisogno sopra il B. fà sudetto dar un C. Diesis essendo quèsto consonanza proporzionata all' A. diesis. Adunque da tale accompagnamento spicca chiaramente, che il Musico non hà per se, che l' À diesis, e che la Segnatura dèl Basso è falssa per ogni partè. Però quèsta la chiamaremo quella Diapason supèrflua, non per relazionè, ò speciè, mà pèr sostanza, è realtà comunemèntè dannata. Oltre di che li accidenti sono impropriamente scritti alli numeri, che fanno figure di Note (come indizi dèl cambiamènto, che deuono fare esse note d' una in altra natura.) e siccome le Note si ricercano auuanti di se, cosi era conueniente scriuerli à quelli, e non doppo: e questi sono tutti Contrasegni di poco buona seconda Prattica.

[Marcello, Lettera famigliare, 58; text: Sègnatura irrègolare corrispondente al Basso. 3#, Segnatura regolare corrispondentè al soprano.] [MARLET 26GF]

Orà consideriamo la Stauaganza, con la quale si porta à detta À diesis. Primieramente cambia genere, e Tuono all' improuiso per mezzo delli Accidenti, mentre formata una cadenza in diatonico, come si uede, passa in un' istante nel Chromatico per uia d' una Chorda Enharmonica, ch' essendo del ultimo genere per conseguenza e più sproporzionata col Primo. Chè però sarà impossibile, ò difficilissimo à qualunque Prattico Cantante l' intonazione della medesima Chorda Enharmonica, e per l' instantanea uscita di Tono, e per l' impropria segnatura, stante la quale il salto è prohibito, et impratticato formandosi di due Tuoni, e d' un' Semituono minore. Ne uale il dirè, che il Musico per superare la difficoltà deue figurarsi, che quell' À diesis sia B fà (il quale come abbiamo [[detto, è ueduto]] [ueduto corr. supra lin.], in sostanza non è) mentre all' improuiso un' Semplice Cantore non può auère questo riflesso (che è piùttosto da Compositore) [[<.>]] onde restando sorpreso dalla nouità non può, se non rimanere confuso. Che però per euitare tanti, e tali disordini dirò prima, che era meglio non fare un tal' passo per l' asprezza con che si passa da un Tuono, ò Genèrè all' altro, mà pure uolendolo fare era meno improprio lo scriuèrlo, come qui sotto per leuar la confusione, quanto era possibile doue osseruarete i Legitimi numeri, e scritti con l' ordine predetto.

[-59-] [Marcello, Lettera famigliare, 59,1; text: b2, 4, b3, 6, #3, #5, Passo migliorato, e mèno confuso.] [MARLET 26GF]

In tal maniera altro non resta da sopportare, che l' asprezza della Modulazione, che secondo à chi piace può esser buona; mà io certamente non la usarei. Con tutto che il' Famoso Allessandro Stradella, sopra le di cui opere hò fatto molto Studio la mettà in Opera in un suo Recitatiuo: [Marcello fece molto studio sull' opere d' Alessandro Stradella. m. alt. in marg.] mà è ben uèro, che la scriue nella maniera medesima, che io hò aggiustato il medesimo Passo, perche oltre la durezza del mouimento non ui sia la confussione dell' occhio.

[Marcello, Lettera famigliare, 59,2; text: 5, 6, 7, #3, 4, Alessandro Stradella.] [MARLET 26GF]

Mà però io nel nostro caso auurèi fatto nel modo quì sotto, e auurei preteso d' esprimere à sufficienza la parola insolita pena, mentre il B fà è chorda insolita del Tuono À. mà tenendo appresso la proprietà del Genere per uscirne poi con minor inconuenienza, e durezza.

[Marcello, Lettera famigliare, 59,3; text: un insolita pena, Sufficiente per esprimere la parola.] [MARLET 26GF]

Ma chi sà, che il passo sudetto dell' Auttore, che ui hò fatto conoscere improprio per tante ragioni non uenga considerato da esso, e da suoi Amoreuoli per una ritrouata Singolare? Se questo fosse eccoui quanto ui hò detto da principio, che il semplice Prattico sarà sempre sottoposto à considerabili errori, e che l' Auttore sia semplice Prattico, e nulla, ò poco Teorico spicca d' auer Egli fatte simili cose, le quali à uno anche mèdiocre Speculatiuo non "caderànno mai nel pensiero. Impercioche essendo la Musica come la definisce Agostino scienza di ben cantare, ò ben modulare, che ad altro non attende, che à questo: in qual maniera si potrà porre quella Cantilena nel numero di quelle, che osseruano e [-60-] tendono à questo fine, la quale auerà le sue modulazioni piene di simili errori, e sarà in tal modo disordinata, che appena si potrà sopportar di uederla, non che di cantarla? Cercherà adunque il Compositore di fare, che le parti della sua Cantilena si possino cantar bene, et ageuolmente, e che procedino pèr belli, leggiadri, et eleganti mouimenti, accioche li Vditori prendino diletto di tali modulazioni, e non siano da ueruna parte offesi." Cosi Gioseffo Zarlini Parte terza capitolo 45.

Rèstando imperfètta, e non pubblicata la Stampa per fauorire (ad instanza di premurosa Intercessione) l' Auttore de' Madrigali, rèsta anche imperfetta la Copia.