Saggi musicali italiani
Data entry: Massimo Redaelli
Checked by: Andreas Giger
Approved by: Thomas J. Mathiesen
Fn and Ft: BOTTRIG3_MBCMB44
Author: Bottrigari, Ercole
Title: Il trimerone de' fondamenti armonici, ouero lo essercitio musicale, giornata terza
Source: Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale, MS B44, 85-142
Graphics: BOTTRIG3 01GF-BOTTRIG3 11GF
[-<i>-] TAVOLA DELLE COSE NOTABILI CONTENVTE NEL DIALOGO della terza Giornata.
1--DECRETO di Papa Giouannj xxij. contra gli Abusi de' Musicj, e Cantorj, necessario da rauiuare contra gli Abusi de' Musici, e Cantorj de' nostri tempi foglio 85
2--Hoquet; uoce francese significar quello, che i latinj dissero singultum, e noj Italianj [diciamo add. supra lin.] singhiozzo foglio 86
3--Hoquetis, e Motettis uoci francesi usate dal Papa per essere allhora la Residentia papale in Auignone foglio 86
4--Hoquet nella Musica si può pigliar per quello effetto, che noi diciamo gorghizare, essendo che 'l cantante gorghizando pare che singhiozzi frequentemente foglio 86
5--Ocetus, uoce usata al uenerabile Beda ne conosciuta, ne bene intesa dal Zarlino ne' suoj Supplementi musicali esser da lui come parola corrotta riuolta in Concentus foglio 86
6--Motetto è uoce francese; la qual propriamente significa uerso: Ma [da add. supra lin.] Francesi è pigliata in uniuersale per breue cantilena cosi di parole latine, come di ogni altro linguaggio: E da noj per parole latine poste in Musica foglio 87
7--Quai fussero gli Abusi, e gli Abusatorj nella Musica al tempo di Papa Giouanni xxij. foglio 87
8--Ordinationj di Papa Giouannj xxij. contra gli Abusi, et Abusatorj della Musica foglio 88
9--Memorata, parola forse non bene intesa, e perciò corrotta ne' Decretalj si ha da restituire morata leuandone la prima sillaba me foglio 88
10--Abusi modernj nella Musica esser maggiorj di quej; che commossero Papa Giouannj 22. à fare il Decreto sotto il Titolo de Vita, et honestate Clericorum foglio 89
10--SVGGETTO del terzo Dialogo foglio 89
11--Iubal secondo figliuolo di Lamec et di Ada, fratello di Iubal Cain gran Cantore alla cettera da gli Hebrej detta Chinor, inuentata da luj, si come anco lo Augab stromento da Fiato si può creder trouatore anchora de' Tahamim caratteri musicali degli Hebrej foglio 89
12--Bibie fatte scriuer con ispesa grande dagli Hebrej à lor perpetua memoria, e tenute riposte negli Archiuij delle Sinagoghe non hauer [-<ii>-] puntatura alcuna foglio 90
13--À' Rabbinj hebrej esser prohibito legger pubblicamente nelle Sinagoghe sopra Bibie puntate foglio 90
14--Bibia scritta di mano di Ezra conseruata da Reuerendi Padri di San Domenico con grandissima ueneratione non esser puntata foglio 90
15--Caratterj, ò puntature musicalj degli Hebrej esser da loro nominate Neginot foglio 91
16--Giouanni Reuchino esser stato il primo che latinamente habbia scritto degli Accenti, e Caratteri musicali degli Hebrej foglio 91
17--Giouanni Vallense scrittore degli Accenti, e Caratteri Musicali degli Hebrej dopo il Reuchino foglio 91
18 - Alef: He: Iod: Vau, lettere hebraiche; anchora che ritengano nello esser pronontiate qualche suono rispettiuamente di a, e, i, u, non perciò seruono per uocali se non quanto sono segnate di puntatura significante esse uocali: ma confondersi trà loro foglio 92
19--Gli Hebrej no hauer lettera; che habbia suono proprio di o foglio 92
20--La Iod, e la Vau, seruono più per la i, e per la u, consonanti, che per le uocali, se non sono puntate di quelli foglio 92
21--I punti, ò Caratteri musicali degli Hebrej nominati Neginot esser uenti foglio 92
22--Figure, nomj, e significati degli Accenti musicali degli Hebrej foglio 95
23--Demostratione de' Mouimenti degli Accenti musicali degli Hebrej secondo il Reuchino, et il Vallense foglio 95
24--Gli Hebrej usar nelle Sinagoghe loro diuersi mouimenti nel Canto secondo [le add. supra lin.] Nationj loro foglio 96
25--Mouimento musicale della Intitolatione del Salmo Miserere mej Deus, secondo lo uso della Sinagoga Spagnola in Ferrara foglio 97
26--Il mouimento del Canto degli Hebrej ne' Salmj esser diuerso da quello ne' Profeti, E quello ne' Profeti differente da quello ne' Prouerbij foglio 97
27--Il Canto degli Hebrej nelle Sinagoghe loro esser come 'l Canto fermo, ò piano nelle nostre Chiese foglio 98
28--45. Tauole de' Caratterj musicali greci descritte da Alipio per la maggior parte loro frammentate, e mancanti foglio 98
29--Caratteri musicali greci esser poco men che al numero di 80. foglio 99
30--Musica di Boethio, di Alipio, di Gaudentio, di Aristosseno, di Tolomeo, [-<iii>-] di Psello, e di Euclide Scrittori greci tradutta in Italiano dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro foglio 99
31--I Caratteri musicali de' Greci esser duplicati; De' quaj lo uno significa la Sillaba, lo altro il percotimento della Corda dello stromento musicale foglio 100
32--Figura, e forma de' Caratteri greci, e nomi loro in tuttetre i Generi armonici foglio 100
33--Essempio delle Cantilene de' Musici antichi greci foglio 102
34--Nemesi da Gentili, ò Paganj era tenuta Dea dispensatrice dalla gratia diuina; E perciò detta Fors, e Fortuna foglio 102
35--Tuono, ò Modo lidio da gli antichi Musicj tenuto per principale foglio 102
36--Modo di poter ridurre le Cantilene descritte co' Caratterj greci musicali alle nostre moderne Note musicali foglio 103
37--Essempio delle Cantilene greche co' Caratteri musicali dopij per poterle e Cantare, e sonare foglio 104
38--Gli Scrittorj greci essere stati più copiosi nelle Relationj loro delle cose musicali, che gli Hebrej foglio 104
39--Caratteri musicali greci posti da Franchino Gaffurio insipidamente foglio 104
40--Lo utile suole assai souente ingannar l' Operante foglio 104
41--Franchino Gaffurio Musico hauuto in grandissima stima al suo tempo foglio 104
42--Libretto di Giouannj Spataro titolato Errorj di Franchino Gaffurio foglio 104
43--Trattato di Musica di Giouannj Spataro; nel qual sono molte oppositionj à' librj di Musica del Gaffurio foglio 104
44--Epistole uolgari di Giouannj Spataro a' diuersi Musicj con alcune Considerationi del medesimo scritte à penna, e non anchora stampate foglio 104
45--Errore commesso da Boethio nel formare il Tetracordo Sinemmenon Cromatico, e seguito da Franchino Gaffurio foglio 104
46--Tauola de' Caratterj musicali greci addutta dal Zarlino ne' suoj Supplementi musicali creduta ò non uera, ò non molto antica, e forse Scritta per particolar ricordo, come cauata dalle Tauole di Alipio foglio 105
47--Tauole di Alipio ridutte in iscala come le descritte da Boethio foglio 105
48--Numero della quantità de' Caratteri musicali, e delle Tauole; che mancano alle descritte; che hora si trouano, da Alipio foglio 105
49--Guido Aretino monaco non essere stato ne anco forse bene il Sesto Scrittore di Musica dopo Boethio foglio 106
50--Le Ziffre musicali primieramente come si crede usate da Musicj Ecclesiastici erano solamente 4. si come 4. sono principalmente i Tetracordi foglio 106
[-<iv>-] 51--Il primo Tetracordo che degli antichi Musici Ecclesiasticj detto graue ò 'l più humile, il secondo finale, il terzo superiore, il quarto Eccellente foglio 106
52--Le Ziffre ò Note musicali Ecclesiastiche antiche deriuar principalmente dalla lettera t; con qualche alteratione, et aggiunta foglio 106
53--Le Ziffre Musicali Ecclesiastiche antiche furono accresciute sin' al numero di 18 foglio 108
54--Essempio primo dello uso de' Caratteri musicali Ecclesiastici antichi con reghe, ò linee, e senza linee secondo il Costume de' Greci foglio 108
55--Risolutione del primo Essempio dello uso de' Caratteri Ecclesistici musicali ne' Caratteri, ò Note musicali usate da' Modernj Musici foglio 109
56--Essempio di tuttequattro i Tuonj antichi Ecclesiastici con le Ziffre antiche, e linee foglio 109
57--Risolutione del sopradetto essempio de' quattro Tonj ne' Caratteri musicali modernj foglio 109
58--Essempio secondo dello uso de' Caratteri ò Ziffre musicali Ecclesiastiche antiche con linee, et anco senza linee secondo il costume de' Greci foglio 109
59--Demetrio Fallareo dice, che i Sacerdoti Egittij laudauano [laudano ante corr.] gl' Idij con le sette lettere uocali pronunciandole ordinatamente la una dietro l' altra foglio 111
60--Continuata usanza de' Musicj è stata di sopraporre i Caratteri musicali alle Sillabe delle parole, eccetto degli Hebrej et di Oddo trà latinj foglio 113
61--Non sapersi gl' Inuentori, ò Introduttori de' Caratteri musicali cosi hebraicj, come greci, e latinj foglio 114
62--Oddo Abbate di Cligno Musico Illustre et Archicantore nella Chiesa Turronese; del qual la Chiesa Santa fa commemoratione a' 10. di di Nouembre foglio 114
63--Registro delle Chroniche cosi poco giudiciosamente nominato dal Valgo foglio 114
64--Enchiridion armonico di Oddo essere stato indebitamente detto libro Apocrifo [non approbato add. supra lin.] di Nicolò Burtio foglio 114
65--Approbatione fatta da Guido Aretino dello Enchiridion armonico di Oddo foglio 114
66--Oddo uisse dopo San Gregorio Papa per più di trecento annj foglio 114
67--Boethio fiorì prima di San Gregorio Papa per più di cento annj foglio 115
68--Aurelio Cassiodoro Scrittore di Musica uisse trà Boethio e San Gregorio Papa foglio 115
69--Martiano Capella, e Censorino Scrittorj di Musica uissero auanti Boethio foglio 115
70--Porfirio Commentò [[<.....>]] gli Armonicj di Tolomeo dopo Christo 240 annj foglio 115
71--Tolomeo fiorì sotto lo Imperio di Antonino Pio foglio 115
72--Il santissimo Gregorio Papa essere stimato Trouatore dell' Applicatione delle lettere Abcdarie alle uoci cantabili: ma senza affirmatione di Alcuno scrittore foglio 115
[-<v>-] 73--Essempio di una Antifona posto da Guido Aretino con le sole lettere Abcdarie gregoriane foglio 117
74--Beda Venerabile uisse auanti Oddo Abbate per più di 220. annj foglio 118
75--Diuersità di Caratteri musicali Ecclesiastici foglio 118
76--Antifonario scritto à penna in Carta pecorina, se non uitellina antico conseruato nello Archiuio della Fabrica della Chiesa di San Petronio foglio 118
77--[ClefC] quadro ò più tosto angolare, che cosa sia foglio 119
78--Hinno di San Giambattista sopra il qual Guido Aretino [fondò add. supra lin.] lo ut, re, mi, fa, sol, la; del suo essacordo foglio 120
79--Il Canto fermo ordinario dello Hinno di San Giambattista non esser quello; sopra 'l qual Guido Aretino fondò lo ut, re, mi, fa, sol, la; del suo essacordo foglio 121
80--Lo abbassare, et lo innalzare della linea rossa significarsi appresso gli antichi Ecclesiastici la Chiaue di Ffaut graue non seruire ad altro che al non adoperar se non tre linee foglio 121
81--Voci, ò Sillabe Significanti le uoci e Suonj musicali posti da Oddo esser diuersamente addutte da Bartolomeo Ramo, et dal Burtio foglio 122
82--Sillabe musicali poste da Oddo esser di lettere greche senza significato alcuno: et esser come Auuerbij somiglianti alle uocj degli Aranti et degli Aganj; che minacciano: Ma queste di persone liete; che nulla esprimano foglio 123
83--Altre Sillabe insensate antiche significanti le uoci cantabili, ò Suonj instromentali poste da Bartolomeo Ramo foglio 123
84--Sillabe; che formano parole sensate, significanti i suoni, o uoci musicali d' Inuentione di Bartolomeo Ramo foglio 125
85--Essempio di pratticar le Sillabe musicali di Bartolomeo Ramo foglio 125
86--Come [[già fusse et]] hora sia [et già fusse add. supra lin.] figurato dagli Egittij lo Anno, et il suo ritorno foglio 126
87--La Inuentione delle Sillabe musicali di Guido Aretino come approuata dallo uniuersale consenso di coloro; ch' essercitano la prattica della Musica douer esser seguita, et adoperata, la sua buona dispositione, bel Collegamento, et facilità cosi della pronuntia come della memoria foglio 126
88--Quattro Accoppiamenti replicati di due Sillabe, et altretanti Interzamentj di tre di quelle [fatte corr. supra lin.] da Guido Aretino [e collegati in tre Settenarij alle lettere Abcdarie musicali Gregoriane una mano add. supra lin.] foglio 126
89--Parole di Guido Aretino non bene intese ne da Giouannj Spataro, ne da Bartolomeo Ramo suo precettore, ne da Franchino Gaffurio foglio 127
90--Nota gialla dimostratrice della Chiaue di [ClefC] angolare graue, e di csolfaut sopracuto foglio 128
[-<vi>-] 91--Linea gialla dimostratrice della Chiaue di csolfaut foglio 128
92--Linea azurra significante il b fa, allegata dal Gaffurio non essere in uso foglio 128
93--Ne Guido Aretino, ne Giouanni de Muris essere stato trouatore de' Caratterj, ò Note nostre musicalj del Canto fermo, ò piano Ecclesiastico facendone mentione Beda uenerabile foglio 129
94--Giouanni de Muris essere stato dopo il Venerabile Beda intorno à 640. annj foglio 129
95--Sej Sorti di Caratteri ò Note musicali principali descritte dal Venerabile Beda foglio 129
96--Linee, ò Reghe musicali poste dal Venerabile Beda si come appunto si accostumano hora foglio 129
97--Pause, ò linee delle Battute, e lor ualuta poste dal Venerabile Beda foglio 129
98--Essempio delle diuerse Legature delle Note musicalj posto dal Venerabile Beda foglio 130
99--Chiauj, ò Segni de' luoghi principali de' Tetracordi, e Essacordi di Guido Aretino cosi antichi come modernj, et il lor significato foglio 130
100--Bartolomeo Spontone Musico prattico Eccellentissimo, discepolo prima di Nicolò Mantouano, poi di Giaches de Ponte, e di Morales foglio 133
101--Chroma, ò Fusca quello, che quanto al suo nome importi foglio 134
102--Chroma, ò Fusca da qualcuno detta anchora Corsea: et perche ella habbia, sicome anco la Semicroma, ò semifusea et la Semiminima et la Semibreue anchora doppia figura, e forma foglio 134
103--Tempi, Modi, Prolationj de' Musicj tutte uarie, e perdimenti di tempo, Et perche foglio 135
104--Don Nicola Vicentino risuegliatore degli addormentati e sonnacchiosi Musicj modernj foglio 135
105--Scrittorj; che parlano de' Tempi, Modi, Prolationj de' Musici foglio 136
106--Segnj de' Tempi, Modi, Prolationj esser fondate sulla opinione e [capriciosa add. supra lin.] uolontà de' primi loro Trouatorj foglio 138
107--Il numero de' caratteri musicali modernj esser forse maggiore del numero et quantità de' Caratteri musicali degli Hebrej et de' Greci foglio 139
108--Musici Hebrej non hauer conosciuto altro Genere che 'l Diatonico foglio 139
109--Lettere dello Abcdario Vsate dagli antichi Lautisti; Inuece delle quali i moderni adoperano i [nostri add. supra lin.] Caratteri aritmeticj foglio 140
110--Essempio di una intauolatura antica da Lauto; la cui Cantilena è roza, e goffissima in ogni sua parte: ma posta, et addutta solamente [-<vii>-] per la sua antica maniera di fare Intauolatura per lo Lauto foglio 140
111--Gli Hebrej, et i Greci, et anco i primi Musicj Ecclesiastici non hauere hauuto altra misura di tempo nel Cantare, che la buona loro pronontia delle parole foglio 140
112--Le antiche Cantilene, cosi hebraiche, come greche, et latine non essere state formate di tante aere in un tempo medesimo di quante sono composte le moderne à più uocj foglio 140
113--Pause, ò Battute di che quantità di tempo grande, picciolo, e minimo si siano dimostratricj sono anchora esse Caratteri musicali significanti al Cantore qualche cosa del suo ufficio per tacere foglio 140
114--Ragionj; per le quali i Musici modernj hanno ritrouato maggior quantità di Caratteri musicali di quella degli antichi foglio 140
115--Pause, ò Battute non esser di minore importantia nelle Cantilene per lo tacere, che si siano i Caratterj, ò Note per lo cantare foglio 141
116--Musica moderna detta misurata dalla uariabile misura del tempo; che uogliono i Caratteri musicali che la rappresentano foglio 141
117--Musica Moderna detta figurata dalle tante, e sì diuerse figure de' Caratteri; da' quali ella uien rappresentata foglio 141
Il Fine della Tauola
Delle cose notabili contenute nel Dialogo
Di questa [seguente add. supra lin.] terza Giornata:
[-85-] DEL TRIMERONE DE' FONDAMENTI ARMONICI, OVER DELLO ESSERCITIO MVSICALE, DIALOGHI DEL CAVALLIERE HERCOLE BOTTRIGARO
GIORNATA TERZA.
INTERLOCVTORI.
Alonso Cupino. Anniballe Melone.
ALONSO. PVR Al fine mene spiccaj: Ma con gran fatica. Ogni quattro passi pur piantati come podagroso. E che Discorsi son poi questi suoj. Che, Domine, mj haueua attrauersato hoggi costuj trà' piedi? Oh ecco per mia fe' collà in Capo al Portico il Melone; ch' entra per salir le Scale della sua Scuola. A' tempo Io dubitaua grandemente, ch' Ei non istesse aspettandomj gran pezza. E ne sentiua cordoglio per rispetto; ch' Ei non s' imaginasse che io ciò fatto hauessi come in riproua dello hauermj Ci fatto indugiare hierj alquanto aspettando io lui: Ma non si sarà posto anco intorno la ueste lunga che io sarò con luj: se io douessi ben Salir correndo queste sì lunghe ed erte scale.
Annibale. Non ui affannate Alonso: Non ui affannate salendo così in fretta queste Scale. Esse pur troppo sono per se stesse fastidiose con la ertezza loro. Venite à uostro agio. Io uedutouj da lungi son mene poi uenuto cosi pian piano al mio Solito annouerando (come si dice) questi gradi, et aspettandouj.
Alonso. Tutta è uostra cortesia. Entrate pur uoj.
Anniballe. Entro. E pongomj à sedere. Fate anche uoj il simile: e ripigliate fiato mentre io più per [[cerimonia]] [uso corr. supra lin.] che per bisogno hora mi pongo questa mia ueste intorno. Poi mi uerrete dicendo, se hauete letto e considerato il contenuto di quella scrittura; che io per ciò ui diedi hierj al partir uostro da me, che fors' è quella; Che io uì ueggio hauere in mano.
Alonso. Ella è per certo dessa. Ed holla letta e riletta. E parmj ueramente gran cosa, che sia à quej tempi di Papa Giouannj xxij.o il qual morì ha più di 260 annj, fussero stati introdutti nella Musica tanti Abusi; Onde à luj bisognasse faruj questo Decreto sotto 'l Titolo de Vita, et Honestate Clericorum. [1. in marg.]
Anniballe. Egli è un Decreto; che sarebbe hora necessario rauiuare, et ponere hora (come dicono) in uiridi obseruantia: poi che si è ricaduto ne gli stessi Abusi, e forse anco maggiorj. Vdite. Nam Melodias Hoquetis intersecant: Discantibus lubricant: Triplis, et Motettis uulgaribus nonnunquam inculcant; Adeo, ut interdum Antiphonarij, et Gradualis fundamenta despiciant: Ignorent super que [-86-] aedificant. Tonos (udite, udite) nesciunt, et quos non discernunt, immo confundunt: ex earum multitudine Notarum Ascensiones pudicae, Discensionesque temperatae planj Cantus quibus Toni ipsi secernuntur, ad inuicem obfuscentur. Currunt enim et non quiescunt. Aures inebriant, et non medentur. Gestibus simulant, quod depromunt. Quibus deuotio quaerenda contemnitur. Vitanda lasciuia propalatur. Poi seguendo Papa Giouannj mostra quanta fusse la Stima; in ch' egli haueua Boethio, non tanto forse per la sua molta dottrina, quanto per la sua Santa Vita; Ond ei meritò di essere connumerato trà santi Martiri: allegando le sue parole nella Istitutione musicae. Non enim inquit frustra Boethius: lasciuus animus uel lasciuioribus delectatur modis: Vel eosdem sepe audiens emollitur, et frangitur. Hor che ui pare? Hauete uoj ben considerato tutti questi quindici Abusi? E queste lor particolarità?
Alonso. Tutte; Percioche sono cosi distintamente narrate, che non è possibile passarle senza intelligentia: Ma che interpretatione date uoj a quella uoce, Hoquetis?
[2. in marg.] Anniballe. I Francesi dicono Hoquet quello che i Latini chiamarono singultum, e noi italianj nominiamo Singhiozzo. Et il Papa in questo luogo usò per auuentura tal uoce, come poco di sotto anco usò Motetis, parola medesimamente francese: Percioche allhora la Residentia papale era in Auignone: [3. in marg.] et in Francia hebbe facilmente origine tal modo di Cantare: Et la Lingua latina era poco purgata, e pura. Et per mio creder fondato su quelle parole ex earum multitudine Notarum ascensiones pudicae, et descensiones temperatae planj Cantus; quibus Tonj ipsi scecernuntur, ad inuicem obfuscentur: Currunt enim et non quiescunt: Aures inebriant, et non medentur, si ha da pigliar per quello effetto; che noi nella Musica diciamo gorghizare, o fare [passaggi add. supra lin.] di gorga; [4. in marg.] Che ben pare ueramente che 'l Cantante allhora singhiozzj frequentemente, e cosi uenga ad intersecare, et ad interrompere la Melodia; Di che nel fine del Dialogo titolato il Desiderio; Al quale ad altro proposito anche hierj io ui rimisi, ho (cosi hauendo pur uoluto il Signor Caualier Hercole Bottrigaro) ragionato, et ragionando forse anco prorotto qualche poco. E di questa uoce Hoquetus fa [per auuentura add. supra lin.] mentione Beda il uenerabile nella sua Musica pratica quadrata dicendo. Sciendum, quod tria tantummodo sunt Genera, per quae tota mensurabilis Musica transcurrit, scilicet Discantus, Ocetus, et Organum: Ma non essendo [quella ben add. supra lin.] conosciuta ne intesa dal dottissimo Zarlino [5. in marg.] [[come parola corotta fu]] da lui nello stesso luogo; che è il capitolo terzo del primo libro de' suoj Supplementi Musicali doue hierj ui dissj [che non è stata bene corr. supra lin.] [[bene]] [anco da luj corr. supra lin.] interpretata la uoce organum [fù come parola corrotta, ò mancante, add. supra lin.] riuolta in Concentus.
Alonso. La Voce Motetto adunque anchora essa è francese? Che significato ha?
[-87-] [6. in marg.] Anniballe. In quella Lingua [[ha]] propriamente significa [significato ante corr.] uerso: Ma uien pigliata per breue Cantilena cosi di parole latine, come di qual si sia altro Linguaggio: Ma diuenuta, e fatta Italiana è da noj sempre pigliata, come sapete; per parole latine poste in Musica si come dicendo noj un Madrigale, ò una Canzone semplicemente intendiamo sempre un Concento di più uocj diuerse sopra parole uolgari italiane, e non latine; Onde il Papa alla uoce Motetis aggiunse uulgaribus. E di questa uoce Motetis fà medesimamente il uenerabile Beda mentione dicendo nella stessa sua Musica pratica ouer quadrata primieramente cosi. Et quomodo ex his componantur Motetti, seu Conducti, uel organa. Poscia. Sed huiusmodi figurae aliquando ponuntur cum litera, aliquando sine. Cum litera ut in Motettis, et similibus. Et alquanto più oltre. Ne in Compositione, siue ordinatione Tenoris plana Musica frangatur; Super quam omnes Motettj, et omne organum fundari tenentur. Ma tornando a questo Decreto, Egli in ogni sua parte è bellissimo. Vedete com' è bella in questo principio la Narratiua delle Cagioni per le quali è stata introdutta la Musica nella Chiesa d' Idio. Docta Sanctorum Patrum decreuit autoritas, ut in diuinae laudis officiis, Quae debitae seruitutis obsequio exhibentur, cunctorum mens uigilet (E una) Sermo non cespitet: (e due) Et modesta psallentium grauitas (che è tre primieramente) placida modulatione decantet. (oltradiciò) Nam in ore eorum dulcis resonat sonus. Dulcis quippe omnino sonus in ore psalentium resonat, cum Deum corde suscipiant: dum loquuntur uerbis; in ipsum quoque cantibus deuotionem accendunt: Inde etenim in Ecclesiis Dej Psalmodia cantanda praecipitur, ut fidelium deuotio excitetur in hoc nocturnum, diurnumque officium; et Missarum celebritates assidue Clero ac Populo sub maturo Tenore (e notate questo per lo Ragionamento nostro di hierj: se 'l Tenore, e 'l Basso sia, ò non sia una Parte medesima) distinctaque gradatione cantentur, ut eadem distinctione collibeant, et maturitate delectent. [7. in marg.] Segue hora il Papa in narrando quaj siano gli Abusi, et gli Abusatorj di essa Musica. Sed non nullj nouellae Scolae discipuli dum temporibus mensurandis inuigillant, nouis Notis intendunt fingere suas quam antiquas cantare malunt, in semibreues, et minimas Ecclesiastica cantantur, Notuli percutiuntur; Nam melodias Hoquestis; et il resto, come hauete udito per fine di essa Narratiua. Eccouj hora la bellissima, et gioueuolissima Dispositiua per prouedere di Correttione à tali Abusi: [-88-] e ritornar la Musica alla sua primiera forma. Hoc ideo dudum nos, et fratres nostri correctionem indigère percepimus. Hos relegare, immo prorsus abiicere, et ab eadem Ecclesia Dej profligare efficacius (che dite Alonso mio) properamus. [8. in marg.] Quocirca de ipsorum fratrum consilio districtè praecipimus, ut nullus deiceps talia, uel his similia in dictis officiis; presertim Horis canonicis, uel cum Missarum solemnia celebrantur, attentare praesumat presumat. Si quis uero contrafecerit per Ordinarios locorum; ubi ista commissa fuerint, uel Deputandos ab eis in numero exemptis. In Exemptis uerò per Praepositos, seu Prelatos suos; Ad quos aliis correctio, et punitio culparum, et Excessuum huiusmodi pertinere dignoscitur: uel Deputandos ab eisdem per suspensionem ab officio per octo dies (pena troppo leggiera) auctoritate huius Canonis puniatur. Per haec autem (ò che bella, e prudente limitatione) non intendimus prohibere, quin interdum diebus festiuis preciupè, siue solemnibus [in add. supra lin.] Missis, et prefatis diuinis officiis aliquae Consonantiae; quae Melodiae Sapiant, puta, Octauae, Quintae Quartae, (intendano quej; che non uogliono hora acconsentir, che la Diatessaron sia connumerata trà le Consonantie) et huiusmodi. Ciò è delle Composte di queste, et della Diapason: supra Cantum firmum Ecclesiasticum simplicem proferantur. Il che ueramente è quello; che noj diciamo contrapuntizare semplicemente et non tritellatamente: ma à Nota per Nota, ò punto per punto sopra il Canto fermo, come il Papa istesso lo dichiara dicendo. Sic tamen, ut ipsius Cantus integritas illibata permaneat. Et nihil ex hoc de bene memorata Musica immutetur: Maximè cum huiusmodi Consonantiae Auditum demulceant et Deuotionem prouocent Et Psalentium Deo animos torpere non sinant. Tutti effetti della Musica laudata da migliorj Filosofi incominciandoci da Platone; la Opinione del quale replicatacj [da Boethio add. supra lin.] nel Proemio della sua Istitutione armonica io ui recitarò non solamente per questa Causa: Ma per ammenda della parola memorata; che à mio giudizio corrottamente hora si legge in tutti i Testi de' Decretali stampati; che sin ad hora ho potuto uedere: douendosele nel principio leuar uia quel me, et legger morata. [9. in marg.] Plato etiam maximè cauendum existimat, scriue Boethio nel Proemio del primo Libro della sua Musica, ne de benè morata Musica aliquid permutetur. Et alquanto più oltre soggiunge. Iccirco magnam esse custodiam Reipublicae Plato arbitratur musicam optimè moratam [[p]]pudenterque coniunctam: [-89-] ita ut sit modesta, ac simplex, et mascula, non effeminata nec fera, nec uaria.
Alonso. O' prudentissima ò giudiciosissima ò santissima Prouisione; Che quanto più uien da me considerata; tanto è più stimata degna di esser rauiuata; Et autorizata sotto pene più atroci ad esterminio, non che scacciamento di questi nostri Abusi nella Musica, maggiori assai senza dubio di quej, che commessero lo animo di quel Papa, et di quej Cardinali à prouederli: et erano pur grandi da douere. Melodias nonnumquam inculcant: Adeo ut interdum Antiphonarij, et Gradualis Fundamenta despiciant: Ignòrant super quo aedificant. Tonos (e quj mi tiraste ben uoj le orecchie) nesciunt; quos non discernunt (et non basta) immo confundunt. Cum ex earum moltitudine Notarum Ascensiones pudicae, Descensionesque temperatae plani Cantùs; Quibus Toni ipsi secernuntur, ad inuicem obfuscantur. Currunt enim et non quiescunt. E se hora non lo fanno lor danno: Ma questa Confusione e questo offuscamento (uostra buona mercè) più non mi accieca [10. in marg.] Vengami hora da uoj mostrato quaj fussero gli antichi Caratteri musicali, e non perdiamo tempo.
Anniballe. Sì; perche non bisognasse poi far, come hierj, che mancò poco, che non andassimo tentonj à Casa. E' uero, che hoggi non ci accaderà parlar di tante, e cosi diuerse cose: Ma non sarà poi male, che facciamo un poco di Essercitio co' piedi mouendo il Corpo, dopo quel molto, che haurem fatto con la lingua essercitando la mente, e lo udito. Io cominciarò dunque à diruj, ch' essendo cosa certissima per la relatione fattauene dallo amatissimo da Idio Mosè nella [[Hebrew] phrsa dh], Parasca Dalet, [[Hebrew] miber'sith] mi Bersuit; che noj diciamo Diuisione ò capitolo iiij. del Genesi alla greca, [11. in marg.] ciò è delle generationj; che Iubal secondo figlio di Lamech, e di Ada, e fratello di Iubal Cain fù gran cantore alla Citara; della qual nominata da essi hebrej [[Hebrew] khinor], Cinor, egli era stato si come anco dello [[Hebrew] 'ughab], Haugab, stromento, com' essi dicono da fiato, Inuentore, e Sonatore: potiamo quasi tener per fermo; ch'egli anche fusse trouatore delle Ziffre, Caratterj, ò segnj hebraicj, musicali da essi Hebrej nominati [[Hebrew] ta'amim], Tahamem; ciò è Accenti; Percioche [essi add. supra lin.] fanno in un medesimo tempo ufficio di accento musicale et di accento oratorio per esser posti ò sopra, ò sotto la lettera della parola in segno, che quella Sillaba, ò uocale si habbia da proferire leggendo alla distesa con lo accento acuto: Ma che i Tahamem usati hora dagli Hebrej siano quegli istessi trouati da [-90-] Iubal, io non osarei à modo alcuno se non per congietture di affirmare.
Alonso. Che cosa ue ne fà dubitare?
Anniballe. Famene dubitare assi, Che tutt' i da me ueduti [[Hebrew] sepherim thora] Sceferim Thora, ciò è, i uolumj, ò librj della Legge, corrottamente con parola greca da noj detti la Bibia; [12. in marg.] da gli Hebrei tenuti riposti negli Archiuij delle Sinagoghe loro, sono scritti senza segno di Accenti, e senz' alcun' altra [loro add. supra lin.] Puntatura. Ne in altra maniera farebbono essi scriuer quellj, che à perpetua lor particolar memoria fanno ogni giorno scriuere con grandissima Spesa. Et è prohibito à' Rabbinj loro leggere in essa Sinagoga lettione della Bibia sopra libro in qual si uoglia modo puntato. [13. in marg.] Ben' è lecito à ciascuno altro haueruene de' puntati; e leggeruj sopra, et ascoltaruj esse Lettionj, et massimamente il Safer [[Hebrew] teyilim], ciò è Libro de' Salmj per potere accompagnar co'l conforme Canto loro il Canto de' Rabbinj: Ma di ciò fammi accrescer molto maggiormente il dubio lo hauere io ueduto il [[Hebrew] himisah homasi thora], [[ciò è]] Camisca Comasci Thora, ciò è, Cinque Quinti della Legge da noj detti alla greca Pentateuco, da' nostri molto Reuerendi Padri Predicatorj Dominicani conseruato in questa lor Chiesa di Bologna con gran diuotione, e cura: [14. in marg.] e meritamente per esser quello; che dopo il [[Hebrew] mabul], ciò è Diluuio uniuersale il carissimo à Idio Profeta Ezra fauorito dallo Spirito Santo in breuissimo tempo scrisse di sua propria mano per acquetare il furore, e lo impeto contra luj del populo hebreo; che <con> grande instantia minacciosamente gli addimandaua la Legge diuina hauuta da Mose; e perdutasi in esso Diluuio uniuersale: esser medesimamente anchora egli scritto con pure lettere, et insomma senz' alcun segno ò puntatura. Così per ciò parendo à me poter far conchiusione che in quej primj Tempi di Iubal non si usasse puntar di uocalj le lettere, e meno segnarle di accenti di pronontia, ò di Canto e perche in quej secondi di Ezra non era in uso il far ne lo uno ne lo altro.
Alonso. Voi hauete giustissima cagione ueramente di dubitarne.
Anniballe. Dall' altra parte parmj poi, che se ben fusse uero, che ne in quello, ne in questo altro di essi Tempi non si usasse di puntare, e di accentare la Bibia perciò non resti, che si come a questi nostri Tempi possono gli Hebrej particolarmente accentare, ò puntare gli Sceferim Thora, dei Theilim, e delle [[Hebrew] tiphiloth] [Totiloth, add. supra lin.] ciò è, i libri della Legge, e de' Salmj, e delle Orationj, e leggere, e tenère i puntati, ed accentati, [-91-] cosi potess' essere anco; che in quej Tempi di Ezra ei particolarmente ne accentasse, o puntasse; E che per ciò si sia andato come per Cabalà, ò diciam, Tradittione conseruando essa Puntatura, e Leggi di Accenti e grammaticali, e musicalj nella forma; che hora si uedono: Ma comunque la cosa si stia, che non uuò, che più oltre la sottiliggiamo: [15. 16. in marg.] Il primo; che di questi Caratteri, ò segnj musicali usati dagli Hebrej, e da loro detti [[Hebrew] neghinoth] neginoth habbia [habbian ante corr.] scritto, è stato Giouanni Reuchino, si com' egli afferma nel principio della lettera dedicatoria del suo Trattato de Accentibus, et Orthographia Linguae [Linguae m.sec. supra lin.] hebraicae. Nel fine del terzo libro del qual Trattato titolato [[Hebrew] neghinah] negina dimostra i particolari Essempij di ciascuno di essi Caratteri con le Note, e Reghe musicali che hora noj accostumiamo, in contrapunto à quattro uocj. Al qual Luogo io ui rimetto: sicome anco ui rimetto al secondo Libro del [[Hebrew] sepher tob ah ta'amim] Scefer Thob. ah Tahamìm, ciò è, uolume, ò libro buono degli Accenti, e puntature, non di Elia Leuj' scritto in hebraico. [17. in marg.] Ma del Latinamente scritto dopo il Reuchino da Giouannj Vallense. Ne sò, che altrj ne habbia scritto: Che se io lo sapessi, à quej medesimamente ui rimetterej.
Alonso. Io ho ben caro molto, che uoj habbiate nominato questi due, ò tre Autori; che scriuono di essi Accenti, ò Caratteri musicali degli Hebrej: Ma io non accetto già la rimessa da uoj fattamj à quej Luoghi; Doue mi hauete detto; ch' essi ne scriuono, e trattano; Imperoche primieramente io non ho nè lo uno, nè lo altro di quej libri tali.
Anniballe. Io ue ne accommodarò bene io di amendue, et anco dello altro. Non dubitate.
Alonso. Io ue ne rendo infinite gratie. Ma lasciatemj seguir di dire.
Anniballe. Seguite.
Alonso. Poi quando bene anco io hauessi i Libri, non farej da per me solo cosa alcuna buona; Io potrej cosi guardar la lor Coperta di fuore, come le Carte stampate di dentro: e massimamente doue sono le parole hebree. Io non ne conosco pur la minima lettera. Compiaceteuj pur di dirmj, e di mostrarmj uoj quel tutto; che uolete, che io intenda, e sapia.
Anniballe. Farollo uolentierj: E sarà quel tutto; che [mercè del Signor Caualier Hercole Bottrigaro add. supra lin.] ne sò io. Et con quella maggior chiarezza, e breuità, che mi sarà possibile; Imperoche non ui ha quj molta utilità da fermaruisi molto sopra. Trà li Tahamim adunque degli Hebrej; che anc [-92-] e forse meglio si potrebbon chiamar [[Hebrew] nekhudhoth] Necadoth, ciò è cioè punti, come bene gli Hebrej italianamente li chiamano: dicendo essi anco puntar le lettere inuece di di accentarle, e di segnarle di uocalj. ne sono alcunj; i quaj seruono per lettere uocalj; [18. 19. in marg.] essendo che - lo Alef [[Hebrew] 'alef] - la [[Hebrew] he] He: la [[Hebrew] yodh]] Iod: et la [[Hebrew] waw] uau, da loro dette Aeue, anchorache ritengano nella pronuntia del nome loro qualche suono rispettiuamente di a, di e, di i et di u (che di lettera ci habbia suono di o, mancano gli hebrej affatto) non perciò seruono per a, per e, per i, et per u, se non quando hanno sopra ò sotto rispettiuamente segnata la puntatura della una di esse quattro uocalj: ma confondendosi questo con quello, quello con questo, questo altro con quello altro, e quello altro con questo altro piglino alcuna uolta suono diuerso, et insomma conforme alla puntatura: et massimamente lo Alef, et la He, seruendo la Iod, [20. in marg.] e la uau più per la i, et per la u consonanti, che per le uocali, se non sono puntatj [puntate ante corr.] queglj [quelle ante corr.] di Chiric, questo dì Saruc, ò surec, ò diciam Chibus Sefataìm, ciò è ristringimento de' labbri, effetto della pronuntia della u. [[uocale]] Et queste loro uocali sono al numero di xij. Sonoui altri di questi punti al numero di cinque detti distinguitiuj, e grammatici; Percioche distinguono le parti delle Chiuse della Elocutione, ouero Oratione. Altri ue ne sono anchora connumerati e compresi; quai (come incominciaj à diruj) sono e dimostratiuj della pronuntia lunga, ò breue di ciascuna parola: et musicali insieme; de' quaj intendiam noj ragionare hora, per quanto si appartiene al Canto et alla Musica. Et questi, come ho detto, nominati dagli Hebrej Neginoth, sono al numero di 30. [21. in marg.] E' la Forma co'l nome loro apposto et poscia l' autorità nel suono dimostratasi con le nostre Note de' sopranominati scrittorj amendue, quj uerrò figurandouj con quell' ordine; che del sopra, e del sotto, ò del tramezo le lettere me li portarà la memoria in capo della Temperatura di questa penna; che per ciò piglio in mano: lasciando l' ordine de' Rè, de' Ministrj, e de' Liberi à' Grammatici loro. E' perche meglio, e con maggior chiarezza, e facilità uoi potiate conoscerli: e detto, che io ui haurò primieramente come io ui dico, che di questi Tahamim alcuni sono formati di punti soli, alcunj di Linee [[e di punti]] [sole diritte corr. supra lin.] ed in piedi, e pendenti: altri di linee arcate; altri di linee circolari, alcuni altri composti di linee diritte et di arcate, e pendenti: alcuni altrj di linee diritte et di circolari composte insieme, e pendenti: altri anchora di linee duplicate; ed in piedi [-93-] e pendenti: Alcuni altrj anchora di linee arcate, e duplicate in forma di S, nostro tondo giacente, et quadruplicate anchora in forma di Sega in piedi: Io porrò ciascuno di loro, ò sopra, ò sotto, ò tramezo conformemente al proprio sito loro qualcuna delle lettere hebraiche; la quale à me parerà, che sia per concederuj il pigliarn' essa buona cognitione, e farne insieme uera; ed ottima distintione: Il che siauj da me stato detto, e replicato; Imperoche di questi Caratteri musicali sonuene alcunj; che sono molto simili insieme: Sicome anco ui sono qualche [[lettere]] Caratterj dello Alefbeth loro; che hanno molta simiglianza insieme, e conformità grande trà loro. Incominciandomj adunque da quej Tahamim; il luogo de' quali è sopra le lettere, quj sopra questo Beth [[Hebrew] beth], secondo [[lettera]] Carattere dello Alefbeth descriuo il [[Hebrew] zrq'], Zarcha; che è un nostro s, tondo ò picciolo giacente; cosi, [signum]: E la sua Cantilena sarà poi con tutti gli altrj insieme di quest' ordine da me posta seguentemente: [22. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 93,1; text: Zarcha, Pazer gadol Zachef Cathon, ouer Mazec, Zachef gadol, Gerisc, Torisc, Geriscim, Teriscim. Thelisca, Tharsa, che però molti la distinguono e la fanno pender sull' altro lato, Rebia, un punto solo maggiore alquanto del Colem significante la uocale o. Pascta, Cadma, ouer secondo alcunj Azla: ma non bene; percioche Azla è pendente sull' altro lato, cosi, Segoltha, Carnefara, Carattere molto conforme al nome; che è di Corne di uaccha, si come quest' altro, Scelsceleth, che ual Catena: ma come io ui ho detto, forse più propriamente Sega [[Hebrew] mesor]] [BOTTRIG3 01GF]
A' questi xiiij. scritti sopra la lettera, se ne aggiungono altri quatordicj; che si scriuono di sotto: e descriueròliuj parimente sotto lo istesso Beth.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 93,2; text: Atnac, Thebir, Tifca ouer Tarca, Iethib, Sofar Mucharam] [BOTTRIG3 01GF]
[-94-] [Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 94; text: Darga, ouer Sofar galgal, Munac, Sofar Inscar, olec, Iareac ben iomo, al qual nome; che è di Luna figliuola del suo dì, ciò è Luna nuoua è molto conforme esso Carattere che anco si dice Galgal ciò è circolare. Mapac, ouer Sofar Mapac, Marca pescuta, Marca cefula, Terin Cutrin, Mecarbol, Munac, Iluj, Menila, Siluc, Sof pasuch; che fin di Chiusa, ò di uerso s' interpreta, non è stato da molti Grammatici (come afferma Elia Leuita nel [[suo]] sopradettouj Suo libro titolato Sefer Tob Tahamim) conosciuto: Ma usato il poner due punti: trà la una parola fine della Chiusa, et l' altra principio della seguente.] [BOTTRIG3 02GF]
A' questi altri quatordicj se ne aggiunge [anchora add. supra lin.] un' altro; che si scriue, come ho detto, di Sof pasuch, trà il fine di una parola et il principio dell' altra seguente, ed è questo: Legarme [[Hebrew] beth | he] ouer Pesich; che alcunj uogliono; che siano differenti.
Alonso. Tuttj questi nomj; che uoj hauete detto hauer questi Caratteri musicali debbono, sicome hanno i due, ò tre da uoj spostiiuj, hauere il loro Significato.
Anniballe. Lo hanno del certo: e deriuato dalla Forma, ò figura, ouer dall' ufficio; che hanno essi Accenti; Alcunj de' quaj sono (come afferma la maggior parte degli Scrittori di quella Grammatica) sono in lingua hebraica altri in lingua caldea: alcunj altri in parlare arabico: e tal significato loro non si conosce bene per lo mouimento della uoce nel Canto loro, come io ui dirò poi.
Alonso. Mi sarà dunque grato, che prima, che mi dimostriate il proceder di quej nel Canto: mi dichiate questa loro interpretatione seguendo l' ordine de' qui già da uoj descritti.
Anniballe. Zarca - uol dir Spargitore, ouer disteso,
Pazer gadol - Spargitor grande
Pazer caton - Spargitor piccolo
Zachef Caton - Diritto minore
Zachef gadol - Diritto maggiore
Gerisc - Scacciatore
Geriscim - Scacciatori
[-95-] Thelisca - Ternario, ò Triplicato maggiore o minore: et anco Scudo,
Rebia - Quadro; Perche già si dipingea quadrato il suo punto à differentia Forse maggiore del Colem.
Pascta - Pianatore
Cadma - Antecedente
Segoltha - Triangolo, ouer tre punti al contrario de' tre del Segol
Carnefara - Corne di uaccha
Scelsceleth - Catena: ò più tosto, come ho detto, Sega; che altri dicono anco, si come hora mi souiene, Lima:
Athnactha - Pausatore, ò sospiro, ò Riposo,
Thebir - Spezzatore
Thifca - Palma
Iethib - [[Torlitore]] Tornitore
Darga - Scalino, grado, ouer Corno di Ruota
Sofar Munac - Corno riposto, ò diritto
Iareac ben iomo - Luna figlia del suo dì, come ho detto, ouer Circolo
Sofar Mahapac - Corno riuolto, et anco Tromba uolta allo 'ngiù
Marca pescuta - Asta
Marca cefula - Due Aste, ò Bastoncellj
Sofar Macarbel - Corno sostinente
Sofar Iluj - Corno inalzato
Sofar Mecila - Corno subulino, ciò è non ramoso: ma semplice
Scof pasuch - Fin di chiusa, ò di uerso: et anco somma, e termine
Lergarme - Perfetto, ò Solitario: et anco Gnomone, ò diciamo, Stilo.
Alonso. Questa loro interpretatione dimostra bene, che molti di essi fusser posti se non à caso, à piacere almeno, e uolontà dello Imponente, ò nominatore: ouero, ch' essi non siano bene intesi dagli Interpreti.
Anniballe. Sonoui alcunj Grammatici; che ne stanno ueramente in dubio, forse per questa ragione; Perciocche à dire il uero sonuene molti, che non hanno conuenientia ne con l' ufficio grammaticale ne con l' oratorio, e meno co'l musicale. Vedete hora; Questo è il mouimento del Zarca, si come e di luj, e di tutti gli altrj caratteri musicali; che quj secondo l' ordine incominciato ui dipingerò lo uno dietro allo altro [sono add. supra lin.] dal Reuchino, et dal Vallense conformemente per lo più dimostrati. [23. in marg.] principiando dalla destra, e seguendo alla sinistra qual' è la usanza degli Hebrej.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 95; text: Thelisca Catona, Geriscim, Gerisc, Zachef gadol, Zachef Caton, Zarcha] [BOTTRIG3 02GF]
[-96-] [Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 96; text: Azla, Cadma, Pascta, Rebia, Pazer gadol, Thelisca gedola, ò Tharsa, Thebir, Athnac, scelsceleth, Carnefara, Gaia, segoltha, Mapac, Iareac ben iomo, Munac, Darga, Iethib, Tifca, ò Tarca, Pesich, Legarme, Siluch, ò Sof pascuch, Mecarbol, Ahi luj, Marca pescuta, Marca cefula] [BOTTRIG3 02GF]
Alonso. Haurei molto caro intendere hora da uoj alcune cose di questo Solfizamento.
Anniballe. Ed io uolontierj ue le dirò sapiendole. Chiedete.
Alonso. Che uogliono importar primieramente queste Note di Semibreue; che in poco men che nella metà di questj mouimenti hauete fatto negre?
Anniballe. Sono state da me fatte cosi negre per dimostraruj che 'n quel mouimento tra 'l Reuchino, et il Vallense è qualche diuersità; delle quali alcune dirò primieramente che per mio giudicio procedono dalla trascuragine dello Stampatore del Libro del Vallense; Imperoche in quello del Reuchino non ui puo essere errore; percioche oltre che le stampe sono intagliate nel legno à chi sà le Regole del contrapuntizare è manifesto, per esser ciascun di questi mouimenti composto à quattro uocj; Doue, che 'n quello del Vallese il Canto fermo è semplice, e nudo, e stampato con Caratteri musicali di Stagno; che è bisogno componerli insieme ad uno ad uno, come ordinariamente si compongono tutte le altre lettere ò caratteri da stampar libri; Onde sia facile il ponere uno per uno altro. Soggiungerouj anco poi, che mouimenti tai nel Canto sono molto differenti [24. in marg.] nelle Sinagoghe de' Giudei secondo le Nationj loro ò Francesi, ò Spagnuole, ò Tedesche, od Italiane, ò Leuantine, od altre. E questo non ui dico io solamente per quello; che ne scriuono essi Reuchino e Vallense: Ma per quello che io stesso ne intesi già da qualcuno hebreo in Ferrara; Doue, sicome in Mantoa sono hebrej di tutte queste Nationj dimandatine da me: et anco ne pigliaj in iscritto da un principal Rabì della Sinagoga Spagnuola tutta l' aere del Salmo 51.[[Hebrew] helohim] ciò è Miserere mej Deus; co'l mouimento armonico della [-97-] [25. in marg.] intitolatione del quale; che è [[Hebrew] lamena'eah mizmor li Dawid] [[ciò è]] Lamnatzeac mizmor le Dauid; ciò è, Nel fine Salmo di Dauid; [[il quale]] e lo tengo anco benissimo à memoria, io ui darò qualche saggio, et essempio di questo lor cantare: [26. in marg.] con nuoua auuertenza, che 'l mouimento del canto loro ne' Salmj è diuerso da quello ne' Profeti: E questo ne' Profeti differente da quello ne' Prouerbij: et così lo uno disimile dallo altro; Il che riferisce il Capnione, ciò è il Reuchino scriuere il Vescouo Paolo Burgos. Il titolo è tale.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 97,1; text: [[Hebrew] divaD romzim caeztanmaL]] [BOTTRIG3 03GF]
E queste Note negre non ui dimostrano diuersità di mouimento nel Canto; come in quegli altrj: Ma una sola ispressione della pronuntia delle parole ueloce ò tarda senza misura però certa, è tempo terminato.
Alonso. Intendo benissimo. Ma qual sarebbe il Mouimento musicale di questo titolo, quando ei non sia conforme in tutto al canto delle altre Sinagoghe?
Anniballe. Quale io non sò certo in questo, ne in alcuno altro caso per non hauer io uoluto saperne più oltre, parendo à me, che ad un Christiano sia il saper tutto questo assai bene à bastanza. Ma per quello, che io ne posso andar congietturando con dare à questo primo accento, che è Gaia il mostratouj suo mouimento musicale et cosi a questo secondo; che è Rebia, il suo: et à questo terzo; che è Thebir similmente il suo: e finalmente à questo ultimo; che è Siluch et insieme Sof pasuch, il suo credererj, che la sua compositione potess' esser tale; che secondo il nostro costume qui ui pongo:
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 97,2; text: [[Hebrew] Lamnatzeac Mizmor le Dauid]] [BOTTRIG3 03GF]
E per intiera conchiusione di questi accenti hebraicj musicali soggiungeròuj, che si come uedrete che 'l Scelsceleth è composto del mouimento di Pazer gadol, et di quello di Thelisca gedola, cosi trouarete che Iareac ben iomo è formato del duplicato mouimento di Darga ò di Marca cefula, ò dello uno ò dello altro insieme composti.
Alonso. Poiche uoj cosi dicendo mi hauete leuato la fatica e perciò ueniua aprendo la bocca, di domandaruj di questi Accoppiamenti, e raddoppiamenti de' accenti, ditemi di gratia. Questo canto degli Hebrej è come 'l nostro Canto [-98-] fermo, e piano, ò pur come il Figurato?
Anniballe. Io per me tengo ch' ei sia come 'l Canto fermo nostro, e con quej simili portamenti della uoce nelle uocali nella maniera, [27. in marg.] che io ui ho mostrato in questo essempio: Ed in tal modo [ueramente add. supra lin.] e non in altro ho sentito essere usato da' Giudej nelle Sinagoghe loro.
Alonso. Perche dunque fece il Reuchino tutti quej mouimenti à quattro uoci secondo il nostro Canto figurato?
Anniballe. Non per altro credo io, che per imitare il nostro Contrapuntizare sopra il Canto fermo, come appunto anco talhora ho sentito [fare add. supra lin.] qualcuno di essi Hebrej con contrauoci appostate. Et quej pose ei sempre al modo solito già detto nella Parte del Tenore solfizandoli per b molle: Ma io ue gli ho dimostrati per trasporto nel [sqb]; doue parmj [[che]] in conformità del Vallense, che ueramente sia il naturale e proprio [[di ciascu]] [luogo corr. supra lin.] di ciascuno di essi mouimenti musicali; Intorno à quali io giudico che da noj non sia da perdersi più tempo: ma che homaj ragioniamo de' Caratterj usati già da Musici greci. [28. in marg.] Alipio adunque nella sua Isagoge armonica non peruenuto anchora alle manj degli Stampatori non tratta in lingua greca di altro, che di essi Caratteri musicali greci, descriuendone, come si può congietturare, 45. Tauole per la maggior parte loro hora frammentate non solamente: ma mancanti; ciò è in ciascuno de' tre Generi armonici 15. quanti sono (come io ui dissi hierj non lo altro.) i Modi, ò Tropi, ouer Tuonj appresso di luj. Gaudentio anchora nella Istitutione armonica (della quale scritta [[a penna]] [da lui corr. supra lin.] in greco non si troua se non una traduttione latina fatta (come replicatamente riferisce Cassiodoro nella sua Introdutione musicale da un Mutiano amico suo) nè per anco stampata) tratta egli assai copiosamente di essi Caratteri musicali con rapportarsene finalmente ad Alipio. Boethio poi, come quegli; che doueua hauer ueduto, e con somma diligentia considerato quanto hanno di ciò trattato amendue questi Scrittorj formò una Tauola con essi Caratteri musicali greci delle 18. uoci del perfettissimo Sistema in ciascun de' tre Generi armonici inspessati insieme: Ma nel sol Modo ò Tuono Lidio ponendola nel terzo Capitolo del quarto libro della sua Musica Doue promette di hauere à fare altroue, od in altro tempo un' altra Tauola simile in tutti gli altri Modi, ò Tuonj; laquale [-99-] Ei pose poco poi nel 14. Capitolo del medesimo 4.[[capitolo]] Libro Ma negli otto suoj Modi, ò Tuonj solamente et nel sol Genere Diatonico, cosi non adempiendo intieramente essa sua promissione. Hora i Caratterj, ò Segnj Musicali delle Tauole di Alipio, e di Gaudentio, si come delle due di Boethio; il quale in detto Capitolo terzo dice di guardarsi di trauolgere alcuna cosa da quello; che è di autorità degli Antichi, sono tutte lettere greche: ma parte diritte, parte riuescie, parte trauerse, parte uolte allo 'ngiù, parte uolte allo 'nsù, parte pendenti, parte anchora maggiorj, parte minorj, parte doppiate, parte diminute, parte alterate.
[29. in marg.] Alonso. Cosi dunque deu' essere il numero di questi Caratteri ò Segnj molto grande.
Anniballe. Egli è, se ben mi ricordo, al numero poco men di 80. Ma uoi potrete annouerarli; percioche io ue gli scriuerò quj tutti ad uno ad uno; si come ho fatto quej pochi, rispetto à questi, usati dagli Hebrej: Ma non già replicatamente ne con l' ordine delle Tauole di Alipio, ò di Gaudentio. Ma per le 18. uocj di esso perfetto Sistema in tuttetre i Generi armonici Doue anco haurete d' auuertire, che hauendo, come dice Boethio nello istesso terzo Capitolo (et queste sono le sue proprie parole [30. in marg.] in nostra lingua cosi tradutte dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro il quale ha non solamente fatto à contemplatione mia parlar Boethio in tutti questi libri di Musica italianamente insieme con altri assai Musici latinj. Ma esso Alipio, esso Gaudentio, Aristosseno, Tolomeo, Psello, Euclide autori greci, e che scrissero, come hauete inteso in lingua greca). Gli antichi Musici per Compendio, ò ristretto della Scrittura; accioche non fusse bisogno di poner sempre i nomi intierj trouarono certe Note, ò Segnj; per li quali segnassero i nomj delle Corde: E quej diuisi per li Generi, e per li Modi, ò Tuonj: Con questa breuità comprendendo anco insieme, che se quando il Musico hauesse uoluto scriuer qualche Cantilena sopra un uerso disteso con Compositione ritmica di metro, scriuesse queste Note de' suonj. Cosi con marauiglioso modo trouando, come non solamente le parole de' uersi; che si spiegassero con le Lettere: Ma esso canto anchora; il quale si segnasse con queste Note, ò Caratterj, durasse nella memoria, et nella posterità: sono sempre allo 'ncontro di ciascuna uoce, ò Suono posti due Segnj, ò Caratteri; l' uno de' quali, ciò è il primo, ò superiore (cosi dice anche appunto Gaudentio, [-100-] nel Capitolo 8 et prima di lui Alipio) significa la parola (che sarebbe forse meglio dire la Sillaba) [31. in marg.] Il secondo, od' inferiore denota il percotimento. Auuertendo insieme anchora, che quando il primo, ò superiore Carattere, segno, ò Nota è differente dal Carattere secondo, ouero inferiore, è segno che la Dittione, parola, ò Sillaba è diuersa dal percotimento. E per contrario quando lo un Carattere e lo altro è il medesimo, è segno che la parola, ò Sillaba è la stessa co'l percotimento: Si come anco allhora, che amendue i Caratteri ò Note benche trà loro diuersi, uengono replicati in due, ò più uarij luoghj. [32. in marg.] Hora questi sono duplicatamente ne' trè Generi armonicj in confuso i Caratteri ò Note musicali della Proslambanomenos sin alla Nete diezeugmenon.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 100; text: Proslambanomenos, Hypate hypaton, Parhypate hypaton, Licanos hypaton, Hypate meson, Parhypate meson, Licanos Meson, Mese, Trite Synemmenon, Paramese, Trite diezeugmenon, Paranete Synemmenon, Paranete diezeugmenon, Nete Synemmenon, Nete diezeugmenon, Trite hyperboleon, Paranete hyperboleon, Nete hyperboleon] [BOTTRIG3 03GF]
Alonso. Questi Caratteri hanno essi nome particolare?
Anniballe. Tutti: e conforme alla Figura loro letterale. Et Alipio, e Gaudentio, e Boethio insieme con loro prima che mostrino la Figura di esso Carattere lo descriuono in [-101-] parole. Come per essempio. Proslambanomenos. Mezo phi giacente, conuerso: et mezo Bita Supino, ò uolto allo 'nsù. E questo nel Genere Diatonico, et nel Modo, ò Tuono Hypodorio. Nel Tuono Iastio Diatonico Proslambanomenos, Taf obliquo distorto, ò uolto allo 'ndietro, e Taf.
Alonso. Bisognaua bene à quej Musicj, Cantori, e Sonatorij hauere [[una]] gran memoria: Ma perche hauete replicatamente posti molti di questi Caratteri con la sola differentia di quelle Virgolette sopra? Come questo primo, et secondo della Paranete diezeugmenon, ouer Nete Synemmenon replicato nel quinto della Nete hyperboleon; e nel settimo della Paranete hyperboleon: Et il primo della Nete diazeugmenon replicato nel settimo della Nete hyperboleon con quelle Virgolette superiorj.
Anniballe. Gli aggiunsero i Musici antichi non solamente quelle Virgolette pendenti à mano sinistra da loro dette [oxuteta]. che noj diciamo accento acuto: Ma gli aggiunsero anco quelle altre dello Accento graue da loro nominate [bareia]; che pendono alla destra; come uedete quj sopra questo A' secondo Carattere ò Nota della Nete hyperboleon, et molto meglio sopra questo altro Dodicesimo.
Alonso. E che uoleuano dimostrar con questi Accenti?
Anniballe. Non altro che le Diapason acute delle uoci grauj segnate de' medesimi Caratteri ò Note; Il che uoj non potete molto ben conoscere per questa mia fattauj descrittione e raccolta di essi Caratterj; Essendo che io (come [[io]] ui ho detto) ue gli [ho per breuità corr. supra lin.] scritto in miscuglio, e senza distintione di Modi, ò di Generj, poichè null' anco importa allo 'ntento nostro; che non è se non di conoscere la forma, e figura di quellj.
Alonso. Si ha cognitione alcuna poi della maniera, che tenessero questi antichi Musici cosi Poeti, e Sonatorj, come Ecclesiasticj nello adagiar questi Segnj, ò Caratteri loro alle parole; ond' esse prendessero aere di Cantilena?
Anniballe. Non se ne ha quanto à gli antichissimi Musicj Poeti Scientia, ò cognitione molto certa; Percioche non se ne troua per quello, che ho ueduto io, parola trà gli scrittori antichi; che di essi Caratteri ò di Musica hanno trattato. Il Galileo Musico, e Scrittore moderno nel suo Dialogo dell' antica et della moderna Musica descritto, ch' egli ha la Tauola di questi Caratteri antichi greci nel sol Genere diatonico, e solamente [-102-] negli otto Modi ò Tuonj di Boethio, et ad imitatione di luj seguendo lo stile di Alipio; Dalla Isagoge del quale afferma esso hauer copiato quelle: ma con ordine delle uoci dalle acute alle grauj, adduce tre, ò quattro Cantilene greche di un Dionigio, [33. in marg.] per essempio della maniera tenuta da quej musici greci antichi; le quaj dice egli hauere hauuto dalla Libraria del Cardinale Santo Angelo; et possono seruire alla dimanda da uoj fattamj. E se uoj; Accioche non si prolunghi di sodisfare à questo uostro desiderio, uolete, che hora ue ne dia saggio, scriuendouene uno, ò due de' primj uersi almeno di una di quelle Ode, ò Hinnj; che bene mi ricordo hauere nella mente, lo farò per compiaceruene più che uolontierj.
Alonso. Io ne sentirò piacer grandissimo.
Anniballe. Questj saranno due uersi Iambicj Bacchij in lingua greca di un' Hinno à Nemesi da' Gentili [34. in marg.] tenuta per Dea dispensatrice delle gratie diuine, et perciò detta anchora Fors, e Fortuna; Sopra ciascuna parola di ciascun de' quali uersi à Sillaba per Sillaba è posto uno di essi Caratteri rispondenti al Modo, ò Tropo Lidio, da quelli tenuto, come afferma Boethio nel principio del 5 Capitolo del quarto Libro [35. in marg.] et Alipio nel Proemio Modo, ouer Tuono principale di tutti gli altri, e nel Genere per quanto io posso comprendere, Diatonico.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 102; text: [Nemesi pteroessa bion ropa kuano pithea thugater dikas]] [BOTTRIG3 04GF]
E tal' è il proceder negli altri Versi non solamente di questo Hinno; a cuj però manca il fine; ma di questi altri Hinnj, ouero Ode nel sopraponer essi Caratterj musicali à ciascuna loro sillaba; ad alcuna delle quai trouasi anco sopraposto più di uno di essi Caratteri per segno, come credo io, et lo crede e dice anco esso Galileo, che' ella habbia da esser trasportata in cantando nella guisa, che ho detto di creder, che gli hebrej uadano trasportando le loro co' Tahamim à somiglianza del trasporto; che noi di quelle usiamo di fare nelle nostre Cantilene cosi nel Canto fermo, e piano, come [nel add. supra lin.] figurato: qual nel fine di amendue i presenti uersi di essa Oda, od Hinno.
Alonso. Parmj, che molto più facile, e breue modo fusse questo tenuto da' Greci nel notare le aere delle Cantilene loro di quello usato da gli Hebrej; Anchora che nello uno, e nello altro bisognasse hauer grandissima memoria. A' questi per li molti lunghi passaggi, dirò pertinenti ad alcunj Tahamim: A' quelli per la molto gran quantità [-103-] de' Caratteri diuersi: Ma tali aere de' Cantilene greche si potrebbono esse commodamente risoluere per le nostre Note; onde noj le potessimo cantare?
Anniballe. Commodissimamete: e con facilità grandissima. Il modo è tale. Trouasi la Tauola particolare di quel Tropo, ò Tuono nel qual si dice, [36. in marg.] ò si conosce esser composta la Cantilena: et in quelle si cercano, e si trouano ad uno ad uno i Caratteri musicali sopra scritti alle Sillabe di ciascun uerso: Et [à add. supra lin.] quelle si uanno [sopra corr. supra lin.] scriuendo le nostre Note corrispondenti, come uoj per essempio uedete hora da me farsi de' sopramostratiuj uersi con le cinque Reghe conforme allo uso de' Musici Modernj. Tale adunque diuerrà la Cantilena co'l mezo delle nostre Note corrispondenti ad essi Caratteri greci secondo il Tuono Lidio; nel quale si uede per la soprascrittione greca postauj dal Galileo essere stata da quel Musico composta.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 103; text: [Nemesi pteroessa bion ropa kuano pithea thugater dikas]] [BOTTRIG3 04GF]
Alonso. Ma quando non fusse stato, ò non fusse soprascritto à questo Hinno, ò ad altra proposta Cantilena il Modo, ò Tuono; nel qual fusse stata musicalmente composta, come sarebbesi fatto, ò si sarebbe hauuto a fare?
Anniballe. Sarebbesi andato, ò si haurebbe da andar considerando la Forma de' Caratteri soprascritti alle parole: Poi se ne sarebbe ò se ne haurebbe da far confronto co' descrittj in ciascuna loro Tauola. Et di quella; alla qual essi più si fussero configurati si sarebbe pigliato il Tuono, ò Tropo: E cosi risoluta nelle nostre Note Musicali corrispondenti à quej, come uedete, che significano la intonatione delle uocj.
Alonso. Bene stà. Ma come si seruiuano quej Musici antichi di questj altrj Caratteri che sono dimostratorj de' percotimenti? che altro non credo io che sia il percotimento se non quello, che noj diciamo Tasteggiare gli Stromenti da corde, come Citare, Lauti, Viuole, Clauacembali, Arpicordi, Organj, et altrj simili: ouero, e forse con maggior conformità il puro toccar con le dita le Corde; come delle Arpe, ò semplice, ò doppia, et del Psalterio moderno, e [degli corr. supra lin.] Stromenti talj.
Anniballe. Egli è pur mio credere anco ueramente cosi. Ma com' essi poi se ne seruissero, non ne habbiam ne uestigio, ne indirizzo alcuno. Io mi uado [nondimeno corr. supra lin.] imaginando, che si com' essi Caratteri sono accoppiati nelle Tauole, che medesimamente così accoppiati li soprascriuessero alle Sillabe di ciascuna parola della Cantilena, quando [-104-] essj hauessero hauuto pensiero, et animo, che co'l suono dello stromento douesse anco il Citarista accompagnar la uoce del Cantore, ò 'l Cantore cosi diuentar Citaredo. E per essempio ripigliando questi due uersi io m' imagino che à lato di ciascun di questi Caratteri scriuessero, [37. in marg.] ò più tosto (per quello; che io ui ho detto rifferire Alipio, Gaudentio, e Boethio) soprascriuessero loro il suo Compagno: In questa guisa
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 104,1; text: [Nemesi pteroessa bion ropa kuano pithea thugater dikas]] [BOTTRIG3 04GF]
[38. in marg.] Alonso. Questi scrittorj sono stati nella relatione loro assaj più diligenti, et accurati, che gli Hebrej nella loro.
Anniballe. Molte cose ne sono state forse cagione. Ma per diruj di questi Caratterj musicali greci quel tutto; che hora i mi ramento soggiungeròuj [primieramente, add. supra lin.] che 'l Zarlino nel 2. Capitolo dell' uiij. libro de' suoj Supplementi musicali dimostra una Tauola doppia di alcunj di questi Caratterj; la qual Ei dice essergli stata data da uno da Scìo, Isola dello Arcipelago già detto Chio, et famosa molto per la infinita bellezza attratiua delle sue Donne. E sopra una colonna di essa Tauola si legge [Aristeras cheiros] che uol dire, Da mano sinistra et sopra l' altra [Dexias cheiros] ciò è, da mano destra: Ma cosi per non esser' ella Apportatrice di alcun nuouo Carattere musicale et poco numerosa di quelli, Come per esser molto intricata con repliche diuerse de' medesimi Caratterj, e sotto alcunj particolarj Modi, ò Tuonj, et imperfettamente, aggiungendouj, che da lej, Come 'l Zarlino anchora nello istesso luogo afferma: non si possa cauare se non ben poca utilità, giudico bene, che a uostro piacere e commodo [[uedendo]] [uediate corr. supra lin.] essa Tauola: et che io segua [hora add. supra lin.] il diruj, che 'l Gaffurio anchora Ei mostra nel secondo Capitolo del secondo libro della [sua add. supra lin.] Pratica dello uno, e lo altro Canto questi cinque diuersi Caratteri musicali
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 104,2] [BOTTRIG3 04GF]
De' quaj, come usati da' Grecj, senza insegnare à che se ne seruissero, ciò è se per Caratteri particularj de' suonj, ò uocj cantabilj, non adduce testimonantia alcuna: Cosi uolendo, che alla sola autorità della sua penna sia da' Lettorj prestata fede: E soggiunge, Quando appresso ciascuno di questi Caratterj era segnato un punto, che s' intendea, che ui fusse l' Arsis, ciò è lo innalzamento della uoce: E quando nò la Thesis, ò diciam lo Abbassamento della uoce. (effetti, che la Musica non cura) E che le intensionj consonanti, come à dir quelle delle Diatessaron, delle Diapente, delle Diapason, delle Ditone, delle semitone, e le altre appropriate alle Cantilene armoniche erano da loro espresse con alcune altre figure; Delle quaj come lontane e sconueneuoli allo uso de' nostri tempi, egli hauea per breuità deliberato di non ne parlare. E cosi non ne disse parola: e non ne fece dimostratione alcuna. E percioche anco niuno di questi taj Caratteri è maj capitato alle mie manj io non sò, ne posso ragionaruj più oltre se non diruj imaginatamente che 'l primo Carattere significhi [rappresenti add. supra lin.] un iota giacente: il secondo un semibeta giacente [che trouarete essere uno de' percotimenti di Proslambanomenos add. supra lin.]: il terzo ò un Semidelta ouero un Lambda di trauerso [uno de' percotimenti della Mese: add. supra lin.] il quarto un Pi supino, ò riuolto allo nsù [uno de' percotimenti della Paranete hyperboleon add. supra lin.]; Et il quinto uno Omega; [il qual uedrete esse una delle uocj della Mese. m.sec.]
Alonso. Potrebbe anco fors' essere che questi Caratteri fussero stati iuj imaginatamente descritti da Franchino?
Anniballe. Potrebbe essere: Ma io non uuò già per ciò fare io tale ardita conchiusione. Poi che non sò conosceruj ne alcuno utile; che suole assai souente ingannar lo operante; [40. 41. in marg.] ne honore del Gaffurio; di che allhora egli grandemente abbondaua per la creduta sua molta dottrina armonica; [42. in marg.] Alla qual non di meno lo Spataro nostro non solamente co'l suo Trattato di Musica stampato allhora, et col suo libretto titolato Errorj di Franchino Gaffurio; [43. in marg.] che sono al numero di 100. [44. in marg.] Ma con la decima delle sue epistole uolgari e con la seguente à quella delle sue Considerationj mentionate da lui nel primo del Proemio di esso Libretto degli Errori (che io non so, nè credo, che siano maj state poste in istampa; Delle quaj con molte altre è però se non l' Originale, una Copia almeno di propria mano di luj appresso di me) non teme punto di ragioneuolmente con dire, [45. in marg.] et insieme all' autorità di Boethio seguìta da esso Gaffurio nella falsa formatione, e diuisione del secondo Interuallo semitonico (si come anco mi hauea <punto> auuertito il Signor Caualier Hercole Bottrigaro assaj prima, che io ricuperassi tai Rottamj di Epistole e Considerationj del nostro Spataro da Cartozzj assai men uilj de' da luj nella già detta sua ottaua Corretione pronosticati al Florum Libello di Nicolò Burtio per esser quej da Gambarusi, e da Sardelle: questi da Polue da Arcobugio; ou' erano per isciagura loro capitati) del Tetracordo Sinemmenon cromatico da Boethio descritto nel Capitolo ottauo del quarto Libro. Et da esso Gaffurio nel sesto Capitolo del secondo libro de Armonia Instrumentali.
Alonso. In tutte le Scientie, in tutte le Arti, et in ogni Età non fu maj (come si dice) un Platone, che non fusse uno Aristotele.
Anniballe. Passiamo hora à quelle prime Ziffre, che incominciarono ad usare i nostrj antichissimj Musici Ecclesiastici.
Alonso. Io non uuò lasciar d' intender prima da uoj ciò; che uolessero significare quelle due Iscrittionj di essa Tauola addutta dal Zarlino; Che dicendo la una, da mano sinistra; e l' altra, da mano destra, è [[per]] mio parere [che sia add. supra lin.] segno che quej Caratterj, douessero[[<..>]] seruire à coloro, come hora serue à' nostrj Sonatorj la moderna Intauolatura degli Organj, de' Clauacembali, e di altrj Stromenti tali; Che una parte di quella serue alla mano sinistra, e l' altra alla destra.
[-105-] Anniballe. E perche non all' Arpa, al Psalterio, et al sonar del Pifero, ò Flauto?
Alonso. Et anco à questi; Percioche bisogna per sonarli adoperaruj la una mano, e l' altra.
Anniballe. Noj non habbiamo di ciò, come io ui ho detto, cosa alcuna certa. E per me non credo à dirlauj come la intendo, che quella Tauola addutta dal Zarlino sia uera, [46. in marg.] ò sepur uera; molto antica. E forse bene anco poi fatta da qualcuno per un suo particolar ricordo, come cauata dalla Tauola di Alipio; [47. in marg.] I soli Caratteri delle qualj hora uuò diruj di hauere io ueduto essere stati dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro ridutti in Tauole; che in forma di Scala à guisa delle Tauole poste da Boethio nel sedicesimo Capitolo del quarto libro ascendono per grado di Semituono da un Modo, ò Tropo nello altro à luj uicino Modo, ò Tropo principiando Ei dal Modo Hypodorio per essere il più graue: Anchora che Alipio incominci dal Tuono Lidio, come da luj tenuto principale di tutti gli altri Tuoni; come anco ui ho detto tenere Gaudentio, et Boetio. Et seguendo per tutt' i quindici Modi così frammentati; come sono; Doue con somma chiarezza si uedono i confronti de' medesimi Caratteri significanti hora una uoce, hora un' altra in quej Sistemi: e la diuersità loro non solamente per essi Modi, ò Tuonj: ma per la uarietà de' Generi armonicj. Desiderauisi solamente il perfetto, ed intiero numero de' Caratteri corrispondenti à tutte le uocj; che per causa del Tempo la fanno diffettuosa cosi ne' Sistemj; come ne' Generj; [48. in marg.] Percioche nello Enarmonico non sono se non sette Tauole et la terza parte di un' altra: cosi mancandone in questo Genere solo le due terze parti di quella e sette altre Tauole oltre le altre xix. uocj, ciò è, nello Hypermissolidio 1. nello Eolio 3. nel Frigio 2. nello Hypofrigio 1. nello Hyperfrigio 12. nel genere Cromatico 4. ciò è, nel Lidio 1. nello Hypolidio 1. o nel Dorio 1. nello Hypodorio 1. Et nel Genere Diatonico 5., ciò è, nel Frigio 1. nello Hyperfrigio .1. nello Iastio 3. che sommate insieme fanno 28. uoci in tutto. Affaticauisi non di meno intorno il Signor Caualiere per ridurle, come spera, et ha buonissimo animo à quella maggiore [[integrità]] [intierezza corr. supra lin.] e perfettione; che è possibile: E perciò non ha sin ad hora perdonato e non perdona anco à spesa per hauer da uarij luoghi Copie di quella Isagoge di Alipio: Ma poiche à me non resta hora, che più raccontaruj di questi Caratteri usati [già add. supra lin.] da' Musicj greci antichj, et forse anco da Romanj, passiamo co'l Ragionamento [-106-] nostro à quelle Ziffre, ò Note, che furono da più antichi Musici nostri Ecclesiasticj inuentate. Cominciarò dunque à ragionaruj di quelle; di che tratta lo Abbate Oddo nel primo Libro del suo già da me più uolte sin ad hora mentionatouj Enchiridion armonico in forma di Dialogo. Come quelle, che da me sono reputate le più antiche Note, ò Ziffre musicali di tutte le altre nostre tanto del Canto fermo, ò piano Ecclesiastico quanto del Canto misurato, ò figurato, le quaj siamj [sin' ad hora add. supra lin.] succeduto di poter uedere.
Alonso. Come? Guido Aretino Monaco non fù dunque il primo; che dopo Boethio [49. in marg.] [[che]] scriuendo habbia trattato di Musica?
Anniballe. Ne anco forse bene il Sesto, come uerrete pian piano intendendo. Nel principio adunque del suo Enchiridion mostra Oddo, che le Ziffre musicali [50. in marg.] in quej suoi tempi erano solamente quattro: ma diuersamente riuoltate, ciò è, da destra à sinistra, da Capo à piedi, ò diciam dallo innanzi allo 'ndietro, dallo 'nsù, allo 'ngiù attribuendo i primj al primo Tetracordo da lui detto graue o 'l più humile: i secondi al secondo ch' ei chiama finale: [51. in marg.] i terzi al terzo, nominato da lui superiore: i quarti al quarto da luj chiamato [alla greca add. supra lin.] Eccellente: cosi dicendo nel Capitolo Igitur quia, conforme à quanto ha detto nello antecedente Che come i Suonj per ordine naturale nello inacutirsi; e nel grauarsi uanno sempre da quattro in quattro con la condittione medesima continuatamente seguendosi (oh che errore) seguendosi l' uno [dietro all' add. supra lin.] altro. [[Cosi]] le Ziffre, ò Note sono quasi le stesse dimostrando insieme la differentia de' Tetracordi con la diuersità de' Riuolgimenti, e Conuersioni loro.
Alonso. Cosi questi nostri primierj Musici Ecclesiastici uennero ad imitare quegli antichi Musici greci. Ma non essendo i loro Caratteri ò Ziffre se non quattro, come di cosi pochi rispetto a quelli de' Greci, et anco degli Hebrej se ne poteuano à bastanza seruire?
Anniballe. Voj lo 'ntenderete hora. Dice primieramente Oddo nel Capitolo primo della seconda Parte in formula di Dialogo per replica del contenuto nel secondo Capitolo della prima parte di quel suo Enchiridion che le Note, [52. in marg.] ò Ziffre musicali sono formate principalmente dal Carattere t dasian; ciò è (da me così interpretato come parola greca) aspero [aspero m.sec. supra lin.] ò duro: Ma ciascuna di loro alterata. Et la prima con hauer di sopra, ò al Capo un s. inchinato [-107-] ò giacente: così [signum]. La seconda con hauere alla testa, ò di sopra un c. inchinato allo 'ngiù; così [signum]. la terza essere un Iota semplice: ma inchinato, ò pendente, cosi [signum]. La quarta con hauere al Capo, ò di sopra un c. supino, ò diciam uolto allo 'nsù, cosi [signum]. E di queste soggiung' ei, che la seconda è più acuta della prima per un Tuono: la Terza più acuta della seconda per un semituono: E la quarta più acuta della terza per uno altro Tuono. Onde la prima uenga ad esser più graue della quarta per una Diatessaron in questo modo.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 107,1; text: diatessaron.] [BOTTRIG3 04GF]
E che tuttequattro sono attribuite al primo Tetracordo nominato finale. Segue poi descriuendo le Note, ò Ziffre pertinenti al secondo Tetracordo nominato [[file finale]] [graue corr. supra lin.] [graue m.sec. sub lin.]: e dice; che quelle sono quasi della medesima Figura, se non che esse riguardano allo 'ndietro.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 107,2] [BOTTRIG3 04GF]
Alonso. Questa terza Nota, ò Ziffra del secondo Tetracordo non uiene ella ad essere diuersissima dalla terza del primo?
Anniballe. Ella è ueramente diuersa. Ma lasciatemj seguire, che uoj da me per le parole di esso Oddo intenderete il tutto.
Alonso. Seguite.
Anniballe. Le Note, ò Ziffre, dice Oddo, rappresentanti il terzo Tetracordo detto superiore sono le stesse del primo Finale, però riuolte allo 'ngiù: Ma per mio credere uuol dir del graue in cambio del Finale, cosi
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 107,3] [BOTTRIG3 04GF]
Alonso. Cosi pare anco à me.
Anniballe. Riuolte poi similmente allo 'ngiù le Ziffre, ò Note del Tetracordo graue, che del finale à me pare; che habbia da dire saranno quelle; che seruono al quarto Tetracordo detto Eccellente: E sono tali
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 107,4] [BOTTRIG3 04GF]
Alonso. Il Iota, benche sia trauersato con quella linea dimostra chiaramente che si deue leggere, come hauete detto, del Finale, e non del graue.
Anniballe. Hora ascoltate Oddo; che ragionando di essa terza Nota, ò Ziffra dechiara il uostro dubio, e dice, che uiene eccettuato il terzo suono, ciò è, la Licanos delle grauj; che ha la [signum] inchinata: la Paranete delle superiorj; che ha la [signum], riuolta, et inchinata: e la Paranete delle Eccellentj; che ha il Iota trauersato, ò trapassato: con soggiunger, che le altre due restanti uocj sono dimostrate con le due Ziffre, ò Note giacenti prima, et [-108-] seconda: ciò è. [signum]; et [signum]; la quale egli ha già detto e replicato essere in tutto diciotto, [53. in marg.] ciò è, (tai sono le sue parole) quattro Tetracordi, e mezo Tetracordo; E ad una ad una toccare la ultima sua Sinfonìa, ciò è il quindicesimo Suono. E per che giunto à quej le tre uoci del Tetracordo Sinemmenon fanno in tutto 18. io mi uado imaginando, che per ciò formassero queste 18 Figure, ò Caratterj; i due ultimj de' quaj douessero facilmente seruire per la Trite, e Paranete di esso Tetracordo Sinemmenon; Imperoche uoj ben sapete; che la Mese, come stabile, e commune siane per principio di esso Tetracordo Sinemmenon: Et la Paranete diezeugmenon; perciò connumerata trà le Corde mobili uiene à far l' ufficio della Nete e fine di esso Tetracordo Sinemmenon; Della qual mia imaginatione io non resto intieramente sodisfatto: Ma non importando punto a quello; che per hora è la intentione nostra, io lasciarò che uoj poscia ue li affatichiate intorno, se pur ui piacerà d' intenderla meglio.
Alonso. A' me basta d' intender e ueder la diuersità de' Caratteri introdutti dalla uarietà de' Tempi nelle Scuole de' Cantorj: E con qual modo erano in quej tempi usati per quanto se ne può sapere: lasciandone le imaginationj à chi uolesse hora pigliarsi uano piacere di usarli. Perciò seguite il raccontarmj l' uso di quellj.
Anniballe. Oddo in questa parte fù copiosissimo, e diligentissimo Scrittore con mostrandone molti, e diuersi Essempij: Et cominciò primieramente da' più semplici, e breuj. nel mouimento del Modo, ò Tuono Protho entro una Diapente; che nel Capitolo che incomincia Demonstrandum uero della prima Parte lo Essempio è tale. [54. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 108,1; text: alleluia, tonus, semitonium] [BOTTRIG3 05GF]
risoluendo in questo modo per uia delle cinque linee, ò Reghe rappresentanti cinque corde dello Stromento lo Essempio medesimo; ch' ei seguentemente pone appresso ciascuna sillaba in questa guisa;
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 108,2] [BOTTRIG3 05GF]
Doue [Douete ante corr.] potete uedere, che la prima Sillaba Al, ha un sol tocco, ò uoce uariata, sicome la seconda le: Et che la terza lu, ne ha tre: Et la quarta indue per trasporto.
Alonso. Questo modo di scriuer le Ziffre seguentemente appresso le Sillabe imita lo Stile de' Musicj greci; che gliele poneuano di sopra. E questa doueu' esser origine della maniera usata da' nostri Musicj.
Anniballe. Saprestelo uoj dunque risoluere conforme allo uso nostro?
Alonso. Parmj che sì, non solamente per essi Caratteri ò Ziffre; che mi ricordo rappresentare il Tetracordo Finale, ciò è sopra il graue; che facilmente si può pigliare per lo Tetracordo Meson.
[-109-] Anniballe. Egli è cosi.
Alonso. Ma per lo aiuto delle lettere t, s, t, t: demostratiuj degli Interuallj trà esse Ziffre; [55. in marg.] Onde io le risoluerej in questa foggia.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 109,1; text: Alleluia. tonus, semitonium] [BOTTRIG3 05GF]
Anniballe. Sta benissimo ueramente; Onde ui sarà molto facile intendere tutto 'l resto. Segue adunque Oddo, e solamente per dimostrar (com' ei dice) la forza de' quattro Modi, ò Tropi autenti con [loro add. supra lin.] principij, [[loro]] e finj pone il medesimo essempio quadruplicato sopra ad otto Corde: cosi. [56. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 109,2; text: alleluia. tonus, semitonium] [BOTTRIG3 05GF]
Alonso. E questo parmj per le medesime congietture delle istesse lettere: et delle Ziffre del Tetracordo nominato superiore. Cosi per auuentura detto per esser sopra il Finale e che rappresenta al mio giudicio il Tetracordo Diezeugmenon, che si possa ridurre alla nostra pratica in questa maniera. [57. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 109,3; text: alleluia. semitonium, tonus] [BOTTRIG3 05GF]
Anniballe. Io credo che uoj la intendete, e dimostrate ottimamente. Per lo che de' molti Essempj che Oddo per diuerse Occasionj pone seguentemente à questi due Soli ue ne addurrò per confirmaruj nella Intelligentia: Lo uno primieramente delle Sillabe accompagnato con le Ziffre, e poi con le Corde; che è il Sesto del medesimo Capitolo Ed è tale. [58. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 109,4; text: Sit nomen Domini benedictum in secula in aeternum et in seculum seculi] [BOTTRIG3 05GF]
Lo altro, che è il xu. posto nel Capitolo Etenim duobus, molto per mio giudicio corrottamente [-110-] copiato in esso libro: Ma da me restituito al meglio, che ho sapiuto alla da me imaginatamj per le parole di esso Oddo nello stesso Capitolo sua uera [[lettione]] integrità, come uedrete: sarà solamente per mostraruj l' ordine intiero della Compositione di esse Ziffre ò Caratteri musicali. Ed è questo.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 110,1; text: Tu patris Sempiternus es filius.] [BOTTRIG3 06GF]
Alonso. Se io ridurrò bene lo uno, e lo altro alla pratica delle nostre Note, sarà segno manifesto che io mi sono anco bene impossessato di tal pratica antica.
Anniballe. Cosi ueramente sarà.
Alonso. La riduttione del primo è dunque tale.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 110,2; text: Sit nomen Domini benedictum in secula in eternum, et in Seculum seculi.] [BOTTRIG3 06GF]
Che ne dite hora uoj?
Anniballe. Io non ne posso dir se non bene. Allo altro.
Alonso. Questo altro risoluerò io cosi.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 110,3; text: Tu patris Sempiternus es filius.] [BOTTRIG3 06GF]
Che ue ne pare?
Anniballe. Ne bene ne male. E del bene cosi non ui laudo: come del male io non u' incolpo intieramente; Imperoche io ui potrej per auuentura hauer qualche parte, qualche [altra add. supra lin.] parte il Copista di quel Libro: E forse qualche altra parte anchora lo Autore Oddo. Contentateuj però, che io uj habbia risposto, che ne male, ne bene habbiate operato, scusandouj io se pur haueste commesso fallo.
Alonso. Io non resto sodisfatto di questo mio stato mezano, ed incerto.
[-111-] Anniballe. Contentateuj: e quetateuj; Percioche non siamo hora quj' per disputar delle attionj de' passati: ma solamente per rifferirle: et con hauerne buona cognitione intendere il giudicio; che ne sia uenuto facendo il Tempo con tener questo modo, e rifiutar quello altro co'l lungo uso.
Alonso. Acquetomi, e ui prego à seguire.
Anniballe. Il Galileo nel suo Dialogo dell' antica et della Moderna Musica foglij 36. 37. 38. in questo proposito dello uso delle linee diuerse per corde e de' Caratteri in Capo à quelle mostra diuersi Essmpij prima di Sette linee con un Carattere ouer lettera greca in capo di ciascuna di esse linee: E poi di linee con una sola Ziffra nel principio della seconda Rega, quasi come uno di quej Segnj che noj diciamo Chiauj; E per entro ciascuna di esse Righe, ò linee è segnato un punto, il qual dimostra, che tal Corda deu' esser percossa, ò sonata: si come hauete inteso dimostrarci Oddo co'l soprasegnaruj le Sillabe ad una ad una delle parole. Di questi Essempij posti dal Galileo. [Et add. supra lin.] posti come per sola diuina gratia da luj riceuuti senza conoscienza alcuna degl' Interuallj; tal' è il primo, et il secondo;
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 111; text: [Omega], [Phi], [Tau], [Pi], [Mu], [Lambda], [Nu], E, F, G, a, b, c, d] [BOTTRIG3 07GF]
[59. in marg.] Ne' quali à me pare, ch' ei per alcune parole di Demetrio Fallereo ne' librj Peri ermenias, ouero della Elocutione Parte delle quali egli allega parafrasate. (Ma tutte in lingua nostra italiana riceuendo interpretatione tale sono queste. Nello Egitto i Sacerdoti laudano gli Idij con le sette [lettere add. supra lin.] uocalj quelle pronuntiando seguentemente la una dietro l' altra. Et il suono di queste lettere per la soauità da loro contenuta serue per Tibia, e per Citara) uoglia accennare, che questi Caratterj greci posti ne' Capi di ciascuna di esse linee habbiano da esser le sette loro uocali; che sono [Alpha]; [Epsilon]; [Eta]; [Iota]; [Omicron]; [Upsilon]; [Omega]. e non le da luj segnateuj lettere, ciò è [Omega], [Phi], [Tau], [Pi], [Mu], [Lambda], [Nu]. [[corrispondenti]] [contrasegnati corr. supra lin.] alle sette prime dello Abcdario de' Latinj, e nostro parte minuscole a, b, c, d, per le Corde superiorj, e di suono acuto: parte maiuscole E, F, G, per le inferiorj, e di suono mezano, [poste nello altro capo di ciascuna di esse linee: add. supra lin.] cosi comprendendo in se come si conosce per lo b, rotondo, i due Tetracordi congiunti insieme de' Musici greci antichi nominati Meson, e Sinemmenon.
Alonso. Perche dunque hauete uoj detto prima, che degl' Interuallj contenuti da queste lettere non si ha notitia alcuna, se poi subito hauete soggiunto, che esse contengono [-112-] i due Tetracordi congiunti? Cosi non si sa chiaramente gl' Interuallj ch' essi Comprendono dal Congiungimento loro?
Anniballe. Quello, che io ho detto, è stato prima rispetto alle lettere greche del primo Essempio: Quel poi, che ho soggiunto è stato rispetto alle nostre lettere del secondo Essempio. E se i Caratteri greci corrispondessero, ò fussero stati posti dal Galileo, come corrispondenti alle nostre lettere, io non haurej detto, come ho detto, che non si hauesse notitia degli Interuallj contenuti da quellj. Ma lo uno Essempio è separato dallo altro. Et il Galileo non ne dice parola: Ne io ho sapiuto, che altrj ne habbia maj parlato, se non il Fallereo, le parole del quale ho uoluto recitaruj intieramente tutte accioche meglio le intendiate; E per ciò diròuj anchora che Pierio Valeriano breuissimamente ne tocca ne' suoi Gieroglifici. Et perciòche io ui ho detto; che per le parole di esso Fallereo, io crederej, che in uece di queste sette lettere greche, trà le quali non è altra loro uocale che la [Omega], douessero esser le dette sette uocali: Soggiungerò; che quando esse uocali hauessero à corrisponder ueramente alle nostre lettere di Tetracordi Meson, Sinemmenon conforme al secondo Essempio di esso Galileo, e come accenna la egual puntatura delle linee, ò Corde, ch' esse dourebbono essere poste in capo delle sette Reghe con quest' ordine.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 112; text: E, F, G, a, b, c, d, [Omicron], [Upsilon], [Omega], [Alpha], [Epsilon], [Nu, [Iota]] [BOTTRIG3 07GF]
Anzi forse che per le uoci acute ui si haurebbono da scriuer non le lettere maiuscole: ma le minuscole, cioè [alpha], [epsilon], [Nu], [iota]: attribuendo tutte le maiuscole secondo il mostratouj naturale ordine loro à' due primj Tetracordi grauj, ciò è, Hypaton, e Meson, in corrispondentia uera et delle nostre lettere maiuscole Gregoriane, et di Guido Aretino; Delle une e delle altre delle quaj lettere; Benche le Gregoriane cosi dette dal grande, e Santissimo Papa Gregorio potessero essere state delle prime Note, ò Caratteri introdutti nelle Scuole a rappresentare il Canto fermo, ò piano ecclesiastico. Io non uoglio hora entrare à ragionaruj: Ma di quelle, e delle Linee, ò Reghe per corde, e delle puntature loro fauellerem noj tosto, che habbiamo dato fine allo 'ncominciato Ragionamento nostro delle Ziffre musicali. Conciosiacosa che mi souenga ritrouarsi altre diuerse Ziffre ne gli Antifonarij scritti à penna; Di tre, ò di quattro i quaj tutti differenti trà loro in questa parte sono appresso il Signor Caualier Hercole Bottrigaro alcunj pochi fogli di Carta pecorina; [-113-] ch' Ei leuò già per buona Fortuna, e con denari à gran fatica anchora dalle ingiuriose manj di un nostro Cartaro, che hauendo quej già piegati, e con la Forbice scartonati ne uolea, si come disse, hauer fatto del resto di quelle Copie, far coperta ad alcunj di quej Libriciuoletti di Carta bianca per tenèr Conti, ò Scriueruj ricordi sopra: Trà le Antifone adunque, Graduali, e Responsorj, e Versj descritti in essi Rottàmj trouansi queste; che io quj' ui scriuo per mostra di tai Ziffre; delle quali io non ho per ciò sapiuto, ne potuto raccoglier la qualità, ne osseruar l' ordine loro. Questa prima Antifona si legge, e canta nella seconda Domenica dopo la Pasqua Pentecoste.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 113,1; text: Quidam homo fecit cenam magnam et uocauit multos: et misit seruum suum hora cenae dicere inuitatis, ut uenirent, quia omnia parata sunt. Aeuia.] [BOTTRIG3 07GF]
Quest' altra è similmente un' Antifona; che si legge e canta nella seguente terza Domenica.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 113,2; text: Quis ex uobis homo; qui habet centum oues: Et si perdiderit unam ex illis, non ne dimittit nonaginta nouem in deserto: Et uadit ad illam quae perierat donec inueniat illam, Aeuia.] [BOTTRIG3 07GF]
Alonso. Questi Musicj accostumarono anchora essi ne' tempi loro ad imitatione di loro Antecessorj greci e latinj di sopraporre alle parole i loro Caratteri, ò Ziffre musicalj; ch' essi però si dilettarono di uariare nelle diuerse maniere; che uoj mi uenite mostrando; Et io sono altresì uenuto hora facendo osseruatione che alla parola homo, et alla Aeuia; che, secondo che uoj mj diceste hierj, è una uoce cosi fatta simile alla euouae, e non importare altro, che Alleluia; le quaj parole trouansi cosi nella una, come nell' altra di queste Antifone; Et alla illam solamente in questa seconda sono rispettiuamente sopraposte le medesime Ziffre; Onde per conseguentia doueuano ancho esser rispettiuamente proferite co'l medesimo Canto.
Anniballe. Cosi è, e cosi credo, che ueramente fusse. Continouata usanza è poi stata de' Musici sin' à questa nostra Età [60. in marg.] (come da quanto io ui ho mostrato, e seguirò di mostraruj, potrete chiaramente comprendere) il sopraporre i Caratteri, Ziffre, ò Note musicali alle parole, eccettuatone Oddo; che la pospose alle Sillabe, et gli <.........> le soposero in parte et anco fraposero.
[-114-] Alonso. Chi fu lo 'ntroduttore di queste presenti Ziffre nel Canto piano Ecclesiastico?
Anniballe. Ne di queste Ziffre, ne di quelle altre dimostrateci da Oddo, come ne anco di quej Segni degli Hebrej, [61. in marg.] e de' Caratteri de' Greci non sò certamente diruj gli Introduttorj; benche io ne habbia fatto lunga e diligente ricerca: Ma diciamo homaj delle lettere dette Gregoriane; delle quali io ueramente io douea ragionaruj prima che io ui mouessi parola delle Ziffre dimostratecj da Oddo, cosi richiedendo l' ordine de' Tempi. Conciosiacosa che esso Oddo, [[[che supra lin.]] secondo che raccontta lo Abbate Tritemio ne' suoj Librj degli Scrittori Ecclesiastici fu musico illustre, et Archicantore; (che io intendo per capo della Musica) nella Chiesa Turonese: morì lo Anno 920. E fu discepolo di Remigio Antisiodorense in essa Musica, e nella Dialettica, Come si legge anco nel Registro [62. 63. in marg.] (cosi poco giudiciosamente detto quel Libro) delle Croniche; Doue alcune poche reghe prima anco si ha ch' essendo Bernone Abbate di Cligno nello estremo della sua uita; costituj' suo Successore esso Oddo già Musico; che è conforme a quanto ha lasciato anco di lui scritto Pietro de' Natalj Vescouo Equilino nel Capitolo 83 del x. Libro del suo Catalogo de' Santi sotto 'l Mese di Nouembre nel 10. giorno del qual la Chiesa santa ne fà, come si uede medesimamente ne' Martirologij, la commemoratione. E perche Nicola Burtio del suo Florum Libellj altre uolte da me allegatouj afferma con troppa arditezza per non ne addurne alcuna ragione, [64. in marg.] che lo Enchiridion armonico di esso Oddo è apocrifo, ciò è, [65. in marg.] non approuato, non uuò lasciar di recitaruj l' approuatione; che ne fà Guido Aretino Monaco. Del qual' esso Burtio si fà nel detto suo Florum libello fiero difensore contro à Bartolomeo Ramo. Nel fine adunque di una sua Epistola a Michele Monaco di Pomposa; la qual' Epistola è da esso Guido posta nel fine del suo Micrologo ouero Introdutione di Musica fatto in Dialogo. Ei dice queste parole cosi da me tradutte in parlare Italiano. Chi sarà curioso [uoglioso add. supra lin.] cerchi diligentemente il nostro libretto intitolato Micrologo Et anco legga il libro Enchiridion, che 'l Reuerendo Abbate Oddo con molto chiara politezza compose. Et in esso Dialogo haueua gia Guido prima detto; che 'l Canto di una Antifona deprauat era <stato> accuratissimamente corretto da Oddo. <[66. in marg.]> Questa adunque per quello; che incominciaj à diruj di luj uenne ad esser posteriore per più di 300. annj al Santissimo Papa [-115-] Gregorio primo al quale (si come nel principio del nostro Ragionamento de' Tuonj io ui dissi hierj) si attribuisce non solamente la Diuisione di ciascun de' quattro Tuonj in due; Ond' essi cosi di quattro diuenissero otto: Ma lo essere anchora stato adaggiate le Lettere dello Abcdario latino, e secondo l' ordine loro alle uocj cantabilj, e suonj instrumentalj, cosi per loro distintione, e totale accorciamento de' loro tanto lunghi nomj greci, come per leuar uia la gran moltitudine di quej Caratteri cosi diuersamente alterati; che da' Musici greci (come hauete ueduto, ed inteso da Boethio) erano à tal effetto adoperati.
Alonso. Chi fu prima San Gregorio ò Boethio?
Anniballe. Boethio. Imperoch' Ei fù martirizato intorno à 500. annj dopo Giesù Christo e dopo i 600. il santissimo Gregorio ascese al sommo Pontificato; [67. in marg.] tra 'l quale spatio di tempo; che fà di 100. e forse qualche più annj, uisse Aurelio Cassiodoro Scrittore anch' ej di Musica con molta breuità. [68. in marg.] Ma niente à questo nostro proposito; Percioche scrisse specolatiuamente: si come anco hauea prima di luj; [69. 70. in marg.] et ancho di Boethio fatto, e Martiano Capella, e Censorino intorno agli annj di Christo 240. nel qual Tempo Porfirio commentò gli Armonicj di Tolomeo; [71. in marg.] che per 100. annj prima fiorj' sotto lo 'mperio di Antonino Pio.
Alonso. Perche hauete uoj detto, che sia attribuito à San Gregorio la Diuisione de' quattro Tuonj antichj, e lo adaggiamento delle Lettere latine alle uoci cantabilj, e non affirmatelo?
Anniballe. Io non l' ho uoluto affirmare; Imperoche sin ad hora non ho trouato scrittore alcuno antico, [72. in marg.] anco trà quej; che hanno particolarmente scritto la uita di luj; del numero de' quali et principale è Giouanni Diacono, che lo affermj. Vuolafrido Abbate nel suo Libro de' principij, et accrescimenti delle cose Ecclesiastiche il qual uisse secondo il Tritemio intorno à gli annj di Christo 700. e forse con più uerità 830. e per molte decine di annj auanti esso Giouannj, scriue in latino parole di questo senso in italiano. Dicesi, che il Beato Gregorio finalmente si come haueua introdutto la ordinatione delle Messe; e delle Consecrationj, cosi introdusse anchora la Disciplina della Cantilena per la maggior parte in quella dispositione, che per lo passato sin quj quasi come conueneuolissima si osserua. Et allega lo Antifonario nel principio; Il qual Libro (se del Musicale intende) io non ho maj ueduto, benche io ui habbia usato diligentia, se non come [-116-] uoi lo hauete anco più uolte ueduto senza alcun principio, altro che della prima Antifona [si come ancora è quello con le sole parole di esse Antifone. Ad te Domine leuauj animam meam. add. supra lin.] Bene afferma Giouannj Diacono nella uita da luj scritta di esso Gregorio l' anno 860 ch' ei fabricò due Stantie in Roma per la scuola di coloro; che uoleuano imparare il Canto fermo: e che ordinòuj i Cantorj, et il Primiciero loro, ò più tosto il Primario; ciò è Maestro: et che ancho sia al suo tempo si conserua la Bacchetta, ò Scoriata; con la qual' erano flagellati, e battuti i discepuli. Nell' Opusculo della ueritade, e Cerimonie della Messa di Frate Nicolò Aurifico sotto 'l Titolo Berno, leggesi. Dou' è da notare (cosi dic' ej latinamente) Che si come crediamo, che San Gregorio componesse quest' è queste Cantilene del Libro de' Sacramenti e delle Antifone, dobbiamo parimente credere, che San Girolamo fusse ordinatore del Lettionario [titolato Comes Siue Lettionario [[<le quali Antifone, et>]] il quale [[<........>]] [assieme ad esso Antifonario si troua corr. supra lin.] stampato in un sol uolume add. supra lin.]; Trà molti Musici nostrj coetanej poi Nicola Listenio nel primo Capitolo de' suoj Elementa musicae dice con parole latine questo; che io ui dirò nella nostra Lingua. E per altro nome chiamasi Gregoriana piana antica; Conciosiacosa che ella fusse adoperata per lo più da Gregorio da Ambrogio e da gli Antichj. Nicolò Vuolicio medesimamente nel Capitolo 2 del iij. Libro del suo Enchiridion musicae scriue cosi latinamente. Ne pensano questo esser solamente lecito nel Canto misurato: ma ne anco nel semplice chiamato Gregoriano. E benche Pietro de' Natali nel iij. libro del suo Catalogo de' Santi al Capitolo 193 scriuendo del Santissimo Gregorio dica, ch' ei formò lo Antifonario notturno, e diurno con soaue modulatione: Questa uoce modulatione si potrebbe interpretare non per canto forse: ma per numero, ciò è per parole ben ordinate, ben tessute, e ben composte insieme; Di che si uagliono i buonj Prosatorj, et i migliorj uersificatorj; percioche recitandosi rendono sonora soauitade allo udito. E se io uolessi allegaruj quello; che hanno di ciò scritto il Gaffurio, il Vaneo, e gli altrj molti Scrittorj de' Musica modernj, e de' Cronisti il [[<..............>]] haurej molto, che dire, e uoj molto, che ascoltarmj senza hauer però ferma certezza; che 'l Beatissimo Gregorio fusse lo Autore de' tale Applicatione di lettere alle uocj cantabili, [72. in marg.] et suonj instrumentali; Per lo che lasciando io questa dubitatione poco allo 'ntento nostro pertinente, ò profitteuole anzj come otiosa, uana prolungatrice del Ragionamento nostro à quello quasi dannosa seguirò dicendouj, che dal santissimo Gregorio, ò da altri sotto 'l suo Pontificato di commandamento, ò di permissione di luj furono adagiate conseguentemente et secondo l' ordine loro le prime lettere dello Abcdario latino alle sette prime uoci, ò Suonj cantabili, [-117-] Ed istrumentali secondo l' ordine, e conseguenza loro sin' alla Diapason; nella quale si ripigliauano e replicauano poi le medesime lettere, si come se ne uedono Essempij diuersi conseruati nel proprio loro primiero Stato cosi nel Micrologo, come nel Dialogo di Guido Aretino; De' quali questi due; che hora mi uengono alla mente, io qui ui descriuerò nel modo appunto; che iuj stanno, ben da luj postiuj ad altro fine.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 117; text: Tertia dies est quod haec facta sunt, Antifona, la qual canta la Santa Chiesa il secondo giorno della Pasqua di Resurrezione, Primum quaerite Regnum Dej, Et questo altro anchora. Assumpta est Maria. Il Galileo medesimamente nel suo Dialogo dell' antica et moderna Musica ne pone anch' ej due altrj; de' quali uno è questo; che io mi ricordo. Sit nomen Dominj benedictum in secula, a, b, c, d, [sqb], e, D, E, F, G] [BOTTRIG3 08GF]
Alonso. In ciascuno di questi due ultimj Essempij io conosco chiaramente che 'l Beatissimo Gregorio ò altrj, che ei si fusse sotto 'l suo Pontificato uolle continouar nello uso de' uarj antecessori Musicj di sopraporre i Caratteri ò Note musicali ad ogni Sillaba delle parole: Ma ne' duj primj Essempij io non comprendo già, nè sonmj accorto imaginare; perche siano cosi poste à Biscia, ò ad onde queste lettere sopra le parole se non forse, che ui si habbiano da intendere fraposte le solite quattro Reghe.
Anniballe. Non ui si ha da supporre altramente ne da intendere alcuna Rega tramezo: Ma credo, che siano state poste esse lettere cosi ad onda per dimostrar solamente con maggior chiarezza lo acuto e 'l graue di questo Canto fermo, Et insomma che niuna differentia sia tra queste lettere distese à queste [[Ondate, ò]] Ondaggianti, ò montuose: come spero, che siate per meglio conoscere anco uoj, quando parlaremmo di Guido Aretino, auanti al quale (et prima di Oddo Abbate) e Santo (come ui ho detto [-118-] [74. in marg.] per più di 220 anni) fiorj' negli anni di Christo 700. Beda Venerabile che non solamente come Theorico scrisse una operetta di Musica la qual' è stata dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro anco tradutta in parlare italiano: Ma un' altra anchora del Canto piano, ò fermo titolata di Musica quadrata. Et questo per mio giudicio percioche le Note, ò Caratterj; co' quali Ei la dimostra, sono tutte di Figura; ò forma quadrata e negre, parte fraposte, e parte sopraposte à linee nella guisa, che da poi si è quasi sempre sin' à questi nostri tempi usata, ed anco si usa. Et ho detto quasi sempre; Imperoche trà quelle poche carte pecorine di Antifonarij camarali diuersi scritti à penna, [75. in marg.] sonouj altre Ziffre differenti assai da quelle già mostrateuj; che allhora anco ui haurej soggiunto, se 'l Ragionamento nostro non si fusse piegato alquanto altroue: Ma non sarà per auuentura men conueneuol luogo, e tempo il farlo hora per la molta simiglianza, e forse identità di essi Caratteri con quej [posti add. supra lin.] da Guido Aretino aggiunteuj: le 4. Reghe: che allhora si fusse stato per la sola identità delle parole contenute in amendue esse Antifone da me scelte a bello studio; la prima delle quali è questa.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 118; text: Quidam homo fecit Cenam magnam, et uocauit multos: Et misit Seruum Suum hora caenae dicere inuitatis, ut uenirent quia omnia parata sunt. Alleluia. La seconda quest' altra: Quis ex uobis homo, qui iubet centum Oues, et sj perdiderit unam ex illis nonne dimittit nonaginta nouem in deserto, et uadit ad illam quae perierat, donec inueniat illam, Alleluia] [BOTTRIG3 08GF]
Alonso. Se la memoria non m' inganna in uno Antifonario Chorale antico di Carta pecorina; [76. in marg.] ò forse uitellina scritto à penna per conseruatione riposto nello Archiuio della Fabrica della nostra Chiesa [colleggiata add. supra lin.] di San Petronio; tali sono le puntature quadrangolarj del Canto fermo: e tale di color rossa è questa linea; che (si come allhora mi fu detto) significaua la Chiaue di Ffaut: ma di questa gialla non mi souiene punto.
Anniballe. La memoria di ciò non u' inganna ma non ui serue intieramente. Io uollj già molt' annj bene uederlo anche io, diuenutone grandemente uoglioso per le parole del nostro buon uecchio Giouannj Spataro; che si leggono in quella sua difesa di Bartolomeo Ramo alla ottaua Corettione del Florum Libellj di Nicolò Burtio stampata [[già]] [sia corr. supra lin.] lo anno 1491. la quale ho ueduto (passano pochi Mesi) scritta di sua propria mano. Et in esso [-119-] Antifonario trouai canto corrisponder benissimo ad esse parole; Imperoche ui è non solamente, come hauete detto, delle quattro linee una di Color rosso; che importa la Chiaue di Ffaut, graue: ma conforme al dir di quello recitando le parole di Guido; che sono queste. Quaedam aliae sunt lineae (intendendo ei delle Note) aliae interlineae. Et da li un poco segue lo Spataro nostro. Iterum. Quarum aliae habent croceum colorem, et interlineum, sub c grauis, et c, superacuta. Aliae croceum, et lineum sicut est c acuta. Aliae rubeam; et lineum, ut F, grauis: Aliae interlineum, ut f acuta et caetera. un' altra di color giallo; che è questa significante la Chiaue di csolfaut; la una, e l' altra delle quaj chiauj sonoui state, come quj uedete aggiunte nel Capo di ciascuna di esse linee in quella forma; che ordinatamente hora si accostuma di poner ne' Librj taj di Canto piano, ò fermo. E perche io possa ad ognj mio piacere, e uoglia mostrar questo modo senz' hauer ricorso al detto Antifonario, da quello pigliaj copia di mia propria mano non solamente di questa Antifona; nella quale si ued' esser la linea rossa superiore alla gialla tramezata da questa in bianco, ò falsa: Ma questo uerso; nel quale per contrario la Rega gialla è superiore alla rossa con la trameza di questa linea bianca.
[exemplum deest]
Si come appunto uoj potete anco uedere in questo Graduale; il qual si canta alla Messa del Mercore delle Quattro Tempora di Quaresima copiato da essi Rottamj: et insieme questo Tratto della Messa medesima; che per hauer lo uno nel principio, ò Capo della linea rossa la lettera F. e della Gialla la C, segni delle chiauj Ffaut, e csolfaut, hauendo l' altro il Segno della Ottaua graue di quello Cfaut, co'l D, quadro, anzi per dir meglio angolare, di sotto alla linea bianca del Dsolre, e come dicono in ispatio: sono assaj più simili à questo Hinno da Guido Aretino posto per essempio in [-120-] quella sua Lettera à Michele Monaco di Pomposa; Doue però si uede non il D, angolare nello spatio trà la una Rega, e l' altra in bianco, ò false; Ma il Dsolre nel principio della prima linea bianca sotto la Rossa di Ffaut [Vide De necessitatibus m.sec.].
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 120; text: Tribulationes cordis mei dilatata sunt. De necessitatibus meis eripe me Domine. TRACTVS Vide humilitatem meam et laborem meum, Et dimitte omnia peccata mea. Alme Rector mores nobis da sacratos Summe Pater seruis tuis miserere nostra Salus Honor noster esto Deus: Deus iudex iustus fortis, et pacificus tibi omnis Seruit Mundus eterne Deus: stabunt iusti ante Deum semper leti, Domino laudes omnis Creatura dicat.] [BOTTRIG3 09GF]
[77. in marg.] Ben uj haurej addutto lo Hinno di San Giambattista; sopra il qual' esso Guido fattauj da luj la Musica fondò il suo ut, Re, Mi, Fa, sol, La. E dice nella stessa sua lettera, ch' ei quello usaua nel principio, et anco nel fine del suo ammaestrare i Discepoli: Ma percioche in quello non è se non la linea rossa dello Ffaut, co'l D, del Dsolre, in capo della prima linea bianca sotto essa di Ffaut, et in uece del C angolare nello spatio di sotto, sarei per [-121-] ciò stato sforzato ad adduruene uno altro: Et cosi adduruj due Essempij; Doue questo uno ui basterà.
[78. in marg.] Alonso. Adunque il Canto fermo; che ordinariamente si canta sopra lo Vt queant laxis, non è quello stesso di Guido; sopra il qual' Ei fondò la scuola, ò Mano sillabale, ut, re, mi, fa, sol, la?
Anniballe. Ei non è ueramente lo stesso: anzi diuersissimo.
Alonso. Deh, perche uoj lo hauete nella memoria, fatemi gratia di mostrarlomj.
Anniballe. Volontierj: Ma ricordateuj, che habbiam molte e molte altre cose da dire: E che ne habbiam detto tant' e tant' altre; che non potrem poi dopo questo nostro molto lungo Essercitio della memoria, e della lingua far, come proponemo, lo essercitio se non breue del corpo.
Alonso. Si bene, si. Poi se questo corporale non potrem noj fare hoggi, lo faremo domanj. E ciò sia detto; Imperoche [[ho]] [mi resti corr. supra lin.] di addimandaruj alcun' altra cosa anchora prima, che uoi seguiate il filo del uostro Ragionamento.
Anniballe. Chiedete pur: Incolpatene poi uoi medesimo. Questo è lo Hinno.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 121; text: Vt queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solue poluti labii reatum, Sancte Ioannes.] [BOTTRIG3 10GF]
e per compimento soscriueròuj anchora le parole; che ui soggiunge Guido; che sono appunto queste in nostra lingua. Tu per tanto uedi, come questa Cantilena per [[sej]] sej sue particelle incominci da sej uoci diuerse. Se qualcuno adunque cosi essercitato haurà conoscenza del Capo di ciascuna particella; ch' indubitatamente incomincj in un salito qual' ei uoglia particella; potrà facilmente pronuntiare le medesime uocj, douunque ei le uedrà secondo la proprietà loro.
Alonso. Hora intendo, e conosco benissimo et i colori delle Reghe, e le lettere, e le figure delle Chiauj: et quello; che importa lo abbassare, e lo inalzare della Rega rossa; [79. in marg.] che è per non usar se non tre linee: et la conuenientia, e la conformità; che hanno insieme questi Essempij tutti: E quello; che più mi piace, il Come Guido applicasse queste [-122-] sej Sillabe alla Formatione della Scale de' suoj Essacordi. Il che non poteuo io comprender per lo solito, et usato Canto fermo di esso Hinno; Conciosiacosache in quello sia la prima Sillaba, Vt, nel Dsolre; nel qual luogo anchora è il Re: il Mi, sia nel Gsolreut, si come anche ui si troua il Fa, nello uno de [due uariati add. supra lin.] modi ordinarij, et il più solito à cantarsi: benche in Ffaut, nello altri: il Sol, nel Cfaut: Et il La, nel Gsolreut, in qal si uoglia di gli due uariati modi soliti à cantarsi.
Anniballe. [[Cosi]] uoj [[hauete ueramente]] [cosi bene hauete corr. supra lin.] inteso il come fusse da Guido Aretino trouato lo ut, re, mi, fa, sol, la: ma non il perche che è quello; che importa.
Alonso. Il perche non [ho add. supra lin.] ueramente inteso: Ma se mi è stato grato lo hauer potuto hora intender chiaramente il come di essa Inuentione di Guido molto più grato mi sarà, se uoj mi direte il perche, cosi uolontierj contentandomj di prolungare alquanto il faruj la dimanda; che io ui haueua detto di uoler faruj: e mi era apparecchiato à farlauj.
Anniballe. Poiche cosi ui piace, così ui dico, ch' essendo sempre stato uso, et uso necessario appresso a tutt' i Musicj di ponere à loro uolontà qualche nome à ciascuna [corda add. supra lin.] sonora, ò uoce cantabile con ordinata distintione della una dall' altra, [[Corda]] Come Voi [hauete ante corr.] [[inteso]] [ben corr. supra lin.] sapete da' Greci; i quaj quelle distinsero co' nomj; c' hauete inteso, significanti l' ordine loro ne' cinque Tetracordi: Ma parendo à Musicj Ecclesiastici latini, che quej nomj fussero troppo lunghi, stranierj, e difficilj da pronontiare [pronontiarsj ante corr.], e da tenere à mente, posero à quelle altri nomj breuj, come io ui ho detto, che auuenne sotto 'l Pontificato del santissimo Gregorio; che con le 7. lettere dello Abcdario replicate procedendo dalle maggiorj alle minorj furono distinte le Corde tutte del perfetto Sistema. Come poi succedesse la mutatione di esse lettere Gregoriane ne' Caratteri ò Ziffre, descritte da Oddo dimostrateuj, non sò. E men come fussero uenute in uso quelle uocj musicali delle quaj parla Oddo nel Capitolo Ad Hunc modum della prima parte del suo Enchiridion cosi latinamente però dicendo. A questo modo essi usauano le Cantilene consuete composte con la ragione medesima per inuestigar la forza di ciascun Tuono; De' quali i principali tuonj cominciando ne' loro suonj superiorj finiscon ne' finali: Et i minori hanno fine e principio ne' finali ne toccano luogo alcuno de' superiori. pone questo Essempio no na noe an et noe agis, e gli altri restanti. Le quaj parole, ò sillabe sono reputate [riportate m.sec. add. supra lin.] auanti à Nicolò Burtio da Bartolomeo Ramo nel 7. Capitolo del suo primo Trattato di Musica pratica. [80. in marg.] Doue adducendole Ei le pone Cosi. noe [-123-] noan anne cane agis: nomj solamente delle corde ò Vocj musicali per distintione, e ricordo dell' ordine loro senz' alcun particolar significato di quelle: si come esso Oddo soggiunge per fine di quel Capitolo dicendo, ch' Ei pensa quelle douer significare non tanto le parole, quanto le Sillabe attribuite alla Cantilena: Ma molto più chiaramente nel Capitolo altre uolte allegatouj Autenticus autoralis, nominandole uoci greche, e Caratterj: E nel Capitolo à quello seguente Propitia diuinitatis gratia; dou' Ei dice parole latine, che in parlare italiano sono di questo senso. [[Basti questo]] [Ciò basti corr. supra lin.] al prudente Lettore: Ma i nomj; i quaj sono soprascritti ad essi Tuonj, come al primo [EO EE EO Ea EE]. et al secondo [Io io Ea EE, Ee], Et gli altri; che sogliono muouer gli animj de' Lettori à uoler intendere [81. in marg.] che significato essi habbiano; perciò dimandaj ad un certo Greco, come s' interpretassero nella Lingua latina. Ed ei mi rispose; che niuna interpretatione ui haueuano: Ma che appresso i Greci erano auuerbij di allegrezza. E che quanto è il Concento della uoce, che tanto più è il numero delle Sillabe di sopra scritteuj. E posto ch' egli ha uno Essempio per ciascun Tuono, e degli Autenti, e de' Plagij dice. Il raccordato Greco soggiunse finalmente cosi dicendo. Nella nostra Lingua pare che habbiano una simiglianza di quel; che sogliono isprimer gli Aranti, ouero gli Aganj; che minacciano: Eccetto che questa sia uoce solamente di persona lieta; che niente isprima. Ma non essendo Guido Aretino e forse altrj Musicj antecessori à luj, ò suoj Contemporanej contenti di quej Caratteri ne di quelle Sillabe; de' Collegamenti, et accoppiamenti de' qualj tutti io non sò molto; che diruj percioche non mi souiene, che da Oddo ne sia posto se non un ben picciolo, ò breue Essempio, e quello presso il fine del Capitolo Nunc Tetrardus, della seconda Parte del suo Enchiridion che è tale.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 123; text: noannoeanne] [BOTTRIG3 10GF]
Ne compiacendosi Ei medesimamente di quelle altre Sette Sillabe insensate; Che in quej tempi erano forse in uso; Delle quali è fatta mentione dal Burtio nel Proemio della prima parte del suo Florum Libello Tri po de nos tri te ad, et auanti a luj dal Ramo [82. in marg.] nel Capitolo 7. del primo Trattato della Sua Musica Pratica ouero Isagoge et meglio per mio giudicio dicendo Ei, Tu pro de nos tri te ad: per cosi fugisse la replica della Sillaba Tri [-124-] delle quaj sillabe tratta Giouannj Cartusino: si andò imaginando di trouar altro modo di pronontiar' essi uocj, ò suonj musicalj; Onde con aggiungere alle Sette lettere Gregoriane continenti i due primj Tetracordi congiunti una Sillaba al primo, due al secondo e tre al terzo replicando le prime nel secondo et le prime et le seconde nel terzo e mutando le figure delle lettere maiuscole del primo et secondo nelle figure delle lettere minuscole dello Abcdario per lo terzo quarto et quinto e quelle poi replicando per lo sesto et settimo tetracordo compose i suoj sette subentranti Essacordi [Tetracordi ante corr.] co' poco men che otto Tetracordi connumeratouj sempre il Tetracordo Sinemmenon. E le sillabe; ch' ei congiunse con esse lettere Abcdarie gregoriane furono le ut, re, mi, fa, sol, la, tolte [da luj, add. supra lin.] Come habbiam detto, dalle prime sillabe di ciascuna prima parola di ciascun di quej uersi dello Hinno si San Giambattista Vt queant laxis, formandone la sua Mano, ò Scala. Voi hauete hora [[inteso]] [udito corr. supra lin.] il Perche: et se alcuna cosa mancaua al Come, uoj insiememente anco l' hauete intesa.
Alonso. Tutto ho benissimo udito, ed inteso: Ed intanto sono uenuto considerando lo trasportamento dello Essempio di Oddo [delle]] di quelle Sillabe con quej suoj Caratterj [[c]] [rispetto à quali io corr. supra lin.] credo, che si habbia da fare con le nostre Note in questo modo.
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 124; text: noannoeanne] [BOTTRIG3 10GF]
Anniballe. Cosi sta benissimo.
Alonso. Quelle altre Sillabe [antiche add. supra lin.] poste dal Ramo, et dal Burtio, com' erano esse accoppiate co' Caratteri musicali? E quali erano essi Caratteri?
Anniballe. Di queste, et di questi ui posso dir meno assaj di quanto io ui ho detto di quelle di Oddo: che sarà nulla; Imperoche io non ho ueduto, che nè 'l Burtio, nè 'l Ramo ne dicano parola: Ben ne promette non sò che il Ramo in esso Capitolo uij; Che è di trattarne al suo luogo con dicendo, ch' elleno significauano le sedi de' Modi, ò Tuonj: Ma tal luogo non ho saputo io trouare in tutto quel suo libro di Musica pratica Introdutione ò Isagoge: Anzi [[quelle]] sprezzando [[Egli]] [Ei quelle corr. supra lin.] insieme con tutte le altre ne propone in detto Capitolo uij. altre di sua propria Inuentione che hanno quanto à loro significato: [83. in marg.] Ma nulla appartenente all' ordine di esse uocj [<cj can> ante corr.] cantabili ò suonj musicali: E sono queste Psal li tur per uo ces is tas. E pone la forma, e 'l modo di praticarle nel fine del primo Capitolo del secondo Trattato. Et lo Essempio ch 'ei dà è tale.
[-125-] [84. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 125,1; text: Psallitur per uoces istas] [BOTTRIG3 10GF]
La Eccellentia delle qualj otto Sillabe che congiuntamente rilieuano Psallitur per uoces istas il nostro Giouannj Spataro suo amoreuole Discipulo celebra, et essalta grandemente, a quella dimostrando nella sua IX. Correttione del Florum Libello del Burtio prima con le Contrapositionj di esse Sillabe, ciò è,
Psal uo quarta li ces prima tur is seconda per tas terzaChe hanno riguardo alle Forme delle quattro Quinte, ouer Diapente et, insieme al Tritono; il qual' è contenuto dalle Sillabe per [[<.......>]] Poi con una Demostratione figurata, il Fondamento della qual' è questo
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 125,2; text: C, D, E, F, G, A, [sqb], c, Psallitur per uces istas, tonus, semitonium] [BOTTRIG3 10GF]
E per più facile, e chiara conformità di quelle con lo Essempio del Ramo io li ho sopraggiunto le sue lettere Abcdarie Gregoriane.
Alonso. A' me pare insomma, che in niuna di queste maniere di Sillabe sia quella Dispositione, quel collegamento, e quella [[fal]] facilità del proferirle, e dello hauerle prontamente alla memoria nello ascender uerso lo acuto, e nel discender uerso il graue, che è necessaria, e massimamente nel Canto nostro figurato, ò misurato; nel qual conuiene alcuna uolta al Cantore principiante proferir non solamente con gran prestezza: ma con somma uelocità lunga schiera di quelle.
Anniballe. Questa facilità si potrebbe forse dir che nascesse dallo uso frequente; che ne habbiamo, e dallo habito, che ui habbiam fatto, e che ui facciamo: Ma della Dispositione e del Collegamento loro non potiam noj già dir cosa. Trà le altre cose sareste uoj auuertito, ch' essendosi in fine di queste Sillabe, e uolendosi far la replica loro [per altre Diapason add. supra lin.] ò uerso il graue, ò uerso lo acuto, come in questo Essempio del Ramo la uoce, ò Suono csolfaut notato dal Ramo in questa prima parte con la Sillaba tas, uien segnato nella seconda parte di quello ascendendosi uerso lo acuto con la Sillaba Psal; e uolendosi per lo contrario discender uerso il graue da esso Cfaut notato Psal, bisogna [bisognarebbe ante corr.] segnarlo con tas, altrimenti tutte quelle Otaue ò Diapason sarebbono false, ò per dir meglio Noue: et Psal hauerebbe li, per sua Diapason scendente: li, haurebbe tur: tur, haurebbe per, e cosi di mano in mano. [-126-] Onde il senso delle parole formate da queste Sillabe comincia nel suo nascimento a pigliare imperfettione, et à cosi restare Acefalo, et Apodo, ciò è, senza capo, e senza piedi: Se noi non uogliam [[dir]] più tosto dir, ch' egli habbia le Scarpe in testa, e la Beretta à piedi?
Alonso. Fu ciò forse fatto dal Ramo rispetto alla dignità, [[et sopraeccellentia]] della Diapason, et sua sopraeccellentia alle altre costitutionj, et interuallj de' Suonj consonanti, ò dissonanti, che siano. Cosi non uiene da qualcuno dipinto, [85. in marg.] e figurato appunto lo Anno con fingere uno; che per di dietro si piglia i piedi con le mani quasi unite al Capo?
Anniballe. Cosi uien dipinto. Et anco un Serpe; che si piglia la coda in bocca per significar (come scriue Oro [[Apf]] Apollo nel [suo add. supra lin.] libro [[dello]] de' Hieroglifici, ouero sacre lettere degli Egittij) [[la]] il ritorno, e la rinouatione di esso Anno: Perciò molto meglio à me pare, che sarebbe stata la inuentione delle prime 7. sillabe Tu, pro, de, nos, tri, te, ad; se non ui fusse l' occorso ed [[ostacolo]] intoppo del Tuono; il qual' essendo diuisore, e separatore de' due primi [[Tetracordi]] da' due secondi Tetracordi forma il Tritono. Ma teniamoci [[adunque]] di gratia alla Inuentione di Guido; [come add. supra lin.] approuata per [86 in marg.] tanti secoli e tante decine di annj dalla uniuersale opinione e consenso di coloro; ch' essercitano la prattica della Musica per hauerla [essi add. supra lin.] trouata [quella add. supra lin.] e ben disposta, e ben collegata, e facile alla memoria, e corrente nella pronontia tanto allo innanzi, quanto allo 'ndietro; Non proferendosi, in tai casi però, se non le Sillabe dello Essacordo ad una ad una semplice, e spogliata della propria [delle sette add. supra lin.] lettere Abcdarie Gregoriane con facendosi le occorrenti, e debite mutationj nello inacutire, et nel grauar, e nel rimescolar delle uocj cantabili; per cosi concatenar' ed annodar [i sette add. supra lin.] [[essi]] [87. in marg.] insieme [collegati à tre sue <sillabe interza> Abcdarie [musicali add. supra lin.] gregoriane una [[[mano]] supra lin.] meno; add. supra lin.] per lo qual rispetto furon fatti da Guido [non solamente add. supra lin.] i quattro replicati accoppiamenti di due Sillabe [[<...>]] C fa, ut: De sol, re; E la, mj: F fa, ut: ma i quattro interzamenti [di tre Sillabe, add. supra lin.] G sol, re, ut: A la mi, re: c sol, fa, ut: d la, sol, re: con Vocj [ò più necessarie add. supra lin.] repliche loro. Hora qual' è la dimanda; che uoj diceste restaruj à farmj: e ui erauate anco apparecchiato à farlamj: [Ma add. supra lin.] poi per intender queste parole della bella Inuentione di Guido Aretino da me narratauj uoj ui compiaceste di prolungare il farlamj?
Alonso. l' Addimanda; che io desideraua: Et che hora c' ho inteso queste [altre add. supra lin.] cose desidero più che allhora di [[addimandaruj]] [[[desidero]] supra lin.] faruj, è, che [non add. supra lin.] ui [[<fu accorto>, et]] [fusse incresciuto, add. supra lin.] et ui contentiate [contentiaste ante corr.] dichiararmi quelle parole che mi [[recistaste]] recitaste raccontar lo Spataro nostro [essere add. supra lin.] scritte [da add. supra lin.] Guido Aretino [[in]] nel [quel ante corr.] proposito [-127-] [[Restamj hora; che si come io mi era apparecchiato di addimandaruj ma poi sin qui l' ho uoluto differire, ui piaccia dichiararmj le parole da uoj recitatemj; che lo Spataro nostro racconta scriuer Guido Aretino à questo [quel corr. supra lin.] pro-]] della diuersità de' colorj delle linee, e delle Note; Imperoche mi sono parute di Senso molto oscuro, et intricato.
Anniballe. Così deueno esser ueramente. Poiche anco Bartolomeo Ramo, et il nostro Spataro suo discepolo le dierono senso molto strano; e grandemente diuerso da quello; che à me [pare add. supra lin.] che esse contengano. [88. in marg.]
Alonso. E da che procede?
Anniballe. Non da altro per mio credere, che dalle parole, lineae, et interlineae; lineum et interlineum, che si deuono intendere hauer riguardo solamente alle Note, come aggiuntiue à quelle, e non alle stesse linee, come dimostra hauere inteso lo Spataro nostro co'l Ramo suo precettore. Questi nella sua Musica pratica. Quegli nella medesima ottaua Corretione del Florum libellj del Burtio: cosi dicendo alquanto prima. Tu saj bene, che lo tuo Guido in quej uersi, che dicono Musicorum, et Cantorum, trouaraj questi uersi (loquutione molto dura) ut quo loco quis sit Sonus, mox Discernat oculus, Ordine tertiae uocis splendens radiat Crocus; ut proprietas Sonorum, discernatur clarius, et caetera. Dice Guido; accioche più chiaramente sia conosciuta la proprietà delli Suonj alcune linee Segniamo con uarij colorj; accioche subitamente l' occhio possa distinguere in qual luogo sia quel Suono. E uuole, che la lettera terza, ciò è il c, sia segnata con Zaffrano, e cosi la sesta, ciò è, f, con flauo, ò con Minio: Come sottilmente tratta il diserto Inuestigatore il mio Ramus. E dice ueramente essere una confusione, perch' è necessario, che trà linea, e linea si faccia un' altra linea, come appare quj
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 127] [BOTTRIG3 11GF]
Della quale opinione, anziche nò, parmj, che si mostri essere il Gaffurio nel Capitolo iij. del primo libro della sua Pratica dell' uno, e dello altro Canto, dicendo in questa maniera: Duobus nanque si quis; quae Claues dicuntur et graues, et acutas, atque super acutas Introductorij Cordas discernere solent. Ac primum quidem Signum (ut ueterum primordia sequar) est sola inter quatuor, aut quinque linea rubeo colore referta; quae cum linealem possidet in Introductorio locum Ffaut, grauem demonstrat: Si spaciali loco descripta sit, Ffaut, declarat acutam. Secundum [-128-] signum est sola linea inter quatuor, aut quinque lineas glauco colore referta. Hanc, quum linealem locum obtinet, csolfaut, adscribunt: Sin spaciali loco descripta sit, uel cfaut, grauem, uel csolfa superacutam indicabit. E perche lo Spataro nostro segue dicendo; che per questa pazzia Guido fù ripreso da' Cantorj, e Musicj; ch' erano al suo tempo: pazzia dicoui io, che ueramente crederej, che sarebbe, se Guido la hauesse intesa in questo modo; che non credo, che la intendesse: Ma che la sua Mente fusse qual' è questa; che io quj' uoglio descriueruj
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 128; text: Ff, Cc] [BOTTRIG3 11GF]
Doue potete chiaramente uedere, che la Nota del [ClefC] angolare graue è di color giallo, [89. in marg.] et interlinea, ciò è, trà le due linee in bianco: La Rega dello Ffaut, rossa: quella di csolfaut, linea; ciò è, nella linea, ò Rega gialla. La Nota dello Ffaut, acuto, rossa, et interlinea; [90. in marg.] quella del ccsolfaut sopracuto interlinea, et gialla, conforme alle parole; che rifferisce lo Spataro nostro scriuere Guido; Le quali hora [per ciò add. supra lin.] ui replico. Quarum aliae sunt lineae. Dapoi, Iterum quarum aliae habent croceum colorem, et interlineam, scilicet, c grauis, et c, superacuta.
Alonso. Cosi stanno ueramente queste due Note.
Anniballe. Alia, croceum, et lineum, sicut est c, acuta.
Alonso. Et questo cosi per esser la Nota nella Rega gialla.
Anniballe. Alia rubeum, et lineum, ut F, grauis.
Alonso. Quest' anchora corrisponde benissimo: Essendo la Nota di Ffaut, graue nella Rega rossa.
Anniballe. Aliae interlineum, ut f, acuta. E se non ui manca la parola rubeum, si ha da far relatione alla antecedente rubeum.
Alonso. Benissimo. Io lo uedo. E parmj, che alla Intelligentia data dallo Spataro, e dal Gaffurio Musicj contemporanej à queste parole di Guido sia molto stiracchiata. E si come assai lontana dal uero senso loro, cosi la uostra sia ueramente la propria. Hora uoj potete seguire à piacer uostro di narrarmj de' Caratteri e Note musicali più moderne.
Anniballe. Io non [[uuò]] [uorrej corr. supra lin.] che mi uscisse di mente; E per ciò lasciassj di diruj, che Franchino soggiunge queste alle sopraddetteuj [sue add. supra lin.] parole. [91. in marg.] Adde; quod ueteres obseruabant solam Chordam caelesti colore signatam: ac spaciali loco descriptam, bfa, acutam intellige: lineali uero, bfa, superacutam: Atque caeteras omnes uoces, et Notulas consequentes in graue, et in acutis per lineas, et spacia considerandas facilè discernebant: Ma io non sò, ne mi rammento di hauer giamaj ueduto alcuno essempio tale ne stampato; ne scritto à penna; ciò è, che 'l Carattere, ò Nota del bfa, sia di colore azurro, ò in ispacio, per lo acuto, ò nella Rega per lo sopracuto. Hor pareràuj forse ben molto strano quel; che io ui farò sapere, ed intender di questi Caratterj, ò Note nostre moderne del Canto fermo, ò piano Ecclesiastico dicendouj, che non Guido [-129-] [92. in marg.] Aretino, non il deretano à luj per poco men di 240. annj Giouannj da Muris, come con troppa confidentia di se medesimo affirma Don Nicola Vicentino, nel primo libro della sua Antica Musica ridutta alla moderna pratica al Capitolo 4. sono stati trouatorj di quellj; Imperoche Beda il uenerabile che come io ui ho detto, [93. in marg.] uisse per più di 300. annj auanti Guido Aretino et per conseguenza intorno à 640 annj prima di Giouannj de' Muris, nella sua già da me raccordatauj molte altre uolte Musica quadrata ò piana dimostra sej principali sorti di caratteri ò Note; [94. in marg.] che ueramente si riducono à quattro, ciò è, Lunga perfetta; che è questa [L] da lui detta fondamento, principio, e fine del Cantare: Lunga imperfetta; che è tale [Bcdsn]. Breue retta, che è [B], e tale anchora è la Breue altra: Et la semibreue di questa Figura, [S], si com' è la Semibreue minore. Mostra egli anchora sej altre Sorti di Note; che nomina Pliche; la prima delle quali ei chiama perfetta descenente [Scddxosn], et quest' altra ascendente perfetta [Bcsdx]: La seconda descendente imperfetta [Scdsnosn], et quest' altra ascendente imperfetta [Scs]: La terza descendente [Scddxosn]: e quest' altra [Bcdsncsdx] ascendente. Aggiungeuj egli anchora quest' altra sorte di Breue retta [B], e queste altre Note [Scdsnosn,Scssnodx]: che seruono alle molte legature diuerse mostrate da luj; le quaj sono tante, e sotto poste à tante differenti distintionj, e Regole; che non si posson raccontar con minor breuità di quella; ch' esso Beda le narra, e Scriue in essa sua Musica Quadrata, ò piana.
Alonso. Bastamj questo.
Anniballe. In essa Musica quadrata di Beda uedesi anchora taj Note esser poste e nelle reghe, [95. in marg.] e trà gli spatij di quelle; ch' Ei dice douer' esser cinque: E per quelle numera anchora la quantità delle Pause; ch' egli appropria alle Note già mostrateuj secondo il ualore della perfettione, ed imperfettione loro: Et pone questo Essempio
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 129] [BOTTRIG3 11GF]
[96. in marg.] uolendo che la linea; che abbraccia tutte le cinque reghe si chiami Pausa perfetta: Quella; che ne abbraccia quattro, sia nominata Pausa imperfetta: Quella; che ne abbraccia tre, sia detta sospiro breue: Quella; che ne abbraccia due, habbia nome mezo Sospiro maggiore: Et quella; che ne tocca solamente una, si dica mezo sospiro minore.
[-130-] Alonso. Cosi posso raccogliere per conchiusione; che sin al tempo del Venerabile Beda fusse nel Canto fermo e Lunghe, e Breuj, e Semibreuj, e Reghe, ò linee, e pause, e sospirj, e mezj sospirj; Donde siano deriuate le Lunghe, le Breuj, le Semibreuj, le Reghe, ò linee, le Pause, i Sospirj, et i mezi sospirj; che hora si accostumano non solamente nel Canto fermo, ò piano: Ma nel figurato. Restauj solo intendere, se le Legature delle Note di quel tempo hanno alcuna conformità con quelle di questa nostra Età.
Anniballe. Grandissima. E perche lo uediate chiaramente, io quj' ui scriuerò uno de' suoj proprij Essempij, [97. in marg.] e da luj posto per dimostratione della quarta maniera, ò differentia:
[ClefC3,L,Lig3aart,Lig2cdsnod,Lig3cdsnodart; L,Lig3cdsndd,Lig3aart,Lig3ad,B,B,Bcdsn,Lig3cdsnodart on staff5]
Alonso. Riconoscouj anchora questo primo Carattere hora communemente detto Chiaue di csolfaut; che Guido Aretino (come uoj mi hauete mostrato) usò di notare con la lettera c: [98. in marg.] si come quella della sua Ottaua graue Cfaut, notò co'l [ClefC] angolare che più non si adopera: E quella di Ffaut, graue con lo F; che già secondo che hora mi souiene di hauer ueduto in alcunj Librj anticamente stampati, si notaua con on C riuescio, e due punti appresso, lo uno sopra la Rega, e lo altro di sotto cosi
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 130,1] [BOTTRIG3 11GF]
et hora per lo più, e massimamente in istampa si nota con una Lunga bianca, e due minime, quella in uece del C riuescio, e queste in cambio de' due punti; che sopraposte la una all' altra pigliano [mettono corr. supra lin.] in mezo la Rega à
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 130,2] [BOTTRIG3 11GF]
questo modo.
Anniballe. Queste Chiauj, ò Segnj di Ffaut, si accostumano hora solamente ne' Canti Figurati. Ma ne' pianj, ò fermj si usa questo
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 130,3] [BOTTRIG3 11GF]
di una breue negra auanti ad altre due tai collegate insieme: trà le quaj passa la Linea, ò Rega; nel Capo della qual' è posta essa prima Breue; che è al contrario di quella di Beda.
Alonso. Questo Carattere [signum], ò segno à Chiozzola, ò Lumaca; perche ne' Canti figurati s' intende per la Chiaue di Gsolreut, acuto?
Anniballe. Percioch' ei rappresenta un G. maiusculo mercantile, ò francese, come principio di essa uoce composta Gsolreut, si come il C principio di Cfaut graue, et il c, di csolfaut acuto, Et lo F, dello Ffaut graue; le quaj lettere il Signor Caualiere Hercole Bottrigaro lasciando gli abusi di questi antichi rinouati caratterj seguendo la dottrina di Guido Aretino [-131-] ha sempre usato di segnare per dimostratione di essi Luoghj, ò chiauj nelle Cantilene da luj [[composte]] [già corr. supra lin.] nella sua età giouinile praticamente composte secondo lo stile de' migliorj Musicj praticj in quej tempi: Come posso mostraruj in molte Copie di quelle et à quattro, et à cinque, et a sej uocj scritte di sua propria mano.
Alonso. Haurò caso di uederne qualcuna non solamente per questo rispetto: ma percioche io non credeua, ch' ei si fusse maj preso dilettatione del comporre in musica praticamente: Ma si fusse dilettato della Teorica sola.
Anniballe. Pigliate; e uedete per hora questi tre suoj Madrigali; che, come io ui ho detto, sono di sua propria Scrittura: E cosi ui accertarete della una, e dell' altra cosa.
Alonso. Questo è à cinque. Come il candido piè per la herba fresca.
Anniballe. Tuttètre sono à cinque.
Alonso. Pien di un uago pensier, che mi disuia.
Anniballe. E tuttètre sono Sonetti del Petrarca.
Alonso. Poco era d' appressarsi a' gli occhi miej. Volete uoj farmj gratia di accommodarmene; Accioche io possa anco udirli; Che subito poj ue ne sarò buon renditore?
Anniballe. Come ui piace: E uoglio diruj, che uoj ui udirete legamj continouati diuersi molto artificiosi: Et quasi da non crederli di questi annj; [Prima adunque del 1559 anzi del 1556, come alla pagina Seguente m.sec. in marg.] che da questo dj' passano i Quaranta: con soggiungeruj insieme, che in questo Madrigale che incomincia Come 'l candido piè, uoj ui sentirete un passo fugato con risposte replicate dalle Parti nel uerso, Amor, che solo i cor leggiadrj inuesca, primo del secondo Quaternario; ch' essendo (come si può giudicar dallo effetto seguente) piacciuto mirabilmente à Filippo di Monte, Ei lo prese ad imitare, quando si fusse, con un suo Terzetto. E per suo maggiore inuito, e mostra di occasione à questa imitatione si ualse di alcune parole; che' ei forse anco fece comporre à posta; che imitano quelle del Petrarca, et incominciano Amor; che sol de' i cor leggiadri ha cura. Ne contento Ei di questo sol luogo, replica la simil fuga sotto le simili parole, Amor ogni uirtù semplic' è pura. Questo Terzetto è il primo del Libro di esso Monte à 3. uocj publicato da Antonio Gardano lo anno 1582. in Venetia.
Alonso. Non potrebb' esser questo effetto d' imitatione seguìto per contrario? Ciò è, che 'l Signor Bottrigaro hauesse in questo luogo del suo Madrigale imitato il Terzetto del Monte.
[-132-] Anniballe. Oltre al naturale nascimento di questo passo fugato nel Madrigale del Signor Caualiere et lo stiracchiato alquanto nel Terzetto del Monte; due Congietture à uoj; che non sapete, come è il uero di questo Fatto, si seruiranno per testimoniantia uerisimilissima: una è, che 'l signore Bottrigaro piglia le uere parole del Petrarca. Et il Monte lo imita [imitate ante corr.]: l' altra, che 'l Signor Caualiere sin l' anno 1556 ò in quel torno compose questo suo Madrigale à cinque, et dalla uecchiezza della Copia, c' hauete hora nelle manj, ue ne uien fatta ampiissima fede. Et dal Monte è data la commodità della publicatione di quej suoj Terzetti al Gardano (come si legge nella sua lettera dedicatoria) lo anno 1582. nel qual tempo; trà 'l quale uno, et trà quello altro uengono ad esser corsi più di 25. annj: il Signor Caualier Bottrigaro uiuendo fuor della Patria haueua altro in Capo, che infilzar, com' egli usa dire, Nota di Solfa: Et haueua anziche nò in qualche fastidio questa maniera di Cantilene; Anchora che per tratenimento, e per sodisfattione de' suoj Amicj si mostrasse di altro animo: E da esso Gardano, e dallo Scotto, dal Vincenti, e dallo Amadino riceuesse per ogni spacio del Corriere ordinario di Venetia a' Ferrara sempre libri nuouj di Musica: e talhor prima che i proprij Autorj.
Alonso. Chi fù Precettore del Signor Caualiere in questa pratica di Musica?
Anniballe. Lo Spontone.
Alonso. Quale Spontone? Bartolomeo? od Alessandro suo fratello?
Anniballe. Bartolomeo; il quale insieme li fù Compagno coetaneo: Commensale, e cohabitante continouo per molti annj, et amico, e fratello dalla pueritia sin ch' ei uisse, carissimo, et amatissimo; Per le quaj tutte ragionj, e cause lo Spontone publicando sin lo anno 1558. il suo primo Libro di Madrigali à 4. uocj à luj lo dedicò: E poscia il Caualiere Ciro suo figlio nella pubblicatione [[da luj fatta]] [ch' ei fece corr. supra lin.] del Terzo libro de' Madrigali di quello à 5. uoci l' anno 1584. seguendo; anzi adempiendo la paterna intentione, e per altri rispetti suoj proprij et oblighi deriuati da quej del Padre a luj [che per le sue uirtuose qualità cosi intensissimamente lo ama, add. supra lin.] ne fece [medesimamente add. sub lin.] la Dedicatione.
Alonso [[<...>]] Ben mi ricordo hauer ueduto questo terzo Libro dello Spontone con Dedicatione tale al Signor Caualiere.
Anniballe. Alessandro anchora, et come fratello di Bartolomeo e come assaj buon Musico pratico ancho Ei discepolo di Bartolomeo fù gratissimo amico al Signor Caualiere et suo continuo [-133-] commensale [e ne' loro Essilij, e ne' ritornj alla patria add. supra lin.] per alcuni annj sin ch' [[Egli]] [Alessandro corr. supra lin.] morj'. Ma niuno insomma [[à luj]] [al Signor Caualiere corr. supra lin.] fù precettore del componer pratticamente in Musica altrj che Bartolomeo.
Alonso. E di chi fù Discepolo Bartolomeo in quest' Arte? Sapetelo uoj?
Anniballe. [[99. in marg.] Hauendo hauuto Bartolomeo le prime, e fondamentali Regole del Contrapuntizare da quel buon uecchio Nicolò Mantouano mio Precettore anchora in questa professione di Musica et Maestro di Capella allhora della nostra Catedrale di San Pietro fù primieramente in Roma discepolo di Giaches de Ponte, e poi di Morales.
Alonso. Duj ottimj, et Famosi Musicj praticj in quej tempi. Ne ha perciò da esser marauiglia, s' Ei fece la buona riuscita; che con grandissima dilettatione del Mondo fece.
Anniballe. Quasi che uogliate non solamente inferire: ma conchiudere, che i buonj, e ualenti discepoli deriuino da buonj, e ualenti precettorj.
Alonso. Cosi uoglio, ad un certo modo.
Anniballe. La Conseguentia non è ueramente necessaria. [non essendo anchora gli anni 25. della sua Età, ma [[in luj]] fù ben [[<in suo> add. supra lin.] conforme al giudicio; che ne fece Cipriano Rore in Bologna. add. supra lin.] Hora in cantando, et in considerando uoj questi tre Madrigali del Signor Caualiere e tutte le altre sue Compositionj musicalj auuertite di gratia quanta sia la Diuersità nel procedere, [100. in marg.] e nella maniera del comporre trà luj Discepolo et [[dello]] [trà lo corr. supra lin.] Spontone suo Precettore; che io mi credo certo, che uoj la trouarete tale; che giudicarete ueramente impossibile questi essere stato Discepolo di quegli.
Alonso. Di taj miracoli (chiamaròli cosi) sonsene per quanto ho letto, ed inteso ueduti alcuni altrj ed in questa, ed in altre professionj: Non resta però, che non siano cose degne di auuertenza. Ma ripigliate per la speditione homaj il Ragionamento uostro di queste Note, ò Caratteri cosi [[Chorale]] del Canto Chorale, ò fermo, come del Canto misurato, ò figurato.
Anniballe. Io non credo già, che uogliate, che io entrj à diruj quello; in che tutto 'l giorno essercitandouj uoj io mi rendo come certo, che sapiate; che è, che le Note musicali che si accostumano hora nel Canto fermo, ò Chorale siano quattro: et à quelle aggiuntene altre quattro, et cosi otto in tutto siano quelle: che si adoperano nel Canto figurato. et meno in rappresentaruj le Figure, ò forme loro raccontaruj quanto sia il ualore della una sopra l' altra secondo l' [-134-] ordine loro, e per contrario. Et cosi quali anco siano le linee delle Pause corrispondenti à quelle. Quale oltra ciò siano i segnj, ò Caratteri de' Tempi diuersj, cose tutte ritrouate da' Musicj pratici più tosto per loro otiosa curiosità, [100. in marg.] che per alcuna armoniosa necessità. Ne ui marauigliate, che io quasi prorompendo cosi ui habbia detto. Imperoche all' Armonia [Armoniosa ante corr.] [[necessi]] et al [corr. supra lin.] diletto del senso dello udito, [101. in marg.] cose tali più tosto contrastano, et danno impedimento, e debilitatione; che fauore, et accrescimento.
Alonso. Non occorre che in ciò uoj ui affatichiate punto; perche sò benissimo quale sia la Massima, qual la Lunga, qual la Breue, qual la Semibreue, qual la Minima, e cosi la Semiminima, la Chroma, ò Fusea e Semichroma, ò semifusea: Ma sarebbemj ueramente grato intendere da uoj perche la Chroma, ò Fusea sia cosi nominata Chroma, e Fusea.
Anniballe. Ella uien per mia opinione detta Fusea dalla figura simile ad un fuso; et Chroma dal Colore, e negrezza, per la qual ella è differentiata dalla Semiminima bianca hauendo la una, e l' altra Nota la medesima forma, et figura. Ma si come la Fusa, ò Chroma; che anco Corsea dalla sua gran uelocitade [[fù]] [è stata corr. supra lin.] da qualcuno detta; [102. in marg.] ha duplicata figura, cosi la Semifusa ò Semichroma anchora essa è duplicatamente figurata. E non solamente la una et l' altra di loro: Ma la Semiminima, come ue ne ho fatto cenno, e la Semibreue con doppia Figura già furono, et hora sono alcuna uolta rappresentate.
Alonso. Sò, che dalla Forma quadrata ò Romboida del corpo loro tutte queste quattro Figure, ò Note; insieme con la minima, e le altre seguenti sono state per facilitate, e prestezza dello Scriuere ridutte alla forma circolare.
Anniballe. Questo non intendo dire io: Ma che la Semibreue fù prima figurata triangolare, quasi metà della corporal figura quadrata della Breue co'l mezo del commune Diametro si com' ella ordinatamente è la metà del ualore di quella. La Semiminima esser di figura simile alla minima, et non solamente con uno uncino in capo alla sua hasta ma co'l Corpo tutto negro senza lo uncino. La Chroma, ò fusa; qual' è la minima con due uncinj attaccati all' hasta, ouer con un solo uncino, e co'l Capo tutto negro. La Semichroma, [-135-] ò Semifusa simile intutto alla Chroma bianca quanto all' hasta, et uncino: ma co'l Corpo tutto negro: ouero bianco: ma con uno altro uncino contraposto all' hasta co' duj [due ante corr.] uncinj. Cosi [Sv]. [signum]. la Semibreue. Così [Svcdvxdx,Av]. [Scd]. la Semiminima. Così [Svcd2vxdx,Svcs2vxdx]. [Scdvxdx,A]. la Chroma, ouer Fusea, ò Corsea; cosi [Scs2vxdx,Scd2vxdx]. [Svcs2vxdxcdvxsn,Svcsvxsncd2vdx]. la Semichroma, ò Semifusa; ouer semi Corsea. Et accioche sapiate anco la ragione di questa loro diuersità, dicouj, che tuttetre queste Note bianche furon ritrouate per seruir solamente alle Prolationj, come trà tutti gli altrj Scrittorj di questa otiosa, e uana fatica nel comporre molto chiaramente Frà Lodouico Zacchone nel Capitolo 29. del secondo libro della sua Pratica di Musica con queste parole: Dalle Prolationj sono bandite tutte le Figure; che per natura sono oscure. E ui soggiunge poi uno Essempio della Sequentia del giorno della Epifania composta in Musica da Henrico Isaac.
Alonso. [103. in marg.] Io mi sono accorto, che non solamente ui spiacciono queste Prolationi, Modi, e Tempi trouati da' Musici praticj contrapuntisti: Ma che siete loro molto contrario; E perciò lasciarò di dimandaruene, [dimandaruj ante corr.] si come hauea nel pensiero, molti particolarj: poi che la occasione mi si era presentata; anchor, che alquanto lontana dal nostro proponimento.
Anniballe. Se uoj me ne haueste addimandato, io non [ui add. supra lin.] sarej stato scarso di quelle risposte; che io hauessi saputo dare: Ma per diruj intieramente il uero, con poco gusto mio; Che simili uanìe ho sempre abhorrito: poiche tutte si possono facilissimamente risoluere, e ridurre al commune Tempo. Vdite quello; [104 in marg.] che ne dice il Risuegliatore degli addormentati Musicj Don Nicola Vicentino nella sua Antica Musica ridotta alla moderna Pratica al Capitolo 31. del quarto Libro Già cinquanta annj, dic' egli, i Compositorj consumauano assaj tempo in questo studio di Proportionj: Hora in questi tempi; che la Isperientia ha fatto certo l' Huomo di tutte le Cose, i Praticj di Musica hanno ueduto, che poco utile si troua in taj Proportionj: et hanno ritenuto nella pratica la proportione sesquialtera, [-136-] la Emiolia maggiore, e la minore, et la proportione di Egalità. Et il Zarlino (che già no'l uuò taceruj) hauendo nel fine del 70. capitolo della terza parte delle Istitutioni armoniche detto: Ma perche poco si usano (intendete queste proportionj, e Tempi) e non sono di utilitade alcuna alle buone, e sonore armonie: nel capitolo 71. della istessa terza Parte con replicatamente nominare tali accidenti Chimere, ed Intrichi dice cosi. E se non danno utile alcuno (come ueramente non danno) parmi ueramente gran pazzìa, che alcun di eleuato ingegno habbia da fermare il suo Studio, e spendere il Tempo, et affaticarsi intorno à simili cose impertinenti; La onde consigliarej ciascuno, che mandasse da un lato queste Ziffre, et attendesse à quelle cose; co'l mezo delle quali si può acquistar le buone, e soauj armonie. Non di meno, se uoj pur uoleste non solamente consumare: ma gettar uia molto del uostro tempo intorno à questa inutile fatica, io uo daruj contezza di tutti gli Scrittorj; che da me sono stati ueduti hauerne trattato ne' loro libri con protestarmiuj di non uoler' esseruj ne tenuto, ne obbligato al danno della perdita grande del Tempo; che uoj ui farete.
Alonso. Pur è meglio il saper le cose, che lo essere ignorante. Poi che sapiendole si possono usare: et Essendone ignoranti non si possono adoperare; Perciò siate contento di farmj gratia; che io sia partefice secondo la proferta uostra della Dottrina di questi Scrittori.
Anniballe. Armateuj di lunga patientia nello [[ascoltarmj]] [udirmj corr. supra lin.], e di pronta, e di salda memoria nello ascoltarmj.
Alonso. La mano, e la penna mi Seruiranno (se cosi ui piace) nella una, et nell' altra di queste due cose per molto tempo.
Anniballe. A' piacer uostro.
Alonso. Ecco la carta. Ecco la penna. Ecco la mano, e me tutto con tutta quella patientia; che sarà necessaria; apparecchiato à scriuer quanto mi sarà da uoj dettato.
Anniballe. Scriuete: Ma non aspettate in ciò dal mio dire altr' ordine di tempo ò di Autorj; che quello; che mi si presenterà nel uenir pigliando questi libri in mano.
Alonso. Io non credo, che in ciò sia necessario alcun' ordine; Però cominciate da quello Autore; che più ui torna commodo.
Anniballe. Hora scriuete: e scriuete à uostro agio; che io non uuò già, che ciò passi senza qualche ordine, [105. in marg.] che sarà quello della Forma de' librj; Onde io cominciarò da questi; che uoj soprasegnarete in Foglio.
Il Glareano nel primo, 2. 3. 4. 5. 6. Capitolo per tutto 'l terzo libro del suo Duodecacordo Don Piero Aron nel primo libro del suo Toscanello.
[-137-] Frà Ludouico Zacchone nel Capitolo 34. 36. 37. 41. 42. sin al 47. del primo Libro e tutto 'l secondo co'l terzo libro della sua Pratica di Musica.
Franchino Gaffurio nel terzo Trattato del suo Angelicorum Opus. Et nel Capitolo terzo del primo libro et nel Capitolo 2. 3. 4. 5. 6. del secondo libro della sua Pratica Musicae utriusque Cantus.
Stefano Vaneo nel primo Capitolo sin al 21. del secondo Libro del suo Recanetum.
Giouannj Froschio nel Capitolo 15. 16. 17. 18 del suo Opuscolo della Pratica di Musica.
Don Gioseffo Zarlino nel Capitolo 2. 49. 53. del terzo Libro delle Istitutioni Armoniche
Don Nicola Vicentino nel Captitolo 3. 4. del primo Libro Et nel Capitolo 31. del quarto Libro dell' Antica Musica ridutta alla Moderna Pratica.
Giouannj Spataro nel Capitolo 3. 4. 5. 6. 9. 13. 21. del suo Trattato di Musica e per tutto. Hor si come hauete soprasegnato à questi il Titolo d' in Foglio, à questi altrj, che io ui dirò, soprasegnate il Titolo d' in Quarto Foglio.
Alonso. Ecco fatto.
Anniballe. Seguite. Frà Bonauentura nel Capitolo 2. et 6. del suo Breuiloquio musicale che anche si troua stampato in ottauo.
Frà Angiolo nel Capitolo 1. 2. 3. et 4. sin al 15. del secondo Libro del suo Fiore Angelico
Frà Illuminato nel Capitolo 10. 11. et 12. sin' al 22. del terzo Libro del suo Tesoro Illuminato e nel Capitolo 3. del primo libro della sua Illuminata.
Don Pietro Aaron nel Capitolo 10. 11. 12. e 31. del secondo suo Dialogo di Musica.
Don Vincentio Lusitano nel principio e poi sotto 'l Titolo Del Canto Figurato della sua Introdutione Armonica.
Don Nicolo Burtio nel Capitolo 1. 3. 6. 9. della terza Parte del suo Florum Libelli.
Giouannj Spataro nella quarta Correttione del secondo Trattato contra il Florum libello del Burtio.
Bartolomeo Ramo nel primo Trattato della terza Parte della sua Isagoge Musica Pratica cosi male Stampata come io mi habbia ueduto altro Libro Stampato; che quando io non ne hauessi maj ueduto altrj, che quej della Raccolta sin ad hora fattane dal Signor Caualier Hercole Bottrigaro in tutte le Scientie fuorche di Medicina, et di Leggi: io ne haurej per ciò ueduto tante, e tante migliaia, che io ne potrej fare, come faccio questo uero giudicio.
Don Paolo Pontio nel quarto de' suoj Ragionamenti di Musica.
[-138-] Nicolò Vuolicio nel Capitolo 1. 2. 3. sin' allo undecimo della Musica Figurata del suo Enchiridion.
Scriuete pur anchora questo; Bench' ei sia in lingua Francese, e senza nome di Autore Liure plaisant, e tresutile. Ciò è Libro piaceuole, et utilissimo: nel primo Dialogo presso il fine.
Alonso. Di che tratta questo Libro?
Anniballe. Ei tratta del modo di [[sosnare]] [sonare corr. supra lin.] il Lauto, il Clauacembalo, Et il Flauto.
Ottomaro Luscinio nel Capitolo 2. 3. 4. 5. 6. 7. et 8. del suo primo Commento della Ragione de' Concenti polyfonij; ciò è, di più uocj; il qual' è stampato insieme colla Musurgia; ciò è Pratica di Musica.
Don Oratio Ticrino nel Capitolo 16. 17. 18. sin' al 25. del quarto Libro del suo Compendio di Musica. Sotto 'l titolo di in Ottauo foglio poiche sono finiti questi di Quarto foglio haurete da scriuere à pena questo.
Nicolò Listenio nel Capitolo 3. della prima Parte E nel Capitolo 1. sin' allo xi. della 2 Parte degli Elementa Musicae.
Alonso. Che ristretto, ò Conchiusione à uoj che douete hauer letto, e ben considerato tutti questi Scrittorj, pare, che in ciò si possa fare?
Anniballe. Niuna.
Alonso. Come niuna?
Anniballe. [106. in marg.] Niuna; Imperoche tutto è fondato sulla opinione, e uolontà di coloro; che primj à perdere essi, et à far perdere ad altrj il buon tempo per non dire il Ceruello intorno à queste uanissime uanità ritrouarono tai Segni, di Circolo perfetto [O]; di Semicircolo [C]; di circolo co'l centro [Od]; ò punto nel mezo; del Semicircolo col centro [Cd]; del circolo tagliato [Odim], del semicircolo tagliato [Cdim]; che dicono del c, tagliato. Del circolo co'l 2. [signum] del Circolo co'l 3. [signum]: e gli altri; De' quaj non uuò diruj insomma altro: Ma rimetteruj per ogni modo, come faccio ad essi Scrittorj; che ben (se à' loro acconsentirete) ue ne impiranno tutt' inutilmente il Capo.
Alonso. Trà Caratterj, ò Ziffre musicali potrem noj ragioneuolmente connumerare i caratteri, à segni usati da' Sonatorj di Lauto, e di Arpicordo, ò Clauacembali nelle loro, com' essi le chiamano, Intauolature?
[-139-] Anniballe. E perche non? Anzi pur che si: E debitamente e necessariamente. Non ui ricordate uoj, che ragionandouj io de' Caratteri usati da Musici greci ui ho detto che non solamente è opinione: Ma relatione certa di Alipio nel proemio del suo Isagoge. Di Gaudentio nel Capitolo uiij. della sua Musica. E di Boethio altresj' nella sua al Capitolo iij. del 4. Libro Che de' due loro Caratterj musicali il primo ò superiore significaua la parola, ò più tosto per mio parere la sillaba: lo altro, ciò è il secondo od inferiore il Percotimento?
Alonso. Ricordomene benissimo.
Anniballe. Ricordandouene adunque, perche non hauete uoj à credere indubitatamente, se no per altro per la imitatione almeno di questi Caratterj anchorache diuersi trà loro inuentati da' Lautisti, e dagli Organisti (comprendendo io sotto 'l Lauto, e sotto l' Organo tutte le altre specie di stromenti tali da Corde, et da tasti, comunque si siano fabricati) si habbiano da connumerare tra Caratterj musicali?
Alonso. Il mio addimandaruene è stato per maggiormente certificarmene, e non per dubitarne: Ma io non uorrej, che 'l tardare à chiederuj un' altra cosa, facesse ò dimenticarmela, ò [[che tardar]] [chiestalaui corr. supra lin.] io non potessi hauerne hora la risposta da uoj: e mi fusse per hauerla bisogno indugiare ad un altro giorno.
Anniballe. Dite adunque tosto; Imperoche passa il tempo homaj; che noj douressimo hauer fatto festa.
Alonso. Se per dimostrare attualmente (il che praticamente essercitare e con la uoce, e con gli Stromenti potrem noj chiamare) i tre Generi armonicj fù bisogno à' Musicj greci ritrouare i tanti Caratterj da uoj mostratimj, come possono i Musicj nostri modernj essercitarli tuttetre con sì pochi, e co' medesimj pochi?
Anniballe. Pochi dite uoj? Se gli andarete ben considerando, [107. in marg.] et annouerando trouarete che il numero di questi è forse maggiore di quelli de' Musicj cosi Greci, com' Hebrej, [108. in marg.] i quali già non sò io che conoscessero altro Genere di Musica, che 'l Diatonico. oltre à' uentiquattro Caratteri de' quali habbiam già ragionato, senza le [Breui et Semibreui add. supra lin.] colorite, ò negre, et i loro collegamenti non ui è questo, #; che è particolare del Genere cromatico significante il Semituono minore? Questo altro X particolare del genere Enarmonico; che importa il suo Diesis: Et questi due [sqb]: [rob]. non solamente communj allo [[[-140-] uno et allo altro di questi due Generj: Ma al terzo Diatonico principalmente anchora? Non ui sono anche poi questi cinque da uoj postimj [hor hora add. supra lin.] in consideratione
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 140,1] [vide infra]
usati da Sonatori di Lauto rappresentanti rispettiuamente co' punti; e senza punti la Semibreue, la minima, la Semiminima, la Chroma, e semicroma puntate, e non puntate? E se uorrete connumeraruj lo addoppiamento et il triplicamento delle cinque linee, ò Reghe cosi de' Cantorj, come de' Clauacembalisti: le quattro battute, ò diciam forse meglio, Pause, le due, la una, la meza, ouer sospiro, et il mezo sospiro: Ne lasciar fuor le sej linee rappresentatiuj delle sei Corde del Lauto co' Caratteri numeralj ordinarj [ouer Lettere dello Abcdario add. supra lin.] significanti al numero de' Tasti del Manico di esso Lauto: uedrete à quanto numero di Caratteri musicalj moderni arriuano. E per dire 'l uero, non hauendo hauuto gli antichi Musicj, anco Ecclesiastici [[questa]] [la corr. supra lin.] Differentia del diuerso ualore delle uarie Note nè la imputantia della misurata grande, ò picciola quantità del Tempo [[loro]] [di quelle; corr. supra lin.] [109. in marg.] Imperoche altra Misura di Tempo non ho sin qui trouato, che hauessero in cantando gli Hebrej, et i Grecj, et j [à ante corr.] i primj [[praticj]] Ecclesiasticj, corr. supra lin.] che quella della tarda ò ueloce buona loro pronontia: nè la diuersità dell' tante aere in un medesimo instante che tante sono, quante sono le parti [di add. supra lin.] che la Cantilena è composta: Eccetto allhora, ch' esse ad un certo modo sono [[figurate]] fugate ò ad imitatione [[ò ad imitatione]] la una dell' altra, ò con altro artificio tale collegate insieme. E' ben ragione, ch' essi habbiano ritrouato e cosi uengano ad hauer maggiore numero di Caratteri; di che poter Seruirsi nelle occorrenti loro bisogne musicali.
Alonso. Voj trà questi Caratteri musicalj modernj: che si cantano, hauete connumerato le linee delle Battute ò pause: E pur non si Cantano, nè si Suonano.
Anniballe. Per tutto ciò, che non si cantano: anzi che 'l Cantore si tace, e tacendo si riposa, et cosi uiene a ripigliar fiato, non resta, ch' essi non siano Caratteri, e segnj musicali che dimostrano al Cantante qualche cosa del suo officio. E se quej nel Cantore sostenendosi [[ferma per tanto spatio]] [ferma per [[qual]] tanto [[di]] spatio corr. supra lin.] di tempo <......>. [-140-] uno et allo altro di questi due Generj: Ma al terzo Diatonico principalmente anchora? Non ui sono anche poi questi cinque da uoj raccordatiuj hora hora,
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 140,1] [BOTTRIG3 11GF]
usati da' Sonatori di Lauto rappresentanti rispettiuamente co' punti; e senza punti la Semibreue, la minima, la Semiminima, la Chroma, e Semicroma puntate, e non puntate? E se uorrete connumeraruj lo addoppiamento, et il triplicamento delle cinque linee, ò Reghe cosi de' Cantori, come de' Clauacembalisti: Le quattro Battute, ò diciamo, e forse meglio, Pause, le due, la una, la meza, ò per dir, come si deue, il Sospiro, il mezo sospiro: Ne ui dimenticare, come quasi mi dimenticaua io, di ponere in questo numero anchora le sej linee rappresentatiue delle sej Corde del Lauto. et le Lettere, ouero i Caratteri numeralj ordinarij; che accostumano hora i Lautisti in uece di quelle, uedrete à quanto numero di Caratteri musicalj modernj arriuarete.
Alonso. Che lettere son queste; in cambio delle quaj dite [[adoperarsi hora]] [essere hora adoperati da Lautisti corr. supra lin.] i Caratteri numerali?
Anniballe. [109. in marg.] Sono le prime Lettere dello Abcdario significanti il numero de' Tasti del manico del Lauto; in uece delle quali hora si usa ponere sopra ciascuna linea i Caratteri numerali: 0, 1, 2, 3 et gli altrj.
Alonso. Io non ho maj ueduto Intauolatura con taj Lettere.
Anniballe. Ed io uene mostrarò con maggior nostro agio la Copia tutta intiera della Intauolatura di un Madrigale; il principio del quale io qui ui noto; Accioche non istesse con desiderio di uederne [oltra che modo tale è tenuto anco da gli oltramontani nel far le Intauolature loro moderne add. supra lin.]: [[[111.]] 110. in marg.]
[Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 140,2; text: Stauasi Amor dormendo sotto un Faggio] [BOTTRIG3 11GF]
[-141bis-] [Bottrigari, Il trimerone, Giornata terza, 141bis; text: Stauasi Amor dormendo.] [BOTTRIG3 11GF]
Conforme al modo ben usato d' intauolare da' Modernj lautisti [nostr' italiani add. supra lin.] cosi Tauolato a [ad ante corr.] [[instantia]] [richiesta corr. supra lin.] mia dallo amico mio per molti anni Leonardo Maria Picinino. prima Le corde s' intendono al contrario
Et a è posto per la corda a uuoto 0 b al primo Tasto 1 c al secondo 2 d al terzo 3 e al quarto 4 f al quinto 5La Compositione è solamente à due uoci con contrapunto rozo, e goffissimo. Ma non [[si. è pigliato]] [ha da considerare corr. supra lin.] se non [[per]] la maniera dello Intauolare a quei tempi.
[-140-] E poniamo per conchiusione, che 'l numero, e quantità de' Caratterj musicali modernj sia, come ho detto, forse maggiore, de' Caratteri de' Musici antichi. Et per dire il uero non hauendo hauuto i Musici antichi, anco Ecclesiastici la differentia del diuerso ualore delle uarie Note, nè la importantia della misurata grande, ò picciola quantità del Tempo di quelle; Imperoche altra Misura di Tempo non ho sin quj' trouato; [111. [112. ante corr.] in marg.] che hauessero in cantando nè gli Hebrej, [[ne]] i Greci, [[ne]] i primj Ecclesiasticj, che quella della tarda, ò ueloce buona lor pronontia: Nè la diuersità delle tante Aere in uno Istante medesimo [112. in marg.] Che tante sono, quante sono le Parti; di che la Cantilena è composta: Eccetto allhora; ch' esse ad un certo modo sono fugate, ò ad imitatione la una dell' altra, [113. in marg.] ò con altro artificio tale collegate [concatenate corr. supra lin.] insieme: E' ben ragione, ch' essi habbiano trouato: E cosi uengano ad hauer maggior numero di Caratteri; di che poter seruirsi nelle occorrenti molte bisogne loro musicali.
Alonso. Veggio questo principio. che mi serue per lo tutto di essa Intauolatura e non mi spiace il modo: Ma uoj trà questi Caratterj musicalj modernj; che si cantano, e suonano; [hauete add. supra lin.] per far forse maggiore il numero loro, [[hauete]] connumerate le linee delle Battute ò pause: E pur non si cantano, ne si suonano.
Anniballe. Per tutto ciò, che non si cantano, anzi che 'l Cantore si tace, e tacendo si riposa, e riposandosi uiene à cosi ripigliar fiato: non resta, ch' esse non siano Caratteri e segni musicali [114. in marg.] che dimostrano al Cantante qualche cosa del suo ufficio. Et se quej nel cantare sostenendosi ferma per tanto spatio di tempo quella [-141-] uoce, ò da quella breuemente passandosi ad altra sono di grandissima importantia: [115. in marg.] Questi nel tacere, e posare per quel tanto spacio di tempo denotato ascoltando gli altri Cantanti non sono di portata, [116. in marg.] ò Consideratione minore nella Musica nostra, [[ascoltando]] [moderna corr. supra lin.] detta misurata da questa uariabile misura del Tempo, [117. in marg.] cosi come figurata dalle tante; e si diuerse figure di essi Caratterj; dalle quali ella uiene rappresentata: Ma Idio. mio buono uedete; come cade bene à proposito. Mentre che noj habbiamo hauuto materia pertinente al canto, habbiam ragionato. Hora che ci occorre quella del posare, e tacere è ben ragioneuole, che non lasciamo la occasione di posare, e che tacciamo. Tacciamo adunque.
Alonso. Tacciamo.
A' hore 21 1/4 (secondo che mostra il mio Horiuologio da Fascia in Iscatolino) del di Martedì settimo di Settembre MDIC. ho dato fine à questo terzo et ultimo de' miej Dialoghi de' Tuonj, e Caratteri musicali cosi antichi come moderni Titolati il TRIMERONE de' fondamenti armonici ouero Lo Essercitio, se non l' osso musicale nella mia à me diletteuole uilla nel commune di Santo ALBERTO.
Io Hercole Bottrigaro
Et da me finito di copiare à hore [[<..............>phon]] [21 1/6 segnate dal medesimo mio horiuologio il dì Mercoledì 27. di Ottobre [dello stesso anno add. supra lin.] 1599. nella medesima [mia add. supra lin.] [à me diletteuole add. sub lin.] uilla nel commune di Santo Alberto.
Hercole Bottrigaro